Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Unione sovietica-SAM navali

Indice del libro

La difesa aerea delle navi sovietiche e russe e l’S-300 Fort[1] modifica

Di questo sistema ci si cominciò ad interessare quando entrò in servizio il primo dei 'Kirov', ovvero dei Pr. 1144 'Orlan'. Si trattava delle armi di terza generazione in servizio nella Marina Sovietica.

La prima generazione modifica

Dopo il 1945, lo sviluppo dei sistemi di difesa aerea navale furono alquanto erratici. Nel '54 i caccia navali vennero messi sotto controllo della Difesa Aerea di terra, per il rischio crescente di un attacco occidentale dall'aria. Ma col tempo la difesa delle installazioni della Marina e delle navi ritornò ad essere d'importanza crescente. Tra le soluzioni escogitate, la modifica di 5 sottomarini 'Whiskey' e due dozzine di dragamine in unità di osservazione aerea; le navi T.43 e T.58, e i sottomarini, appositamente modificati (rispettivamente Pr. T-43GR e T.58GR, e per i sub, Pr.640), vennero dotati di radar capaci di 300-500 km di portata, per dare l'allarme precoce, funzionando come 'picchetti radar'.

Nel dopoguerra, i piani quinquennali tornavano al concetto delle grandi navi da battaglia e portaerei. Tuttavia questo era chiaramente al di fuori delle capacità economiche e tecniche sovietiche e così il Primo e il Secondo Piano Quinquennale vennero smentiti dalla realtà; al posto delle corazzate vennero poi pensati gli incrociatori da battaglia Pr.82, modificati in Pr.82R con lanciamissili quadrinati a prua e a poppa, con armi di ricarica, per i nuovi P-5. Questi missili erano destinati all'attacco di bersagli di terra con armi nucleari, poi verso il 1955 venne risistemato il progetto per attaccare le navi portaerei americane. Ma quell'anno venne bloccata la costruzione degli incrociatori e parte delle loro armi venne rielaborata per i piccoli Pr.58 (Kynda nella classifica NATO), da costruirsi pare in 10 esemplari, ma poi limitate a 4 soltanto. Esse non avevano più i cannoni da 305 mm, ma solo le artiglierie da 76 binate e i missili SAM V-600, i VOLNYA, i missili in sviluppo dal '55 come versione navale del terrestre S-125 (SA-1), ancora peraltro da mettere in sviluppo. Questi rappresentarono i primi missili SAM sovietici ed erano su rampa binata M-1. Dato che si pensava, all'epoca, che sul mare le armi nucleari sarebbero state usate in maniera massiccia (dopotutto, in mare non vi sono certo città con milioni di abitanti che possano 'limitare' la scelta), si pensò presto a disperdere maggiormente le flotte sovietiche in azione. Si pensò che ogni nave avrebbe dovuto quindi avere una sua capacità contraerea specifica, ma non tutte potevano avere una sufficiente capacità antiaerea contro ogni tipo di bersaglio. Così venne fuori un progetto nave contraerei da affiancare ai Pr.58; i grandi caccia che dovevano operare di scorta agli incrociatori Pr.82R vennero rivisti con l'eliminazione di due delle 4 torri da 76, formando così una classe di navi missilistiche armate con il Volnya, designate caccia, ma di fatto simili in dimensioni agli incrociatori Pr.58. Essi sarebbero stati la spina dorsale della flotta sovietica sui mari, ovvero i Pr.61 Kashin. Ma queste navi non erano sufficienti per fornire una valida protezione antiaerea, e così vennero escogitate altre soluzioni per ottenere una capacità di copertura d'area[2].

La prima, nei tardi anni 50' fu il Pr.70E, ovvero la modifica di uno dei grossi incrociatori 'Sverdlov' (Pr.68B) con un sistema di lancio per SA-2 (ovvero il V-750 Volkhov su rampa M-2, ovvero l'SA-2 navalizzato), modificato nel '58 come nave missilistica e dando origine al primo incrociatore SAM della Marina russa. L'idea era allettante, poter sfruttare una nave così grande che avrebbe senz'altro potuto ospitare anche i grossi e ingombranti sistemi d'arma antiaerei dell'epoca. Gli americani stavano facendo lo stesso con alcune delle loro grandi unità della stessa categoria (e così anche varie marine Europee, tra cui la MMI che armò il Garibaldi con lanciamissili Terrier e persino con la predisposizione per i Polaris nucleari balistici, poi non applicati), e con discreto successo. ma nel caso dei Sovietici le cose non andarono per il verso giusto: nonostante avesse le capacità teoriche di arma di difesa d'area, il sistema andò incontro a dei problemi e del resto, non garantiva una grande capacità bellica, visto che era presente, per la rampa binata, solo un totale di 13 missili, già sufficiente -assieme ai sistemi radar- a togliere le due torrette trinate da 152 mm di poppa. L'SA-2 era un'arma già ingombrante a terra, ma in mare la sua taglia rendeva difficile l'integrazione con la piattaforma. Eppure non forniva che le prestazioni che gli americani avevano con il Terrier, assai più piccolo e -essendo a propellente solido- tutto sommato più facile da maneggiare e conservare. Inoltre i missili RIM-8 Talos, a statoreattore, erano in grado di superare largamente in gittata l'arma sovietica e nondimeno, restare relativamente piccoli. Così ogni paragone di efficienza tra la nave sovietica e, per esempio, il nuovo USS Long Beach, era del tutto negativo. La nave americana rimase prototipo, ma aveva due rampe binate Terrier a prua con 120 missili e la rampa binata Talos a poppa, con altri 48 ordigni; il tutto era servito da avanzatissimi radar di controllo, in particolare il FRESCAN, che dava quella sovrastruttura alta e squadrata, a 'grattacielo', così caratteristica della nave. Si trattava di un radar a scansione elettronica antenato dell'AEGIS, ma dal funzionamento tutto sommato non soddisfacente, se alla fine degli anni '70 venne rimosso e sostituito con sistemi elettronici convenzionali. I pannelli ancora visibili sulla sua sovrastruttura erano in realtà corazze in kevlar per la protezione della plancia. A questo si aggiunga che si trattava anche del primo incrociatore nucleare, con i conseguenti vantaggi pratici. Mentre gli americani riuscivano a costruire una nave antesignana dell'AEGIS seppure con i sistemi elettronici disponibili negli anni '50, e anzi, superare teoricamente le navi più recenti con una dotazione di 168 missili SAM e motore nucleare, i Sovietici, su di una nave dalle dimensioni del tutto simili (circa 220 m e 20.000 t) fallirono l'integrazione del pur modesto sistema SA-2 terrestre. Anche se il Long Beach rimase esemplare unico, la differenza tecnologica era evidente. I Sovietici, che non sarebbero mai riusciti a far funzionare un radar di scoperta analogo (lo 'Sky Watch' si è rivelato un fallimento) nemmeno decenni dopo, non ebbero molto da fare se non convenire sulla realtà delle cose. La conversione dei grossi incrociatori 'Sverdlov', che pure erano disponibili un parecchi esemplari e di base, dalle caratteristiche superate ma con molto spazio per gli aggiornamento, venne abbandonata e l'unica convertita nel Pr.70E passò in riserva negli anni successivi. Per i Sovietici rimase solo una strada: mentre gli americani avrebbero potuto integrare le loro difese navali contro un attacco aereo, con navi capaci di proteggere grandi formazioni con la loro elettronica, le unità russe avrebbero dovuto disperdersi e affrontare gli attacchi ognuna pienamente libera (se non altro) di sfruttare le sue risorse. Questo era un problema per grandi formazioni, ma non era il caso di quelle sovietiche, che non formavano certo Carrier Group. Ogni nave era se non altro libera dalla preoccupazione di proteggere le altre (eccetto le unità da sbarco o ausiliarie) e questo, seppure meno efficiente, semplificava i sistemi di comando e controllo.

Il primo SAM a medio raggio messo in servizio, di cui si è già accennato sopra, fu il naturale complemento dell'SA-3 terrestre, ovvero il V-600 Volnya M-1, in ambito NATO noto come SA-N-1 Goa, ovvero la versione navale dell'SA-3 Goa terrestre (il cui vero nome era S-125 Neva). Esso venne lungamente sviluppato e lungamente sperimentato con il Bravy (Kotlin Mod o Pr.56K). In seguito vennero fuori i Pr.57A Kanin, Kresta (1134), Kashin Mod (Pr 61MP e ME), Kotlin ( Pr 56E). Arma ben più piccola e maneggevole, per certi versi simile all'HAWK ma ancora con comando radio come il Guideline, l'SA-N-1 era dotato di discrete capacità, tra cui quella doppio ruolo, anche contro bersagli di superficie. Esso era infatti capace di colpire anche navi e questa capacità interessò molto Krushev. Lui fu ben contento, tra le altre cose, di cancellare molti dei progetti di Stalin, tra cui i grandi incrociatori da battaglia, residuato dei programmi prebellici, armati con cannoni da 305, 76 e 45 mm. Concentrare le loro capacità in una piccola nave da circa 4.500 t (grossomodo come gli 'Adams' americani o gli Audace italiani), definibile come cacciatorpediniere o come incrociatore, era senz'altro una svolta nel pensiero navale sovietico. Del resto era quanto permetteva l'era dei missili: la logica era stata già applicata con i caccia armati con missili SS-N-1 e 2, e con le piccole motocannoniere missilistiche munite dei P-15 (SS-N-2), che potevano affondare, al pari dei siluri ma con maggiore portata e velocità, anche grandi navi. Portare questo criterio sulle navi di dimensioni maggiori significò sviluppare unità armate con missili a turbogetto SS-N-3 Shaddock da 460 km di gittata, un elicottero per la designazione oltre-orizzonte dei missili, e armi per la difesa. Sebbene i 'Kynda' ebbero successo limitato (ne vennero costruiti solo 4), portarono la Marina sovietica nell'era missilistica a pieno titolo. La dotazione di armi era di 16 'Shaddock', e -fatto raro- un analogo numero di SAM. i V-600 erano missili con gittata inizialmente di circa 19 km, non molto, ma paragonabile a quanto potevano fare i missili RIM-2 Terrier di prima generazione, e più dei 13 km dei Tartar di primo modello. Tuttavia le armi americane aumentarono presto le loro prestazioni.

Anche i V-600, rimasti i SAM a medio raggio più diffusi della Marina Sovietica, la cui gittata passò da 19 a 24 km; nel frattempo anche l'elettronica veniva migliorata. Queste armi, a quanto pare, avevano anche una testata nucleare. Il sistema Volnya M-1, sviluppato dal '55 e impiegava i missili Fakel 4K90 e 4K91. Entrò in servizio nel '62, lo stesso anno del Tartar americano. Questo missile russo era però diverso; in termini di prestazioni era grossomodo analogo al molto più piccolo Sea Sparrow americano (su base AIM-7E), e come questo (in netta differenza con i tipi USA a medio raggio) era quasi totalmente incapace di ingaggiare bersagli al traverso, ovvero diretti verso altre navi: era un'arma d'autodifesa, insomma. Dallo scafo dei Kynda vennero fuori anche i Pr.62, ovvero i 'Kresta'.

L'intermezzo modifica

Nel '67 questo sistema ebbe un discendente, che non era la navalizzazione dell'SA-6 (che non ha mai avuto corrispondenti navali) né dell'SA-4 (idem), ma una specie di grosso V-600, designato V-611. Armava navi come le 'Moskva' (Pr 1123) e i 'Kara' (Pr 1134 e 1134B), con gittata di 30 km. I missili (4K60) vennero progressivamente aggiornati, così come del resto continuò il processo di miglioramento dei V-600, ma anche questo sistema era grossomodo capace delle prestazioni del Tartar (ma con gli ingombri di un Terrier), il che non era un gran progresso. Per le 'Kiev' (Pr. 1143) si dovette adottare questo sistema, ma per i successivi grandi incrociatori 'Kirov' (ovvero i Pr.1144 Orlan) c'era bisogno di qualcosa di meglio. Inoltre la linea sovietica era a quel punto di costruire task group navali, con le portaerei classe Tblisi (pr.1143-5) da proteggere con adeguate navi di scorta, che avrebbero avuto bisogno a loro volta di nuovi missili a medio raggio.

L'S-300 Fort modifica

Il nuovo sistema missilistico era moderno ed evoluto, affidato all'NPO Altair, ora Almaz-Antey. Esso nacque nel 1933 come Istituto per la telemeccanica e le comunicazioni, nel '42 produsse il primo radar navale di ricerca sovietico, il Ryf, e poi il primo radar FCS Yupiter 1 per la flak, il primo per i cannoni di cacciatorpediniere (Yupiter 2) e il primo per artiglierie costiere (Mars 3). Questo OKB procedette quindi allo sviluppo del missile S-300 nelle versioni P terrestre strategico (poi noto come SA-10), V come sistema mobile tattico (SA-12) e infine il S-300F, ovvero il tipo navale della Marina (SA-N-6). Il direttore responsabile era V.A. Bukatov. Lo sviluppo dei missili venne affidato all'OKB-2 Fakel, il più importante tra gli uffici di progettazione per i sistemi di difesa aerea, diretto da Grushin fino al 1991 e poi da Svetlov, autore dei sistemi SA-N-1 e successivi navali, degli S-200 (SA-5), OSA (SA-8), TOR (SA-15). Questo era dunque un settore d'eccellenza, ma il compito era impegnativo: un sistema multicanale, con elevata resistenza alle ECM, con la possibilità di scoprire e distruggere bersagli ad ogni quota ed elevata Pk, nonché facile da movimentare e con prestazioni elevate. Iniziò a concretizzarsi nel 1966. Il sistema ebbe per la prima volta al mondo un apparato di lancio verticale, per giunta e nonostante le dimensioni, di tipo 'a freddo' ovvero con un generatore di gas o una catapulta inferiori. Il sistema di guida era anche più importante e incorporava il concetto TVM, come quello adottato dal Patriot: il missile era in grado quindi di scambiare informazioni con la centrale di tiro, i cui computer erano in grado di elaborare meglio del missile stesso i dati che venivano passati, e quindi guidarlo con maggiore resistenza alle ECM eventualmente dispiegate, e con maggiore precisione. Lo scotto da pagare è ovviamente il canale radio che -teoricamente almeno- risulta disturbabile. Il missile venne approvato con il nono piano quinquennale (1971-75) e sperimentato nel '77 dall'AZOV classe Kara (Pr.1134B), con 4 complessi di lancio ciascuno con 8 missili, in un caricatore rotante a revolver, il tutto a poppavia della nave. Il decimo piano quinquennale del '76-80 autorizzava lo sviluppo in serie e l'operatività raggiunta nel 1982 con il Kirov, anche questo -come il L.Beach- a propulsione nucleare (ma in un arrangiamento misto con bruciatori di gasolio), entrato in servizio nel 1980. Questi avevano 12 complessi di lancio, sempre a caricatori rotanti, con altrettanti boccaporti e 8 missili l'uno. I 3 'Slava', del 1983 in poi, hanno avuto invece 8 complessi con 64 missili, ma di tipo più semplice; i Kirov avevano una struttura 'piramidale' nelle sue generalità e nei particolari e anche i lanciatori, quasi ad incrementare il livello di 'mistero' erano dotati di cappuccio 'piramidale'. Il Fort (il vero nome dell'SA-N-6) era dotato di 4 componenti: il centro di comando e controllo, siglato 3K41; il lanciatore 3S41; il radar 3R41 Volna ('Top Dome'), e ovviamente il missile; anzi 'i' missili, in quanto ne risultano almeno 5 tipi diversi, fino ad arrivare all'S-400 Triumf di ultima generazione (SA-N-20).

Le munizioni sono state quindi sottoposte ad una forte evoluzione e ricambio. I primi missili 5V55 erano a quanto pare con un sistema di guida privo del TVM e forse anche per questo avevano una gittata ridotta a 50 km circa, pur sempre quanto i più grandi SA-2 Guideline, ma alquanto inferiore a quello che ci si aspettava da un missile moderno da quasi 2 t (l'SM-1MR era già in grado di arrivare anche a distanze maggiori, pur pesando circa 650 kg). Il 5V55 non pare tuttavia essere stato usato dal FORT, ma si è passati subito dopo al 5V55R che ha aumentato la gittata fino a 90 km (minima 5) e la quota tra 25 m e 25 km. Il 5V55 era lungo 7,25 m, diametro 508 mm, 4 alette verso la coda e un aspetto molto allungato, quasi da missile balistico. Totalmente contenuto in uno speciale cilindro grazie alle alette ripiegabili (che arrivano ad un'apertura di 1,124 m), il missile pesa 1.665 kg, oltre il 50% di un Patriot, confermando la difficoltà dei sovietici a realizzare armi equivalenti con ingombri analoghi a quelli americani, soprattutto per la miniaturizzazione dell'elettronica. La testata bellica del 5V55 arriva a ben 130 kg, un valore enorme per un SAM di tipo moderno, che in genere affida maggiormente la sua letalità alla precisione (fino ad arrivare ai concetti tipo 'hith to kill' tipici dei missili ABM; se si considera che i primi missili antibalistici erano armati di una testata da vari MT, si potrà apprezzare il progresso di avere realizzato piccoli veicoli che impattano direttamente sul bersaglio, distruggendolo con la forza viva dell'impatto).

Il missile parte con un sistema INS che lo porta con la traiettoria approssimativa sul bersaglio; poi viene acquisito dal 'Top Dome' e seguito assieme al bersaglio; il missile viene telecomandato dal calcolatore di bordo e gli viene fatta assumere la traiettoria più efficiente in termini energetici per sfruttare appieno la sua potenza propulsiva e intercettare il bersaglio alla maggior distanza possibile. La trasmissione dei comandi di guida è ottenuta non con i segnali radio, ma con la modulazione del fascio radar che insegue il missile, e così gli comanda anche di orientare l'antenna nella direzione del bersaglio e quando il suo sensore lo acquisisce si passa alla modalità TVM, che consiste nel filtrare i dati riportati dal sensore del missile da segnali spuri e ECM, e poi guidare il missile con il datalink radar di cui sopra; vi è anche la possibilità di usare il missile in varie modalità, come lo HOJ ovvero l'uso del disturbatore come bersaglio (il missile diventa una specie di arma anti-radar, è una cosa piuttosto comune nei missili SARH e ARH); il missile, quando lanciato con sistema pneumatico o a catapulta, accende il razzo ad almeno 20 m di quota, così da minimizzare i danni alla nave lanciatrice. Negli anni '90 è apparso il 48N6 da 1.800 kg, usato anche dall'S-300PMU-1, lungo 7,5 m anziché 7,25, e con diametro di 519 mm, testata ulteriormente cresciuta a 145 kg, ma ancora lo stesso contenitore-lanciatore a silos del tipo precedente; adesso è possibile arrivare a 150 km di gittata ed intercettare bersagli fino a 2.800 m.sec di velocità, con l'aiuto anche di piccoli razzi laterali a circa un terzo del missile (partendo dall'ogiva). Grushin morì nel 1993 e questo fu l'ultimo missile sviluppato con la sua supervisione. Negli anni '90 apparve però anche il 48N6 E2 equivalente all'S-300PMU 2 Favorit, usato sull'ultimo 'Kirov', il P.Velikiy (pr.1144-2). Esso aveva testata accresciuta a ben 180 kg e per giunta, ad azione direzionale; a parte l'efficacia maggiore e le superiori ECM, è possibile ingaggiare bersagli tra 3 e 200 km. Anche se il FORT resta in larga misura un sistema adatto soprattutto a difendere la nave che lo ospita più che una formazione, le sue prestazioni cinematiche sono notevolissime. Ogni sistema ingaggia fino a 6 bersagli in simultanea con angolo di 90° in direzione e 70 in elevazione, tra i 5 e i 20 km, e con distanze di ingaggio di 120 km (con le condizioni di cui sopra). Tra le sue capacità, quella dichiarata di attaccare missili antinave in volo a 10 m di quota fino a 23 km di distanza. Questo è il FORT-M, il tipo migliorato del Veliky. Ma per migliorarlo ancora, nel 1999 vennero introdotti in servizio nuovi sistemi: uno è il 9M96 e deriva dall'S-400 Triumpf. Questo è un missile molto più piccolo e come il PAC-3 o l'ESSM, è possibile ospitarne 4 al posto di ciascuno dei tipi precedenti. I due missili sono dotati dello stesso stadio superiore calibro 240 mm e con diametro delle alette di 40 cm, peso di 140 kg. Quest'arma pesa meno di un decimo rispetto ai tipi precedenti ed è disponibile con due tipi di booster, che danno origine al 9M96E che ha un booster con impennaggio di 48 cm di diametro, lunghezza 3,65 m, peso 193 kg; in tutto pesa 333 kg, lungo 5,65 m, con una gittata rispettabile ma inevitabilmente ridotta a 40 km, (quote tra 5 e 25.000 m). Il 9M96 E2 ha invece un booster da 24 cm e alette da 48 cm, ma è lungo solo 4,75 m più il booster per un totale di 6,75 m; pesa 420 kg in tutto e arriva così a 120 km, quota fino a 30 km. Praticamente è l'equivalente dell'ASTER 30 e come tale è probabile che abbia un radar attivo e un autopilota programmabile al posto della guida semiattiva. La Pk è di 0,9 contro aerei pilotati e 0,8 contro missili balistici. Quanto ai tempi, quello di reazione è di 8 secondi, mentre la vita utile dell'arma nel suo contenitore è di 15 anni.

Quanto ai sistemi di lancio, i 'Kirov' hanno a disposizione batterie con rampe ricaricabili (a tamburo) da 6 colpi B-203, gli Slava il B-204 da 8 colpi. La cadenza di tiro è di circa un missile ogni 3 secondi. Fino a non molti anni fa si dubitava o si escludeva che il FORT potesse essere ricaricato in mare. Invece, negli anni '90, è stata vista in azione una gru speciale capace di rimpiazzare in mare i grossi silos di lancio dei missili (infatti gli S-300 non sono mai maneggiati al di fuori dei loro contenitori-lanciatori, non esistono missili 'sfusi' ma solo complessi di lancio).

Il sistema di guida è non meno importante, essendo l'occhio di guida dei missili: il 'Top Dome' è in banda X ovvero tra 8 e 12 GHz; in realtà ha diverse antenne, di cui una angolata fissa sull'orizzonte a 20 gradi con radome emisferico dal diametro di 4 metri, nella tipica installazione 'a panettone' tipica di altri sistemi sovietici della categoria(radar di tiro per cannoni come i Bass Tilt e per missili come i Top Dome). Insegue missili e bersagli e fornisce l'illuminazione radar semiattiva. Vi sono anche 3 antenne coperte da radome semicilindrici in posizione verticale; è possibile gestire fino a 12 missili contro 6 bersagli, con un campo di 120 gradi; dato che gli Slava hanno solo un sistema e i Kirov 2, non c'è una copertura continua sui 360 gradi tipo l'AEGIS, ma anche così si tratta di un sistema molto sofisticato e capace. Esso, per funzionare, richiede i radar di scoperta aerea: l'MR 600 Voskhod (per la NATO: 'Top Pair') e MR 700 Fregat (Top Steer); il primo è un 3D da ricerca aerea ottenuto con l'assemblaggio, in tipico stile sovietico, dei due radar noti come 'Top Sail' (3D) e 'Big Net' (2D), sistemati 'schiena contro schiena'; il 'Top Sail' è stato il primo sistema 3D sovietico, sviluppato dal Salyut OKB dal '62 e in servizio sulle 'Moskva' dal '67, con scansione di frequenza come principio di funzionamento (noto anche come Frescan, quello dell'AN/SPS-39), dimensioni 7,5x8,5 m a parabola cilindrica e illuminatore a spirale nel fuoco centrale, che genera il fascio di scansione elettronica mosso verticalmente. Il 'Big Net' ha una più moderna antenna cassegrain di 6,1 x 7,5 m, per la ricerca orizzontale. Quanto al 'Top Pair' in banda L, esso è il più potente radar di questo tipo nella marina russa e arriva a 500 km di portata. Quanto all'MR 700, ha maggiore frequenza e funzione bidimensionale, per il resto opera in maniera complementare rispetto all'altro, con frequenza maggiore (S, 2-4 GHz) e portata ridotta a 300 km.

Tutto questo armamentario è stato praticamente sviluppato solo per pochissime navi -7- con il Fort, e fino a non molto tempo fa, differentemente dalla versione terrestre, era rimasto inesportato. Ma nella sua versione export, il RYF, è stato studiato per essere imbarcato anche su navi di appena 6-7.000 t, e finalmente ha ottenuto un successo commerciale con i Cinesi, che hanno comprato due RYF-M (la versione migliorata), per i caccia Type 051C da 7.000 t, i primi 'quasi AEGIS' cinesi. La classe Luzhou ha il radar MR760 di ricerca 3D, ma soprattutto è dotata del radar 'Flap Lid B', che è nient'altro che il sistema usato dall'SA-10 terrestre, ben più semplice e installato prima a scopo sperimentale sul P.Velikiy; inoltre i Cinesi hanno l'S-300 fin dal '99. Siccome hanno una notevole propensione per copiare quanto fatto dagli altri (di recente è scoppiato uno scandalo sul fatto che avrebbero costruito Su-27 'clandestini' al di fuori del contratto con la Russia), hanno anche copiato il missile realizzandone l'HQ-9 terrestre e la RF-9 navale. Questa sarebbe la versione operativa sui due caccia consegnati nel luglio 2004 (Lanzhou 170) e nel 2005 (Hikou 171); ma potrebbe anche essere che si tratti dei missili 9M96 russi o anche entrambi, ma in ogni caso in sei lanciatori a 6 celle l'uno a prua e altri due a poppa. Il radar a 4 facce planari Type 346 è un Phased Array attivo come il Sampson britannico o l'APAR, e copre tutto l'orizzonte, pur con l'ausilio del Fregat. Non è chiara la sua provenienza, se autoctona o derivata dal Tombstone russo. Così alla fine si è messo insieme un formidabile complesso fatto dai migliori missili russi, da un sistema tipo AEGIS con scoperta basata su 4 antenne a giro d'orizzonte e con un radar di direzione tiro anch'esso di tipo elettronico. Infatti se i Russi non sono riusciti a sviluppare un valido 'Phased Array' per le navi nel settore di scoperta, in compenso lo hanno fatto in quello dei sistemi di tiro, per ingaggiare più bersagli in simultanea. Nel caso occidentale è successo esattamente il contrario, e i radar di tiro 'Phased array' sono rimasti praticamente sconosciuti fino a pochi anni fa.

Ecco le caratteristiche di riepilogo dei vari missili SA-N-6:

  • Dimensioni: S-300 7,25 x 0,508 x 1.124 m; 48N6E/S-300PMU-1 7,5x 0,519 x 1,134 m; S-300PMU 2 idem, S-400, 5,65 x 0,24 m; S-400 (9M96E2) 6,75 x 0,24 m.
  • Peso: S-300, 1.700 kg; 48M6E, 2.000 kg; idem per il 48N6E2 (S-300PMU2), 333 kg per il 9M96E (S-400), 420 kg (9M96E2 o S-400).
  • Prestazioni: v.max 1.700 m.sec (S-300/5V55RM), 2000 (48N6E/S-300PMU-1), idem per il PMU-2, 900 per il 9M96E e 1.000 m.sec per il 9 M96E2; gittata rispettivamente 90, 150, 200, 40 e 120 km. Quote tra 25-25.000 m per il 5V55RM, 10-27.000 per il 48N6E e il 48N6E2, 5-25.000 m per il 9M96E e 5-30.000 m per il 9M96E2.

Il medio e corto raggio modifica

Nel '71 entrò in servizio l'OSA-M, ovvero la versione navale dell'SA-8, capace di intercettare bersagli entro distanze d i 1,5-10 km e quote di 25-5.000 m, veloci fino a 500 m.sec. Esso era caratteristico per la sua sistemazione totalmente a scomparsa, tanto che è raro osservare le foto della sua rampa di lancio retrattile, tra l'altro molto esile strutturalmente e normalmente ripiegata sotto un caratteristico coperchio di forma rotonda. Arrivato inizialmente in servizio sulle corvette Pr.1234 'Nanuckha' e 1124 'Grisha', rispettivamente antinave e ASW, poi è apparso come arma d'appoggio o principale anche per innumerevoli altre classi di navi, dalle 'Kiev' ai 'Kirov' alle 'Krivak'. Le più piccole su cui è stato installato tale sistema, in genere con rampa binata e 18 missili nel deposito, sono i Pr.1240 'Sarancha', tra le navi più grandi invece i rifornitori Berezina (Pr. 1859). Questi missili di piccole dimensioni si sono insomma imposti presto come le più diffuse armi SAM del blocco comuunista, adattate a navi tra le 425 t (gli aliscafi Pr.1234) e le 35.000 t (portaerei). Non sono armi eccezionali e si possono, pur essendo assai più grandi e pesanti, considerare della classe del Crotale o del Roland. In seguito ne sono stati introdotti diversi tipi migliorati e potenziati (gittata fino a 12 km), e addirittura un modello filoguidato, da usarsi in condizioni di guerra elettronica eccezionalmente severe (normalmente l'arma è a guida radio).

I cacciatorpediniere Pr.956 hanno invece avuto il sistema Shtil, o M-22 Uragan; è stato sperimentato nel 1977 da un Kashin modificato, il PR.6E 'Provorny'. I missili hanno gittata di circa 25-32 km e velocità di mach 3 e possono affrontare bersagli in volo fino a mach 2,5; la massa dell'arma è di 600 kg, il tempo di reazione di meno di 20 secondi, la capacità di ingaggio è di un massimo di sei bersagli con 2 rampe da 24 missili l'una, sui 360 gradi; fino a tre missili possono essere lanciate per ogni bersaglio. Anche quest'arma è stata continuamente aggiornata nell'elettronica e di recente è arrivato anche l'equivalente dell'SA-17 terrestre, con gittata di 50 km.

Per le navi più piccole venne sperimentato il Kinzhal/Klinok, sperimentato da una corvetta Grisha modificata (pr. 1124K) nel 1980 e poi messo sulla portaerei Baku, Kuznetsov, gli ultimi Kirov e gli Udaloy (pr.1155), nonché sulle fregate Neutrashimy (Pr 1154). Usa i missili 9M300 con gittata di 12 km e ha lancio verticale, il primo sistema a corto raggio con tale capacità; esso sostituisce gli SA-N-4 e pesa 165 kg, capace di deviarsi verso il bersaglio in meno di un secondo dal lancio grazie ad un sistema di deviazione dei gas; il radar può seguire bersagli fino a 45 km e distruggerne fino a 4 per volta con vari missili guidati in simultanea. Il tempo di reazione è di 8-24 sec. Quanto al Kortik/Kasthan, esso è stato realizzato alla metà degli anni '80 dall'arsenale di Tula con cannoni gatling da 30.000 e missili 9M311; anche qui vi è stata una 'prima', l'uso da parte di una corvetta 'Tarantul' modificata, ovvero il Pr.1241-7, nel 1984. Le sue capacità di intercettazione, come degno successore delle torrette AK-230 e 630, sono esaltate dalla cadenza di tiro combinata di 10.000 c.min, dal set di sensori e dai missili (prima 6, poi 8) con gittata di 8 km. Nell'insieme il sistema più efficace tra i CIWS russi, e probabilmente in generale, sia pure in competizione con altre armi di diversa concezione, come il Super Rapido con munizioni da 76 mm.

Ma per la difesa delle navi minori, nel '68 sono stati introdotti in servizio i missili Strela-2 (gli Strela-1 sono diventati poi gli SA-9). Sono stati poi sviluppati in tipi come lo Strela-M e lo Strela-E, conosciuti in ambito NATO come SA-7. Nel 1981 apparve il molto più evoluto Igla ovvero l'SA-16, nettamente superiore anche rispetto ai precedenti Strela-2M come l'SA-14,con una testata dalle prestazioni superiori del 600% del sensore e un motore a razzo potenziato per raggiungere anche bersagli supersonici. Nel 1983 apparve anche l'SA-18, con sensore ottico avanzato e probabilità di colpire almeno 8 volte maggiori rispetto a quelle dello Strela, e simili all'equivalente americano Stinger. Questi sistemi d'arma sono utilizzabili sia da lanciatori portatili, che da tipi simili ai Simbad-Sadral francesi con i Mistral. Ovvero, in questo caso, missili quadrinati con una piccola torretta di lancio, in questo simile anche al tipo Sea Chaparral americano (che però aveva dimensioni ben maggiori usando il Sidewinder e una cabina abitata). I lanciatori in genere sono sistemati in due esemplari, nella zona poppiera. Sono molto piccoli e piuttosto difficili da notare. In genere hanno 8 missili di ricarica. Così accade che per esempio, le corvette 'Tarantul' e certe 'Osa' hanno, al posto dei più grossi lanciamissili Osa, queste armi ad incrementare la difesa data dalle armi d'artiglieria. Sono lanciamissili semplici, ma pur sempre migliori dei soli lanciatori portatili da spalla (anch'essi trasportabili a bordo, se necessario), grazie al numero di armi pronte al fuoco e al collegamento con i radar di bordo (il sistema di acquisizione è però solo ottico). Con l'acquisizione dei missili come gli Igla, sono diventati armi decisamente pericolose, acquisendo anche quella che era la loro limitazione principale, ovvero la possibilità di ingaggiare frontalmente i bersagli(in avvicinamento), cosa che richiede i sensori IR di generazione più recente. Non sono sistemi così efficaci, tantomeno ognitempo, persino per i Mistral francesi (forse i migliori SAM a guida IR disponibili) si è detto con molta incertezza che possiedano capacità antimissile; ma il loro scopo è quello di integrare la difesa delle navi laddove non vi siano armi più potenti e sofisticate[3].


I Radar[4] modifica

I radar sovietici non sono mai stati particolarmente avanzati, scontando il ritardo storico che è stato accumulato rispetto rispetto ai sistemi occidentali, specie nel settore dei potenti trasmettitori TWT, come successore della valvola tipo Klynstron, sviluppato negli USA già nel 1937-39. I Sovietici, comunque, come già sopra annunciato, erano riusciti a sviluppare radar di tiro e di scoperta, in servizio dal '42. Negli anni del dopoguerra si cominciò ad indagare le capacità di scoperta oltre l'orizzonte, con radar speciali che potessero in particolare integrare l'intercettazione radio (sistema Krug russo, basato a terra), per indicare il bersaglio ai missili P-35 (SSN-3 Shaddock); questi erano da lanciare con salve di 4 missili ed erano in grado di ritrasmettere quanto scoprivano con il loro radar di bordo, affinando i lanci successivi delle navi e sottomarini; le tracce radar trovate erano elaborate con i computer di bordo delle navi per decrittare le contromisure (sistema SRA); il problema era che i missili ad alta quota erano anche vulnerabili e così dovevano volare più bassi di quota, ma a quel punto perdevano l'orizzonte radar sufficiente per osservare l'orizzonte. Così venne stabilito di ricorrere alle capacità OTH dei radar, sfruttando l'effetto 'tunnel' che già esiste per le comunicazioni radio. A questo proposito si pensi a Marconi: quando lui tentò con successo il collegamento radio oltreoceano, non sapeva la ragione per cui questo accadeva. Le onde radio venivano infatti riflesse dalla ionosfera, di cui all'epoca non si conosceva l'esistenza. Senza, nessuna comunicazione radio oltre-orizzonte sarebbe stata possibile. Lo stesso vale per i radar. Assieme ai grandi pattugliatori Tu-95D, con un grande radar di scoperta e datalink di correzione dati per i missili, era così possibile sfruttare la gittata dei missili a grandi distanze, colpendo oltre l'orizzonte con particolare attenzione ai gruppi portaerei. Il Tu-95 avrebbe fatto anche da relé tra i dati scoperti dai missili e l'elaborazione degli stessi da parte delle navi. Il sistema di designazione dati dei Tu-95 era noto come Success, ed era davvero un apparato impressionante; peraltro l'aereo era vulnerabile alle difese non meno di quanto non fossero i missili. Come accaduto anche in Italia con i radar di scoperta di superficie collegati soprattutto all'uso dei missili OTOMAT (SPQ-4,5, SPS-702, RASS), e così sistemi con capacità OTH, definita 'passiva' sono integrati 'Scoop Pair', Mineral, Argon, Grapun, con capacità OTH stimate fino a circa 100-200 km, ma altamente dipendenti dalle condizioni atmosferiche e dalle condizioni ambientali.

Come radar di scoperta aerea, l'AN/SPS-39 Frescan, sviluppato negli anni '50, era senz'altro un tipo di radar avanzato con capacità 3D, ovvero di misurazione anche della quota. Per ottenere lo stesso tipo di informazione, i Sovietici ebbero invece necessità di usare due radar, schiena contro schiena, uno producente un fascio a ventaglio verticale e un altro uno analogo, ma inclinato a 30 gradi, ricevendo l'eco del bersaglio con un ritardo differenziale dovuto alla quota dell'oggetto: i tipi come l'MR-310 U Angara-M ('Head Net-C' secondo la NATO), delle 'Krivak', e anche quando anche i Sovietici riuscirono ad usare le stesse tecniche di scansione elettronica, modelli più recenti come il 'Flag' o il 'Fregat' hanno continuato ad usare lo stesso principio. Da qui la 'vivacità' delle antenne delle navi russe, che quando in moto sono in continuo ondeggiamento verticale oltre che in rotazione, e per giunta si tratta di antenne molto grandi. Vi sono dei vantaggi anche in termini tecnici, per esempio una certa superiorità nella precisione della misurazione e nella velocità di rinnovamento. Naturalmente questi radar erano del tutto superati dall'SPY-1 americano, in servizio nel 1983. Ma i Sovietici, curiosamente, erano stati invece molto interessati ai radar 'Phased Array' per i sistemi di controllo del tiro e guida; con sistemi come l'MR-350 e 360 Podkat e 3R41 Volna, operanti in banda K e X, che hanno una tecnologia particolare, spesso nota come 'P.A. a riflessione', e sono simili per certi versi all'ARABEL francese, almeno per certe metodologie di funzionamento. Un tipo simile all'SPY è stato invece il MARS-Passat (Sky Watch) per le portaerei russe Gorshkov e Kutnetsov (questa in servizio nel 1990, l'altra, incompleta, venduta all'India). Pare però che questo sistema, realizzato in un unico esemplare operativo, non abbia funzionato bene e non sarebbe più operativo.

Questo è stato l'estremo degli sviluppi sovietici, ma la serie di radar è ben più lunga. L'Altair ha avuto la responsabilità per i radar 2D, la Salyut per quelli 3D. Infine i radar di scoperta in superficie sono della Typhoon e Granit, e quelli di controllo tiro della Ametist. Così si è configurata l'attuale produzione di sistemi russi.

La Salyut produce quindi gli apparati più sofisticati; questa azienda di Mosca ha prodotto un primo radar, quando era ancora un istituto di sviluppo, nel 1944 (era il Pegmatit); nl '56 è arrivata ai sistemi bidimensionali Kaktus e MR-500 (il 'Big Net'), poi il più moderno Voskhod ('Top Sail'), Fregat (Top Plate e Top Steer), il Podberezovik (Flat Screen) e il Poima-E. In tutto sono stati prodotti circa 1.500 radar.

Il Top Sail è uno dei più importanti. Il nome ha anche una sigla: MR-600, sviluppato dal '62 con una richiesta per un radar da 500 km di portata strumentale, entrò in servizio nel '67 con la MOSKVA, una portaelicotteri missilistica. Era un sistema complesso, il primo sovietico con sistema di amplificazione TWT e agilità di frequenza con implusi singoli o a gruppi; così era più facile localizzare bersagli anche di piccole dimensioni (per via della differente riflettività alle varie lunghezze d'onda usate) e resistere alle ECM; erano presenti forme d'onda complesse e un circuito MTI per indicare i bersagli in movimento a bassa quota. Inoltre l'antenna era a scansione elettronica; il suo funzionamento era simile all'APS-39 americano di 7 anni prima, ma con un'antenna del tutto diversa di 7,5x8,5 m, tanto che solo le grandi navi sovietiche l'ebbero in servizio, i Kara, Kresta II e Kiev.

Da questo derivò col tempo il FLAG ('Top Pair'), con onde di 2-3,5 microsecondi di frequenza, e portata di 280 km per un Il-28 in volo a 300 m, e 300 km per uno Yak-25 a 13.000 m; è il più potente radar della Marina russa e opera con lunghezze d'onda di 850 MHz, corrispondente ad onde di 30-60 cm.

Alla metà degli anni '80 venne iniziato lo sviluppo del 'Flat Screen' ovvero il Podberezovik, installato su di una sola nave 'Kara' come nuovo radar a lunga portata, in questo caso con una semplice antenna piana a scansione elettronica, quasi verticale (5 gradi di inclinazione). È un tipo simile all'SPS-52 e all'SPS-48 (il primo dei quali, operativo dal '63, aveva l'antenna intercambiabile con quella dell'SPS-39 e infatti gli 'Impavido' ottennero il cambio con il tempo, aggiornando parzialmente il loro sistema radar). Il radar, con 128 elementi dell'antenna, ad elettronica 'solid-state' è capace di una potenza di picco di 110 kW, e localizza un bersaglio di 7 m2 a 300 km se in volo a 1.500 m, una nave a 30 km. Un tipo export ha l'antenna da 7,15 x 6,3 m, pesante 4,7 t, con portata di 300 km contro un aereo e 55 vs un missile. Se si applica la più piccola antenna da 7,15 x 2,9 m, si ottengono 240 e 45 km rispettivamente. La frequenza è di circa 1 GHz.

Il radar MR-710 Salyut ('Top Steer') del '77, è capace di funzionare su 2-4 GHz, simile ad un piccolo FLAG,e presente in aggiunta ad esso sui 'Kirov' e 'Slava' come aggiunta ad esso; ma nei Sovremenny è invece il sistema principale, ed è formato da due antenne bidimensionali; esso ha conosciuto una notevole evoluzione e anche un successo all'export in Cina e India; il tipo aggiornato MR-710 (Plate Steer) ha una nuova antenna planare, presente sui 'Sovremenny' n.4 e 5; dal sesto è arrivato il 'Top Plate' o meglio, l'MR-750, in cui l'antenna parabolica 2D è stata sostituita da un'altra antenna piatta, così che adesso ve ne sono due; l'asse è ruotato rispetto alla verticale, come caratteristica tipica della famiglia di radar, di circa 12 gradi per poter operare con migliori possibilità di scoperta aerea: infatti a differenza dei tipi occidentali, questi tipi sono inclinati non solo sul piano verticale ma anche quello orizzontale. Il sistema pesa 17 t e ha portata di 300 km; ma è possibile anche realizzare un'antenna di tipo normale, con una sola faccia di osservazione, in questo caso si tratta di una MR-755 o 'Half Plate', con antenna più piccola e portata di 150 km contro bersagli a 5.000 m di 7 m2 di RCS, attualmente è usato anche dai caccia classe 'Delhi' ma venne realizzato per ammodernare le 'Krivak' e Grisha. L'ultima evoluzione è la famiglia MAE. Il peso varia tra 2,9 e 9,6 t; la portata massima è di 150-300 km, il consumo di elettricità è di 30-90 kW. La precisione è di 120 metri in distanza, la quota max arriva a seconda dei tipi fino a 30 km, il tempo di preparazione a funzionare tra 3 e 5 minuti.

I radar della Typhoon e Granit sono sperimentati per l'attacco antinave la scoperta di superficie. Il sistema noto come 'Band Stand' per i Sovremenny e le Nanuckha era un grosso mistero, dato che era coperto da una grossa cupola; esso era costituito in realtà da 5 sistemi con capacità OTH e di ricevere i dati dal sistema Success, nonché di comunicarli con altre navi con il sistema datalink 'Light Bulb'. C'era anche un radar di navigazione. Era possibile, grazie ad un'automazione spinta, usare questo compatto sistema anche a bordo di piccole navi. Di questi sistemi nascosti dalle cupole di plastica, il primo fu il Dubrawa per le 'Nanuckha', che era usato assieme ai P-120 Malakhit (SS-N-9); funzionamento in banda D-F, 1-4 GHz, portata passiva fino a 400 km, attiva 150, minima 45 km, tracciamento di 15 bersagli contemporanei; poi fu la volta del Titanit, e dato che i Sovietici non badavano a spese, toccò poi ad un nuovo sistema, il Monolit, essere sviluppato per le 'Tarantul' e i primi 'Sovremenny'. I caccia successivi ebbero invece il 'Mineral'l di cui vi è la componente attiva ME-1 in banda I, 250 km di portata e tracciamento di 30 bersagli; e la passiva ME2 per scoperta oltre-orizzonte, con oltre 450 km di portata massima (in condizioni ideali), banda I,G,E, F,D e ingaggio di 10 bersagli; la ME3 è invece il sistema datalink, con portata di 30 km per lo scambio dati con altre navi. Poi vi è il sistema Pozitiv (Cross Dome), che è un sistema radar da 3 m di diametro e peso di 800 kg per l'antenna, con portata di 128 km e inseguimento su 8 bersagli; il tipo ME1 a scansione elettronica è invece dotato di portata di 250 km e insegue 50 bersagli; una sua sottoversione è usata per i missili Kortik-Kasthan, ovvero per la designazione dei bersagli per questi sistemi a corto raggio (si tratta del sottotipo ME 1.2). I Pozitiv sono presenti sulle 'Tarantul' migliorate, sulla corvetta SES 'Dergach', sulla Neutrashimy e le navi indiane tipo 'Talwar', Khukri e Nilgiri.

La serie di radar russi continua poi con il GRAPUN, ovvero il 3Ts25, noto per la NATO come 'Plank Shave', prodotto dalla Granit e su licenza, in India (Aparna o PIN 521). Anche questo è un radar di designazione bersagli con capacità OTH; portata max 35-45 km in condizioni standard, ma fino a 90 in condizioni del tutto ideali e -come capacità OTH vera e propria- fino a 200 km sfruttando l'effetto tunnel della ionosfera; la portata è ulteriormente superiore nella modalità OTH 'Passiva', che riceve segnali radar esterni tra le lunghezze d'onda di 0,8 e 12 GHz; essa ha una portata di 120-400 km e la libreria del sistema consente di memorizzare ben 1.000 differenti apparati radar, così da coprire largamente ogni possibile segnale captato anche come identificazione, e non solo come localizzazione generica.

Infine vi è l'Ametist con i suoi radar di tiro, anche questo di Mosca come la maggior parte degli altri. Esso è un'impresa di Stato specializzata nelle direzioni di tiro per cannoni tra 30 e 130 mm. Tra le sue attrezzature: l'MR-103 'Bass Tilt', l'MR-104 'Drum Tilt', MR-105, MR-123 Vympal, MR-145 Drakon, MR-184 Lev. L'ultimo tipo è il 5P-10E Monument (Puma per l'export). Questo è un tipo dalle caratteristiche innovative, tanto da essere idoneo per controllare il tiro di ogni sorta di armi fino a 203 mm, uno stacco netto rispetto ai precedenti cannoni, tutti specializzati in un settore. La sua antenna è una 'Phased Array' pesante 2,1 t per un peso complessivo di 3,7 t. Ha due uomini dedicati al funzionamento del sistema; la portata è di 60 km e vi è la possibilità di inseguire fino a 4 bersagli e di ingaggiarne due con altrettanti calibri diversi. Il tempo di reazione tra l'inizio dell'inseguimento e l'apertura del fuoco è di meno di 3 secondi. Questo sistema integrato ha anche una cupola con un piccolo radar di acquisizione a giro d'orizzonte e due sistemi optronici e in effetti, nel suo insieme quest'antenna somiglia molto ad un Phalanx modificato. Solo il sistema australiano CEA Mount ha caratteristiche per certi versi simili a questo sistema che è l'ultima parola ed evoluzione nel settore dei sistemi di controllo del tiro. La sua operatività per ora è sulle fregate 'Talwar' indiane, ed è anche previsto per le nuove fregate Pr 20380 'Steregushchiy' e le corvette Pr. 12300 Scorpion.


  1. Po, Enrico, RID 4/07 p.38-44
  2. Slade, Stuart: Sistemi a.a. Sovietici e americani a confronto, RID Apr 1995 p.38-43
  3. Rid lu 1997 p.22-27
  4. Enrico Po: I radar navali russi, RID lu 2007 p.34-42