Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/USA-15
Molte delle armi americane del dopoguerra, e anzi, anche del periodo prebellico, sono rimaste a lungo parte delle Forze armate di numerosi Paesi 'amici' e talvolta anche ex-amici, per non parlare di movimenti paramilitari e di guerriglia. In ogni caso, la produzione è stata molto standardizzata e di fatto questo ha comportato, dal dopoguerra, la presenza di pochi tipi, dei quali quelli di una certa importanza sono le pistole M1911, i fucili M16, mitragliatrici M60, razzi LAW, missili Dragon, TOW e Javelin, cannoni SR da 106 mm, lanciagranate M203 e Mk19 e pochi altri tipi. Ma tra questi non si possono dimenticare i 'veterani', come i fucili M1 Garand, le carabine M1 (una delle quali uccise niente di meno che il gangster Bugsy), le mitragliatrici BAR, M1919 e soprattutto M2 HB. Per quanto sembra strano, i moderni carri armati hanno ancora mitragliatrici nate negli anni '20 se non prima. I blindati svedesi, per esempio, hanno mantenuto a tutt'oggi le M1919, che pure sembrano preistoriche anche rispetto alle oramai superate M60 (la cui fama cinematografica deriva dal fatto che una era l'arma da fianco di Rambo). Nell'insieme si è trattato per lo più di armi dalla concezione quantomeno 'conservatrice', preferendo i tipi affidabili rispetto a quelli dalle prestazioni più spinte. Quando sono stati proposti tipi del tutto moderni e innovativi, come il sistema M63 o le mitragliatrici M85 e 'Dover Devil' l'accoglienza è stata tra il negativo e il tiepido, ed è facile prevedere fin d'adesso che alcuni tipi resteranno in uso anche quando il progetto di base avrà compiuto la tenera età di 100 anni. La durevolezza dei prodotti americani è ben nota.
Prima di tutto le pistole d'ordinanza. Per decenni hanno avuto praticamente un solo nome: la Colt 1911, fabbricata in milioni di esemplari dal 1911 in poi. Anzi, il progetto originale era addirittura del 1900. L'adozione di un armamento potente come la pistola calibro 11.43 mm fu dovuto all'insufficienza del 9,65 mm, chiamato da molti come troppo leggero. Questo era particolarmente vero per via che gli americani si trovavaon ad avere a che fare con la resistenza, nelle Filippine, con i guerrieri Moros (musulmani filippini: anche all'alba del XX secolo gli americani ebbero a che fare con nemici islamici..), che prima di entrare in azione pare si drogassero ampiamente e così non sentissero molto le ferite che subivano dai proiettili delle pistole d'ordinanza, a meno di essere colpiti in testa o al cuore. L'1911, funzionante con aveva un sistema di bloccaggio che riguardava canna e slitta che iniziavano un movimento retrogrado assieme e poi, con la rotazione di un apposito anello la slitta veniva svincolata mentre la canna continuava all'indietro, espellendo il bossolo. C'era anche una sicura molto affidabile. Battezzata in guerra ai confini del Messico, si diffuse lentamente rispetto ai conservatori che erano favorevoli alla lunga tradizione delle armi tipo rivoltella. Le reclute avevano bisogno di tempo per adattarsi alla forza del rinculo, al peso dell'arma e ad ottenere risultati nel tiro di precisione. Dopo la 1a guerra mondiale ebbe bisogno di modifiche di scarso rilievo, che portarono alla M1911A1 del 1921, che tuttavia non rimpiazzò del tutto la precedente in servizio, anche se così accadde per le armi in produzione.
Caratteristiche: 11,45 mm (0.45) calibro, lunghezza 21,9 cm, canna 12,8 cm, peso 1,36 kg, v.iniz. 252 m/s, astuccio da 7 colpi.
Anche durante la seconda guerra mondiale le reclute continuavano a trovare difficile sparare con precisione con la M1911 a distanze di oltre 18 m, troppo pochi per un'arma da guerra. Allora venne pensato alla carabina M1, di cui si dirà poi. Tra i proiettili pensati per quest'arma vi furono quelli a salve, inerti e tracciani (M26), ma soprattutto quelli M261 High Density Shot, che erano stati sviluppati per permettere agli equipaggi di aerei abbattuti sul Pacifico di disporre di un'arma di sopravvivenza con un gran numero di proiettili d'acciaio di piccole dimensioni, per 'pescare' i pesci in superficie'. Ma vennero trovati anche molto efficaci contro altri come armi antiuomo. Dopotutto erano proiettili 'per la sopravvivenza'. Si tentò anche di allungare la canna dell'M1911 e di farne persino un fucile mitragliatore con canna da 24 cm e caricatore da 20 colpi. Completato il progetto con successo nel 1942, si ritrovò in competizione con un'arma specifica per tale compito, il mitra M3 che vinse. Nel dopoguerra i soldati americani continuarono a non nutrire interesse per il calibro 9 parabellum, giudicato troppo penetrante ma con scarse capacità di 'arresto' rispetto alle cartucce più lente e di maggior calibro. Negli anni '80 ognuna delle 485.000 pistole M1911 dei depositi americani era stata ricostruita almeno 3 volte e quindi si trattava certamente di un'arma fin troppo sfruttata. Oltretutto la precisione e l'autonomia di fuoco dovevano essere migliori. Dal 1977 al 1980 cominciarono le sperimentazioni ma non ebbero luogo immediati ordini per la nuova arma M9. Questa divenne la Beretta M92, pesante 1,145 kg carica, con 15 colpi da 9 mm Parabellum, lunga 21,7 cm di cui 12,5 della canna, v.iniziale ben 390 m/s.
La scelta di quest'arma venne fatta per rimediare l'assoluta obsolescenza delle pistole americane. La gara venne fatta tra incredibili polemiche. Eppure ls specifica era semplice: peso non superiore a 1,3 kg, lunghezza non superiore a 221 mm, altezza max 147 mm, lunghezza canna minima 102 mm, caricatore di almeno 10 colpi,mirino posteriore fisso e così via, nonché munizionamento 9x19 mm Parabellum. Dopo alcune fasi interlocutorie in cui nessuno dei pretendenti aveva presentato, né dall'America e né dall'Europa, proposte pienamente accettabili, venne ricominciata una nuova serie di test nel 1984. Le armi americane, con sorpresa di tutti (la S&W 459Me la Colt SSA, mentre tutte le altre ditte non parteciparono, come la Ruger e la Sturm) vennero eliminate per prime e quelle europee si dimostrarono invece ben più gradite. Sembrava che dovesse vincere, della pletora presentata dagli europei la SIG-226 svizzera, ma alla fine considerazioni politiche e di prezzo hanno favorito la Beretta 92F. Nonostante le tante cause legali e appelli, alla fine la scelta è stata confermata. 315.930 armi vennero inizialmente ordinate per 53 milioni di dollari e 5 anni di produzione, di questi i primi 52.930 pezzi in Italia, poi le armi sarebbero state montate e parzialmente prodotte nella fabbrica Beretta nel Maryland e in particolare il quarto e quinto anno la produzione interamente condotta negli USA per le ultime 134.000. In seguito la Beretta ha ottenuto altri ordinativi, sempre a seguito di una gara, ma oramai era difficile ribaltare la standardizzazione verso questo modello. Ma va anche detto che il calibro 9 mm ha seguitato a lasciare poco convinti gli americani che preferiscono munizioni come il vecchio 0.45 dalla maggiore capacità di arresto, mentre il caricatore bifilare della Beretta non rende la vita facile agli utenti con mani piccole né il castello camuso aiuta a proteggere l'arma dalla polvere e sporcizia, come i soldati americani si sono spesso lamentati nei teatri d'impiego (in Irak, in particolare). In ogni caso l'adozione della Beretta, ma soprattutto l'esclusione delle armi americane (e pure la S&W aveva già piazzato le sue armi all'Aeronautica) furono davvero uno schiaffo morale per gli Stati Uniti, i più interessati all'uso di armi leggere tra tutte le nazioni, e con una tradizione lunga e 'gloriosa'. Essere bistrattati in casa propria dagli europei non fu certo una cosa di poco conto, ma d'altro canto questo si sarebbe ripetuto, dagli anni '80 specialmente, in molti settori in cui gli USA hanno smesso di investire (es. addestratori).
Un'arma di cui gli americani non devono dispiacersi molto è la Ingram M10, mitra che spara anche con il silenziatore Sionics Company ad alto rendimento. Diventata popolarissima per i film di Hollywood, si tratta senz'altro di un prodotto temibile, costruito in lamina d'acciaio robusta e ben lavorata, capace di sparare a oltre 1.000 c/min e restando controllabile grazie alla presenza centrale del calcio-grilletto in cui è sistemato il caricatore. Un calcio ripiegabile metallico è eventualmente presente, anzi lo è nella maggior parte delle versioni. Esistono versioni più piccole per il calibro 9 mm ACP come versioni standard per il 9 mm Parabellum. In ogni caso il mitra 'che taglia un uomo in due' è veramente molto temibile: il silenziatore riduce molto il suono, e per giunta elimina anche la vampa. È dunque un'arma per impieghi speciali e destinata alle unità di cui sopra. Hollywood ne ha fatto pure largo uso nei suoi film, per questo la sua struttura scatolata è ben nota al pubblico.
Caratteristiche: calibro 11,43 mm, lunghezza 548 mm, calcio ripiegato 269 mm, canna 146 mm; peso con caricatore da 30 c., 3,818 kg, celerità di tiro 1.145 c/min e v.iniz. 280 m/s.
Il fatto che quest'arma possa usare le munizioni della Colt 1911 ad oltre 1000 colpi al minuto dà l'idea della potenza di quest'arma.
I fucili d'ordinanza americani erano inizialmente gli M1 Garand, a dire il vero piuttosto lontani dal concetto di moderno fucile d'assalto che poi si è affermato. Erano e sono armi pesanti, costruite soprattutto negli anni '40 e che sono a tutti gli effetti i primi fucili semiautomatici di successo. Sparano proiettili ad alta velocità e sono stati i successori degli ottimi Springfield M1903 a ripetizione ordinaria, praticamente dei Mauser in versione americanizzata. Queste armi erano state impiegate anche durante la guerra, prodotte nella versione A3 e usate a lungo come fucili per cecchinaggio nella versione A4.
Questo bel fucile aveva le seguenti caratteristiche: lunghezza 1,105 m, canna 61 cm; peso 4,1 kg, velocità iniziale 855 m/s e caricatore ad astuccio da 5 colpi.
L'M1 o meglio il Rifle, Caliber 0.30, M1(Garand) fu il primo e il migliore dei fucili automatici omologati per un organo militare, nel 1932. Passò però diverso tempo prima che entrasse in produzione, rifinendone le caratteristiche. Progettato da John C. Garand, era talmente ben progettato (a seguito di un notevole lavoro di rifinitura progettuale) che fu subito adottato e senza tante modifiche. Essendo necessario utilizzare molto la macchina utensile per costruirne le parti si trattava di un tipo dispendioso, ma era ottimo e affidabile, con un funzionamento semiautomatico a utilizzo indiretto dei gas di sparo. Gli americano erano già armati con l'M1 in larga misura. L'US Army divenne tanto grande in pochi mesi che fu necessario rimettere in produzione l'M1903. L'M1, classica arma della vittoria americana, immortalata in foto e filmati d'epoca, era un'arma di notevole successo a cui i soldati erano molto affezionati. L'automatismo del suo meccanismo rendeva possibile sparare senza tenere in conto la necessità di riarmare l'otturatore manualmente. Ma aveva qualche difetto: per esempio, la lastrina da 8 colpi o era caricata con tutti i colpi oppure non funzionava, e quando sparava tutti i colpi veniva espulsa con un rumore secco e caratteristico, cosa che certo poteva interessare un nemico nelle vicinanze. Le versioni per tiratori scelti erano l'M1D e C, del 1944, con cono spegnifiamma, calcio ripiegabile. I tedeschi l'utilizzavano con la designazione Selbstladegewehr 251(a), e lo apprezzarono tanto che utilizzarono tutti quelli che potevano catturare in azione. Ancora meno noto che i giapponesi ne produssero una copia con la designazione Tipo 5 da 7,7 mm, ma non se ne sentì parlare perché solo alcuni prototipi erano stati completati per la fine della guerra. Nel dopoguerra i Garand sono stati impiegati da nazioni di tutto il mondo occidentale. Per esempio, la Guardia nazionale americana lo ha avuto per moltissimo tempo come arma standard. Nell'E.I., certamente non all'avanguardia nelle armi per la fanteria, è stato ampiamente usato fino agli anni '90, anche perché il BM.59 non è stato realizzato in molti esemplari (circa 100.000). Questo era il tipo Beretta, che praticamente era la versione automatica del Garand. Ma negli USA venne realizzato appena qualche anno prima il Ruger M-14, che era a sua volta l'M1 modificato per il tiro automatico e con un caricatore conseguentemente dotato di più proiettili per rendere pratico questo tipo di utilizzo.
Le caratteristiche di questi tipi erano:
- M1: lunghezza 1,07 m, canna 60,9 m; peso 4,313 kg, v.iniz. 855 m/s, caricatore ad astuccio da 8 colpi.
- BM59: lunghezza 1,095 m, canna 49 cm, peso 4,6 kg scarico, v.iniz. 823 m/s, caricatore da 20 colpi.
- M14: lunghezza 1,12 m, canna 56 cm, peso 3,88 kg, v.iniz. 853 m/s, caricatore da 20 colpi, cadenza 700-750 c/min.
Il Garand era stato prodotto in Italia su licenza, per 100.000 esemplari entro il 1961, alcuni esportati in Danimarca e Indonesia. Era stato previsto di adottare la cartuccia NATO da 7,62x51 mm, anziché la vecchia 7,62x63 mm americana. La modifica dei Garand italiani era stata valutata ma scartata perché di fatto sarebbe stato un fucile superato. Allora venne riprogettato e adattato alla cartuccia NATO meno potente e dotato di un caricatore da 20 colpi nonché al fuoco automatico, opzione peraltro utilizzata piuttosto raramente in pratica dato il rinculo che anche la nuova cartuccia, meno potente ma più che temibile, conservava, specie considerando la cadenza di tiro di 750 c/min. Venne prodotto in vari tipi: Mod.1 che era quello standard, Mod. 2 con impugnatura a pistola e bipiede leggero, Mod. 3 per paracadutisti con calcio ripiegabile e lanciagranate smontabile sulla volata; Mod. 3 per truppe da montagna, simile ma con lanciagranate fisso;Mod. 4 con bipiede irrobustito e canna pesante, per impiego come arma da accompagnamento.
L'M14, noto soprattutto per la partecipazione alle prime fasi della Guerra in Vietnam, era l'adattamento per la cartuccia da 7,62 mm NATO, con fuoco selettivo automatico. La sua concezione era simile a quella del BM59, ma apparve prima e pesava meno. La sua origine fu comunque molto tribolata, con vari tipi intermedi designati T (Trial, prova) e solo nel '57 venne omologato questo nuovo tipo, mentre l'M15 similare ma con canna più pesante non passò in produzione. Prodotto da 4 fabbriche diverse, molto ben costruito. Ma nonostante la sua capacità di fuoco automatico venne spesso modificato per sparare solo a colpi singoli, anche perché la canna si surriscaldava presto. La produzione finì nel 1964 con 1.380.346 esemplari. Nel '68 venne presentato l'M14A1 con calcio a pistola e bipiede. Era un'arma d'accompagnamento automatica, ma non aveva la canna intercambiabile e quindi inficiava l'efficacia del suo fuoco automatico, giusto come l'RPK sovietico ma differentemente dal Bren inglese. Spesso gli M14 vennero forniti a nazioni estere, come Israele (prima che li sostituisse con i Galil, praticamente uno dei tanti figli degli AK-47). Nell'insieme un'arma ben costruita e abbastanza efficiente, ma obsoleta.
Così arrivò l'era dei fucili d'assalto moderni. Uno dei meno ricordati è lo Stoner System, di Eugene Stoner. È una famiglia di armi con 15 pezzi modulari, per farne un fucile d'assalto, carabina, mitragliatrice media. Sembrava avere molto successo, ma non ha avuto altrettanta produzione. È stato testato con successo dai Marines e in Israele; in Vietnam venne usato dalla Delta Force. Inizialmente si trattava di un'arma da 7,62 mm, ma presto venne riprogettata per il 5,56 mm NATO, diventato più attuale agli inizi degli anni '60. Allo Stoner e all'AR-10, il vero antenato dell'M16, e poi seguirono finalmente gli M16.
Mentre i tipi precedenti erano da 7,62 mm e non hanno avuto molti ordinativi (apparsi dal 1955), l'M16 ha ottenuto molto seguito. Ha vinto la gara dopo la sua apparizione come progetto commerciale (AR-15), prodotto inizialmente dalla Armalite. In pratica era l'AR-10 con il calibro 5,56 mm.
Ma prima di parlare di quest'arma torniamo alle armi della II GM. Ce n'era una particolare, la carabina M1. Le armi tipiche delle fanterie di seconda linea o specializzate (mitraglieri, per esempio) sono sempre state le pistole. Ma siccome la loro gittata utile pratica è notevolmente ridotta, nel 1940 gli americani tentarono una via diversa, allorché l'Esercito prospettò una categoria di nuove armi, maneggevoli ma nondimeno efficaci. Queste erano qualcosa di più di un mitra e qualcosa di meno di un fucile. Si tratta delle carabine, e la gara per la nuova arma 'di seconda linea' venne vinta da un modello Winchester, subito adottato come Carbine Caliber 0.30 M1. Con un sistema di sottrazione dei gas inconsueto e una cartuccia intermedia (in un certo qual modo, un'anticipazione di quella dei Kalashnikov..) questa carabina ebbe un successo strepitoso. In pratica divenne un'arma tipica anche di molte fanterie di prima linea, specie gli ufficiali e i serventi delle armi come le mitragliatrici o i mortai. Inizialmente prevista come arma semiautomatica, venne poi modificata con un sistema di funzionamento automatico e una cadenza di tiro fino a 775 c/min. Designata M2, si riconosceva dal caricatore da 30 colpi, utilizzabile anche dalla M1 in luogo di quello da 15. C'era persino una versione, la M3, da combattimento notturno (un anticipo sui tempi ancora più clamoroso) con un congegno di visione e puntamento IR. Prodotta in soli 2.100 esemplari, nondimeno fu una rivoluzione potenziale. In tutto, a fine della guerra vennero prodotte 6.332.000 carabine, anche di tipi ancora più maneggevoli con il calcio ripiegabile. I tedeschi la utilizzarono come Selbstladenkarabiner 455(a). La carabina M1 aveva una potenza di fuoco elevata, soprattutto nella versione automatica (è molto facile ricavare, specie con munizioni di bassa potenza, un'arma automatica da una già semiautomatica) e con un buon margine di autonomia di fuoco disponibile. Ma la cartuccia era poco potente: la gittata non arrivava che a un centinaio di metri per cui non si può dire che fosse molto meglio delle pistole. Ma comparata a quel cannone che era ed è il Garand, l'M1 è un'arma 'femminile' molto complementare. Fatta in gran parte in legno, molto carina, a confronto del primo sembra quasi un giocattolo. Le sue caratteristiche:
- Calibro: 7,62 mm, lunghezza 90,4 cm di cui 45,7 per la canna; peso 2,36 kg, velocità iniziale 600 m/s.
ne facevano un qualcosa di molto più maneggevole e facile da portarsi dietro, magari con una grossa quantità di munizioni. I Marines in particolare ne fecero uso per la prima volta, anche nei reparti di prima linea. Con il caldo tropicale era molto più sensato portarsi dietro quest'arma piuttosto che il Garand. La carabina M1 ha continuato ad essere utilizzata a lungo, ma soprattutto in campo civile e paramilitare (inclusa la polizia) essendo a tutti gli effetti un anello di congiunzione tra i mitra e i fucili veri e propri. In seguito il modello è stato ripreso con i Ruger Mini-14 del '73, ma stavolta si tratta di un derivato dell'M1 Garand, e quindi normalmente sparante come questo a tiro semiautomatico (40 c/min) cartucce da 5,56 mm.
Tornando all'M16, vincitore del concorso per il nuovo fucile d'assalto, esso era già presente come versione da 5,56 mm dell'AR-10 e noto come AR-15. Si tratta della classica arma con calcio in linea con il castello e manico-mirino al di sopra, rivestimento in plastica dura nero al posto del legno. Il fucile, dall'apparenza quasi da giocattolo (secondo una 'leggenda urbana' era fabbricato dalla Mattel..) spara a sottrazione di gas con chiusura per rotazione dell'otturatore. Ha uno spegnifiamma (non è un freno di bocca) che può anche ospitare un lanciagranate, ma per non rovinare la canna si preferisce usare piuttosto il lanciagranate sotto la canna da 40 mm del tipo M203.
L'M16, prima ancora dell'US Army, ebbe come primo cliente niente di meno che il British Army con una partita di 10.000 armi; poi arrivò anche un ordine dell'USAF, nel '61. Subito dopo l'US Army si convinse di come quest'arma dall'aspetto eterodosso e dal disegno moderno fosse valida e ne ordinò un certo quantitativo, sufficiente per farne l'arma standard successiva all'M14. Subito comparve nel SE asiatico, specie nell'arma della cavalleria aerea e nelle forze speciali. Nel '66 arrivò l'M16A1 con un congegno di bloccaggio dell'otturatore dovuto alle prime esperienze belliche. Il 'black rifle' (altra innovazione, i fucili in genere avevano un colore almeno in parte marrone, per via del legno usato) era spacciato come essere così efficiente da non avere nemmeno bisogno della normale manutenzione e pulizia. I soldati furono felici di prendere questa notizia come buona, e così l'avveniristico fucile ebbe un alto rateo di inceppamenti. Abbinata all'uso di una polvere da sparo del tutto diversa da quella usata nei test, che lasciava molti residui nella canna, ci si può immaginare i danni che faceva ai fucili. Si trattava della 'polvere a granuli' introdotta nel '54 in sostituzione della precedente IMR. Questo avvenne soprattutto per superare le ridotte capacità produttive per la polvere IMR, ma quest'informazione era stata in qualche modo persa nei meandri della burocrazia e i soldati ne fecero le conseguenze. Dopo che la cosa venne chiarita e che l'esercito prese di petto la questione con un'apposita commissione militare venne finalmente spiegato ai soldati come manutenere l'arma in maniera corretta e venne introdotto un sistema di sblocco delle munizioni inceppate con una leva sul lato destro. Inoltre, dato che questa infausta polvere causava un aumento della cadenza di tiro che rischiava, oltre che di rompere i meccanismi, di lasciare troppo presto vuoto il caricatore da 30 colpi, venne introdotto un tampone d'assorbimento a fine corsa per ridurre la velocità del meccanismo del sistema d'alimentazione. L'M16A1 ha poi confermato di essere un'ottima arma da guerra. Rispetto al Kalashnikov è più preciso e sembra pensato più per il tiro da spalla mirato che da fianco, a mò di mitra. È però più difficile da produrre in tanti paesi del Terzo mondo e per questo venne tentato la sua 'de-tecnologizzazione' con l'AR-18, fabbricato dalla Armalite. Invece il grosso degli M16 è stato fabbricato dalla Colt. La versione A2 può usare la nuova munizione NATO SS109, parecchio più potente di quella originaria. Quest'ultima era piuttosto debole come effetti, ma con il problema della frammentazione o del ribaltamento che, a certe distanze e certe condizioni, si verifica facendo danni anche maggiori di un proiettile da 7,62 mm della precedente generazione. In generale però non è un'arma rinomata per la potenza, anche se la versione A2 ha la nuova munizione ben superiore anche in questo senso.
- caratteristiche: lunghezza 99 cm, canna 51 cm, peso carico 3,64 kg, cadenza di tiro 700-950 c/min, v.iniz. 1000 m/s.
L'M16 ebbe da subito o quasi delle versioni carabina, che non ebbero molto successo. Però l'attuale M4 (il suo antenato era il Col Commando) di fatto ne è la riedizione e sta riscuotendo successo tra le truppe moderne. Altri tipi di M16 hanno anche cannocchiali per la mira di precisione, applicabili anche a quelli ordinari, oppure sono in versione fucile mitragliatore.
In tutto l'M16 è un'arma prodotta in milioni di esemplari, la risposta al Kalashnikov russo, anche se di tipo del tutto diverso come dettagli e più avanzato. Le versioni più recenti sono l'M16A3 e A4.
La storia dei successori dei fucili M16 è lunga, ha riguardato per esempio il costosissimo programma ACR e armi con lanciagranate leggere e munizioni moderne (esempio cinematografico potrebbe essere Aliens 2..), ma non se n'é fatto niente. Addirittura c'era un'idea di far sparare ad ogni munizione due proiettili con traiettorie leggermente divergenti per assicurare maggiori probabilità di colpire. I Marines, noti tiratori scelti, non devono averla presa affatto bene.
Un'arma particolare sono i fucili da tiro per cecchinaggio. I più importanti sono stati l'M21, versione sniper dell'M14, con tolleranze di lavorazione migliori e cannocchiale da 3 ingrandimenti. Era capace di piazzare 10 colpi in una rosa di 152 mm a 300 m, e uno degli accessori più apprezzati era quello di un soppressore del suono, che dava un rumore diverso e smorzato rispetto a quello di un normale colpo di fucile. Ampiamente utilizzato in Vietnam, la sua ragion d'essere era che, essendo da 7,62 mm, permetteva distanze d'ingaggio ben superiori rispetto ai circa 400 dei colpi M193 da 5,56 mm. Essendo capaci di sparare in maniera semiautomatica e automatica, è una delle poche armi di questo tipo con funzionamento non bolt-in (otturatore manuale), assieme all'SDV Dragunov, che però è diverso: ha solo la possibilità di fuoco automatico, ma è al contempo un'arma specificatamente prevista per questo compito, ed è l'unica arma con questa capacità di tiro semiautomatica tra quelle specifiche per il cecchinaggio.
Un successore era necessario e allora è arrivato l'M40, ovvero il Remington Model 700, sostituti degli M1 Garand. Ha funzionamento di tipo Mauser, con leva per l'otturatore, nuova canna in acciaio inox, cannocchiale da ben 10 ingrandimenti. La sua pesante canna in acciaio assicura ridotta dispersione anche se l'arma è lunga 1117 mm di cui 610 di canna, e il peso è di 6,57 kg, v.iniziale 777 m/s e caricatore di 5 colpi. Le ultime modifiche (relative alla canna, come anche il cannocchiale da 10 ingrandimenti ) hanno dato origine all'M40A1, che a tutt'oggi costituisce un'ottima arma. I Marines, differentemente dall'esercito USA, hanno sempre avuto molta cura per i tiratori scelti-sniper, che hanno avuto il compito di raccogliere informazioni e di stare in avanti al grosso delle truppe, e come spiegava bene il (vero) sergente istrutture di FMJ, la migliore combinazione del mondo è il Marine e il suo fucile. Specialmente se è un fucile M40 e il marine è un soldato addestrato per compiti di sniping.
La storia dei fucili di precisione di grosso calibro invece ha origine negli USA con i fuciloni controcarri. La cosa va spiegata. Inizialmente si trattò dell'arrivo, nel mercato americano, di alcuni fuciloni Lathi 39 da 20 mm. Uno dei passatempi preferiti dai privati cittadini americani divenne, ad un certo punto del dopoguerra, sparare contro barili di benzina con le munizioni da 20 mm, e gli effetti erano assicurati. La cosa era facile: il fucilone era comprabile per corrispondenza e spedibile per via aerea a 99,95 $ e un pacchetto da 100 colpi per 84,95 $. Altri tempi, ma alcuni utenti cominciarono a pensare anche ai tiri a lungo raggio. Peccato che prima che questa via venisse esplorata del tutto le munizioni da 20 mm terminarono. Ma verso la fine degli anni '60 vennero masse a segno delle rapine in banca con armi da 20 mm (vedi 'Una calibro 20 mm per lo specialista' con Eastwood), e così al sig. Rossi, nonostante il famoso '2o emendamento' tanto amato dalla NRA, che il massimo calibro che i privati potevano portarsi dietro era il 12,7 mm. Ma certo che il 12,7x99 mm del tipo M2, lungo 137 mm e pesante 46 gr solo considerando il proiettile, e supera i 3.500 m di gittata. Tra i primi esempi di queste armi 'ridotte' c'era il fucilone controcarri PTRD-41 da 14,5 mm, adattato per questa munizione. Con un cannocchiale di puntamento si scoprì che era possibile sparare a 1000 m e oltre. Lo stesso venne fatto con i fuciloni controcarri Boys. Forse era nell'ordine delle cose che i fuciloni ad alta potenza potessero raggiungere precisione tanto alta, per la potenza della loro munizione ad alta velocità anche se questa era prevista per compiti controcarri a corto raggio. Negli anni successivi i Marines sperimentarono il Model 500, capace di sparare con precisione (con munizioni scelte) a distanze ben maggiori rispetto ai tipi da 7,62 mm. Per esempio, con una rosa di 872 mm a 1.500 m, ma contro grossi bersagli arriverebbe anche oltre i 2 km. In seguito cominciarono ad arrivare in scena i Barrett M82, che nonostante la sua struttura semiautomatica più pesante del minimo necessario, è stato adottato da molte forze armate: all'inizio degli anni '90 già c'erano stati ordini per oltre 1000 esemplari. Funziona in termini semiautomatica, peso circa 12 kg ed ha una cartuccia che può bucare un blindato leggero. Anche più inquietante, perfora agevolmente tutti i veicoli blindati commerciali. Con munizioni a flechette arriverebbe anche a 40 mm a 800 m. Nel mondo sono arrivati altri fuciloni per tiratori scelti: anche di calibro 14,5 mm e persino da 20 mm. Queste armi sono devastanti e potenzialmente pericolosissime: tra l'altro sono i peggiori nemici delle squadre mortaisti e mitraglieri. Un tiratore americano a Falluja ha ucciso due mortaisti da oltre 1.500 m con altrettanti colpi, tanto per capirci. Molto di più di quello che farebbe un'arma da 7,62 mm, anche se in questo calibro esiste una munizione di compromesso, come quella Lapua ad altissima potenza.
Inizialmente gli americani avevano la M1919, arma di una buona validità, con una cugina di tipo aviazione, con maggiore cadenza di tiro. Sarebbe rimasta in servizio a lungo e ampiamente esportata, ma era da sostituire con armi più moderne.
Le mitragliatrici da 7,62 mm M60 sono state per lungo tempo quelle standard degli Stati Uniti. Era stata pensata fin dall'ultimo anno della guerra mondiale come T44. Il sistema d'alimentazione era ripreso dalla MG42, e il complesso pistone e otturatore del fucile mitragliatore FG 42. Per il resto venne fatto uso di acciaio stampato e plastica. Tutto questo avrebbe dovuto portare ad un'arma eccellente, ma questa nuova mitragliatrice, per quanto migliore della Browning M1919, di fatto non dimostrò una validità sufficiente e anzi fu decisamente deludente, quando venne introdotta in servizio alla fine degli anni '50, in un'epoca in cui gli Stati Uniti non erano più all'avanguardia nelle armi da fanteria. Queste armi, così note per le performance con gli eroi di Hollywood (soprattutto Rambo), erano in origine difficili da maneggiare e con un cambio canna che necessitava di smontare parzialmente l'arma. Ma dopo tanti sforzi è diventata una mitragliatrice all'altezza delle altre del panorama internazionale. Tuttavia i soldati non l'hanno mai amata dato che pesa molto, ed è di maneggio difficile. Nella forma basica è una mitragliatrice leggera con un bipiede in materiale stampato e riccamente traforato, spesso con una cinghia di trasporto considerata migliore della debole maniglia superiore per il trasporto. Aveva una struttura grossomodo a bullpup, con l'otturatore dentro il calcio. La sostituzione, come mitragliatrice leggera-fucile mitragliatore, con la Minimi M249 ben più leggera, sarebbe stata un bel passo avanti. Poi c'era la versione con tripiede per compiti pesanti. Ci sono state anche la versione C telecomandata per elicotteri (fino a 4 portate in avanti dagli Huey prima dell'avvento delle Minigun), la D per uso su supporto a candeliere senza calcio, su elicotteri e mezzi blindati; la E2 per l'uso da mezzi corazzati. La produzione è stata fatta soprattutto dalla Saco Defence Systems Division, appartenente alla Maremount Corporation. Visti i problemi dell'M60 come fucile mitragliatore, venne proposta una M60 modificata più leggera e di più facile maneggio, con bipiede spostato all'indietro, c'è un'impugnatura anteriore, sistema di sottrazione gas semplificato e così via.
Caratteristiche: calibro 7,62 mm, lunghezza arma completa 1105 mm, canna 559 mm, peso 10,51 kg totale di cui 3,74 kg per la canna; cadenza di tiro 550 c/min, nastri da 50 colpi, v.iniziale 855 m/s.
La M60, spesso chiamata 'Pig' veniva spesso utilizzata in pattuglie avanzate, con due armi per plotone di fanteria. I giudizi sono stati contrastanti: alcuni l'hanno apprezzata per precisione e affidabilità, ma in generale quest'arma ,prodotta per la prima volta negli anni '40 per poi attendere 10 anni di perfezionamenti ulteriori prima dell'entrata in servizio definitiva, è stata ben poco apprezzata anche se non pesa molto di più di altri tipi.
Certo che la SAW ovvero la Minimi da 5,56 mm, per quanto meno potente, ma con peso di 6,4 kg con bipiede e 9,7 con 200 colpi a nastro, ha significato un notevole passo avanti come arma leggera. Apparso nel 1974, compatibile persino con il caricatore da 30 colpi dell'M16 oltre che con il suo munizionamento da 5,56 mm, la versione SAW spara la nuova munizione SS109 ovvero l'M855 nel servizio americano, che rimpiazza la precedente M193 paricalibro.
A parte questo c'erano vari tipi di bombe a mano, specie quelle a frammentazione tipo 'ananas', pesanti circa 600 gr, e rimpiazzate poi da tipi migliorati sia a frammentazione che incendiarie al fosforo. È lungo raccontare tutti i tipi impiegati, ma ce ne sono stati anche di tipo fumogeno di vari colori, ma nessuno di tipo HEAT.
I lanciafiamme erano pure utilizzati dagli americani, sia nella II GM che dopo, anche se in minore misura. Queste terribili armi avevano una miscela che garantiva una maggiore gittata rispetto ai tipi dell'Asse, per esempio, grazie ad una maggiore densità della sostansa, arrivando a 30-40 m e in generale essendo molto maneggevoli. In seguito si è arrivati persino ad un sistema d'arma chiamato M202, una specie di lanciarazzi quadruplo con razzi da 66 mm incendiari, una specie di lanciarazzi M72 multiplo. Anche qui ce n'è un esempio cinematografico con 'Commando' con Swarzy in azione, però utilizzando munizioni esplosive.
Un'altra arma da distanze ravvicinate erano i fucili a canna liscia, specie per le distanze ravvicinate. Sono usati soprattutto per combattimenti nella jungla, ma anche per l'abbordaggio di navi da controllare. Gli americani ne hanno fatta una serie impressionante, ma per lo più di tipo convenzionale. Però non è mancato l'AS dello Smit&Wesson con una struttura simile a quella dell'M16, ma con peso di 4,42 kg scarico e carico 5,69 kg, con 10 cartucce e cadenza di 375 c/min. In Vietnam vennero usati soprattutto armi come gli Ithaca model 37. Anche qui l'impiego iniziò nelle Filippine contro i Moros, con il Winchester M1897, che poi nella I GM venne usato come 'scopa delle trincee' dagli americani.
E poi ci sono i mortai, anche più micidiali. La serie di armi introdotte erano le M2 da 60 mm e le M1 da 81 mm, entrambi modelli francesi Brandt prodotti su licenza, il secondo dei quali spesso portato con apposito veicolo portamortaio semicingolato. L'arma più famosa era certo quella 'chimica' per stendere soprattutto cortine nebbiogene: quello da 106,7 mm, un'arma pesante per il suo calibro ma precisa grazie al fatto d'essere rigata.
Le caratteristiche di queste armi, ampiamente usate anche nei decenni successivi (per esempio, i cinesi fornirono ai vietcong una versione copiata dell'M2 che a sua volta era un'arma francese):
- M2: tubo 72,6 cm, peso 19,05 kg, elevazione +40/+85°, portata 1814 m, peso 1,36 kg della munizione
- M1: tubo 1,257 m, peso 61,7 kg, alzo come sopra, direzione come sopra (14°), gittata 3008 m, bomba 3,12 kg
- Chemical Mortar: tubo 1,019 m, peso 149,7 kg, alzo +45/+59°, direzione 7°, gittata max 4.023 m, p. bomba 14,5 kg
Un'altra arma era il cannone d'appoggio M1 da 75mm ,arma someggiabile pesante 588 kg con 8,9 kg di gittata massima e smontabile in sei carichi. Ottima arma d'accompagnamento, non ha avuto nel dopoguerra seguito e allora il suo posto è stato preso in pratica dal Mod. 56 OTO, per il semplice fatto che le munizioni da 105 mm erano il nuovo punto di riferimento per le artiglierie moderne. Scioccamente gli americani non hanno dato seguito a questo efficiente cannone d'appoggio, quando una semplice versione pantografata avrebbe potuto perpetuarne il successo.
Le armi americane moderne sono essenzialmente due: la M224 Lightweight Company Mortar da 60 mm, scomponibile in due carichi, che ha introdotto una spoletta, la M734, regolabile per lo scoppio in aria, con effetti paragonabili quasi a quelli della granata del mortaio da 81 mm in dotazione ai battaglioni.
Il successore dei Chemical Mortar era l'arma conosciuta come M30, spesso portata sui blindati M113. Spara colpi semifissi, di tre granate HE, due nebbiogene, una illuminate e due a caricamento chimico, una delle quali ha niente di meno che aggressivi chimici di 7-8 tipi diversi per rendere difficilissima la difesa contro di essi, mentre l'altra ha gas lacrimogeno CS. Il suo sostituto poteva essere il mortaio leggero Soltam da 120 mm, più potente. Anche in Europa in genere i mortai da 107 hanno ceduto il campo alle armi da 120 mm anche sugli M113. Caratteristiche: calibro 106,7 mm, lunghezza tubo di lancio 1,524 m, peso 305 kg, bomba 12,2 kg HE, 11,32 nebbiogena, 11,17 chimica; gittata 6.800 m con la HE.
Di fatto si tratta di un'arma molto migliore rispetto al suo paricalibro della II GM, ma è nondimeno stato tagliato fuori dalla linea evolutiva dei mortai pesanti. Ha una struttura più da cannone che da mortaio (e spesso così viene descritto), essendo tra l'altro dotato di un sistema d'assorbimento del rinculo e una pesante base d'appoggio circolare anziché rettangolare come il suo avo.
Tra le armi controcarri, ai primi Bazooka da 60 mm, capaci di perforare 120 mm d'acciaio se non meno, seguirono presto gli M20 da 89 mm con 280 mm di perforazione. I primi non erano efficaci a sufficienza contro i carri come i T-34, i secondi lo erano in maniera più che adatta. Questi bazooka, assieme ai cannoni SR sostituirono i vecchi cannoni controcarri da 37, 57 e 76 mm ancora in giro, mentre i cacciacarri vennero sostituiti dai carri armati veri e propri. I Bazooka vennero naturalmente distribuiti anche a numerosi alleati, anche se col tempo divennero sempre più obsoleti e non vennero rinnovati nella loro tecnologia come avrebbero potuto, con nuove munizioni in particolare. Nel frattempo, infatti, erano stati utilizzati soprattutto i cannoni SR, anche di tipo portatile.
I cannoni SR erano di vari tipi: da 57, 75 e 105 mm. Questi erano del fallimentare tipo M27, che non ebbe successo. Poi arrivarono gli M40 paricalibro, ma siccome usavano munizioni di tipo diverso, per evitare confusione indicati come M106. Ottime e potenti armi, pesanti quasi 200 kg, rigate, esse vennero larghissimamente impiegate come cannoni controcarri con gittata utile di 1 km, spesso su jeep dato il peso e la vampa di sparo notevoli, con una gittata max di 7 km. Spesso vennero usati anche con proiettili HE e altri tipi antipersonale, e furono popolari in Vietnam. Sebbene sostituiti dai missili TOW, di fatto le loro capacità di fuoco in appoggio erano tali da credere con difficoltà che ancora non siano stati rimessi in produzione, ora che il problema non è quello di distruggere solo carri di ultima generazione da grandi distanze ma di fornire appoggio di fuoco contro obiettivi generici.
Altra arma SR è stata l'M67, portatile, da 90 mm, che è stata rimpiazzata dal Carl Gustav solo negli anni '90 per le truppe come i Rangers.
Armi ancora utilizzabili per il compito controcarri sono le granate sparabili da fucile: la più devastante è la RAW da ben 140 mm, sistemata sotto il fucile con un apposito tromboncino. La sua capacità inizialmente era data da una testata HESH, poi rimpiazzata da una HEAT più efficiente. Non ha avuto molto seguito, ma almeno tecnicamente ha dimostrato quello che può fare un fucile: tirare un razzo da 2,72 kg di cui la metà costituito dalla bomba, su distanze max di 2 km e pratiche di 200 m. Per ottimizzare la distanza stand off venne utilizzato addirittura, davanti alla testata sferica, un sensore di prossimità laser, che nemmeno sui missili controcarri era utilizzato normalmente.
Altre armi ancora sono state i lanciarazzi: l'M72 LAW da 2,27 kg usa e getta, con tubo telescopico da 66 mm, arma maneggevole e largamente usata, ma con scarse capacità di gittata e perforazione. È stata copiata dai russi con la RPG-18 da 64 mm, ma siccome la perforazione è modesta, è stato adottato l'RPG-22 da 80 mm. Però con questo calibro comincia ad essere poco credibile l'uso di un'arma usa e getta rispetto a lanciatori ricaricabili tipo l'RPG-7.
Altra arma è stata la SMAW, ovvero il lanciarazzi B-300 israeliano che è a pieno calibro per tutta la lunghezza del tubo. Il calibro è di 82 mm, la lunghezza di 1,35 m e il peso di 8 kg di cui il 3 per il razzo. La SMAW adottata dai Marines pesa di più perché ha un fucile d'aggiustamento e un cannocchiale, e nondimeno i Marines hanno richiesto solo una gittata pratica di 250 m contro i 400 originari! La testata è polivalente piuttosto che specificatamente HEAT. L'arma è riutilizzabile.
Questo rappresenta il massimo dei lanciarazzi americani portatili: non ci sono cose tipo il Panzerfaust 3 o l'Apilas.
Sopra questo livello ci sono i missili guidati. A parte il FIM-43 Redeye, degli ultimi anni '60 ma già dotato di un sistema IR raffreddato, per ingaggi aerei, e il successivo Stinger di prestazioni ben maggiori (entrambi da considerare più che altro armi del settore contraereo, e a lì si rimanda), per il resto gli americani hanno adottato missili di vario tipo. Prima gli Entac, SS-10 e SS-11 francesi, poi per compiti di lancio dal singolo fante, gl M47 Dragon, chiamati anche FGM-77.
Questi ultimi, introdotti in servizio appena dopo i missili TOW, sono armi particolari, spesso compararte ai MILAN. Ma in realtà hanno gittata minore di circa il 50%, e sono lanciabili stando in ginocchio. Ideati dalla MDD nel '66, l'arma venne introdotta in servizio nel '75. La versione base è già a guida SACLOS ed è stato certo il missile più piccolo con questa capacità. Di fatto il suo vero equivalente potrebbe essere il missile AT-7 sovietico o l'Eryx francese.
Caratteristiche: lunghezza 74,4 cm, diametro 127 mm, apertura alare 33 cm; peso 6,2 kg missile, 13,8 kg sistema totale; gittata 75-1000 m, motore a razzo solido accompagnato per il lancio da un generatore di gas per il lancio a mò di cannone SR; testata 2,45 kg con perforazione di 450 mm.
La guida è stata garantita da una batteria di decine di razzetti sistemati sui fianchi che deviano la rotta dell'arma, per il resto filoguidata con sistema SACLOS, e con 3 alette di coda per la stabilizzazione. Esiste un sistema di visione termica da appena 4,5 kg, ma gli studi per aumentarne la penetrazione e la gittata a 1,5 km non sono stati del tutto esaustivi. Alla fine il suo posto l'ha preso il Javelin. Da notare che sebbene il sistema pesi meno, il missile pesa quanto un MILAN ed è di maggior calibro. È stato usato da Iran, Israele, Marocco solo considerando le guerre combattute, ma altre nazioni come la Svizzera (che l'ha migliorato in alcune componenti) e la THailandia, nonché i Paesi Bassi, Spagna, Giordania e Arabia l'hanno adottato in qualche migliaio di esemplari l'una.
Poche armi hanno rappresentato tanto una nazione come la M2 Browning. Gli USA hanno trovato con questa micidiale macchina di morte la loro miglior mitragliatrice, e senz'altro una delle più importanti della storia. Quest'arma si può ancora ampiamente trovare nel mondo, e per esempio nelle F.A. italiane è stata abbinata all'altra 'classica', la MG tedesca. Inizialmente la M2 Browning nacque dall'esigenza di costruire armi di supporto di potenza maggiore delle mitragliatrici allora esistenti. Dal momento che si sta parlando degli anni '10 del secolo scorso, si potrà capire di che si sta parlando: all'epoca i meccanismi di funzionamento delle armi automatiche erano piuttosto primitivi e lacunosi, con una scarsa efficienza e affidabilità. Ma certi problemi erano stati comunque individuati: per esempio, quello di colpire i pezzi d'artiglieria da campagna, che con i loro scudi da circa 6 mm di spessore erano invulnerabili da oltre i 300 m, se attaccati dalle mitragliatrici da 6,5-8 mm disponibili. Colpire le trincee, le protezioni di vario tipo adattate della fanteria, e poi, soprattutto, rendere possibile l'ingaggio di un altro tipo di cannone: quello protetto da corazze ma anche con i cingoli sotto: i carri armati, insomma, in uso dal 1916. Questo avrebbe portato ad adottare, per la prima volta, un'arma eccedente le esigenze 'anti-uomo'. La Saint-Etienne pensò ad un'arma da 11 mm con la cartuccia del fucile Gras Mod. 1874, ma poi venne utilizzata essenzialmente per la difesa contraerea, specie per proteggere i palloni d'osservazione dagli attacchi aerei.
Dopo che nella battaglia di Cambrai vennero utilizzati circa 400 carri, e dopo l'arrivo dei primi carri armati tedeschi che rese urgente da tutte e due le parti l'uso di un armamento controcarri specifico, che fosse un'arma automatica abbastanza piccola da essere trasportata in prima linea dai fanti e usata con un tiro rapido contro bersagli di ogni genere, anche corazzati. I carri dell'epoca, infatti, erano essenzialmente protetti solo contro i proiettili di piccolo calibro. Armi da 11-15 mm vennero studiate: il calibro più piccolo in Francia, il 13 mm dalla Germania, ma per un fucilone controcarri. Gli Americani, in base alla decisione del Dipartimento della Difesa, modificarono la mitragliatrice M1917 per le munizioni da 11 mm francesi. Ma il meccanismo di funzionamento non offriva sufficienti garanzie di funzionamento per questo munizionamento più potente. Visto che il mormone John Moses Browning era stato tanto efficiente nel produrre ottime armi semiautomatiche Colt 45 Mod. 1911, il fucile BAR automatico, e altre ottimi 'prodotti', allora gli venne chiesto di studiare la soluzione con una nuova arma. Utilizzò le munizioni da 13 mm tedesche, le Tankgewhr con la notevole velocità iniziale di 850 m/s. Con questa base, all'inizio degli anni '20 presentò i prototipi con le munizioni da 12,7x99 mm, messa a punto dalla Winchester, ma comunque basata sulle munizioni da 13 mm tedesche.
Alla fine, nel 1933 venne adottata come mitragliatrice M2 dall'US Army. E iniziò così la carriera di una delle più letali macchine termodinamiche (che altro è un'arma da fuoco) mai ideate: anzitutto ne vennero prodotti quantitativi immani, e poi (cosa che in realtà si legava alla prima) era possibile utilizzarla per vari compiti, su tutte le piattaforme di tiro possibili. Con la sua massa da circa 30 kg, la sua forma scatolata e la lunga canna da 1143 mm a sostituzione rapida, raffreddata ad aria, l'M2 non era certamente un'arma maneggevole e poco ingombrante. Ma era affidabile e anche se non superiore a certi tipi della Hocthkiss francese (da 13,2 mm) ampiamente diffusi, era nondimeno superiore alla Vickers inglese, che aveva sì cadenza di tiro leggermente maggiore, ma una munizione molto più leggera per via del bossolo da 81 mm. L'energia cinetica era di circa 10.000 J, circa il doppio di quella di una mitragliatrice leggera: la Browning, con il suo bossolo da 99 millimetri sparava la sua pesante e lunga munizione (quindi con una perdita di velocità ridotta) a circa 850 m/s, e quindi con un'energia di circa 16.000 J. Questo significava un potere perforante molto superiore: 25 mm a brevi distanze contro acciaio balistico, contro 18 mm circa. Ancora a 500 m l'M2 perforava 20 mm circa (un po' meno con le munizioni della II GM, un po' di più con quelle successive) e circa 13 mm a 1.000 m. Queste prestazioni erano circa doppie rispetto a quelle di una mitragliatrice leggera, perché l'energia cinetica 3-4 volte superiore era pur sempre 'spalmata' su di una superficie d'impatto più grande. Nondimeno, la sua capacità di perforazione complessiva era molto maggiore e consentiva di distruggere blindati leggeri e altre strutture rinforzate. Il 'sogno' di una mitragliatrice controcarro, per quanto pesante e costosa, si era realizzato. L'M2 faceva ai carri armati e alla loro pelle di acciaio quello che le mitragliatrici leggere facevano agli esseri umani. Un blindato come l'M113, per esempio, è vulnerabile da 600 m; il VCC-1, con 6 mm di acciaio aggiuntivo, da 200 m (e protezione totale dal 7,62 mm). I carri leggeri degli anni '30 e dei primi '40 non erano prede più difficili, per non parlare degli aerei da guerra: soprattutto con il P-47, che anziché le solite 4-6 mtg ne aveva 8. La Browning venne adottata come arma standard anche dai bombardieri americani, anche con 12-13 esemplari per apparecchio, e nell'insieme si dimostrò precisa, affidabile e letale.
Armava le jeep, i carri M4 Sherman, i P-51 e altri 200.000 almeno altri apparecchi tra caccia, attacco, bombardieri etc. che avanzavano compatti come una falange, sfidando la Luftwaffe anche sul suo territorio. Ne vennero prodotte oltre 2 milioni di pezzi, cosa che avvenne soprattutto nel 1941-45, ma in realtà le ultime M2 di questa prima generazione vennero prodotte nel 1946. Arma longeva e robusta, l'M2 paga queste qualità con un peso non indifferente: la MG 131 tedesca da 13 mm, per esempio, pesava solo 17 kg, anche se era meno potente. Le armi sovietiche paricalibro avevano sia una munizione di analoga potenza, che una massa minore, che una maggiore cadenza di tiro: insomma, non era impossibile far meglio dell'M2, almeno come prestazioni 'brute'. Certo i materiali di cui era fatta e le prestazioni che erano maggiormente attente alla solidità dell'insieme piuttosto che a dar vita ad armi di breve vita l'hanno avvantaggiata nella durata di servizio. Anche le versioni prodotte: ne abbiamo avute del tipo navale, raffreddate ad acqua per mantenere una maggiore cadenza di tiro sostenuta; d'impiego antiaereo, su affusto M16 Maxon Mount quadrinato; per mezzi corazzati, grossomodo uguali a quelle standard; per aerei, con canna ridotta a 914 mm (senza apprezzabili scadimenti della velocità iniziale), e cadenza di tiro portata (approfittando del flusso d'aria disponibile e della temperatura delle alte quote piuttosto bassa?) da 500-550 a 750-800 c. min. L'M2 ebbe degli imitatori: la giapponese Ho-103 ne era la versione adattata ai processi produttivi giapponesi, e soprattutto alla munizione Vickers meno potente. Era un'arma che, come l'M2, utilizzava in maniera diretta la forza del rinculo, ma pesava meno e sparava 900 c/min, approfittando della leggerezza della munizione e della progettazione più recente. Meno noto è che anche i cannoni giapponesi dell'Esercito, sia quelli da 20 che quelli da 30 mm (addirittura!) erano basati sul disegno dell'M2. La Breda da 12,7 mm era anch'essa simile alla Browning, ma con l'anemica munizione del tipo Vickers. La presenza dei proiettili HE, tanto blasonati per un certo tempo da vari autori, non inganni: con 0,8 grammi di carica non erano davvero molto efficaci. L'M2 poteva portarne il triplo, di esplosivo, grazie alla munizione da 48 anziché 36 grammi, ma si preferì usare la capacità di carico per sostanze traccianti-incendiarie (la munizione definitiva fu in effetti una API), che potevano incendiare con facilità gli aerei colpiti ai serbatoi senza perdere il potere perforante per raggiungerli (o altri punti vitali dell'aereo, s'intende: con una M2 non c'erano posti sicuri nelle leggere strutture aeronautiche dell'epoca).
Finita la guerra, le M2 inondarono il mercato dell'usato e di fatto 'ammazzarono' la produzione per decenni. Solo a metà degli anni '70 venne stipulato un primo contratto per la fornitura di alcune migliaia di nuove armi: anche la durevole M2 aveva trovato il sostituto, la M2 Heavy Barrel ovvero l'M2HB. Perché si cercarono nuove armi da 12,7 mm quando la tendenza era di passare dal 7,62 al 5,56 mm, quindi verso armamenti più leggeri? Perché il Patto di Varsavia aveva le sue mitragliatrici pesanti, ed erano ben diffuse.
L'M2 ebbe consensi misti a qualche critica nello stesso US Army: pesava troppo ed era troppo grossa. L'US Navy passò prima che poté ai cannoni da 20 mm; ma siccome questi non erano molto affidabili (nell'impiego aereo) si preferì, da parte dell'USAAF, continuare a lungo con la vecchia M2. A tutt'oggi è difficile trovare giudizi critici, da parte degli autori americani, sull'M2 aviotrasportata: era la migliore arma di compromesso tra costo, qualità balistiche, peso etc. e si comportò bene. La sua balistica era superiore a quella dei cannoni Oerlikon per aerei (del tipo MG FF), e comparabile con il ben più potente ma più ingombrante e costoso Hispano-Suiza. Nondimeno la RAF preferì passare direttamente dalle Browning da 7,7 mm ai cannoni da 20, malgrado all'inizio questi avessero ancora dei tamburi da 60 colpi (=appena 6 secondi di fuoco) che oltretutto tendevano ad incepparsi spesso e volentieri. In ogni caso, l'evoluzione era dietro l'angolo: la Browning adattata alle velocità 'relativistiche' dei jet divenne la M3, con una cadenza di tiro portata a ben 1.100-1.200 c/min. Come la precedente fu l'autrice di migliaia di abbattimenti con i P-51 e gli Hellcat, questa venne usata con profitto dagli F-86 contro i MiG-15 in Corea: la sua affidabilità e precisione balistica si facevano perdonare (=facilità di metter a segno colpi) la scarsa efficacia dimostrata contro i 'tosti' MiG-15. Alla fine tra cannoni imprecisi capaci di distruggere un bersaglio con un colpo e mitragliatrici poco potenti ma precise e con buona autonomia di fuoco, vinsero quest'ultime. Perché i sovietici non fecero altrettanto e costruissero MiG armati di 6 mitragliere da 12,7 o 4 cannoni da 20 -23 mm, è difficile da spiegare. In ogni caso l'M2 pesava 30 kg ed era lunga 1.653 mm. L'US Army voleva un'arma meno pesante e così venne sviluppata la T175, ben più moderna. Era capace di risparmiare 10 kg e poi era lunga solo 1,355 m. Progettata dalla Aircraft Armaments di Cockeyville (Maryland) secondo le specifiche post-belliche dell'US Army, con canna rapidamente smontabile e sostituibile, e doppia selezione di tiro (terrestre-contraereo), sparava a 450-500 c/min o 1.000. Adottata nel 1959 come M85, la T175E2 prometteva molto. Era disponibile anche una versione alleggerita per fanteria con tanto di trippiede M3 (quello della Browning). Prodotta in ben oltre 12.000 esemplari dalla General Electric e dall'arsenale di Rock Island, ha nondimeno e clamorosamente mancato l'appuntamento con la Storia: rimpiazzare l'M2 è stato un compito apparentemente impossibile, forse per qualche problema di affidabilità iniziale o qualcosa del genere. L'M85 è rimasta essenzialmente legata all'LVTP-7 e al carro M60: la canna che spunta delle loro cupole, con un caratteristico freno di bocca, non è quella dell'M2. Ma i progettisti dell'ipertecnologico M1 Abrams hanno voluto nuovamente la vecchia M2 HB. Soprattutto, l'M2 HB ha seguito pedissequamente la diffusione dei nuovi M113, che normalmente arma con un'installazione superiore, priva di protezione, con 20 caricatori a nastro (inclusi in un serbatoio) da 100 colpi l'uno. In Italia la cosa è ben nota, visto che quasi 5.000 M113 e VCC-1 sono stati prodotti (non è chiaro se includenti o meno quelli per l'export) e per lo più, andati in carico all'Esercito. A questo si aggiungano pure i carri armati americani di tutti i tipi eccetto l'M60 (ovvero l'M4, 47, 48), le blindo leggere come l'M8 e un'enormità di armi su treppiede o installazione aeronautica (forse meno diffuse, ma non trascurabili, le applicazioni navali, sia come armi principali di motoscafi che secondarie per le unità maggiori) e si capirà che razza di diffusione l'M2 abbia raggiunto anche negli eserciti moderni: i soli M113 hanno visto una produzione complessiva di circa 75.000 scafi, anche se non tutti armati con l'M2.
Negli anni '60 l'introduzione dei cannoni automatici da 20 mm su larga scala aveva ridotto l'attenzione per le 12,7 mm. Si creavano due categorie: mezzi armati di cannoni automatici, superiori a qualunque mitragliatrice, e veicoli meno potenti, sempre nell'ambito del trasporto truppe, con quelle da 7,62 mm. Ma la guerra del Kippur, tra le sue tante 'lessons learned' ebbe anche la sorpresa di confermare come le mitragliatrici da 12,7 e 14,5 mm fossero nient'affatto un residuato bellico.
La mitragliatrice DShK 38, la prima di grosso calibro sovietica, era stata prodotta grazie alla progettazione di V.A. Degtyarev co l'aiuto di G.S. Shpagin. Il primo ebbe anche a suo attivo i fucili mitragliatori DP e RDP, il secondo la famosa PPSH 41, una delle migliori pistole-mitragliatrici della storia. L'alimentazione era stata curata da quest'ultimo, ed era di tipo rotativo: le cartucce erano prima sfilate dal nastro, poi spinte in una piastra di alimentazione e qui incamerate con il moto alternativo dell'otturatore. Il tutto era piuttosto complesso e quindi prone alle rotture o quantomeno agli inceppamenti: così venne prodotta, ma solo dopo la guerra, la M38/46 con un sistema d'alimentazione del tipo di quello del fucile mitragliatore RP46, ben più semplice e affidabile. In ogni caso si trattava di armi di tutto rispetto, caratterizzate da una struttura inconfondibile: tanto la M2 era squadrata e semplice, tanto la rivale russa era dall'aspetto complesso, altrettanto imponente, con un grosso freno di bocca e una canna con scanalature per favorire il raffreddamento. Da notare che, sebbene si somiglino, le M38 e M38/46 non hanno componenti comuni e intercambiabili, munizioni a parte. Estremamente diffuse (ma per le armi da aereo i sovietici produssero dei tipi del tutto diversi), sono state prodotte dalla Cina come Tipo 54 (la seconda delle due)- Poi sono state sostituite in produzione dalle nuove armi da 12,7 mm, pensate per i T-64 e successivi modelli, parenti dei sistemi Kalashnikov. Le munizioni sono più grosse di quelle americane, da 108 mm di bossolo. Nondimeno, l'energia cinetica, causa la scarsa qualità delle polveri, è inferiore di un migliaio di joule.
Tornando all'impiego nel Kippur, le armi sovietiche, soprattutto le KPV, si dimostravano degli avversari temibili e assolutamente superiori alle mitragliatrici da 7,62 mm. I cannoni da 20 mm erano più potenti ma costavano caro ed era impensabile un loro utilizzo diffuso. Di fatto le 12,7 mm sono state mandate in soffitta soprattutto dai cannoni da 25 mm armi più nettamente superiori di quanto lo fossero i cannoni da 20 mm, mandati anch'essi in pensione nella maggior parte delle applicazioni. Gli Stati Uniti fornirono molte armi a Israele durante la guerra, riducendo le loro disponibilità di magazzino. Tanto che dopo qualche anno, mentre la richiesta era per 60.000 mitragliatrici da 12,7 mm, l'US Army ne aveva poco oltre le 45.000. La cosa si spiega in vari modi: la vendita di oltre 100.000 armi tra il 1950 e il 1970, e la distruzione di altre centinaia di migliaia soprattutto nel dopoguerra. Nel '77 vennero così ordinate nuove M2HB, consegnate nel 1979, poi sono seguite migliaia di altre armi, prodotte dalla Saco, azienda del Maine, sia per gli USA che per gli Alleati, in conto FMS. Ma non è bastato: anche la Ramo Incorporated di Nashville e la Browning europea, cioè la FN belga hanno cominciato a produrre armi di questo tipo. Quest'ultima aveva prodotto anche un'arma del tutto nuova e di grande potenza, nell'ambito del programma MILO (MItraellure LOurde): il risultato di questo programma, avviato nel 1980, fu la BRG 15, come i mm di calibro. Come l'MG151/15 tedesca e la KPV sovietica, era un'arma di confine in quella terra di nessuno che sono sempre state le armi tra i 15 e i 20 mm. L'energia cinetica di quest'arma era di oltre 36.000 J, ma non ha avuto seguito. Piuttosto la M2 HB è stata prodotta dai Belgi nella versione M2 QCB, ovvero cambio canna rapido, con un sistema per ridurre i tempi di cambio delle canne arroventate, maniglia di trasporto di tipo modificato, canna cromata per allungarne la vita operativa, con tanto di kit di modifica per le normali M2. La Saco ha prodotto invece la M2 GPHMG, compatibile al 72% con la precedente arma, ma pesante solo 27 kg grazie a un freno di bocca e a leghe leggere. Poi è stata la volta del programma Joint Service Small Arms Program, che ha studiato una mitragliatrice chiamata 'Dover Devil', con un meccanismo per la presa dei gas a due aste di armamento e doppia alimentazione, da destra e sinistra. Non è quindi più un'arma a corto rinculo e può usare una gamma maggiore di munizioni. Ma è stato abbandonato dopo anni di sviluppo durante gli anni '80. In compenso la M2 ha beneficiato di nuove munizioni: come la APEI, perforante (10 mm a 1.000 m), incendiaria ed esplosiva (20 schegge), la APIHC con nucleo ad alta densità per perforare spessori maggiori più la miscela incendiaria che si incendia all'impatto, e la PPI ad altissime prestazioni, sempre incendiaria e perforante: ma stavolta si tratta di una munizione da 32,5 gr di peso per il nucleo in acciaio pesante contenuto in un sabot in ottone profilato. Perfora da 14 a 18 mm a 1.000 m e passa, è più veloce e più precisa. Queste munizioni sono state proposte rispettivamente dalla FN, Manurhin e SFM. Ma non è certo stato l'ultimo degli sviluppi, visto che la M2 ha avuto anche un munizionamento avanzato americano che praticamente, con munizioni decalibrate, ha ottenuto prestazioni similari a quelle della KPV con le munizioni classiche API (naturalmente l'effetto dentro le corazze, con un proiettile che pesa la metà, è inferiore rispetto ai 64 grammi dei colpi da 14,5 mm). Un altro utilizzo dell'M2 è stato quello da cecchinaggio. In Vietnam sono stati usati esemplari ben controllati, forse anche con munizioni scelte tra le migliori, con cannocchiali da 10 ingrandimenti, per cecchinaggi a distanze record, naturalmente sparando a colpo singolo. Si ha notizia di un tiro a 2,5 km con centro pieno. Naturalmente la cosa non deve stupire più di tanto, visto che le munizioni da 12,7 sono state poi riprese dai fuciloni per tiratori scelti tipo gli M82. Ma questa è un'altra storia (e l'M82 si vede, in diversi esemplari, in Robocop: effettivamente un'arma ideale per la 'caccia grossa').
Le caratteristiche dell'M2HB sono:
- Calibro 12,7 mm
- Munizioni: 12x99 mm da 46-48 g a 870 m/s e circa 16.000-17.000 J di energia
- Tiro: selettivo: o a colpo singolo o a raffica. Componenti interni: 364
- Lunghezza: totale 1.653 mm, canna 1.145 mm, rigatura (8 righe destrorse) 381 mm.
- Peso: 38 kg, canna 10,8 kg
- Prestazioni: cadenza di tiro 500-600 c/min, nastri di alimentazione da 100 colpi a maglie disintegrabili, v.iniziale 850 m/s, gittata pratica 1.500 m
- Azionamento: Con treppiede M3 da 18 kg+2 kg per il giunto di elevazione; possibilità di variare a seconda delle necessità l'alimentazione da destra a sinistra; armamento: arretrare completamente la manetta, poi lasciarla andare, arretrarla ancora, quindi metterla in posizione di riposo. Poi sparare con il doppio grilletto posto di dietro, con le manette di controllo. Al centro c'è il pulsante che permette di usare la manetta d'armamento. Se il pulsante non è inserito, premendo in maniera alternata questo e il grilletto è possibile sparare colpi singoli; se bloccato verso il basso si può sparare a raffica, ma possibilmente a raffiche brevi. Scaricare l'arma richiede il sollevamento del coperchio del castello; poi togliere il nastro e arretrare la manetta d'armamento per controllare che non ci siano colpi in canna o nel sistema d'alimentazione.
A parte il munizionamento dell'M2 utilizzato da altre armi (come la M85 e i fuciloni da cecchinaggio tipo l'M82), quest'arma, capace di sopravvivere ai suoi sostituti previsti, ha dato origine anche ad altri tipi similari. In Corea del Sud se ne produce una versione speciale chiamata K6 con una specie di contrappeso stellato, per ridurre la dispersione della canna, che in genere è solo rinforzata e raramente provvista di un freno di bocca. Un'altra arma, certo più nota, è il lanciagranate Mk 19 da 40 mm, che spara munizioni a bassa velocità di tipo HE e HEAT. È decisamente meno preciso dell'M2, ma non meno impressionante a brevi distanze: con una gittata massima di circa 1.600 m e una pratica che sarà circa la metà, esplode quasi 400 colpi al minuto capaci di saturare una vasta area. Ma assolutamente da scordarsi, nonostante la potenza dei colpi, il tiro di precisione, mentre i fucili di grosso calibro da 12,7x99 mm hanno dimostrato un raggio d'azione di oltre 1,5 km (con effetti terminali, oltretutto, micidiali).
La sigla BGM-71 si riferisce al missile noto con un nome particolarmente corto e quasi fumettistici, ovvero TOW. Questo corto acronimo significa: Tube-launched, Optically tracked, Wire-guided missile. Se si aggiunge 'controcarri' si ha un quadro completo di quest'arma, che è stata indiscutibilmente l'ATWG (altro acronimo che significa Anti-Tank Weapon, Guided) di maggior successo della storia, anche se come numeri è altamente verosimile che il più piccolo AT-3 Sagger lo abbia superato in numero. Ma che cos'é e come si presenta il TOW?
Della definizione si è già detto. Lo sviluppo iniziò dalla Hughes nel 1962 come arma controcarri guidata di seconda generazione. Le esigenze: missile filoguidato (per resistere alle ECM contro i segnali radio: altrimenti un'arma radioguidata sarebbe certo preferibile), racchiuso in un contenitore in fibra di vetro, con un computer di guida capace di mantenerlo nel punto indicato dal mirino del puntatore, secondo la tecnologia di inseguimento IR tipica dei missili SACLOS. Prima di perdersi in ulteriore confusione, SACLOS significa Semi-Automatic Command on Line Of Sight. Ovvero, l'operatore mira ad un punto, lancia il missile, il computer ne capta la presenza grazie alla traccia di un flare presente in coda al missile stesso (distinto dal motore) e ne calcola lo scarto rispetto alla linea di mira. Quindi passa tramite i comandi al missile per rimetterlo 'sulla giusta strada'. I comandi sono passati su di un cavo di rame a filo doppio, che tra l'altro non è protetto dalla gomma di rivestimento: mai tirare un TOW sopra uno specchio d'acqua se non si vuole che il cavo cortocircuiti con l'acqua.
I primi lanci ebbero luogo nel 1968, e l'entrata in servizio avvenne nel 1970. Così si superava il limite della guida CLOS, ovvero su comando da parte dell'operatore tramite joy-stick, che guida il missile sul bersaglio in base alla sua abilità manuale. La precisione è così lasciata all'esperienza e allo stress di combattimento che incide un bel po' sul rendimento effettivo. Inoltre queste armi erano lente per permettere il controllo da parte dell'operatore. Per giunta le ali erano fisse e l'arma era priva di protezione da ogni tipo di problema, dalle schegge all'umidità.
Tutto questo era ben esemplificato dall'SS.11 francese: facendo la differenza tra i due, nonostante le prestazioni apparentemente analoghe, si poteva capire il salto generazionale occorso.
Il TOW aveva una portata e una capacità di penetrazione analoga, ovvero 3.000 m e 600 mm d'acciaio (ma altre fonti hanno parlato di 450 mm) rispetto al più vecchio (1956) missile francese, ma per il resto aveva il computer di controllo del tiro nel sistema di lancio per la guida SACLOS, alette ripiegabili all'interno della sua struttura e tubo sigillato in cui è sempre mantenuto, praticamente come se fosse un normale tipo di munizione. Anche il peso è molto minore, ovvero 22,7 kg (escluso il tubo) contro ben 29, dimensioni di 1,2 m di lunghezza d 164 mm di diametro e apertura alare di 50 cm contro 1,174 m, 127 mm e 34,3 cm.
Il TOW venne provato nel 1972, quando se ne presentò la prima occasione, data dall'invasione di Pasqua. Vennero mobilitati soprattutto gli elicotteri, e i primi tra questi furono quelli del 1° Gruppo da combattimento aereo TOW di stanza a Fort Ord, California. Il 15 aprile ricevettero l'ordine di prepararsi per partire a difesa del Vietnam del Sud. Il gruppo non era gran cosa: 3 equipaggi e 2 UH-1B con il sistema XM26 TOW più l'assistenza tecnica del personale della Bell e dalla Hughes. I piccoli UH-1B erano ideali rispetto ai tipi successivi, essendo più agili e adatti al compito. Il 24 aprile il gruppo arrivò a Saigon e poi inviato a Pleiku, altipiani centrali (2A regione militare). Già il 2 maggio gli equipaggi vennero ritenuti sufficientemente addestrati con un intenso programma di lanci in condizioni realistiche. Poi passarono all'impiego, anche se nel frattempo era passato quasi un mese dalla chiamata. Il 9 maggio una serie di attacchi di fanteria e carri nordvietnamiti venne lanciato contro il campo di Ben Het, dei ranger sudvietnamiti: era d'importanza capitale per la posizione, vicina alla catena logistica dei nordisti. Gli elicotteri volavano sopra il campo e con i loro missili attaccarono e distrussero 3 PT-76, contribuendo a respingere gli attacchi. Il 13 maggio arrivò la conferma dell'ammassarsi di nordisti vicino a Vo Dinh. Si trattava di 2 reggimenti di fanti e mezzi corazzati, che assieme ad altri due già presenti in zona, avrebbero lanciato un attacco della forza di una divisione contro Kuntum, capoluogo della provincia nonché città con la maggiore popolazione.
Il primo attacco venne sferrato il 14 maggio lungo la strada principale Highway QL14. Ma degli undici carri di supporto, la maggior parte venne distrutta dai razzi M72 della 23a Divisione dei sudisti (ARVN), e dopo la ritirata, altri due T-54 vennero colpiti dagli 'Huey'. Tutto finì entro le 9, con una sconfitta nordista. Un altro attacco venne sferrato il 26 maggio all'una di notte. Stavolta, differentemente dal primo assalto, venne usata l'artiglieria, e in maniera massiccia. Per l'alba del giorno 27 i carri nordisti erano già padroni della parte nord della città, superando le linee difensive dei sudisti. Dato che le distanze tra questi mezzi e le truppe amiche erano troppo ridotte, allora vennero chiamati gli UH-1B. Nonostante queste macchine fossero tutt'altro che modernissime e con le doti degli odierni elicotteri d'attacco, uno dei due equipaggi volò 3 missioni, ogni volta col carico standard di 4 missili, distruggendo ben 5 T-54 e un PT-76, danneggiandone un secondo e distruggendo con un solo missile una postazione di mitragliatrice nordista, collocata in posizione strategica e molto insidiosa: la torre in cemento di un serbatoio d'acqua. L'altro equipaggio impiegato volò due sortite ma distrusse altri 3 PT-76, un autocarro e una squadra mitraglieri che aveva rioccupato la posizione prima distrutta, da cui si dominava gran parte della zona. In tutto non più di 20 missili portati in azione per 9 carri distrutti, uno danneggiato, un autocarro e una postazione di mitragliatrice eliminati. Nel frattempo, i nordisti, ben più accorti nell'usare i carri della volta precedente, avevano perso appena due carri da parte delle unità cacciacarri armate di M72. Questo da solo la dice lunga sull'importanza che ebbero quei due elicotteri che, con questa specie di 'armi segrete', furono ben più efficaci di un'intera divisione leggera. I Nordisti si ritirarono, dopo che avevano quasi travolto le difese della città. Il giorno dopo gli elicotteri entrarono in azione nuovamente per respingere un secondo attacco e contribuirono, assieme a tutto quello che avevano i difensori, a respingerlo con la perdita di altri 7 carri. Il 31 maggio iniziava la ritirata dei nordisti e il 9 giugno i combattimenti attorno alla città erano finiti. La battaglia di Kuntum venne combattuta per 20 giorni, e alla fine persa dai nord-vietnamiti che si ritirarono lasciando sul terreno oltre 5.500 morti e 38 carri armati. Può sembrare incredibile, eppure due elicotteri armati di TOW riuscirono a salvare un'intera città dall'attacco di una divisione ben armata e supportata. Nel frattempo, più a nord, debuttava la versione lanciabile da terra del TOW. I Marines, sommariamente addestrati per il nuovo sistema d'arma, fronteggiarono un attacco che mirava ad aggirare il fianco costiero-orientale del fronte nord. Quest'azione quasi disperata venne lanciata sul fiume My Chanh da parte di un battaglione carri leggeri PT-76 e tre battaglioni di fanteria. La battaglia durò nei giorni 22 e 23 maggio, e si concluse con la distruzione delle forze attaccanti. 18 carri vennero distrutti dai Marines, in molti casi con le jeep armate di TOW, e altri 5 da attacchi aerei. I Marines erano tra i pochi americani rimasti in Vietnam nel '72. Nonostante questo tardivo debutto, il TOW fu giudicato dal gen. Abrams (quello che poi avrebbe lasciato il nome sul famoso carro) una delle tre armi di maggior successo di tutta la guerra (le altre erano le LGB e gli AC-130, come si vede in tutti i casi è enfatizzata la precisione d'intervento rispetto alla mera potenza).
L'anno successivo gli Israeliani combatterono la guerra del Kippur. Ricevettero congrui aiuti degli Stati Uniti, tra cui un certo numero di TOW. Poco utilizzato, impressionò nondimeno a tal punto da essere adottato dallo Zahal come arma standard. Il vero debutto operativo sarebbe stato quello nell'invasione del Libano dell'82. Jeep ed elicotteri (Cobra e Defender) lanciarono centinaia di missili e tra i loro successi vi è stato quello di 29 carri e 50 blindati colpiti dagli elicotteri. Questi ultimi erano sia i potenti Cobra che i Defender, ma stranamente, l'unica perdita fu quella di un Cobra, nonostante questo era un tipo con ben superiori prestazioni belliche e meglio armato (cannone, razzi e 8 missili contro 4 missili TOW).
Quest'impiego venne però preceduto e seguito da quello che fecero gli Iraniani contro gli irakeni. L'Iran aveva oltre 200 AH-1 anche se non tutti con i TOW, e vari sistemi di lancio terrestri. I Cobra utilizzarono con vari successi anche i TOW per attacchi contro gli elicotteri, specie i Mi-24. Questi attacchi erano in genere sferrati di spalle e a sorpresa, da circa 2-2,5 km. Altri innumerevoli casi in cui il TOW è stato utilizzato è stata la guerra del Marocco (armato anche di AH-1 Cobra) contro il Polisario, contribuendo a limitarne le puntate offensive.
I TOW sono stati utilizzati per vari compiti di tiri di precisione (tra cui i famigerati 'omicidi mirati' ai danni dei palestinesi) e nell'insieme si sono dimostrati un sistema d'arma preciso e potente, nonché forse l'unico ATWG con capacità provate contro gli elicotteri.
Ma com'é nel dettaglio il TOW? Si tratta di un missile da 152 mm di calibro, tozzo, con due serie di alette di controllo, quelle anteriori per la stabilizzazione e quelle posteriori per la direzione. Entrambe le alette sono rientranti dentro la fusoliera, quelle anteriori verso l'interno e quelle posteriori verso l'esterno. Curiosamente, le prime sono a X, le seconde sono sfalsate e formano uno schema a croce, insomma una configurazione X-+. La testata originaria pesava solo 3,9 kg ed era da 127 mm di calibro. Per migliorare l'arma come capacità d'attacco controcarri venne aggiunta, nell'I-TOW (I per 'Improved'), una sonda telescopica che si allungava davanti al missile e così, dopo il lancio, garantiva la distanza migliore per la detonazione della testata. Questo consentiva di aumentare la penetrazione. L'E.I. pare che ne comprò ben 5.000, assieme a 5.000 TOW base, per la metà degli anni '80, come armi assegnate a livello di brigata. Oltre a questo, l'I-TOW introduceva un motore migliore. In tutto le dimensioni arrivavano a 1,555 m con la sonda estratta e il peso a 25,7 kg.
Nel 1976 entrò in servizio l'Extended Range TOW con portata di 3.750 m grazie ad un motore migliorato.
Questa gittata venne mantenuta anche con il successivo TOW 2, un nuovo missile con l'ogiva HEAT da 6 pollici, ovvero 152 mm, pesante 5,9 kg e capace di perforare circa 800 mm d'acciaio, nonché con un sistema di controllo del tiro digitale e la spoletta telescopica già adottata. Il peso arrivava a 28,1 kg e la lunghezza massima di 1,714 m. Questa versione è entrata in servizio attorno a metà degli anni '80, nel caso dell'E.I. negli anni '90. Non è chiaro quanti missili dei tipi precedenti siano stati, se lo siano stati realmente, aggiornati a queste versioni aggiornate e capaci di colpire anche carri con corazze di tipo composito e stratificato.Da notare che la gran parte dei pochi (9-10) carri T-72 distrutti in Libano nel 1982 furono colpiti dai TOW e non dai carri israeliani.
La presenza delle corazze di tipo ERA poteva ridurre le prestazioni dei TOW, persino del modello 2. Allora verso la fine degli anni '80 hanno cominciato ad arrivare i TOW 2A con testata bellica in tandem, e negli anni '90, i TOW 2B, con doppia testata, ma stavolta di tipo diverso: una formidabile progettazione data da due testate PFF autoforgianti, orientate verso il basso e capaci di colpire lo stesso punto del carro armato, in ogni caso sopra il tetto. La distruzione del mezzo diventava più probabile dato l'attacco al di sopra di questo, per giunta con proiettili perforanti e non ogive HEAT. Naturalmente era necessario un tipo di spoletta di precisione per garantire lo scoppio sopra il veicolo.
Il TOW è un missile molto valido e affidabile e altri tipi sono stati pensati via via, per aumentare la gittata con sistemi di guida in fibra ottica o radio guidati. In ogni caso è un'arma subsonica, che necessita di circa 20 secondi per raggiungere i 4 km, non tanti di meno dei 27 secondi su 3 km degli AT-3 sovietici.
Attorno alla metà degli anni '80 l'arma era in servizio in oltre 25 nazioni, e costruito in ben 350.000 missili. Per capire questa cifra basterà dire che il suo diretto competitore HOT franco-tedesco aveva ordini (inizio 1984) di 52.907 esemplari per 14 nazioni. Persino il MILAN, ben più piccolo e leggero, aveva ordini per 'solo' 164.576 armi, anche se per ben 30 Paesi.
Tra i cloni, come non citare i prodotti Toophan e Toophan 2 iraniani, versioni nazionali leggermente migliori (3.850 m) del TOW e dell'I-TOW con spoletta telescopica. Ma c'è anche lo Swift sudafricano, che somiglia in maniera impressionante al TOW, ma ha guida laser come nel caso del costoso Hellfire. A dire il vero si tratta di una teleguida tramite segnali laser e non di una guida semiattiva laser, ben più costosa. Qui semplicemente si tratta di seguire il missile lungo il percorso e dargli gli ordini tramite un segnale senza cavo, ma con una modulazione di segnali laser per il sensore posteriore del missile sudafricano. La gittata è di 5 km circa, senza il peso al piede del filo di guida. Qualche anno fa il TOW era arrivato a 500.000 esemplari, e il costo unitario a 12.000 dollari, ancora un sesto di quella del più piccolo Javelin.
Le installazioni sono le solite: lanciatori binati o quadrupli per elicotteri, lanciamissili binati per gli M2 e M3 con lanciatore corazzato elevabile (piuttosto inaffidabile), mentre l'installazione più semplice è quella di un lanciatore singolo su colonna di lancio. Una jeep può portarla in maniera del tutto simile, anche nelle forme, ai vecchi e potenti cannoni SR da 106 mm, con due-tre missili di ricarica. Lanciamissili simili erano su alcuni M113, ma soprattutto i lanciamissili elevabili TUA (Tow Under Armour) con due armi pronte al lancio e nessun rischio di doversi esporre da parte del servente, nonché la capacità di sparare da dietro ostacoli. 200 TUA su scafo di VCC-1 sono stati comprati dall'Arabia Saudita.
Nonostante le prestazioni di armi come l'Hellfire e il Javelin, il TOW è rimasto l'arma principe per gli eserciti occidentali. Solo adesso armi come lo Spike israeliano con capacità fire and forget, lo stanno soppiantando. Il TOW, assieme all'M16, all'M2 e all'M40 rappresenta certo l'arma di maggior importanza, tra quelle della fanteria moderna, di produzione americana.
Le immagini erano della battaglia di Falluja, una delle tante combattute dagli americani in Irak. Forse nel novembre 2004. Un soldato lancia un missile che saetta rapido verso un vicino minareto e lo colpisce in pieno dopo qualche secondo. Non era certo questo il tipo d'obiettivi che erano previsti per l'arma, chiaramente un missile guidato Javelin. Per capire il senso del Javelin bisogna ricordare anzitutto i requisiti dell'US Army e USMC: un sistema d'arma capace di essere utilizzabile da squadre di fanteria appiedate, che garantisse un minimo tempo d'esposizione e che fosse letale per ogni corazzato nemico.Ecco quello che si voleva come successore dell'M47 Dragon. La risposta fu abbozzata dal 1983, con il programma noto come AAWS-M, Advanced Anti Tank Weapon System-Medium, grazie agli studi in merito del DARPA. Inizio ufficiale nel 1986 con una proposta di dimostrazione richiesta per una durata di 28 mesi: interessate furono la T.I, Hughes, Ford. Settembre 1988: fase di pieno sviluppo, giugno 1989 contratto triennale di sviluppo assegnato alla joint-venture che faceva capo a T.I. per il 60% e Martin Marietta per il 40%.
Nel 1991, a guerra fredda oramai finita il missile si chiamò ufficialmente Javelin, come il SAM portatile britannico. Certo che era un'arma costosa e dopo il fallimento dell'URSS le cose sono state di molto rallentate. Nel marzo 1993 venne tirato un primo colpo di prova, armato con una innocua testata telemetrica. Finita la fase di sviluppo EMD nel febbraio '94, a giugno venne assegnato il primo di molti contratti: 204 milioni di dollari per 703 missili e 55 lanciatori. Questo da solo da già l'idea di quale fosse il principale limite del sistema: per un'arma da fanteria si supporrebbe un costo relativamente modico; un contratto con basso ritmo di produzione venne assegnato nel febbraio '95 per 872 missili e 97 lanciatori: costo 173,7 milioni. Il terzo contratto arrivò nel febbraio '96, sempre 'a basso ritmo' ma per 1.015 missili.
Le consegne nel frattempo avevano avuto inizio nel settembre '95 con l'assegnazione al 3° Battaglione del 75th Ranger Regiment, che fu la prima unità operativa con questo missile. L'obiettivo venne raggiunto, ufficialmente, nel giugno 1996. I Marines dovettero aspettare il 1999, ma per il 2002 3 divisioni dell'Esercito e 12 battaglioni dei Marines avevano quest'arma, oltre a reparti speciali di tipo non precisato. Questo è stato possibile grazie all'avvio, con contratti triennali, della produzione a pieno ritmo, iniziata a metà '98. Il solo secondo contratto pluriennale ha richiesto ben 11.805 missili, 2.968 lanciatori e 1.990 sistemi addestrativi, il tutto per modici 1,236 mld di dollari. Il programma complessivo riguardava, in origine, ben 28.453 missili e 4.348 lanciatori, poi rivisti al ribasso per un totale di 22.415 missili e 3,82 mld di spesa.Nel mentre il Javelin era prodotto a ritmi massimi di 500 armi al mese, rimpiazzando in fretta il Dragon.
Come quest'ultimo l'FGM-148 Javelin è portatile e lanciabile da spalla (in realtà inginocchiati), ma ha caratteristiche nuove, soprattutto quella 'fire and forget'. In effetti, questo è il primo missile controcarri con capacità fire and forget reale, ovvero totalmente autonomo dopo il lancio e non semplicemente guidabile da altri operatori (come l'Hellfire). La cosa era già, come filosofia d'impiego, utilizzata dai SAM portatili russi e americani; ma discernere la sagoma di un veicolo sul terreno richiede un sensore molto più sofisticato, anche se la cosa è nominalmente fattibile anche con i cercatori IR di prima generazione (ma certo senza molte pretese di fare centro).
Il lanciatore è chiamato CLU, con un FLIR di seconda generazione con tecnologia SADA IIIA. La grande finestra ottica diurna ha un campo visivo di 4,8x 6,4°, con ingrandimento 4x, mentre il FLIR ha campo 4,6x6,1° e 4x oppure, selezionando, 2x3° e 9x, a seconda delle necessità. In tutto pesa 6,4 kg, con tanto di sistema di raffreddamento per il FLIR e software per il missile, oculare, schermo di presentazione, due manopole laterali per la selezione dei vari 'modes', utilizzabili anche con guanti NBC. Il FLIR ha dimostrato un'affidabilità cresciuta a 300 ore di funzionamento senza problemi, mentre l'uso normale è di appena 30 all'anno, nonché capacità di autodiagnosi. Visto il campo visivo e le batterie che permettono 4 ore di funzionamento, è possibile usarla anche come sensore di sorveglianza, particolare molto utile e apprezzato. Il missile è sigillato in un contenitore antiurto e garantito per 10 anni senza manutenzione, con sistema di autodiagnosi che rende impossibile il lancio in caso di malfunzionamento. Naturalmente in caso di lancio, il tappo anteriore del tubo deve essere tolto, ciò che lascia libero di vedere l’occhio elettronico di quest’arma micidiale.
I dati complessivi sono:
- Pesi: sistema complessivo 22,3 kg, unità di controllo 6,4 kg, peso tubo di lancio 4,1 kg, missile 11,8 kg.
- Dimensioni: lunghezza 1,08 m e 1,198 m per il tubo di lancio, diametro per il missile 126 mm, e tubo di lancio 14,2 cm
Il Javelin non è leggero, né piccolo, ma ha un sensore IIR e una doppia testata in tandem, in mezzo alla quale esiste l'unità di guida con autopilota digitale. Le alette sono simili a quelle del TOW, due serie di cui l'anteriore a metà missile serve per la stabilizzazione, e la posteriore per la guida. La differenza principale è che la prima di queste serie di alette non ha 4 elementi, ma ben sei. Il lancio vede il funzionamento per 1/10 di secondo di un booster, poi si accende il motore a razzo principale. Il missile manovra sia per le alette posteriori che per un sistema di vettoramento della spinta. Il lancio è possibile anche da piccoli ambienti chiusi tipo (come minimo) 4x3,6x2,45 m circa.La perforazione è ottenuta con una doppia carica in tandem per avere ragione delle corazze ERA ma è anche possibile così ottenere una notevole distruttività contro i carri armati con corazze composite. Non si sa quanto il missile perfori, ma è verosimile oltre 600 mm di acciaio. La guida è ottenuta da un sensore IIR a piano focale 64x64 elementi, in banda 8-12 micron onde vedere bene anche in condizioni ambientali non ideali. L'affidabilità è stupefacente con un 93% per i missili dei primi lotti, poi alzati a ben il 97-98 %, realmente 'one shot one kill'. L'attacco avviene in effetti con un certo effetto di picchiata, per cui è possibile colpire il bersaglio sul tetto.
La manutenzione ha 3 livelli. Operatore, centro di manutenzione (per la CLU), fabbrica (per il missile). Vi sono anche banchi di prova per il deposito, dove si possono eseguire riparazioni e aggiornare il software.
Con la sua capacità 'fire and forget' il Javelin rende possibile una notevole precisione, poco degradata dallo stress in combattimento, anche da parte di personale poco qualificato. La camera termica ha immagini molto nitide e l'aggancio del bersaglio, e del punto dove colpirlo, avviene con la sovrapposizione di una track box che informa il missile dove andare a colpire. Quest'ultimo è utilizzabile da circa 30 secondi dopo l'accensione del sistema come massimo, ed è già montato con un angolo positivo di 18 gradi. Si tirano i due grilletti di sparo. Il missile si inerpica in quota e segue al tempo stesso il bersaglio: per i tiri alla massima distanza arriva anche a 150 metri. Stando tanto in alto è facile non lasciarsi nascondere il bersaglio da oscuranti, fumo, ostacoli vari, e il sensore è pensato per resistere a falsi bersagli, inclusi per esempio carri già incendiati. La massima gittata arriva a oltre 2,5 km e viene raggiunta in meno di 20 secondi. Al solito la velocità non è il maggior pregio dei missili c.c. ma in questo caso l'operatore non è costretto a stare esposto al tiro nemico. La modalità d'attacco 'dall'alto' è quella usuale contro i bersagli corazzati, ma per i bunker o simili c'è anche la modalità d'attacco diretto, con una traiettoria piatta e con aumento di quota di circa 20 m o meno, per un bersaglio a 1 km, 55 m a 2,5 km. Intanto che il missile è in volo il tiratore può ricaricare il lanciatore, cosa fattibile in meno di 20 secondi.
Una cosa molto importante del Javelin è che quest'arma, anche senza ricorrere ai costosi e specializzati SAM tipo Stinger, è capace di ingaggi contro elicotteri, anche se dei 600 lanci eseguiti con armi reali non pare vi siano stati simili bersagli da colpire (il rateo di successo è oltre il 90%, ma allora le percentuali del 93, 97 e 98% che stanno a significare?). La cosa non dovrebbe stupire: è un missile fire and forget, con una buona manovrabilità e sale pure di quota (ma non nel caso dell'ingaggio anti-elicottero, perché viene usata la modalità 'diretta'). Per addestrare il personale a quest'arma è stato messo a punto un sistema di simulazione EPBST, sistema 'da interni' con un proiettore collegato ad un PC che manda simulazioni di scenari di missione, mentre l'operatore usa un lanciamissili finto. Per gli 'esterni vi è il FTT, con un missile simulato (MSR) agganciato alla CLU, e il tutto è compatibile anche con il sistema d'addestramento laser MILES, con tanto di registrazione per una stazione di controllo per seguire tutte le fasi dell'ingaggio e valutarle.
Questo è certo importante se si considera che il Javelin costa 70.000 dollari al pezzo, ben 6 volte un TOW a lungo raggio, che sono giustificate dalla capacità fire and forget. Inoltre la CLU costa centinaia di migliaia di dollari. Il sistema è pesante e richiede una squadra di almeno due uomini (2 missili e il lanciatore= oltre 30 kg, escludendo eventuali tripodi leggeri, che sono utili per rendere più stabile il lanciamissili durante il momento dell’aggancio col bersaglio, che normalmente avviene con uno o entrambe le ginocchia a terra oppure con il soldato seduto), è anche piuttosto ingombrante e alla fine, da sistema per fanterie appiedate tende ad essere più 'comodo' per team trasportati da Hummer o altri veicoli. Certo è che questo sistema, assieme allo Spike israeliano (che ha il fondamentale vantaggio di avere un uomo nel circuito grazie ad un back-up con comando in fibra ottica) ha avuto un facile terreno di conquista in Europa, dopo che il TRIGAT MR è fallito. Peraltro il costo è talmente alto che il MILAN continua a porsi come degno concorrente in termini di rapporto-costo efficacia (specialmente dopo l'apparizione del MILAN ER).