Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: esercito 5
Ecco come attualmente si presenta l'Esercito Italiano (EI). La sua forza operativa era, fino a circa 20 anni fa, di 25 brigate, ma attualmente sono ridotte a 11 oltre ad un'alpina praticamente 'quadro'.
A tutti gli effetti questo significa che esistono attualmente solo:
- 2 brigate corazzate (l'unica 'degna' di questo nome aveva 3 battaglioni carri e l'altra con uno solo)
- una di cavalleria
- una bersaglieri (un battaglione carri)
- 3 meccanizzate
- una aeromobile
- una paracadutisti
- due (e una in una specie di posizione 'quadro') alpine
- la brigata EW.
La sua forza di uomini è stata ridotta parimenti da 258.000 a circa 110.000, praticamente a questo punto l'E.I. è stato superato dai Carabinieri, che nel frattempo sono passati da 90.000 a 114.000 circa. L'Esercito è passato alla struttura professionista entro il 2004, ma molti dei suoi soldati sono pur sempre dei VFA, ovvero Volontari in Ferma Annuale. Questo significa che di fatto sono i rimpiazzi dei ragazzi di leva, ma stavolta stipendiati e volontari. La componente del personale costituita da sottufficiali e ufficiali è stata invece gonfiata da promozioni e disfunzioni varie tipiche delle burocrazie. Nel 2007, per esempio, nell'Esercito vi erano 12.000 ufficiali e 24.000 sottufficiali su 112.000 effettivi. In tutte le F.A. ve ne erano 22.250 e 63.947, oltre a 103.803 volontari di truppa. La componente femminile è stata introdotta di recente, con un certo numero di posti occupati dalle soldatesse, anche se ancora erano relativamente poche. L'esubero e l'inflazione di gradi la si vede confrontando queste cifre con il Modello di Difesa: gli ufficiali in eccedenza erano il 16% (3.000 in più), e soprattutto gli aiutanti/marescialli erano il 154% della previsione. Questo ovviamente pone un problema notevole e grave per le F.A., specialmente per l'Esercito e l'Aeronautica, relativo al bilanciamento degli organici e delle unità operative. Ecco i principali comandi dell'EI:
COMALP
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Organigramma del Comando Truppe Alpine
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Organigramma della Brigata Alpina Julia
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Organigramma della Brigata Alpina Taurinense
COMFOD 1º
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Organigramma del 1º Comando Forze di Difesa
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Organigramma della Brigata Corazzata 'Ariete'
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Organigramma della Brigata Paracadutisti 'Folgore'
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Organigramma della Brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli
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Organigramma della Brigata Aeromobile Friuli
COMFOD 2º
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Organigramma del 2º Comando Forze di Difesa
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Organigramma della Brigata Bersaglieri Garibaldi
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Organigramma della Brigata Corazzata Pinerolo
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Organigramma della Brigata Meccanizzata Aosta
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Organigramma della Brigata Meccanizzata 'Sassari'
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Organigramma della Brigata Meccanizzata 'Granatieri di Sardegna'
La moderna cavalleria italiana è una arma dell'Esercito Italiano ed è stata fondata dal duca Vittorio Amedeo II di Savoia nel 1692, nel quadro di un tentativo di resistenza alla pressione politica e militare delle potenze europee (specialmente di Francia e Austria), attraverso la diffusione della lingua italiana, al posto del francese usato fino ad allora nel Ducato del Piemonte, e la formazione di reggimenti nelle forze armate.
I primi reggimenti di cavalleria sono i dragoni, costituiti tra il 1683 e il 1690, con la trasformazione delle vecchie compagnie di archibugieri a cavallo. I dragoni però non sono ancora una cavalleria vera e propria, ma piuttosto reparti di fanteria montati a cavallo. La cavalleria vera e propria viene istituita nel 1692, reclutata per quote con servizio obbligatorio di due anni.
Dopo aver combattutto con successo nelle guerre di successione della prima metà del Settecento, con l'annessione del Piemonte alla Francia napoleonica la cavalleria viene sciolta e parte del suo personale va a costituire due reggimenti della cavalleria francese.
Con la restaurazione del 1814 si ricostituisce la cavalleria sabauda (2 reggimenti di dragoni, 2 di cavalleria e 2 di cavalleggeri), portata a nove reggimenti nel 1850 che vengono suddivisi in cavalleria di linea (Nizza, Piemonte, Savoia e Genova Cavalleria) e cavalleria leggera (cinque reggimenti di cavalleggeri). Nel 1860 con l'unità d'Italia i reggimenti assommano a 17, cinque dei quali verranno impiegati nella presa di Roma nel 1870. Aggregata alla cavalleria sabauda c'è anche la formazione delle Guide a cavallo di Garibaldi, attiva dal 1859 al 1866.
Verso la fine dell'800 si formano anche reparti di cavalleria coloniale, prima in Eritrea e poi dopo il 1912 in Libia (formazioni di meharisti, spahi e savari).
Alla vigilia della prima guerra mondiale la cavalleria italiana raggiunge il massimo numero di reggimenti, 30 (12 dragoni e lancieri, 18 cavalleggeri), che però durante la guerra verrà quasi completamente appiedata e una gran parte del personale trasferito ad altre armi (tra cui l'aviazione, nella quale si distinse Francesco Baracca). Nel 1917, però, con la ritirata di Caporetto la cavalleria viene rimessa a cavallo per proteggere i reparti in ritirata dall'offensiva austriaca, compito che assolverà con le due importanti battaglie del Tagliamento e di Pozzuolo del Friuli e con la perdita di circa metà degli uomini. Sarà protagonista anche nel 1918 con la difesa della linea del Piave e la riscossa di Vittorio Veneto.
Dopo la guerra, la cavalleria viene ridotta fino a 12 reggimenti e incomincia la sua meccanizzazione con la formazione dei reparti "celeri" e l'adozione di carri leggeri.
Durante la seconda guerra mondiale i reparti saranno in parte a cavallo, in parte meccanizzati e corazzati e in parte appiedati, ma proprio i reparti a cavallo sapranno muoversi meglio nelle difficili condizioni ambientali della campagna di Russia. In questi anni si verificheranno le ultime cariche della storia della cavalleria, a Isbuscensky (Russia, agosto 1942) da parte del 3° Savoia Cavalleria e a Poloy (Iugoslavia, ottobre 1942) da parte dei 14° Cavalleggeri di Alessandria. Dopo l'8 settembre 1943 molti reparti combatterono contro i nazisti e si unirono alla resistenza.
Negli anni del dopoguerra e in tempi più recenti, la cavalleria, ormai completamente meccanizzata con l'impiego di autoblindo, partecipa a numerose missioni all'estero (Libano, Somalia, Bosnia, Albania, Macedonia).
Dal 1° giugno 1999 i carristi diventano una specialità dell'Arma di Cavalleria. Questo è uno sviluppo forse dovuto al numero di Centauro in dotazione, certo è che dopo avere superato numericamente di quasi 3:1, che la fanteria carrista avesse da essere assorbita dalla cavalleria è una cosa non di poca sorpresa. La forza dei battaglioni qui riportata appare errata, a meno che negli ultimi 3-4 anni siano cambiati (ancora una volta) gli organici.
Facciamo un breve riassunto: il battaglione carri aveva, negli anni '60, circa 51 carri e il gruppo squadroni carri 52; attorno alla metà anni '80 erano ridotti a 49 (3 compagnie da 16 carri ripartiti in 3 plotoni da 5 più il carro del Comandante di compagnia, completati dal carro del Comandante di battaglione), ma dopo il 1987 è stato adottato il plotone da 4 carri. 3 plotoni e un carro comando=13 mezzi, 3 compagnie e 1-2 carri comando sono circa 40 carri armati. Dalla costituzione dei reggimenti carri (ciascuno con in organico una compagnia Comando e Supporto Logistico ed un solo battaglione) nei primi anni '90, erano previste due diverse tipologie di organici: su 4 compagnie i battaglioni dei tre reggimenti (inizialmente 5 compagnie per il 32° ed il 132°, per un totale di 90 carri, fino allo scioglimento della CENTAURO, e all'assegnazione alla Brigata del 4° reggimento carri) dell'ARIETE, complessivamente su 74 carri; su 3 compagnie tutti gli altri. Inoltre, ciascuna compagnia carri contava 4 plotoni da 4 carri, con 2 carri per il Comandante ed il vice Comandante di compagnia; altri 2 carri erano assegnati al Comandante di reggimento ed al Comandante di battaglione rispettivamente. Ancora nel 1998, i Leopard 1A5 erano andati a due soli reggimenti con 41 carri l'uno: su 3 compagnie. Nel 1998 erano previsti 6 battaglioni carri in altrettanti reggimenti(3 con gli Ariete, 200 in tutto, 54 veicoli per ciascuno, 2 con i Leopard 1A5, ed 1 su Leopard 1A2). Recentemente, con il ritiro dalla linea dei carri Leopard, sono stati ridotti gli organici a 4 reggimenti su 3 compagnie carri (13 mezzi) e il battaglione in tutto di questi veicoli ne avrebbe quindi 41. Due dei reggimenti risultano al momento impiegati rispettivamente quale banco di prova per le nuove tecnologie digitali e come gestore del poligono permanente di Capo Teulada.
La cosa era comune anche alle Centauro (per le quali vale la stessa considerazione): nel 2001 e nel 2003 è certo che vi fossero solo 40 mezzi per battaglione. Addirittura, una delle tre unità della 'Pozzuolo del Friuli', come verrà spiegato più sotto, aveva perso del tutto le sue blindo, che già nel 2001 erano segnalate come in grave sofferenza per mancanza di parti di rispetto, e difficilmente la situazione era migliorata nel 2003, cosa indirettamente provata anche dalla riduzione da 120 a 80 delle blindo della 'Pozzuolo'. Improbabile quindi che adesso i tre reggimenti ne contino addirittura 150, anzi sarebbe anche troppo positivo che il terzo reggimento 'Piemonte' fosse riuscito a riequipaggiarsi con le suddette blindo, che 4 anni fa erano letteralmente sparite.
Quanto ai materiali: la prima fase vide, come mezzi da combattimento principali, M4, M5, M26; poi arrivarono gli M24 e M47, che dagli anni '50 inoltrati divennero progressivamente sempre più importanti, mentre dai primi anni '70 l'ARIETE ebbe i suoi 300 M60, la 'Pozzuolo' i carri Leopard 1, che poi finiranno per rimpiazzare (920 comprati, più i mezzi speciali) gli M47, ma non prima dei tardi anni '80, nelle altre unità (anche grazie alla riduzioen dei carri per battaglione di cui sopra); dal 1992 sono arrivate 390 'Centauro', che hanno finito per rimpiazzare i Leopard, e dal '95 i 200 Ariete. Ma il carro più 'recente' è il Leopard 1A5, ovvero 120 Leopard 1 originali che beneficiarono dell'aggiornamento con torrette tedesche: entrarono in servizio attorno al 1997.
Unità cavalleria attive
modifica- Cavalleria di linea
- Scuola di Cavalleria (sede a Lecce)
- Brigata di Cavalleria "Pozzuolo del Friuli"
- Reggimento "Piemonte Cavalleria" (2°) di Trieste con 50 Centauro e 33 Puma 4x4
- Reggimento "Genova Cavalleria" (4°) di Palmanova (UD) con 50 Centauro e 33 Puma 4x4
- Reggimento "Lancieri di Novara" (5°) di Codroipo (UD) con 50 Centauro e 33 Puma 4x4
- Reggimento Artiglieria a Cavallo "Voloire" di Milano con 24 FH-70
- Inquadrati nella Brigata di Cavalleria "Pozzuoli del Friuli" (ma non strettamente parte dell'arma di Cavalleria):
- Altre brigate
- Reggimento "Nizza Cavalleria" (1°), Brigata Alpina "Taurinense" (sede a Pinerolo (TO), con 33 Puma 4x4
- Reggimento "Savoia Cavalleria" (3°), Brigata Aeromobile "Friuli" (sede a Grosseto, con 50 Centauro e 33 Puma 4x4
- Reggimento "Lancieri di Aosta" (6°), Brigata Meccanizzata "Aosta" di Messina (sede a Palermo, con 50 Centauro e 33 Puma 4x4
- Reggimento "Lancieri di Montebello" (8°), Brigata Meccanizzata "Granatieri di Sardegna" (sede a Roma, con 44 Centauro
- Reggimento "Cavalleggeri Guide"(19°), Brigata Bersaglieri "Garibaldi" (sede a Salerno, con 50 Centauro e 33 Puma 4x4
- Cavalleria carristi
- Reggimenti carri
- 1° Reggimento Corazzato
- 4° Reggimento Carri, Brigata Corazzata "Ariete" di Bellinzago Novarese(NO) con 41 Ariete
- 31° Reggimento Carri, Brigata Corazzata "Pinerolo" di Bari (di Altamura (BA) convertito in Unità per la Sperimentazione della Digitalizzazione (USD) - carri Ariete, Blindo Centauro, VCC Dardo)
- 32° Reggimento Carri, Brigata Corazzata "Ariete" (di Tauriano (PN) con 41 Ariete
- 131° Reggimento Carri, Brigata Bersaglieri "Garibaldi" di Persano (SA) con 41 Ariete
- 132° Reggimento Carri, Brigata Corazzata "Ariete" (di Cordenons (PN) con 41 Ariete
- Reggimenti carri
Unità cavalleria storiche, incluse quelle sciolte recentemente
modifica- Nizza Cavalleria (1°) dal 1690 ad oggi, ex Cavalleggeri del Piemonte (1814-1832);
- Piemonte Cavalleria (2°) dal 1692 ad oggi, già Piemonte Reale Cavalleria;
- Savoia Cavalleria (3°) dal 1692 ad oggi;
- Genova Cavalleria (4°) dal 1683 ad oggi, ex Dragoni del Genovese (1821-1832), ex Dragoni del Re (1814-1821), ex Dragoni di Sua Maestà (1713-1806?), ex Dragoni di Sua Altezza Reale (1683-1713);
- Lancieri di Novara (5°) dal 1828 ad oggi, ex Cavalleggeri di Novara (dal 1852), ex Novara Cavalleria (1832-1852), ex Dragoni di Piemonte (1690-1806? e 1828-1832);
- Lancieri di Aosta (6°) dal 1774 ad oggi;
- Lancieri di Milano (7°) dal 1859 al 1989;
- Lancieri di Montebello (8°) dal 1859 ad oggi;
- Lancieri di Firenze (9°) dal 1753 al 1995;
- Cavalleggeri di Saluzzo (12°) dal 1848 al 1990, ex 7° Cavalleria (1848-1850), ex Dragoni Lombardi (1832-1848);
- Cavalleggeri di Alessandria (14°) dal 1850 al 1979;
- Cavalleggeri di Lodi (15°) dal 1859 al 1995;
- Cavalleggeri Guide (19°) dal 1859 ad oggi;
- Cavalleggeri di Treviso (28°) dal 1909 al 1991;
- Reggimento Artiglieria a Cavallo "Voloire" dal 1831 ad oggi, già smembrato nei tre Reggimenti di Artiglieria Celere (1934-1943), e ricostituito nel 1941 per la campagna di Russia - unità di artiglieria con tradizioni di cavalleria.
La 132ª Brigata Corazzata Ariete dipende dal 1º Comando Forze di Difesa dell' Esercito italiano.
Si tratta di una brigata corazzata, costituita nel 1939. Trae origine dalla 2ª Brigata Corazzata, costituita a Milano nel 1937. Divenne una divisione corazzata mediante l'aggiunta alla prima unità del reparto (il 3º Reggimento Bersaglieri) dell'8° Reggimento Bersaglieri, del 32º Reggimento Fanteria Carrista, del 132º Reggimento artiglieria e di altre unità divisionali. Nella seconda guerra mondiale fu destinata al fronte occidentale, ma non fece in tempo a schierarsi perché già la campagna era già conclusa. Combatté quindi da marzo 1941 a novembre 1942 in Africa occidentale (Cirenaica), restando pressoché distrutta nella battaglia di El Alamein.
Di quell'episodio Erwin Rommel disse:
«Con l'Ariete perdemmo i nostri più anziani camerati italiani, ai quali, bisogna riconoscerlo, avevamo sempre chiesto più di quanto erano in grado di fare con il loro cattivo armamento.»
Venne ricostituita nell'aprile 1943 in patria e inviata alla difesa di Roma, dove cedette ai tedeschi solo per ordini superiori che le avevano imposto il cessate il fuoco.
Il 1º giugno 1948 vede rinascere a Roma la Brigata Corazzata Ariete che nel corso dell'anno si trasferisce a Pordenone. Ne fa parte inizialmente solo il 1º Reggimento Carristi di stanza a Roma su due battaglioni (I e II), il quale il 1º aprile 1949 cambia denominazione in 132º Reggimento Carristi, a sua volta trasferito ad Aviano (PN) nell'aprile 1950.
Successivamente, entrano nella brigata due reggimenti di nuova formazione (rispettivamente 15 settembre e 15 maggio 1949): 8° Reggimento Bersaglieri (su III e V Battaglione) e 132º Reggimento Artiglieria Corazzata ambedue acquartierati a Pordenone. Fanno parte dell'Ariete anche il Plotone Genio Artieri, il Plotone Genio Collegamenti e i servizi di brigata.
Il 1º ottobre 1952 cambia denominazione in Divisione Corazzata Ariete ed oltre ad inquadrare il 132º Reggimento Carristi (I, II e il nuovo III Battaglione costituito il 1º marzo 1952), l'8° Reggimento Bersaglieri (III e V ai quali si aggiunge nel giugno 1953 il XII Battaglione) e il 132º Reggimento Artiglieria Corazzata, incorpora anche il Gruppo Squadroni Cavalleggeri Guide di Casarsa della Delizia, la Compagnia Genio Pionieri, la Compagnia Trasmissioni e i servizi divisionali. Il 1º luglio 1958 la Compagnia Genio Pionieri diventa Battaglione Genio Pionieri Ariete, mentre il successivo 1º ottobre la Compagnia Trasmissioni si trasforma in Battaglione Trasmissioni Ariete. Da segnalare inoltre che il 5 gennaio 1959 cambiano numerazione i battaglioni del 132º Reggimento Carri: I, II e III diventano rispettivamente VII, VIII e X Battaglione.
Nel corso del 1963 viene adottato l'organico standard NATO, che vede la divisione strutturarsi su quattro brigate: I Brigata Meccanizzata (costituita a Pordenone il 1º gennaio 1963 su 8° Reggimento Bersaglieri, I Gruppo del 132º Reggimento Artiglieria Corazzata, I Battaglione Servizi, Compagnia Genio Pionieri e Compagnia Trasmissioni), II Brigata Corazzata (costituita a Pordenone il 1º ottobre 1963 su 32º Reggimento Carri, II Gruppo del 132º Reggimento Artiglieria Corazzata, II Battaglione Servizi, Compagnia Genio Pionieri e Compagnia Trasmissioni), III Brigata Corazzata (costituita a Maniago il 1º gennaio 1963 su 132º Reggimento Carri, III Gruppo del 132º Reggimento Artiglieria Corazzata, III Battaglione Servizi, Compagnia Genio Pionieri e Compagnia Trasmissioni) e Brigata Artiglieria (costituita a Casarsa della Delizia il 1º gennaio 1963 su IV e V Gruppo del 132º Reggimento Artiglieria Corazzata).
Nello stesso periodo avvengono altre trasformazioni in seno ai reparti: l'8° Reggimento Bersaglieri il 1º luglio 1963 cede al 132º Reggimento Carri il V Battaglione Bersaglieri (che viene ridenominato XXXVIII), ricevendo in cambio il successivo 1º agosto il VII Battaglione Carri. Entra a far parte della divisione il 1º marzo 1964 il ricostituito 32º Reggimento Carri di Cordenons che si trasferirà a Tauriano di Spilimbergo nel 1968. Questa unità comprende il III e V Battaglione Carri e il XXXIII Battaglione Bersaglieri.
Nell'ottobre del 1968 viene abbandonato l'organico standard NATO e i reggimenti ritornano a dipendere direttamente dal comando di divisione. Infine, il 1º marzo 1974 proviene dal disciolto Comando Unità Fanteria V Corpo d'Armata il LXXIII Battaglione Fanteria d'Arresto Lombardia di Arzene (PN).
Dal 1º ottobre 1975 l'Ariete è interessata da un processo di ristrutturazione che coinvolge tutte le unità dell'Esercito. Vengono sciolti i reggimenti e la Divisione Corazzata Ariete viene ordinata su 32ª Brigata Corazzata Mameli (Tauriano di Spilimbergo), 132ª Brigata Corazzata Manin (Aviano) e 8ª Brigata Meccanizzata Garibaldi (Pordenone) a cui si aggiungono i supporti di divisione.
Il 1º ottobre 1986 con l'abolizione del livello divisionale, le brigate che precedentemente erano inquadrate nella Divisione Corazzata, passano alle dirette dipendenze del Comando del 5º Corpo d'Armata e al tempo stesso, la Brigata Manin viene ridenominata 132ª Brigata Corazzata Ariete con alle dipendenze il Reparto Comando e Trasmissioni Ariete, l'8º Battaglione Carri M.O. Secchiaroli, il 10º Battaglione Carri M.O. Bruno, il 13º Battaglione Carri M.O. Pascucci (proveniente dalla Brigata Meccanizzata Brescia), il 27º Battaglione Bersaglieri Jamiano, il 20º Gruppo Artiglieria da Campagna Semovente Piave, il Battaglione Logistico Ariete, la Compagnia Controcarri Ariete e la Compagnia Genio Guastatori Ariete.
Gli anni successivi vedono la Brigata cambiare frequentemente organico.
Il 10 dicembre 1989 il 13º Battaglione Carri M.O. Pascucci viene posto in posizione quadro e passa alle dipendenze della Brigata Meccanizzata Mantova, nel gennaio 1991 e il successivo 31 marzo vengono sciolti rispettivamente il 10º Battaglione Carri M.O. Bruno e il 20º Gruppo Artiglieria da Campagna Semovente Piave (in posizione quadro dal 31 gennaio), mentre provengono dall'8ª Brigata Meccanizzata Garibaldi il 19º Gruppo Artiglieria da Campagna Semovente Rialto (1º febbraio 1991) e dalla disciolta Brigata Corazzata Mameli il 3º Battaglione Carri M.O. Galas, il 5º Battaglione Carri M.O. Chiamenti (che verrà sciolto il 25 agosto 1992) e il 23º Battaglione Bersaglieri Castel di Borgo (che verrà trasferito a Trapani il 31 marzo 1992 passando alle dipendenze della Brigata Meccanizzata Aosta).
Dal 1992, l'Ariete torna ad inquadrare reparti a livello reggimentale che al contrario del passato sono strutturati su un solo battaglione. La nuova configurazione della brigata prevede il Reparto Comando e Supporti Tattici Ariete, 32º e 132º Reggimento Carri, 11º Reggimento Bersaglieri, 132º Reggimento Artiglieria Corazzata Ariete e Battaglione Logistico Ariete. Inoltre, il 1º aprile 1992 entra a far parte della brigata, proveniente dal Comando del 5º Corpo d'Armata, anche il 2º Battaglione Fanteria Pordenone con la funzione di addestramento reclute, per poi essere ridenominato l'8 maggio 1993 26º Battaglione Castelfidardo, erede delle tradizioni storiche del 4º Reggimento Bersaglieri.
Negli anni successivi la brigata inquadra altri reparti ma solo per brevi periodi. Nel dettaglio, dal 1º agosto al 29 novembre 1995 ha alle proprie dipendenze il 63º Reggimento Carri proveniente dalla Brigata Meccanizzata Mantova, dal ottobre 1996 l'82º Reggimento Fanteria Torino ceduto dalla Brigata Meccanizzata Gorizia per poi passare nel 2001 alla Brigata Corazzata Pinerolo e infine dal 1997, il 33º Reggimento Carri ex Brigata Meccanizzata Friuli sciolto nel 2001.
Attualmente, la 132ª Brigata Corazzata Ariete è ordinata su Reparto Comando e Supporti Tattici Ariete, 32º e 132º Reggimento Carri, 11º Reggimento Bersaglieri, 132º Reggimento Artiglieria Terrestre (Semovente) Ariete e Battaglione Logistico Ariete a cui si aggiungono il 4º Reggimento Carri e 3º Reggimento Bersaglieri (provenienti nel 2002 dalla disciolta Brigata Meccanizzata Centauro) e 10º Reggimento Genio Guastatori fino al 2001 appartenente al Comando Forze di Proiezione.
L'Ariete è stata impegnata in operazioni civili, come il soccorso delle popolazioni terremotate in Friuli e nel Sud Italia, e in interventi militari come il ricongiungimento di Trieste all'Italia (1954) e il più recente intervento in Libano (1983). Negli anni novanta del XX secolo] e nei primi del XXI secolo, ha partecipato alle operazioni militari di pace nei Balcani e all'Operazione Antica Babilonia in Iraq (febbraio 2004). Complessivamente la divisione si è meritata 4 medaglie d'oro.
Evoluzione dell'Ariete dal dopoguerra a oggi
modificaBrigata Corazzata Ariete (1950/52)
- 132º Reggimento Carristi di Aviano (PN)
- I Battaglione Carristi
- II Battaglione Carristi
- 8º Reggimento Bersaglieri di Pordenone
- III Battaglione Bersaglieri
- V Battaglione Bersaglieri
- 132º Reggimento Artiglieria Corazzata di Pordenone
- I Gruppo Artiglieria Campale Semovente
- II Gruppo Artiglieria Campale Semovente
- III Gruppo Artiglieria Campale Semovente
- IV Gruppo Artiglieria Controaerei Leggera
- Plotone Genio Artieri
- Plotone Genio Collegamenti
- Servizi di Brigata
Divisione Corazzata Ariete (1952/58)
- 132º Reggimento Carristi di Aviano (PN)
- I Battaglione Carristi
- II Battaglione Carristi
- III Battaglione Carristi
- 8º Reggimento Bersaglieri di Pordenone
- III Battaglione Bersaglieri
- V Battaglione Bersaglieri
- XII Battaglione Bersaglieri (dal giugno 1953)
- 132º Reggimento Artiglieria Corazzata di Pordenone
- I Gruppo Artiglieria Campale Semovente
- II Gruppo Artiglieria Campale Semovente
- III Gruppo Artiglieria Campale Semovente
- IV Gruppo Artiglieria Controaerei Leggera
- V Gruppo Artiglieria Controaerei Leggera (sciolto il 1º ottobre 1956)
- Reparto Aerei Leggeri di Casarsa della Delizia (PN) (dal 1954)
- Gruppo Squadroni Cavalleggeri Guide di Casarsa della Delizia (PN)
- Compagnia Genio Pionieri
- Compagnia Trasmissioni
- Sezione Aerei Leggeri (dal 1954) di Casarsa della Delizia (PN)
- Servizi Divisionali di Casarsa della Delizia (PN) (dal 31 agosto 1956 Comando Unità Servizi Ariete)
Divisione Corazzata Ariete (1958/62)
- 132º Reggimento Carri di Aviano (PN)
- I Battaglione Carristi (dal 5 gennaio 1959 VII Battaglione Carri)
- II Battaglione Carristi (dal 5 gennaio 1959 VIII Battaglione Carri)
- III Battaglione Carristi (dal 5 gennaio 1959 X Battaglione Carri)
- 8º Reggimento Bersaglieri di Pordenone
- III Battaglione Bersaglieri
- V Battaglione Bersaglieri
- XII Battaglione Bersaglieri
- 132º Reggimento Artiglieria Corazzata di Pordenone
- I Gruppo Artiglieria Campale Semovente
- II Gruppo Artiglieria Campale Semovente
- III Gruppo Artiglieria Campale Semovente
- IV Gruppo Artiglieria Controaerei Leggera
- Reparto Aerei Leggeri di Casarsa della Delizia (PN)
- Gruppo Squadroni Cavalleggeri Guide di Casarsa della Delizia (PN)
- Compagnia Genio Pionieri
- Compagnia Trasmissioni
- Sezione Aerei Leggeri di Casarsa della Delizia (PN)
- Comando Unità Servizi Ariete di Casarsa della Delizia (PN)
Divisione Corazzata Ariete (1963/68)
- I Brigata Meccanizzata di Pordenone
- 8º Reggimento Bersaglieri di Pordenone
- III Battaglione Bersaglieri
- XII Battaglione Bersaglieri
- VII Battaglione Carri
- I Gruppo Artiglieria Campale Semovente del 132º Reggimento Artiglieria Corazzata
- I Battaglione Servizi
- Compagnia Genio Pionieri
- Compagnia Trasmissioni
- 8º Reggimento Bersaglieri di Pordenone
- II Brigata Corazzata di Pordenone
- 32º Reggimento Carri di Cordenons (PN)
- III Battaglione Carri
- V Battaglione Carri
- XXIII Battaglione Bersaglieri
- II Gruppo Artiglieria Campale Semovente del 132º Reggimento Artiglieria Corazzata
- II Battaglione Servizi
- Compagnia Genio Pionieri
- Compagnia Trasmissioni
- 32º Reggimento Carri di Cordenons (PN)
- III Brigata Corazzata di Maniago (PN)
- 132º Reggimento Carri di Aviano (PN)
- VIII Battaglione Carri
- X Battaglione Carri
- XXXVIII Battaglione Bersaglieri
- III Gruppo Artiglieria Campale Semovente del 132º Reggimento Artiglieria Corazzata
- III Battaglione Servizi
- Compagnia Genio Pionieri
- Compagnia Trasmissioni
- 132º Reggimento Carri di Aviano (PN)
- Brigata Artiglieria di Casarsa della Delizia (PN)
- 132º Reggimento Artiglieria Corazzata di Pordenone
- IV Gruppo Artiglieria Pesante Campale Semovente
- V Gruppo Artiglieria Pesante Semovente
- VI Gruppo Artiglieria Controaerei Leggera (sciolto il 30 settembre 1964)
- 132º Reggimento Artiglieria Corazzata di Pordenone
- Gruppo Squadroni Cavalleggeri Guide di Casarsa della Delizia (PN)
- Battaglione Genio Pionieri Ariete di Motta di Livenza (TV)
- Battaglione Trasmissioni Ariete di Casarsa della Delizia (PN)
- Reparto Aerei Leggeri Ariete di Casarsa della Delizia (PN)
- Comando Raggruppamento Servizi Ariete di Casarsa della Delizia (PN)
Divisione Corazzata Ariete (1968/75)
- 32º Reggimento Carri di Cordenons (PN)
- III Battaglione Carri
- V Battaglione Carri
- XXIII Battaglione Bersaglieri
- 132º Reggimento Carri di Aviano (PN)
- VIII Battaglione Carri
- X Battaglione Carri
- XXXVIII Battaglione Bersaglieri
- 8º Reggimento Bersaglieri di Pordenone
- III Battaglione Bersaglieri
- XII Battaglione Bersaglieri
- VII Battaglione Carri
- LXXIII Battaglione Fanteria d'Arresto Lombardia di Arzene (PN) (dal 1º marzo 1974)
- 132º Reggimento Artiglieria Corazzata di Pordenone
- I Gruppo Artiglieria Campale Semovente
- II Gruppo Artiglieria Campale Semovente
- III Gruppo Artiglieria Campale Semovente
- IV Gruppo Artiglieria Pesante Campale Semovente
- V Gruppo Artiglieria Pesante Semovente
- Gruppo Squadroni Cavalleggeri Guide di Casarsa della Delizia (PN)
- Battaglione Genio Pionieri Ariete di Motta di Livenza (TV)
- Battaglione Trasmissioni Ariete di Casarsa della Delizia (PN)
- Reparto Aerei Leggeri Ariete di Casarsa della Delizia (PN)
- Comando Raggruppamento Servizi Ariete di Casarsa della Delizia (PN)
Divisione Corazzata Ariete (1975/86)
- 32ª Brigata Corazzata Mameli di Tauriano di Spilimbergo (PN)
- 3º Battaglione Carri M.O. Galas di Tauriano di Spilimbergo (PN)
- 5º Battaglione Carri M.O. Chiamenti di Tauriano di Spilimbergo (PN)
- 23º Battaglione Bersaglieri Castel di Borgo di Tauriano di Spilimbergo (PN)
- 12º Gruppo Artiglieria da Campagna Semovente Capua di Vacile di Spilimbergo (PN)
- Battaglione Logistico Mameli di Vacile di Spilimbergo (PN)
- 132ª Brigata Corazzata Manin di Aviano (PN)
- 8º Battaglione Carri M.O. Secchiaroli di Aviano (PN)
- 10º Battaglione Carri M.O. Bruno di Aviano (PN)
- 27º Battaglione Bersaglieri Jamiano di Aviano (PN)
- 20º Gruppo Artiglieria da Campagna Semovente Piave di Maniago (PN)
- Battaglione Logistico Manin di Maniago (PN)
- 8ª Brigata Meccanizzata Garibaldi di Pordenone
- 3º Battaglione Bersaglieri Cernaia di Pordenone
- 11º Battaglione Bersaglieri Caprera di Orcenico Superiore (PN) (dal 15 luglio 1976)
- 26º Battaglione Bersaglieri Castelfidardo di Pordenone (dal 1980 Maniago (PN))
- 7º Battaglione Carri M.O. Di Dio di Vivaro (PN)
- 19º Gruppo Artiglieria da Campagna Semovente Rialto di Sequals (PN)
- Battaglione Logistico Garibaldi di Pordenone
- 73º Battaglione Fanteria d'Arresto Lombardia di Arzene (PN)
- 16º Battaglione Fanteria Savona di Savona
- 14º Battaglione Bersaglieri Sernaglia di Albenga (SV) (dal 15 aprile 1977)
- 108º Gruppo Artiglieria Pesante Campale Semovente Cosseria di Casarsa della Delizia (PN)
- 132º Gruppo Artiglieria Pesante Campale Semovente Rovereto di Casarsa della Delizia (PN)
- 14º Gruppo Artiglieria Controaerei Leggera Astore (quadro) di Casarsa della Delizia (PN)
- Gruppo Specialisti Artiglieria Ariete di Casarsa della Delizia (PN)
- 19º Gruppo Squadroni Esplorante Cavalleggeri Guide di Casarsa della Delizia (PN)
- 132º Battaglione Genio Pionieri Livenza di Motta di Livenza (TV)
- 232º Battaglione Trasmissioni Fadalto di Casarsa della Delizia (PN)
- 49º Gruppo Squadroni Aviazione Leggera Esercito Capricorno di Casarsa della Delizia (PN)
- Battaglione Logistico Ariete di Casarsa della Delizia (PN) (dal 1º dicembre 1981 Battaglione Logistico di Manovra Ariete)
132ª Brigata Corazzata Ariete (1986/91)
- 8º Battaglione Carri M.O. Secchiaroli di Aviano (PN)
- 10º Battaglione Carri M.O. Bruno di Aviano (PN)
- 13º Battaglione Carri M.O. Pascucci di Cordenons (PN) (dal 10 dicembre 1989 in posizione quadro alla Brigata Meccanizzata Mantova)
- 27º Battaglione Bersaglieri Jamiano di Aviano (PN)
- 20º Gruppo Artiglieria da Campagna Semovente Piave di Maniago (PN)
- Battaglione Logistico Ariete di Maniago (PN)
132ª Brigata Corazzata Ariete (1991/92)
- 3º Battaglione Carri M.O. Galas Tauriano di Spilimbergo (PN)
- 5º Battaglione Carri M.O. Chiamenti Tauriano di Spilimbergo (PN) (sciolto il 25 agosto 1992)
- 8º Battaglione Carri M.O. Secchiaroli di Aviano (PN)
- 23º Battaglione Bersaglieri Castel di Borgo di Tauriano di Spilimbergo (PN) (dal 31 marzo 1992 passa alla Brigata Meccanizzata Aosta)
- 27º Battaglione Bersaglieri Jamiano di Aviano (PN)
- 2º Battaglione Fanteria Pordenone di Pordenone (dal 1º aprile 1992)
- 19º Gruppo Artiglieria da Campagna Semovente Rialto di Maniago (PN)
- Battaglione Logistico Ariete di Maniago (PN)
132ª Brigata Corazzata Ariete (1992/97)
- 32º Reggimento Carri di Tauriano di Spilimbergo (PN)
- 3º Battaglione Carri M.O. Galas
- 63º Reggimento Carri di Cordenons (PN) (dal 1º agosto al 29 novembre 1995)
- 63º Battaglione Carri M.O. Fioritto
- 132º Reggimento Carri di Aviano (PN)
- 8º Battaglione Carri M.O. Secchiaroli
- 11º Reggimento Bersaglieri di Orcenico Superiore (PN)
- 27º Battaglione Bersaglieri Jamiano
- 2º Battaglione Fanteria Pordenone di Pordenone (sciolto il 7 maggio 1993)
- 26º Battaglione Castelfidardo di Pordenone (dall'8 maggio 1993)
- 82º Reggimento Fanteria Torino di Cormons (GO) (dall'ottobre 1996 dalla Brigata Meccanizzata Gorizia)
- 19º Gruppo Artiglieria da Campagna Semovente Rialto di Maniago (PN) (sciolto l'8 ottobre 1993)
- 132º Reggimento Artiglieria Corazzata Ariete di Maniago (PN) (dal 9 ottobre 1993)
- Battaglione Logistico Ariete di Maniago (PN)
132ª Brigata Corazzata Ariete (1997/2001)
- 32º Reggimento Carri di Tauriano di Spilimbergo (PN)
- 3º Battaglione Carri M.O. Galas
- 33º Reggimento Carri di Ozzano dell'Emilia (BO)
- 11º Battaglione Carri M.O. Calzecchi
- 132º Reggimento Carri di Cordenons (PN)
- 8º Battaglione Carri M.O. Secchiaroli
- 11º Reggimento Bersaglieri di Orcenico Superiore (PN)
- 11º Battaglione Bersaglieri Caprera
- 82º Reggimento Fanteria Torino di Cormons (GO)
- 132º Reggimento Artiglieria Corazzata Ariete di Maniago (PN)
- Battaglione Logistico Ariete di Maniago (PN)
132ª Brigata Corazzata Ariete (2001/07)
- 4º Reggimento Carri di Bellinzago Novarese (NO) (dal 2002 dalla Brigata Meccanizzata Centauro)
- 20º Battaglione Carri M.O. Pentimalli
- 32º Reggimento Carri di Tauriano di Spilimbergo (PN)
- 3º Battaglione Carri M.O. Galas
- 132º Reggimento Carri di Cordenons (PN)
- 8º Battaglione Carri M.O. Secchiaroli
- 3º Reggimento Bersaglieri di Milano (dal 2002 dalla Brigata Meccanizzata Centauro)
- 18º Battaglione Bersaglieri Poggio Scanno
- 11º Reggimento Bersaglieri di Orcenico Superiore (PN)
- 11º Battaglione Bersaglieri Caprera
- 132º Reggimento Artiglieria Terrestre (Semovente) Ariete di Maniago (PN)
- 10º Reggimento Genio Guastatori di Cremona
- Battaglione Logistico Ariete di Maniago (PN)
Reggimenti e unità supporto
modificaFanno attualmente parte della Brigata Corazzata Ariete i seguenti reparti:
- Reparto Comando e Supporti Tattici Ariete di Pordenone
- 4º Reggimento Carri di Bellinzago Novarese (NO) con 41 Ariete
- 32º Reggimento Carri di Tauriano (PN) con 41 Ariete
- 132º Reggimento Carri di Cordenons (PN) con 41 Ariete
- 11º Reggimento Bersaglieri di Orcenico Superiore (PN) con 50 Dardo
- 132º Reggimento di Artiglieria Ariete di Maniago (PN) con 18 PzH2000I
- 10º Reggimento Genio Guastatori di Cremona
- Battaglione Logistico Ariete di Maniago
Dati i problemi addestrativi in Patria, non stupirà che le unità italiane si addestrino per quanto possibile all'estero. Ovviamente chi è più avvantaggiato in tal senso è la Marina, che facilmente si reca fuori dalle acque territoriali: ovviamente le attività di una Marina sono per forza di cose 'fuori' del territorio nazionale. L'Aeronautica può fare a sua volta rapidi rischieramenti all'estero ma è meno autonoma, ovvero più dipendente dalle strutture che trova in zona d'arrivo. E l'Esercito? Il territorio italiano sembra davvero poco generoso: se da un lato vi sono ampissime variazioni di scenario in termini geografici-territoriali, da zero a quasi 5 mila metri di quota, dall'altro le montagne sono ambienti 'scomodi' e le valli sono piene di città e centri produttivi, tanto che la pianura Padana oramai si potrebbe definire nient'altro che una metropoli diffusa. Quindi anche brigate singole si ritrovano letteralmente disperse in un vasto territorio, spesso in regioni diverse.Questo rende difficile qualunque grande attività addestrativa. I poligoni non mancano, come del resto le aree addestrative: ma sono quasi tutti piccoli o al più medi: impossibile, con un'area non tanto più grande di un campo di calcio eseguire manovre complesse o anche semplici esercitazioni a fuoco con armi medie (non parliamo di quelle pesanti). I rischieramenti in zone come Monte Romano o Capo Teulada sono lunghi e costosi, e si possono fare piuttosto di rado dato l'impegno logistico e i tempi. Per razionalizzare le proprie strutture e proprietà l'Esercito ha in fase di riduzione il loro numero e questo significa dimissioni mirate a razionalizzare la gestione di quanto resta, con una contemporanea riorganizzazione dell'imponente apparato addestrativo. All'estero l'Esercito va sì ad 'allenarsi' ma per missioni reali,di peacekeeping o peggio (=guerra). Per le esercitazioni vere e proprie non ci sono molti spazi, tempi e denari eppure sarebbe il caso di farne il più possibile data la necessità di amalgamare le 'grandi unità' (che attualmente non sono più le divisioni ma le Brigate). Tuttavia c'è stata qualche eccezione, come la Piramidi 2002. Questa è consistita in buona sostanza nella trasferta della brigata 'Pinerolo' in Egitto. Di questo parliamo in questa occasione, sulle informazioni che ha pubblicato RID nel 2002. A prescindere da quest'evento piuttosto estemporaneo, la maggiore attività di trasferta dell'Esercito italiano è stata diretta, ovviamente, soprattutto nei poligoni europei come quello ungherese di Varpalota, o strutture analoghe polacche (Drawsko e Ustka), Bulgare e persino Tunisine. Quanto all'esercitazione PIRAMIDI 2002 essa venne tenuta sul poligono egiziano di El Hamman a 65 km SO da Alessandria nel periodo 15 aprile-15 maggio. Già l'anno prima una parte della brigata corazzata ARIETE aveva partecipato, a livello di battaglione, alla 'Bright Star' che è un'esercitazione importante tenuta sul territorio egiziano con gli USA e altre nazioni Alleate che si addestrano insieme (da cui anche famose foto come quella di MiG egiziani ed F-16 americani in volo assieme sopra le Piramidi). Ma la Bright Star è concepita soprattutto per addestrarsi nelle esercitazioni di rischieramento rapido di forze piuttosto che esercizi di tiro con armi reali. Invece la PIRAMIDI è stata pensata soprattutto per questo, con una preparazione iniziata già nel marzo 2001. Si sono tenute riunioni e conferenze tra Italia ed Egitto con un vero e proprio MOU, poi sono iniziate le manovre di preparazione sul poligono di Torre di Nebbia che è vicino a Bari, sede della Brigata, con un totale di sette esercitazioni per preparare adeguatamente la Brigata come amalgama tra le sue unità, e tre esercitazioni a fuoco. Poi nel periodo 10-21 aprile 2002 c'è stato il trasferimento armi e bagagli sul suolo egiziano, e fino al 10 maggio si sono qui tenute numerose esercitazioni di tiro dalle armi individuali ai sistemi contraerei e controcarri, anche notturne: per esempio, 3 esercitazioni con i TOW, 7 esercitazioni di tiro notturne con i plotoni meccanizzati e 6 con i carri. Le più importanti sono state quelle a livello di gruppo corazzato, due, tenutesi con gli Egiziani. In effetti si è trattato di un totale di almeno 48 eventi, che grazie alla struttura addestrativa di El Hamman di oltre 120 km2 è stato possibile svolgere in meno di un mese. Questo anche perché vi è una suddivisione in tre poligoni utilizzabili in contemporanea (sono gli A, B e C, quest'ultimo usato solo per l'artiglieria). Naturalmente tutto questo ha consentito, con la collaborazione tra Italia ed Egitto, dei ritorni di tipo più vasto rispetto ad una semplice attività addestrativa: non è facile che le due Nazioni si ritrovino a collaborare e a scambiarsi informazioni ed esperienze e quindi si è trattato di un'occasione preziosa per verificare la preparazione di entrambe oltre che per rafforzarne i legami.
La Task Force PINEROLO è stata costituita ad hoc per l'occasione: 1.612 truppe di cui 130 ufficiali e 296 sottufficiali, tutti soldati che erano professionisti (la truppa era di VFA, VFP e VSP) con una forza mista di mezzi corazzati e blindati tra cui: 25 carri Leopard 1A5, 5 Centauro, 13 M109L, 8 SIDAM, 49 VCC-1 e VCC-2, 7 M-106 (con mortaio da 120 mm), 8 M113 con missili TOW, 1 M-113 con radar SHORAD (per i SIDAM), 9 altri blindati per un totale di 133 mezzi. A parte questo si sono mossi anche 296 veicoli di cui 26 AR-90, 54 VM-90, 111 autocarri, 105 veicoli 'speciali'. Il tutto è stato completato da due AB-412 dell'Aviazione e 100 container di cui 90 in affitto e solo 10 di proprietà dell'E.I. Per trasferire tutto questo quantitativo di personale e mezzi è stato fatto affidamento a tre grosse navi traghetto Ro-Ro, di cui una a Bari (la GERMANIA) ha preso i mezzi ruotati e container, e poi a Monfalcone gli MLRS, la seconda (LILLEBORG) da Bari ha preso a bordo altri veicoli e container e la terza (GOLFO DEI FIORI, davvero poco 'intonato' come abbinamento per un'unità corazzata) ha fatto un carico simile a Bari e poi a Manfredonia ha preso M109 e SIDAM (Bari non è adatto per le operazioni con i mezzi corazzati). Visto che c'era da sparare molto, non stupirà che sono state portate al seguito ben 121,2 t di munizioni: 0,2 t per 423 bombe a mano, 4,5 t per 108.970 cartucce, 4,7 t per 263 bombe per mortaio leggero, 37 per le 720 munizioni da 155 m, 23,4 t per 750 colpi da 105 mm da esercitazione, 1,9 t per 48 missili TOW, 4,8 t per 3.200 munizioni da 25 mm, 44,6 t per 144 razzi MLRS da 227 mm. Questo giova a capire che razza di sforzo logistico è necessario per movimentare una grande unità moto-corazzata. E dire che queste armi sono solo una piccola parte di quanto è necessario: per esempio i semoventi SIDAM hanno ciascuno non meno di 640 colpi e questo significa 5.000 munizioni circa per un solo pieno di munizioni, mentre i 750 colpi da 105 mm sono sufficienti per 19 'pieni' per una Centauro oppure circa 15 per un Leopard. I soli carri e autoblindo, per un pieno di munizioni avrebbero avuto bisogno di almeno 1700 colpi. I mezzi sono stati sbarcati nel porto di El Dulkaila, ma il personale è arrivato con 12 voli charter sull'aeroporto militare di El Harab, vicino a Alessandria. Gli uomini provenivano dal 31° RGT carri Altamura', 21° Rgt artiglieria 'Trieste', 7° Rgt bersaglieri, 9° Rgt. Fanteria Meccanizzata "BARI" e 11 Rgt Genio Guastatori, più un plotone dell'11° Rgt Trasmissioni 'Leonessa', plotone del 33° Rgt EW 'Falzarego', sezione 1° Rgt elicotteri 'Antares', plotone Centauro dell'8° Rgt 'Lancieri di Montebello', nucleo NBC del 7° Rgt NBC 'Cremona', gruppo artiglieria del 5° Rgt 'Superga' e i SIDAM del 121° Rgt 'Ravenna'. Certamente di tutte queste unità spiccavano gli MRLS: 8 veicoli su 22 disponibili e circa la metà della forza assegnata alla prima linea (due gruppi). Gli Egiziani da parte loro avevano portato solo una cp carri M60A3 inserita nel 31° Rgt, una batteria BM-21, compagnia meccanizzata inserita nel 7°.
Non è mancata la commemorazione ad El Alamein, che è appena 45 km distante e dove il 7° Rgt e il 21° Rgt combatterono nel '42.
Detto tutto questo, l'esercitazione di fuoco finale è stata chiamata THUNDERBOLT 2002, il 9 maggio. Era un'azione di fuoco diurna in cui si simulava la difesa tramite una forza di reazione rapida, dello stato di Desertlandia invaso dal vicino Firelandia. Prima si era tenuta una esercitazione italo-egiziana di 72 ore in un vicino poligono, che ha dato il 'là' alla Thunderbolt, tenutasi di fronte ad una vasta delegazione di generali e giornalisti sia italiani che egiziani. I mezzi interessati, e ben visibili nella piatta tavola del deserto (eccetto per depressioni capaci di nascondere una compagnia carri, quindi attenzione alle sorprese) vedeva coinvolte 4 Centaruo come plotone blindo esploranti, due cp carri con 25 Leopard, 2 cp meccanizzate con 40 VCC, una cp c-c con 8 M113/TOW e una cp mortai con i pezzi da 120 semoventi; un gruppo del 21° rgt con 13 M109L, il gruppo MLRS, plotone NBC ed elicotteri; gli Egiziani aggiungevano 2 cp carri con 21 M60A3, gruppo artiglieria con 4 D30, batteria con 4 BM-21, 2 elicotteri Gazelle/HOT, 4 Mirage. La capacità da verificare era più che il tiro, la manovra, ovvero il contrasto dinamico di un attacco, cosa che a quanto pare in Italia non è stato mai tentato (o forse sì, nel poligono di Capo Teulada; ma dev'essere stato un evento piuttosto isolato), con 7 fasi rapidamente svolte con il dovuto ritmo. Dalle 11.00 si è visto: prima fase, tiro della batteria M109, fuoco delle Centauro in arretramento; seconda fase, ancora arretramenti ed intervento oltre che degli M109 anche dei micidiali MLRS; terza fase, arretramento dei gruppi tattici come quello meccanizzato (GOLF) su due cp, rinforzate da carri e missili TOW; Quarta fase, ancora ripiegamento con contrasto dinamico fino alla linea Blu; Quinta fase, raggiunta la linea blu è iniziato un fuoco di sbarramento e di tiro al bersaglio singolo da parte di tutte le armi disponibili, inclusi 21 missili TOW e 72 razzi MLRS; sesta fase: contrattacco con i 4 Mirage e i due Gazelle che precedettero l'avanzata delle truppe, con il sostegno anche di 12 colpi sparati dalla batteria da 122 mm; settima fase, contrattacco in profondità da parte delle 4 cp carri. In tutto le Centauro hanno sparato 56 colpi, 14 per mezzo, mentre i carri Leopard 12 per un totale di 300, i carri M60A3 solo 6 per un totale di 121. Seguita dalla cp meccanizzata e dalla cp mortai per rastrellare il campo di battaglia, si chiudeva l'esercitazione e veniva seguita dalla rassegna degli uomini e mezzi sotto il sole cocente del deserto. Non è chiaro a che ora finì la 'battaglia' per salvare Desertlandia, ma l'inizio alle 11 non dev'essere stato l'orario più azzeccato: sul deserto è meglio cominciare alle 6, ma forse gli spettatori non sarebbero stati propensi a muoversi tanto presto?
In ogni caso l'Esercitazione 'Piramidi 2002' ha consentito di rodare la 'Pinerolo' come grande unità combattente capace di eseguire grosse operazioni di tipo convenzionale. Gli Egiziani giocavano 'in casa' ma a parte l'aviazione non hanno mobilitato molto del loro pur numeroso esercito, basti pensare agli oltre 500 M1 Abrams. Del resto nemmeno gli Italiani avevano portato i carri Ariete (peraltro molto meno numerosi), ma solo un plotone di veloci Centauro. I carri M60A3 e Leopard 1A5 sono del tutto equivalenti, ma la manutenzione può causare qualche sorpresa in negativo, per esempio il sistema di stabilizzazione dei carri egiziani era, per problemi tecnici, inoperativo sulla maggior parte dei mezzi che di conseguenza dovevano sempre fermarsi per sparare. Non è una cosa davvero importante, a dire il vero, visto che per il tiro preciso, specie a grande distanza è sempre meglio fermarsi anche se per pochi secondi: il sistema di stabilizzazione casomai aiuta a prendere subito la mira e sparare, oltre che a tenere il bersaglio sotto osservazione durante il movimento. I soldati egiziani si sono dimostrati motivati e professionali, anche se ci si sarebbe potuti aspettare una partecipazione molto più consistente, mentre le tattiche operative si sono dimostrate ancora piuttosto rigide con i subalterni senza quella libertà di decisione che è un po' la classica caratteristica di scuola sovietica, accentratrice delle decisioni ai livelli più alti di comando. Ultima nota, il costo di tutta questa attività: la partecipazione della brigata italiana è costato in tutto 8 milioni di euro: né tanto né poco, certamente denaro speso bene per preparare meglio ad operare in grosse formazioni visto che normalmente le esercitazioni vengono spezzettate tra tante piccole unità operative. Inoltre l'esperienza desertica sarebbe tornata certo utile per le successive azioni. Per quanto possa sembrare 'strano', proprio nella fase di preparazione dell'esercitazione (i cui costi non sono contemplati negli 8 milioni di euro) il mondo 'è cambiato' e certo non in meglio, con la fine della 'pax clintoniana' e la 'guerra al Terrore' iniziata dal settembre del 2001.
Nel 2001-2003 la Brigata mostrava notevoli capacità e cambiamenti rispetto al passato recente. Ma a proposito, prima ripercorriamo la sua storia.
Iniziamo dalle unità a livello più basso: i reggimenti 'Genova', 'Nizza', 'Piemonte' e 'Savoia' sono stati fondati nel XVII secolo: rispettivamente 1683, 1690, 1692 e 1692.
Nata il 7 marzo 1835 come II Brigata di Cavalleria, con i reggimenti di cavalleria 'Piemonte Reale', 'Genova' e 'Aosta',sciolta nell'ottobre 1849 (a seguito della catastrofe della I Guerra d'Indipendenza, dove combatté, come parteciperà anche a tutti gli altri conflitti del Risorgimento), ricostituita nel 1859 come II Brigata corazzieri con i rgm 'Savoia' e 'Genova'. Nel 1860 cambiò il nome e tornò la II Brigata di cavalleria, ma nel 1863 venne soppressa. Ricostituita nel 1866, stavolta sui reggimenti 'Nizza' e 'Piemonte Reale', nel 1926 divenne II Comando Superiore di Cavalleria, ma ancora una volta ritornò al nome originale nel 1930. Nel frattempo dovette coprire la rotta di Caporetto, quando dovette proteggere il ripiegamento sui ponti del Tagliamento della III Armata. Fu a Pozzuolo del Friuli che la Brigata cavalleria si schierò, come parte della II Divisione di Cavalleria, combatterono il 29 e il 30 ottobre 1917 contro 8 battaglioni austriaci, e al termine della battaglia, essenzialmente combattuta il 30 ottobre, di 1000 lancieri ne rimasero 485 con 380 cavalli, ma assolsero il loro compito, con i superstiti che rientrarono nelle loro linee. La brigata, o meglio i due reggimenti GENOVA e NOVARA che vennero impiegati venne concessa la Medaglia d'Argento al Valor Militare. Poi vennero riorganizzati dall'inizio del 1918. Presero parte all'offensiva del Piave nel giugno e luglio, e poi a Vittorio Veneto.
Nel 1935-38 questa brigata divenne varie cose, per esempio la II Brigata Celere, poi Brigata Celere Emanuele Testa di Ferro', fino a che, ancora una volta, venne sciolta il 1 febbraio 1938, e i suoi reggimenti andarono alla Divisione Celere. Quindi la 'Pozzuolo del Friuli', non ancora così chiamata, non ha avuto parte nella II GM ma ha dovuto aspettare fino al 1 aprile 1957 per rinascere per l'ennesima volta, a Gradisca d'Isonzo, con i reggimenti 3° 'Piemonte', 4° 'Genova' e 5° 'Novara'. Ancora non era una vera brigata, ma lo diventò il 1° Gennaio 1959 quando da Comando Brigata Cavalleria divenne a tutti gli effetti la Brigata Cavalleria 'Pozzuolo del Friuli', località in cui combatté contro gli Austriaci, il 30 ottobre 1917. A quel punto aveva i reggimenti 2 'Piemonte Cavalleria,' 4 'Genova Cavalleria', 5 'Novara cavalleria'. e l'8° Reggimento artiglieria semovente. Dopo l'abbandono dei reggimenti, sostituiti in pratica con le brigate, la Brigata divenne, nell'ottobre 1975, la Brigata Corazzata 'Pozzuolo del Friuli', che aveva:
- comando, reparto comando e trasmissioni,
- il 4° Gruppi Squadroni Meccanizzati 'Genova Cavalleria'
- il 5° gr.sq. carri 'Lancieri di Novara'
- il 28° gr. sq. carri 'Cavalleggeri di Treviso'
- il 120° Gruppo artiglieria campale semovente 'Po'
- battaglione logistico, squadrone controcarri e compagnia genio pionieri.
La brigata, a livello superiore, venne inquadrata nella divisione MANTOVA. Da ciò che resta dei disciolti reggimenti (i gruppi squadroni sono praticamente dei battaglioni) dei reparti cavalleria, si sarebbe poi formata una brigata di cavalleria completa, alle dipendenze della divisione FOLGORE, ovvero la Brigata corazzata 'Vittorio Veneto', stanziata a Trieste, con i gr.sq. 'Piemonte', 'Aosta', 'Firenze', 8 gr. 'Pasubio', battaglione logistico, Reparto Comando e vari altri.
Nel 1991 il nome cambiò ancora in Brigata di cavalleria 'Pozzuolo del Friuli', con i reparti Comando, Reparto Comando e Supporti Tattici, e infine:
- 2° reggimento 'Piemonte Cavalleria'
- 4° Reggimento 'Genova Cavalleria'
- 5° Reggimento ' Lancieri di Novara'
- 8° Reggimento 'artiglieria da campagna 'Pasubio'
- 84° Battaglione fanteria 'Venezia'
- Battaglione logistico 'Pozzuolo del Friuli'.
La Brigata, già veterana di guerre d'indipendenza nel XIX secolo, è stata impiegata per un ruolo 'antinsurrezionale' nel 1992 con l'operazione 'Vespri Siciliani', mentre subito dopo uno squadrone delle Centauro 'Lancieri di Novara' è andato in Somalia con l'operazione 'Ibis'. Nel 1997 ha perso il battaglione 'Venezia', ceduto al Comando Artiglieria C./a, mentre dal 1 gennaio 2000 è arrivato invece il reggimento Lagunari 'Serenissima' e poi il 3° Rgt Genio Guastatori. Tuttavia ha perso l'8° rgt 'Pasubio'.
In termini di equipaggiamenti, inizialmente la 'Pozzuolo' aveva il carro medio M47, poi ha ottenuto, dai primi anni '70, i primi Leopard 1, mentre nei primi anni '90 arrivarono le Centauro.
La POZZUOLO ha un compito NATO, assegnata all'ARRC, come unità assegnata come unità esplorante alle dirette dipendenze del comando dell'ARRC. Ha avuto a lungo sede a Palmanova, poi è stata mandata alla caserma 'Guella' di Gorizia. In ambito dell'Esercito è assegnata alle dipendenze del 1° FOD di Vittorio Veneto, che poi è l'ex V Corpo d'Armata. Attorno al 2003 si articolava su:
- reparto Comando, supporti tattici (tutti a Gorizia) e 3 reggimenti di cavalleria:
- il 2° a Villa Opicina,
- il 3° Palmanova e
- il 5° a Codroipo
Per il resto è arrivato il 'Serenissima' di Mestre, il 52° Artiglieria semovente 'Torino', a Vercelli, il 3° reggimenti Genio Guastatori a Udine.
Date le lunghe tradizioni, non stupirà che il reparto è custode di una forte identità d'appartenenza, con tanto di Museo Storico Militare di Palmanova e la Fanfara, un'orchestra militare ben nota.
Nonostante i tanti cambiamenti, le cose hanno continuato ad evolversi e a cambiare nell'ordinamento della brigata. L'inizio del 2002 ha visto la perdita del battaglione logistico, come del resto anche nelle alte unità dell'esercito a livello di brigata, ma anche l'8 Rgt 'Pasubio', che però è stato sostituito dal 52° TORINO, proveniente dalla brigata CENTAURO, cosa davvero illogica visto che è a ben 400 km di distanza dalla sede del comando, e non ha certo mezzi ruotati come 'monte'. Il tutto ha conseguenze nefaste sui costi e le capacità di 'amalgama' dei reparti. Dopotutto si parla di una brigata, non certo di una divisione o di un C. d'Armata. Un elemento insolito è quello relativo alla presenza del rgt. 'Serenissima', praticamente diventato da reggimento lagunari a qualcosa di simile a fanteria leggera, con funzioni esploranti per la brigata.
La 'Pozzuolo' è costituita modernamente come unità esplorante, ma sia 'by stealth' che 'by force'. Nel primo caso vi sono mezzi leggeri, esploranti, scouts. Veicoli leggeri, motocicli, alcuni blindati Fiat 6616 (oramai vetusti) da sostituire al più presto con i PUMA mezzi meglio armati (armi da 12,7 mm in torretta anziché postazioni con una da 7,62 mm), più mobili, protetti e con una certa 'stealthness' relativa alla sagoma sfuggente, alla ridotta segnatura IR e acustica. Sono mezzi che hanno sofferto molto per entrare in servizio, finalmente la cosa è accaduta ma accodati a tutti gli altri tipi già in qualche misura completati. La presenza delle Centauro è indubbiamente utile per l'esplorazione 'by force', dato il loro cannone da 105 mm, e un modulo futuro per l'esplorazione sarà quello di due Centauro e 4 Puma 4x4. Il Puma è presente anche in versione 6x6 (forse il primo blindato 6x6 di produzione italiana) ma questi sono destinati ad unità come i Lagunari. La sostituzione delle vetuste 6614 con i Puma dovrebbe essere avvenuta tra il 2003 e il 2004. I Puma dovrebbero avere un mast elevabile per sensori come camera televisiva, FLIR, telemetro laser, più sistemi avanzati di navigazione terrestre e comunicazione digitale, insomma quello che serve (se questa costosa soluzione sarà attuata, in termini di equipaggiamenti) per assolvere le missioni esploranti. In teoria questa versione super-accessoriata era destinata al 19 rtg Cavalleggeri Guide.
Certo questo è il futuro allora previsto, ma il presente era diverso: le stesse 6614 non erano sufficienti, e allora i VM-90 con pannelli in kevlar inferiori e laterali per resistere alle mine antiuomo, tanto come soluzione ad interim. Sono queste le 'montature' usate all'epoca come preminenti. Le Centauro e i ruotati 4x4 erano aiutati anche dai team motociclisti (su Cagiva Enduro 350cc), sempre nel caso dei plotoni esploranti, usati anche per collegamenti rapidi tra le varie unità. I reparti esploranti hanno la potenza di fuoco delle mitragliatrici da 7,62 e 12,7 mm (quelle dei VM-90?), sistemi puntamento notturni etc.
Le Centauro sono usate per battere le vie principali e per 'saggiare' le forze nemiche. La brigata non ha supporto elicotteristico proprio. Ma esiste la Brigata Aeromobile FRIULI (da non confondersi con la 'Pozzuolo del Friuli'), che spesso agisce in maniera integrata con questa. I reggimenti di cavalleria sono 3 ed uguali l'uno con l'altro: hanno Comando, squadrone comando e supporti logistici, gruppo squadroni operativo, eccetto che nel caso del rgt PIEMONTE, privo dei blindati ma con uno squadrone esplorante leggero. In pratica il PIEMONTE è un reggimento sottodimensionato, legato alla situazione dei volontari a lunga ferma.
Il comando di reggimento ha la possibilità di generare due posti comando diversi, uno mobile, protetto, e unoa fisso su shelter. Lo squadrone Comando e Supporto del comando reggimentale ha"due componenti, come del resto si intende dalla sua definizione: quello C3, e quello di sanità,trasporti, materiali vari. Tale componente era diventata interessante con le missioni 'fuori area' in cui il supporto logistico era maggiormente richiesto.
La costituzione di un singolo gruppo squadroni era questa (attorno al 2001): squadrone comando (nucleo comandante di gruppo e nucleo di controllo tattico), tre squadroni esploranti e uno di blindo pesanti. Perché vi era uno squadrone di blindo pesanti? Perché gli altri erano misti, sia con le Centauro che con veicoli leggeri. Ovvero, ognuno dei tre plotoni che componeva lo squadrone aveva 2 Centauro e 4 veicoli VM-90 (in attesa di altrettante Puma). Quindi i tre squadroni esploranti avevano 9 plotoni con 18 Centauro, a cui si aggiungevano le 12 Centauro dei 3 plotoni dello squadrone blindo pesanti. Questo faceva un totale di 30 mezzi, ma ve n'erano altre dieci in forza ai comandanti di reggimento, comandanti di gruppo squadrone, comandante di squadrone e vice-comandante di squadrone. Quindi la forza complessiva di Centauro era di 14 mezzi per lo squadrone blindo pesanti, 8x3 per gli squadroni esploranti e 2 per il comando di reggimento e di gruppo squadroni. Come si vede non si tratta della stessa struttura di un battaglione carri, anche se la forza complessiva è simile. Le capacità date dalla velocità e potenza di fuoco sono comunque valide, tanto che la NATO nel suo ACE Rapid Reaction Corps, ovvoero un Corpo d'Armata di reazione rapida, ne teneva debito conto. Gli elementi di ricognizione erano infatti i tre reggimenti Scimitar della 1st Recce Brigate inglese, nel ruolo di ricerca e 'screening', e la 'Pozzuolo' con i suoi 3 reggimenti di Centauro per azioni più impegnative. Azioni che però erano anche più pesanti, in quanto le Centauro erano sì rapide su strada, ma differentemente dagli Scimitar non avevano nessuna capacità anfibia e tantomeno d'essere trasportate dai CH-47. Gli unici mezzi, in attesa delle 'Puma', con capacità anfibie erano i pochi e vecchi 6614, che in termini d'armamento non reggevano assolutamente il confronto con altri mezzi blindati (a cui gli Scimitar potevano opporre il pericoloso cannone Rarden da 30 mm, sufficiente contro la maggior parte delle corazze), e inoltre essendo mezzi 4x4 non avevano certo la mobilità migliore per spostamenti in zone con ostacoli naturali (fossi) di una certa grandezza. Se non altro gli Scimitar, molto mobili e anfibi, nonché eliportabili, potevano assolvere a missioni che i mezzi della 'Friuli' non erano in nessun caso nella condizione di svolgere.
In tutto erano presenti fino a 120 Centauro, ovvero 40 per ciascun gruppo squadroni, ma dopo la perdita dell'elemento 'pesante' del reggimento 'Torino', sono rimaste 80, a cui dovrebbero aggiungersi 3 per il soccorso e 3 come posto comando, ma non ancora in linea al 2003.
Il Reggimento d'artiglieria era costituito invece da 24 pezzi da 155 mm. Questo potente reggimento operativo, originariamente aveva i semoventi M109L del PO, ma dopo sono arrivati uomini e mezzi del TORINO, il che ha assegnato invece 24 obici trainati FH-70 da 155/39 mm. La cosa è piuttosto strana se si considera dei criteri di elevata mobilità necessaria, visto che sono artiglierie tutt'altro che maneggevoli, pesanti 9 t e passa l'uno. C'era d'aspettarsi poi la sostituzione con le artiglierie ULH, l'obice pesante e al tempo stesso, ultraleggero, pesante appena 4 t e aviotrasportabile con un CH-47, in pratica è l'arma sviluppata dai Marines per le proprie esigenze, che dovrebbe esser arrivata nel 2006-2007.
Da notare che però nel 2001 l'organico della 'Pozzuolo' era di qualcosa differente: c'erano gli obici semoventi M109L, ma anche una maggiore potenza di fuoco. In effetti si tratta di una forza diversa soprattutto dal momento che quando vi erano tutti e tre i reggimenti armati con 40 Centauro l'uno, per un totale di 120 mezzi. Quindi al culmine della sua forza questa brigata ha avuto, attorno al 2000, circa il 30% di tutte le Centauro dell'EI (il che avrebbe comunque lasciato modo di equipaggiare 3 brigate con questa stessa forza).
La presenza di un reggimento guastatori ha migliorato la capacità di aumentare la capacità di superare ostacoli e procedere speditamente, cosa apprezzata per esempio nei Balcani dove i genieri sono stati utilizzati spesso assieme alle unità esploranti. Prima del resto c'era solo una compagnia, un po' poco per una intera brigata che fa della mobilità la sua ragion d'essere. Operano spesso anche come sminatori nelle aree di guerra. E nondimeno, la brigata di cavalleria aveva carenze in termini di tecnologie di comunicazione e C3 che limitavano o limitano a tutt'oggi la capacità di sfruttare le informazioni potenzialmente acquisite dalle unità esploranti. La cosa era piuttosto evidente nelle esercitazioni per i 'posti di comando' in ambito ARRC, mentre solo da poco tempo erano state adottate, per le blindo Centauro, le moderne radio americane SINCGARS, il che ha se non altro risolto il problema delle comunicazioni (o quantomeno, risolto parzialmente visto che non tutti i veicoli sono Centauro). La ricambistica era ed è rimasta un problema: nonostante la massa di autoblindo disponibili, la mancanza di parti di rispetto ha inciso con pesantezza sulla effettiva disponibilità delle autoblindo, e sulla possibilità di un addestramento esaustivo, soprattutto in scenari convenzionali, con grande dispiegamento di forze. La mancanza di pezzi di ricambio è un problema poco noto, ma presente in tutti gli eserciti, e che limita il numero di mezzi realmente disponibile per le operazioni; stupisce che però colpisca dei mezzi come le Centauro, che nel 2001 erano in servizio, nel peggiore dei casi, da meno di 10 anni. Forse anche per questo uno dei tre reggimenti aveva perso, nel 2003, la componente delle blindo pesanti (il che farebbe capire che il problema ha delle dimensioni tutt'altro che trascurabili, visto che ha significato togliere un terzo del totale disponibile per la brigata).
Dal 2003 la brigata è stata alimentata interamente con personale a ferma lunga (VFB e VSP), dato che l'ultimo reparto di leva, il Reggimento 'Piemonte Cavalleria' ha abbandonato la leva dopo il 2002. Nel 2001 era il 'Genova Cavalleria' il migliore dei reparti 'professionalizzati', con il 30% del personale in servizio permanente (VSP) e il rimanente che era costituito da volontari in ferma breve (VFB). Da questo reggimento dipendevano anche le tradizioni della brigata: il Centro Ippico Militare e la Fanfara. Il 'Novara' era destinato poi a ricevere, come successiva unità, i volontari VSP e VFB, che del resto era già presente anche nel reparto comando. Il 'Piemonte' invece aveva un grosso problema di organici non avendo ricevuto l'ultimo scaglione di VFA e non ancora i professionisti. Questi erano invece già presenti negli altri due reparti, il 3° reggimento e i Lagunari, che all'epoca erano ancora per lo più equipaggiati con i VCC-2 (in seguito da corazzati avrebbero fatto invece il passaggio alle Puma 6x6 diventando un reparto blindato). I Lagunari avevano come composizione basica 3 compagnie lagunari, una mortai pesanti e una controcarri, nonché quella Supporti Tattici Anfibi (incluso il temibile Plotone Anfibio Speciale). I Lagunari erano una forza esplorante e di fanteria leggera, ma anche con capacità di esplorazione e sbarchi anfibi, ma non aveva ancora fatto, al 2001, una singola esercitazione per vedere d'integrarsi con una unità tanto diversa come la Cavalleria corazzata. In teoria erano anche impiegabili per operazioni eliportate, senonché il limitato numero di ore di volo degli elicotteri di CAVARIA (Cavalleria dell'aria) impediva un addestramento di una qualche consistenza nelle operazioni eliportate, che non sono certo improvvisabili.
In ogni caso, la professionalizzazione della brigata ha aiutato ad integrarsi meglio negli impegni esteri, per esempio con il rischieramento di 3 reggimenti nel tardo 2002 nell'ambito della Brigata multinazionale, che era a guida tedesca.
Gli impegni della 'Pozzuolo' erano cominciati molto tempo prima, con uno squadrone del 'Lancieri di Novara' con le Centauro, mentre nel dal 1999 la brigata è impiegata in operazioni in Bosnia, Kosovo e Albania con operazioni come le 'Joint Forge' e 'Joint Guardian'. Nel novembre 2000 venne formato un gruppo tattico con il Comando e due squadroni del 'Genova', che assieme al 132° Carri ha dato vita alla TF 'Sauro', nella Brigata multinazionale Ovest.
In Kosovo c'è stato l'impegno del reggimento 'Genova Cavalleria' dal novembre 2002, operazione 'Joint Guardian', inquadrata nella brigata Ariete. Un plotone del 'Lancieri di Novara' dal mese precedente era in Macedonia, nell'operazione 'Amber Fox', con la Brigata comandata dagli olandesi. Nel 2001 i Lagunari sono stati mandati a Pec, Kosovo, con la Brigata internazionale Ovest (per un tempo di 4 mesi). Dal novembre 2002 al marzo successivo il 'Novara', il 'Serenissima' e il 3° Reggimento guastatori sono stati impiegati nella 'Joint Guardian', nella brigata italo-tedesca, anzi inizialmente doveva esservi spiegata tutta la brigata ma poi c'è stato un accorpamento dei settori italiani e tedesco in una sola unità con comando alternato, iniziando con i tedeschi.
A parte questo, vi sono state esercitazioni come quella del 1999 in Ungheria (BALATON), Egitto (BRIGHT STAR) e in Polonia (DRAWSKO 2000, svolta il 28 aprile-30 maggio, assieme al 183° Para 'Nembo' e 132° corazzato 'Ariete'). Per esercitare le capacità di comando vi sono state anche delle esercitazioni tipo l'ARRCADE GUARD, svolte annualmente in Germania, nel centro d'addestrativo di Sennelager. Per l'allenamento vi era l'area di Comor, con un sistema con 21 shelter di vario tipo, sia militare che commerciale. I sistemi di comunicazione usati erano di vario tipo, dai fax del sistema SOTRIN alle radio HF e telefoni EE-8. Altri impegni recenti sono stati quelli per la sorveglianza dei seggi elettorali, e in una operazione chiamata 'Domino'.
Gli impegni non erano pochi, ma mancavano le aree addestrative, per cui è oltre al poligono di Cellina Medura è stato necessario usare le aree di Monteromano e Capo Teulada, e poi anche in Ungheria, Polonia e Spagna, con la quale ultima v'era un programma di scambio tra unità di cavalleria meccanizzata dell'esercito.
L'E.I. non ha certo una tradizione recente sull'aeromobilità, o almeno così appare dalla ricca aviazione dell'esercito (ALE) che è da decenni uno degli elementi di punta della sua organizzazione. Però, un conto è avere i mezzi, un conto la mentalità e la competenza tecnica. Queste sono arrivate, nonostante le tante affermazioni e gli esperimenti, di fatto solo con la ricostituzione della brigata FRIULI in unità aeromobile, cosa che di fatto è successa solo in anni recenti. Dopo un lungo passaggio di maturazione e ridefinizione, il 1 gennaio 1999, verso l'aeromobilità con l'aggiunta del 7° Rgt 'Vega'. Costituito a Casarsa nel 1996, questo reparto venne spostato verso una base, la 'G.Vassura', dismessa dall'AM, vicino alla base della brigata. La sperimentazione ebbe luogo cona la 3a compagnia del 66° 'Trieste', con un'esercitazione in Polonia, la DRAWSKO 2001, poi nel 2003 è toccato alla 2a compagnia, ma per la totale operatività era attesa l'esercitazione in Sardegna di quell'anno, quando sarebbe toccato anche alla 1a compagnia dell 66imo. Tutto questo con un movimento lento verso questo obiettivo, per non improvvisare nulla e non fare il classico passo più lungo della gamba, anche perché l'attività di volo degli elicotteristi dell'esercito non era molto aiutata dai costi eccessivi per le finanze disponibili. Il Comando di Brigata ha avuto alla sua testa il com. Piferi, Ten.Colonnello allora, poi comandante del 7° 'Vega', di provenienza dal 16° Gr. Sqd 'Giove', assegnato alla Folgore.
All'inizio degli anni '90 la costituzione della brigata, una classica unità meccanizzata, con tre battaglioni di fanteria e uno carri assegnata alla Regione Militare Tosco-Emiliana, e l'elenco delle sue unità era:
- 10° Btg Bersagliori (BO)
- 78° Btg Fanteria meccanizzata 'Lupi di Toscana' (FI)
- 66° Btg Fant. mecc. 'Valtellina' (FO)
- 11° Btg Carri 'Calzecchi'(Ozzano)
- 21° Gr. Artiglieria Semovente (BO)
- Battaglione logistico
- Compagnia controcarri
- Compagnia genio
- 225° Battaglione 'Arezzo'
Dopo la fine della Guerra fredda la brigata iniziò la sua transumanza verso il Nord Italia, e si ridusse anche grazie all'adozione di una forza basata su personale sempre più professionista e volontario, passando poi al Comando di proiezione di Milano. La componente di fanteria venne ridotta, i blindati aumentati:
- 6° Reggimento Fanteria meccanizzata (ex-10° Btg Bersagliori) (BO)
- 66° Rgt Fanteria meccanizzata 'Trieste'(FO)
- 33° Rgt. Carri 'Calzecchi'(Ozzano)
- 21° Gr. Artiglieria Semovente 'Trieste'(BO)
- 121° Btg 'Macerata' (Fano)
- Reparto comando e Supporti Tattici
- Unità sanitaria (Quadro)
Poi è stata la volta dell'evoluzione della 'specie' diventando un'unità aeromobile. Venne eliminato il gruppo artiglieria con gli M109L, ma poi è stata anche la volta del 6°. Il primo è stato una decisione sofferta per via della necessità di preparazione delle aree di sbarco con le artiglierie campali. Il 6° è stato sperimentato come unità aeromobile ma senza successo, e alla fine tale concetto è stato realizzato dal 66°. La mancanza del gruppo d'artiglieria è stata motivata senza troppa convinzione, data l'efficacia nella preparazione dell'elisbarco in zone abbastanza vicine dal fronte. Per superare la cosa è stato deciso di assegnare se necessario l'artiglieria da altre unità, senza quindi assegnazioni organiche fisse. In compenso è rimasta la compagnia mortai pesanti.
Attorno al 2004 era finito in gran parte il programma di ridefinizione dell'unità aeromobile:
- 66° Rgt. Fanteria meccanizzata 'Trieste'(FO), circa 700 elementi
- 3° Rgt. 'Savoia' (GR)
- 5° Rgt.Cavalleria dell'Aria 'Rigel' (Casarsa della Delizia)
- 7° Rgt. Cavalleria dell'Aria 'Vega' (Rimini)
- Reparto Comando e supporti tattici
Un primo assaggio della costituzione più recente è stato fatto con la DRAWSKO 2003 con una forza complessiva notevole, di 1950 uomini, 700 mezzi di cui 19 Centauro e 12 M109L (non è chiaro se erano ancora assegnati alla brigata oppure no), nonché circa 40 elicotteri di tutti i tipi, molti dei quali è volata in Polonia direttamente dall'Italia (chiaramente non senza scali intermedi). Il 5° è soprattutto 'aeromeccanizzato (trasporto), il 7° da combattimento.
E ora la componente elicotteristica, che era costituita all'epoca da non meno di 86 elicotteri (ma non contando gli AB.206, oramai in radiazione (almeno dalla Brigta).
- 5° Rtg 'Rigel':
- 27° Gruppo Squadroni (Gr.Sqd.) 'Mercurio':
- 271° Sqd. ESC AB-206C-1
- 272° Sqd. ESC AB-205
- 273° Sqd. ESC AB-206 e A.109T
- 49° Gruppo Squadroni (Gr.Sqd.) 'Capricorno':
- 491° Sqd EC A.129
- 492° Sqd EC A.129
- 493° Sqd EC A.109T
- 27° Gruppo Squadroni (Gr.Sqd.) 'Mercurio':
Gli A.129 del 'Rigel' erano principalmente intesi come apparecchi controcarri, e quindi allestisti alle configurazioni G07 e G09.
- 7° Rtg 'Vega':
- 25° Gr.Sqd. 'Cigno':
- 251° Sqd. ESC AB.205
- 252° Sqd. ESC AB.205
- 253° Sqd. ESC AB.205
- 48° Gruppo Squadroni 'Mercurio':
- 481° Sqd. EC A.129
- 482° Sqd. EC A.129
- 483° Sqd. EC A.129
- 484° Sqd. EC A.109T
- 53° Gruppo Squadroni 'Mercurio':
- 531° Sqd ESC AB-206C-1
- 532° Sqd ESC AB-412
- 533° Sqd ESC AB-412
- 25° Gr.Sqd. 'Cigno':
Parte degli A.129 del 48 Gr.Sq. era allo standard G.11 con armi da 81 mm e (finalmente) pod con mitragliatrici da 12,7 mm, in predicato da anni ma solo ultimamente messa in atto. La versione A.129CBT con cannone da 20 mm (ed elica pentapala) sarebbe stata assegnata con priorità proprio al 7° Rgt 'Vega'.
In tutto erano presenti ben 31 A.129 (qualcosa oltre la metà della flotta), 15 A.109, 32 AB.205, 7 AB.412 più alcuni AB.206. EC significa 'Elicottero da combattimento', ESC=Elicottero da Supporto da Combattimento, ESC 2 è l'A.109, ESC 3 è l'AB.205 e l'ESC 3 è l'AB.412.
In estate, oltre all'arrivo del 273° Sqn, c'era da segnalare anche il completamento delle squadriglie esistenti, con 36 A.129, 30 AB.205, 12 AB.412, 12 A.109T (che sono gli EOA da osservazione avanzata, comprati per fare coppia con gli A.129, modificati come trasporti e collegamenti veloci, occasionalmente come posti di comando volanti), e 8-9 AB.206, macchine dalla lunga carriera (fin dai primi anni '70), pressoché mai aggiornate (mentre negli USA vi sono state anche evoluzioni notevoli, come i Kiowa Warrior) e in via di dismissione, usati al più come mezzi da addestramento o collegamento. Da notare che all'epoca si parlava di aggiornare tutti gli A.129 allo standard CBT, di cui 15 elicotteri (su 60) di nuova produzione, il che significa che vi sono stati diversi problemi di acquisizione e operatività. Anzitutto i G7 'diurni' erano ancora ampiamente presenti, pur essendo ancora privi di parte del loro sofisticato sistema ognitempo. Se si considera che i primi Mangusta erano stati consegnati quasi 14 anni prima, già concepiti per operazioni notturne, questo dà l'idea dei ritardi nell'approntare una linea costituita da apparecchi allo standard operativo definitivo (il G9), malgrado, per contro, lo sviluppo originari del Mangusta sia stato molto veloce (il prototipo volò nel 1983).
La presenza di macchine non ammodernate è stata tanto prolungata, che piuttosto che aggiornarle agli standard più recenti si è proceduto direttamente al programma CBT (con cannone da 20 mm a 3 canne rotanti) cogliendo l'occasione per unificare tutti i lotti al medisimo standard. A parte questo, è anche notevole che su 60 elicotteri previsti (in origine 90 di cui 30 da ricognizione, poi ridotti a 60 di cui una quindicina ricognitori armati e aria-aria), consegnati a partire dal 1990, ancora nel 2004 vi fossero 15 velivoli in ordine, da costruire direttamente come CBT. Il che significa che con 36 elicotteri la 'Friuli' aveva quasi tutti i velivoli di questo tipo nell'Esercito, consegnati quindi con un notevole ritardi rispetto ai tempi previsti (entro metà anni '90). Un altro programma che nel 2004 era visto con una tempistica ottimistica era l'NH-90, che si pensava fosse consegnato nel 2005 (invece è successo nel 2008).
L'obiettivo era ancora più ambizioso, facendo diventare la FRIULI la brigata di punta dell'Esercito: con 120 elicotteri, dei quali ben 54 A.129, 12 A.109, 36 NH-90 ovvero il 90, 50 e 60% del totale disponibile in tutto l'E.I. Per rimpiazzare elicotteri tipo l'A.109 e l'AB206 era già in predicato di munirsi di 18 AW AB139 (ovvero, il programma Agusta-Westland a cui si è unita la Bell per un elicottero da circa 7 tonnellate), con il che il completamento della linea sarebbe stato completo.
Così si sarebbero potuti fare meglio anche i cosiddetti 'salti', quelli denominati in zone d'atterraggio dietro le linee nemiche, chiamate FARP, Forward Arming and Refuelling Point, che sono due tipi: DEEP FARP con mezzi terrestri e aerei, e la JUMP FARP fino a 200 km di distanza dal fronte. È una cosa fatta, per esempio, dagli americani nella guerra contro l'Irak con la 101a Aviotrasportata. I Gruppi Tattici da formare, in futuro, erano 3 e ciascuno formato da un complesso aeromeccanizzato e uno aeromobile, l primo con 12-16 A.129 e il secondo con 12 elicotteri da trasporto più 3-4 A.129. Se necessario vi sarebbe stato il supporto dei CH-47 del gruppo 'Rigel', ma essi erano considerati troppo grossi per il combattimento in stile 'cavalleria aerea', e quindi relegati a compiti di supporto (il che peraltro non esclude che questi, in versioni speciali, non siano usati per missioni ad alto rischio da parte delle SOF americane e britanniche). I fanti erano in squadre armate con missili MILAN e altre armi leggere, sbarcati da AB.205 e 412.
In tutto, a parte gli elicotteri, la brigata nel 2004 aveva 3.000 uomini circa, con organici praticamente al 100%, a parte una leggera deficienza nel settore della Cavalleria aerea (non tanto trascurabili). I mezzi disponibili, tutti ruotati, erano 530, tra cui comunque anche due carri recupero Leopard. La maggior parte pare che fossero i VM-90, mezzi molto richiesti dall'esercito. Il personale era più che altro con soldati in VSP e VFB.
Quanto all'organico dei reggimenti entrambi avevano un gruppo di sostegno, con un organico di circa i 2/3 del reggimento, praticamente un battaglione logistico ridotto. Il GSS (Gruppo Squadroni di Sostegno), con 3 squadroni, ovvero Comando e Servizi, Trasporti, RR. Le attrezzature di manutenzione sono per lo più in container, assieme alle grandi tende smontabili chiamate in gergo 'balene', finalmente disponibili (per esempio non c'erano di sicuro in Somalia) per far lavorare al meglio i soldati.
La combinazione tra A.129 e Centauro ha visto l'esordio nel Kosovo del 1999, con il Gruppo Tattico 'Garibaldi'.
Il Reggimento 'Savoia Cavalleria' schierava, in attesa delle Puma 4x4, 40 blindo Centauro 8x8, con 3 squadroni esploranti su VM-90 (in attesa delle Puma) e Centauro, e il classico quarto squadrone con sole Centauro, come del resto nella 'Pozzuolo del Friuli'. Ogni Squadrone Esplorante è su 3 pattuglie esploranti a livello di plotone, con 2 Centauro, 4 VM-90 e 2 motociclette fuoristrada Cagiva 'L'. Non è chiarissimo come vi possano essere 40 Centauro in una tale struttura. In genere i mezzi, tanto più sono leggeri, tanto più sono avanzati nell'esplorazione, mentre i mezzi più pesanti sono in attesa nelle retrovie. D'altro canto la costituzione delle forze di questo reggimento non è per azioni realmente d'urto: solo uno squadrone è interamente su mezzi pesanti, poco per affrontare unità da combattimento nemiche potenti.
Le azioni aeromeccanizzate sono invece basate su elicotteri e blindo, o fanti ed elicotteri (non uomini e mezzi corazzati insieme dato che questo significherebbe il ritorno all'impiego di mezzi in funzione tradizionale). Anche gli Esploratori Leggeri vengono portati su elicotteri in azioni di esplorazione anche in profondità.
Quanto al 66° 'Trieste' è quello con la maggiore evoluzione tra i reparti, con i fanti trasformati in 'aerò' una sorta di intermezzo tra fante e paracadutista (dopotutto aeroportato significa questo). Non ha una grandissima forza: Compagnia comando, 1, 2, 3a Cp. Aeromobile, 4a Cp. mortai, 5a Cp C/C. I soldati sono addestrati per essere 'polivalenti', cercando di sfruttare le armi in forza di quello che di fatto è solo un battaglione rinforzato. Questo ha in particolare 12 mortai della Compagnia, tutte armi francesi da 120 mm. Ma queste, inizialmente a canna liscia,sono poi state sostituite da quelle rigate. Ma non totalmente, essendo più leggere, sono state mantenute. Anzi sono state richieste anche armi da 81 e 60 mm, le prime erano in ricerca e le seconde in approvvigionamento. Evidentemente, non potendo gestire tutte queste armi simultaneamente si impiegano quelle più adatte a seconda del caso. È possibile, dopo l'atterraggio, aprire il fuoco coi mortai a canna liscia in 80 secondi, in 105 con quelli rigati. Gli addetti che hanno le armi controcarri MILAN e TOW e sono abilitati al loro uso in entrambi i tipi. I Panzerfaust sono usati dalle unità di fanteria. Non è chiaro se ci siano anche gli Stinger. L'armamento è costituito dagli SCP 70/90 da 5,56 mm, sostituti degli SC (a calcio fisso e quindi più ingombranti). La mitragliatrice è la FN MINIMI da 5,56 mm, ma dato che questa ha meno potenza e gittata della vecchia MG42/59 il 66° ha chiesto, incredibilmente, di riavere (dopo oltre 60 anni è ancora valida, insomma, la cosiddetta 'sega di Hitler'..). Del resto anche negli USA le munizioni da 5,56 mm sono usate dai fucili e quelle da 7,62 mm con le mitragliatrici di reparto. Esistono inoltre moderni fucili come gli SPAS 15 calibro 12, ovvero una specie di fucile d'assalto a pallettoni, come a suo tempo apparsi già con armi derivate dalla tecnologia dei fucili d'assalto (p.es. anche una specie di M16 aveva queste munizioni). Sono disponibili anche munizioni non letali, mentre la pistola d'ordinanza è la Beretta 92FS.
Certo che il trasporto non è un problema di poco conto: quantomeno non verrà risolto fino all'arrivo degli NH-90.
Infatti, gli A.129, A.109, AB.206 non sono praticamente utili per trasporti vari, e restano solo gli AB.205 e AB.412. Questi ultimi erano gli unici con una capacità di carico adeguata, ma erano solo 7. I 32 AB.205 hanno una forza data dal loro numero, ma pur essendo dei veri 'muli', hanno capacità di carico limitate. La mancanza dei CH-47 non permetterà mai, in nessun caso, il trasporto dei mezzi corazzati o blindati. Niente 'trasporto verticale' insomma, non tanto per le Centauro, ma nemmeno per i Puma o i VM-90.
La tipica squadra 'aerò' è costituita da 6 fucilieri, ma le Puma 4x4 ne tengono solo 4 e così è necessario, nonostante la ridotta forza numerica della squadra, usare ben due blindo quando un comune mezzo da trasporto sarebbe più che sufficiente. VI sono 3 squadre per plotone, vi sono 4 plotoni per compagnia, il che porta a fare: 6x3x4=72 uomini per compagnia. In tutto quindi la fanteria delle 3 cp sarebbe di appena 216 elementi. Con un 'combat jacket' devono portarsi dietro quanto serve per 1,5-2 giorni, senza zaino. Vi sono anche 12 'esploratori', ovviamente personale particolarmente scelto e versatile, che viene usato per compiti di scoperta 1-2 giorni prima dell'elisbarco in team da 2-6 elementi, spesso sbarcati con corde di 12 metri. Anche se possono essere usati per azioni militari di limitata potenza, più pericolosi sono i tiratori scelti (sniper, più precisamente), usati anche per attaccare il proprio reparto (in addestramento), e si studia di usarli anche con gli elicotteri.
I posti di comando sono 3 mobili, uno dei quali in volo. Quelli a terra sono su VM-90 e un ACM-90, ma in volo vi è un veloce, ma certo piccolo A.109: forse un AB.412 sarebbe stato più idoneo.
Quanto agli impieghi, quando non era ancora una unità aeromobile la brigata ha partecipato alla missione 'Vespri Siciliani' del '92 per contrastare la drammatica escalation fatta dalla Mafia, e che durò fino al 1994. È stata usata anche in somalia con due reggimenti, nel 1993-94, poi al completo in Albania nel 1997 e in Bosnia nel 1998, nel '99 ritornò in Albania come parte della KFOR, nel 2001 in Kosovo, nel 2002 in Macedonia con uno squadrone del 'Savoia'. Nond dev'essere stato facile riorganizzare l'unità con tutti questi rischieramenti: in genere non ci si rinnova come organico mentre si è in missione all'estero. Evidentemente si è fatto di necessità virtù.
Tra le tante curiosità: prima del cambiamento delle procedure, per spolettare i mortai era necessario un maresciallo che spolettava le munizioni: ora non più, in un esercito di professionisti non è più necessario e tutti sono abilitati a farlo. Così anziché dopo 20 minuti si può sparare in 1-2 minuti dall'arrivo (certo che non è chiaro su dove si tiri, bisognerebbe anche mirare ed aggiustare il tiro). Gli elicotteri, arrivati dopo che i mortaisti hanno preparato la zona d'atterraggio, sparando da qualche km di distanza da altri elicotteri, atterrano con serbatoi di carburante chiamati PRONAL, uno per ciascuna coppia di Mangusta. Poi vengono riforniti in 3 minuti e dopo un quarto d'ora la forza è pronta a ridecollare, dopo l'atterraggio a circa 100 km dalle linee nemiche, in genere di notte, per arrivare poi a colpire 100 km oltre (gli elicotteri non hanno davvero una grande autonomia se necessitano di rifornimenti intermedi per raggiungere i 200 km nelle retrovie). Si stima che con 18-24 elicotteri A.129 si possano distruggere 60 corazzati di un reggimento di seconda schiera che ne disponga di 90 esemplari. Una valutazione a dire il vero ottimistica, più da poligono di tiro che da azioni reali, ma tant'è stato riportato. Altri metodi sono i 'posti di controllo aeromobili, con una parte degli elicotteri che scendono a terra e controllano il personale nemico in fuga. Altre particolarità, il Generale Stefanini ha volato, sul poligono polacco di Dwarsko Pomorje (dove a suo tempo si addestravano i mezzi corazzati del Patto di Varsavia, e che ora è meta obbligata per la 'Friuli' per un addestramento realistico) il Mi-24 e pur essendone impressionato per potenza e velocità (sicuramente non il punto forte dell'A.129) ha detto che non vola sotto i 200 m (cosa assolutamente falsa, esistono documentari in giro sull'aviazione sovietica in cui li si può vedere appena sopra le cime degli alberi a tutto gas), che i monocoli notturni non sono sufficienti per i soldati (i piloti hanno i binocoli IL sul casco), che vorrebbe integrare ma non sostituire il 7,62 mm con il 5,56 mm per la fanteria, che la cp. mortai idealmente dovrebbe avere 6 armi rigate e 6 lisce da 120 mm.
Note
modifica- ↑ w:Arma di Cavalleria
- ↑ URL consultato il 17 maggio 2008
- ↑ Eugenio Po Piramidi 2002: la PINEROLO in Egitto, RID Luglio 2002 p.28-33
- ↑ Valpolini, Paolo: La Brigata di cavalleria 'Pozzuolo del Friuli', P&D Giugno 2001 pagg. 36-41
- ↑ Barone, Enrico: Brigata di cavalleria 'Pozzuolo del Friuli RID giugno 2003 pagg. 68-74
- ↑ Mambriani, Simone: La Brigata Aeromobile Friuli, RID 1/2004 pagg. 47-56
- ↑ Sacchetti, Renzo: La Brigata aeromobile Friuli, Aerei Ago 2004 p.14-21