Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Europa Occidentale

Indice del libro

Dopo la fine della guerra, l'Europa era divisa nelle zone d'influenza tra l'URSS e gli anglo-americani (nonché, in minor misura, francesi), con in mezzo varie nazioni neutrali, più o meno 'tendenti' ad una o ad un'altra 'sponda'. La trasformazione dell'Europa da centro motore della politica mondiale, con i suoi imperi coloniali, a teatro della tensione, mostrata ma non sfociata in violenza, è stato un cambiamento epocale. Mentre in altre parti del mondo c'erano battaglie dirette e violente, altra manifestazione della tensione tra i due blocchi. In mezzo all'Europa c'erano però anche nazioni che facevano da utile cuscinetto tra i blocchi, come la Svizzera, Svezia, Finlandia, Austria e Yugoslavia. L'industria e la tecnologia europea è rinata presto e dopo avere usato largamente brevetti e modelli americani, ha sviluppato numerosi sistemi autonomi. Per ragioni di marketing e industriali interni per l'Italia, arrivata negli anni '80 al 4° posto nell'export militare, alla Francia, che aveva anche forti motivi politici che l'hanno indotta a dotarsi di tutto il possibile, incluso l'arsenale nucleare, e il 3° posto nell'export (il 1° e il 2° erano dati da URSS e USA).

L'attuale situazione post-guerra fredda ma anche post-11 settembre ha comportato forze armate prima decadute rapidamente in numero e programmi, poi risalite in disponibilità finanziarie, ma con compiti più vertenti ai 'conflitti a bassa intensità' che insanguinano varie parti del mondo e vi coinvolgono direttamente anche la NATO.


Buona lettura.