Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: Marina SSK e seconda linea

Indice del libro

Sottomarini

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Classe Livio Piomarta

All'inizio degli anni '70 la US Navy cedette alla Marina Militare due sommergibili di classe 'Tang': USS Trigger SS 564 e USS Harder SS 568 che ribattezzati rispettivamente Piomarta e Romei prestarono servizio fino alla seconda metà degli anni '80, costituendo la Classe Piomarta. I sommergibili 'Tang' e 'Gudgeon' furono ceduti alla Turchia dove rimasero in servizio fino al 2004.

Questi furono gli ultimi sommergibili di fabbricazione americana a prestare servizio nella MMI. Le loro caratteristiche generali, quando entrarono a far parte della marina italiana ne facevano delle unità ancora efficaci, nonostante le dimensioni, essendo sommergibili di tipo oceanico, ne rendevano problematico l'impiego in un teatro come il Mediterraneo; di conseguenza, analogamente a quanto era stato fatto coi precedenti battelli ex-USA, essi vennero utilizzati prevalentemente per l'addestramento della componente subacquea nazionale e delle navi di superficie specializzate nella lotta antisomergibile.


I quattro sottomarini della Classe Enrico Toti, sono stati i primi sommergibili postbellici, costruiti in Italia nei tardi anni '60, non prima di molti ripensamenti e rielaborazioni, le quali fecero perdere tempo ma consentirono se non altro di affinare le varie componenti prima della loro realizzazione. Si trattava di battelli molto piccoli e ben realizzati il cui scopo era di spiare il passaggio di altri sottomarini nelle acque italiane, con una silenziosità notevole per l'epoca e certamente aiutata dalle modeste dimensioni. La durata delle missioni media per questi sottomarini era di 14-16 giorni. Dopo la fine della guerra fredda vennero impiegati nell'addestramento di truppe. Essi erano però armati solo con 4 siluri o 12 mine, e anche con l'adozione dell'A184, siluro multiruolo antinave-antisommergibile, l'armamento e l'autonomia potevano essere considerate del tutto accettabili, e comunque adatte solo per missioni a media-corta autonomia. Anche per questo si passò presto a sottomarini più grandi ed efficienti, sia pure apparentemente meno popolari: la classe Sauro. A dire il vero, la cantieristica subacqua italiana ha un'efficacia inversamente proporzionale alle dimensioni: la segretissima attività con i minisottomarini produce risultati eccellenti (sono del resto basati sulle tecnologie degli ultimi 80 anni, soprattutto come base di partenza, dopo tante false partenze, i 'Maiali') con dislocamento tra 3 e 120 t, prodotti dalla ex-Co.sMos di Livorno (gli ultimi tipi anche con due tubi lanciasiluri, senza ricarica); ottimi con i minuscoli 'Toti', paragonabili ai Type 205 o 209/46; tra il buono e il mediocre per i 'Sauro' da 1.800 t, fallimentare per gli S90 che erano arrivati progettualmente a 3.000 t e ancora non garantivano quello che si chiedeva da parte della sempre esigente MMI. Per questo si è ritornati al 'medio' tipo degli U212.

Dei quattro esemplari due sono stati preservati come navi museali: Il Dandolo è custodito presso l'Arsenale di Venezia, mentre il Toti, è custodito al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.

  • Costruttori: Italcantieri
  • Dislocamento: in superficie 524-536/591- 593 t
  • Dimensioni: Lunghezza 46 m, larghezza 4,75 m, pescaggio 4 m
  • Profondità operativa: 150 m, max 300 m
  • Propulsione: 2 motori diesel FIAT MB 820-N1 da 570 Cv l'uno; 1 motore elettrico da 900 Cv; 2 sottobatterie da 56 doppi elementi ciascuna; 1 elica
  • Velocità in superficie: 9,7 nodi;in immersione oltre 14 nodi (20 per brevi periodi, 15 per un ora)

Autonomia in superficie: 3.500 miglia a 6,5 nodi in immersione:200 miglia a 4 nodi Capacità di carico

  • Equipaggio: 4 ufficiali, 22 tra sottufficiali e comuni
  • Sensori di bordo: 1 radar scoperta in superficie 3RM20/SMG; 1 sonar IPD44, 1 IP64/MD64; 1 sistema controllo lancio siluri (C.C.R.G.); 1 ESM.
  • Armamento: 4 tubi lanciasiluri da 533mm

per 6 siluri filoguidati a testa autocercante A184 o 12 mine

  • Motto: Bagnolini: A montibus in imos una virtus; Toti: Vincere ad ogni costo; Dandolo: Secondo a nessuno; Mocenigo: Per aspera ad astra

Unità:

Pennant number Nome Cantiere Impostazione Varo entrata in servizio Disarmo
S 505 Attilio Bagnolini C.R.D.A. di Monfalcone 11 aprile 1965 26 agosto 1967 16 giugno 1968 5 luglio 1991
S 506 Enrico Toti Cantieri Riuniti dell'Adriatico di Monfalcone (GO) 11 aprile 1965 12 marzo 1967 22 gennaio 1968 30 settembre 1997
S 513 Enrico Dandolo Italcantieri di Monfalcone 10 marzo 1967 16 dicembre 1967 29 settembre 1968 30 settembre 1996
S 514 Lazzaro Mocenigo Italcantieri di Monfalcone 12 giugno 1967 20 aprile 1968 28 dicembre 1968 15 ottobre 1993

Le unità sottomarine classe Nazario Sauro sono state le successive unità realizzate dalla cantieristica italiana (Fincantieri) alla classe Toti, molto più grandi e potenti, ma apparentemente meno riuscite. Probabilmente anche la lunghezza del periodo (anni '70-fine anni '80) in cui gli otto battelli sono state realizzate, in quattro sottoclassi, ciascuna di due unità, ha inciso, sebbene questi battelli siano stati nel frattempo migliorati. Sta di fatto che nessun successo in export è stato registrato, cosa quantomeno strana in un'epoca come gli anni '70, in cui l'Italia aveva numerosi contratti di costruzione per unità navali da parte di clienti di tutto il mondo.

Dal punto di vista costruttivo, la classe Sauro è una classe di battelli d'attacco a propulsione diesel-elettrica del tipo a unico scafo resistente, con scafo a forma cilindrica e con un propulsore che agisce su un unico asse con elica a sette pale a basso numero di giri per ridurre le vibrazioni. L'acciaio usato con questi nuovi battelli, per la prima volta per i sottomarini italiani, è l'HY-80, ad elevata resistenza ed elasticità. Questo è il tipo di lega usata per i sottomarini nucleari americani, più tardi rimpiazzata dall'HY-100. Gli apparati sonar, di realizzazione interamente italiana, sono stati molto meglio raccordati, nei loro bulbi che li contengono, con lo scafo del sottomarino, grazie all'uso di casse di compenso site proprio a filo del muso.Questo ha consentito di evitare il 'panettone' in cui, caratteristicamente, era alloggiato il sonar dei 'Toti', anche perché nel piccolo scafo non c'era spazio per questa apparecchiatura, essendo già presenti i tubi di lancio siluri.

Con la 3a serie, nata negli anni '80 prevalentemente come strumento per il contrasto alla minaccia subacquea del blocco sovietico, i sottomarini convenzionali della classe Sauro hanno subito notevoli migliorie e modifiche tecnico-operative. In particolare, finalmente, è stata introdotta la costruzione in parti prefabbricate, con lo scafo suddiviso al momento dell'assemblamento in 4 sezioni (A-D), allestite in precedenza in officine separate. Questo spiega in particolare come sia stato possibile 'accelerare' i tempi di costruzione da 5 a 2 anni, anche se la 4a serie è tornata ad una maggiore 'tranquillità' di realizzazione, forse perché la Guerra fredda era finita, o forse perché era più sofisticata delle altre, o un mix di entrambe. Certo che tra i 2 anni per la 3a serie e i 7 dell'ultimo della 4a qualcosa dev'essere successo. La 4a serie conclude l’evoluzione tecnologica della classe Sauro con migliorati nella componente sensori passivi e nel sistema di comando e controllo, con una più razionale distribuzione degli spazi, con apparecchiature e sistemi meccanici all’avanguardia e curando, con particolare attenzione, il silenziamento del mezzo ottenuto con efficaci soluzioni sui singoli apparati e rivestendo lo scafo resistente con mattonelle fonoassorbenti. I sonar sono più avanzati e completi, e così i sistemi di comando, di quelli prima presenti sui 'Toti', e soprattutto, vi sono 6 tls con altrettanti siluri di ricarica, che consentono finalmente una certa flessibilità d'impiego, per esempio un mix di mine e siluri, prima ben scarsamente praticabili. A parte questo, vi sono state anche voci in cui si diceva che quantomeno la 4a serie avesse missili Sub-Harpoon, ma forse questo non si è mai verificato.

Alla 1a serie appartenevano il Nazario Sauro (prima unità della serie ad essere costruita) e il Fecia di Cossato; alla 2a serie il Guglielmo Marconi e il Leonardo Da Vinci; appartengono alla 3a Serie il Giuliano Prini e il Salvatore Pelosi; alla 4a Serie appartengono il Gazzana Priaroggia e il Primo Longobardo.

Le unità della prima serie sono state radiate. Della 2a serie è stato radiato il Guglielmo Marconi, mentre è ancora in servizio il Leonardo Da Vinci, così come le unità della 3a e 4a serie. Le unità della quarta serie sono entrate in servizio nel corso degli anni Novanta, quando il progetto Sauro era ormai obsoleto, per compensare parzialmente la progressiva dismissione delle unità della classe Toti. I sommergibili classe Sauro 3a e 4a serie, tra il 1999 e il 2002, sono stati sottoposti a lavori di ammodernamento che hanno comportato la sostituzione dell'intero sistema di combattimento e la sositutuzione di molti apparati ormai sorpassati.

Alla fine degli anni '80 lo studio per un nuovo sottomarino nazionale, denominato, Progetto S 90 non portò a nessun risultato se non ad un dislocamento stimato di oltre 3000 tonnellate per ottenere tutte le caratteristiche desiderate, così ci si rassegnò a chiedere all'industria tedesca i suoi nuovi prodotti, gli U-212, che hanno chiuso la tradizione della cantieristica navale subacquea italiana eccetto che per i minisommergibili.

Classe Primo Longobardo o Classe Sauro IVa Serie

  • Costruttori: Fincantieri S.P.A.
  • Cantiere: Monfalcone (GO), Italia
  • Dislocamento: I-IIa Serie: in emersione 1.456/1.630 t; IIIa serie 1.476/1.650 t; IVa Serie 1.650/1.860 t
  • Lunghezza: 63,85 m
  • Larghezza: 6,83 m
  • Altezza max: 12,38 m
  • Pescaggio: 5,7 m
  • Propulsione: 3 motori diesel Grandi Motori Trieste 210.16-NM da 3.650 HP totali

1 elettrico Magneti Marelli da 3,1 MW, un’elica a 7 pale

  • Velocità: in emersione 14 nodi, in immersione 20 nodi
  • Profondità: 250-410 max.
  • Equipaggio: 49 uomini, di cui 6 ufficiali (I-II serie); 50 uomini, di cui 7 ufficiali (III-IV serie)
  • Sensori: 1 radar scoperta MM/PS704; sonar IPD70; Velox M5; controllo lancio siluri ed elaborazione dati; 1 ESM
  • siluri:6 tubi lanciasiluri con 12 siluri A184 o 24 mine

La Classe Primo Longobardo detta anche Classe Sauro 4a serie conclude l’evoluzione tecnologica della classe di sottomarini Sauro con miglioramenti nella componente dei sensori passivi e nel sistema di comando e controllo, con una più razionale distribuzione degli spazi, con apparecchiature e sistemi meccanici all’avanguardia e curando, con particolare attenzione, il silenziamento del mezzo ottenuto con efficaci soluzioni sui singoli apparati e rivestendo lo scafo resistente con mattonelle fonoassorbenti.

Appartengono alla classe i sottomarini 'Primo Longobardo' e 'Gazzana Priaroggia'. Queste Le unità sono entrate in servizio nel corso degli anni Novanta, quando il progetto Sauro era ormai obsoleto, per compensare parzialmente la progressiva dismissione delle unità della classe Toti, dopo che alla fine degli anni '80 lo studio per un nuovo sottomarino nazionale, denominato, Progetto S 90 aveva non portato a nessun risultato.

I sommergibili della classe tra il 1999 e il 2002, sono stati sottoposti a lavori di ammodernamento che hanno comportato la sostituzione dell'intero sistema di combattimento e la sositutuzione di molti apparati ormai sorpassati.

Classe Primo Longobardo o Classe Sauro IVa Serie

  • Costruttori: Fincantieri S.P.A.
  • Cantiere: Monfalcone (GO), Italia
  • Dislocamento: 1.658 t/1.867 t
  • Lunghezza: 66 m
  • Larghezza: 6,8 m
  • Propulsione: 3 diesel Grandi Motori Trieste 210.16-NM da 3.650 HP totali, 1 motore elettrico Magneti Marelli da 2,72 MW, un’elica a 7 pale
  • Velocità: in emersione 11 nodi, snorkel 12, in immersione 20 nodi
  • Equipaggio: 7 ufficiali+43
  • siluri:6 tubi lanciasiluri con 12 siluri A184 o 24 mine
Pennant number Nome Cantiere Impostazione Varo entrata in servizio Disarmo
S518 N.Sauro Italcantieri Monfalcone 26 giugno 1974 9 ottobre 1976 1 marzo 1980 ?
S519 Fecia di Cossato idem (per tutti) 15 luglio 1976 16 novembre 1977 1 marzo 1980 ?
S520 L.Da Vinci 1 luglio 1976 20 ottobre 1979 6 novembre 1982 No
S521 G.Marconi 23 ottobre 1979 20 settembre 1980 16 ottobre 1982
S522 S.Pelosi 23 luglio 1986 19 novembre 1986 14 luglio 1988
S523 G.Prini 30 luglio 1987 12 dicembre 1987 11 novembre 1989
S524 P.Longobardo 28 luglio 1988 20 giugno 1992 14 dicembre 1993
S525 G.G.Priaroggia 27 luglio 1988 10 giugno 1993 20 settembre 1995



La classe U212[1] è una classe di sottomarini di progettazione tedesca. I battelli di questa classe realizzati in Italia, Salvatore Todaro (S 526) e Scirè (S 527), sono anche indicati come classe Todaro, dal nome della prima unità. La finanziaria 2008 e il successivo parere favorevole della commissione Difesa della Camera hanno autorizzato la costruzione di due ulteriori unità, esercitando l'opzione prevista nel contratto iniziale; questi due sottomarini andranno a sostituire i 2 som classe Sauro terza serie

L'ultimo modello di sottomarini diesel-elettrici tedeschi, e uno dei migliori a livello mondiale, l'U-212 è un disegno che non deve quasi nulla ai precedenti, che sostanzialmente erano 'ingrandimenti' del disegno originario, potenziato via via, della prima classe di sottomarini tedeschi postbellici, la 204. Molto compatti, silenziosi, dotati di sistema AIP per la rigenerazione dell'aria, gli U-212 sono stati venduti a Germania ed Italia, che ha abbandonato la sua tradizione di costrutturice autonoma di sommergibili dopo il fallito programma S-90, successore dei Sauro, optando per un programma comune con la Germania. Di questi sottomarini, ne sono stati costruiti anche con delle varianti tre per Israele che costituiscono la Classe Dolphin, ma queste unità pur essendo molto simili alla classe U212 derivano direttamente dalla classe U209, con varie modifiche e miglioramenti, ed hanno una propulsione diesel-elettrica tradizionale. Si dice che i sommergibili israeliani dispongano anche di missili nucleari lanciabili dai tubi lanciasiluri, affermazione non verificabile giacché lo stato ebraico si rifiuta di entrare nel TNP e di sottoporsi alle ispezioni dell'IAEA. In effetti i tubi lanciasiluri delle unità israeliane sono stati modificati per potere lanciare i missili Harpoon e Popeye e questi ultimi missili sono in grado di essere armati con testate nucleari. Le unità israeliane sono dotate di 4 tubi lanciasiluri in più di quelle italo-tedesche ed a sua volta questi tubi lanciasiluri hanno un diametro maggiore di 4,5 pollici rispetto a quelli da 21 pollici. Il sospetto è che da questi tubi possa essere lanciato un veicolo idoneo a trasportare in superficie i missili Popeye per poi lanciarli.

I Sommergibili U212 sono unità di medie dimensioni, e nella loro costruzione sono state impiegate tecnologie innovative che permettono prestazioni molto avanzate. Lo scafo ha concezioni stealth con notevole riduzione della segnatura. La propulsione è basata sull’impiego delle celle a combustibile, in cui l’idrogeno e l’ossigeno vengono fatti reagire per produrre energia elettrica, un sistema innovativo per la generazione di energia che può trovare applicazione in molteplici settori.

Ecco in dettaglio l'impiantistica. Anzitutto, la propulsione: può sembrare difficile da credere, ma gli U212 non sono battelli di maggiori dimensioni rispetto ai 'Sauro', rispetto a cui sono più affusolati. Il rapporto diametro-lunghezza dovrebbe essere, classicamente, di oltre 1:8,1 per ottenere un'ottima maneggevolezza, mentre qui si è appena a8,2; nondimeno, le superfici di controllo ad 'X' consento di ovviare a questo fatto e anzi di ottenere eccellenti risultati, come del resto svedesi e olandesi hanno dimostrato in merito, anche con battelli piuttosto piccoli. La struttura del battello è ampiamente automatizzata e così l'equipaggio molto ridotto: da circa 50 persone che s'aggiravano sui battelli 'Sauro' si è scesi ad un paio di dozzine. A parte questo, esiste un altro discorso, quello sull'apparato motore, che è della massima importanza. Dunque, per quello che riguarda quest'ultimo, si tratta di un sistema con apparato AIP, che consente di procedere per lungo tempo sott'acqua al sottomarino.

Questo è strutturato come segue. Anzitutto l'acciaio è la solita specialità tedesca, ovvero di tipo amagnetico, ben meno costoso del titanio; si tratta del tipo 1.3964, e consente di scendere sotto i 250 m di profondità in sicurezza, ma forse in emergenza è possibile andare anche sotto i 500. La lega di acciaio amagnetico è meno resistente di quella 'normale', inoltre costa caro, ma per l'appunto è 'amagnetico' e quindi molto utile, anche per far risparmiare energia al sistema interno, comunque presente di 'degaussing' che ha poco lavoro e poca energia da consumare. Gli spessori originari degli U-212 non erano molto alti dato l'ambiente operativo del Baltico, ma la MM ha voluto spessori maggiori, anche se con costi, spessori e pesi maggiori, ma era necessario per usare il battello in mari aperti (anche perché i Sauro arrivavano comunque a 300 m di profondità operativa, forse gli ultimi della serie). VI sono 5 casse di zavorra, due a poppa e 3 a prua.

L'U-212 è un battello a doppio scafo, con quello non resistente esterno, dove stivare apparecchiature resistenti di loro alla pressione. Quindi, si può economizzare sulla costruzione di un robustissimo e pesante scafo. La struttura dello scafo resistente ha un diametro di 7 metri, su tre ponti, da prua (dalle camere di lancio siluri, non dal muso che è occupato dai sonar e tubi di lancio) fino dietro la tozza e bassa vela; poi si riduce a 5,68 m di diametro verso poppa. La struttura prevede gli alloggi su due piani nel settore anteriore, appena dietro il comparto di lancio siluri, e ciascun membro dell'equipaggio ha una sua branda (cosa nient'affatto comune per i sottomarini, specie gli SSK), un quadrato equipaggio piccolo ma funzionale, una centrale di combattimento spaziosa. Le batterie sono sotto gli alloggi e il locale lancio, nella zona centro-anteriore. La parte centrale è per il sistema di combattimento, mentre quella posteriore, al solito, è per il sistema di propulsione. Ma qui vi è una differenza notevole, essendo un AIP. Ecco come funziona: anzitutto esistono motori, molto compatti, del tipo MTU 16V 396 SE84 a 16 cilindri, tedesco, molto compatto, che funziona solo da generatore, fornendo 1MW a 2.000 giri.min, un generatore elettrico della Piller, poi vi sono le batterie, 2 'double deck' con 450 elementi circa l'una. Queste sono le Varta Hawker. Ma sia queste che il carburante diesel sono poca roba rispetto ai 'Sauro', che per esempio avevano circa il doppio di gasolio a bordo. Questo perché serve spazio al sistema AIP. Quest'ultimo è dato da celle PEM, della Siemens. Come funzionano? Sopra la sala macchine e dietro la vela esistono due robusti serbatoi di ossigeno liquido, tenuti a -183 gradi, e ovviamente stivati tra lo scafo resistente e quello esterno, con doppia parete di sicurezza. Poi vi sono 28 serbatoi di idrogeno, che però sono mantenuti ai lati o sotto lo scafo resistente. Questi combustibili vengono bruciati nelle celle, con un polimero che costituisce (è il Nafion) una 'membrana a scambio protonico' che permette di convertire l'energia, grazie ai protoni che raggiungono il catodo, gli elettroni passano invece attraverso un circuito esterno e poi lo raggiungono pure loro. Il tutto dà energia elettrica senza rumore e sprechi con i sistemi meccanici 'tradizionali'. Questo permette di ottenere energia elettrica. Dopo il lavoro delle PEM, le BZM34, (8 operative e una di riserva), temperature di esercizio di appena 80°, peso 650 kg, dimensioni 48x48x145 cm, l'elettricità va alle batterie e poi al motore, che è un Siemens Permasyn, dal considerevole diametro, ma molto compatto, corto e molto più piccolo rispetto ad un motore a corrente continua normale. È un motore a magneti permanenti e a doppio indotto, da 1,7 MW, raffreddato ad acqua marina, pesante 28 t, corrente 300-560V, diametro 2,2 m interno, totale 4,16 m, lungo 1,6 m, realizzato in materiali non magnetici eccetto lo statore e i magneti permanenti. È possibile inoltre approfittarsi di questo sistema grazie a quel sistema introdotto recentemente anche sulle lavatrici: un motore elettrico a basso numero di giri, calettato direttamente con l'asse (nelle lavatrici più vecchie c'era il rumoroso sistema con la cinghia di trasmissione). L'elica, a 6 pale, sofisticata e pensata per ridurre al minimo il rischio di cavitazione (=rumore), si muove ad appena 120 giri.min, contro i 500 dei primi 'Kilo' e i 250 degli ultimi, . È stata disegnata dalla MMG tedesca e anche questa contribuisce a ridurre il rumore irradiato. Inoltre tutti i sistemi del motore sono in moduli fono-assorbenti. A parte questo, il rifornimento di idrogeno e ossigeno non è molto facile e richiede per un pieno 2-3 giorni.

Per il resto il sottomarino conta per il sistema di combattimento: per esempio ha il sonar Atlas DBQS-40, la quarta generazione dei sonar da intercettazione passiva (idrofoni..), i primi di questi avevano solo apparati a banda larga di ricezione fino a 80kHz, ma adesso vi è una tecnologia del tutto superiore, con il processamento digitale del segnale, e questo sonar ha una base cilindrica (CHA, per le medie frequenze, 1-12 kZh), un FAS (una schiera di sensori laterali) per i 300-2.400 Hz, il TAS rimorchiato, 10-1.200HZ, filabile forse per un massimo di 400 m. Poi vi è il MAS MOA 3070 antimina, 30-70kHz, a prua estrema, il PRS -sonar telemetrico con 6 sensori laterali. Poi vi è il CIA, per l'intercettazione, l'ONA di monitoraggio acustico delle emissioni dello stesso battello, insomma tutto quello che serve per monitorare frequenze da quasi 0 a 100 kHz. Poi vi è il sistema di comunicazioni in varie bande, il sistema satellitare INMARSAT-C, UHF Satcomm, ESM della EADS (il FL 1800U con l'USK 800/4 con antenna omnidirezionale per i 2-18Ghz); periscopi Zeiss Optronik del tipo SERO 14 e 15, stabilizzati su due assi. Hanno anche sensori termici bi-banda e telemetro ottico (per il SERO da ricerca; il modello d'attacco ha quello e un telemetro laser). Ai periscopi sono associate le antenne ESM e GPS. Le immagini sono registrabili oppure riprendibili con una macchina fotografica digitale. Da non dimenticare poi il cuore del sottomarino, il sistema di combattimento, realizzato dalla norvegese Kongsberg, e chiamato MSI-90U. Questo deriva dal precedente MSI-70U e ovviamente ha tutta una serie di sofisticate soluzioni e capacità, schermi multifunzione etc. I siluri sono dislocati a prua, in contenitori sigillati e trasportati in apposite slitte di caricamento rapido. I tubi di lancio sono della HDW tedesca e hanno azionamento a piscone idraulico, per la massima silenziosità rispetto ai sistemi ad aria compressa. I siluri sono per il momento i WASS A.184, che nelle ultime versioni sono stati aggiornati in vari modo (il Mod.3), per esempio la velocità è aumentata da 36 a 40 nodi, la corsa alla max. velocità da 12 a 15 km, e pare sia stato aggiunto anche un sensore di scia. Prossimamente l'NSP, ovvero il Black Shark potrebbe finalmente sostituire questi validi ma anzianotti sistemi. Il Circe C303 della WASS è un lanciatore di contromisure difensive con 4 complessi di lancio da 1.330 kg di peso a vuoto, con 10 tubi, sistemati fuori dello scafo resistente, per decoy antisiluro, ma per il momento non è stato installato. Riesce ad affrontare nominalmente fino a 8 attacchi, lanciando contro ciascuno 2 munizioni 'emulatori' e 3 'disturbatori'.

In tutto questo sottomarino è molto efficace e silenzioso, un autopilota consente ad un solo uomo di governarne i movimenti, la piattaforma inerziale LITEF PL 41 Mk. 3 Mod 2 con giroscopi laser permette di ottenere, anche senza arrivare a quota periscopica (che è necessario per ricevere i segnali del GPS) un errore di posizione di 1 miglio ogni 24 ore anziché 8), è possibile abbandonare il battello con apposite predisposizioni di emergenza, è altresì possibile combattere con un sistema antincendio le fiamme a bordo, anche con estintori all'azoto liquido; è possibile passare inosservati manovrando anche in 20 m d'acqua e a due nodi di velocità, lanciare attacchi antinave e antisommergibile, rilasciare incursori marittimi, ridurre al minimo la segnature acustica, termica, magnetica, e anche radar grazie a pannelli di RAM sulla vela; inoltre può ingaggiare fino a 6 bersagli simultaneamente con il sistema di combattimento di bordo. E l'autonomia non è eccezionale emerso (8.000 nm a 8 nodi), ma immerso alla stessa velocità arriva a 420 miglia e se serve può sicuramente superare i 20 nodi. Le possibilità di crescita (nuovi siluri, Circe, missili sub-lanciati) non dovrebbero essere trascurabili per un battello tanto moderno.

Classe Todaro o U212A:

  • Costruttori: Fincantieri S.P.A.
  • Cantiere: Muggiano
  • Dislocamento: 1.450 t/1.830 t
  • Lunghezza: 55,9 m
  • Larghezza: 7 m
  • Propulsione:1 Gruppo Diesel-generatore MTU / Piller (3,12 MW),

1 motore elettrico a magneti permanenti SIEMENS (2,85 MW), sistema A.I.P. con Fuel Cells da 8 + 1 moduli (306 kW) Batteria di Accumulatori

  • Velocità: 12 nodi (22,2 km/h), in immersione: 20 nodi (37 km/h)
  • Autonomia in superficie: 8.000 mn a 8 nodi

in immersione: 420 mn a 8 nodi, fino a 3 settimane o fino a 12 settimane con navigazione a snorkel Capacità di carico

  • Sensori: Sonar STN Atlas DBQS40, sonar di navigazione passivo a bassa frequenza TAS-3 filabile, sonar passivo a bassa-media frequenza FAS-3 montato sullo scafo, sonar di ricerca antimine MOA 3070; Periscopi Carl Zeiss SERO 14 con visione a infrarossi e a telemetria ottica, Carl Zeiss SERO 15 a telemetria laser; Radar di navigazione in banda I Kelvin Hughes tipo 1007; Sistema ESM EADS FL 1800U; Sistema antisiluri TAU 4 lanciatori, 40 jammers/decoys
  • Equipaggio: 4 ufficiali+23
  • siluri:6 tubi lanciasiluri con 12 siluri A184 o 24 mine

Le caratteristiche si riferiscono alla Classe Todaro della Marina Militare Italiana

  • S 526 Salvatore Todaro, impostato, 3 luglio 1999 varato 6 novembre 2003, consegna 29 marzo 2006
  • S 527 Sciré, impostato 27 maggio 2000, varato 18 dicembre 2004, consegnato 19 febbraio 2007
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Anche se poco nota, esiste dal dopoguerra una certa tradizione riguardo alle navi da sbarco della Marina Militare, che in questo senso ha ereditato davvero poco dalla Regia Marina, e si è dovuta affidare maggiormente alle forniture americane. Del resto, la mancanza di mezzi da sbarco fu uno dei motivi che pospose l'invasione di Malta.

Tutto è iniziato nel dopoguerra con la classe Stromboli, costituita dalle navi da Stromboli e Vesuvio (A 5329 e A 5330) che dalla prima metà degli anni '50 divennero il primo gruppo di navi da trasporto per il ricostruito Reggimento San Marco che sarebbero state affiancate nel loro compito da navi di costruzione americane dismesse dalla US Navy. Dislocamento 4325 t, lunghezza 108,8 m, larghezza 14 m, pescaggio 6,6 m, 1 cannone AA da 100/47 mm, 2 mitragliere da 40/56 mm.

La Stromboli venne costruita nei Cantieri Oto Melara di La Spezia, varata nel 1940 come mercantile, acquistata dalla Marina Militare nel 1948 non ancora completata. Sottoposta a lavori di modernizzazione e di trasformazione, venne utilizzata a partire dal 1953 come nave logistica potendo imbarcare quattro mezzi da sbarco. Venne radiata nel 1972.

Sorte analoga toccò alla gemella Vesuvio, varata nel 1943 ed entrata in servizio nel 1954 dopo essere stata sottoposta a lavori di modernizzazione.

La nave 5306Anteo ex USS 'Alameda County', costruita nei cantieri di Pittsburgh in Pennsylvania, varata come LST-32 ed entrata in servizio nell'estate 1943, ha partecipato dal marzo del 1944 alla Seconda guerra mondiale impegnata nel Mediterraneo. Destinata al termine delle ostilità in Europa a raggiungere il Pacifico, non fece in tempo ad operare in quelle zone a causa della resa del Giappone. Classificata come LST nella US Navy era una delle 390 unità della Classe LST-1. Collocata in riserva nel 1946, la nave rientrò in servizio nel 1951 per sostituire le unità impegnate nella guerra di Corea e venne inviata nuovamente nel Mediterraneo. Assunse poi il nome Alameda County l'1 luglio 1955 e venne classificata AVB (Advance Aviation Base Ship) nel 1957. Radiata definitivamente dalla US Navy il 25 giugno 1962 venne trasferita alla Marina Militare Italiana dove ha prestato servizio dal 21 novembre 1962 fino all'1 agosto 1973.

Caratteristiche: 109,3 m di lunghezza, 16,6 di larghezza, pescaggio 8 m, due motori diesel GM, capacità di 150 fanti di marina e 6 mezzi LCVP, equipaggio di 129, armamento di ben 8 cannoni da 40 mm e 12 da 20 mm.

L'Anteo fu la prima unità d'altura italiana dotata di un portellone a prua per lo sbarco di mezzi ruotati e cingolati direttamente sulla spiaggia. Insieme all'Anteo era stata acquistata dagli USA per fornire supporto alle forze da sbarco un'altra unità, la USS Whitley che ceduta alla Marina Militare Italiana nel febbraio 1962 e rinominata Etna venne radiata il primo maggio 1975. Le due unità affiancarono nel loro compito le unità della Classe Stromboli costruite in Italia, che entrate in servizio nella prima metà degli anni cinquanta prestarono servizio fino al 1972 e vennero a sua volta affiancate dal 1968 dalla nave Bafile che avrebbe poi prestato servizio fino al 1981.

Le prime quattro unità vennero sostituite da altre due unità ex USA, la ex USS DeSoto County e la ex USS York County che cedute dagli USA all'Italia nel 1972 e rinominate Grado e Caorle, rimasero in servizio rispettivamente fino al 1988 e fino al 1989, venendo a sua volta sostituite dalle unità della Classe San Giorgio, affiancate a sua volta nel loro compito da Nave San Giusto.

Ecco poi la storia delle LST della classe Grado, la L-9890 GRADO e la L-9891 CAORLE, di costruzione americana negli anni '50 (classe 'Suffolk County'), navi che sono state sostituite dopo circa 20 anni di servizio dalle 'S.Giorgio'.

Originariamente queste navi erano la USS DeSoto County (LST-1171) e la USS York County (LST-1175).

Queste navi potevano trasportare oltre 500 uomini ed erano bene armate potendo contare su sei cannoni da 76/50 mm in 3 impianti binati del tipo Mk 33, ma non avevano supporto elicotteristico a bordo per l'elisbarco e per l'appoggio tattico delle truppe anfibie che unita alla mancanza di un bacino allagabile ne limitava l'operatività.

Le due unità andarono a sostituire altre due unita ex-USA, Anteo (ex USS Alameda County) ed Etna (ex USS Whitley) che entrate a far parte della Marina Militare nel 1962 vennero dismesse nel 1973 e le vecchie unità della Classe Stromboli dismesse nel 1972 ed affiancarono un'altra unità ex-USA, il Bafile in servizio dal 1968 al 1981.

Le due unità rimasero in servizio rispettivamente fino al 1988 e fino al 1989, quando vennero poste in disarmo per essere definitivamente radiate nel 1992 e successivamente demolite. Vennero sostituite dalle unità della Classe San Giorgio, affiancate a sua volta nel loro compito da Nave San Giusto. Grado

  • Dislocamento: a pieno carico 7823 t
  • Lunghezza: 148,3 m
  • Larghezza: 20,6 m
  • Pescaggio: 5 m
  • Propulsione: 6 motori diesel, 2 eliche; 16 nodi
  • Capacità di carico: 4 mezzi del tipo LCVP;

575 uomini del Reggimento San Marco; 28 veicoli medi; 56.000 litri di nafta o carburante AVIO + 4000 litri di carburante per i veicoli imbarcati

  • Equipaggio: 10 ufficiali + 162 sottufficiali e comuni
  • Armamento: 6 cannoni antiaerei 76/50 mm in 3 impianti binati

Nave 'Grado' ex USS DeSoto County (LST-1171), venne costruita costruita nei cantieri Avondale Shipyard nella Louisiana venne impostata il 15 settembre 1956 varata il 28 febbraio 1957 ed entrata in servizio il 10 giugno 1950. Dopo aver prestato servizio nel 1969 durante la guerra del Vietnam il 17 novembre 1972 venne ceduta all'Italia. La Nave "Grado" fu bonificata e demolita presso i cantieri SIMONT S.p.A. di Napoli. I lavori ebbero inizio a Settembre 1999 e furono ultimati a Gennaio 2000.

Nave 'Caorle' ex USS York County (LST-1175), venne costruita nei cantieri di Newport News in Virginia, impostata il 4 giugno 1956, varata il 5 marzo 1957 ed entrata in servizio l'8 novembre 1957. Partecipò al blocco di Cuba e all'invasione dei marines della Repubblica Dominicana. Il 17 luglio 1972, l'unità venne ceduta all'Italia.

Queste navi erano vecchiotte ma piuttosto potenti, armate con ben 3 impianti binati da 76/50 mm. Sarebbero state capaci di consentire agevolmente l'uso del minuscolo corpo d'assalto del S.Marco, con un battaglione appena che davvero è difficile da comprendere visto le dimensioni della Marina americana.


Le 3 navi classe San Giorgio sono unità LPD: 'San Giorgio', 'San Marco', e ultimo, leggermente diverso il 'San Giusto', specializzate in operazioni da sbarco.

Le navi della Classe San Giorgio hanno ponte continuo e isola laterale, e sembrano una sorta di portaerei classe Garibaldi o Tarawa, ma sono troppo piccole per essere davvero usate in tale modo, dato che sul ponte di volo possono operare fino ad un massimo di quattro elicotteri. In effetti sono le più piccole 'tuttoponte' tra le navi tuttoponte anfibie, addirittura poco oltre la metà e un quinto del dislocamento di una 'Tarawa' americana.

Queste navi classificate LPD, sono in realtà più simili a grossi traghetti o navi commerciali, hanno un armamento leggero e una buona flessibilità operativa, ma sono prive di hangar e quindi non hanno una reale capacità di far operare una squadriglia di elicotteri, specie con cattive condizioni meteo. La parte centrale del ponte è dedicata ai mezzi da sbarco e le unità possono operare sia in punti attrezzati sia in acque prospicienti spiagge aperte. Le navi sono dotate di un bacino allagabile poppiero di m 20,5 (lunghezza) x 7 m da cui fare operare tre mezzi da sbarco tipo LCM mentre altri tre mezzi minori possono essere sistemati sul ponte di coperta. La capacità di carico è 1.220 tonnellate, di circa 350 uomini equipaggiati della Forza da Sbarco ed oltre una trentina di mezzi vari da trasporto e combattimento. Le navi dispongono inoltre di sala operatoria, ambulatorio medico, gabinetto odontoiatrico, gabinetto radiologico, sala ginecologica e sala parto.

Tra i mezzi a bordo si possono rilevare i mezzi da sbarco a motore o MTM, nel bacino poppiero: era lungo 18,5 m, largo 5,1, immersione 0,9 m, peso 32-62 t, 2 motori da 560 hp e 9 nodi di velocità. Possono trasportare 2 carri VCC-1, ma non un carro armato medio che del resto non è presente nel S.Marco. La nave è munita di un elevatore da 30 t a mezza nave (dalle dimensioni, notare bene, di 13,5x3,5 m. Tutta la nave è percorsa da un ponte veicoli, che possono essere imbarcati e se necessario, sbarcati da prua. Infatti la nave è una LPD, ma combina anche la capacità di imbarco-sbarco Ro-Ro con una prua elevabile, e rampa abbassabile. Questo rende possibile sbarcare o imbarcare mezzi rapidamente, verso la prua, dalla banchina di un molo, ma anche su di una spiaggia abbastanza profonda (difficilmente reperibile visto il pescaggio rilevante). La nave ha casse di compenso per appopparsi, capaci di 1.600 t. Questo è importante perché consente di abbassare la poppa e al contempo a sollevare la prua, come del resto accade normalmente sulle navi anfibie con bacino. Per il pescaggio sufficiente di 1,6-2,1 metri per un MTM a pieno carico, era così possibile affondare parzialmente la zona poppiera al livello desiderato. Se un solo MTM era sistemato dentro il piccolo bacino per mezzi, altri due potevano sempre essere sistemati su apposite selle di carico, pronti, con tanto di 2 VCC-1 l'uno, ad essere calati in mare. Inoltre un baglio mobile si può abbassare sopra il bacino allagabile, che permette di utilizzare tutta la lunghezza del ponte veicoli per il trasporto, qualora non vi siano a bordo i mezzi da sbarco. La cosa non è di poca importanza, perché la nave dopotutto è davvero piccola e deve sfruttare bene i volumi di carico. La disposizione del ponte abbassabile di prua è all'interno della sezione appuntita della prua stessa, ripiegato verso l'alto in due sezioni. Si abbassa quando la prua si alza verso l'alto. Il portellone di poppa, che chiude il bacino, è abbastanza robusto da permettere l'imbarco di mezzi, che poi transitano sopra il ponte creato sui bagli (con sotto il bacino allagabile), e permette un'escursione dalla panchina fino a 1,2 m, grazie all'estremità incernierata dei due elementi che lo compongono. La disposizione dei veicoli a bordo è, con gli MTM, di 36 VCC di cui 27 in file di 3 l'uno, 3 in file singole, 4 sopra gli MTM delle selle, e 2 nell'MTM già nel bacino. Sopra questo ponte di primo corridoio (quello veicoli) vi è quello intermedio con il ponte di coperta. La struttura è occupata soprattutto dagli alloggi per l'equipaggio,cucina, mensa, ospedale e locale artiglieria. L'elevatore consente di trasportare veicoli sulla coperta o viceversa, a seconda delle necessità. Per esempio, è possibile e comune pienare la parte anteriore del ponte di volo con veicoli ruotati, lasciando quella poppiera per gli elicotteri. In tutto è possibile trasportare fino a 130 mezzi. Quanto all'area intermedia è troppo stretta per le operazioni con gli elicotteri, anche se li può ospitare parcheggiati con le eliche ripiegate (se non le hanno bipala). L'area anteriore ha una superficie di 800 m2, quella poppiera di 900. Ciascuna consente di far operare mezzi anche della taglia di un CH-47, e la zona poppiera ha anche la capacità di far operare questi velivoli di notte, con tanto di predisposizioni luminose e sistemi antincendio. Ma di sicuro queste navi, mancando di hangar, non possono fare affidamento su molte forze eliportate, specie in missioni di lunga durata (gli elicotteri non ne traggono certo giovamento a restare esposti alle intemperie). Inoltre non vi sono officine e depositi carburante e armi a sufficienza per mantenerli efficienti. La zona centrale della nave è inutilizzabile per le operazioni di volo, ma ha la grossa isola a destra della nave, che tra l'altro alloggia anche gli ufficiali (17), che quindi non vivono sottocoperta come il resto della ciurma. La parte sinistra ha 3 gru e altrettanti MTP, mezzi per l'esclusivo trasporto di personale, con 45 uomini di capacità l'uno, e un motoscafo da 9 t davanti alla plancia comando con un'altra gru dedicata. La parte prodiera vede terminare il ponte e subito in avanti vi è il cannone da 76 MM, in bell'evidenza data la posizione su di una specie di 'podio'. In seguito, sulla terza unità è diventato un più moderno (forse ex-Audace) Compatto. Le altre armi sono due mitragliere da 20 mm sulla parte posteriore dell'isola, in installazioni singole. Non molto, ma nell'era delle navi 'armate fino ai denti' questo suscitò un certo disappunto pur se queste navi non erano certo di prima linea: ci fu chi suggerì anche di piazzare due lanciamissili antinave sui fianchi, forse scambiandole davvero per una 'mini-Garibaldi'. La cosa non è andata in porto, per motivi piuttosto comprensibili. Il cannone di vecchio tipo non era una grande difesa da azioni contraeree, ma se non altro riusciva ad appoggiare le truppe a terra con un minimo (tra un inceppamento e un altro, data la scarsa affidabilità dei cannoni tipo MM) di fuoco di sostegno. In poco tempo, era possibile far sbarcare sulle coste nemiche 2 elicotteri medio-pesanti, 6 blindati VCC su veicoli MTM (con circa 70 uomini) e 3 MTP da 14 t con altri 135 soldati, tutto sommato non una prestazione disprezzabile. Ovviamente era possibile anche usare gli LVTP-7 anfibi, con 25 uomini l'uno. La capacità di carico delle 'San Giorgio' era tale da portare con loro tutto il battaglione S.Marco e i mezzi pesanti relativi quasi al completo, ma questo non era tanto un merito delle navi quanto un demerito di una componente anfibia davvero sottosviluppata nella MMI.

Le navi di questo tipo, in sostanza non molto diverse da un traghetto civile (cannone e isola laterale a parte) erano anche utilizzabili per altri compiti, cosa piuttosto comune alle navi anfibie moderne: quello di navi soccorso popolazioni disastrate, navi ospedale e così via.

Ecco le differenze tra queste navi: la S.MARCO, realizzata piuttosto curiosamente con i fondi della Protezione civile, ha avuto una maggiore produzione di acqua potabile (210 t/giorno), sistema di bonifica superficie marina antinquinamento, con solventi biodegradabili, migliori attrezzature ospedaliere, non dimensionate cioè sol per usi militari, con tanto di ambulatorio dentistico, radiografie etc.)

La SAN GIUSTO ha avuto una realizzazione dilazionata di qualche anno entrando in servizio nel 1994. Le differenze rispetto alle altre consistono in un dislocamento leggermente maggiore di 8.000 t, larghezza incrementata a 20,5 m (escludendo errori di battitura), capacità di essere usata per trasportare 316 marò o 266 allievi dell'accademia navale, e 34 blindati, oltre a 2-4 elicotteri sul ponte, i mezzi da sbarco soliti, eventuali mezzi al posto degli elicotteri. Per il resto vi sono anche: 85 t/80 m3 di equipaggiamento, e altre 115 t di materiali. Ha maggiori predisposizioni sanitarie ed è usata anche come nave scuola, mentre un pezzo da 76 Compatto ne rende possibile, abbinato ad una centrale ARGO 10, una certa capacità d'autodifesa (ma niente ancora di paragonabile ad un CIWS). Un truster trasversale a prua permette di eseguire spostamenti laterali precisi, con 1000 hp di potenza disponibile, esigenza molto importante per le navi anfibie.

Insomma, le 3 LSD di questo tipo sono ben più che sufficienti per l'assalto marittimo della MM, e persino esuberanti (per garantire che almeno una nave sia sempre disponibile ne basterebbero due). Il lavoro, nel dopo-Guerra fredda non gli sarebbe mancato. Il loro principale limite è l'assenza di un hangar degno di questo nome. Nonostante l'elevatore sia presente e possa in teoria portare gli elicotteri sotto coperta per proteggerli e manutenerli, in pratica quest'elevatore è di qualcosa troppo piccolo per trasportare elicotteri: sia l'AB212 che il Sea King sono troppo grossi, ma anche se l'elevatore fosse stato più grande (soprattutto lungo) il sottostante ponte è troppo basso per permetterne il movimento. Peccato davvero che non sia stato rialzato questo locale di appena 0,5-1 m, e l'elevatore allungato di qualche metro. Tuttavia un elicottero leggero come il Mangusta con un rotore modificato per essere ripiegabile sarebbe possibile da sistemare sotto coperta. Ma per colmo della disdetta, è largo 3,6 m, ben 10 cm di più rispetto alla larghezza dell'elevatore (che invece è lungo più che a sufficienza). Per l'AB-206 invece non dovrebbero esserci problemi, ma non pare sia mai stato portato a bordo. Comunque, il fatto che durante l'ultima missione in Somalia i 4 Mangusta portati con le navi italiane (un rifornitore, una 'Maestrale', S.Giorgio, S.Marco, Garibaldi) fossero a bordo della nave ammiraglia (assieme a 2 S.King, 4 AB212 NLA e 3 Harrier) la dice lunga sulla questione. Peraltro le due LPD avevano a bordo ciascuna 3 Sea King, altra scelta che apparentemente va contro ogni logica, ovviamente tutti stivati sul ponte di volo (uno o due in parcheggio a mezzanave e uno pronto al decollo a poppa e/o a prua).

In teoria si potrebbe, ma non è stato fatto, allestire una vera officina di volo a bordo, ma in pratica per ospitare sottobordo gli elicotteri è possibile solo smontando il rotore e la coda degli stessi, e sarebbero ospitabili solo con i portelli di prua e poppa. Per poche centinaia di t in più non si sono così dotate queste navi di una pur minima capacità elicotteristica di tipo permanente.

  • Tipo: Nave da sbarco
  • Numero: unità 3
  • Costruttori: Fincantieri
  • Cantiere: Riva Trigoso, (GE) Italia
  • Dislocamento: a pieno carico 7.960 t, di cui 1.226 t di carico utile
  • Dimensioni: lunghezza 133,3 m, tra perpendicolari 118 m; larghezza 20,05 m; pescaggio max 15,7 m (!)
  • Propulsione: 2 diesel Grandi Motori Trieste A-420.12, 16.800 HP (12.353 kW); 4 generatori GMT B230.6 da 770 kW (450V, 60Hz); 2 eliche a pale orientabili e una intubata a prua
  • Velocità: 21 nodi
  • Autonomia: 4.500 miglia a 20 nodi, 7.600 a 16
  • Capacità di carico: 1.000 tonnellate, 353 uomini del Reggimento San Marco (27 ufficiali, 44 s.ufficiali, 282 soldati); 1 motoscafo, 3 MTP, 1-3 MTM; 36 VCC-1
  • Equipaggio: 17 ufficiali + 146 sottufficiali e comuni
  • Equipaggiamento: 1 radar MM/SPS-702 di scoperta, 1 nav. MM/SPN-748, 1 direzione tiro ARGO-10 o NA-18, 1 sistema ECM, 1 lancia-chaff, un decoy SLQ-25 ASW, 1 sistema nebbiogeno Simmel
  • Armamento: 1 cannone da 76/62 mm, 2 cannoni da 25/80 mm, 2 mitragliere da 12,7 mm
  • Velivoli:2 AB212 o NH 90, 2 elicotteri Medi SH-3D o EH 101 (ma senza alcun hangar)
  • Motto: San Giorgio: Arremba San Zorzo, San Marco: Ti con nu, nu con ti; San Giusto: Motto Coragio no manca co' semo nel giusto
  • L-9893 San Marco: impostato nel cantiere Riva Trigoso il 27 maggio 1985, varato il 21 febbraio 1987, entrato in servizio il 13 febbraio 1988
  • L-9892 San Giorgio L 9892, costruito nel cantiere di Riva Trigoso, impostazione il 27 maggio 1985, varo 21 febbraio 1987, servizio dal 14 maggio 1988
  • L-9894 San Giusto, cantieri Riva Trigoso con impostazione il 19 agosto 1991, varo il 23 ottobre 1993, servizio dal 14 aprile 1994

Oltre alla normale attività addestrativa le unità si sono anche distinte per aiuti umanitari. Nell'estate 2006 la Marina Militare è stata una delle prime marine militari ad intervenire nella crisi del Libano. partecipando all'operazione Mimosa '06 e successivamente all'operazione 'Leonte' con il 'San Giusto', il 'San Marco' e il 'San Giorgio' in prima fila insieme alla fregata 'Aliseo' al cacciatorpediniere 'Durand De La Penne' e la portaerei 'Garibaldi'. Le navi hanno sbarcato, nel porto di Beirut, sotto il controllo del Reggimento 'San Marco', tonnellate di materiale destinato alla popolazione, cucine da campo, ambulanze, generatori per la produzione di corrente elettrica, tende pneumatiche, tonnellate di medicinali e tonnellate di generi alimentari destinati alla popolazione civile non combattente messi a disposizione dal Ministero degli Esteri, dalla Protezione Civile, dalla Croce Rossa Italiana e dal Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite.

Nel corso dell'operazione 'Mimosa '06' il 'Durand de la Penne' è stata tra le prime unità neutrali ad entrare nel porto di Beirut per l'evacuazione dei connazionali ed altri europei verso l'isola di Cipro con ben due viaggi. Successivamente è intervenuto il battaglione San Marco, con l'unità da sbarco San Giusto che ha permesso il trasporto di beni di prima necessità per la popolazione in guerra oltre all'evacuazione di altri connazionali. L'operazione Leonte è scattata a settembre, sotto l'egida dell'ONU all'interno della missione UNIFIL 2. Le navi 'Garibaldi', 'San Giusto',' San Marco' e 'San Giorgio' (in pratica l'intera flotta tuttoponte), scortate dalla corvetta 'Fenice', hanno sbarcato sulla spiaggia di Tiro la "forza d'ingresso" (Entry Force) del contingente di pace italiano, costituita dalle truppe anfibie della nuova Forza di Proiezione dal Mare (FPM), a loro volta composta dal Reggimento San Marco della Marina Militare e dai Lagunari dell'Esercito.

Le navi di questa classe sono anche particolarmente versatili ed utilizzabili per operazioni di supporto alla popolazione nel contesto della Difesa Civile e della Protezione Civile. La disponibilità a bordo di dissalatori, strutture sanitarie, elisupporto, unita alle caratteristiche operative di flessibilità logistica e rapida proiettabilità, le rendono tra i mezzi migliori per il supporto delle operazioni di Protezione Civile. Nel corso della più grande operazione europea di Protezione Civile del 2008, Sardinia 2008, la 'San Marco' è stata scelta e configurata come mezzo principale di proiezione in teatro e supporto logistico-operativo per tutti i contingenti civili e militari internazionali coinvolti, e per il trasporto e lo sbarco rapido di tutti i loro mezzi tecnici.

Classe San Giorgio
Matricola Nome cantiere Impostazione Varo Entrata in servizio
San Giorgio L 9892 Fincantieri, cantiere di Riva Trigoso 27 maggio 1985 21 febbraio 1987 13 febbraio 1988
San Marco L 9893 Fincantieri - Riva Trigoso 26 marzo 1985 10 ottobre 1987 14 maggio 1988
San Giusto L 9894 Fincantieri - Riva Trigoso 19 agosto 1991 23 ottobre 1993 14 aprile 1994



La nave d'assalto anfibio San Giusto è la terza unità della Classe San Giorgio, della quale costituisce una versione migliorata e potenziata.

La nave, costruite come le altre dalla Fincantieri a Riva Trigoso è entrata in servizio nel 1994 e viene classificata LPD. La differenza principale con le altre unità della classe stà nel propulsore, leggermente più potente e nel ponte di volo che è 3/4 di quello delle sorelle: 100 x 20,5 m. Il ponte è stato accorciato per permettere l'installazione a prua di un cannone da 76/62 mm Compatto per aumentare le capacità difensive dell'unità.

Gli ampi spazi e le capacità di alloggio ne consentono l'impiego come Nave Scuola per Allievi ufficiali dell'Accademia o delle scuole sottufficiali, e dotata a tale scopo di attrezzature didattiche e specialistiche, l'unità svolge il ruolo di Nave Scuola per gli Allievi Ufficiali del 2° anno dell'Accademia Navale di Livorno, un ruolo che in passato nella Marina Militare era stato svolto dal Montecuccoli, dal San Giorgio e dal Duilio

L'attività operativa di questa unità è molto intensa, svolgendo oltre all'attività di squadra il compito di Nave Scuola. Nel 1999 durante la crisi di Timor Est trasportò sull'isola un reparto di incursori dei COMSUBIN. Nel 2002 ha effettuato per gli allievi dell'Accademia una Campagna Istruzione in Nord Europa durata dal 5 luglio al 29 settembre percorrendo 10887 miglia e prendendo parte alle celebrazioni per il 750° Anniversario della città di Stoccolma e del 125° Anniversario della città di Bremerhaven.

Nel corso del 2004 dopo avere effettuato dal 30 maggio al 10 luglio, per gli Allievi 1^ classe Marescialli, una Campagna Istruzione in Mediterraneo occidentale ed Atlantico Orientale, successivamente dal 18 luglio al 26 settembre ha effettuato per gli allievi della 2^ classe dell'Accademia una Campagna Istruzione in Nord Europa.

La campagna addestrativa del 2005, svolta nel Mediterraneo ha visto imbarcati anche 12 Allievi ufficiali di marine straniere, mentre nell'estate del 2006 la campagna addestrativa svolta nel Mediterraneo Orientale è stata breve in quanto l'unità è stata impegnata poi in Libano nell'operazione Leonte insieme alle altre unità della Classe San Giorgio e al Garibaldi. Nel corso di questi anni il San Giusto è stato anche impegnato nell'operazione Antica Babilonia.

Rifornitori di squadra

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La Classe Stromboli è costituita da tre navi da rifornimento in mare e trasporto, ordinate dalla marina italiana negli anni '70 come necessario passo per operazioni più d'altura.

Le navi 'Stromboli', 'Vesuvio', e l'ultima, assai successiva e ingrandita 'Etna' sono state originariamente armate con un cannone da 76mm MM Oto Melara a prua. Una nave simile venne costruita anche per la marina irachena, ma a causa dell'embargo dovuto alla guerra contro l'Iran e alla guerra del golfo è rimasta internata nel porto di Alessandria d'Egitto. Assieme alla nave da rifornimento erano state ordinate quattro fregate Classe Lupo, poi diventate Classe Soldati nella Marina Militare, e sei corvette Tipo AL Assad, quattro delle quali furono rivendute alla Malesia, mentre due corvette sono ancora ormeggiate nella Arsenale Militare Marittimo della Spezia.

La costruzione dello Stromboli avvenne presso i Cantieri Navali Riuniti di Riva Trigoso e l'unità, impostata nel 1973 è stata varata il 20 febbraio 1975 entrando in servizio il 31 ottobre dello stesso anno ricevendo la bandiera di combattimento a Palermo il 7 giugno 1978 da parte del locale gruppo dell'ANMI. La nave dispone di due stazioni di rifornimento ed è attrezzata per l'eli-rifornimento. Lo Stromboli è contraddistinto dalla matricola A 5327. Sono navi dalla struttura abbastanza convenzionale. La sovrastruttura è molto alta e squadrata, sormontata a stento da un minuscolo albero, mentre appena dietro vi è un fumaiolo alto e di forma rettangolare. E' tutto simile ad una petroliera civile, ma dato che la poppa ha una piattaforma d'appontaggio per il il VERTREP, allora le sovrastrutture sono leggermente più in avanti rispetto ad una petroliera civile. Queste sovrastrutture hanno due lance a motore, una su ciascun lato, e dietro v'é una struttura a terrazzo. Davanti v'é la stazione di rifornimento con i vari cavi alloggiati in una specie di struttura grossomodo a M, tipica delle navi di questo tipo. In avanti ancora vi è il cannone da 76 mm MM, che minacciosamente si staglia sulla sagoma della nave, quasi a 'guardia' della nave, ma senza in realtà molte potenzialità difensive data anche la mancanza di una stazione di tiro moderna.

Nei suoi 30 anni di attività operativa alle spalle, Nave Stromboli continua ancora a fornire il suo contributo logistico alle unità della Squadra Navale ed a quelle delle marine alleate, partecipando a molte missioni, alcune delle quali passate alla storia. Nell'Estate 1979 ha partecipato insieme al Vittorio Veneto e all'Andrea Doria ad una missione di soccorso ai profughi vietnamiti. Dal settembre 1987 insieme ad altre unità della squadra navale ad una per assicurare la libera navigazione ai mercantili italiani durante la guerra Iran-Iraq nel golfo Persico dove è ritornata ad agosto 1990 per prendere parte all'operazione Desert Storm durante la guerra del golfo. Nel febbraio 1994 ha dato supporto logistico in Somalia al rientro del contingente italiano che aveva preso parte alla missione Ibis. dopo il 2000 ha preso paete alle missioni Active Endeavour nel Mediterraneo Orientale per la prevenzione del terrorismo internazionale e all'operazione Enduring Freedom.

Il disarmo di queste unità non dovrebbe avvenire prima del 2008 - 09, ma attualmente non esistono ancora programmi noti per il loro rimpiazzo, mentre è chiaro che se da un lato queste petroliere di rifornimento sono piccole, limitate, vecchie, dall'altro sono nei loro limiti, importanti e la sola ETNA non riuscirebbe ad assolvere tutte le funzioni necessarie per le missioni oltremare.

  • Costruttori: Fincantieri
  • Dislocamento: 4.200 t standard, a pieno carico 8.700 t
  • Lunghezza: 129 m
  • Larghezza: 18 m
  • Pescaggio: 6,5 m
  • Ponte di volo: sì
  • Propulsione: 2 motori diesel Grandi Motori Trieste C428-SS

1 elica

  • Potenza: 9.600 HP
  • Autonomia 4.000 miglia a 18 nodi
  • Equipaggio: 9 ufficiali+106 sottufficiali e comuni (10 anni fa: 10+114)
  • Armamento artiglieria: 1 cannone da 76/62 mm MM, 2 mitragliere da 25/90 mm (solo dopo ammodernamento)
  • Motto: Stromboli: Nunquam Satis; Vesuvio: Defende me servabo te
Classe Stromboli
Pennant number Nome cantiere Impostazione Varo Entrata in servizio
A 5327 Stromboli Cantiere navale di Riva Trigoso 1973 20 febbraio 1975 31 ottobre 1975
A 5329 Vesuvio Cantiere navale del Muggiano 1 luglio 1974 4 giugno 1977 align="center"31 ottobre 1978
A 5326 Etna Cantiere navale di Riva Trigoso 3 giugno 1995 12 luglio 1997 29 luglio 1998

La nave da rifornimento ETNA è la terza unità della 'Classe Stromboli'. Costruita nel Cantiere navale di Riva Trigoso rispetto alle altre due unità della Classe ha maggiori dimensioni, maggiori capacità di trasporto, un ponte di volo per due elicotteri, ed un propulsore più potente. La nave ha quattro stazioni di rifornimento (anziché 2), di cui due idonee anche al trasferimento di carichi solidi, una stazione poppiera per il rifornimento di gasolio il ponte di volo per operazioni di carico e scarico di materiali da effettuare mediane gli elicotteri ed ha la gestione dei carichi trasportati dall’unità completamente informatizzata. La nave ha capacità di intervenire per riparazioni di altre unità anche in navigazione e per tale funzione disponibili di un'officina elicotteristica per la riparazione degli elicotteri, una meccanica per la riparazione dello scafo e dell’apparato motore ed un’officina elettro-meccanica. I sistemi di comunicazione di bordo, comprensivi di sistema di comunicazione satellitare, la rendono idonea anche quale sede comando. Esiste poi il RASS, evoluzione dell'RAN-30X, con capacità di scoperta aerea e in superficie, portata di 45 km contro un aereo da caccia a bassa quota, e maggiore contro le navi. È stato installato, in forma prototipica proprio sull'ETNA (probabilmente per ragioni contingenti, visto che si tratta di un radar avanzato e non certo indispensabile per una nave quasi disarmata di seconda linea).

La nave può anche offrire assistenza sanitaria al personale delle unità della squadra navale in navigazione anche per un periodo continuativo di 20 giorni potendo disporre di una notevole area ospedaliera con gabinetti radiologici, odontoiatrici e sala operatoria.

Nel corso di questi anni è stato impegnato nelle missioni in cui è stata impegnata la squadra navale tra cui l'operazione Enduring Freedom.

  • Dislocamento: a pieno carico 13400 t
  • Lunghezza: 146,5 m
  • Larghezza: 21 m
  • Pescaggio: 7,4 m
  • Propulsione: 2 motori diesel Sulzer 12-ZAV-40S; 9.600 HP
  • Autonomia: 7600 miglia alla max velocità 18 nodi
  • Equipaggio: 160
  • Armamento: 1 cannone da 76/62 mm, 2 mitragliere da 25/90 mm
  • Mezzi aerei: 1 o 2 elicottero
  • Motto: tenacemente ovunque
  1. Nativi, Andrea: U-212, RID Agosto 2006 pagg.50-59
  2. Mini, Maurizio: Le nuove LPD italiane RID Gennaio 1986 pagg. 66-71

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