Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Tunisia
La piccola Tunisia ha avuto, differentemente da molti suoi vicini, poche tensioni internazionali e lotte interne. Le sue F.A. non hanno quindi avuto modo di fare molta notizia, né di essere coinvolte in guerre recenti. La Tunisia, come Stato moderno, nasce dopo la fase del Protettorato francese, durata nel periodo 1881-1956, quando ottenne l'indipendenza.
La Francia occupò questa terra per mettere fine alle incursioni che spesso venivano condotte in Algeria dalle montagne tunisine, un caposaldo capace di ospitare una resistenza difficile da superare, come dimostrato nelle ultime, drammatiche settimane della IIGM in Africa del Nord. E così accadde che le popolazioni del posto, specie delle montagne e dei deserti, causarono una resistenza notevole anche durante il periodo di occupazione francese, operando per la maggior parte di quei 75 anni e soprattutto agendo con il partito politico dei Neo-Destour.
Spesso i Tunisini vennero reclutati nell'esercito francese come Tirailleurs e Spahis, impiegati nelle guerre mondiali e in Indocina. Nella terra d'origine, di per sé, non v'era invece che la Guardia Beylical, una specie di gendarmeria. Dopo l'indipendenza, ottenuta per fortuna senza massacri (come avvenne invece in Algeria), le F.A. erano di appena 1.300 ufficiali ex-esercito francese e 850 Guardie. Altri 4.000 tunisini continuarono invece a servire con l'esercito francese fino al 1958, dopo di che la maggior parte scelse di tornare in patria. Nel frattempo, il piccolo esercito raggiunse 6.000 effettivi in quell'anno, mentre nel '59 nacque la Marina e l'aviazione la seguì nel 1960. Da quell'anno, nonostante la ridotta forza disponibile, iniziarono già a servire fuori dai confini, nella missione ONU del Congo. Nel '61, però, successe una vera e propria guerra contro i Francesi, che mantenevano la strategica base di Biserta. Le perdite tunisine furono moltissime (pare un migliaio, sperabilmente includendo anche i feriti), ma alla fine i francesi evacuarono la base dopo negoziati con il governo tunisino. In ogni caso, i rapporti con l'ex-dominatore non si sarebbero interrotti, come dimostrano i contratti via via maturati in tema di equipaggiamenti militari.
Quando alla Tunisia venne garantita l'indipendenza, il 20 marzo 1956, il primo ministro era stato eletto Habib Bourgibia, il quale però fu tutt'altro che uno spirito democratico: nel '57, la Tunisia divenne una repubblica di cui lui divenne il presidente, e al contempo il leader dell'unico partito. La sua mira era anche quella di ridurre il potere del clero islamico, specie nella legge ed educazione, formando bene o male uno stato laico. Ma al dunque, tralasciando il necessario ricambio democratico del potere, tanto che dominò per ben 30 anni. Tra le sue riforme, l'abolizione delle Corti della legge coraniche, la confisca di terre a moschee e istituzioni religiose. Nel 1975 Bourguiba venne eletto presidente a vita. La Tunisia era stata quindi laicizzata, ma era tutt'altro che una democrazia. Fino a che il Presidente a Vita non venne deposto nel 1987 dal ministro degli Interni, Zine el-Abidine Ben Ali, che lo dichiarò mentalmente inadatto per il suo lavoro e lo mise agli arresti domiciliari, per poi diventare il nuovo presidente. Bourguiba morì poi nell'aprile del 2000 (nella stessa epoca in cui morì un altro illustre esiliato, stavolta italiano, l'ex-premier Craxi). Il nuovo presidente si mosse prima per restaurare il potere clericale in Tunisia, ma negli ultimi anni è diventato piuttosto un altro autocrate e ha cominciato a schiacciare chiunque altro detenesse un qualche potere: gli Islamici, i partiti d'opposizione e la libertà dei mass-media sono stati mesi tutti fuori legge o sotto controllo. Così vennero facilmente vinte le elezioni dell'ottobre 1999, raggiungendo il 99,44% dei voti, una percentuale del tutto incredibile per un'elezione 'regolare', in cui teoricamente c'erano pur sempre anche altri 6 partiti d'opposizione. Ovviamente non sono mancati nemmeno i prigionieri politici, di cui migliaia sono stati confinati nelle patrie galere.
L'ex colonia francese ha attualmente un'età per il servizio militare di 20 anni, con i coscritti tenuti a fare un servizio di 12 mesi. La disponibilità per il servizio è di 2,44 mln tra i 20 e i 49 anni di cui 2,03 abili, per le donne i numeri sono di 2,4 e 2 mln rispettivamente. Ogni anno raggiungono l'età per il militare 109 mila ragazzi e 103 mila ragazze, anche qui quindi vi è una netta tendenza alla superiorità numerica degli uomini sulle donne. Le truppe attive sono 35.000, e così la Tunisia è al 77imo posto sulla graduatoria mondiale. La spesa è di 356 mln ovvero l'1,5% del PIL. Le F.A. Tunisine, per quanto piccole, sono comunque suddivise in branche convenzionali. Al 2002, in particolare, la Tunisia aveva 27.000 soldati con 84 carri medi e 54 leggeri, la Marina 4.500 con 21 navi di pattuglia maggiori e l'Aviazione 3.500 con 29 aerei da combattimento e 15 elicotteri armati. In aggiunta vi sono le Forze paramilitari della Guardia nazionale. A parte le cannonate scambiate nello stretto di Sicilia con i pescherecci italiani, e le recenti, sempre più frequenti operazioni collegate all'immigrazione (di cui la Tunisia è 'ponte' verso l'Europa), la Tunisia ha una certa notorietà anche perché manda i suoi uomini in missioni internazionali in ambito ONU. Per esempio UNTAC, UNTAG, ONUC e altre. Queste tre sono rispettivamente per la Cambogia, Namibia e Congo (Negli anni '60'). Tra gli impegni, anche quello della missione in Ruanda, dove i Tunisini, differentemente da altri contigenti (per esempio quello bengalese), ebbero molti elogi per l'efficienza e le capacità dimostrate.
Mezzi:
- Carri: 54 M60 e 30 M60A1
- Carri leggeri: 54 SK-205
- Blindo: 24 Alvis Saladin, 45 AML-90
- Cacciacarri: 100 M-901 ITV/TOW
- APC: 140 M113A1 e A2, 18 EE-11, 110 Fiat 6614
- Artiglierie: 48 M 101 da 105 mm, 12 M114 e 57 M198 da 155 mm
- Mortai: 95 da 81 mm, 78 da 107 mm, 18 da 120 mm
- Cannoni SR e razzi c.c.: 300 da 89 mm LRAC-89, 140 da 57 mm M18, 300 bazooka da 89 mm M20, 70 M40 da 106 mm.
- Missili c.c.: 65 lanciamissili BGM-71, 500 MILAN
- Armi a.a.: 100 da 20 mm trinati M-55, 15 da 37 singoli Type 55, 48 SAM RBS-70, 25 MIM-72 Chaparral
Navi:
- 3 Combattante III, grosse motocannoniere da 425 t, armate con 8 MM40 e ordinate nel 1985. Per il resto hanno anche 1 cannone da 76, 4 da 30 mm e 2 da 40, ma non hanno i lanciasiluri. Il rimpiazzo del cannone da 76 poppiero con la torre da 40 e la rimozione dei siluri pesanti, in uno con il raddoppio degli Exocet, sono la principale differenza rispetto alle unità analoghe dei Greci. Evidentemente si reputava superato l'attacco silurante, mentre si è voluto un maggior livello di difesa aerea e di capacità offensiva missilistica. Nell'insieme l'armamento è di qualcosa più leggero, anche se bisognerebbe vedere in dettaglio le specifiche dei vari sistemi per una valutazione approfondita, ma l'omissione dei siluri pesanti (circa 3 t più i lanciasiluri) da sola è significativa, il cannone da 40 binato pesa circa 1 t in meno del 76 e i missili MM.40, seppure più pesanti degli MM.38, hanno installazioni molto più leggere.
- Per il resto, vi sono 6 Type 143 da 393 t, armate con 4 MM38 e cannoni, ordinate nel '76-77. Esse dovrebbero essere di costruzione tedesca (tipo Jaguar) stando alla denominazione della classe, e sono appena più piccole delle altre navi.
- 20 navi pattuglia costruite con l'assistenza della Corea del Sud.
Infine l'Aviazione, nota a livello internazionale come Tunisian Air Force (Al Quwwat al-Jawwiya al-Jamahiriyah At'Tunisia). I primi aerei che ebbe in forza erano 8 Saab 91 Safirs, arrivati nel 1960 (ma pare che l'aviazione fosse stata nominalmente istituita già l'anno prima). Nel '65 arrivarono i primi aerei a reazione, e dalla vicina Italia: alcuni MB.326. Le basi e i reparti aerei sono i seguenti:
Bizerte-Sidi Ahmed
- 11o Squadrone, addestramento, ancora equipaggiato con gli MB-326
- 15o Squadrone, Northrop F-5 Tiger II
- 21o Squadrone, C-130, G-222, L-410.
Bizerte-La Karouba
- 31o Squadrone, Bell 205, UH-1
- 32o Squadrone, Alouette II, Ecureuil
- 33o Squadrone elicotteri
- 36o Squadrone elicotteri
Sfax-Thyna
- 13o Squadrone, collegamenti, con SF-260
- 14o Squadrone, idem
- ? Squadrone, elicotteri collegamento
Gafsa:
- 16o Squadrone, addestramento, L-59
- ? Squadrone.
Gabes
Equipaggiamento:
- 12 Aero L-59 Super Albatros
- 6 Aermacchi MB-326 di cui 3 KT e 3 LT
- 12 Northrop F-5E Tiger II
- 3 F-5F
- 5 G.222
- 1 Dassault Falcon 20
- 2 Let L-410 Turbolet
- 5-6 C-130B, 1 C-130E, 2 C-130H
- 18 SF-260 (?)
- 2 S.208
- 5-7 Aérospatiale SA 341 Gazelle
- 3 SA 319 Alouette più 8 per la G.N.
- 6 SA 318 Alouette II
- 15 Bell 205 e 4 UH-1H
- 4 Bell 212
- 4 Bell 412
- 1 Eurocopter AS 365 Dauphin
- 6 AS 350 Ecureuil
- 1 AS 355 Twin Ecureuil
- 1 H-500
- ? S-76
- 11 S-61
- 1 HH-3E Pelican
Note sugli equipaggiamenti:
Iniziamo dagli F-5[1]. La Tunisia non era uno Stato definibile in alcun modo come 'democrazia', ma nondimeno fermamente intenzionato a restare nel campo occidentale. Gli USA furono quindi interessati a fornire un certo quantitativo di armi. Nel 1981 vennero ordinati 6 o forse 8 F-5E e 4 F-5F, consegnati poi nel 1984-85. In seguito sono anche arrivati 4 F-5E ex-USAF, nel 1989. Questo piccolo numero di aerei sono tutti concentrati in una sola Escadrille de Chasse (a quanto pare, le definizioni sono ancora, o lo erano fino a non molto tempo fa, francofone). Si parlava di un aggiornamento del sistema radar negli anni scorsi, ma pare senza molti risultati.
Chi non ha avuto molti scrupoli nel rifornire la Tunisia di armi, invece è stata la vicina Italia. Sono arrivati negli anni '80, tra gli ultimi clienti, i G.222 da trasporto. Ma in precedenza c'erano stati molti altri contratti. L'esercito ha ordinato dei trasporti truppa Tipoe 6614 4x4 come principale mezzo della categoria. L'aviazione ha avuto aerei italiani per la maggior parte dei compiti di prima linea. I primi jet, e gli unici aerei da combattimento per molto tempo sono stati gli MB.326. La Tunisia pensò bene di trovare in questi aerei un caccia economico e comprò 8 MB-326B, che pure erano ancora equipaggiati con il motore Viper 11 da 1.135 kgs, erano la prima versione armata del Macchi (ricavata con 6 punti d'aggancio sotto le ali) e la Tunisia ne fu l'unico utente. Seguirono poi 8 MB-326KT, della seconda generazione basata sul MB.326K, e dotati del Viper 20 da 1.500 kgs. Per quanto possa sembrare singolare, la Tunisia, che fu la prima cliente dell'MB.326 (nonché l'unica della versione B) fu anche utente dell'ultima versione, la L. Questa aveva un Viper serie 600 da 1.814 kgs, co-sviluppato tra RR e Fiat, che venne messo a punto per il potenziato MB.326K, un vero aereo da combattimento monoposto. Piuttosto singolarmente, il progetto K venne poi rielaborato come biposto e il risultato fu l'MB.326L. La Tunisia stavolta fu 'solo' la principale utente di questa versione, ordinandone 4 attorno al 1974, ma non ne ebbe l'esclusiva visto che il Dubai ne ordinò altri 2. Così la Tunisia, primo e forse fondamentale cliente estero dell'MB326, lo accompagnò in tutte e tre le generazioni apparse, fino a quando il progetto non divenne obsoleto (con lo stesso motore ma con abitacolo rialzato venne fuori l'MB.339A) e terminò il suo 'ciclo-vita'. Con 20 aerei, questi restano a tutt'oggi i più numerosi jet militari tunisini di sempre. Chiaramente la Tunisia non aveva né le ambizioni né le possibilità di svilupparsi in maniera completa nel settore militare, e per udire un bang sonico sopra Tunisi bisognerà aspettare gli anni '80.
In seguito sono stati comprati anche 6 SF-260C, la versione civile del progetto base, e soprattutto 12 SF-260WL militari, con armamento leggero in 2 punti d'aggancio. Piuttosto singolarmente, le F.A. tunisine non hanno avuto alcun elicottero Agusta, forse perché questo settore d'interesse è stato 'dato' alla Francia, come già accaduto per le navi.
La Tunisia è stata anche cliente dell'L-59 Super Albatross, una versione potenziata dell'originario L-39, che peraltro non ha avuto molto successo commerciale (un altro cliente importante è stato l'Egitto).
Quanto alle armi WMD, non è noto alcun interesse tunisino per il loro sviluppo. La Tunisia ha firmato i vari trattati appositi NPT, CWC e BWC.
Fonti
modificaDati ricavati da wikipedia.en, dalla pagina di J.Baugher sugli F-5 tunisini, da A&D dic 198 (Macchi) e Aerei ago 1999 (SF-260).
- ↑ Joe Baugher