Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Pakistan
Il Pakistan, diventato indipendente nel 1947 risentì delle difficoltà pratiche di far 'funzionare' la Partition decisa dai britannici. Diviso tra Pakistan occidentale e orientale dall'India, il Pakistan, a maggioranza musulmana conobbe al momento della guerra con l'India una ferocissima e sanguinosa guerra civile che portò innumerevoli vittime e ingenti spostamenti di popolazioni, nonostante i tentativi di Gandhi, già protagonista della secessione pacifica dell'India, di risolvere in maniera civile tale problema. L'Unione indiana non durò a lungo e il Pakistan divenne presto un nemico giurato dell'India, con cui combatté una prima volta già nella guerra del 1947-48, poi un conflitto senza chiari vincitori in cui seppe nondimeno sfruttare al meglio le sue inferiori forze armate nelle zone di confine, e il conflitto del 1971 in cui perse l'indifendibile Pakistan Orientale, diventato indipendente come Bangladesh. La tensione è continuata con la misconosciuta guerra d'attrito per e sul ghiacciaio Siachen, e con conflitti locali come quello in Kargil, del 1999. Il Pakistan, sia pure a livello rudimentale, è una potenza nucleare da circa 30 anni, come del resto l'India. Ha sviluppato una fiorente industria degli armamenti che include anche missili balistici a corto e medio raggio.
L'ultima fase della sua storia è quella della lotta con e contro (?) i fondamentalisti islamici: dal supporto ai mujaheeden all'epoca della guerra in Afghanistan (spesso conosciuta come 'invasione', ma i sovietici pur occupando il Paese erano formalmente alleati del governo di quest'ultimo, non mai oppositori od usurpatori, similmente a quanto fatto dagli americani in Sud-Vietnam). In seguito le cose si sono complicate, con i Talebani e l'attuale incontrollabilità dei bantustan al confine dell'Afghanistan, mentre il governo dittatoriale del Generale Musharraff sostiene una difficilissima posizione contro contestatori interni, terroristi, e le relazioni tese con l'India e gli USA, tanto da avere proclamato recentemente lo stato d'emergenza generale, mentre la ex-Leader Benazir Bhutto è stata salutata da una folla oceanica al suo ritorno, ma anche da un terrificante attentato con centinaia di vittime.
L'intendimento degli USA di rinforzare il Pakistan con armamenti potenti e sofisticati come un nuovo lotto di F-16 sta quindi in sospensione, come del resto accadde negli anni '80, quando 72 dei 110 caccia F-16 ordinati dal Pakistan furono bloccati per il rifiuto a terminare il suo programma nucleare. Nel frattempo i principali partners militari pakistani restano la Cina, interessata a mettere un problema di confine all'India, l'Ucraina, l'Iran e anche la Romania. Tra i programmi militari recenti, il caccia leggero FC-1 sviluppato come estrema evoluzione del MiG-21 pariteticamente con la Cina con un budget di appena 150 milioni di dollari, e i carri armati ucraini T-80UD.
PAF (Pakistan Air Force)
- 92 F-86F
- 25 B-57
- 10 F-104 A
- 2 F-104B
- 12 T/RT-33
Per il Pakistan, e in particolare la PAF, la guerra del 1965 ha rappresentato forse la sua prova più brillante, avendo tenuto in scacco una nazione ben superiore quale era l'India, almeno stando ai numeri duri e puri.
Questo conflitto non ebbe perdite umane gravissime, ma nemmeno leggere, per un totale di circa 6.800 vittime. Ecco quindi il punto della situazione aggiornata all'epoca dei fatti.
Come spesso accade, la guerra indo-pakistana del '65 era stata preceduta da segnali premonitori, ovvero gli scontri del marzo-aprile 1965 nella palude di Rann di Kutch. Questo era stato il maggiore dei presagi sullo scontro inesorabile tra i due stati nati il 14 agosto 1947 sulle rovine dell'Impero britannico. Pakistan e India presero presto vie diverse. Il Pakistan divenne alleato degli USA, e si premurò di curare al meglio la preparazione delle sue Forze armate che, durante la precedente guerra del '47-49 contro l'India non avevano avuto molta fortuna, e che dovevano confrontarsi con un nemico 4 volte più numeroso. La PAF, comandata dal Maresciallo dell'Aria Muhammed Asghar Khan (che a 36 anni, nel '57, era già capo della PAF) ebbe un cambiamento radicale di fornitori, e sebbene dal '51 fosse utente di 36 Supermarine Attacker FB.2, dopo l'accordo con gli USA, dal '56, essi vennero rimpiazzati da circa 120 F-86F, ancora tra i migliori aerei da combattimento del mondo e necessari per affrontare le torme di Ouragan e Vampire indiani. Come è stato riportato in altre parti dell'opera, almeno 22 vennero già allo scoppio della guerra, modificati con i missili AIM-9B, mentre nel periodo 1955-62 giunsero 37 B-57 Camberra, aerei ancora più pericolosi date le loro prestazioni in quota e in autonomia. Nel '65 c'erano persino gli F-104A Starfighter, pochi ma solo perché gli USA ne avevano davvero una quantità esigua e non si era ritenuto necessario appoggiarsi alla produzione europea. Nondimeno, si stima che ne fossero presenti ben 25 esemplari di cui 5 biposto (ma queste cifre di Da Fré cozzano con le quantità usualmente riportate dalle altre fonti). I 16 C-130 Hercules erano un'altra presenza prematura per la zona. All'epoca mancavano ancora parecchi anni prima che, per esempio, questi possenti cargo giungessero in Italia o anche in Gran Bretagna. Le basi aeree vennero inevitabilmente potenziate a loro volta per operare con tali prestanti apparecchi di nuova generazione. Questo nucleo numericamente piccolo di aerei da combattimento era insomma, quanto di meglio gli americani potessero offrire agli alleati pakistani, anche se per qualche ragione non comparvero mai gli F-5 Freedom Fighter che erano forse la migliore soluzione per tali utenti del Terzo mondo, essendo più rapidi dei vecchi F-86 e meno sofisticati degli F-104 o addirittura, degli F-4. Sarà proprio così che poi i Pakistani si mobiliteranno, comprando aerei analoghi, semplici e da mach 1,4, quali erano gli F-6. Ma questo accadde dopo la guerra e quindi qui non ci interessa.
Aggiornati gli aerei, gli aeroporti come Peshawar, Kohat, Mauripur, anche i radar ebbero un potenziamento, passando da sistemi della II GM (inadeguati contro i jet indiani che frequentemente penetravano lo spazio aereo pakistano, specie a bassa quota) ad apparati di generazione successiva. Un radar mobile Type 15 avvistò così, il 10 aprile del '59, un Camberra indiano in ricognizione e gli F-86, riusciti a raggiungere il veloce bireattore, ne fecero la prima vittima di un jet della PAF (i due indiani abbattuti vennero nondimeno rimpatriati 4 giorni dopo). Certo che se nel Pakistan Occidentale era possibile organizzare una adeguata difesa, in quello Orientale le cose erano molto diverse e in tutto c'era un solo vecchio radar di scoperta aerea a Tezgaon (Dakka), base provvista del 14 th Sqn su F-86F, aiutata da due piccole basi di Kurmitola e Chittaong. Ad Ovest Sarghoda era la principale infrastruttura della PAF con i due stormi ivi basati, il 32° (sqn 17 e 18 su F-86) e 33° (5 e 9° su F-86 e F-104), nonché il 20° su RT-33 da ricognizione. Poi c'erano gli sqn 15 e 19 a Peshawar su F-86, i No.11 e 17th erano in altre basi secondarie, il 24th da bombardamento era sugli B-57 e RB-57, mentre gli aerei leggeri L-19 erano nel 24th Squadron.
Non era molto, mentre l'India, dal canto suo, aveva un ricco arsenale francese, sovietico e britannico. Nondimeno, l'avvicinamento a Mosca e l'attacco a Goa e Dieu, le ultime colonie portoghesi, avvenuto nel dicembre 1961. Tutto questo non aveva certo fatto una buona impressione dell'India a livello internazionale, mentre la Cina la batté in una guerra dell'ottobre del '62 che causò gravi perdite e 22.526 km2 di territorio perso nella zona dell'Himalaya, sebbene, per ragioni essenzialmente politiche, il potere aereo non venne usato se non per ragioni logistiche. Questo causò polemiche sull'efficienza della IAF o Bharatya Vayu Sena, pure ben comportatasi con 6 Camberra nella missione ONU del Congo, tanto che il 6 dicembre 1961 distrussero la forza aerea dei secessionisti del Katanga nel raid volato su Kolwzi. La BVS era nata già nel '32, con i primi 5 piloti di cui uno, Mukherje, divenne poi Capo della successiva aviazione nazionale per diversi anni (morì nel 1960).
Ma la IAF non rimase né a gloriarsi né a dolersi per i suoi risultati, tanto che presto ebbe molti nuovi programmi di aiuto da parte britannica e sovietica. La percentuale del PIL destinato alla difesa in quello che restava un Paese poverissimo e iperpopolato aumentòdal 2,1% del '61-62 al 4,5% del '64-65. Questo aiutò lo sforzo, già in atto, di modernizzare le ingenti forze armate indiane.
Ecco come queste ultime si svilupparono. Dopo la guerra del '47-49 stabilirono di avere 20 squadroni da caccia con 100 Tempest e Spitfire, più 40 B-24 ex-USAAF. Nel '48 arrivarono, comprati dal novembre di quell'anno, i D.H. Vampire che come primi aviogetti indiani equipaggiarono il 7th Sqn, il primo di tutta l'Asia su jets. I Vampire divennero presto obsoleti, ma dei circa 500 comprati gli ultimi vennero radiati solo nel '92, prendendo parte anche al servizio con la Marina. Seguiranno poi i robusti Ouragan, chiamati Toofani, 104 nel periodo di servizio 1953-67, e i più veloci Mystere IVA, dal' 56 giunti in 120 esemplari, radiati nel '74. I Mystere erano equivalenti degli F-86 ma con cannoni da 30 mm e prestazioni di tutto rispetto. Dal '57 giunsero anche i similari, ma ancora più armati, Hunter Mk.56, ben 183 jets, e i Camberra, altri 93 reattori di fornitura britannica. Numero e qualità erano tali da rendere da soli possibile la creazione, con questi due tipi di apparecchi, di una forza teoricamente superiore all'intera PAF. Ma non era finita nemmeno con questi acquisti, in quanto il caccia Folland Gnat, prodotto su licenza (come anche i Vampire) venne messo in servizio tra il 1957 e il 1962 in ben 238 esemplari. Se si considerano le sue eccellenti prestazioni e agilità, questo da solo era un velivolo di assoluto interesse. L'Aviazione della Marina, grazie alla disponibilità di una portaerei, si interessò di caccia a reazione e nel 1961-66 comprò 81 Sea Hawk, 16 dei quali erano tipicamente imbarcati. Il pesante caccia Marut era in valutazione nel '65, mentre l'addestratore HJT-16 Kiran era in sviluppo, tanto che la produzione partì nel '68. La prima linea era stata arricchita quindi, in pochi anni, di oltre 1.300 jet da combattimento (ben più anche di quelli entrati in servizio nell'AMI durante lo stesso periodo di tempo), contro appena 191 pakistani. Non solo, ma c'è da dire che la componente logistica non venne assolutamente trascurata: dal '57 elicotteri leggeri Bell 47, dai primi anni '60 121 grossi e potenti Mi-4 Hound, poi gli Alouette II e III, monomotori a turbina prodotti su licenza nel 1961-79 in oltre 800 esemplari come Cheetah e Chetak. I trasporti erano 89 C-119, 9 quadrimotori Super Constellation, ben 68 Hs-768 britannici; ma soprattutto, intervennero i sovietici con 26 Il-14 'Crate' e 65 An-12 'Cub', grossomodo equivalenti ai C-130.
Questo totale arrivava quindi a qualche migliaio di velivoli moderni, ma bisognò anche aggiornare le reti radar e le basi aeree in risposta ai progressi pakistani. Così venne comprato il sistema americano ADGES (Air Defence Ground Environment System), e i primi missili SA-2 Guideline. Inoltre, per controbattere la minaccia degli F-104 si cominciarono ad ordinare gli allora nuovissimi MiG-21 Fishbed, preferiti ai più costosi F-104 e Mirage e ai meno potenti F-5. I MiG-21 'Vickram' divennero ben presto di casa nella IAF, con una produzione su licenza per un totale, inclusi quelli consegnati direttamente, di circa 1270 aerei. dal tardo '63 giunsero i primi 12, al 28° sqn o 'First Supersonics' mentre fabbriche a Nasik, Koraput, Hyderabad per cellule, motori e avionica rispettivamente. I primi piloti passarono un anno in una scuola, piuttosto dimessa, in URSS ad addestrarsi con i nuovi e prestanti, anche se non privi di limiti, aviogetti da caccia. Ma ancora nel '65 c'erano dei problemi e il No.28 era rimasto l'unico reparto, subendo anche la perdita di due aerei in collisione tra di loro.
Nel '65 la situazione della IAF era la seguente: Vampire, 9 squadroni di cui due ricognitori; Ouragan, 4 ma tutti ad Est; Mystere, 80 negli sqn 1,2,8, 31 e 32th, tutti ad Ovest (al comando del vice Air Marshall Rajaram, uno dei migliori ufficiali della IAF), Hunter, solo 3 squadroni (7, 20 e 27th) sul fronte occidentale; Gnat, 2, 9 ,18 e 23th (tutti con nomi inglesi, come era comune nella IAF, per esempio il No.2 era 'Winged Arrows'); MiG-21, 28 Sqn; Camberra, 5, 16, 35th sqn tutti nella base di Agra. Il comando era di tale Air Marshal Arjan Singh, veterano della guerra contro i Giapponesi ed esponente della minoranza Sikh, comandante dal 1 agosto 1964 ed organizzatore dell'esercitazione SHIKSHA in cui la IAF cooperò con GB e Australia. Tra i suoi aiutnati, Pratap Chandra Lai diventerà poi l'artefice della vittoria del '71 contro i Pakistani.
Ora, tornando al discorso del Rann di Kutch, esso è una specie di palude di circa 5 mila km2, amministrativamente gestita dai Pakistani ma in realtà contesa dagli Indiani, tanto che, in assenza di certezze sulla 'partition', questa zona del confine meridionale venne occupata in maniera incruenta dagli indiani nel '56. Ma sebbene il problema vero tra le due nazioni fosse e sia il Kashmir, questo settore secondario venne tuttavia considerato dopo che le prospezioni geofisiche stabilirono che forse esisteva petrolio nel suo sottosuolo. Il 20 marzo 1965 gli Indiani, che avevano lasciato le loro posizioni occupate nel '56, intervennero con 3 brigate di fanteria e con il supporto di 3 squadroni di Camberra e una mezza dozzina d'altri su Hunter, Vampire e Gnat, mentre i Pakistani avevano schierato un solo squadrone di F-86 e alcuni F-104, due dei quali in genere coprivano le CAP dei primi. Dopo che i Pakistani lanciarono l'Operazione Desert Hawk che iniziò il 15 aprile e finì il 29, gli Indiani ebbero dei problemi piuttosto seri, mentre un Ouragan venne costretto ad un atterraggio duro e catturato da un F-86. Le trattative politiche si limitarono ad ottenere uno 'status quo ante', ma i Pakistani pensarono bene che i loro nemici fossero meno forti di quel che sembrava, e che avessero scarso spirito combattivo. Per non perdere un momento favorevole, venne dato luogo a 'Gibiltair', operazione per infiltrare nel Kashmir guerriglieri e SF che avrebbero fomentato la rivolta contro gli Indiani. Così si voleva giustificare il successivo, inevitabile intervento delle truppe regolari, come immaginato dal comandante della 12° divisione Pakistana, l'ideatore del piano e comandante della parte pakistana del Kashmir. Ma la popolazione locale non prese posizione di fronte a questi segnali, iniziati il 5 agosto 1965 con imboscate alle truppe indiane e sabotaggi di ponti e ferrovie. Cominciarono piuttosto gli scontri tra l'esercito pakistano e gli Indiani già il 14 agosto e poi il 28 un'offensiva indiana puntò diritta al passo di Haji Pir, essenziale per la parte pakistana del Kashmir. L'India si era messa a fare sul serio dopo le scaramucce provocate dai Pakistani, e ora andava fermata con una guerra di vaste proporzioni. Difendere la città di Chamba e lasciar perdere l'incursione oltreconfine divenne allora la priorità e così venne lanciata l'Operazione Gland Slam, iniziata il 1 settembre con una brigata carri e due fanti e con obiettivo un ponte di importanza strategica: prenderlo sarebbe stato fatale per le retrovie nemiche. Finalmente entrarono in azione, e su larga scala, le forze aeree. Ma già alle 11 del mattino di quel giorno il comandante della 191a Brigata chiese appoggio aereo per evitare di ritrovarsi accerchiato uno dei suoi battaglioni di fanteria. Ma passarono ben 6 ore prima che l'assenso a tale richiesta venisse dato, perché si voleva evitare una guerra totale. Non fu comunque gran cosa, specie se si considera la superiorità della IAF e il fatto che i Pakistani non avevano macchine specializzate per l'attacco al suolo, niente F-84 o Ouragan insomma, per cui i loro preziosi F-86 dovevano essere distolti dalle CAP per compiti tattici. I primi 4 Vampire arrivarono alle 17.19 da 150 km di distanza, erano del 45th squadrone ,decollati dall'aeroporto di Pathankot comandato dal primo pilota indiano andato in supersonico, tale Maggiore Dhar, dove c'erano 3 squadroni con i bicoda inglesi. Ma i primi Vampire attaccarono per errore proprio le posizioni del 3rd MAHAR, e solo poi i carri pakistani. Ma a questo punto intervennero 4 F-86 e distrussero tutti i 4 Vampire, oppure 3 più uno colpito dalla flak. Tutti i piloti indiani andarono purtroppo uccisi eccetto quello colpito dalla contraerea. Questo sarebbe stato un problema anche successivo: i Vampire, troppo invecchiati di fronte ai Sabre, vennero relegati a compiti di seconda linea per quanto possibile. 16 Mystère attaccarono sul far della sera, reclamando 13 carri e 62 veicoli, ma in realtà colpirono sì duro i Pakistani, ma anche 3 carri e 13 autocarri indiani. Ma ora era chiaro, anche per la PAF, che l'India poteva colpire con notevole impeto le sue truppe, cosa che forse non era prevista, visto che tra l'altro i due F-86 erano in zona in maniera più che altro casuale che premeditata. Il giorno dopo a Pathankot arrivarono i primi due MiG-21 mai schierati in zona di guerra e 8 Gnat i cui piloti si erano specializzati nel combattimento aereo (ergo, nella 'caccia al Sabre'). Erano questi ultimi su due sezioni, comandate da un inglese di nome Greene e da un ufficiale indiano. Il primo era un esperto dei tempi della Corea e pensò bene di usare i Mystère come esca per i Sabre, mentre la sua sezione volava a 90 m di quota e quindi era invisibile ai radar nemici. Così successe che il 3 settembre, di buon mattino, decollassero 4 Mystère seguiti da due sezioni di 4 Gnat l'una, mentre i Pakistani diressero sei F-86e 2 F-104 contro i jet francesi senza sospettare nulla di quelli britannici. I Mystère tornarono indietro mentre gli Gnat salivano velocissimi fino a 9 mila metri e quindi piombavano sui bersagli, riuscendo ad abbattere un F-86 (non confermato dai Pakistani). Qui è successa un'altra cosa controversa della guerra aerea. Dunque, gli Gnat erano velivoli dal corto raggio d'azione e uno di essi atterrò per sbaglio, dopo avere perso il contatto con gli altri, nella base di Pasrur, che era in Pakistan. Secondo i Pakistani invece si 'arrese' all'F-104 che lo incontrò, per il timore che il pilota aveva per tali veloci intercettori. Visto che si trattava di un'unità speciale per il combattimento aereo la cosa è poco credibile, specie se si considera quanto lo Gnat potesse evadere le attenzioni dell'F-104 con una virata nettamente più stretta e rapida. 4 settembre, altra azione di 4 Gnat che abbatterono un Sabre e ne danneggiarono un secondo (erano impegnati nel mitragliamento di posizioni indiane), mentre un MiG mancò il bersaglio tirando un missile R-3S (Atoll), il che salvò il Sabre ma per poco, dato che la flak lo tirò giù poco dopo, per poi farlo seguire da un secondo (erano i cannoni Bofors, anziani ma ancora validi, da 40/60 mm del 127° Reggimento a.a.).
I Pakistani, indomiti, attaccarono poco tempo dopo e puntarono, dopo alcuni successi, ad Akhnour, il che costrinse il XI C.d'A. indiano a contrattaccare con ben 3 divisioni. La PAF fu attiva nel supportare l'attacco, meno la IAF che evitò anche di attaccare le basi aeree nemiche, temendo una ritorsione di pari livello. Che però avvenne ugualmente, il 6 settembre. Prima però va detto che un F-104 lanciò senza successo, il 5 settembre, un missile contro un Mystère. Le azioni d'attacco pakistane erano condotte con bombardieri leggeri o con caccia F-86, nessuno dei quali particolarmente buono per questo genere di impiego. Tuttavia, il primo attacco ad Armitsar sorprese le forze della IAF, che pensavano che l'attacco fosse solo un diversivo. Invece 4 Sabre distrussero due Gnat, 4 Mystere e anche i due MiG-21, oltre che un C-119 e danni vari. Il tutto fatto con le scarsamente potenti armi da 12,7 mm e con razzi da 127 mm non particolarmente precisi. Un altro attacco colpì Halwara e i suoi due squadroni di Hunter, di cui 4 erano in pattuglia e ingaggiarono il primo quartetto di Sabre, ma persero uno dei loro. Un secondo quartetto di Sabre colpirono l'aeroporto distruggendo un Hunter in decollo, mentre il secondo aereo, pilotato da tale ten Gandhi, intervenne e distrusse il Sabre abbattitore con il suo pilota, Magg. Rafique, trentenne del Bangladesh e abbattitore di due Vampire appena 5 giorni prima. Ma l'Hunter si ritrovò addosso i 3 Sabre superstiti che riuscirono a distruggerlo; la flak colpì uno dei Sabre e lo abbatté, e come se non fosse stato abbastanza, altri due Hunter combatterono contro i due F-86 superstiti di questa formazione, distruggendone un altro e danneggiando seriamente l'ultimo con i loro potenti cannoni da 30 mm Aden. Infine vi fu l'attacco a Jamngar, con 6 B-57 in azione notturna, uno dei quali abbattuto dalla flak indiana (o forse da un SAM). In tutto i Pakistani rivendicarono 14 aerei di cui 3 in aria, gli Indiani ridussero il totale a 9, e in ogni caso, i Pakistani pagarono questo attacco con la perdita di 4 F-86 (un altro perso per incidente oltre a quelli qui menzionati) e un Camberra, su di una forza d'attacco di appena 18 velivoli. Per rendere più efficace l'attacco agli aeroporti i Pakistani misero in campo l'SSG: lo Special Service Group, che mandò 180 commandos trasportati da 3 C-130 (già in azione precedentemente per missioni logistiche e anche come bombardieri). Ma questo audace piano d'assalto paracadutista, diretto a sabotare i tre aeroporti di Pathankot, Halwara e Adampur, fallì totalmente e solo un paio di dozzine di uomini si salvarono. Gli altri morirono (22) o vennero catturati (136). Un autentico disastro per un'unità ben equipaggiata e motivata, un reparto d'elitè insomma delle F.A. Pakistane.
Per reagire a queste azioni la IAF mandò all'attacco i suoi aerei su Sargodha, prima i Camberra nella notte del 6-7 settembre; poi i Mystère, che dovevano essere 12, poi ridotti ad appena 7. Il percorso era al limite delle loro capacità, ben 300 km dal confine. Volando a bassa quota riuscirono ad eludere i radar e a colpire un F-86 e un F-104. Almeno uno o due Starfighter decollarono in allarme, e uno di essi attaccò il Mystère di Devayya, che tuttavia evitò due AIM-9 e poi distrusse l'F-104 con i cannoni DEFA. Purtroppo non sopravvisse a lungo schiantandosi poco dopo, forse per errore di manovra o perché a corto di carburante. I Mystère del No.1 Sqn ebbero successo, e così 8 dell'8th, che colpirono Bahngwala distruggendo due F-86. Dopo pochi minuti giunsero anche gli Hunter del 7th e 27th sqn, che colpirono Sorgodha dopo il decollo da Halwara (il cui comandante era anche il leader della formazione d'attacco). In quella prima mattina giunsero 4 Hunter con un quinto di scorta (un altro dovette abortire la missione), del 27th, subendo l'abbattimento di un aereo e il danneggiamento di altri due da parte di due F-86, uno dei piloti era Alam, già abbattitore di un Hunter e qui 'bissò' il successo. Sargodha venne attaccata ancora da 5 Hunter di una seconda sezione, e vennero attaccati da vari F-86. Stranamente, il vincitore fu ancora Alam, che distrusse 2 Hunter rimasti indietro a proteggere i compagni, e che reclamò anche altre due vittorie per un totale, in quei pochi minuti, di 5 successi. Alam era una figura leggendaria. Nato a Calcutta, all'epoca era comandante dell'11st Sqn alla cui guida era giunto proprio quell'anno; nella PAF era arrivato nel '54 e in tutto vantava 1.400 ore di volo sui soli F-86 (e certamente altre con apparecchi più vecchi). In tutto dichiarò 11 successi, più precisamente 9 vittorie e 2 danneggiamenti, durante la guerra di quel settembre 1965, e venne promosso da Maggiore a T.Colonnello. Ma negli anni '70 ebbe una crisi religiosa e riposti i suoi Ray-ban e i gradi di militare, divenne un fervente islamista; dal '79 aiutò i Mujaheeden contro i Sovietici. Infine alle 9.45 altri 6 Mystère colpirono Sargodha alle 9.45, distruggendo un F-86 e un deposito di carburante, oltre a colpire due F-104 e 4 F-86. L'ultimo attacco, francamente insensato, vide verso le 16 due soli aerei dello stesso tipo, ma uno venne abbattuto da un AIM-9. In tutto 33 sortite per un totale di 9 aerei distrutti al suolo e un F-104 in aria, contro non meno di 5 aerei. Finita la fase più calda della guerra, si ritornò all'appoggio delle forze terrestri. Del resto il tentativo di annientare i rispettivi aeroporti era fallito, o quanto meno non ebbe risultati del tutto soddisfacenti. Gli F-104 durante il periodo 8-20 settembre distrussero uno o due Camberra, ma la perdita di uno di essi causa maltempo, 6 F-86, 3 B-57 (incluso uno abbattuto per errore), più altri velivoli minori o danneggiati, fu comunque piuttosto pesante. Gli Indiani avrebbero perso non meno di 5 Hunter, 2 Gnat, 5 Mystère, un Camberra e un altro Vampire, più altri distrutti al suolo. Pochi piloti da entrambi i lati vennero uccisi, feriti o catturati (per i Pakistani si ebbero 6 vittime e 3 prigionieri). Una delle ultime battaglie vide 4 Sabre contro una mezza dozzina di Hunter e poi, 4 Gnat. Era il 20 settembre e andarono perduti un Sabre e due Hunter. Nelle missioni CAS i Sabre si destreggiarono come poterono, con oltre 500 sortite senza perdite ulteriori da parte della flak, anche se 58 risultarono danneggiati. Il 32° Stormo, su due squadroni con 12 aerei l'uno venne costituito appositamente per le operazioni sul Kashmir ed operava con razzi da 70 mm HVAR con lanciatori a 7 colpi. I risultati furono positivi, almeno stando alle rivendicazioni del 10-11 settembre, quando si parlava di 19 carri e un centinaio di veicoli vari distrutti, mentre il 19° Sqn avrebbe eseguito, dopo l'8 settembre, ben 571 missioni reclamando ben 20 aerei, 150 carri, 150 veicoli e 16 cannoni, cifre largamente superiori alla realtà. Ma non fu solo CAS: colpire ben all'interno la base radar di Armitsar era senz'altro una valida possibilità visto che all'epoca non c'erano caccia con radar di ricerca autonomo. Ma il 10 settembre 12 Sabre e due F-104 di scorta non riuscirono che a causare danni leggeri, e l'11 uno venne abbattuto dalla flak. Sebbene possa sembrare inopportuno che le missioni furono ripetute in maniera prevedibile, al dunque stavolta -nonostante la flak e la perdita dell'F-86- il centro radar venne seriamente danneggiato. Questo permise di usare i B-57 per un'azione notturna con 12,7 t di bombe, la quale riuscì a colpire ancora il radar e a distruggerlo totalmente. Effettivamente, i B-57 eseguirono 20 delle loro 195 sortite proprio contro i radar, perdendo in tutto 4 aerei e tre equipaggi. Ma i grossi C-130 non furono meno pericolosi, iniziando soprattutto dall'11 settembre. Potrà sembrare strano che i grossi Hercules fossero usati con successo in tale ruolo, eppure riuscirono a rendersi utili. Nella notte dell'11-12 attaccarono un ponte a Kathua, il 15 altri due aerei fecero rotolare 18 t di bombe dalle stive su reparti meccanizzati a Ramgarh, sempre volando di notte, e causando pesanti danni; poi altre missioni, come quella in difesa di Lahore del 21-22 che distrusse varie postazioni d'artiglieria con 30 t di armi. Ma non erano i soli, i Pakistani, ad eseguire azioni d'attacco pesante, perché anche i Camberra indiani fecero altrettanto (e nel '71 vennero usati anche gli An-12), tanto che il 21 settembre si mossero verso il centro radar di Badin, un sistema da 350 miglia di portata del tipo FPS-6, per ritorsione dopo gli attacchi pakistani ad analoghi sistemi radar. Era uno dei due radar di questo tipo giunti con il sistema ADGE e giestio da tecnici americani. L'attacco venne pianificato volando ad appena 90 metri di quota per farsi 'ombra' con le montagne e piombare sull'obiettivo con bombe da 454 e 1814 kg, più razzi francesi da 68 per un totale di 14 t portate da 5 aerei. Risultato, un successo pieno. Il 22 settembre arrivò un primo cessate il fuoco e poi quello definitivo il 23. Ma il 10 gennaio 1966 un altro accordo politico, quello di Tashkent, rimandò i vecchi confini al 30 giugno 1965. Il Pakistan si era fatto valere per la professionalità dei suoi piloti, ma l'India aveva dimostrato di reggere l'urto di un agguerrito sistema militare come quello del vicino, e che il 'suo' Kashmir non era propenso alla rivolta. Sprecò malamente, nondimeno, la possibilità di colpire il Pakistan orientale, contro il quale aveva uno squadrone di Camberra, 3 di Hunter e 4 con Ouragan e Vampire, forse più intesi in funzione anticinese che per l'impiego contro i Pakistani, che là avevano solo un reparto di Sabre. Nondimeno vi furono attacchi come quello dei Camberra a Chittanong il 7 settembre, e poi su Jessore. La PAF reagì con alcune azioni di attacco agli aeroporti, con risultati non noti ma giudicati positivi.
In tutto i Pakistani rivendicarono 110 aerei indiani di cui 35 in azione aria-aria, 32 incidentati o abbattuti, e 43 distrutti al suolo; gli Indiani ne rivendicarono 73 tra cui 40 Sabre e 3 F-104. Le perdite ammesse dai Pakistani erano invece di appena 19 aerei, l'India 35 con 16 piloti. In tutto, le ricerche postbelliche hanno smontato tali pretese, riconoscendo la distruzione di non meno di 2 F-104, 13 F-86 e 4 B-57 oltre a un L-19; 9 sarebbero state le vittorie indiane in azioni aria-aria, 5 successi per la flak, 6 da bombardamenti. La IAF avrebbe perso 9 Mystère, 13 Hunter, 3 Gnat, 1 Camberra, Un Ouragan e 5 Vampire per un totale di 22 piloti uccisi; dei 32 aerei 23 vennero persi per azioni aria-aria, e 9 per la flak, poi un'altra ventina andarono distrutti al suolo assieme alle vite di due piloti. Anche questo valore è discusso, visto che le perdite qui non tengono conto degli incidenti di volo. In ogni caso, la IAF aveva 700 aerei da combattimento, mentre la PAF solo 280 includendo tutti i tipi. Con una guerra di logoramento più lunga l'India avrebbe vinto il Pakistan, ma nessuna delle due parti poteva durare più di quello che durò, dato l'embargo prontamente e saggiamente dichiarato (a differenza di altre guerre, invece alimentate in maniera continuativa) da parte di GB e USA, il che portò le due parti ad un cessate il fuoco senza ulteriori danni. La prima delle 'Guerre dei poveri' era finita, e sarebbe stata ampiamente studiata per la sua importanza tecnica e militare. Sebbene la maggior parte degli aerei coinvolti era oramai della vecchia generazione di jet subsonici, il loro armamento 'tutto denti' con batterie di cannoni e mitragliere si dimostrò efficace in molteplici situazioni (specie considerando che nelle missioni a lungo raggio era quasi impossibile portare carichi bellici oltre ai cannoni interni), così come la loro agilità e affidabilità. I missili AAM ottennero pochi successi, ma erano comunque una risorsa efficace per i caccia, e l'utilità dei velivoli supersonici, poco agili e scarsi ad autonomia, non fu per il momento dimostrata. Altre prove attenderanno i due contendenti, ma stavolta nella guerra del '71, la seconda di quelle note come 'le Guerre dei Poveri'. L'esperienza di questo conflitto sarà molto utile per 'oliare' adeguatamente lo strumento militare di entrambi i contendenti. Resta l'interesse indubbio per una generazione di aerei da combattimento, oramai già superati, che si affrontarono nondimeno in quantità e con valore: F-86 contro Vampire e Mystère, Mystère contro F-104, Hunter e Gnat vs F-86.
Se questa è stata la storia della guerra aerea, per quel che è possibile ricostruire, con le incertezze del caso, a tutt'oggi, il discorso sulla guerra di terra è diverso. Si Sa che l'India vantava 1.450 carri tra AMX-13, M.3, M.4, PT-76, M48, Centurion Mk.5-7, T-54 e T-55. C'erano anche jeep con cannoni da 106 SR, mezzi controcarri del tipo Unimog con missili, armi da 76 mm canadesi migliorate per almeno alcuni dei carri Sherman. Quanto al Pakistan, era inferiore, ma non tanto quanto nel settore aereo. Peraltro, qui la differenza di professionalità appariva meno percettibile e quindi l'India continuava ad essere avvantaggiata. In ogni caso, con 1.100 carri tra M24, M41, M4, M47, M48, più semoventi M7 e M36, il Pakistan era tra i Paesi extraeuropei meglio armati, sebbene solo circa 150 carri ebbero modo di scontrarsi, per ciascuna delle due parti, nella difficile e montagnosa zona del Kashmir. Già il 14 agosto i Pakistani entrarono in contatto con gli Indiani con un'offensiva nella direzione di Bhimbar a cui seguì una battaglia durata circa una giornata. Gli Indiani indietreggiarono sotto un diluvio di cannonate, ma poi contrattaccarono e il 24 agosto conquistarono le alture di Dir Schuba, il che costrinse a far saltare il ponte di Micpur per frenare l'avanzata delle truppe di Nuova Delhi. Ma già qualche giorno dopo i Pakistani conquistarono il passo di Haji Pir e con una manovra alle spalle delle forze indiane, le chiusero in una mortale sacca. Poi, dalle 4 del 1 settembre arrivò un bombardamento d'artiglieria di grande intensità e due brigate corazzate con gli M47 tentarono un accerchiamento bloccando le principali linee di comunicazione per il Kashmir, laddove sarebbero rimasti intrappolati 100 mila soldati indiani. Nel frattempo, i fanti pakistani sferrarono 3 attacchi alla brigata indiana di testa (presumibilmente la 191a) e il 2 settembre questa lasciava Chamb, anche se il nemico pagò caro tale successo, perdendo tra l'altro 16 carri. Obiettivo successivo era il fiume Chenab e un importantissimo ponte. Fu allora che le forze di terra chiesero l'intervento dell'aviazione, perché una simile catastrofe avrebbe sconfitto clamorosamente l'esercito indiano, già in crisi per via degli esiti non positivi contro la Cina. Non bastò ancora, e i Pakistani conquistarono la città di Akhnur. Gli Indiani allora attaccarono Lahore a partire dal 6 settembre, dal 7 Sialkot, usando 3 divisioni di fanteria più reparti corazzati. L'offensiva dovette superare una resistenza pakistana feroce, che durò fino al 18 settembre. Le truppe di Islamabad che difendevano Lahore distrussero 70 ponti e misero in opera ostacoli controcarri, ma non riuscirono a frenare facilmente l'iniziativa degli Indiani, troppo sottovalutati all'inizio della guerra. Invece le battaglie furono tali e tante che l'ONU si preoccupò seriamente di un'escalation internazionale. Nel mentre, dalla notte del 7 settembre la 1a Divisione corazzata con i suoi M47 e 48 attaccò il fianco sinistro indiano, con un totale di 5 assalti che durarono 36 ore, fino a vincere le resistenze indiane. Ma il nemico non era affatto vinto, e dopo essersi ritirato, il 10 settembre la 5a Brigata corazzata pakistana e la 2a Divisione fanteria attaccarono ancora, si trovarono di fronte al tiro dei Centurion e delle jeep con i pezzi da 106 sui fianchi, e cannoni c.c. frontalmente. Come i Pakistani per la difesa di Lahore, anche gli Indiani usarono Sherman interrati con le torrette sporgenti dal terreno, come postazioni controcarri. Alla fine i Pakistani, dopo essersi disimpegnati dalla trappola e dalle paludi vicine, lasciarono 30 carri distrutti e 10 danneggiati o abbandonati, oltre a parecchi morti, dopo una intera giornata di scontri. Poi toccò a Phillora e Chawnda, attaccate dagli Indiani e con altre battaglie tra corazzati. Gli Indiani dovettero usare come apripista i carri, ma i loro leggeri AMX-13 si trovarono spesso sotto tiro dei pakistani e alla fine molti vennero distrutti o abbandonati. In ogni caso, il 12 settembre Phillora era in mano indiana. Chawnda venne invece difesa dai Pakistani contro gli attacchi dei Centurion e Sherman. In ogni caso, la pesante armatura dei Centurion, anche in queste zone scabrose e irregolari, si rivelò molto utile, così come il sistema di direzione del tiro più rapido di quello degli M47 americani.
Così si arrivò alla fine della guerra, costata, secondo le ammissioni indiane dell'epoca, 2.226 morti e 7.870 feriti, rivendicando 5.880 pakistani uccisi. Le perdite furono stimate in 180 carri e 200 danneggiati per l'India, 200 e 150 per il Pakistan. Come si vede l'India era leggermente in vantaggio come perdite, in termini assoluti ne ebbe forse di più, ma l'attrito giocava a suo favore. Però la guerra non poteva più andare avanti per la pressione internazionale, e non risolse i problemi lasciati sul campo di battaglia e sulla questione dei confini[2].
1971
modificaPAF
modifica- 18 Martin B-57B/D, 2 RB-57C, 3 RB-57D, 1 RB-57F Camberra
- 5 Il-28
- 15 Dassault Mirage IIIEP e 3 RP
- 130 F-86F, di cui 40 ex-Luftwaffe (Sabre Mk 6).
- 7-17 F-104A
- 70 F-6
- 4MiG-15UTI
- 25 T-37B
- 5 RT-33A
- 9 C-130B/E
- 8 C-47
- 14 Bell OH-13
- 14 Aluette III
- 7 Sikorsky UH-19
- 4 Kaman HH-43B
- 4-5 Mi-4
Dopo le perdite subite dalla guerra del 1971, tra cui il Pakistan Orientale e 22 unità navali, quanto è restato della potenza pakistana era concentrato a difendere sia il settore orientale che occidentale del Paese, con la crisi afghana e la sempre viva rivalità con l'India.
L'esercito aveva 320.000 elementi. La totalità di loro erano professionisti, e rispetto alla fine della guerra precedente, c'erano stati miglioramenti notevoli nelle procedure di comando e controllo, rivelatesi piuttosto lacunose durante quel conflitto.
- 7 Comandi di C. d'A, su 2 o più divisioni
- 3 Comandi territoriali
- 2 divisioni corazzate su: 2 c.do brigata, 5 rgt. carri, 2 btg fanteria meccanizzata, 2 rgt artiglieria semovente, supporti
- 16 divisioni fanteria su 3 brigate fanteria, 1 rgt carri, 1 artiglieria trainata, 1 genio, 1 btg trasmissioni, 1 reparto rifornimenti
- 4 brigate autonome carri su 2 rgt carri, 1 btg fanteria meccanizzata, 1 rgt artiglieria trainata, supporti vari
- 5 brigate autonome fanteria su 3 btg fanteria, 1 rgt artiglieria trainata, supporti
- 7 brigate artiglieria
- 2 brigate difesa aerea
- 6 rgt esploranti, di cavalleria
- 1 gruppo forze speciali
- 1 gruppo collegamento aviazione esercito
- 4 gruppi elicotteri
Quest'entità dell'Esercito era effettivamente molto consistente, ma la povertà del Paese permetteva di reclutare una quantità di personale sufficiente e con costi accettabili. La professionalità era quella che si voleva per le unità disponibili. Queste erano molto influenzate, ancora, dal sistema reggimentale inglese, ed erano i reggimenti che formavano brigate, divisioni e c. d'armata.
La potenza delle unità, però, non era pari alle definizioni. I reggimenti di fatto erano battaglioni, per esempio quelli carri avevano 38 veicoli su sezione comando su due carri e tre cp. con altri 12 l'una. Quanto all'aviazione dell'Esercito, c'era un gruppo di collegamento e 4 elicotteri. L'equipaggiamento dell'esercito era fin troppo differenziato per avere una vita facile, in termini logistici. Basti pensare ai carri armati e artiglierie. Ma a parte questo c'erano carenze evidenti, come per gli APC. L'industria locale non era particolarmente attiva nel costruire materiali, quanto piuttosto di ripararli e mantenerli quanto possibile.
- Corazzati: M4 per addestramento, M47M, M48A5, T-54, T-55, Tipo 59, M24, PT-76, Tipo 63; M113A1, Tipo 531, UR-416 e Ferret
- Artiglieria: M116 da 75 mm, M56 da 105 mm, Tipo 56 da 85 mm, '25 libbre' britannici da 87 mm, Tipo 59 da 100 mm, M46 da 130 mm, Tipo 59-1 da 130 mm, M59 da 140 mm e 155 mm; M101 da 105 mm, Tipo 54 da 122 mm, M1937 da 122 mm, M114 da 155 mm; Semoventi M7 da 105 mm, M109A2 da 155 mm, M110A2 da 203 mm; mortai da 76 mm inglesi, M1 da 81 e M2 e M30 da 107 mm, Tipo 52 da 120 mm; lanciarazzi da 122 mm
- Contraerea: M55 da 12,7 mm, ZU-23 da 23 mm, M1939 da 37 mm, Tipo 55 da 37 mm, M1 da 40 mm, Mk 1 da 40 mm, S-60 da 57 mm, Tipo 59 da 57 mm, M117 da 90 mm e da 94 mm; SAM Crotale e RBS-70
- Controcarri: cannoni da 57 mm '6 lbs', da 76 '17 lbs', RPG-7, M20 da 89 mm, Blindcide da 83 mm, SR Tipo 52 da 75 mm, M40 da 106 mm, TOW, M36 e M901 da 90 mm, Cobra e TOW
- Armi portatili: Walther P38 da 9 mm, G3 da 7,62 mm, Tipo 56 da 7,62 mm, M1 Garand da 7,62 mm, RPD da 7,62 mm, MG 3 da 7,62 mm, BAR da 7,62 mm, M1919 da 7,62 mm, M2 da 12,7 mm
- Velivoli: 45 O-1E Bird Dog e 50 Mashshaq (ovvero gli FT-17 svedesi); 16 Mi-8, 35 SA 320 Puma, 23 Alouette III, 13 Bell 47G, 20 AH-1 Cobra
L'aeronautica era invece provvista di materiale francese, cinese e americano. Aveva una consistenza piuttosto ridotta, di 17.600 elementi, con unità di difesa e aerei. C'erano attorno al 1985 i due gruppi di F-16, 7 di F-6, un gruppo da bombardamento B-57 sciolto recentemente ma rimpiazzato da 3 gruppi di A-5 Fantan, si pensava che altri 4 gruppi sarebbero stati equipaggiati con tale aereo ma ciò non è stato vero. Il gruppo di Mirage IIIEP e i tre di Mirage 5PA completavano la prima linea. Il rifornimento per l'esercito e i trasporti erano appannaggio del gruppo con i C-130 e un L-100 civile, questo era l'unico elemento da trasporto, mentre per il resto c'era il gruppo da trasporto VIP e due elicotteri di vecchio tipo, con pochi HH-43 'Husky', Alouette III, SA 321 Super Frelon per compiti prevalentemente SAR, mentre resistevano ancora in servizio i Bell 47G
La Marina era invece formata da un nucleo di unità supportate da un gruppo con tre Atlantic, e uno con sei Westland Sea King Mk 45 armabili con gli Exocet, più una piccola unità SAR con 4 Alouette III. Non molto per una flotta apprezzabile, con 11.000 elementi e per il resto 2 sottomarini 'Agosta' e 4 'Daphné' come principale componente offensiva. I primi dovrebbero avere avuto anche i missili SM.39 Exocet. Altri 6 unità erano i minisommergibili SX-404 di fornitura italiana, per missioni speciali d'assalto. La componente principale era, in termini offensivi, costituita dunque da sottomarini francesi, ma come navi principali di superficie c'erano 6 vecchi caccia 'Gearing' modernizzati con lo standard FRAM e quindi, provvisti di ASROC, utile a combattere i numerosi sottomarini indiani. Se si considera la perdita della fregata Kukhri indiana, affondata con 197 morti in appena 3 minuti dall'HANGOR, uno dei 'Daphné', si capisce la minaccia che i sottomarini moderni, armati con siluri guidati oppure anche con mine, costituiscono. L'elettronica, i 17 ASROC di cui 8 pronti al lancio, e i siluri Mk 46 con lanciasiluri Mk 32, sono quindi un equipaggiamento importante per limitarne il pericolo. A parte questi caccia, vi erano l'incrociatore leggero JAHAGIR, uno degli ultimi al mondo, uno 'Dido' ex-britannico, per compiti addestrativi e di batteria a.a. In mare la nave per addestramento era il BABUR, della classe 'County' di caccia inglesi con missili Sea Slug, il cui lanciatore sarebbe stato peraltro rimosso; la perdita della capacità di difesa aerea sarebbe stata scambiata per un hangar con due elicotteri Sea King. Era ancora presente anche il BADR, l'ultimo 'Battle' britannico (il suo fratello KHAIBAR andò a fondo sorpreso, durante la guerra del '71, da missili Styx tirati dalle 'Osa' indiane). Le navi leggere erano 4 'Hoku' lanciamissili cinesi con gli Styx pure copiati in Cina; 4 cannoniere 'Hainan', 12 cannoniere 'Shangai II' con cannoni da 25e 37 mm, e un pattugliatore 'Town'. Le unità di guerra mine erano scarsissime, con appena 3 dragamine costruiti negli anni '50 con l'aiuto americano, e per il rifornimento in mare c'era il DAQQA', petroliera ex-americana classe 'Mission'. Una nave di costruzione giapponese, ordinata nel 1983, era in fornitura per compiti oceanografici. Altri mezzi comprendevano due bacini galleggiani e 4 rimorchiatori.
Ricapitolando, a metà anni '80 l'aviazione era abbastanza potente numericamente, ma con aerei, tranne i due gruppi F-16, tutt'altro che moderni. Inoltre mancavano trasporti ed elicotteri in quantità accettabili. L'esercito comprendeva un buon numero di carri e artiglierie (circa 2.000 in entrambi i casi), pochi però erano gli M113 o di altro tipo per il trasporto truppe, mentre l'artiglieria, come del resto i carri, era assai obsoleta e troppo variegata nelle sue dotazioni. La mancanza era anche nei sistemi di acquisizione radar ed elettronici in generale, deficitari anche nel 2001. Senza questi sistemi non è possibile impostare una guerra contro avversari moderni. Non si parlava poi di aerei AEW e l'unica novità (oltre gli F-16) erano i Cobra e i Sea King, più i pochi pattugliatori Atlantic. Obsoleta, anche rispetto a quella indiana, e numericamente insufficiente era la flotta, a parte i sottomarini, comunque non recentissimi. La mancanza di un numero passabile di unità per la guerra di mine avrebbe causato problemi gravissimi in caso di azioni di minamento, già molto difficili da affrontare con unità ad alti livelli di professionalità ed equipaggiamento. I tre vecchi dragamine erano semplicemente insignificanti. La difesa aerea, in carico all'Aeronautica, comprendeva postazioni radar, ma era difficile vedere il territorio con le montagne che offrivano ampi corridoi ad eventuali incursori, mentre i vecchi cannoni dell'esercito e i missili HQ-2 (copie cinesi degli SA-2, tra l'altro inferiori agli originali), erano una difesa per nulla comparabile a chi possedeva almeno alcune unità di missili HAWK o SA-6. Le eccezioni erano i leggeri Crotale, RBS-70 e presumibilmente, gli SA-7 in versione cinese HQ-5, dai quali sarebbero stati derivati i locali ANZA, poi progressivamente migliorati. Le carenze della difesa antiaerei sarebbero poi state in qualche modo corrette con il traffico dei missili Stinger destinati ai guerriglieri afghani, almeno 600, dei quali parecchi trattenuti dagli intermediari Pakistani. A parte questo, le alte quote erano in ogni caso coperte solo da missili obsoleti e da artiglierie ancora più vecchie. La situazione non è cambiata molto a tutt'oggi, ma tra le ultime novità si segnala un congruo ordine per missili SAM a corta portata: anziché i soliti tipi offerti dalla Cina, essi sono i più moderni e più costosi Aspide 2000 italiani. Sempre che la commessa (fatta attorno al 2007) sopravviva alle immense difficoltà economiche che anche il Pakistan sta attraversando.
1991
modificaPAF
modificaAerei[4]
- 38 F-16 A/B
- 95 GAIGC F-7P Skybolt
- 16 Dassault Mirage III EP
- 13 Mirage III RP
- 2 Mirage III DP
- 28 M.5PA
- 30 Dassault Mirage 5DPA-2
- 2 Dassault Mirage 5PA-2
- 53 Nanchang A-5C Attacker
- 30+ Shenyang F-6
Reparti[5]
- Base Chaklala (N), 6, 12, 41 Sqn su C-130B/E, L-100, Falcon 20DC, F27, King Air 200, Cessna 172, Baron, Seneca
- Base Gildit (N)
- Base Kamra (N), 14 e 15 sqn, F-16 e F-16
- Base Masroor (S), 2, 7, 5, 8, 22 sqn su RT-33, F-7P, A-5, Mirage III e V
- Base Mianwali (N), 1, 19, 25 FCU sqn su F-6, F-7P e TP
- Base Peshawar (N), 16 e 26 sqn, F.7P, F-7TP
- Base Rafiqui (C), 20 sqn OCU, 18 Sqn: F-7P, F-7TP
- Base Risalpur (N), FIC, T-37B/C
- Base Samungli (C)
- Base Sarghoda (N), 9, 11 e 24 sqn su F-16, Falcon 20 ECM
La PAF (Pakistan Air Force) del 1991 era reduce da una lunga fase di guerra non dichiarata, in verità nemmeno totalmente cessata data l'instabilità della regione, combattuta contro l'URSS e i suoi alleati del governo Afghano e la relativa, piuttosto potente aviazione. Il comando era all'epoca del Chief Marshall Farood Feroze Khan, con 5 generali che rispondevano ai settori chiave delle operazioni, settore tecnico e addestrativo, più il Segretario dell'aria, Ispettorato generale, Comandando Aereo Nord, Centro e Sud, Comando Difesa aerea, Accademia di Risalpur. Tutti retti da generali a due stelle eccetto il vice del capo generale, che era a tre stelle.
I piloti pakistani hanno molta popolarità nel mondo per la loro esperienza ed abilità. Spesso, sulla scorta dei successi ottenuti contro l'India (a parte le polemiche puntuali che si ingenerano tra i due contendenti sui risultati effettivi), sono stati chiamati come mercenari o istruttori per aviazioni arabe come quella Saudita e Libica. Il più importante Comando dell'Aviazione era quello Nord, dove si concentrano molte delle basi aeree, che stranamente, sono centinaia di km lontane dalla loro capitale. Lì però c'era il grosso delle operazioni, sia per il settore afghano, che per il Kashmir conteso dall'India. Peshawar era il QG sia di questo che del comando centrale, mentre il comando Sud era a Faisal, con tanto di responsabilità di coordinamento con l'Esercito e Marina. A Chacklala, dove era anche il comando generale, c'era quello per la difesa aerea che doveva disporre anche delle risorse in maniera razionale (all'epoca gli squadroni operativi erano 19). La combinazione F-16/ATLIS (Automatic Tracking and Laser Illumination System) era stata un'idea Pakistana, ma il dualismo estremo dell'F-16 ha fatto sì che, se da un lato è stato il primo aereo non francese con tale pod, dall'altro più che missioni d'interdizione, sono state importanti quelle da difesa aerea che tale velivolo ha eseguito durante la crisi afghana. Dei 3 reparti, uno a rotazione era in allerta, il che comprende anche l'OCU che normalmente, dovrebbe svolgere solo compiti addestrativi. Ma dato il numero tanto ridotto di tali aerei in servizio, si è dovuta fare di necessità virtù. I piloti pakistani dovevano conoscere molti tipi di aerei e solo i migliori andavano sugli F-16. Dopo l'OCU 25 sugli F-6, erano destinati soprattutto agli F-6 e agli A-5, dopo due anni andavano sulle macchine francesi e americane, a rotazione. Gli aerei cinesi sono considerati ovviamente i più semplici da gestire e da usare, anche se le difficoltà di pilotaggio degli F-6 non sono poche. Quanto agli F-16, si prevedeva di riceverne altri 71 con un ritmo di 15 l'anno, partendo dal 1992. Questo avrebbe dato filo da torcere alla IAF, che era equipaggiata per lo più con i MiG-21, solo qualche reparto di MiG-23, e un paio di squadroni di Mirage 2000 più altrettanti con i MiG-29. Le perdite erano state poche: il primo distrutto fu un F-16B, ex-USAF 81-1504 (gli aerei FMS hanno prima i numeri americani e poi passano alla forza beneficiante del 'canale'), distrutto per una sventurata collisione in pista, con un cinghiale. Era il 30 dicembre 1986. Sono seguiti la perdita di un aereo il 29 aprile 1987 abbattuto da un missile (81-0910) e poi uno perso per disorientamento notturno (81-0918). Nessuno, quindi, per incidenti tecnici come un guasto al motore.
A parte i tre squadroni con gli F-16, c'erano già 4 squadroni con gli F-7 e FT-7, di cui il No.2 aveva anche compiti di traino bersagli con 6 T-33 assieme ai 16 F-7. La storia del No.2 è più antica, in quanto ricevette i B-57 ex-7 Sqn, ultimi dei 32 ricevuti dagli americani nel '57, poi sono stati messi a terra per indisponibilità delle parti di ricambio. All'epoca il No.19 sqn era l'ultimo di quelli dotati di F-7P, trasferito da MAsroor a Mianwali, con 9 biposto il che faceva pensare che fosse quello il prescelto per il reparto OCU del tipo. I piloti, a parte lo scarso spazio per le gambe, ne erano soddisfatti, almeno come aereo economico per prestazioni da mach 2.
Nel frattempo continuavano le consegne di nuovi aerei, per esempio gli A-5. Ufficialmente ne sono stati comprati 53, arrivati dal febbraio 1983. Ma in pratica c'erano fondati sospetti che questi economici e capaci strikers fossero stati consegnati in numero maggiore.
I Mirage all'epoca erano in servizio su un reparto d'attacco e ricognizione (N.5), antinave (N.8), OCU (No.22). La loro carriera sarebbe stata allungata quanto possibile, visto il costo dei successori '2000, e l'indisponibilità di altri F-16. Soprattutto con l'arrivo dei primi di 50 Mirage IIIO e DO, giusto all'epoca in corso di consegna e ristrutturazione. Essi sarebbero andati a sostituire gli A-5 Fantan-C del No.7. La capacità antinave e supersonica dei Mirage VPA3 del No.8 era fondamentale per controbilanciare la netta superiorità indiana sul mare.
Quanto agli aerei d'attacco, gli A-5 erano popolari ed economici. Non sarebbe stato difficile comprarne un maggior numero, con appena un milione al pezzo. Autonomia, robustezza, buone qualità di volo erano le loro caratteristiche, anche se c'erano limiti con l'avionica di bordo, solo diurna. L'efficienza era sostanzialmente superiore, specie se poi rapportata al costo, dei pur grossi strikers del tipo Su-7, in fase di radiazione da parte degli Indiani e in effetti ci si può legittimamente chiedere perché il progetto base MiG-19 sia stato così sottovalutato da parte dei Sovietici.
Quanto ai trasporti c'è il 35° Air Composite Air Transport Wing basato a Chacklala, ovvero a Islamabad. Aveva un totale al 1991, di circa 15 C-130 B ed E incluso un L-100, che ne è la sua versione civile. Sono stati modificati per le turboeliche Allison T56-A-15 e molti di essi provengono dalla IIAF persiana, e da utenti civili come la Pakistan Airlines. Erano troppo pochi per i compiti a cui erano chiamati, ma i loro piloti erano esperti. Venivano preparati alla stessa scuola OCU del Wing e facevano un anno come copiloti, poi due nel reparto operativo per un totale di 1.000 ore; dopo c'erano 6 mesi del corso di capitano con tanto di uso del simulatore e ogni sei mesi esisteva una valutazione degli equipaggi, o nel caso di quelli che arrivavano ai massimi livelli di punteggio (A e B) ogni 12 mesi. Vista l'usura dei pur resistentissimi Hercules, molto provati dalle operazioni in montagna, c'era la necessità di nuovi aerei, ma il punto era con quali soldi e autorizzazione politica. Per un C-130 la Lockheed chiedeva 30 milioni di dollari, 3 volte tanto un trasporto leggero CN-235, macchina certo inferiore, ma più che sufficiente per molti impieghi pratici. Era ideale quindi per pensare ad una flotta mista con i C-130H: questi erano troppo costosi, gli altri erano troppo leggeri e con insufficiente raggio d'azione per missioni strategiche, mai intesi in tal senso. Purtroppo per i Pakistani, nonostante la presenza del Pakistan Aeronautical Complex di Kamra, a 75 km da Islamabad (a NO)-struttura del '75 per le revisioni di caccia e l'ammodernamento- non era possibile arrivare alle DLIR (depot Level inspection and repair) per i C-130, ma solo alle IRAN (Inspect and Repair As Necessary). Quindi c'era davvero un problema di fondo per la flotta Hercules. Nel 1992 un nuovo centro a Chacklat avrebbe sperabilmente cambiato le cose, ma per il momento era necessario andare all'estero, e in particolare si era trovato il Perù come fornitore di tale servizio di manutenzione. Il No.20 era invece lo squadrone VIP con un Falcon 20DC e un Fokker F.27, più 2 Boeing 707 avuti nel 1986, utilizzati per i viaggi a lungo raggio; infine un King Air 200. Il Fokker aveva il compito di calibrare i sistemi di navigazione a parte quello di trasporto. Il No.14 era invece un reparto di collegamento con 4 piccoli Cessna 172, un singolo Beech Baron e un Piper Seneca, utili per trasporti VIP 'minori'; fino a non molti anni prima c'era anche un Aero Commander, poi incidentatosi e passato, dopo la riparazione,a Comando Sud (base a Faisal).
Da ricordare che i C-130 Hercules non sono stati usati solo come trasporti. Al pari di quello che hanno fatto gli Argentini nel 1982 (con compiti antinave) è stato usato, dai Pakistani, come bombardiere di circostanza, utilizzando la sua grande capacità di carico utile per far rotolare bombe fuori dal portellone ventrale. In tale maniera, per esempio, è stato utilizzato nel 1965. Per non essere da meno, gli Indiani hanno fatto la stessa cosa con i similari Antonov An-12, che del bombardiere hanno anche il muso vetrato e la postazione difensiva caudale.
Quanto all'addestramento, esso consentiva solo ai migliori studenti di farsi le ali, iniziando con il College of Flying Training o il College of Aeronautical Engineering. Il secondo aveva una durata di 3,5 anni e permetteva un titolo dell 'università di Karachi, mentre i piloti, che facevano parte della prima unità, erano laureati in scienze a Peshawar; poi volavano per un anno e mezzo e cercavano di immedesimarsi nel concetto espresso dal capo fondatore del Paese, Muhammed Ali Jinnah. Egli disse in merito: Un Paese senza una forte aeronautica è alla mercé di qualunque aggressore e il Pakistan deve costituire una forza aerea rapidamente e che sia seconda a nessuno. Era il maggio 1948 e l'esperienza del secondo conflitto mondiale era fresca. Così l'Accademia era necessariamente molto selettiva. 80 cadetti per ciascuno dei 3 corsi annuali era un gettito elevato, ma dopo un mese sul piccolo Mushsahk per un totale di 7-10 ore di volo, già il 20-25% veniva scartato. Poi si andava al Flying Training Wing, con volo basico, addestrativo e istruttori quali sezioni. La prima aveva 2 squadroni con 18 istruttori, e insegnava il volo elementare per 54 ore, dopo la prima dozzina da farsi anche in solitaria. Poi dal PFTW si passava al BFTW con altri due squadroni e 13 istruttori, 11 mesi di volo e 135 ore sui T-37, volate in genere con una missione di un'ora al giorno e comprendono anche 11 ore notturne, aumentate dalle sette originali per andare incontro alle capacità dei nuovi aerei come gli F-16. I voli a bassa quota prevedevano 75 metri, con formazioni di due o tre aerei. Il corso per istruttori invece prevedeva 80 ore e 22 settimane e manteneva l'efficienza dei piloti istruttori stessi.
Dopo avere passato le prove, i piloti ancora in gioco erano mandati al No.1 FCU (Fighter Convertion Unit) di Mianwali sugli FT-5. Questi aerei vanno spiegati perché si tratta di una sorta di MiG-17 biposto, sostituti dei vecchi T-33 e di alcuni FT-2, ed entrati in servizio dal 1975. Ce n'erano all'epoca circa 30, con motore TJ-5D da 1.225 kgs e peso massimo di 6.237 kg, cannone da 23 mm con 44 colpi per un minimo di addestramento al tiro, e predisposizioni per i Sidewinder come aerei da difesa d'emergenza, e tra l'altro molto robusti dato che reggono (in configurazione pulita) 8 g. Qui venivano volate 24 missioni e poi una seconda parte della preparazione per altre 41 variamente assortite, nonché 20 missioni finali che permettono voli acrobatici. Scartato un altro 20% circa di aspiranti piloti, i superstiti passavano al No. 1 FCU 'Eagles' con gli F-6 e FT-6. Non era facile: solo sei missioni potevano essere fallite in tutto il corso. A quel punto venivano fatte altre 32 missioni che includevano anche azioni di tiro con i cannoni NR-30 e molte di queste erano anche svolte superando mach 1. Insomma, da 2.000 domande per ogni corso, si sceglievano 80 allievi, e di questi solo 20 arrivavano ad ottenere l'incarico di pilota di prima linea. Questi erano quindi davvero un'elite, e nondimeno per i primi 2-3 anni dovevano accontentarsi di volare sugli aerei cinesi. Poi, durante la carriera, c'è da dire che i piloti che volevano aspirare al titolo di comandanti dovevano andare alla Combat Commanders School di Sargodha, per un corso che durava 5 mesi, dotata di aerei propri, ma che coinvolgeva anche vari squadroni di F-6, Mirage e anche F-16. Per il 1992 erano attesi alcuni F-7P. Due Falcon 20 ECM, con compiti di ricognizione, erano presenti sul locale aeroporto con il No.24 'Blinders' e ovviamente i loro incarichi erano altamente segreti. L'attività di volo, sia addestrativa che operativa, doveva fare anche i conti con quello che, involontariamente, era il flagello dell'IAF, ovvero stormi di uccelli molto diffusi e quindi, un pericolo potenziale per la navigazione a bassa quota.
La PAF conobbe inizialmente un certo potenziamento dopo la fine della guerra: dai caccia Tempest e Fury si passò al Supermarine Attacker, un veloce, semplice e maneggevole (almeno a bassa quota) caccia a reazione con una fusoliera 'a sigaro' e ala dello Spiteful. Non era un velivolo eccezionale, ma rappresentò il primo aviogetto della FAA inglese, e poi della PAF, unica cliente estera con una cinquantina di aerei. Non era un caccia privo di doti ed era persino un po' più veloce del Sea Fury (prodotto dall'eterna rivale della Supermarine, la Hawker). Ma ben presto scomparve dalla scena e i primi importanti jet pakistani sono stati gli F-86 Sabre.
I 120 esemplari di questo caccia apparvero dal '54, ed erano gli efficienti F-86F-35, con ala migliorata, dalle dotazioni USAF, ma alcuni erano della sottoversione F-40 con ala migliorata per l'agilità ad alta velocità, tipica dell'ala 6-3, sia con un miglioramento alle basse velocità e quote che consentivano anche di ridurre parecchio (a circa 200 km/h) la velocità d'atterraggio. Questo spiega come mai vari F-86 precedenti vennero poi aggiornati a tale nuovo standard. Gli F-86 erano gli unici caccia pakistani davvero moderni e rimasero tali fino alla fine degli anni '60, quando divennero disponibili un numero sufficiente di F-6. Gli squadroni che ebbero i Sabre furono i No. 5, 11, 14, 15, 16, 17, 18, 19, e 26, ma non contemporaneamente. Combatterono nella guerra del '65 ottenendo un apprezzamento notevole. Parecchi erano stati equipaggiati con i primi AIM-9B Sidewinder, per la precisione 22 esemplari. I piloti Indiani non erano in grado di sapere in anticipo se i loro avversari erano o no equipaggiati con i missili ma difficilmente volevano scoprirlo troppo tardi. I tanti Mystère, Hunter e Ouragan erano ben armati, ma non avevano il vantaggio psicologico di tali missili. A bassa quota i Sidewinder non funzionavano nella maggior parte dei casi, ma nei 22 giorni di guerra il lancio di 17 di essi ottenne 8 vittorie[7] o 9 vittorie su 33 tiri (Sgarlato). Il totale delle vittorie è controverso, al solito su tutte le guerre e le vittorie reclamate dai Pakistani sono largamente negate dagli Indiani (e viceversa). Il pilota asso della guerra fu Mohammed Mahomood Alam, che abbatté ben 11 aerei. La sua impresa, per la quale rimase famoso nella PAF, fu la reazione che ebbe durante un attacco di Hunter alla sua base, attacco che venne parato dal suo Sabre con un missile AIM-9 a segno e poi un rapido attacco in picchiata durante il quale avrebbe abbattuto gli altri 4 aerei. Non è chiaro se questo si sia verificato in tal modo: le ricerche postbelliche parlano di 2 o 3 aerei abbattuti, negando così la conquista, unico caso nella storia dei jet, del titolo di 'asso in un giorno'. Del resto, l'India rivendicò 73 vittorie e ammise 33 perdite, mentre il Pakistan rivendicò 113 vittorie ammettendo 19 perdite. In ogni caso l'F-86 ebbe problemi con i piccoli e letali Gnat. 7 soli F-86 vennero dichiarati persi dai Pakistani in combattimenti aerei durante la guerra, quasi tutti dagli Gnat, che forse ebbero un rateo di vittorie favorevole. Stranamente, i caccia Hunter vennero superati in combattimento dagli F-86, contrariamente a quanto ci si aspettava (non fosse altro che per l'armemento). Durante la guerra del '71 ottennero varie vittorie, stavolta c'erano i Sidewinder (due sotto le ali) per tutti gli aerei, anzi tutta la PAF era 'Sidewinderizzata' contando anche i MiG-21 e gli F-6. Dopo la guerra in Afghanista, gli F-86 vennero trovati del tutto inadatti ad affrontare la situazione e apparvero i caccia F-16 per rimediare a quello che i Sabre e anche gli F-6 non potevano più fare.
Poi un altro aereo importante per il Pakistan era, da parte americana, il B-57 Camberra, prodotto dalla Martin come modifica del BAC Camberra inglese[8]. Eisenhower ebbe modo, durante una visita a Karachi, di promettere al governo pakistano degli aerei moderni da combattimento. Così nel 1959 vennero forniti 24 B-57B e 2 C, ex- 345th TBG di Langley AFB, Virginia. Portati in mare a Karachi, formarono due squadroni bombardieri, il 7 e il No.8, del 31th BW. Questi primi tipi non erano capaci inizialmente di eseguire azioni ognitempo, nonostante le promesse fatte. ma dal '63 ebbero il sistema RB-1A e un naso allungato, più punti d'aggancio subalari per serbatoi ausiliari che gli avrebbero consentito di raggiungere, volando alle loro alte quote tipiche, anche obiettivi ben dentro il territorio indiano. Inoltre vennero consegnati due ricognitori per altissime quote RB-57F, all'inizio degli anni '60. Nel settembre 1965 la guerra indo-pakistana vide l'uso di questi aerei, per esempio il primo attacco pakistano dall'aria fu fatto da 6 B-57, il 6 settembre, che colpirono Jamnagar, poi seguiranno altri ad Adampur e Pathankot, fino a colpire la stazione radar di Amritsar, essenziale per dirigere le operazioni da parte indiana. Ma data la presenza di un embargo fatto da GB e USA, i contendenti dovettero presto smettere di combattersi dato il taglio dei rifornimento e il 23 settembre venne dichiarato tramite la mediazione ONU, fino al giorno prima i B-57 furono davvero molto attivi, volando 167 sortite e tirando ben 600 e passa tonnellate di bombe. Questo comportò la perdita di 3 aerei, assieme ad un RB-57F. Questi ultimi, forniti dagli USA in quanto interessati a tenere sotto controllo l'India, nonostante l'ala allungata e l'alta quota operativa, ebbero grossi problemi. Uno si ritrovò a fare da bersagli agli SA-2, già autori di diversi kill ai danni degli U-2, ritornando alla base con circa 150 schegge a bordo. Fu il primo (e unico, per quello che riguardò quella guerra) aereo colpito da un SAM durante una missione bellica, e non di semplice spionaggio. L'altro venne invece danneggiato da una bomba indiana mentre era a terra, nel suo hangar.
Dopo la fine della guerra vi fu carenza di parti di ricambio. La successiva salita al potere del generale Agha Mohammad Yahya Khan (25 marzo 1969) portò al potere dei militari e ben presto ebbe a che fare con la crisi del Pakistan orientale, che era troppo diverso dopo la formazione del '47, dalla sua contoparte occidentale, tra l'altro più sviluppata economicamente. Tenere insieme queste due parti era difficile e nel marzo 1971 venne fuori una rivolta che i Pakistani repressero brutalmente. A questo punto questa crisi si trasformò in una guerra civile e Ziaur Rahman proclamò l'indipendenza del Bangladesh, formando un governo in esilio a Calcutta mentre il governo di Islamabad represse il movimento d'indipendenza. Era un massacro, con decine di migliaia di morti e milioni di rifugiati, tanto da suscitare proteste a livello mondiale. Non solo, ma sempre nel 1971, indifferente alle beghe degli umani, la Natura si scatenò con un uragano che investì la pianura del Bangladesh, aumentando il livello del mare di 12 metri e uccidendo centinaia di migliaia di persone, anche più di quello che successe nel '91 e nel 2008, per citare altre situazioni analoghe.
L'India non stette a guardare la crisi e cominciò ad ammassare truppe sul fronte orientale. A questo punto il 3 dicembre 1971 il Pakistan, che pure aveva tutto da perdere da un confronto diretto, attaccò l'India. A queste azioni parteciparono i due squadroni B-57 con 15 aerei, di cui almeno 4 abbattuti e questo comportò lo scioglimento del No.8 Sqn. Gli Indiani vinsero e occuparono il Pakistan Orientale fino a che il 16 dicembre si arrese definitivamente, con la dichiarazione del cessate il fuoco unilaterale da parte di I.Gandhi il 17 e la crisi fu tale che Khan si dimissionò il 20 per la catastrofe, rimpiazzato da Bhutto il quale tentò di far ritorno ad una vita normale la nazione, anche se rimase lo spettro del confronto con l'India. Gli ultimi B-57 vennero radiati nel 1985.
L'aviazione pachistana ricevette un certo numero di F-104 di prima generazione, chiamati dagli Indiani in un termine traducibile con "mascalzone" o "predone". Questi velivoli erano presenti già nella guerra del 1965 e causarono molto sconcerto nell'Aviazione Indiana, obbligandola a schierare quanto prima macchine equivalenti, i MiG-21, che però erano pur sempre solo degli intercettori a corto raggio e non anche cacciabombardieri. In quella guerra gli F-104A vennero impiegati in diverse missioni, incrociarono per poco una formazione di MiG (1 F-104 contro 4 di essi) ma senza conseguenze, abbatterono un Mystère ma subirono una perdita[9].
10 aerei ex-USAF del tipo F-104A vennero mandati rapidamente in Pakistan nel '61, quando c'era la minaccia che gli Indiani avessero presto in servizio il MiG-21. Anche l'India voleva 36 F-104 per rispondere agli attacchi cinesi sui confini, ma questa richiesta venne respinta. Gli F-104A vennero forniti al No.9 Sqn di Sargodha, dove rimpiazzarono i Fury, un salto quantico in termini di prestazioni. Inizialmente non avevano il cannone Vulcan, poi ebbero il motore J79 GE-11A da circa 7 t.sp, e il cannone, più un gancio retrattile per agganciare i cavi d'atterraggio d'emergenza. Nel 1965 erano aerei molto temuti per le loro prestazioni, e si dice che un Folland Gnat addirittura si arrese ad uno di loro estraendo il carrello. Con il radar, missili Sidewinder e cannone era certo un velivolo temibile, da compensare solo con i primissili MiG-21. Il 6 settembre vi fu una vittoria più convenzionale, abbattendo un Mystère IVA grazie ad un Sidewinder, e forse anche il giorno dopo un altro venne abbattuto con il Vulcan, ma in ogni caso questo F-104A rallentò troppo e venne abbattuto da uno dei caccia indiani. Il 21 settembre venne abbattuto un altro aereo della IAF, un Camberra, colpito durante un'intercettazione strumentale, ovvero tramite radar. L'11 era avvenuto un fugace incontro tra i due caccia da mach 2, il primo della storia: 4 MiG-21 avvistarono, dopo il decollo da Halwara, l'F-104A pakistano, che scappò a mach 1,1 a volo radente, seminando i suoi ancora inesperti contendenti. Gli F-104 erano capaci di scappare ai velivoli indiani, ma erano inferiori in manovrabilità e negli scontri a bassa quota la velocità massima di mach 2 era irraggiungibile, anche se l'accelerazione e la salita ancora del tutto superiori agli avversari subsonici. In ogni caso vi furono 246 sortite di cui 42 notturne, dichiarando 4 vittorie contro 2 perdite (una per una tempesta di vento che lo incidentò all'atterraggio). Due vennero forniti da Taiwan come rimpiazzi. Solo 7 aerei erano ancora in servizio nel 1971 con il No.9 Sqn, e questo davvero non poteva compensare gli 8 squadroni di MiG-21, recentemente rinforzati da una cinquantina di MF di seconda generazione, nemmeno con lo squadrone di Mirage III pure operativo con la PAF. Per aiutare la situazione di una nazione tra l'altro molto impopolare a causa della repressione della rivolta in Bangladesh, la Giordania fornì circa 10 F-104A del suo No.9 Sqn, e non si sa quanti e quali entrarono in azione. Almeno 2, forse 5 perdite vennero subite contro i MiG-21 indiani, che stavolta riuscirono a inseguire il bersaglio e sbatterlo al suolo durante l'azione di fuoco. Anche se pare che i missili K-13 venissero ingannati dai flares lanciati dai caccia pakistani, i cannoni da 23 mm riuscirono ad abbatterli. La manovrabilità dell'F-104 era di gran lunga inferiore a quella dei velivoli nemici e amici. Gli indiani hanno dichiarato l'abbattimento di due F-104 giordani l'ultimo giorno di guerra oltre ai 5 distrutti (il 17 dicembre). I Pakistani ammettono due perdite contro i MiG-21 e uno per la flak, dichiarando 9 vittorie contro i MiG di cui due sole da parte di caccia (F-6 e F-86). A questo punto c'erano non più di 4 F-104A operativi e di sicuro vennero aiutati dai caccia giordani forniti in maniera non ufficiale ma oramai comprovata. Gli ultimi F-104 vennero tolti tuttavia dal servizio già nel '75 con i Mirage 5PA. Uno dei due ex-RoCAF è esposto a Sargodha come gate guardian.
La palma per il miglior caccia della guerra spettò al Dassault Mirage III, autore di attacchi e ricognizioni assai efficaci. Un fatto interessante è che il MiG ottenne un rapporto abbattimenti-perdite favorevole contro il suo omologo americano, risultato indubbiamente notevole. Dopo alcuni anni i pochi F-104 superstiti vennero radiati. Il Pakistan fu una delle nazioni "Cenerentola" per numero di F-104 adottati: solamente 14. Tra questi c'erano anche gli esemplari giordani, rapidamente mandati di rinforzo.
I caccia F-16 sono stati un'altra pietra miliare della PAF. Tutto cominciò dopo la sconfitta del '71 e la perdita del Bangladesh, quando Zulfiqar Ali Bhutto diventò primo ministro pakistano, il 20 dicembre 1971 in una situazione molto difficile per la nazione pakistana. Lui, il padre di Benazir, fu il protagonista degli accordi di pace con l'India del '72, e rilanciò l'economia o almeno, tentò di fare qualcosa in tal senso. Ma presto cadde in disgrazia per la sua tendenza a monopolizzare il potere, e i militari presero il controllo il 5 luglio 1977 con la proclamazione della legge marziale e l'assunzione del potere da parte del Generale Mohammad Zia.
Questo capovolgimento del potere non piacque a Carter, questione a cui si aggiungeva il programma nucleare e i diritti umani, tanto che lo stesso Bhutto venne giustiziato in aprile del '79. Gli USA non volevano avere molto a che fare con il regime brutale di Zia, ma dovettero fare di necessità virtù quando i Sovietici 'invasero' l'Afghanistan, entrando in realtà non in opposizione ma in rinforzo al regime filo-sovietico in Afghanistan, giusto come avevano fatto gli Americani con il Vietnam del Sud. In ogni caso, le ambizioni sovietiche di raggiungere le coste dell'oceano indiano preoccupavano e per aiutare i Mujahaedeen Carter stabilì un primo aiuto di 400 milioni di dollari. Zia, che appena pochi mesi prima era malvisto dagli americani e a cui non si voleva dare aiuto di sorta, si permise di notare che questo aiuto era troppo piccolo per le necessità. al presidente Carter, travolto soprattutto dalla cattiva gestione della crisi degli Ostaggi in Iran (Operazione 'Eagle Claw' in particolare) successe il repubblicano e 'decisionista' Reagan, che dal gennaio 1981 giunse al potere, subito aumentando i piani militari per fronteggiare, costasse quel che costasse, l'URSS. La situazione fu tale che alla PAF vennero forniti 40 F-16A/B sotto contratto FMS noto come 'Peace Gate I'. Dovevano essere 32 A e 8 B, ma poi venne cambiata la composizione in 28 'A' e 12 'B', segno che si intendeva farne in buona misura, degli aerei d'attacco tattico più che d'addestramento puro. La Pakistan Fiza'ya (il nome locale della PAF), era diventata così utente del piccolo, prestigioso caccia di Forth Worth. Il primo venne consegnato nell'ottobre del 1982 con una transizione avvenuta negli USA, con il 421st TAS del 388 TFW della Hill AFB, Huta. I primi F-16 giunsero già nel gennaio 1983, erano 2 A e i 4 'B', tutti 'Block 15' come anche gli altri ordinati: l'ultimo block della prima generazione, e con motori Pratt & Whitney F100-PW-200. La missione di trasferimento avvenne tra F.W. e il Pakistan seguendo gli scali Azzorre-Darhan e con rifornimento in volo dai KC-135. In Arabia Saudita i collaudatori americani lasciarono il testimone ai piloti pakistani, con il futuro comandante della CCS Shahid Javed.
I primi andarono al No.11 Squadron di Sargodha, e in tutto la fornitura andò avanti fino alla metà del 1986, che consentirono la formazione del No.9 a Sargodha e il No.14 a Kamra (sett. 1986), che era l'unità OCU.
E così, dopo Israele, il Pakistan usò in combattimento l'F-16. La guerra oramai coinvolgeva molta della popolazione civile con la formazione di campi profughi oltre i confini, formando a quel punto inevitabilmente, dei 'santuari' e basi di addestramento per i guerriglieri che poi avrebbero passato il confine. Il che portò ovviamente ad un'escalation del conflitto, quando le cose, soprattutto con l'arrivo dei missili Stinger, cominciarono ad andare piuttosto male per le forze afghane governative e i sovietici. Così iniziarono incursioni con i Su-22 e 25 e MiG-23, nonché altri velivoli. Gli F-16 furono gli unici ad abbattere aerei nemici in quell'occasione, ottenendo 8 vittorie tra il maggio 1986 e il novembre 1988. I caccia del No.9 ebbero vittorie su 1 Su-22, un altro probabile, e un An-26 ELINT. Il No.14 ebbe 2 Su-22, 2 MiG-23, un Su-25. Pare che tutti i successi ebbero luogo con i missili AIM-9P e AIM-9L, ma un Su-22 era forse stato abbattuto da una raffica di cannone. Il Flight Lieutenant Khalid Mamood abbatté 3 aerei, ma anche un F-16 andò distrutto, forse colpito da un AIM-9L che mancò il bersaglio inteso. Era il 29 aprile 1987. Non è stato possibile capire cosa abbia abbattuto, da parte sovietica, tale aereo, e per l'appunto si è indicato come 'fuoco amico' l'unica causa, né ne sono state trovate nelle ricerche svolte negli anni successivi. Quanto ai missili, in genere gli F-16 hanno i missili AIM-9L 'Lima' alle estremità alari, mentre due sono portati sotto le ali del tipo P o 'Papa'. Essi sono AIM-9J modificati con componenti simili a quelli delle 'L'. I Sidewinder B, originariamente adottati dalla PAF, sono stati sostituiti, durante gli anni '70, dagli 'J' e da qui si è arrivati agli L (con gli F-16) e all'ammodernamento degli altri con la nascita dei tipi P. Quanto al resto delle capacità, vi sono state presto modifiche per implementare il pod ATLIS della Thompson-CSF con la capacità di guidare le LGB Paveway. Essa è stata una modifica voluta e attuata dai Pakistani, apparsa durante il gennaio 1986. Nel frattempo, le cose sono andate avanti, anche in termini politici. Il gen Zia precipitò assieme ad altre 27 persone il 17 agosto 1988, si suppone che sia stato un sabotaggio al suo aereo la causa della strage. La figlia di Bhutto, Benazir, divenne premier il primo dicembre 1988, un evento eccezionale sia perché era una donna, sia per come rimpiazzò proprio l'assassino di suo padre. Non sarebbe rimasta a lungo al potere, perché ad un certo punto, essendo incinta, la si rimosse in quanto non compatibile con gli impegni della sua carica (almeno, questo era quanto si disse). Con la sua presidenza, quello stesso mese, arrivò anche un altro ordine per 11 F-16A e B, Block 15 OCU (Operational Capability Upgrade) e ben presto, nel settembre del 1989, si aggiunsero ben 60 altri caccia e un primo pagamento di 685 milioni di dollari.
Ora, però, la politica così spregiudicata di Reagan era stata sostituita da quella del molto più prodente George Bush Sr. La guerra in Afghanistan era finita (quantomeno, l'URSS se n'era andata), la guerra fredda in generale era alle battute finali, e al dunque, più che promuovere regimi locali retti da dubbi personaggi se questi erano utili alla 'causa', si cominciò a preoccuparsi, piuttosto, dei problemi che c'erano a livello locale con l'ottica dei 'vicini di casa'. Il problema era adesso tra Pakistan e India, non tra USA e URSS che combattevano per interposta persona. Il Pakistan era sospettato di avere un programma nucleare attivo, ma qui, del resto, era messo in condizioni d'inferiorità rispetto all'India. Questa aveva non solo una superiorità schiacciante in termini convenzionali, ma raggiunse per prima lo status di potenza atomica con l'esperimento del 18 maggio 1974, avvenuto con la detonazione di un ordigno da 15 kT in un poligono distante solo 145 km dal confine tra le due Nazioni. Questo fece sì che già il PM Bhutto padre lanciasse l'idea di dotarsi di un arsenale nucleare per controbilanciare la situazione, anche se il Pakistan era meno ricco e anche se la sua gente avesse dovuto 'mangiare erba' per sostenerne l'onere. La cosa venne continuata, non senza incertezze, dal gen. Zia. Il Pakistan, in effetti, era decisamente a malpartito. Il suo territorio era stretto tra l'India e un Afghanistan in mano sovietica, e il test nucleare indiano avvenne appena un paio d'anni dopo la fine della disastrosa guerra del '71. Decisamente, l'opzione nucleare era un'idea tutt'altro che peregrina per un Paese tanto fragile rispetto alla tenaglia verso cui si trovava, e il vicino Iran fu d'aiuto nell'attuarla, visto che anche allo Sha interessava tale tecnologia, intento com'era a costruire le forze armate più potenti della regione.
Ma gli F-16 erano perfettamente capaci di eseguire missioni nucleari, e fornire un tale numero di caccia, anche se privati dei sistemi di sgancio nucleari (non certo difficili da implementare successivamente), avrebbe destabilizzato la regione. Alla fine, la legislazione USA trovò applicazione, come l'emendamento Symington del '76 che proibiva la collaborazione militare con chiunque importasse uranio arricchito, o il Glenn Amendment dell'anno successivo che parlava in generale di tecnologia nucleare per impedire anche le produzioni autoctone, anche se il Pakistan importò tali attrezzature dalla Francia. L'assistenza economica americana venne così terminata nell'aprile del '79 e poi vi furono altri problemi ancora, dati da ulteriori emendamenti come il Pressler del 1985, che era mirato proprio al caso Pakistano. Se il Pakistan avesse avuto un'arma nucleare, ogni aiuto sarebbe finito. I Pakistani, invece, avevano attrezzature francesi e un progetto di bomba cinese, mentre gli squadroni 9 e 11 di F-16 ebbero modifiche specifiche per il suo uso. Così il 6 ottobre 1990, con l'emendamento Pressler, vennero bloccate le forniture militari al Pakistan, scaricando così lo scomodo alleato dopo la ritirata sovietica. Chi ne fece le spese furono proprio gli F-16 pakistani, di cui i primi 28 vennero prodotti ugualmente (fino al 1994, poi venne dato lo stop definitivo), ma posti subito in riserva alla Davis Monthan AFB dell'Arizona. Il problema era però anche quello monetario: il Pakistan aveva già pagato una forte somma per avere gli aerei e almeno, rivoleva il denaro indietro. Nel marzo 1995 si ebbe un primo tentativo di compromesso: i 28 F-16, altri 10 nuovi, tanto da compensare la somma spesa. Perché mai gli USA non abbiano ritenuto di restituire i soldi è difficile da capire. In ogni caso, la Bhutto, caduta dal ruolo di P.M. nel 1990 ma rieletta nell'ottobre del '93, non riuscì a convincere Clinton a togliere l'embargo al Pakistan, il cui programma nucleare continuava senza eccessive difficoltà. Compromesso Pressler (il senatore che aveva fatto l'emendamento) del maggio 1995: 17 aerei a Taiwan, 11 alle Filippine, rimborso spese al Pakistan. Vendendo cioè gli aerei ad altre nazioni, e con i soldi fatti, pagando il Pakistan per quanto avanzava verso gli USA. A Taiwan i vecchi F-16 A e B non interessavano, alla Cina non piaceva in ogni caso la loro presenza, alle Filippine mancavano i denari. Si pensò alla Nuova Zelanda, nel tardo 1999, con un rimborso parziale (anziché con gli interessi) di 463,7 mln al Pakistan, ma nemmeno questo piano andò in porto per il rifiuto neozelandese a comprare questi apaprecchi, cosa ufficializzata nel marzo 2000. E così, a tutto il 2004, gli F-16 Pakistani sono rimasti in Arizona, in attesa più del demolitore che dell'utilizzo. Fino a che, ad un certo punto, alcuni sono stati 'graziati' da tale limbo e usati come aerei sperimentali dall'USN e USAF. La prima li ha messi in servizio come F-16N, quali 'aggressors' e così hanno trovato una loro via, troppo preziosi e costosi per essere lasciati marcire nel deserto dell'Arizona. Non è chiaro se il Pakistan abbia mai avuto alcun denaro indietro di quelli che aveva a suo tempo, e certo non senza sacrificio, inviato come acconto per il contratto.
Il Pakistan, nel frattempo, non ha mancato di concretizzare il programma nucleare che è rimasto il pomo della discordia: assieme all'India, nel maggio 1998 fu protagonista di un incredibile 'ritorno di fiamma' nucleare, dopo decenni che non si assisteva a qualcosa di simile: ben 11 test atomici tra tutti e due, quasi a fare una gara alla migliore 'esibizione'. La cosa segnalava che entrambe le nazioni erano oramai pronte per una vera guerra nucleare, dopo che la stessa India penò non poco per raggiungere, a parte il test di 24 anni prima, tali capacità.
A parte gli F-16 del secondo lotto, protagonisti loro malgrado di una contesa dai toni farseschi, i Fighting Falcons pakistani hanno continuato a prestare servizio nella PAF come principali aerei moderni disponibili. La loro numerazione è con Sn. a tre cifre da 701 per gli A e da 601 per i B.
Quanto alle azioni di combattimento, spesso controverse, gli F-16 hanno in ogni caso dato un importante contributo alla difesa degli spazi aerei territoriali. Specialmente quando operavano da Peshawar, a circa 5 minuti di volo dal confine. Gli F-86, costretti a seguire gli eventi con decolli su allarme frequenti ma infruttuosi, e anche i più veloci F-6 sono stati sostituiti con gli F-16, mentre i radar della catena d'avvistamento (piuttosto sviluppata, dopotutto il Pakistan faceva parte del CENTO, l'equivalente asiatico della NATO) su radar tedeschi Siemens vennero rimpiazzati dai potenti 3D TPS-43 della Sperry.
Nel frattempo in Afghanistan i ribelli stavano rendendo difficile la vita ai Sovietici e ai governativi, i quali persero 3 MiG-21 durante un solo giorno di combattimenti, il 4 giugno 1979 (quindi prima dell'intervento sovietico). Spesso i MiG-17 afghani non erano guidati da piloti molto motivati e vi furono diversi casi di diserzione, come quello fatto da un MiG-17 schiantatosi in territorio pakistano il 18 ottobre 1982. Nel frattempo, un SA-7 riusciva ad abbattere spesso gli elicotteri e gli aerei a cui era lanciato, e uno addirittura provocò un massacro il 28 ottobre 1984 con l'abbattimento vicino a Kabul di un An-22 con 240 persone a bordo. Nel 1986, dopo che i Sovietici avevano perso tra l'altro non meno di 37 elicotteri in azione, fecero la comparsa i missili Stinger. L'era degli SA-7 e persino dei fucili per la caccia agli elefanti era in parte eclissata da queste nuove e micidiali armi. Ma in territorio pakistano continuavano le incursioni sui campi profughi e d'addestramento. Dal 1986 entrarono in azione gli F-16 e finalmente si poteva attaccare con sufficiente iniziativa, e non stando ad aspettare quello che eventualmente i radar di terra vedevano. Il 17 maggio 1986 il pilota Qadri, 9° Sqn, colpì due Su-22 e uno di questi venne abbattuto. Non si sa molto di questo episodio. Nel 1986-87 almeno altri 10 elicotteri e 4 trasporti vennero abbattuti dai guerriglieri, mentre un An-26 disertore venne preso in carico, ma con attività di volo ridotta data la mancanza di parti di ricambio, dalla PAF. Il 16 aprile 1987 avvenne il secondo successo, quando tale Badar, in volo a 3.300 m di quota, localizzò i bersagli che gli erano stati indicati dal GCI di terra. Aumentata la velocità da 820 a 1.020 km/h, ne vide 4 distanti 35 km. Uno di essi era visibile in quota, ma gli altri tre stavano a quote più basse, una trappola per un caccia che fosse stato privo di radar moderno multifuzione, ma l'F-16 riuscì a vedere anche loro. Si trattava di Su-22, usati per via della loro potenza, spesso anche come caccia intercettori. Ma evitando la trappola dei suoi collegui, Badar agganciò l'aereo in volo ad alta quota. Il missile, particolare importante, lo aveva 'sentito' con il sensore termico da 9 km, ma la DLZ (Dynamic Launch Zone) si era attivata solo a 6, da quel momento era possibile tirare il missile e farlo giungere al bersaglio. Il tiro avvenne a 5,6 km e fece centro con questo AIM-9L. Ma venne sparato anche un secondo missile, che colpì presumibilmente un F-16. Non è chiaro cosa sia successo, secondo altre ricostruzioni addirittura quest'aereo avrebbe potuto essere incorso in un bombardamento in quota fatto da MiG-23. Non si sa bene, insomma, cosa sia successo, mentre la formazione di Sukhoi sfruttava la sua potenza per sganciarsi dal pericolo e scappare oltre confine. A tale proposito, bisogna dire che anche gli F-16 pakistani sono stati riportati, talvolta, entro i confini afghani. Il 4 agosto 1988 Bokhari salì da Kamra e inseguì un Su-25, tirando anche qui da notevole distanza (circa 5 km), e abbattendolo con un AIM-9L, catturando tale col. Alexandrov della VVS. Il 12 settembre 1988 vi fu un altro successo, stavolta con un F-16 del N.14 pilotato da Mamhood. Si trattava di una trappola ordita dalla VVS con l'impiego dei MiG-23, del tipo più moderno MLD. Erano avversari degni di attenzione, specie perché dotati di missili R-24 a medio raggio. Tuttavia, il piccolo F-16 riuscì a localizzarli ad alta quota, tra le nuvole, e tirò da circa 3-4 km un missile L e poi un P, colpendo due MiG-23 e poi disimpegnandosi prima che altri caccia lo prendessero alle spalle. Non è chiaro cosa sia successo, però. Dei due MiG-23 solo qualche rottame venne ritrovato e il pilota non era sicuro di averli abbattuti. Pare piuttosto che uno dei MiG, il primo, fu gravemente danneggiato ma riuscì a tornare alla base, mentre il secondo non fu affatto colpito. Quindi non fu una doppietta come dichiarato. Mamhood riuscì poi ad abbattere un altro coriaceo Su-22, che manovrò pesantemente per impedire agli F-16 di lanciargli un missile ma poi finì abbattuto da una coppia di AIM-9L. Un'altra vittoria fu assai meno 'nobile', quella del 21 novembre 1988 di Razzaq, comandante dello Stormo caccia, contro un An-26 Elint con ben 34 persone a bordo. Seguirono altre azioni di pattugliamento, e una fu particolarmente drammatica allorché un An-24 venne intercettato di notte, il 31 gennaio 1989, mentre tentava di disertare. A bordo dell'F-16 c'era Mamhood che tentò da ben 16 km di intercettare l'aereo con un Sidewinder, ma non c'era il segnale termico giusto, poi giunto a distanza utile per il cannone si accorse che l'An-24 aveva le luci accese e chiaramente era un altro disertore. Purtroppo, dopo averlo scortato, nella notte, verso la base, il velivolo scese sul fiume Kurram scambiandone il riverbero chiaro per una pista d'atterraggio. I 9 dell'equipaggio morirono sull'impatto. Il 6 luglio 1989 arrivò un Su-22 disertore, e vari MiG-21 e Mi-17. Il Sukhoi era interessante per gli Americani, ma atterrato a Peshawar, con la sua piccola pista, non era facile da recuperare giungendo lì con un C-5 Galaxy. Il pilota afghano, che era rimasto inattivo per circa un anno dopo la defezione, cercò di portarlo a Islamabad, ma durante le prove di volo il Fitter finì leggermente danneggiato contro le barriere di fine pista, avendo omesso di togliere l'AB. A quel punto gli Americani fecero atterrare il C-5 per prelevarlo, e nel 1991 il Su-22 ex-Afghano volava di certo negli USA in qualche unità aggressors.
Gli F-16 erano aerei agili e con valida autonomia. Ma soprattutto, il loro radar consentiva cacce indipendenti che non erano possibili per velivoli di diverso tipo, che sarebbero caduti più facilmente nelle trappole aeree, privi di un radar multimodo come l'APG-66 (il più piccolo tipo all'epoca raffreddato ad aria) che si è dimostrato in grado di vedere bersagli multipli e anche a diverse quote. Un altro aspetto sono le piccole dimensioni dell'F-16 che gli hanno di contro consentito di volare quasi in maniera 'invisibile'. Inoltre i missili, controllati dal computer di bordo per stabilire la distanza di lancio, si sono dimostrati capaci di affidabilità, prestazioni, gittata molto elevate e ben superiori rispetto ai primi tipi di ordigni a guida IR. Il campo e angolo di tiro per esempio; ma anche la capacità del sensore (specie contro aerei 'calorosi' come quelli russi supersonici), che spesso ha agganciato il bersaglio a distanze tali che esso non poteva ancora essere raggiunto dal missile stesso, malgrado il motore potenziato rispetto a versioni quali l'AIM-9B. Questo gli ha dato, al momento dei lanci effettivi, una capacità di localizzazione più che sufficiente per mantenere il contatto del bersaglio. Quindi, persino il più piccolo dei 'teen fighters' si è dimostrato utilissimo e valido come apparecchio da combattimento contro una minaccia non eccezionale, ma tutt'altro che disprezzabile.
I Mirage
modificaDurante la fase di rafforzamento della PAF, alla fine degli anni '60, vennero comprati i caccia F-6, ma anche, all'opposto, i più potenti e costosi Mirage III. I primi vennero comprati con un lotto iniziale del '67, l'anno della loro consacrazione con la guerra dei Sei giorni. Erano solo 18 Mirage IIIEP, 3 IIIERP da ricognizione, 3 IIIDP d'addestramento. Essi vennero usati non per attacchi al suolo, ma per azioni d'attacco al suolo, colpendo anche obiettivi difesi pesantemente come Armitsar e Pathankot. Un IIIRP venne attaccato da MiG-21 e ottenne una vittoria aerea indiretta, apparentemente l'unica di questa guerra per l'aereo Dassault, allorché alcuni caccia indiani lo attaccarono nel corso di una missione notturna. Nonostante la scarsa affidabilità dei missili Atoll, autori di pochi successi durante il conflitto, stavolta malauguratamente andarono a segno, ma per sbaglio, data la concitazione dell'azione nelle tenebre, colpirono non il Mirage, ma un altro MiG-21. Dopo la fine della guerra, a cui i Mirage IIIE cacciabombardieri e i ricognitori RP, non pagarono un tributo di perdite elevato (non è chiaro quanti ne andarono perduti, ma gli indiani ne rivendicarono 6), ma dopo sono arrivati altri Mirage III, e soprattutto ben 58 Mirage VP. Questi erano presenti in diverse versioni, delle quali una, con il radar Agave, era usata quale cacciabombardiere e un missile AM-39 Exocet sotto la fusoliera. La cosa è stata ripresa dagli Indiani usando stavolta il Jaguar nella versione radarizzata. In seguito ne sono giunti altri 50, ex- RAAF diventati eccedenti dopo la loro sostituzione con gli F-18. Questi aerei, del tipo IIID e DO, hanno dato qualche dispiacere alla Dassault, che sperava di piazzare i Mirage 2000. Per 100 milioni di dollari è stato invece possibile reperire molti aerei eccellentemente conservati. La loro organizzazione, nonostante la fornitura di ben 96 esemplari (più quelli australiani, del quale i primi erano in revisione al 1991), era piuttosto ristretta: al '91 c'era lo Squadron 5, il primo che aveva ricevuto, già nel '67, questo aereo, e che aveva gli EP, RP, RDP, DP. Per il resto c'era il No. 22 Sqn OCU con VPA, PA2 e VPD, mentre i Mirage VPA3, con capacità antinave, prestava servizio con il No.8. Infine c'erano aerei nella Comba Commanders School. In tutto, dunque, due gruppi normali e uno OCU. I numerosi esemplari 'Ossies' sarebbero stati, si pensava, destinati invece al No.7 sqn, che in effetti ha poi riversato i suoi A-5 agli altri due squadroni parimenti equipaggiati.
Focalizziamoci adesso sugli aerei cinesi in Pakistan: F-6, A-5 e F-7.
Cominciamo con quello che è stata la sorpresa della Guerra del '71, ovvero l'F-6. Negli anni '60 la PAF era disperatamente a corto di nuovi caccia con cui contrastare la più potente IAF. Gli F-86 Sabre erano un po' vecchi, il pugno di F-104A insufficiente. Vennero comprati alcuni Mirage III, ma nemmeno questi, di cui il Pakistan diverrà poi collettore (basti pensare ai 50 Mirage IIIEO australiani comprati attorno a 18 anni fa per 100 milioni di dollari), erano sufficienti in termini numerici. Per superare l'impasse serviva un altro fornitore, e l'unico che si riuscì a convincere fu la Cina, tutt'altro che spiaciuta di rafforzare un nemico del suo nemico, l'India, con la quale ebbe anche una guerra di frontiera nel '62.
Gli unici velivoli interessanti che aveva da offrire, date le difficoltà nel realizzare il MiG-21, erano gli F-6, la versione locale del MiG-19, che ebbe anche più successo che in URSS, con una produzione di circa 4.500 unità contro 2.300. La cosa fu possibile, nonostante il livello qualitativo e tecnologico dei tipi prodotti fosse basso, perché era un velivolo robusto e oramai abbastanza sperimentato (in URSS invece doveva ancora 'maturare' ed ebbe molti incidenti). Nella sua mimetizzazione a due toni di grigio, era ancora in servizio nel 2000 al confine afghano, con due squadroni a Samungli, vicino a Quetta.
Quando i MiG-19 vennero tolti dalla produzione in URSS, attorno al 1957-59, la licenza era stata data alla Cina, che presto riuscì ad ottenere le relative informazioni, grazie all'accordo siglato nel '53 e destinato, in verità, ad avere vita breve (attorno al 1960). Così, dopo 4 anni dopo la produzione dei primi MiG-19 di serie, venne fuori il primo J-6 cinese con parti costruite in URSS e assemblate localmente. Ma i problemi erano tali e tanti con la manodopera cinese, e la relativa bassa professionalità nel trattare strutture avanzate, che si dovette tribolare fino al '63 quando nel dicembre venne approntato il primo aereo interamente cinese. Era nondimeno, giusto il tipo base SF da caccia diurna, privo di un qualche sistema radar d'intercettazione ognitempo e missili AA-1 Alkali come era per gli ultimi tipi sovietici.
Dopo la guerra con l'India del '65, come si diceva, il Pakistan ebbe problemi a trovare aerei nuovi, causa l'embargo americano contro India e Pakistan per ogni sorta d'armi. Scelto l'F-6, versione export del J-6, un gruppo di piloti venne mandato in Cina e i manuali vennero tradotti dal cinese all'inglese. I primi 60 F-6 vennero regalati alla PAF e ritirati già il 30 dicembre 1965, appena pochi mesi dopo la fine delle ostilità. Visto che l'aereo soddisfece almeno per la sua potenza e agilità, ne vennero poi comprati altri per arrivare a ben 253 con costi minimi, sostituendo progressivamente il grosso degli F-86 e giungendo in servizio fino a 10 squadroni contemporaneamente. Attorno al 1971 ce n'erano circa 70 o più in servizio e combatterono pesantemente, sorprendendo gli osservatori internazionali che non si aspettavano la presenza e l'efficacia di quest'aereo. Del resto il MiG-19, pur competendo con l'F-100 per il titolo del primo caccia supersonico, era stato piuttosto irrilevante in Vietnam e surclassato senza vittorie durante gli scontri del Medio Oriente. Pare che l'acquisto di altri 120 sia avvenuto nel 1978, e per il 1981 c'erano 8 squadroni sui 15 complessivamente disponibili. Con questi aerei si erano avuti problemi di efficienza originariamente, ma l'impegno dei tecnici pakistani era riuscito a migliorarli largamente. Con questa situazione si è cercato di rendersi liberi finalmente dalla dipendenza americana, dopo che nel '76 arrivò un altro embargo di Washington a seguito dell'annunciato programma nucleare pakistano. Con questi problemi i Cinesi hanno ottenuto un progressivo rafforzamento della propria posizione di assistenti militari e politici di Islamabad.
Aveva un raggio d'azione minore, come anche l'autonomia di fuoco e i congegni di mira, rispetto all'F-86 (che non venne sostituito totalmente se non negli anni '80), ma era superiore come velocità, accelerazione, potenza distruttiva. Questo grazie anche alle modifiche intercorse, con l'aiuto americano (di cui parla anche Chuck Yeager, consulente militare in Pakistan all'epoca, vedi Take Off nella sezione a lui dedicata), per cui si installarono sedili Martin-Baker e rotaie di lancio missili Sidewinder B e poi di tipo più moderno per questi aerei da mach 1,4. Inoltre i serbatoi vennero aumentati: proprio dal '71 era possibile usare quelli da 1.140 litri anziché 700, sfruttando meglio la potenza dei motori RD-9 per portare un carico maggiore di cherosene e migliorare l'autonomia. Inoltre, i cannoni da 30 mm NR-30 presenti a bordo, sulla radice alare, vennero integrati da un terzo che, come nei precedenti MiG, tirava dal muso, su di un lato. Il 4 dicembre 1971 la IAF mandò in azione circa 70 aerei contro il Pakistan e un Hunter fu la prima vittoria della PAF. Il 7 dicembre fu la volta di 2 Su-7, ma in seguito non ne mancarono altre, inclusa una contro i più evoluti MiG-21. In tutto i 3 sqn con l'F-6 disponibili allora, i No.11, 23 e 25, volarono 945 sortite a corto raggio (735 ore di volo complessive) ed eseguirono anche parecchi attacchi al suolo, specie con i cannoni (Gli stessi dei Su-7), oltre a rivendicare 8 vittorie aeree. C'erano anche perdite, per esempio uno venne distrutto da un Su-7.
Nel '69 apparve la prima pattuglia acrobatica su F-6, con 4 aerei e denominata 'The Rattlers', i cui velivoli erano dipinti di nero e volavano con manovre ad alta velocità. Serviva operativamente per preparare meglio i piloti al pilotaggio dell'F-6 e in termini di PR per accogliere i capi di stato esteri e delegazioni varie.
Mentre i serbatoi allargati, studiati dalla PAF, vennero adottati anche dall'AFPLA cinese, i razzi da 68 mm francesi affiancarono quelli cinesi da 57 mm a partire dal' 78. Un aiuto all'operatività fu il complesso di revisione di Kamra, che consentiva di revisionare gli F-6 senza mandarli in Cina e aspettare anche 2 anni per riaverli indietro. Il 60% dei materiali per realizzare tale revisione, poi, era di produzione locale e anche questo aiutava. Dal '73 arrivò anche il biposto JJ-6, che in URSS non esistette mai, ma che ai cinesi interessava di produrre. Dopo arrivò anche in Pakistan e venne modificato come i monoposto, con i missili, razzi, serbatoi ecc.
Nel 2000, a Samungli c'era il 31 Wing, su due squadroni con 18 aerei l'uno. 4 erano tenuti in costante QRA in quella che una volta era una base al centro della crisi della guerra in Afghanistan, con almeno 17 aerei afghani disertori, e molte incursioni sovietiche oltre confine, in verità stoppate essenzialmente dagli F-16 dato che gli F-86 e F-6 non si dimostrarono all'altezza della situazione.
Quanto all'attività sull'F-6, esso richiede molta preparazione e capacità del 'manico'. Esso è un velivolo degli anni '50 e nondimeno, capace di prestazioni supersoniche e di una grande potenza. Soprattutto senza carichi esterni, è un vero cavallo selvaggio e come diceva il capo della base, Air Commodore S.N.Khan, dopo avere volato su quest'aereo un pilota è pronto per qualunque altro velivolo.
Quanto ai due reparti su F-6, il No.17 'Tigers' nacque a Mauripur il 1 aprile 1957 sugli F-86F e combatté a Lahore, Sialkot e altre località con missioni d'attacco e di caccia durante la guerra del '65, fino ad abbattere anche un caccia leggero Gnat, il più pericoloso tra i nemici degli F-86 della pur variegata IAF. Ebbe dal 1966 i Canadair Sabre, e da Rafiqui combatté la guerra del '71, con 272 missioni in 22 giorni, tra attacchi, caccia contro-aviazione. Dall'aprile del '78 infine, ricevette gli F-6. Nel '96, con questi aerei, partecipò all'esercitazione ISAC-96 e questo reparto, reduce anche dai pattugliamenti sul confine ai tempi della guerra in Afghanistan, ottenne il trofeo 'Best Shot', nonostante la presenza nella PAF di aerei tutti più moderni, Mirage, F-7 ed F-16. In seguito ha ottenuto il Rafiqui Flight Safety Trophy che è un premio relativo alla sicurezza di volo.
Il No.23 Talons è invece del 16 marzo 1961 a Kohat, ancora con i Fury ad elica, poi usati per l'attacco al suolo durante azioni di controguerriglia a Dir e Bajaur. Dall'8 febbraio 1966 ebbe gli F-6, diventando, ora che era basato a Sorgodha, il primo reparto su tali apparecchi della PAF e quindi, anche unità OCU. Venne schierato a Risalewala dove combatté nel '71 contro gli Indiani ed abbattendo 3 Su-7. Ebbe un trofeo nel '75 come miglior reparto in termini d'uso dei cannoni di bordo, e poi il trasferimento a Samungli per la crisi afghana.
Al 2000, dopo 34 anni di servizio, la flotta di F-6 aveva volato oltre 400.000 ore, davvero un risultato di tutto rispetto per un tale vecchio aereo, oramai in larga misura rimpiazzato. Al confronto, entro il '97 gli F-104 italiani avevano superato le 900.000 ore (e in seguito, forse anche il milione), ma si trattava di oltre 350 aerei in servizio fin dal '63 e ancora ampiamente rappresentati nel 2000, oltre che di maggiore autonomia. Indubbiamente, anche il provvisorio F-6 aveva dimostrato di poter durare. Ma a Sumungli erano oramai previsti gli F-7P Skybolt.
Un ulteriore derivato del potente J-6 è il piccolo ma efficace Q-5, in ambito internazionale noto come A-5 Fantan[11]. Esso si è basato sul concetto di usare la potenza esuberante del progetto MIG-19 per ottenere un velivolo più pesante, meno prestante, ma con più carburante e quindi, autonomia. In servizio da circa il 1970, di fatto si è rivelato un apparecchio ben riuscito, a cui ha nuociuto solo la mancanza di un'adeguata avionica. La versione A-5K con avionica francese e quella A-5M con avionica italiana avrebbero potuto eliminare tale problema, ma proprio allora scoppiò la rivolta di Tien ammen e i programmi non ebbero successo. Nel 1983 il Pakistan è diventato l'unico cliente estero dell'aereo, che si distingue per le prese d'aria laterali e il muso aguzzo, nel quale tuttavia non c'è alcun radar. Se il Q-5 fosse stato pensato dai sovietici sarebbe stato certamente un nemico di tutto rispetto verso il pesante e scarsamente efficiente Su-7, dato che seppur più lento, ha maggiore autonomia (fino a 600 km con 1 t di carico contro 480 km) ed è più agile ed economico. Infatti gli A-5C pakistani sono stati comprati ad un milione di dollari l'uno. Essi hanno anche la capacità nucleare e nel 2001 erano nella base di Peshawar. I velivoli comprati sarebbero in tutto 52, capaci di eseguire missioni su di un raggio (molto ottimisticamente stimato) di circa 600 km. La loro capacità nucleare comporta una bomba tattica da 5 o 20 kT, e i Pakistani li hanno modificati anche per l'appoggio al suolo e l'uso di sedili Martin Baker e di missili Sidewinder. Ai piloti quest'appesantito discendente del MIG-19 piace, apparentemente dà più freno alla potena esuberante dei suoi motori. Con 3.648 litri interni e 1.520 esterni, ha un raggio di oltre 600 km e un'autonomia superiore a 2.000 km, fattore di carico di 7,5 g, 2 t di bombe e due cannoni da 23 mm con 100 colpi l'uno, nelle radici alari, mentre il volo è possibile fino a 16.000 m, con velocità massima di salita di 103 ms e massima orizzontale di 1.200 km/h a 11.000 o mach 1,12. La sua agilità è buona e dà filo da torcere agli F-7 con ali a delta caudata. Dei 3 squadroni di A-5C basati su altrettante basi, nel 2001 ne restava solo un paio, tutti a Peshawar, famosa base RAF fin dal '40 e poi base della IAF prima della guerra del '47. Infine base tra le più importanti della PAF con tutti i tpi di aerei e dal '95, anche la scuola elicotteri su Alouette III che offrono un corso basico di 150 ore e uno avanzato di 500.
Altri velivoli cinesi, in realtà, non sono mancati, come gli FT-5 modificati dai Pakistani come veri caccia da difesa aerea (cannone da 23 e due AIM-9) ma essenzialmente addestratori avanzati e intermedi in stile HAWK.
Il tipo successivo all'era degli F-6 è stato però l'F-7: prima 20 F-7P Skybolt, con 24 modifiche volute dalla PAF tra cui predisposizione per i Sidewinder P e L, e sedile Type IV che richiede tuttavia 139 km/h di velocità minima. Sono andati al No.20 Squn nel 1988, e questo è diventato rapidamente il reparto OCU del tipo. Sono poi giunti altri aerei, per dotarne un totale di altri 3 squadroni, il No.18 e il 20 a Rafiqui, e il No.2 di Masroor. Questi sono stati seguiti da 60 F-7MP consegnati negli anni '90, con sistema RWR e altri sedile MB 0-0, e infine 15 FT-7P da addestramento, biposto. Nel '96 venne anche presentato un biposto con fusoliera allungata di 60 cm per permettere più carburante interno. L'F-7 è un discreto aereo, una sorta di 'F-16 dei poveri' capace di accelerare a 5.000 m da 0,9 a 1,2 mach in 35 secondi, e salire a 18.700 m di quota. Come su tutti gli aerei cinesi, i Pakistani hanno trovato difficoltà dimensionali, dato lo scarso spazio per le gambe. Gli aerei, colorati in tinte varie di grigio, sono attualmente i principali caccia pakistani, in attesa degli FC-1 sviluppati in maniera congiunta tra Cina e Pakistan, ma in pratica questa specie di ibrido tra un MiG-21 e un Mirage F.1 è destinato al secondo, sebbene il costo ridotto lo ha reso interessante anche per altri clienti non particolarmente esigenti, ma insoddisfatti delle capacità degli oramai vecchi F-7.
Al '98 la situazione, per la PAF, era realmente difficile. Uno, c'era il problema più che concreto dei soldi spesi per i nuovi F-16 e mai ridati indietro dagli Americani. Passi per la proibizione di export di tali aerei, date le ambizioni nucleari di Islamabad, ma questa appropriazione indebita è stata causa dell'impoverimento del bilancio PAF, con 650 milioni messi in acconto con estrema fatica che hanno lasciato i Pakistani senza aerei e senza soldi per rimediare diversamente. Si cercava tuttavia di fare qualcosa di meglio, come per esempio, dotare i caccia F-7 del radar FIAR Grifo 7, un 'multimode' leggero e moderno che serve per dare all'agile apparecchio di scuola sovietica un sistema di acquisizione paragonabile a quello dell'F-16. Il programma per l'addestratore K-8 Karakorum, moderno velivolo da addestramento avanzato e attacco leggero (grossomodo tipo l'MB-339, a cui, a parte l'aspetto più squadrato, sostanzialmente somiglia), era per circa 100 apparecchi, di cui però all'epoca solo 6 ordinati.
L'organizzazione era su CSM, Rawalpindi (a sud di Islamabad), con un vice e 4 assistenti per l'Amministrazione, Operazioni, Manutenzione, Elettronica ognuna su apposite divisioni. C'erano anche la Direzione dei servizi intelligence e P.R. I tre distretti difensivi del Pakistan ciascuno con un apposito Comando, e vari altri 'alternativi' a Gilgit, Lahore, Malir, Masroor ecc, insomma verso le principali basi operative della PAF. Queste sono suddivise in: Basi Operative Principali, Avanzate, Satelliti, Installazioni Terrestri.
Per il primo gruppo: Chaklala, Faisal, Masroor, Mianwali, Minhas, Peshawar, Refiqui, Risalpur, Samungli, Sargodha, tutte attive anche in tempo di pace. Le basi avanzate erano invece Lahore, Mirpur Khas, Multan, Murid, Nawabshah, Pasni, Risalewala, Shahbaz, Sukkur, Talhae, tutti centri attivabili in caso di guerra e solo limitatamente in tempo di pace sedi di attività. Poi v'erano 9 basi minori con minime strutture e spesso anche senza personale: Bhagtanwala, Chander, Chuk Jhumra, Gwadar, Kohat, Ormara, Rahim Yar Khan, Rajanpur, Sindhri. Poi le sei installazioni Terrestri, Badin, Kalabagh, Korangi Creek, Lower Topa, Malir, Sakesar che sono usate per ragioni diverse rispetto alle operazioni aeree, come l'addestramento e scoperta radar. Infine, dieci depositi principali dei quali 2 logistici, 2 manutenzione, 3 munizioni, 3 per elettronica, e il Reparto Centrale per lo Sviluppo Tecnico che completa il tutto.
Chi opera in questa rete di basi è un'organizzazione ancora simile al modello anglosassone, quindi Group, Wing, Squadron, tutto dipendente dal Comando Operativo. V'erano molti reparti, spesso compositi, che tra l'altro raggruppavano ben 504 aerei definibili 'da combattimento'. Essi erano suddivisi in 20 Wing su 50 squadroni, ma solo 8 di questi erano 'di volo' e quindi definibili come 'Flying wing': i No. 32-39. Questi avevano 30 squadroni di tutti i tipi, anche quelli non da combattimento. Gli altri 20 erano quindi, assieme ai 12 Wing qui non considerati, reparti di terra: radar, difesa aerea ecc.
Poi, scendendo a livello di reparti, gli Sqn 9 e 11 avevano al '98 gli F-16 Block 15, in quanto il No.14 li ha dovuti cedere, riducendo la piccola forza operativa di Fighting Falcons rispetto al già modesto valore iniziale. Troppi i problemi di numeri e manutenzione per tre squadroni. Gli F-16B sono così andati allo Sqn 11. Gli F-7, pur se molto meno evoluti, sono nel frattempo diventati i più importanti: i No. 2, 14, 15, 17, 18, 19 e 20 sqn li avevano all'epoca.Il No.19 aveva i biposto ed era l'OCU del tipo, con 15 FT-7MP. Il no.2 aveva anche gli ultimi T-33 per traino bersagli e altri ruoli secondari, più 2 RT-33 per rilievi cartografici (così lo squadrone ha due squadriglie o 'flight', la A con gli F-7 e la B con i T-33). Nonostante le notizie in merito, i vecchi F-6 erano ancora in carico ai No.17, 23 e 25 (fino a poco tempo prima del '98). Quest'ultimo aveva il ruolo OCU. L'A-5C era per i No. 16 e 26. Uno squadrone di F-6 venne ceduto al Bangladesh di recente. Si prevedeva la radiazione entro il 2000 dei vecchi F-6, anche se questa era già stata postposta per l'indisponibilità dei desiderati 71 F-16.
La situazione era molto complicata per i Mirage: il No.5 aveva il IIIEP e 12 IIIRP, il No. i V PA e DPA (ruolo OCU e operativo); il No.8 con i Mirage V PA-2 e PA-3, il No.22, OCU per i Mirage III con i DP e gli OD, Mirage V PA e DPA. Difficile capire precisamente che fine abbiano fatto i Mirage ex-australiani, almeno i monoposto non pare che siano stati qui conteggiati. Eppure c'erano 40 Mirage IIIE ex- A de l'A, con avionica aggiornata.
La Guerra elettronica aveva i Dalcon 20F del No.24, mentre il 35th Wing da trasporto aveva il No.6 sqn su C-130B ed E e le versioni civili L-382; il No.12 per trasporto VIP gli F-27,Falcon 20, King Air (uno per tipo) e 3 B707.320 di cui due cargo e uno VIP; infine il No.41 con i Beech Baron per trasporto leggero, Seneca, 172. Vi sarebbero anche un L-100, un An-26, un Y-12 e altri tipi ancora. Infine i sei squadroni SAR, dal No.81 all'86, con due Alouette III l'uno, distribuiti su 6 basi diverse. C'erano anche 4 HH-34B di due squadroni, poi SA-315 Lama, un SA-330 Puma VIP, e forse anche 4 Super Frelon in condizioni di volo.
Per rendere attendibile queste forze aeree, v'era bisogno di personale bene addestrato, e c'erano ben 15 scuole, delle quali la più importante era la Combat Commanders School di Sargodha, come anche la scuola di Sci e sopravvivenza (chiaramente utile per una nazione così 'altolocata' per cui un pilota eiettato poteva benissimo ritrovarsi bloccato a 6 mila metri di quota). I due squadroni CSS avevano i Mirage V PA e gli F-7. Lo Sqn 1 di Mianwali aveva invece il Reparto Conversione Caccia, con i vecchi FT-5 e fino a qualche anno prima, degli FT-2.
La formazione iniziale invece avveniva sull'MFI-17 Mushshak, ovvero il Saab Supporter in produzione su licenza dal 1981 e consegnato in 90 esemplari, di cui una versione potenziata aveva motore da 210 hp, ma dopo l'esordio nel '93 non pare avere avuto esito. Poi c'erano ancora i vecchi T-37B e infine i K-8 quando sarebbero stati disponibili, fino ad allora ci sarebbero stati gli FT-5, usabili anche come macchine da caccia di difesa ravvicinata ma decisamente obsoleti.
Quanto ai materiali, in termini numerici vanno rilevati, forse prima ancora degli aerei, i tipi di armi usate: qualcosa come 8 tipi di AAM tra Sidewinder P ed L, PL-5, PL-7, R-550 Magic 1 e 2, R-530, 5 ASM tra AS-30, AGM-65, AGM-88, AGM-84 Harpoon, AM-39 Exocet; e 5 tipi di SAM, i Crotale, HQ-2B, Stinger, Anza Mk 1 e Mk 2; poi c'erano i cannoni da difesa a.a. Oerlikon e anche i CIWS Phalanx in versione ineditamente terrestre.
Quanto agli aerei, non si sa quanti fossero: i Pakistani dicevano 160 F-7, altre fonti 110 forniti in tutto (certamente vero fino al '91) di cui 15 biposto; 6-8 esemplari di K-8 secondo le fonti internazionali contro i 20 dichiarati dai Pakistani; 81 Mirage III oppure 122 secondo i Pakistani; 70 e oltre F-6 contro i 49 dichiarati dai Pakistani, 50 T-37 contro 20 dichiarati. Poi c'è da dire che è sempre sembrato piuttosto strano che solo una cinquantina di validi A-5 siano stati comprati. Insomma, esiste un problema di numeri non di poco conto.
La forza dichiarata dai Pakistani era totalmente di 32 F-16, 160 F-7MP, 122 Mirage III, 58 Mirage V, 52 A-5C, 64 F-6, 16 C-130, 25 FT-5, 80 MFI-17 e 14 T-33.
I conflitti alle volte fanno molto scalpore. All'altre volte sembrano condannati al silenzio, qualunque cosa accada. Prima però è bene rispondere alla domanda: 'che cos'é il Siachen?' In lingua Balti significa 'Rosa nera', ma non si tratta di un fiore. E' invece il più grande ghiacciaio fuori dalle regioni polari. Venne scoperto nel 1907, arrivando alla quota di 4.800 m, alla lunghezza di 75 km e alla larghezza di 4,8. Degno insomma dell'Himalaya. La sua origine è nel Passo di Indra Kole, che si trova nel confine sino-pakistano, e non è lontano (70 km) dal K-2, arrivando poi fino alle vicinanze di Ladakh. Questa enorme distesa di ghiaccio è costeggiata da montagne immense, alte fino a quasi 7.800 m. Attraverso la catena di Saltoro vi sono 5 passi, il più alto dei quali arriva a 7.300 m, il più basso a 5.640 m. Questa enorme struttura di ghiaccio ha un'importanza strategica che ha finito per macchiarne di sangue le nevi eterne. Anzitutto non è mai stato chiaro dove finisca l'India e dove inizi il Pakistan sopra queste nevi; poi c'è il problema della risorsa naturale che si prevede, in futuro farà combattere più di una guerra: l'acqua, e il Siachen è una delle maggiori fonti d'acqua dolce del mondo, sempre che l'Effetto serra ne consenta la sopravvivenza. Nell'aprile 1984 gli indiani arrivarono sulle sue nevi con un battaglione aviotrasportato. L'interesse è anche per la zona dei passi, da cui si può accedere al Pakistan, così i Pakistani hanno reagito rapidamente. Ma stabilire chi abbia più ragione o torto è difficile, se non impossibile. Naturalmente, la disputa sulla territorialità del Siachen è molto sentita, e i Pakistani hanno trovato spesso ragioni per rivendicarlo in toto come 'terra' loro. Al di là delle rivendicazioni, dal 1984 c'è una guerra continua, spesso con truppe mandate a -50 gradi, ad oltre 6.000 m, a controllare i passi. I rischi sono presenti ovunque, le strette vie della zona sono minacciate da fianchi instabili, e la velocità di mezzi isolati difficilmente supera i 12 km/h, anche meno se c'è un convoglio. A piedi i tempi di percorrenza sono, sopra i 4.200 m, di 5-6 giorni per 25 km, mentre a 4.500 m la neve è presente anche d'estate. Sul ghiaccio ci sono tempi di percorrenza che possono arrivare a 20 minuti per appena 100 m, a causa di pause di 2 minuti ogni 5 di marcia, e sopra i 5.400 m è anche peggio. Trasportare oltre 20 kg di carico è pressoché impossibile e molto faticoso. Gli elicotteri possono fare molto poco a quelle altezze, e persino gli Alouette non superano i 40 kg a 6.100 m di quota, e solo in inverno arrivare a 80 kg di carico, a stento il peso di una persona. Almeno il 70% del tempo in quota non è favorevole alle operazioni elitrasportate e in generale ai movimenti. Sopra i 5.400 m di quota e in inverno si scende anche a -50°, -60°, addirittura -80° sul ghiaggio, 'solo' -40° dove vi è roccia. I venti in quota arrivano agevolmente ad oltre 100 km/h, capaci di causare una vera tempesta di ghiaccio, che dopo 2-3 giorni sotterrano tutto con 2-3 giorni. Per i soldati, restare in azione o semplicemente in rifugi appositi in tali condizioni è pericoloso, snervante, difficile, psicologicamente prostrante. Ogni piccola causa di congelamento non immediatamente rimediata, finisce per causare danni gravissimi, irreversibili con morte o amputazioni pressoché inevitabili. Problemi di reni, alimentazione e così via sono un altro lato della questione. Poi ci sono gli edemi: quello polmonare, dovuto alla mancanza di ossigeno, e quello cerebrale, più raro ma mortale, perché l'evacuazione è pressoché impossibile per la maggior parte dei casi, dati i limiti degli elicotteri. I rifugi prefabbricati con isolamento termico sono una delle poche soluzioni che aiutano ad avere una vita accettabile, ma portare sotto i 4.000 m una persona con dei problemi richiede ore di marcia scendendo con un gruppo di parecchi soldati. Le munizioni e le armi sono afflitte dal clima estremamente freddo, al limite delle loro possibilità di funzionare correttamente.
Al '98, oltre 10.000 morti e migliaia di feriti e malati sono il risultato di questa guerra. Spesso vengono combattute battaglie ad alta quota, che tuttavia avvengono nelle condizioni di cui sopra, talmente critiche che anche con i moderni equipaggiamenti è difficile anche la pura sopravvivenza, anche per un alpinista professionista, per non dire di un soldato. Anche se le condizioni degli equipaggiamenti sono ben migliori di quelle dei fanti che combatterono nel fronte alpino durante la Grande Guerra, i limiti fisici umani sono sempre quelli, e decisamente messi a dura prova da quote di 1.000-2.000 m più alte. Anche per questo spesso si preferisce tirare con l'artiglieria. Se gli scontri in Medio Oriente fanno notizia, difficilmente si ricordano i milioni di granate che i Pakistani e gli Indiani si sono tirati negli ultimi decenni, in una guerra della quale, tuttavia, quasi nessuno ha sentito parlare.
- ↑ In larga misura vedi: Da Frè, Giuliano: Le aquile del Kashmir, RID nov 2007
- ↑ Questa parte: Pignato, Nicola: Storia dei mezzi corazzati, 644-647)
- ↑ Armi da guerra 101
- ↑ Aerei 1/92
- ↑ Foster, Peter: Speciale Pakistan, JP-4 dic 1991 p.30-49
- ↑ JP-4 e l'apposita pagina dell'opera di Joe Baugher nel suo sito internet
- ↑ Armi da guerra 35
- ↑ Vedi il sito di Joe Brennan
- ↑ Dal sito di Joe Baugher
- ↑ Hali e Kruiff, Gli ultimi F-6 della PAF, Aerei nov 2000
- ↑ Qui vedi: Kruiff e Willemsen, gli A-5C' di Peshawar, Aerei dic 2001
- ↑ Modola, Pino L'aeronautica Pakistana, RID ott '98
- ↑ Ali e Ghani, 'Siachen: il campo di battaglia più alto del mondo, RID Ott 1998