Ridere per ridere/Teorie dell'eccitazione
Teorie dell'eccitazione
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Panoramica delle teorie
modificaCome abbiamo visto nel Capitolo precedente, sia le teorie freudiane che quelle della superiorità (almeno la versione avanzata da Gruner, 1997) ipotizzavano che la funzione della risata fosse quella di dissipare l'energia fisiologica in eccesso. Questa teoria del rilascio di energia tramite risata può essere fatta risalire alle idee dello scrittore ottocentesco Herbert Spencer (1860). Spencer fu fortemente influenzato dall'allora popolare teoria "idraulica" dell'energia nervosa (modellata sul motore a vapore) in cui si pensa che l'energia si accumuli nel nostro corpo e debba essere rilasciata attraverso il movimento muscolare. Secondo Spencer, l'azione respiratoria e muscolare della risata è un modo specializzato con cui il corpo rilascia l'energia nervosa in eccesso, proprio come una valvola di sicurezza su un motore a vapore. Inutile dire che questa visione non è coerente con la nostra attuale comprensione del sistema nervoso.
Altri teorici, sia prima che dopo Spencer, hanno concettualizzato l'umorismo più in generale come un modo per alleviare lo stress o la tensione psicologica accumulata. Ad esempio, Immanuel Kant (1724-1804) affermava che "laughter is an affection arising from the sudden transformation of a strained expectation into nothing" (in Critique of Judgment, rist. in Morreall, 1987, p. 47). Scrivendo all'inizio del XX secolo, Gregory (1924) considerava il sollievo come il fattore comune a tutte le forme di umorismo. Secondo Gregory, il sollievo che porta alla risata può derivare da molte fonti, tra cui l'esito positivo di una lotta o l'improvvisa percezione della debolezza di un avversario (come nella teoria di Gruner), o quando si accumula tensione in previsione di un compito arduo e si rivela molto meno impegnativo del previsto. Può anche essere sollievo dal dolore o dalla paura, o dai vincoli imposti socialmente al comportamento o al linguaggio.
Le teorie sulla riduzione della tensione si concentrano sul ruolo dell'eccitazione psicologica e fisiologica nel processo dell'umorismo. Una teoria dell'umorismo più moderna relativa all'eccitazione è stata quella di Daniel Berlyne dell'Università di Toronto (Berlyne, 1960, 1969, 1972). Berlyne era interessato agli aspetti psicologici delle esperienze estetiche in generale, compreso l'apprezzamento dell'arte e il piacere del gioco, come anche l'umorismo. Si è concentrato in particolare su varie proprietà dello stimolo, che ha definito collative variables, che rendono esteticamente gradevole uno stimolo come un'opera d'arte, di musica o letteratura. Questi stimoli includevano proprietà come novità, livello di sorpresa, complessità, cambiamento, ambiguità, incongruenza e ridondanza. Erano chiamate variabili collative perché richiedono all'individuo di percepire insieme vari elementi di uno stimolo per confrontarli e contrastarli. Secondo Berlyne, anche le battute e gli eventi umoristici contengono variabili collative, come sorpresa, incongruenza, ambiguità e così via. Berlyne (1960) ha esaminato la ricerca psicofisiologica dimostrando che le variabili collative attirano fortemente la nostra attenzione, perché le troviamo interessanti e insolite, e sono associate ad un aumento dell'eccitazione nel cervello e nel sistema nervoso autonomo.
Nella sua teoria dell'umorismo, Berlyne (1972) rifiutò l'idea obsoleta di Spencer secondo cui la risata deriva da un rilascio di energia repressa. Basò invece la sua teoria sul ben noto concetto di relazione a U-rovesciata tra eccitazione fisiologica e piacere soggettivo (Hebb, 1955). Secondo questo punto di vista, il massimo piacere è associato ad una moderata quantità di eccitazione, mentre un'eccitazione troppo scarsa o eccessiva è spiacevole. Berlyne ha postulato due meccanismi legati all'eccitazione nell'umorismo, che ha chiamato arousal boost mechanism e arousal jag mechanism. Arousal jag mechanism opera durante il racconto di una barzelletta o la percezione di una situazione umoristica, quando l'arousal viene elevato mediante le variabili collative presenti nello stimolo. Questo aumento dell'arousal fino a un livello ottimale viene vissuto come piacevole.
Arousal jag mechanism interviene quando l'arousal è stato elevato oltre il livello ottimale e ha quindi iniziato a essere avversivo. La battuta finale della barzelletta è un'improvvisa risoluzione delle proprietà di eccitazione di tale barzelletta, che fa sì che il livello di eccitazione si riduca molto rapidamente a un livello piacevole. Questa improvvisa riduzione dell’arousal da un livello avversivo a uno piacevole aumenta il godimento della barzelletta. Il piacere soggettivo associato sia all'arousal boost che all'arousal jag è espresso dalla risata. Pertanto, piuttosto che vedere la risata come un metodo per liberare l'eccitazione in eccesso, Berlyne la vedeva come un'espressione del piacere risultante da cambiamenti nell'arousal a un livello ottimale (né troppo alto né troppo basso). Sebbene processi simili avvengano nell'apprezzamento dell'arte e nel gioco, Berlyne ha suggerito che l'umorismo si distingue da questi altri tipi di esperienza estetica per la breve scala temporale su cui si verificano i cambiamenti di arousal, per gli indizi che precludono la serietà che lo accompagnano e per l'estrema bizzarria delle variabili collative coinvolte.
Indagini empiriche
modificaLe teorie dell'arousal nell'umorismo hanno ricevuto una notevole attenzione da parte della ricerca durante gli anni ’60 e ’70, un periodo in cui c'era un grande interesse per il ruolo dell'arousal nelle emozioni in generale. Il focus di gran parte di questa ricerca era quindi sulla componente emotiva dell'umorismo, che io chiamo allegria. In un noto esperimento, Schachter e Wheeler (1962) manipolarono il grado di attivazione del sistema nervoso simpatico nei partecipanti alla ricerca iniettando loro epinefrina (che aumenta l'eccitazione del sistema nervoso simpatico), clorpromazina (che diminuisce l'eccitazione simpatica), o una soluzione salina placebo. I partecipanti sono stati poi esposti a un film comico slapstick. Coloro a cui era stata iniettata l'adrenalina hanno mostrato un maggiore divertimento (sorrisi e risate) in risposta al film e lo hanno valutato come più divertente, rispetto a quelli del gruppo placebo, che a loro volta hanno mostrato maggiore divertimento e valutazioni di comicità più elevate rispetto a quelli del gruppo clorpromazina. Pertanto, livelli più elevati di eccitazione autonomica, anche quando prodotti da un farmaco, determinavano maggiori espressioni di allegria e percezioni di divertimento in risposta a uno stimolo umoristico.
Questi risultati sono stati interpretati come supporto alla visione secondo cui le emozioni implicano una combinazione di eccitazione autonomica (che determina l'intensità dell'emozione) e valutazione cognitiva (che ne determina la qualità o valenza). Pertanto, la quantità di allegria suscitata da uno scherzo o da un'esperienza umoristica sembra essere una funzione sia della valutazione cognitiva o della valutazione delle qualità divertenti dello stimolo umoristico sia dell'arousal fisiologico presente in quel momento. È interessante notare che, sebbene questo arousal fisiologico possa essere attivato da elementi dello scherzo stesso, può anche derivare da fattori separati dallo scherzo, come l'ingestione di una droga eccitante. Ricerche successive (Gavanski, 1986) hanno dimostrato che il sorriso e la risata (le espressioni facciali e vocali dell'emozione dell'allegria) sono più fortemente associati al godimento emotivo dell'umorismo (apprezzamento dell'umorismo), mentre le valutazioni del divertimento sono più legate alla componente della valutazione cognitiva (comprensione dell'umorismo).
Oltre alla ricerca sugli effetti dell'arousal sulla risposta emotiva positiva all'umorismo, sono stati condotti numerosi studi per indagare le ipotesi di Berlyne secondo cui gli stimoli umoristici stessi producono cambiamenti nell'arousal autonomico e che la comicità percepita degli stimoli è correlata a questo livello di eccitazione in modo curvilineo (cioè, relazione a U-rovesciata). Levi (1965) mostrò alle impiegate una serie di quattro film diversi (emotivamente neutro, che suscita paura, che suscita rabbia e una commedia) in giorni diversi. Dopo ogni film, ha raccolto campioni di urina dai partecipanti e li ha analizzati per i livelli di epinefrina e norepinefrina, ormoni associati all'attivazione del sistema nervoso simpatico. I risultati hanno mostrato che, mentre il film emotivamente neutro ha prodotto una diminuzione di questi ormoni, gli altri tre film hanno prodotto tutti aumenti significativi. Pertanto, il divertimento associato alla commedia produce un'eccitazione del sistema simpatico-adrenomidollare (la ben nota risposta di lotta o fuga) simile a quella dei sentimenti di paura e rabbia. Ricerche più recenti hanno anche mostrato aumenti dei livelli di cortisolo legati alla commedia, essendo il cortisolo un ormone normalmente associato alla reazione allo stress (Hubert, Moeller e de Jong-Meyer, 1993).
Altri ricercatori hanno monitorato varie variabili psicofisiologiche associate all'arousal del sistema nervoso simpatico mentre i partecipanti erano esposti alla commedia. Averill (1969) ha riscontrato un aumento della conduttanza cutanea (una misura della sudorazione correlata alle emozioni) e della frequenza cardiaca nei partecipanti che guardavano un film comico, indicando un'eccitazione simpatica. Langevin e Day (1972) hanno esaminato la relazione tra i cambiamenti psicofisiologici nei partecipanti e la comicità valutata dell'umorismo in una serie di cartoni animati. I risultati hanno mostrato che i cartoni classificati come più divertenti erano associati a maggiori aumenti della frequenza cardiaca e della conduttanza cutanea. Contrariamente alla teoria di Berlyne, non c'erano prove di una relazione a U-rovesciata tra eccitazione e divertimento; invece, la relazione è risultata lineare.
Godkewitsch (1976) ha valutato ulteriormente la teoria di Berlyne sui meccanisdmi di arousal boost e arousal jag valutando le risposte fisiologiche nei partecipanti alla ricerca durante la presentazione sia del corpo della barzelletta che della battuta finale di una serie di barzellette, oltre a chiedere ai partecipanti di valutare successivamente il loro livello soggettiva di arousal e la comicità delle battute. I risultati hanno rivelato che le battute classificate come più divertenti erano associate a maggiori aumenti della conduttanza cutanea sia durante il corpo della barzelletta che durante la battuta finale, a maggiori aumenti della frequenza cardiaca durante la battuta finale e a maggiori valutazioni soggettive di arousal successivamente. Questi risultati supportavano la nozione di Berlyne di un meccanismo di "arousal boost" nell'umorismo, ma non supportavano il concetto di "arousal jag". Invece di abbassare l'arousal a un livello apparentemente ottimale, si è scoperto che le battute finali aumentavano l'eccitazione anche oltre quella riscontrata coi corpi delle barzellette.
I risultati dello studio di Godkewitsch, combinati con quelli di numerose altre indagini che esaminavano la frequenza cardiaca, la conduttanza cutanea, la pressione sanguigna, la tensione muscolare e altre variabili psicofisiologiche (ad esempio Chapman, 1973a, 1976; Goldstein, Harman, McGhee e Karasik, 1975; J. M.Jones e Harris, 1971), forniscono prove coerenti che l'esposizione all'umorismo produce una maggiore attivazione del sistema nervoso simpatico, con quasi nessuna prova della relazione a U-invertita prevista dalle teorie sull'eccitazione ottimale come quella di Berlyne. La relazione tra godimento dell'umorismo ed eccitazione autonomica sembra essere lineare; maggiore è l'eccitazione, maggiore è il divertimento e più divertente viene percepito l'umorismo (McGhee, 1983b). Questi risultati sono coerenti con la visione dell'umorismo essenzialmente come una reazione emotiva (cioè l'allegria) che, come altre emozioni, è associata ad una maggiore eccitazione fisiologica.
Basandosi sull'evidenza che il grado di apprezzamento dell'umorismo è in gran parte determinato dal livello di eccitazione emotiva, Cantor, Bryant e Zillmann (1974) hanno condotto un esperimento di "transfer of excitation" per verificare l'ipotesi che l'arousal residuo associato a forti emozioni positive o forti emozioni negative potrebbero aumentare il piacere dell'umorismo successivo. In una formazione 2 x 2, i partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a una condizione di tono edonico positivo o negativo e a una condizione di arousal elevato o basso. Nella condizione positiva di basso arousal, leggevano articoli mediamente interessanti da un giornale; nella condizione positiva di alto arousal, leggevano un brano erotico altamente descrittivo da un romanzo. Nella condizione negativa di bassa eccitazione, leggevano un articolo di giornale leggermente inquietante; nella condizione negativa di alta eccitazione, leggevano una descrizione grafica della brutale tortura e mutilazione di un giovane ragazzo da parte di una folla imbestialita. In un esperimento apparentemente diverso, ai partecipanti è stato successivamente chiesto di valutare la comicità di una serie di barzellette e vignette che non contenevano evidenti temi sessuali o ostili.
Come previsto, i partecipanti che erano stati esposti a una delle condizioni emotive di alto arousal (positivo o negativo) hanno valutato gli stimoli umoristici come molto più divertenti rispetto a quelli nelle due condizioni di bassa eccitazione. Questi risultati indicano che una maggiore eccitazione emotiva, indipendentemente dal fatto che sia prodotta da un’emozione positiva o negativa, può contribuire a un maggiore godimento dell'umorismo. Questi risultati forniscono anche una spiegazione più plausibile della funzione di sollievo della tensione da parte dell'umorismo rispetto al vecchio modello dello “steam-engine”. L'eccitazione associata a emozioni negative come paura, ansia o rabbia evocate da un evento spiacevole o stressante può successivamente essere trasferita ai sentimenti positivi di allegria che accompagnano qualsiasi umorismo che possa verificarsi, intensificando i sentimenti piacevoli in misura proporzionale alla quantità di emozioni negative, e questa intensa sensazione di piacere viene poi espressa attraverso una risata intensa.
Shurcliff (1968) condusse un interessante esperimento per verificare l'ipotesi che l'umorismo rappresenti un improvviso sollievo da una forte emozione, utilizzando l'ansia come emozione. Per manipolare i loro livelli di ansia, i partecipanti sono stati informati che avrebbero dovuto svolgere vari compiti con un ratto bianco che avrebbero dovuto rimuovere da una gabbia. Sono stati assegnati in modo casuale a diverse condizioni che prevedevano compiti evocanti vari gradi di ansia, che andavano dal semplice tenere in braccio il ratto al fargli un'iniezione con una grande siringa. Quando i soggetti hanno aperto la gabbia e rimosso il ratto, hanno scoperto che era solo un giocattolo di gomma. È stato quindi chiesto loro di valutare la loro ansia e il divertimento provocato dall'esperienza.
Come previsto dalla teoria del sollievo, si è scoperto che il livello di ansia riportato dai partecipanti prima della scoperta del topo giocattolo era correlato positivamente con le valutazioni di comicità: coloro che pensavano che avrebbero dovuto fare un'iniezione al ratto con un grosso ago hanno trovato il risultato sorprendente più ilare di coloro che pensavano semplicemente che avrebbero dovuto tenere il topo in mano. Tuttavia, l'idea di sollievo dall'ansia (cioè riduzione dell'ansia) non è stata testata direttamente nello studio. Questi risultati sembrano essere meglio spiegati in termini del concetto di “transfer of excitation”, secondo il quale l'emozione allegra associata alla percezione del divertimento veniva rafforzata dall'eccitazione residua derivante dall'ansia anticipatoria, piuttosto che da un'improvvisa riduzione di tale arousal.
Valutazione
modificaLa ricerca basata sulle teorie dell'arousal dell'umorismo, ha fornito informazioni importanti alla nostra comprensione del processo dell'umorismo. La teoria di Berlyne e la ricerca da essa ispirata supportano l'idea che l'umorismo rappresenti un'interazione complessa, basata sulla fisiologia, tra cognizione ed emozione. L'umorismo è chiaramente un fenomeno emotivo oltre che cognitivo. Per quanto riguarda gli aspetti cognitivi, le idee di Berlyne sulle proprietà collative dell'umorismo non hanno ricevuto molta ulteriore attenzione da parte della ricerca. Per quanto riguarda le sue idee sugli aspetti emotivi, tuttavia, c'è un supporto coerente all'idea che l'umorismo sia associato ad un maggiore arousal autonomico e che l'aumento dell'eccitazione, indipendentemente dalla sua fonte, possa aumentare il successivo godimento emotivo dell'umorismo. Tuttavia, ci sono poche prove di una relazione a U-rovesciata tra livello di eccitazione e divertimento; invece, la relazione sembra essere lineare. Piuttosto che ridurre i livelli di arousal emotivo, l'umorismo stesso è una reazione emotiva accompagnata da un aumento dell'eccitazione ed è espressa dal comportamento vocale e facciale della risata.
La componente emotiva dell'umorismo ha guadagnato crescente attenzione tra i ricercatori negli ultimi anni. Ad esempio, Willibald Ruch (1997) ha studiato le emozioni positive associate all'umorismo, utilizzando il Facial Action Coding System di Ekman e Friesen (1978). Anche la ricerca sugli aspetti biologici dell'umorismo, dell'allegria e della risata è continuata fino ai giorni nostri. Le prime indagini psicofisiologiche sull'eccitazione hanno portato a ulteriori studi sui processi fisiologici associati all'umorismo e all'allegria nel sistema nervoso autonomo, nel sistema endocrino e immunitario e nel cervello. Oggi, questa linea di ricerca continua negli studi sui processi cerebrali nell'umorismo utilizzando metodologie sofisticate come la risonanza magnetica funzionale (fMRI). Questa ricerca sarà discussa più in dettaglio nel Capitolo 6.
Per approfondire, vedi Serie delle interpretazioni e Serie dei sentimenti. |