Indice del libro

Il piemontese:

  1. È una lingua romanza ovvero deriva dal latino. È una lingua diversa dall'italiano, così come dal francese. Le due lingue più vicine al Piemontese sono tradizionalmente il Lombardo e il Provenzale. Il Piemontese deve aver raccolto elementi celtici, liguri antichi e germanici, dovuti alle popolazioni che hanno abitato il Piemonte in età pre-romana e in seguito alle invasioni barbariche. Questo contributo non-latino è consistente ma non facile da identificare con sicurezza.
  2. Il Piemontese si parla in Piemonte, ma non in tutto il suo territorio amministrativo di oggi. La lingua piemontese o le sue varianti sono conosciute nelle province di Torino, Cuneo, Asti, Biella e Vercelli nella loro interezza, nella metà più occidentale della provincia di Alessandria e in alcuni paesi della riva novarese della Sesia. Nel Verbano-Cusio-Ossola si parla Lombardo, idem a Tortona (AL). Nella parte sud-orientale della provincia di Alessandria (Ovada, Novi) si parla il Genovese d'Oltregiogo. In tutte le valli occidentali del Piemonte, nei paesi di fondovalle, sono presenti parlate locali di ceppo provenzale o savoiardo/valdostano. Il piemontese è parlato da alcune famiglia della bassa Valle d'Aosta fino a Chatillon, e compreso comunemente fino ad Aosta. L'unico comune che parla piemontese per intero in Val d'Aosta e Pont-Saint-Martin.
  3. In piemontese non c'è bisogno di inventare delle nuove ortografie. L'ortografia piemontese è già accuratamente strutturata dagli anni 1920-1930. E' stata creata ed utilizzata dalla Companìa dij Brandé, che è ricordata nella storia della nostra lingua come la corrente letteraria che ha sfidato i tempi moderni e ha saputo dare al Piemontese una dignità letteraria senza precedenti. Questa grafia non è stata inventata di sana pianta, ma a suo tempo è stata ragionata in modo da raccogliere le tendenze ortografiche dominanti della secolare letteratura piemontese, fin dalle prime attestazioni medievali, passando per le grammatiche settecentesche. Una grafia precisa e con dei presupposti fondati è una fortuna per una lingua in pericolo, sappiatela apprezzare.
  4. Il piemontese non è "un dialetto che cambia da paese a paese". Ci sono sicuramente delle differenze locali, ma chi si impunta su tali differenze per disfare la consistenza linguistica non deve avere nessuna idea di come funzionino le lingue, in particolare quelle naturali. Il piemontese è un blocco linguistico con delle forti omogeneità e con delle soluzioni molto stabili, al netto delle differenze che può avere. Non solo: i parlanti madrelingua piemontesi un tempo capivano abbastanza agevolmente le altre lingue gallo-italiche (emiliano, lombardo) e il provenzale.
  5. Le statistiche del 2005 affermavano che il piemontese fosse ancora parlato da più di 2 mln di persone e compreso da circa 1,3 mln, in calo per via dell'onnipresenza dell'italiano. In realtà dal 2005 ad oggi i numeri sono continuati a scendere, quindi quella statistica non è più applicabile. Tanto più che quelle cifre erano riferite a dei locutori di età avanzata e per lo più analfabeti. L'alfabetizzazione di livello medio-alto dei piemontesi in cifre reali supera al massimo le 2000 unità. È un obiettivo di questa modesta opera invitare all'alfabetizzazione e alla codifica coloro che conoscono già questa lingua oralmente.
  6. Non è un dialetto della lingua italiana né della lingua francese, bensì una lingua, così come riconosciuto dall'UNESCO. Ma non stiamo a ripeterlo più di tanto: alla fine chi lo ritiene una lingua infima e macchiettistica non cambierà idea; se non sa sentirlo suo, non lo farà suo, pur avendo tutti i mezzi a disposizione. A meno che non sia retribuito, allora lo farà suo ben volentieri.
  7. Esiste una consistente letteratura in piemontese che tratta molti generi sotto molte forme letterarie.
  8. Ha raggiunto il massimo splendore nel '700, quando era lingua della corte di Torino del regno di Sardegna.
  9. Non si usa solo in determinati ambiti: è una lingua a tutti gli effetti. Può essere usata in modo disinvolto per parlare di vigneti come di politica internazionale.
  10. Ovviamente il piemontese non è mai entrato in università, però il lessico tecnico che ha sviluppato in alcuni settori, come per esempio la meccanica, è prova di un suo uso diffuso in ambienti di lavoro fino agli anni 1980, nonostante le proibizioni legate alla necessità di integrare manodopera extra-piemontese con gli operai del posto.
  11. Imparare il piemontese oggi può essere pregevole perché è in rapida via di estinzione e potreste essere gli ultimi a conoscerla.
  12. Imparandola vi accorgerete di quanto sia diversa dall'italiano e probabilmente questo vi affascinerà.
  13. Non ha una grammatica difficile: ha 11 verbi irregolari, quasi tutti i sostantivi invarianti al plurale e solo 6 tempi indicativi. Il congiuntivo inoltre è di fatto trascurabile, comunque lo segnaleremo.
  14. Infine, non si può costruire la propria conoscenza del piemontese con l'italiano in testa. Occorre che si sappia, prima o poi, pensare direttamente in lingua, elaborando concetti più complessi via via che si articolano le strutture grammaticali e si apporta la necessaria ricchezza lessicale.
  15. Il piemontese oggi non serve a niente, è stata una lingua malvoluta, dismessa in ogni sua funzione dai suoi stessi parlanti che non l'hanno trasmessa ai figli, con la convinzione che avrebbe creato loro imbarazzo a scuola. Oggi la popolazione di origine piemontese si è contratta demograficamente e si è dispersa notevolmente nella sua stessa regione, senza per questo cadere in miseria. Non sarà il piemontese dunque a garantirvi una posizione nel mondo di oggi, che non la requisisce né ammette che possa essere un requisito. Ma se la farete vostra sarà per voi uno stile, un modo di fare, sarà un tatto, un deuit, fine ma virile, diretto ma cordiale. Se lo vorrete, voi parlerete piemontese, avrete un contatto con il Piemonte che solo chi parla la sua lingua può avere, e tutto questo vi caratterizzerà rispetto agli altri, e vi caratterizzerà sempre, ovunque andrete nel mondo.

Introduzione

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Nella carta sono segnate le zone unicamente piemontesi. Le vallate provenzali e savoiarde del Piemonte occidentale sono bilingui piemontese-patois.

Argomenti

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Pronuncia, ortografia

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Parti del discorso

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Lessico

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Altre risorse

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