Piemontese/Diatesi Verbali
Il verbo può assumere diatesi differenti. In piemontese sono quattro, una in più rispetto all'italiano.
Diatesi attiva
modificaLa diatesi attiva prevede un'azione e un soggetto che la compie. È la diatesi di base del verbo, da cui si parte per le altre.
Diatesi passiva
modifica- La diatesi passiva si forma con il solo verbo essere (non venire come in italiano) e per i soli verbi transitivi, ovvero che reggono l'accusativo (il complemento oggetto) nella forma attiva.
- Nella forma passiva il complemento oggetto dell'attiva diventa soggetto e il soggetto dell'attivo diventa complemento d'agente o di causa efficiente.
- Il passivo si forma per tutti i modi e per tutti i tempi, semplici e composti.
- Per costruirlo: esse coniugato + participio.
- Mi i son stait stangà ant la III class.
- Io sono stato bocciato in terza.
- Ij piemonteis minch vern a son genà da la fiòca.
- Ogni inverno i piemontesi sono tormentati dalla neve.
- A l'ha travajà tan për esse promòss.
- Ha lavorato tanto per essere promosso.
- Ch'a sia spedì a bate la fiaca da n'auta part, për piasì!
- Sia mandato altrove a fare niente, per favore!
- Nota anche la costruzione impersonale:
- Na medaja a'l è staità da-je.
- Gli è stata data una medaglia.
Diatesi riflessiva
modifica- La diatesi riflessiva si forma con l'aggiunta del pronome riflessivo al verbo.
- Nei tempi semplici si attaccano i pronomi riflessivi corti (-m, -t, -s, -s, -v, -s) dopo il pronome personale verbale (i, it, a, i, i, a) che diventano quindi: im, itt, as, is, iv, as. Notate l'irregolarità di itt.
- Chiel as lava.
- Lui si lava.
- Ti itt lave.
- Tu ti lavi.
- Nei tempi composti l'ausiliare usato è esse e poi si attaccano i pronomi riflessivi lunghi (-me, -te, -sse, -sse, -ve, -sse) dopo il participio (-à, -ù, -ì).
- Lor a son lavasse.
- Loro si sono lavati.
- Noi i soma gavasse da la petission.
- Noi ci siamo tolti dalla petizione.
- Come in italiano si usa anche per indicare reciprocità:
- Loraut as amavo.
- Loro si amavano.
Diatesi interrogativa
modifica- La diatesi interrogativa deriva, come in francese, dalle lingue germaniche e anche per questo è molto interessante, anche se è sempre più raro sentirla usare.
- Si usa logicamente solo per i modi indicativo e condizionale, quindi per otto tempi verbali.
- Il pronome personale verbale (i, it, a, i, i, a) NON C'E'. Viene sostituito dal pronome personale interrogativo (-ne, -to, -lo/-la, -ne, -vo, -lo) che si unisce al fondo del verbo adattandolo nelle seguenti maniere a seconda della persona:
- I sing.: Cade l'ultima vocale, se c'è, e si aggiunge -ne.
- II sing.: Cade l'ultima vocale e si aggiunge la desinenza -ës e poi ancora il pronome -to. Con gli irregolari si aggiunge solo -to perché la voce del verbo ha già la -s finale.
- III sing.: Cade l'ultima vocale, se c'è e se la radice non è un monosillabo, e si aggiungono -lo (maschile) o -la (femminile).
- I plur.: Cade l'ultima vocale e si aggiunge -ne.
- II plur.: Si aggiunge -vo senza modifiche.
- III plur.: Cade l'ultima vocale, se c'è, e si aggiunge -lo.
- La diatesi interrogativa non si usa quando il pronome interrogativo ha il rafforzativo che. Il motivo è il seguente: il rafforzativo si è originato dall'omissione di "l'èlo" nella frase (per esempio) "mè l'èlo ch'it ciame?", letteralmente "Com'è che ti chiami?". Quindi l'interrogativo c'è, ma semplicemente è sottinteso.