Indice del libro


(LA)
« 

Quinti[1], si tibi vis oculos debere[2] Catullum
aut aliud si quid carius est oculis[3],
eripere[4] ei[5] noli, multo[6] quod carius illi
est oculis[7] seu quid[8] carius est oculis.</ref>

 »
(IT)
« 

O Quinzio, se tu vuoi che Catullo ti debba gli occhi
o altro se ci fosse qualcosa più prezioso degli occhi,
non strappare a lui ciò che è più caro di essi,
se al mondo ci fosse qualcosa di più caro

 »

Note al testo

  1. v. 1. Quinti: conterraneo e rivale di Catullo (cfr. c. 100,2 dove è detto flos Veronentum iuuenum).
  2. oculos
    debere: espressione proverbiale; l’uso di indicare gli occhi come termine di confronto è una costruzione tipicamente greca e in particolare callimachea.
  3. v. 2. quid: indefinito per aliquid - oculis: ablativo del secondo termine di paragone
  4. v. 3. eripere... noli: forma perifrastica di imperativo negativo
  5. ei: monosillabico, come talora in Plauto
  6. multo:
    desinenza ablativale dell’avverbio, qui in funzione di complemento di misura
  7. v. 4. est oculis: ripetuto in anafora, enfatizzato dalla posizione incipitaria
  8. seu quid: vale aut alia re, si quid.

|fonte=Fonte: → Wikisource°§*

Analisi stilistica

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Il carme è costituito di un solo periodo. Il primo distico contiene la protasi, il secondo l’apodosi (e la sua espansione), L'espressione oculos debere è proverbiale; l’uso di indicare gli occhi come termine di confronto è una costruzione tipicamente greca e in particolare callimachea

Sintesi della poesia

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In questo Carme Catullo, in terza persona, fa una richiesta a Quirinzio nella quale sottolinea come quest'ultimo debba essere misericordioso nei confronti di Catullo e non chiedergli cose troppo care per lui o spropositate.

Il tema

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Nel carme si dice che non si deve avere nei confronti degli altri pretese assurde, difficili da esaudire e che metterebbero in difficoltà chi volesse provare a soddisfarle

Il messaggio

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Il messaggio che Catullo vuole mandare ai suoi lettori è proprio quello di non fare alle altre persone richieste assurde o troppo care e preziose, bensì di essere misericordiosi.