Carmina (Catullo)/101
TestoModifica
(LA) «
Multas per gentes et multa per aequora vectus |
(IT) «
Trasportato attraverso molti popoli e molti mari, |
(Fonte: → Wikisource
)
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Note al testo
Analisi stilisticaModifica
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Sintesi della poesiaModifica
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Il temaModifica
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Il messaggioModifica
Il poeta Foscolo riprenderà nel suo celebre sonetto In morte del fratello Giovanni (composto nella primavera del 1803 e pubblicato lo stesso anno nel volume dei Sonetti) il tema del compianto del fratello defunto, di cui di seguito si riporta il testo:
In morte del fratello Giovanni
Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo Di gente in gente; mi vedrai seduto Su la tua pietra, o fratel mio, gemendo Il fior de’ tuoi gentili anni caduto.
La madre or sol, suo dì tardo traendo, Parla di me col tuo cenere muto: Ma io deluse a voi le palme tendo; E se da lunge i miei tetti saluto,
Sento gli avversi Numi, e le secrete Cure che al viver tuo furon tempesta; E prego anch’io nel tuo porto quiete.
Questo di tanta speme oggi mi resta! Straniere genti, l’ossa mie rendete Allora al petto della madre mesta.