Taumaturgia messianica/Capitolo 12
Purificazione del lebbroso (Matteo 8:1-4)
modificaMatteo 8-9 riporta come il vangelo del regno di Dio e il potere del regno si espandono la loro portata. La sezione inizia con un miracolo in cui Gesù guarisce un uomo con la lebbra:
In questo miracolo Gesù agisce con la potenza del regno di Dio per avvicinare e toccare una persona ai margini della società.
Il significato della lebbra
modificaQual è il significato di questa guarigione? Dovremmo chiarire che il termine lebbra nel contesto della Bibbia designa uno spettro di malattie della pelle, e non deve essere identificato con l'uso moderno in cui si riferisce solo alla malattia di Hansen. Nella legge cerimoniale dell'Antico Testamento la lebbra aveva un ruolo particolare. La persona che ne era affetta era "impura" ed era interdetta dall'avvicinarsi alla presenza di Dio nel Tabernacolo o nel Tempio. Doveva vivere lontano dalle altre persone (Levitico 13:45-46). L'impurità non era di per sé un peccato. Ma era un simbolo del peccato, come espresso dal modo in cui rappresentava una barriera all'avvicinarsi alla presenza simbolica di Dio nel Tempio. Quindi, quando Gesù guarì il lebbroso, la guarigione era simbolica per la guarigione dal peccato.
Inoltre, gli ebrei ritenevano che toccare un lebbroso avrebbe trasmesso impurità da una persona all'altra (Levitico 5:3). Gesù toccò il lebbroso (Matteo 8:3), un atto sorprendente all'interno di quella cultura. La gente si sarebbe aspettata che l'impurità venisse passata dal lebbroso a Gesù. Invece, per il potere di Gesù, fu la purezza che venne trasmessa da Gesù al lebbroso. Tuttavia, toccare il lebbroso era un segno di identificazione. Proprio come il battesimo di Gesù significava la sua identificazione con i peccati della gente, così qui il suo tocco indicava la sua volontà di identificarsi con la lebbra, che simboleggiava il peccato. La sua identificazione con il peccato a questo punto anticipava e prefigurava la sua identificazione con il peccato quando divenne il nostro portatore di peccati sulla croce e fu abbandonato da Dio (Matteo 27:45-46). Gesù non prese letteralmente su di sé l'impurità del lebbroso, bensì prese su di sé i nostri peccati, sopportandone la punizione: "Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; e per le sue lividure siete stati guariti" (1 Pietro 2:24; cfr. Isaia 53:4-5).
Il lebbroso era una persona disprezzata ed emarginata all'interno della società ebraica. Interagendo con il lebbroso, Gesù mostrò di avere compassione per chi è disprezzato e soffre. Si avvicinò fisicamente al lebbroso per toccarlo. Si avvicinò inoltre metaforicamente per guarirlo. Entrambi gli aspetti significano che Gesù dà benedizioni a persone che non lo meritano. Questo è il significato della grazia di Dio: ricevere l'opposto di ciò che meritiamo. Al livello più profondo, siamo tutti immeritevoli e peccatori. La salvezza è un dono di Dio attraverso Gesù, non una ricompensa per il nostro buon comportamento.
Il ruolo della Fede
modificaDa notare anche l'espressione di fede del lebbroso: "Signore, se vuoi, tu puoi purificarmi" (Matteo 8:2). Il lebbroso espresse fiducia nel potere di Gesù di guarire. Nella mente del lebbroso, l'unica questione era se Gesù fosse disposto a farlo. Se il lebbroso doveva essere guarito, Gesù doveva avere misericordia; il lebbroso non poteva rivendicare alcun diritto o merito. Questa reazione del lebbroso offre un quadro del ruolo della fede nella salvezza. Dobbiamo riporre la nostra fiducia in Gesù come colui che ha il potere di salvare. E così facendo, ammettiamo che non possiamo rivendicare la salvezza come un diritto, sulla base di qualcosa in noi stessi.
Una testimonianza
modificaPerché Gesù disse al lebbroso purificato di mostrarsi al sacerdote? Matteo non dà un'ulteriore spiegazione, ma due ragioni sono possibili.
In primo logo, il processo di andare dal sacerdote era la procedura corretta, come prescritto nella Legge mosaica (Levitico 14:1-32). Questa parte della legge cerimoniale era ancora in vigore durante il tempo prima della risurrezione di Gesù, mentre il regno di Dio stava appena cominciando a realizzarsi. Attraverso questa procedura l'uomo veniva dichiarato ufficialmente purificato, e poteva essere reintegrato nella società e riottenere l'accesso al Tempio. Questa reintegrazione simboleggiava la realtà spirituale più profonda dell'avere i peccati perdonati e di essere riconciliati sia con gli altri esseri umani (la società) che con Dio (simboleggiato dal Tempio).
In secondo luogo, le istruzioni di Gesù al lebbroso purificato rimandavano ai passi della Legge mosaica riguardanti la lebbra (Levitico 13-14). Indicando questi passi, Gesù attirava l'attenzione su tutto il simbolismo relativo alla lebbra. Evocando il simbolismo, stava anche dicendo sia al lebbroso che a tutti coloro che osservavano il miracolo, di non limitare la loro osservazione al fatto ovvio della guarigione di una malattia, ma di vedere il suo significato simbolico, quando interpretato sullo sfondo del simbolismo della Legge di Mosè. In questo modo Gesù incoraggiava le persone a comprendere il significato del miracolo come segno di redenzione dal peccato.
Possiamo quindi riassumere il significato della guarigione usando il triangolo di Clowney (si veda fig. 26).
Applicazione della Redenzione
modificaLa guarigione del lebbroso è collegata agli atti centrali della redenzione. E questi atti centrali sono a loro volta riferiti a noi, perché si applicano a coloro che sono uniti a Cristo. Pertanto, possiamo comprendere l'adeguatezza di un'applicazione nella predicazione. Ognuno di noi per natura è una specie di lebbroso spirituale. Il peccato ci squalifica dalla comunione sia con Dio che con l'uomo. Tramite il messaggio di Matteo, Dio ci mostra che ognuno di noi deve chiedere aiuto al Cristo vivente. "Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi" (Matteo 8:2). Dobbiamo avere fede in Cristo. E cosa farà Cristo in risposta? Ci toccherà spiritualmente, togliendoci il peccato attraverso la sua opera sostitutiva. E ci renderà puri: dice: "Lo voglio, sii sanato" (v. 3). È un'immagine gloriosa della redenzione applicata a un individuo. L'immagine comunica efficacemente il progetto di Dio grazie alle relazioni intrinseche e organiche tra diverse realtà: la lebbra, il miracolo in Matteo 8, l'opera di Gesù sulla croce e lo scopo di Dio di applicare la Sua opera attraverso lo Spirito Santo a coloro che credono.
Per approfondire, vedi Ecco l'uomo, Gesù e il problema di una vita, Indagine Post Mortem e Serie cristologica. |