Taumaturgia messianica/Capitolo 36

Indice del libro

Il fico seccato (Matteo 21:18-22) modifica

Un albero di fichi si secca miracolosamente dopo che Gesù lo ha maledetto:

« La mattina dopo, mentre rientrava in città, ebbe fame. Vedendo un fico sulla strada, gli si avvicinò, ma non vi trovò altro che foglie, e gli disse: "Non nasca mai più frutto da te". E subito quel fico si seccò.
Vedendo ciò i discepoli rimasero stupiti e dissero: "Come mai il fico si è seccato immediatamente?". Rispose Gesù: "In verità vi dico: Se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte: Levati di lì e gettati nel mare, ciò avverrà. E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete. »
(Matteo 21:18-22)

Questo miracolo si è rivelato difficile per alcuni lettori. La prima difficoltà sta nel rapporto di Matteo con Marco. Marco registra gli stessi eventi in un modo un po' diverso:

« La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. E gli disse: "Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti". E i discepoli l'udirono... La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici. Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: "Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato". Gesù allora disse loro: "Abbiate fede in Dio! In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato. Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati". »
(Marco 11:12-14,20-25)

Rispetto a Marco, Matteo sceglie di fare un resoconto compresso. Per una discussione dell'armonia tra i resoconti, in mezzo alle differenze, si può far riferimento al mio wikilibro Un fico secco e agli altri testi della Serie cristologica .

Una seconda difficoltà sorge perché ad alcuni lettori sembra che Gesù fosse troppo severo con il fico. Il fico era solo un albero, non una persona. Perché lo maledisse?

Dobbiamo capire che ciò che abbiamo qui è un'azione profetica, come una parabola recitata. L'episodio con il fico sta proprio accanto all'episodio in cui Gesù purificò il Tempio (Matteo 21:12-17). Gesù purificò il Tempio perché i commercianti lo avevano contaminato (vv. 12-13). Israele come nazione fu "piantata" da Dio nella terra di Palestina affinché portasse frutto in opere buone. La parabola della vigna di Isaia (Isaia 5:1-7) e la parabola della vigna di Ezechiele (Ezechiele 19:10-14) stabiliscono entrambe dei paralleli tra Israele e la fruttificazione. La necessità di purificare il Tempio era un sintomo del fatto che, al tempo di Gesù, Israele come nazione corporativa non stava dando il giusto frutto spirituale.

Il parallelo tra Israele e questo fico infruttuoso è più sorprendente a causa di una caratteristica particolare degli alberi di fichi. Caratteristicamente, le foglie e il frutto di un fico crescono insieme. Gesù da lontano vide che il fico aveva le foglie. Le foglie sembravano promettere che avrebbe anche dato frutti. Ma non fu così. Allo stesso modo, lo status di Israele come popolo di Dio dell'Antico Testamento, insieme alla cura che Dio aveva profuso su di esso, sembrava promettere che Israele, al di sopra di ogni altra nazione, avrebbe mostrato frutto in rettitudine. Ma un attento esame dimostrava che non aveva mantenuto la sua promessa.

In effetti, la questione è più sottile. Non tutti all'interno di Israele vennero giudicati allo stesso modo. Il problema con il fico non era solo che non avesse frutti, ma che la sua esposizione di foglie sembrava promettere frutti. Il fico è quindi un simbolo dell'ipocrisia umana. Quindi la parabola recitata da Gesù combacia con la sua critica ai capi religiosi in Israele. Serve da monito a tutti coloro che professano la religione ma non portano frutto (cfr. D. A. Carson, "Matthew", in Expositor’s Bible Commentary, Zondervan, 2010, pp. 502-503).

A causa dei paralleli qui, possiamo vedere che l'azione di Gesù verso il fico conteneva un messaggio per Israele. Non si trattava solo di essere frustrato per un albero di fico. L'azione di Gesù, come abbiamo osservato, fu un'azione profetica, avvertendo della maledizione di Dio che sarebbe caduta sugli Israeliti a meno che non si fossero pentiti e non avessero portato frutto. Questo messaggio di avvertimento e di appello al pentimento iniziò anche con Giovanni Battista:

« Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: "Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. »
(Matteo 3:7-10)

Significato della maledizione del fico modifica

Allora qual è il significato di questo miracolo di Gesù? Simboleggia un avvertimento a tutti in Israele che devono portar frutto. In particolare, si concentra sui capi degli ebrei. Se non si fossero pentiti, sarebbero appassiti, falciati e gettati nel fuoco.

Tale è la natura del regno di Dio. Dio viene a portare la salvezza. Ma ad accompagnare la sua salvezza è purificazione e giudizio su tutto ciò che si oppone a Lui e alla Sua giustizia. Era allettante per i singoli ebrei e soprattutto per i leader cercare di fare affidamento sulla loro posizione privilegiata come discendenti di Abramo. Perciò Giovanni Battista avvertì: "Non crediate di poter dire fra voi: ‘Abbiamo Abramo per padre’. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre" (Matteo 3:9).

L'avvertimento del giudizio contro i capi ebrei giunse al culmine con la crocifissione e la risurrezione. I capi ebrei si diedero da fare attivamente per provocare la crocifissione di Gesù. E in questo agivano come arcinemici di Dio, abbattendo su se stessi un giudizio che alla fine ebbe luogo visibilmente nella caduta di Gerusalemme nel 70 e.v. Allo stesso tempo, la sfida arriva a ogni singolo ebreo: cosa farai con Gesù? Di chi è figlio? Qual è il significato della sua crocifissione? Era semplicemente la morte di un altro criminale caduto in disgrazia? O era l'attuazione del piano di Dio per salvare:

« Quest'uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; ma Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che egli fosse da essa trattenuto. »
(Atti 2:23-24)

Gesù stesso sopportò la maledizione che avrebbe dovuto cadere sui peccatori. Fu abbandonato da Dio affinché Dio non ci abbandonasse: "Eli Eli Lama Sabachthani?...Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (Matteo 27:46). Diede la sua vita in riscatto, perché molti fossero riscattati: "Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti" (Matteo 20:28). Quegli Ebrei e Gentili che riconoscono il significato salvifico della crocifissione confidano in Gesù e portano frutto. Il resto no, e di conseguenza le loro vite appassiscono. Rimangono tagliati fuori dalla fonte della vita eterna in Cristo.

Applicazioni modifica

L'avvertimento sull'infruttuosità si applica agli ascoltatori di oggi. La nostra risposta al messaggio della crocifissione e risurrezione di Cristo implica fede o incredulità. Credere in Cristo porta frutto. L'incredulità porta alla sterilità e alla maledizione.

Offriamo un riassunto del significato del fico usando il Triangolo di Clowney alla fig. 49.

Paesaggio con la parabola del fico seccato, di Abel Grimmer (1610)
  Per approfondire, vedi Un fico secco, Ecco l'uomo e Serie cristologica.