Messianismo Chabad e la redenzione del mondo/Traslitterazione e terminologia

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Il pittore americano George Biddle mentre fa il ritratto di un chassid a Gerusalemme (1948)

INTRODUZIONE modifica

Traslitterazione e terminologia modifica

La traslitterazione delle parole originali in ebraico e yiddish in questo studio segue un approccio ampio nella trascrizione, il che in sostanza significa che le parole non italiane vengono traslitterate per riflettere la pronuncia ebraica moderna piuttosto che l'ortografia e la struttura delle parole stesse. Pertanto non vengono fatte distinzioni tra alef e ayin, tet e taf, kaf e kuf o sin e samekh. La chet e khaf sono rese con suono gutturale/fricativo.[1] Nei casi in cui esistono versioni italiane di nomi e termini ebraici o yiddish, come la parola "Messia", verrà utilizzata la parola italiana. La parola yiddish/ebraica "moshiach" (comunemente usata nelle opere di Chabad-Lubavitch in inglese) sarà usata solo tra virgolette. La situazione è diversa con un termine come "zaddiq" (o zaddik), che non ha un equivalente né inglese né in italiano. Inoltre, per motivi di familiarità viene mantenuta l'ortografia ufficiale "Chabad". Come succede in ebraico, per le parole ebraiche traslitterate non vengono usate lettere maiuscole, ad eccezione dei titoli delle opere pubblicate. In alcuni casi in cui nessuna delle suddette regole può essere applicata, e quando esistono diverse versioni, (come nel caso del termine "Sabbatianesimo"), ho seguito l’Encyclopaedia Judaica.[2]

Per quanto riguarda il nome degli ultimi due rebbe Lubavitcher, questi sono separati da grafie diverse. Il rabbino Yosef Yitzchok Schneersohn (registrato negli USA col nome anglicizzato "Joseph Isaac") ha una "h" aggiuntiva nel cognome, che è anche usata in modo superfluo nella rispettiva ortografia yiddish (שניאורסאהן). A partire da questo punto nel mio studio sarà indicato sempre come Rabbi Yosef Yitzchok, mentre Rabbi Menachem Mendel Schneerson sarà indicato come Rabbi Schneerson. Per quanto riguarda il nome Chabad-Lubavitch, si può affermare che il nome originale di questa scuola di pensiero fosse Chabad, formato secondo tre parole ebraiche che sono centrali nella dottrina cabalistica, vale a dire חכמה , בינה , דעת (saggezza chokhmah, comprensione binah e conoscenza daat). Il fondatore dei Chassidim Chabad fu Shneur Zalman, la cui opera più importante fu la Tanya, un'opera a tutt'oggi autorevole per gli aderenti Chabad. Il movimento si divise in diverse dinastie con rispettivi leader residenti in diverse città, che diedero i loro nomi alle rispettive branche. Lubavitch, città dell'odierna Russia occidentale, fu una di queste località. Le dinastie si sono poi fuse e oggi c'è un solo gruppo unito. I nomi Chabad e Lubavitch sono entrambi usati, come nel Chassidismo Chabad o nel Chassidismo Lubavitch. Sarebbe più corretto usare Chabad quando si fa riferimento a questa specifica scuola di pensiero chassidica e Lubavitch per la dinastia. Un aderente viene quindi più correttamente indicato come Lubavitcher, ma è anche in uso un altro nome dal suono yiddish: Chabadnik (ebr. femminile: Chabadnikit). In questo wikilibro si userà "Chabad-Lubavitch" quando si parla dell'organizzazione, "Chabad-Chassidism" quando si parla di aspetti teologici e "Lubavitcher" quando si fa riferimento ad un aderente Chabad-Lubavitch. La parola messianista viene usata tra i Lubavitcher per chi crede che il rabbino Schneerson sia il Messia. È usato quasi nello stesso senso di "messianico", ma in questo caso è necessario fare una distinzione: Chabad-Lubavitch è una setta messianica, basata sulla definizione di messianismo; ma c'è un sottogruppo di Lubavitcher che crede che Rabbi Schneerson sia il Messia, rendendoli quindi messianisti.[3]

Un punto di vista popolare è che l'ebraismo non è una religione di dottrina e teologia, come affermato dallo studioso ebreo Samuel S. Cohon: "la dottrina che l'ebraismo non ha dottrine".[4] Cohon si riferisce a questo come a una paura di mettere le dottrine al di sopra della buona volontà e dello spirito religioso. Ciononostante, Cohon sostiene che l'ebraismo sarebbe impotente senza credenze – dottrine – e che la preghiera ebraica Birkat haMinim parla di eresia riguardo sia alla dottrina che alla prassi religiosa.[5] Direi anche che la paura di parlare della dottrina ebraica deriva dal concetto che la teologia è un'invenzione cristiana. Un dizionario definisce "dottrina" come una serie organica di principî che costituiscono la base di una scienza, di una filosofia, di una religione — nonché l'insieme di insegnamenti o credenze di una religione, o di un leader religioso, di un'organizzazione, o di un determinato testo.[6] Ciò significa che è possibile parlare della "dottrina di Chabad-Lubavitch" — sia come organizzazione e gruppo religioso, sia come "dottrina espressa dalla letteratura Chabad”.

La teologia sistematica ebraica fu formulata per la prima volta nell’Emunot Vedeot del filosofo ebreo Saadya Gaon nell'anno 933 e.v. e continuò durante il Medioevo nella polemica contro il cristianesimo e l'islam.[7] Gli studiosi nel campo del pensiero ebraico fanno un uso abbastanza comune di termini come "il dottrina della kabbalah" e "la dottrina dello zaddiqismo". Quindi si può sostenere che l'ebraismo ha qualcosa che può essere chiamato "teologia", teologia creata da pensatori ebrei e che non è basata su modelli teologici cristiani. È anche importante ricordare che c'è sempre la tendenza a vedere le altre religioni attraverso gli occhiali della propria religione o tradizione. Evitarlo del tutto forse non è nemmeno possibile, così come non è raggiungibile la completa oggettività, ma essere consapevoli del problema è, almeno, un passo nella giusta direzione. Questo studio mira quindi a parlare di teologia sulla base dei concetti del Chassidismo Chabad.

Note modifica

  1. Di conseguenza, gli articoli italiani si comportano parimenti davanti alla traslitterazione "ch", per cui: il/del chassidismo, ecc. Si faccia comunque riferimento alla voce "Alfabeto ebraico" di it.wikipedia.
  2. Encyclopaedia Judaica, II edizione, 2007.
  3. Sono anche chiamati Moshichisti e il fenomeno Lubavitch moshichismo.
  4. Cohon 1971:1.
  5. Cohon 1971:1.
  6. Si veda anche la definizione data da treccani.it
  7. Cohon 1971:88.