Latino/Subordinate completive

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Proposizioni subordinate completive volitive modifica

Introduttori:

  • ut = che, di, a;
  • ne = che non, di non, a non

Modo del verbo: congiuntivo presente o imperfetto secondo le norme della consecutio temporum

Si suole definirle, molto impropriamente, "completive di natura volitivo-finale", ma con le finali non hanno nulla a che vedere: fungono infatti da complemento diretto (soggetto o oggetto), e non da complemento circostanziale (complemento di fine).

In italiano gli introduttori sono:

  • che, che non + congiuntivo;
  • di, di non + infinito;
  • a, a non + infinito.

Il tempo del congiuntivo, tanto in latino quanto in italiano, è il presente o l'imperfetto, perché il comando, l'esortazione, la richiesta etc. non possono ovviamente mai collocarsi su un piano temporale anteriore rispetto a quello della reggente.

Esse costituiscono il complemento oggetto o il soggetto dei verbi appartenenti alle seguenti categorie:

  1. curare, provvedere, cercare di, sforzarsi (curo, facio, efficio, video, provideo, operamdo, contendo, enitor, etc.).
  2. esortare, indurre, incitare, persuadere, consigliare, comandare (hortor, moneo, admoneo, suadeo, persuadeo, impello, incito, induco, praecipio, impero, etc.)
  3. pregare, chiedere, desiderare (oro, exoro, rogo, peto, volo, nolo, quaero, precor, obtestor, flagito, opto, etc.)
  4. ottenere, permettere, concedere (obtineo, impetro, concedo, permitto, do, etc.).
  5. alcuni verbi ed espressioni impersonali (necesse est, oportet, interest, placet, lex est, mos est, etc.).