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Le lingue non sono qualcosa di statico, ma sono realtà in continua evoluzione, che si adattano a seconda dei tempi e delle esigenze - e anche l'italiano di oggi non fa eccezione. Non bisogna infatti cadere vittime delle astrazioni e considerare l'italiano come una lingua rigida e immutabile, le cui regole possono essere consegnate per sempre a un manuale di grammatica. Al contrario, l'italiano è una lingua molto varia che si articola in diverse varietà, a seconda della provenienza regionale e sociale di chi parla e quindi le usa nella quotidianità. In particolare se ne possono individuare tre: l'italiano nazionale standard, l'italiano regionale e l'italiano popolare. Vediamo le differenze.[1]

Italiano standard

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L'italiano nazionale standard o italiano comune (o anche lingua media) è la lingua comune di tutte le persone che parlano italiano. Si è formata nel corso di secoli attraverso l'uso quotidiano e ha reso possibile la comunicazione tra tutti gli abitanti della penisola italiana, senza distinzioni regionali. È la lingua usata dai mass media (televisione, radio, giornali) ed è quella che viene insegnata a scuola. L'italiano medio è il riferimento, dal punto di vista normativo, per tutti coloro che parlano italiano, cioè è la lingua in base alla quale si correggono gli errori grammaticali e le deviazioni immotivate.

In generale l'italiano standard è una lingua agile e semplice, con un lessico vario, aperta ai mutamenti e alle innovazioni che possono provenire dalla società, dalla politica, dal mondo della cultura e dai diversi ambiti tecnico-scientifici. Non segue ideali di purismo linguistico, ma allo stesso tempo non si abbandona all'approssimazione espressiva. La sintassi è lineare, preferisce le frasi brevi, con alcune coordinate ma con poche subordinate.

Italiano regionale

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L'italiano standard, pur essendo la lingua comune, non è però la lingua che viene usata in concreto dai parlanti italiani. Piuttosto, i parlanti tendono a usare una lingua che, seppur modellata sull'italiano standard, accoglie anche elementi regionali provenienti dai dialetti e dalle lingue locali. Per questa varietà si parla di italiano regionale.

L'italiano regionale, a sua volta, comprende moltissime varietà, che differiscono a seconda delle regioni. Come per i dialetti, anche la classificazione degli italiani regionali è un argomento complesso, su cui i linguisti dibattono da tempo. Le differenze tra una varietà e l'altra riguardano principalmente la fonologia (cioè la diversa pronuncia delle parole) e il lessico (parole attinte dalle lingue locali). Minori sono invece le differenze per quanto riguarda la morfologia e la sintassi, poiché in questi casi è stata più forte l'influenza dell'italiano nazionale.

Italiano popolare

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Intermedio tra l'italiano regionale e il dialetto, l'italiano popolare è la lingua che viene utilizzata dai parlanti che sono soliti esprimersi attraverso la lingua locale e che quindi hanno scarsa dimestichezza con l'italiano standard. È una varietà linguistica di tipo sociale, a cui sono ascritti quelli che, nell'italiano standard, sono considerati errori morfo-sintattici o di proprietà lessicale.

  1. Marcello Sensini, Il sistema della lingua, Milano, Mondadori, 1999, p. 349.