Italiano/Infinito
Informazioni preliminari
modificaL’infinito ha due forme: presente (o semplice) (a) e passata (o composta) (b). Nelle forme composte con essere (c) e in quelle passive (d) si deve modificare l’uscita del participio passato (genere e numero) che accompagna l’infinito propriamente detto:
- a) Questo pomeriggio penso di restare all’università.
- b) Temo di aver dimenticato il libro a casa.
- c) Franca dice di essersi svegliata prestissimo.
- d) Credono di esser stati imbrogliati.
L’infinito ha un doppio carattere, nominale e verbale, quindi può esser usato sia in funzione di sostantivo (e), sia in funzione di verbo (f):
- e) Il suo hobby preferito è collezionare farfalle (= la collezione di farfalle).
- f) Ha paura di non farcela (= ha paura che non ce la farà).
Tempi
modificaL'infinito ha due tempi: presente e passato.
- Infinito presente
L'infinito presente indica contemporaneità (1) o posteriorità (2) di azione con la frase reggente:
- 1) Credo di avere la febbre (credo adesso di avere la febbre adesso).
- 2) Penso di andare al cinema stasera (penso adesso di andare al cinema più tardi).
- Infinito passato
- Indica anteriorità di azione rispetto alla frase reggente:
- Dice di essersi raffreddato alla festa di ieri sera.
- All’infinito passato gli ausiliari “essere” e “avere” normalmente perdono la “e” finale:
- Racconta di aver passato le vacanze in Austria.
- Pensiamo di esser stati fortunati.
- L’infinito passato è obbligatorio con la congiunzione temporale “dopo”:
- Dopo aver studiato, farò una pausa.
- Dopo essersi lavato, preparò la colazione.
I pronomi
modifica- Nell’infinito la posizione dei pronomi atoni (mi, ti, gli, lo...) e dei pronomi riflessivi è enclitica,
cioè questi pronomi vengono uniti all’infinito, che perde la “e” finale.
- Credo di capirti.
- Che libro interessante! Comincerò a leggerlo.
- Penso di incontrarmi con Amelia.
- Con i verbi modali “potere dovere volere sapere solere” si possono collocare i pronomi atoni e i pronomi
riflessivi davanti o dopo il gruppo verbale:
- Mi vuole dire = Vuole dirmi
- Si voleva lavare = Voleva lavarsi
- Lo stesso succede con i verbi “andare a venire a mandare a cominciare a”:
- Mi viene a trovare = Viene a trovarmi
- Le comincia a piacere = Comincia a piacerle
- Lo mando a chiamare = Mando a chiamarlo
- Se l’infinito dipende da un verbo di percezione (vedere, guardare, osservare, sentire, ascoltare),
il pronome atono si trova davanti al verbo di percezione e non unito all’infinito:
- Li ho visti correre.
- La sentivo chiacchierare tranquillamente.
- Però si unisce il pronome all’infinito quando il pronome dipende esclusivamente dal verbo
all’infinito (g) e non dal verbo di percezione (h):
- Ho sentito (h) Mario suonare (g) la chitarra.
- Ho sentito Mario suonarla (“la chitarra” dipende da “suonare” e non da “sentire”!).
- L’ho sentito suonarla (“Mario” dipende da “sentire” e non da “suonare”!)
- Ho visto (h) Francesco e Marta mangiare (g) una pizza.
- Ho visto Francesco e Marta mangiarla (“la pizza” dipende da “ “mangiare” e non da “vedere”!)
- Li ho visti mangiarla (“Francesco e Marta” dipendono da “vedere” e non da “mangiare”!)
- Anche nelle costruzioni con “fare + infinito” o “lasciare + infinito” il pronome precede rispettivamente
“fare” e “lasciare” (tranne ovviamente nei casi in cui debba trovarsi per regola grammaticale in
posizione enclitica; es.: imperativo 2° persona).
In questo tipo di costruzioni non si può unire il pronome all’infinito:
- Dov’è il pacco? Lo faccio spedire subito.
- Lasciagli provare la bicicletta!
- I capelli, me li faccio tagliare a spazzola.
Proposizioni dipendenti
modifica- L’infinito con valore verbale ricorre soprattutto nelle proposizioni dipendenti.
L’uso dell’infinito permette di abbreviare ed alleggerire il periodo, sostituendo frasi secondarie di tipo causale,
consecutivo, condizionale, interrogativa indiretta, temporale ecc.
- Normalmente la frase reggente e la frase secondaria hanno lo stesso soggetto:
- Maja ha deciso di prenotare subito un volo (= Maja ha deciso che lei prenotava subito un volo).
- Mi chiedo dove trovare una baby sitter (= io mi chiedo dove io possa trovare...).
- Si è ammalato per aver lavorato troppo (= lui si è ammalato perché lui ha lavorato...).
Nelle proposizioni dipendenti l’infinito può esser preceduto o no da una preposizione.
- Troviamo l’infinito senza preposizione
- Dopo verbi di percezione (vedere, guardare, osservare, sentire, ascoltare). In questo caso l’infinito <br /sostituisce una frase relativa:
- L’ho visto arrivare
- La sentirono parlare
- Dopo verbi che esprimono desiderio (preferire, desiderare, intendere), se il soggetto della reggente <br /e quello della secondaria sono uguali:
- Preferisco aspettare.
- Davvero intendi rinunciare a quel lavoro?
- Dopo i verbi modali (potere volere dovere sapere solere):
- Potremmo finire il lavoro e andarcene a casa.
- Dovevo ripetere gli ultimi temi della lezione.
- Soleva cenare sempre al ristorante sotto casa.
- Dopo le espressioni con “fare” o “lasciare”:
- Mi sono fatta costruire una scaffalatura su misura.
- Lascialo andare a scuola da solo, altrimenti non diventerà mai indipendente!
- Nelle interrogative indirette introdotte da pronomi interrogativi (chi, dove, che cosa, quando, perché...),
se il soggetto della reggente e quello della secondaria sono uguali:
- Mi sono chiesto dove parcheggiare la macchina.
- Si domandavano chi invitare.
- Dopo “essere” + aggettivo avverbio:
- È difficile sapere che succederà.
- È meglio partire verso sera.
- Dopo molti verbi impersonali:
- Bisogna telefonare a Giovanni.
- Non occorre gridare, basta chiedere.
- Mi piace giocare a tennis.
- Quando l’infinito richiede preposizione abbiamo a disposizione
- di – a – da - per – senza
Considerata l’ampiezza del tema, si consiglia di consultare un vocabolario nel caso ci siano dei dubbi
sulla preposizione da scegliere dopo un verbo o un aggettivo. Richiamiamo ad ogni modo l’attenzione sui seguenti casi:
- Dopo i verbi di movimento (andare, salire, uscire, passare...) e dopo verbi che esprimono la permanenza o
l’indecisione (restare, rimanere, indugiare, tardare...) si usa la preposizione “a”:
- Vado a comprare le sigarette.
- Passiamo da te domani a vedere le foto.
- Resto a casa a leggere.
- Hanno indugiato molto a prendere una decisione.
- Se però si vuole sottolineare lo scopo dell’azione, con gli stessi verbi bisogna utilizzare la
preposizione “per”:
- Passiamo da te domani per vedere le foto (il nostro scopo è: vedere le foto).
- Resto a casa per mettere un po’ d’ordine (il mio scopo è: riordinare).
- La costruzione sostantivo + „da“ + infinito può esprimere un’idea di dovere (13),
un consiglio (14) o uno scopo (15):
- 13) Quest’auto è da lavare: è sporchissima!(= è un'auto che si deve lavare)
- 14) È veramente un film da vedere (= è un film che si deve vedere, che è consigliabile vedere).
- 15) Ho una macchina da scrivere.
- Dopo “che cosa qualcosa niente poco molto” ci vuole la preposizione “da”:
- Che cosa c’è da mangiare?
- Hai poco da protestare: io non ho niente da rimproverarmi.
Proposizioni indipendenti
modifica- Al posto dell’imperativo per esprimere un ordine (8) o un consiglio (9) in forma impersonale:
- 8) Mantenere le distanze di sicurezza
- 9) Leggere attentamente le avvertenze
- Per esprimere un divieto in forma negativa e impersonale:
- Non parlare al conducente
- Non fumare
- Per esprimere dubbio (10) o contrarietà (11) nelle frasi interrogative; per esprimere desiderio
nelle frasi esclamative (12):
- 10) Che fare in una situazione simile?
- 11) Che dire di un comportamento così sfacciato?
- 12) Ah, rivivere ancora una volta la spensieratezza dell’infanzia!
- È da ricordare che l’infinito negativo risolve anche la forma dell’imperativo negativo
della 2° persona singolare:
- Mauro, non chiamare a casa perché non ci sarà nessuno!
Uso nominale e verbale
modifica- Funzione nominale
- Soprattutto l’infinito presente può esser usato in funzione nominale, cioè come se fosse un normale sostantivo; in questo caso l’infinito può avere il valore di soggetto (3), di oggetto (4) o, se introdotto da una preposizione adeguata, di complemento indiretto (5):
- 3) Fumare danneggia la salute (= il fumo...).
- 4) Detesto guidare nell’ora di punta ( = detesto la guida...).
- 5) L’arte del ricevere (= del ricevimento)
- L’infinito con valore nominale può esser introdotto dall’articolo (6) o dalla preposizione + articolo (7):
- 6) Il suonare continuo dei cellulari mi innervosisce.
- 7) Con il litigare non otterrai niente.
- In alcuni casi la funzione nominale dell’infinito ha avuto tale fortuna da dar origine a un sostantivo vero e proprio, con un suo genere e la possibilità di formare il plurale:
- il potere i poteri; il volere i voleri; l’essere gli esseri...
- Funzione verbale
Usato con funzione verbale, l'infinito può trovarsi
- nelle proposizioni indipendenti (A)
- nelle proposizioni dipendenti (B)
Usi particolari
modifica- La costruzione perifrastica stare per + infinito
- Si può usare l’infinito dopo il verbo stare + la preposizione per allo scopo di esprimere l’imminenza di un’azione:
- Sbrigati, il treno sta per partire!
- L’infinito narrativo o descrittivo:
- Ecco + infinito
- A + infinito
Per conferire vivacità ad una narrazione si può sostituire il verbo in un modo finito con “ecco” + infinito,
oppure ricorrendo alla preposizione “a” + infinito. L’infinito di queste costruzioni si chiama “infinito narrativo (o descrittivo)”:
- Noi lì a tormentarci e a chiederci dove fosse Francesco, quand’eccolo uscire dal bar della piazza con la sua ultima conquista
(= Mentre noi ci tormentavamo e ci chiedevamo... Francesco improvvisamente uscì dal bar...).
- “Ecco” + infinito marca l’inizio improvviso di un fatto o di un’azione:
- Stavano aspettando da giorni sue notizie ed ecco arrivare una lettera con un timbro postale sconosciuto
(ecco arrivare = improvvisamente arrivò).
- “A” + infinito sottolinea la durata o l’intensità o la ripetitività di un fatto o di un’azione:
- Noi ormai eravamo stanchissimi, ma lui a insistere che la trattoria doveva essere vicina
(a insistere = insisteva tutto il tempo, continuamente).