Pensare Maimonide/Angeli Gaon

Indice del libro
Opera di Lucas Cranach il Vecchio, XVI sec.
Opera di Lucas Cranach il Vecchio, XVI sec.

Gli angeli secondo Saadya Gaon e Yehuda Ha-Levi modifica

Per Saadya gli angeli, intesi più o meno tradizionalmente, esistono veramente. Egli non tratta della materia specificamente nel suo Credenze e opinioni, ma rende chiara la sua posizione in una quantità di modi indiretti. Pertanto, scrive: "Tutte le cose esistenti sono quindi divise in cinque gruppi principali: minerali, vegetali, animali, corpi astrali e angeli, e le Scritture escludono l'idea che qualsiasi di questi cinque gruppi assomiglino al Creatore o che Egli le assomigli".[1] Gli angeli condividono una vera esistenza fisica coi minerali, vegetali, animali e corpi astrali. È la loro natura corporea, a quanto pare, che rende questi cinque gruppi così diversi da Dio.

La fondamentale natura corporea degli angeli viene resa chiara anche nel seguente passo:

« Inoltre, mi chiedevo perché, con tutte le distinzioni date all'uomo, egli venisse ad avere questa debole costituzione di un corpo composto da sangue e flemma e due bili. Perché non era costituito da elementi puri che si rassomigliavano tra loro? Ma quando ricusai tale idea, dicendomi che per noi insistere su questa cosa sarebbe equivalente solo a pretendere che l'uomo dovesse esser creato come una stella o un angelo. Poiché ciò che si conosce come corpo umano è questa cosa, creata da queste misture, che è la più pura tra tutte le cose terrene. Cosa più pura potrebbe essere solo una di queste due, o un angelo o una stella.[2] »

Corpi angelici sono più puri di corpi umani, cionondimeno sono corpi.

Per Saadya, non solo gli angeli esistono, ma esistono proprio come descritti nella Scrittura. Pertanto, Saadya arriva a chidere: "Gli angeli sono in grado di ribellarsi al loro Signore o no?"[3] La domanda, nel modo in cui vien fatta, rende chiaro che per Saadya gli angeli sono entità che hanno autocoscienza e continuità di esistenza. Altrimenti la domanda non ha senso. La sua risposta alla domanda è rassicurante: "Vale a dire che dobbiamo dichiarare che, per quanto possa sembrare plausibile alla ragione che il Creatore di tutte le cose sappia ciò che accadrà loro prima che accada, dobbiamo per forza presumere che Egli crei come angelo un essere che Egli sa Lo obbedirà e non Gli si ribellerà." In teoria gli angeli si potrebbero ribellare contro Dio, ma solo quegli angeli che non lo faranno vengono creati. Mi sembra possibile che, nel asserire questo punto, Saadya cerca di attenersi il più possibile al senso semplice della Scrittura, pur minando il più possibile l'angelologia e la demonologia della letteratura Haikhalot e del cristianesimo e Islam a lui contemporanei.

Il carattere "indipendente" degli angeli viene evidenziato nella glossa di Saadya a Daniele 12:5-7:

« Io, Daniele, stavo guardando ed ecco altri due che stavano in piedi, uno di qua sulla sponda del fiume, l'altro di là sull'altra sponda. Uno disse all'uomo vestito di lino, che era sulle acque del fiume: "Quando si compiranno queste cose meravigliose?". Udii l'uomo vestito di lino, che era sulle acque del fiume, il quale, alzate la destra e la sinistra al cielo, giurò per colui che vive in eterno che tutte queste cose si sarebbero compiute fra un tempo, tempi e la metà di un tempo, quando sarebbe finito colui che dissipa le forze del popolo santo. »

Saadya scrive: "Allora l'angelo che stava sospeso sull'acqua di sua propria volontà gli giurò..." E di nuovo, nella stessa pagina: "A quel punto l'angelo di sua propria volontà, prima di dargli una risposta esplicita, gli precedette le sue osservazioni citando il motivo per cui aveva velato questa risposta in termini oscuri".[4] Gli angeli chiaramente scelgono il modo in cui adempiono ai mandati dati loro da Dio. Non saranno mai ribelli, ma non sono neanche degli automi, senza volontà o libertà. Questo commento a Daniele è importante anche perché ci ricorda che gli angeli servono da condotto alla profezia tra Dio ed il profeta.[5] Gli angeli di Saadya sono sicuramente "demitizzati" quando li si paragonano agli angeli della Scrittura, dei testi rabbinici e, specialmente, dei testi Heikhalot, ma, come vedremo, rimangon o pur sempre troppo mitologici per Maimonide.

Yehuda Ha-Levi ha ben poco da dire sugli angeli nel Kuzari. Sono citati diverse volte in iv.3 e in uno di quei punti scrive:

« il kavod del Signore è l'intera assemblea degli angeli e delle strumentalità spirituali [tramite cui Dio agisce, come] il Trono, il Carro, il firmamento, le Ruote, le Sfere, e altre cose che sono stabili e perenni... [ciò è] qualcosa che [anche] i nostri sguardi possono sopportare, come la nube (Esodo 24:15) ed il fuoco divorante (Esodo 24:17), per esempio, che appartengono alla classe delle cose a noi familiari.[6] »

Pertanto gli angeli sono chiaramente entità che possono veramente essere visti da esseri umani normali (cioè non profetici).[7]

  Per approfondire, vedi Guida maimonidea e La dimensione artistica e cosmologica della Mishneh Torah.

Note modifica

  1. Libro delle Credenze e delle Opinioni, ii.9 (trad. Rosenblatt, 113).
  2. Libro delle Credenze e delle Opinioni, iv.2 (trad. Rosenblatt, 184); cfr. ibid. vi.9 (trad. Rosenblatt, 248).
  3. Libro delle Credenze e delle Opinioni, vii.9 (trad. Rosenblatt, 287).
  4. Libro delle Credenze e delle Opinioni, viii.3 (trad. Rosenblatt, 296). Corsivi aggiunti.
  5. Kreisel, Prophecy, 57: "Gran parte delle profezie secondo lui sono trasmesse tramite angeli, che sono da lui trattati come creature viventi dotate di parola."
  6. Esamino questo passo nel Capitolo I.
  7. Si veda Silman, Philosopher and Prophet, 205, che sottolinea anche la natura corporea degli angeli nel Kuzari.