Flora italiana/Magnoliopsida o Dicotiledoni/Malvali Urticali e affini
Tiliacee
modificaLa piccola famiglia delle Tiliacee, limitata al solo genere Tilia, oggi viene incorporata da quasi tutti gli studiosi nella vasta famiglia delle Malvacee (v.sotto). Nell'ottica della flora italiana, tuttavia, preferiamo mantenerla separata, come facevano i botanici di una volta, per una ragione pratica: le Malvacee italiane sono tutte erbe o arbusti, mentre le Tiliacee italiane sono alberi anche di grandi dimensioni.
Caratteristiche generali
modificaLe caratteristiche delle Tiliacee coincidono con quelle del genere Tilia, il tiglio:
- alberi con tronco diritto
- corteccia liscia o con solchi verticali
- foglie alterne, cuoriformi, caduche
- fiori odorosi, piccoli, con 5 petali e 5 sepali, pistillo unico, stami numerosi
- frutto secco, piccolo, con picciolo sostenuto da una brattea
Tiliacee italiane
modificaCome si è detto, le Tiliacee comprendono un solo genere:
- Tilia, il tiglio (presente in Italia con 3 specie spontanee + ibridi ornamentali)
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Esemplare giovanile di T.cordata, il tiglio selvatico
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Il tiglio selvatico (qui la scheda) è caratterizzato da foglie relativamente piccole
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Foglie e fiori di tiglio selvatico. Il tiglio selvatico è assente da Sicilia, Sardegna e Puglia.
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Negli esemplari molto vecchi, anche il tronco del tiglio diventa contorto e nodoso
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T.platyphillos, il tiglio nostrano, è presente in tutta Italia, comprese le isole maggiori
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Le foglie del T.platyphillos sono più grandi di quelle di T.cordata (fino a 12 cm)
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Fiori di T.platyphillos
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T. x vulgaris o T. x europaea è un ibrido naturale, largamento sfruttato per ornamento
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T.americana, il tiglio americano, è molto usato nelle alberature stradali per le sue foglie particolarmente grandi (fino a 20 cm)
Bombacacee
modificaLa famiglia delle Bombacacee (che la classificazione "filogenetica" incorpora nelle Malvacee) ha una distribuzione esclusivamente tropicale e comprende principalmente alberi. Il suo più noto componente è il Baobab.
In Italia non è presente allo stato naturale. Tuttavia, più che altro in Sicilia, si è diffusa la coltivazione per scopo ornamentale del genere:
- Ceiba, l'albero bottiglia.
Malvacee
modificaLa famiglia delle Malvacee conta oltre 200 generi e migliaia di specie, tra le quali alcune economicamente importanti (due tra tutte: cotone e cacao). Va detto però che oggi la maggioranza degli studiosi riunisce in questa famiglia diverse famiglie che un tempo erano considerate separate, tra cui le Tiliacee, che qui abbiamo trattato a parte (v. sopra).
In Italia le Malvacee annoverano qualche decina di specie.
NOTA. Come detto sopra, i confini tra le Malvacee e le precedenti famiglie delle Tigliacee e delle Bombacacee sono oggetto di discussione tra gli scienziati. Qui ci siamo attenuti alla divisione tradizionale.
Caratteristiche generali
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Malvacee italiane
modificaIn Italia sono presenti i seguenti generi:
- Abutilon, il cencio molle
- Alcea, il malvone (esotica ornamentale e naturalizzata)
- Althaea, l'altea
- Gossypium, il cotone (esotica coltivata e naturalizzata nell'estremo sud)
- Hibiscus, l'ibisco (forse nessuna specie spontanea)
- Kosteletzkya, altro piccolo ibisco
- Lavatera, il malvone nostrano
- Malope, la falsa malva
- Malva, la malva
L'elenco va arricchito con qualche altro genere esotico esclusivamente ornamentale che qui omettiamo.
Chiave di riconoscimento delle Malvacee italiane
modificacalice di 5 sepali nudo: Abutilon calice di 5 sepali ricoperto da un epicalice di 2-3 foglioline: * frutto con semi pelosi: Gossypium * frutto con semi non pelosi: Lavatera, Malope, Malva calice di 5 sepali ricoperto da un epicalice di 5 o più foglioline: * epicalice saldato alla base: Alcea, Althaea * epicalice con foglioline libere anche alla base: Hibiscus, Kosteletzkya
Principali specie di Malvacee italiane
modificaABUTILON
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Fiore, frutti e foglie di Abutilon theophrasti, il cencio molle
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Il cencio molle cresce a quote basse in tutta Italia, comprese le isole maggiori, ma esclusa la Puglia e aree limitrofe
MALVA
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Cistacee
modificaLa piccola famiglia delle Cistacee, diffusa nelle regioni temperate e tropicali del Vecchio e del Nuovo Mondo, è rappresentata in Italia da 5 generi di arbusti ed erbe; alcune specie sono componenti importanti della macchia mediterranea.
Caratteristiche generali
modificaLe Cistacee italiane hanno le seguenti caratteristiche:
- portamento cespuglioso o erbaceo
- foglie intere, di solito opposte
- fiori regolari, ermafroditi, con stami numerosi
- corolla con 5 petali ben separati tra loro e facilmente caduchi
- calice presente, con 5 o 3 sepali
- stami numerosi
- frutti secchi (capsule)
Cistacee italiane
modificaIn Italia sono presenti 5 generi con oltre 60 specie:
- Cistus, il cisto, con una dozzina di specie
- Fumana, la fumana, con una decina di specie
- Halimium, il cisto giallo, con una sola specie limitata ad alcune regioni
- Helianthemum, l'eliantemo, con circa 40 specie
- Tuberaria, il fior gallinaccio, con 6 specie
Chiave di riconoscimento delle cistacee italiane
modificaArbusti con rami legnosi (anche sottili):
- fiori bianchi, rosei o rossi; capsula con 5 valve o più: Cistus
- fiori gialli; capsula con 3 valve: Halimium
Erbe (eventualmente con fusto legnoso solo alla base):
- pistillo senza stilo: Tuberaria
- pistillo con stilo
- stami esterni ridotti a filamenti senza polline; foglie alterne: Fumana
- stami esterni muniti di antera con polline; foglie opposte (almeno le inferiori): Helianthemum
Principali specie di Cistacee italiane
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Timeleacee
modificaLa famiglia delle Timeleacee comprende alcune decine di generi, prevalentemente arbustivi, di cui solo due fanno parte della flora spontanea italiana.
Caratteristiche generali
modificaLe Timeleacee italiane hanno le seguenti caratteristiche:
- di solito arbusti o erbe suffruticose (legnose almeno alla base)
- foglie intere, senza stipole
- fiori formati in apparenza di 4 petali senza calice
- stami e pistillo nel medesimo fiore; di solito 8 stami; ovario supero
- frutti di vario tipo (capsula, drupa)
Timeleacee italiane
modificaLa flora italiana comprende solo due generi di Timeleacee:
- Daphne, la dafne o fior di stecco (una decina di specie)
- Thymelaea, la timelea o passerina (4 specie)
Dafne (Daphne)
modifica-
D.alpina, la dafne alpina, piccolo arbusto a fiori bianchi, è presente ma rara sui monti di tutta Italia, escluso l'estremo sud e le isole
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D.cneorum, la dafne odorosa, sempreverde, alta non più di 50 cm, in Italia è limitata alle Alpi e all'Appennino Settentrionale
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D.gnidium, propria dell'area dell'olivo, è un cespuglio della fascia costiera tirrenica e ionica (Sardegna e Sicilia comprese)
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Frutti di D.gnidium
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D.laureola, la dafne laurella, sempreverde, alta fino a poco più di un metro, cresce nei boschi collinari di tutta Italia, isole maggiori comprese
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La comparsa dei fiori purpurei prima delle foglie spiega il nome "fior di stecco" attribuito a D.mezereum
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D.mezereum (qui i frutti) è presente nei boschi collinari e montani di tutta Italia, escluse le isole maggiori e la Puglia
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D.petraea, la dafne delle rupi, è endemica delle Alpi centrali
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D.sericea, la dafne olivella, cresce su rupi e sabbie dell'Italia peninsulare e della Sicilia, a quote basse o collinari
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D.striata, la dafne rosea, di modeste dimensioni, è limitata alla catena alpina, a quote superiori ai 1500 m
Non illustrate:
- Daphne oleoides, la dafne spatolata, a fiori bianchi, cresce su tutto l'arco appenninico nonché in Sicilia e in Sardegna. Per una foto vedere p.es. su Acta Plantarum.
- Daphne blagayana, a fiori bianchi, propria della Penisola Balcanica, è presente in Italia in Friuli (v. qui per una foto).
Passerina (Thymelaea)
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T.dioica (qui in fiore), specie di bassa e media montagna del Mediterraneo occidentale, in Italia è limitata alla Liguria
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T.hirsuta forma cespuglietti alti fino a 1m lungo le fasce costiere del Tirreno, dello Ionio e del Basso Adriatico (comprese le isole)
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Diversamente da altre specie congeneri, T.passerina (distribuita in tutta Italia) è un'erba annuale
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T.tartonraira in Italia è limitata al sud (Puglia esclusa) e alle isole maggiori.
Ulmacee
modificaLa non vasta famiglia delle Ulmacee, che prende nome dall'olmo (Ulmus), comprende una manciata di generi di alberi e arbusti, con diffusione prevalente (ma non esclusiva) nei climi temperati dell'emisfero boreale.
Caratteristiche generali
modificaPer quanto riguarda la flora italiana, le caratteristiche sono le seguenti:
- arbusti o alberi
- foglie alterne, caduche, a margine dentato o crenato, di solito non grandi
- fiori privi di petali
- frutti d'aspetto inizialmente erbaceo, poi secchi, disseminati dal vento
Nota. Qui, allineandoci a una parte degli studiosi, escludiamo da questa famiglia il genere Celtis, che presenta frutti carnosi. (V. Cannabacee).
Chiave di riconoscimento di Ulmacee, Moracee e Cannabacee italiane
modificaerbe molto alte (quanto una persona o più): Cannabis rampicanti: Humulus alberi o arbusti: * frutti secchi: Ulmus, Zelkova * frutti carnosi: ** piccole drupe: Celtis ** infruttescenze con frutti all'interno e buccia liscia: Ficus ** infruttescenze con frutti componenti visibili all'esterno (come le more o le fragole): *** meno di 5 cm: Morus, Broussonetia *** circa 10 cm o più: Maclura
Ulmacee italiane
modificaLa famiglia è rappresentata in Italia da due generi:
- Ulmus, l'olmo, presente in tutta Italia da 4-5 specie
- Zelkova, presente in Italia con una sola specie, endemica di una piccola zona della Sicilia e considerata a grave rischio di estinzione (specie diverse dello stesso genere crescono in Asia, dalla Turchia al Giappone, e a Creta)
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L'olmo comune (Ulmus minor), qui in abito invernale, è diffuso in tutta Italia, isole comprese, fino a 1000-1200 m
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Anche se spesso l'olmo comune (o campestre) ha portamento arbustivo, può crescere fino a diventare un grande albero
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Le foglie dell'olmo (qui Ulmus minor) sono asimmetriche, come si nota soprattutto alla base
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I fiori dell'olmo, privi di petali, compaiono alla fine dell'inverno prima delle foglie
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I frutti dell'olmo inizialmente possono essere scambiati, a uno sguardo superficiale, per foglie
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Alla fine i frutti dell'olmo si seccano, si staccano e vengono portati via dal vento
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L'olmo montano (Ulmus glabra) è diffuso in tutta Italia, Sardegna esclusa, fino a quote di 1200-1400 m
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L'olmo bianco (Ulmus laevis) è limitato al Centro-Nord (+ Puglia)
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L'olmo siberiano (Ulmus pumila) si è naturalizzato in qualche località del Centro-Nord
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La rara Zelkova sicula, endemismo dei Monti Iblei in Sicilia scoperto solo nel 1991[1], ha foglie molto piccole
Nota. Ulmus minor ha diverse sottospecie, tra cui l'olmo canescente (Ulmus minor canescens o Ulmus canescens), proprio del Mezzogiorno.
Moracee
modificaLa famiglia delle Moracee comprende un migliaio di specie di alberi e arbusti diffusi soprattutto nelle regioni tropicali e calde. Solo poche specie fanno parte, a vario titolo, della flora italiana. I generi Ficus e Morus producono frutti commestibili.
Caratteristiche delle Moracee italiane
modifica- Piante legnose (alberi o arbusti)
- Foglie alterne o spiralate, non opposte
- Foglie semplici (non composte), a volte lobate o palmate
- Fiori unisessuali, poco appariscenti, riuniti in infiorescenze
- Frutti carnosi, costituiti da infruttescenze di dimensioni medie o grandi, in alcune specie usati come alimento
Nota. Per la chiave di riconoscimento, vedere: Ulmacee.
Moracee italiane
modificaSi considerano solitamente parte della flora spontanea italiana i seguenti generi:
- Broussonetia, il gelso da carta, avventizia naturalizzata
- Ficus, il fico
- Maclura, l'arancio degli Osagi, avventizia naturalizzata
- Morus, il gelso, introdotto in epoca remota, coltivato e naturalizzato.
Genere Ficus (Fichi in senso ampio)
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Il fico comune (Ficus carica) può avere aspetto di arbusto o di piccolo albero
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Il fico comune può germogliare anche in pochissima terra
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Il fico comune (qui il frutto, in realtà infruttescenza) è spontaneo e coltivato in tutta Italia, a quote basse
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Esistono varietà di fichi sia a buccia verde che a buccia violacea
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Sezione dell'infruttescenza
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Il fico del caucciù (comunemente detto Ficus, propriamente Ficus elastica) è largamente usato come ornamentale in appartamento
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Lungo le coste, soprattutto al sud, Ficus elastica è coltivato anche all'aperto
Nota. Altre specie esotiche del genere Ficus, qui non illustrate, sono usate come ornamentali, soprattutto in appartamento.
Genere Morus (Gelsi veri)
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I gelsi possono diventare alberi vigorosi, usati anche per ornamento
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Le caratteristiche "more" del gelso bianco (Morus alba), che in Italia è coltivato e occasionalmente naturalizzato
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Alcune varietà di gelso bianco producono more scure o rosse, contrariamente a quel che farebbe pensare il nome
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Fiori di Morus nigra, il gelso nero
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Aspetto autunnale di un gelso nero
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Foglie e frutti (alcuni acerbi) di gelso nero
Generi avventizi di Moracee
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Frutti maturi del gelso da carta (Broussonetia papyrifera)
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Il gelso da carta in Italia è piantato spesso come ornamentale ed è anche inselvatichito
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Le foglie del gelso da carta hanno una notevole variabilità
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Il grosso frutto di Maclura pomifera, detto arancio degli Osagi, maclura o melo da siepi
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Maclura pomifera, originario del Nordamerica, si è naturalizzato qua e là a basse quote[2]
Cannabacee
modificaLa famiglia delle Cannabacee è molto vicina alla famiglia delle Ulmacee, tanto che il limite tra le due famiglie è discusso tra gli studiosi. Qui ci uniformiamo alla classificazione APG, che è stata seguita anche nella voce di Wikipedia.
Caratteristiche delle cannabacee italiane
modifica- alberi, erbe alte o rampicanti
- foglie molto variabili (semplici o composte)
- fiori tutti o in parte unisessuali, poco appariscenti, regolari, composti di 5 petali
- frutti carnosi (drupe: Celtis) o secchi (Cannabis, Humulus)
Nota. Per la chiave di riconoscimento vedere: Ulmacee.
Cannabacee italiane
modificaIn Italia, la famiglia è rappresentata da tre generi, di cui due anche coltivati:
- Cannabis, la canapa (1 specie, coltivata e naturalizzata)
- Celtis, il bagolaro (2 specie indigene)
- Humulus, il luppolo (2 specie, di cui solo una indigena; anche coltivato)
Principali specie di Cannabacee italiane
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Urticacee
modificaLa famiglia delle Urticacee, che prende nome dall'ortica, è diffusa in tutto il mondo, escluse le regioni polari, con una cinquantina di generi, di cui tre o quattro presenti anche in Italia.
Caratteristiche delle Urticacee italiane
modificaLe specie italiane di urticacee hanno le seguenti caratteristiche:
- erbe annue o perenni (eccezionalmente cespugli con rami legnosi)
- fiori poco appariscenti, impollinati dal vento
- frutto piccola noce o piccola drupa
(...)
Note
modifica- ↑ M.Scrimali, Zelkova sicula, il piacere della scoperta, su Verde Insieme Web, 22.09.2012. URL consultato il 18.04.2015.
- ↑ S.Radivo, Scheda botanica - Maclura pomifera, su Acta Plantarum. URL consultato il 16.04.2016.