Costigiola/Percorso 02
Prato, radura e pascolo
modificaIl prato è un terreno ricoperto di erba. Ma, a parte i pascoli alpini, in Italia i prati originari - cioè quelli spontanei e non modificati dall'uomo - non esistono più; quelli che vedi sono sempre stati creati o modificati per motivi agricoli. All'inizio, la creazione di un prato ha sempre comportato una notevole fatica: tagliare gli alberi e gli arbusti che occupavano il terreno, strappare da terra i ceppi e le radici che vi erano rimasti, togliere e portare via tutte le pietre … il lavoro durava degli anni perché nel tempo, mentre il terreno si livellava, sempre nuove pietre affioravano e, ai margini del prato, il bosco tentava di riprendersi il terreno perduto.
In questo modo sono nati i prati stabili o permanenti, quelli che da moltissimo tempo non subiscono alcun intervento di aratura o dissodamento, non vengono coltivati e sono lasciati a vegetazione spontanea, mantenuti esclusivamente attraverso lo sfalcio e la concimazione.
I prati stabili vengono utilizzati prevalentemente per produrre l'erba necessaria all'alimentazione dei bovini; quelli molto produttivi possono essere falciati anche tre volte tra la primavera e l'autunno: il primo e l'ultimo sfalcio forniscono un foraggio ricco di graminacee, mentre le leguminose prevalgono nei mesi estivi. Per poter produrre più erba, in pianura i prati vengono generalmente irrigati artificialmente, mentre nelle zone collinari o montane vengono gestiti in regime non irriguo.
Una radura, invece, è uno spazio privo di alberi in un bosco e talora ricoperto da erba o da sottobosco di arbusti. È difficile trovarne nel bosco ceduo, dove la propagazione delle piante avviene per germinazione dei semi caduti a terra, mentre è più facile trovare radure nelle fustaie.
Infine i pascoli sono tratti erbosi utilizzati per il nutrimento di animali, come pecore, capre, bovini ed cavalli, spesso riuniti in mandrie e greggi.
I prati di Costigiola
modificaNei tempi antichi, diciamo fino a tutto il primo millennio, la collina di Costigiola era completamente ricoperta da boschi, mentre la zona bassa di pianura era tutta paludosa; dopo l'anno 1000 la popolazione del luogo cominciò ad aumentare - passò da poche decine a parecchie centinaia di abitanti - e una parte dei boschi venne tagliata per creare dapprima spazi per il pascolo degli animali, poi spazi agricoli per coltivare i cereali necessari alle nuove esigenze di alimentazione e da ottenere l'erba necessaria per l'allevamento dei bovini.
In tempi più recenti, però, la gente ha trovato modi meno faticosi e meno costosi per procurarsi il cibo e così la maggior parte dei prati sono sempre più in stato di abbandono: alcuni di essi sono già stati in parte o completamente invasi dall'avanzare del bosco, altri sono inariditi.
Il prato superiore attorno alla base
modificaUn grande prato si stende a nord-est della base scout, compreso fra il bosco ceduo, la strada che va dalla sbarra alla casa e il margine del bosco di cassie che avanza da sud.
Risultato di un antico disboscamento, si articola in:
- una radura a nord (radura A) contornata da roverelle, accanto alla torretta
- un grande prato a est della base, utilizzato per le diverse attività scout; comprende l'alzabandiera e il cerchio di bivacco
- una radura a est (radura C), occupata dal cerchio dell'altare, anch'essa contornata da roverelle e ornelli
- un tratto di prato a sud-est, utilizzato per le tende, che si conclude in basso con un tratto incolto
- una radura a sud (radura B), dove si trovava la Tana del gatto, dominata da due grandi querce
Le caratteristiche di ciascuno di questi spazi ti possono far conoscere non solo i diversi modi in cui l'uomo ha utilizzato l'ambiente, ma anche quali sono le conseguenze di questi usi.
Il percorso
modifica1.0. Puoi iniziare partendo dalla radura A, quella delle roverelle; qui lo strato di terreno è talmente sottile che la roccia affiora in larghe placche. In questa radura sono sistemati i fuochi per la cucina all'aperto con i corrispondenti tavoli e panche, per cui vengono continuamente eliminati il sottobosco, le erbe e anche i rami e le foglie caduti, cioè tutta la sostanza organiche che potrebbe fornire l'humus.
1.1. Tra l'uomo e la natura però il discorso non è chiuso. Noterai che tra i fuochi e il bosco si stende un tappeto, largo 3-5 m, di rovi e di scotano che, se lasciati crescere, prepararebbero il terreno all'avanzamento del bosco.
2.0. Guarda adesso il prato; dopo il primo sfalcio di primavera esso diventa sempre più secco e arido. E' infatti un prato sul dorso della collina, bruciato dal sole estivo e che non può usufruire dell'acqua piovana che scende lungo i pendii; lo strato di humus è molto sottile e sempre più povero di sostanze organiche, per cui qui vivono solo le erbe più coriacee e resistenti, come le pratoline, il tarassaco e la piantaggine.
2.1. Incamminati verso sud-est, rasentando il bosco ceduo. Noterai che su questo lato il bosco è inaccessibile; la luce che viene dalla parte del prato ha favorito la crescita di arbusti - dapprima di ornielli e di vitalba, poi di scotano e di rovo - che hanno chiuso tutti gli spazi par accedere al bosco; solo dove si è voluto e si fa manutenzione del varco - come quello del sentiero B che si stacca dal cerchio di bivacco - questo può restare aperto.
3.0. Quando arrivi al fuoco di bivacco, subito dopo l'imbocco del sentiero B, trovi due alberi, di modeste dimensioni, piantati apposta: un bagolaro e un olivo.
3.1. Prosegui ora verso il cerchio dell'altare e, prima di arrivare, osserva i grandi alberi che sono stati lasciati crescere qui, un gelso e due carpini neri.
4.0. L'altare è costruito in una piccola radura circondata da roverelle e ornielli, che durante l'inverno e in primavera è coperta da un tappeto di foglie secche. Sul lato ovest della radura ci sono anche degli alberelli di biancospino e un piccolo tappeto di scotano.
5.0. Verso ovest si stendono, su due ripiani leggermente in discesa, negli spazi appositamente creati e periodicamente scalciati per piantare le tende. Non potendo contare sulle acque di scolo, ma solo su quella piovana, anche questa parte di prato resta arida per tutta l'estate.
5.1. Continuando sul lato sud di questo prato trovi dapprima alcuni alti cespugli che delimitano il bosco, tra cui ligustro, rovo e un ammasso di tamaro; poi, dopo il pilone dell'elettricità, dove l'erba non viene tagliata, hai un saggio di quel che succederebbe al prato se esse non vi fosse un intervento dell'uomo. Trovi erbe molto alte ed erbe basse che si mescolano fra di loro (una macchia larga qualche metro quadro di piante di fragola, salvia dei prati, piantaggine, ecc.), alcuni arbusti e alberelli che cercano di colonizzare il territorio: alcuni sono stati piantati, come un bel pruno rosso, altri nascono da seme portato dal vento, come quelli di cassia.
6.0. Salendo su una breve rampa, entri nella radura in cui una volta c'era la Tana del gatto, la casetta con il deposito di materiale della base. Esso è dominata, sul lato est, da due grandi querce se, mentre sul lato ovest confina con il bosco di cassie. Su questo lato puoi notare un sottobosco che si sviluppa soltanto dove può fruire di molta ombra.
6.1. Ritornando verso la base osserva che, a segnare il limite tra la radura e il prato delle tende sono stati piantati alcuni alberi, frequenti in campagna, di fico, di ciliegio canino e di acero campestre.
7.0. Anche sul lato est della base trovi un grande fico - sotto al quale, in un vaso, c'è una piantina di alloro - e poi un imponente gelso. Vicino ad essi, in mezzo al prato, sono stati piantati alcuni alberelli di ciliegio, per sostituire un gruppo di altri ciliegi morti (di sete?).
7.1. Hai concluso il percorso ma, se vuoi, ritorna alla radura delle roverelle e intanto, osservando il grande prato, ripensa agli enormi cambiamenti che l'uomo ha apportato all'ambiente originario, una collina un tempo tutta ricoperta da bosco.
In inverno
modificaPrendi le schede di: acero campestre, bagolaro, biancospino, carpino nero, edera, muro a secco, nocciolo, olivo, orniello, pungitopo, roverella, scotano, vitalba.
In primavera
modificaPrendi le schede di: acero campestre, aglio orsino, bagolaro, biancospino, carpino nero, edera, elleboro verde, muro a secco, nocciolo, olivo, orniello, pungitopo, roverella, scotano, tamaro, vitalba.
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