Guida alle costellazioni/Da Pegaso a Perseo

Costellazioni comprese

La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici


Nell’emisfero nord, nelle serate di inizio autunno, il Triangolo Estivo e la Via Lattea del Cigno si spostano verso ovest, lasciando a est una vasta regione povera di stelle di fondo.

Questa zona è dominata da un grande quadrato formato da quattro stelle di magnitudine 2, che nonostante non siano quindi molto luminose risaltano comunque, grazie all’assenza di stelle più brillanti; questo asterismo è una delle figure più importanti e caratteristiche dei cieli autunnali ed è chiamato Quadrato di Pegaso, poiché le sue stelle costituiscono il corpo del mitico cavallo alato rappresentato dall’omonima costellazione, che si estende fino ai confini del Cigno. Anche osservando da un cielo molto buio, la costellazione di Pegaso non contiene molte stelle deboli di fondo, specialmente a ovest del Quadrato.

La stella che forma il vertice nordorientale del Quadrato in realtà non appartiene più a Pegaso ma ad Andromeda, un'altra grande costellazione formata da una concatenazione di stelle di magnitudine 2. Al centro di questa costellazione si trova la celeberrima Galassia di Andromeda, M31, che sotto buoni cieli è visibile anche a occhio nudo come una macchia chiara allungata; si tratta della galassia gigante più vicina alla Via Lattea, che assieme ad essa e alla vicina Galassia del Triangolo formano il Gruppo Locale di galassie. La parte della costellazione che sta a nord del Quadrato di Pegaso appare anch’essa piuttosto povera di stelle di fondo.

Proseguendo nella stessa direzione tracciata dalle stelle più luminose di Andromeda si raggiunge Perseo, una costellazione molto più ricca delle precedenti in quanto si trova lungo il piano della Via Lattea, stretta fra le brillanti costellazioni di Cassiopea, a nordovest, e l’Auriga, a est. Perseo si osserva meglio nelle sere di tardo autunno ed è ben nota presso gli astronomi amatoriali per avere alcuni oggetti molto brillanti e di facile osservazione, anche con un binocolo.

A sud di queste si trovano la costellazione dei Pesci, estesa ma formata da stelle deboli e quindi un po’ sfuggente, e quella dell’Ariete, che nonostante le sue dimensioni modeste è al contrario ben riconoscibile per la presenza di due stelle di magnitudine 2 abbastanza vicine fra loro. Completa il tutto la piccola costellazione del Triangolo.

I Pesci e l’Ariete sono entrambe costellazioni zodiacali, quindi possono essere attraversate dal Sole e dagli oggetti del sistema solare; in particolare il Sole si trova nei Pesci fra il 12 marzo e il 18 aprile, mentre l’Ariete è attraversato dal 19 aprile al 13 maggio.

Località d'osservazione modifica

 

Trovandosi nell’emisfero boreale, questa grande fascia di cielo può essere osservata con maggiore facilità a nord dell’equatore, dove si presenta alta nel cielo fino allo zenit. Solo una piccola parte della costellazione dei Pesci si trova a sud dell’equatore celeste, mentre le aree settentrionali di Perseo arrivano a sfiorare i 60° di declinazione nord.

Da 40°N modifica

Questa latitudine è sicuramente la migliore per osservare quest’area di cielo; la costellazione di Andromeda si presenta allo zenit e in particolare lo è la Galassia di Andromeda, oltre che la brillante costellazione di Perseo e i suoi ricchi campi stellari di fondo.

Il Quadrato di Pegaso si osserva a un’altezza media di 70-75° verso sud, mentre l’unica parte dei Pesci che sta a sud dell’equatore celeste non supera i -7° di declinazione.

Un notevole vantaggio a questa latitudine è dato anche dal fatto che tutte queste costellazioni diventano visibili nel cielo serale in coincidenza del periodo di diminuzione delle ore di luce: ciò le rende quindi osservabili alte nel cielo per molti mesi, potendo anticipare l’osservazione del cielo notturno fino a ore che d’estate erano diurne.

Dall’equatore modifica

Tutta questa regione si può osservare nella parte di cielo che volge a nord, con la sola eccezione dell’estremità meridionale dei Pesci, che sta allo zenit.

Il Quadrato di Pegaso si trova a 70-75° di altezza, come pure l’Ariete, mentre la Galassia di Andromeda è a 50°, ben visibile senza difficoltà sotto cieli limpidi. Perseo invece è la costellazione più bassa, trovandosi più vicina al polo nord celeste; la sua estremità settentrionale si osserva a poco più di 30° di altezza, immersa nella Via Lattea che da Cassiopea procede sempre più sottile e debole verso l’Auriga.

Da 40°S modifica

Da questa latitudine l’osservazione di questa zona risulta un po’ penalizzata, soprattutto per quanto riguarda le costellazioni di Andromeda e Perseo: la prima è visibile praticamente per intero, ma il suo oggetto più importante, la Galassia di Andromeda, ha un’altezza di soli 10°; la seconda invece non è neanche visibile interamente e la parte settentrionale resta permanentemente sotto l’orizzonte, assieme ai suoi ricchi campi stellari.

Il Quadrato di Pegaso invece si osserva ancora bene, pur trovandosi a un’altezza media di 30-35° sopra l’orizzonte nord. Decisamente meglio si osservano i Pesci e in parte anche l’Ariete.

Un certo svantaggio a questa latitudine è però dato dal fatto che il periodo di massima visibilità nel cielo serale coincide con quello in cui le ore di luce aumentano, col procedere della primavera: dovendo quindi ritardare l’orario minimo per osservare il cielo notturno, accade che queste costellazioni passino il meridiano molto velocemente e nel giro di poche settimane già si trovino quasi sulla via del tramonto poco dopo il tramonto, specialmente l’Ariete e Perseo.

Stelle e oggetti da non perdere modifica

 

Questa è la direzione in cui si trovano le altre due galassie principali che, assieme alla Via Lattea, formano il Gruppo Locale. La più importante è M31, la grande Galassia di Andromeda, che pur avendo dimensioni e numero di stelle doppi rispetto alla nostra galassia, avrebbe una massa leggermente inferiore; la seconda è M33, la Galassia del Triangolo, più piccola e più sfuggente all’osservazione. In questa direzione quindi si concentrano anche le numerose galassie satelliti di M31, come M32 e M110, facilmente visibili anche con un piccolo telescopio.

Per quanto riguarda le profondità dell’Universo invece si nota subito che la parte centrale dei Pesci e gran parte di Pegaso appaiono povere di galassie appariscenti (vedi mappa a lato); in queste due direzioni infatti le galassie sono per lo più molto remote e si estendono intere regioni a bassa densità di materia.

La costellazione di Perseo invece ospita di contro numerosi oggetti appartenenti alla Via Lattea e anche importanti regioni di formazione stellare, come la Nube di Perseo, una delle più vicine e meglio studiate del cielo, le cui propaggini meridionali sconfinano nell’Ariete e in piccola parte nel Toro.

Un binocolo 10x50 si rivela lo strumento ideale per osservare uno degli ammassi stellari più notevoli della volta celeste, l’Ammasso di Alfa Persei (Mel 20); molte delle sue componenti sono visibili anche a occhio nudo e osservando col binocolo diventano almeno un centinaio, raccolte attorno alla stella Mirfak e in direzione sudest da questa stella. Quest’ammasso costituisce il nucleo più denso di un’antica associazione di stelle massicce, ora in gran parte disperse, che ha rivestito una grande importanza nel plasmare la regione del Braccio di Orione attorno al Sole negli ultimi 50 milioni di anni.

Poco più a nord si trova un altro oggetto famoso, una coppia di ammassi aperti noti col nome collettivo di Ammasso Doppio; entrambi molto ricchi e simili per luminosità e aspetto, questi due ammassi sono spesso oggetto di fotografie e sono fra gli oggetti più osservati dell’intero emisfero nord. Con un 10x50 si possono già parzialmente risolvere e appaiono immersi in un campo stellare molto ricco.

Sempre in Perseo si trova M34, un altro ammasso aperto risolvibile facilmente con un binocolo in una ventina di stelle. Ingrandimenti troppo elevati anche con un piccolo telescopio non permettono già di fornire una buona visione d’insieme, a causa delle sue grandi dimensioni.

La costellazione di Andromeda ospita la già citata M31, la famosissima Galassia di Andromeda. Con un binocolo 10x50 appare come una lunga macchia nebulosa estesa per almeno 3° e più brillante al centro; con un po’ di attenzione si può anche individuare M32, la più luminosa delle sue galassie satelliti, simile a una stella molto sfuocata o a una piccola nebulosa.

A occhio nudo vale la pena di osservare con attenzione la stella Algol, nella costellazione di Perseo; con un po’ di fortuna o conoscendo il suo ciclo di variazione si può osservare nell’arco di poche ore una discreta diminuzione della sua luminosità, facile da notare se paragonata alle stelle vicine, per poi ritornare alla luminosità originaria. È una delle stelle variabili più famose del cielo e la sua particolarità era nota forse già dall’antichità.

Con un binocolo o un piccolo telescopio si può risolvere facilmente a bassi ingrandimenti il grande ammasso aperto NGC 752, in Andromeda, formato da diverse decine di stelle molto sparse ma ben in risalto rispetto ai poveri campi stellari circostanti.

All’estremità occidentale di Pegaso, vicino alla piccola e debole costellazione del Cavallino, si trova M15, un ammasso globulare visibile anche con un binocolo 10x50 e risolvibile parzialmente con un telescopio da almeno 200 mm di diametro.

In Andromeda si trova infine un’interessante stella doppia, Almach (γ Andromedae), che si risolve in due stelle di simile luminosità con un piccolo telescopio. Un po’ meno luminosa ma altrettanto facile è poi la famosa γ Arietis, una delle prime ad essere state scoperte.