Guida alle costellazioni/Da Pegaso a Perseo/Pegaso

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Pegaso è una grande costellazione settentrionale, citata anche in antichità essendo fra le 48 costellazioni elencate da Tolomeo. Ad essa si riferisce il grande quadrilatero di stelle chiamato Quadrato di Pegaso.

La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Pegasus
Genitivo del nome Pegasi
Abbreviazione ufficiale Peg
Area totale 1121 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 1° novembre
Stelle più luminose della mag. 3,0 5
Stelle più luminose della mag. 6,0 97
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
ε Pegasi Enif 2,38
β Pegasi Scheat 2,44
α Pegasi Markab 2,49
γ Pegasi Algenib 2,83
η Pegasi Matar 2,93
ζ Pegasi Homan 3,41
μ Pegasi Sadalmari 3,51
θ Pegasi Baham 3,52

Caratteristiche

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Quella di Pegaso è una grande e ben nota costellazione del cielo boreale; le sue tre stelle più brillanti, assieme ad Alpheratz (α Andromedae), formano un quadrilatero detto il Quadrato di Pegaso, un celeberrimo asterismo facilmente riconoscibile in cielo anche dalle aree urbane. A questo si aggiunge Enif, una stella di magnitudine 2,38, più altre di terza e quarta grandezza, che delineano la costellazione ad est del Cigno e della Freccia. L'area di cielo occupata dalla costellazione non è particolarmente ricca di stelle di fondo, non essendo sovrapposta alla scia della Via Lattea e in particolare il Quadrato appare quasi privo di stelle di fondo.

Alpheratz è sempre stata considerata come in comune fra Pegaso e Andromeda, mentre i suoi due nomi con cui è nota, Sirrah e appunto Alpheratz, derivano entrambi dalla locuzione Sirrat Al-Faras, col significato di “Ombelico del destriero”. Nel 1930 l’Unione Astronomica Internazionale stabilì i confini delle costellazioni e questa stella divenne parte di Andromeda.

Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra luglio e gennaio; dall'emisfero nord è una delle più classiche e riconoscibili figure del cielo delle notti autunnali, quando Pegaso si presenta alta nel cielo assieme a Cassiopea. Dall'emisfero sud la sua visibilità è leggermente ridotta, sebbene la sua declinazione non sia particolarmente elevata, e anzi la parte meridionale della costellazione giace a pochi gradi dall'equatore celeste.

Il nome Pegaso deriva dal greco πηγή (peghé), che significa sorgente: questo perché il mitico cavallo alato nacque in occidente dalla fonte dell'oceano. La sua nascita avvenne subito dopo che Perseo uccise una delle tre sorelle Gorgoni, Medusa; l'eroe salì in sella al cavallo e corse verso l'Oriente. Durante il viaggio del ritorno a casa vide la bellissima Andromeda incatenata e offerta in sacrificio a un mostro marino (identificato con la costellazione della Balena), mandato da Poseidone per punire Cassiopea. Infatti la bellissima madre di Andromeda e moglie di Cefeo si vantava di essere più bella di tutte le Nereidi (figlie proprio del dio Poseidone), scatenando appunto la sua ira. Perseo salvò la fanciulla uccidendo il mostro e la portò con sé. Pegaso fu poi affidato a Bellerofonte, che lo domò e lo cavalcò compiendo mille e mille imprese. Infine, dopo la morte di Bellerofonte, il cavallo salì in cielo a servire gli dei e fu posto come costellazione.

Una nota interessante di questa costellazione è data dalla stella 51 Pegasi, di magnitudine 5,49: si tratta della prima stella attorno alla quale venne confermata per la prima volta, nel 1992, l’esistenza di un pianeta extrasolare. La scoperta di questo gigante gassoso, posto in un’orbita così interna da fargli compiere una rivoluzione in sole 101 ore, stravolse le teorie sulla formazione planetaria fino ad allora accettate.

Stelle doppie

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Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
1 Pegasi 21h 22m 05s +19° 48′ 16″ 4,08 9,0 36,2 ar + ar
3 Pegasi 21h 37m 44s +06° 37′ 06″ 6,18 7,65 39,2 b + g
ε Pegasi 21h 44m 11s +09° 52′ 30″ 2,39 11,0 82,0 ar + g
HD 208202 21h 54m 18s +19° 43′ 00″ 6,39 8,5 22,3 ar + g
η Pegasi Aa-BC 22h 43m 00s +30° 13′ 17″ 2,94 8,0 90,4 g + g
HD 218395 23h 07m 28s +32° 49′ 31″ 6,25 7,75 8,4 b + b
57 Pegasi 23h 09m 32s +08° 40′ 38″ 5,12 10,6 32,9 r + b
HD 219139 20h 13m 26s +11° 03′ 45″ 5,82 9,7 33,3 g + g

La costellazione di Pegaso è ricca di stelle doppie di facile risoluzione.

Una delle più facili è la 3 Pegasi, le cui componenti sono di sesta e settima magnitudine, bianco-giallastre, e risolvibili senza difficoltà anche a bassi ingrandimenti, grazie alla loro separazione di quasi 40".

La 1 Pegasi è una coppia di stelle arancioni, in cui la primaria è di magnitudine 4,1, mentre la secondaria è di nona grandezza; nonostante la grande disparità di luminosità, la coppia è facilmente risolvibile grazie alla loro grande separazione.

La η Pegasi è formata anch'essa da due stelle di differenti luminosità e anche in questo caso la loro risoluzione è facilitata dalla grande separazione angolare. In realtà ognuna delle componenti è a sua volta una doppia, irrisolvibile però con piccoli strumenti.

HD 218395 è una coppia più stretta, ma il relativamente piccolo divario di magnitudini fra le due componenti, entrambe biancastre, favorisce la loro osservazione.

Stelle variabili

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Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
R Pegasi 23h 06m 39s +10° 32′ 36″ 6,9 13,8 378,1 Mireide
S Pegasi 23h 20m 33s +08° 55′ 08″ 6,9 13,8 319,22 Mireide
RZ Pegasi 22h 05m 53s +33° 30′ 25″ 7,6 13,6 438,7 Mireide
TW Pegasi 22h 04m 00s +28° 20′ 54″ 7,00 9,20 956,4 Semiregolare pulsante
GZ Pegasi 23h 09m 31s +08° 40′ 38″ 4,95 5,23 92,66 Semiregolare
HH Pegasi 23h 51m 21s +09° 18′ 48″ 5,74 5,90 0,0087 Irregolare
HR Pegasi 22h 54m 36s +16° 56′ 31″ 6,12 6,49 50: Semiregolare
IM Pegasi 22h 53m 02s +16° 50′ 28″ 5,60 5,85 24,44 Eclisse
β Pegasi 23h 03m 46s +28° 04′ 57″ 2,30 2,80 - Semiregolare pulsante
ε Pegasi 21h 44m 11s +09° 52′ 30″ 0,7 3,5 - Irregolare
31 Pegasi 22h 21m 31s +12° 12′ 19″ 4,85 5,05 - Irregolare

Molte delle stelle variabili della costellazione sono alla portata di piccoli strumenti amatoriali.

Fra le Mireidi le più luminose in fase di massima sono la R Pegasi e la S Pegasi, che possiedono entrambe lo stesso tipo di oscillazione, essendo al massimo di magnitudine 6,9 e al minimo di tredicesima grandezza; in entrambi i casi il periodo è superiore a un anno.

Fra le semiregolari la più notevole è la β Pegasi, che oscilla fra le magnitudini 2,3 e 2,8 e le sue variazioni sono apprezzabili nel corso del tempo anche ad occhio nudo, prendendo come riferimento la luminosità delle stelle vicine di simile magnitudine. La 57 Pegasi ha una compagna di colore rosso catalogata come TW Pegasi, un'altra semiregolare che oscilla fra la settima e la nona grandezza nell'arco di oltre due anni.

Una variabile a eclisse di lungo periodo (una variabile RS Canum Venaticorum) osservabile senza strumenti è la IM Pegasi, anche se le sue oscillazioni sono dell'ordine di pochi decimi di magnitudine.

Oggetti del profondo cielo

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Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
M15 21h 29m 58s +12° 10′ : Ammasso globulare 6,2 18,0
NGC 7177 22h 00m 41s +17° 44′ 16″ Galassia 11,4 3,1 x 1,0
NGC 7217 22h 07m 53s +31° 21′ 32″ Galassia 10,5 3,9 x 3,2
NGC 7331 22h 37m 05s +34° 25′ 01″ Galassia 9,7 10,5 x 3,7
NGC 7457 23h 01m 00s +30° 08′ 41″ Galassia 11,0 4,3 x 2,3
NGC 7479 23h 04m 56s +12° 19′ 00″ Galassia 11,0 4,1 x 3,1
NGC 7814 00h 03m 15s +16° 08′ 43″ Galassia 11,0 5,5 x 2,3
 
M15 è uno degli ammassi globulari più luminosi della volta celeste; si può notare anche con un binocolo 10x50.
 
NGC 7331, una galassia di grandi dimensioni apparenti osservabile anche con piccoli strumenti. Il nord è a destra.
 
Il Quintetto di Stephan, un piccolo e folto gruppo di galassie osservabili con strumenti di grande diametro.

La costellazione si estende in una regione di cielo non oscurata dalle polveri galattiche, pertanto sono visibili in particolare galassie, alcune delle quali sono piuttosto appariscenti.

L’oggetto più notevole della costellazione è però un ammasso globulare, uno dei più luminosi del cielo, che riporta la sigla M15. Localizzare quest’oggetto non presenta alcuna difficoltà, basta infatti prolungare l'asse Baham (θ Pegasi) - Enif (ε Pegasi) di 4° verso NE. La magnitudine dell'ammasso, pari a 6,2, permette di localizzarlo anche con un semplice binocolo 10x50, con cui appare di aspetto nebuloso e più luminoso al centro; un telescopio di 200 mm di diametro permette di risolvere la periferia dell'ammasso in stelle, ma non il nucleo, che essendo molto concentrato permane di aspetto nebuloso o granulare. Con strumenti da 350 mm o più è possibile intravedere la nebulosa planetaria Pease 1, se si riprende una fotografia a lunga posa. L'ammasso è uno dei più densi conosciuti: il suo nucleo ha subìto una contrazione in passato, forse a causa di un buco nero; questo collasso del nucleo è stato osservato anche in altri ammassi, come M30. L'ammasso contiene molte stelle variabili, ben 110, che hanno permesso di stimare una distanza pari a 33.600 anni luce; molte di queste sono del tipo RR Lyrae, ma è nota anche una variabile Cefeide. M15 accoglie anche un notevole numero di pulsar e di stelle di neutroni, resti di stelle massive "morte" durante la giovinezza dell'ammasso; un'altra interessante particolarità è data dal fatto di essere uno dei pochi ammassi globulari conosciuti a contenere una nebulosa planetaria (Pease 1), situata nella sua periferia.

Fra gli oggetti non catalogati dal Messier vi sono le numerose galassie osservabili in questa grande area di cielo; tuttavia sono in massima parte piuttosto deboli e quindi fuori dalla portata di un telescopio di modeste dimensioni.

La galassia più notevole, sia per luminosità che per dimensioni apparenti, è NGC 7331, nota anche con la sigla del Catalogo Caldwell C30, visibile nella parte settentrionale della costellazione; si individua circa 4° a NNW della brillante stella η Pegasi; si mostra in piccoli strumenti come una scia chiara disposta in senso nord-sud, appena più chiara al centro. Con un telescopio da 200 mm si nota che il suo alone luminoso si estende maggiormente in direzione sud rispetto al nucleo luminoso. I bracci, perfettamente visibili nelle foto a lunga esposizione, sono tenui e aperti in direzione sud. Questa galassia, la cui distanza è stimata sui 40 milioni di anni luce, viene spesso citata per essere una sorta di “gemella” della Via Lattea: in effetti le sue dimensioni reali sono simili alla nostra, come pure la sua massa e probabilmente anche molti caratteri della sua struttura fisica, come la presenza di quattro bracci di spirale, alcuni dei quali deformati verso la periferia. Tuttavia sussistono anche delle differenze, in particolare per l’assenza di una barra centrale in NGC 7331, che è invece presente nella Via Lattea; un'altra differenza sostanziale è la rotazione del bulge, che in NGC 7331 è nel verso opposto rispetto ai suoi bracci di spirale: questa differenza potrebbe essersi sviluppata anche in un certo momento dopo la formazione della galassia, magari dalla caduta di materiale proveniente da interazioni con altre galassie, ma la reale causa resta sconosciuta, così come non è noto se questa caratteristica sussista già dalla sua nascita. Un'altra differenza potrebbe riguardare il numero dei bracci, che nella Via Lattea sono alternativamente ritenuti essere due o quattro, sebbene gli studi più recenti tendano a indicare come più corretto il numero di quattro. I bracci di NGC 7331 per altro stanno sperimentando uno starburst, ossia un episodio di formazione stellare sostenuto ed esteso all’intero disco galattico.

A solo un grado a sudest da questa galassia si trova il celebre Quintetto di Stephan, un gruppetto di galassie molto deboli ma molto conosciuto presso gli astronomi amatoriali; il gruppo è fuori dalla portata di un piccolo telescopio, ma può essere individuato, seppur con difficoltà, attraverso un telescopio da 250 mm di diametro o anche da 200 mm se la notte è veramente buia e limpida e il sito osservativo è situato in alta quota. Le galassie del Quintetto di Stephan non sono tutte realmente connesse fra loro: NGC 7320 ha un valore di redshift molto piccolo (760 km/s), e le altre quattro galassie si muovono molto più velocemente (6600 km/s circa). Dato che il redshift indica la distanza dalla Via Lattea, NGC 7320 potrebbe trovarsi solo a 32 milioni di anni luce dalla nostra, mentre le altre quattro sono a distanze comprese fra 280 e 340 milioni di anni luce. Tre delle restanti galassie, NGC 7317, NGC 7318A e NGC 7319, mostrano un redshift comune, mentre NGC 7318B, quella che ad una prima vista appare a contatto fisico con NGC 7318a, possiede un blueshift di 900 km/s ed è quindi in avvicinamento. Tre delle galassie del Quintetto, NGC 7318A, NGC 318B e NGC 7319, mostrano segni di irregolarità morfologica, mentre NGC 7317 sembra apparentemente di forma regolare. Nel gruppo è pure presente un elevato numero di candidate galassie nane mareali, fra cui 13 nella lunga coda di NGC 7319, alcune ad est di NGC 7318B e altre nella sua regione settentrionale, in cui ha luogo un esteso fenomeno di formazione stellare.

Circa 2° a sud della coppia di stelle π12 Pegasi si trova la galassia NGC 7217, una spirale molto ben avvolta vista perfettamente di faccia; la sua distanza è stimata sui 50 milioni di anni luce. Si tratta di una galassia povera di gas la cui caratteristica principale è la presenza di diversi anelli concentrici di stelle nel suo nucleo: tre sono i principali, il più esterno dei quali è quello più ricco di gas e quello che ospita il maggior numero di episodi di formazione stellare, a cui se ne aggiungono altri, più interni, scoperti dal telescopio Hubble. Questo suggerisce che le sue regioni centrali abbiano subìto diversi starburst. Altra caratteristica degna di nota è la presenza di un certo numero di stelle rotanti attorno al nucleo della galassia in direzione opposta rispetto alla maggior parte delle altre e di due distinte popolazioni stellari: una di età intermedia nelle regioni più interne, una più giovane ma più povera di metalli verso l'esterno. Si ritiene che queste caratteristiche siano state causate dalla fusione con un'altra galassia.

Circa 3° a sud della stella α Pegasi si trova la spirale barrata NGC 7479 (C44); può essere individuata soltanto con un telescopio da almeno 120 mm di apertura e con un buon ingrandimento. Viene considerata un esempio di galassia di Seyfert, che sta sperimentando intensi fenomeni di formazione stellare sia nel nucleo che nei bracci esterni. Gli studi sulla polarizzazione indicano che in tempi astronomicamente recenti subì una fusione con un'altra galassia; si tratta di un caso particolarissimo se studiata alle frequenze delle onde radio, poiché a quelle lunghezze d'onda si osservano i bracci di spirale andare in senso contrario rispetto a quelli visibili in luce ottica. Dista sui 105 milioni di anni luce.

La NGC 7814 (C43) è una galassia a spirale vista perfettamente di taglio circa 2° a ovest di γ Pegasi, distante 40 milioni di anni luce; appare come un lungo e stretto fuso attraverso telescopi da 120-150 mm di diametro, mentre con grandi strumenti si evidenzia una lunga banda oscura che la percorre longitudinalmente e che la fa somigliare a una versione molto ridotta della ben più famosa Galassia Sombrero nella Vergine.

Le altre galassie sono per lo più deboli, sebbene siano comunque numerose. Una curiosità è data dalla galassia che porta il primo numero del catalogo NGC, che si trova proprio nella costellazione di Pegaso: NGC 1 è una debole e remota galassia spirale di magnitudine 13,6, situata a una distanza di 188 milioni di anni luce.