Guida alle costellazioni/La Nave Argo e dintorni

Costellazioni comprese

La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

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Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici


Il tratto di Via Lattea australe a sud del Cane Maggiore comprende una delle aree più ricche di stelle dell’intera volta celeste. Anticamente in questa zona veniva raffigurata la mitica Nave Argo, l’imbarcazione citata dalle Argonautiche di Apollonio Rodio, su cui viaggiarono Giasone e gli Argonauti attraversando gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli per arrivare nel Ponto Eusino (il Mar Nero) alla ricerca del famoso Vello d’Oro della Colchide.

Oggi la costellazione della Nave Argo non esiste più in quanto tale, essendo stata suddivisa in tre parti da Nicolas Louis de Lacaille, evidentemente considerandola troppo grande; queste parti sono la Poppa, le Vele e la Carena, cui si aggiunge la Bussola, le cui stelle anticamente forse rappresentavano l’albero maestro della nave.

La nave Argo era la più vasta costellazione del cielo e coi confini attuali, ricavati dai confini delle costellazioni in cui è stata smembrata, avrebbe avuto un'estensione di 1800 gradi quadrati di volta celeste. È attraversata dalla Via Lattea da nordovest a sudest e conta un gran numero di stelle luminose, prima fra tutte Canopo, la seconda stella più brillante del cielo, ora nella costellazione della Carena. Lo sfondo della Via Lattea è invece pervaso da un numero impressionante di stelline al limite della visibilità ad occhio nudo, dovuto alla presenza di un tratto del Braccio di Orione (il braccio in cui si trova anche il nostro sistema solare) particolarmente intenso e in certi tratti scarsamente oscurato dalla polvere interstellare. A questo si aggiunge la presenza del tratto centrale della Cintura di Gould, una fascia di stelle giovani e brillanti che si estende da Perseo fino allo Scorpione attraversando la Via Lattea australe.

Come costellazione unitaria avrebbe avuto diversi primati, o quantomeno eccellenze: fra le sue stelle ci sarebbe la già citata Canopo, seconda stella del cielo in ordine di luminosità, quindi la Nebulosa della Carena, la più luminosa e appariscente della volta celeste, più anche della famosa Nebulosa di Orione; la Nebulosa di Gum invece risulta essere la più estesa del cielo, nonostante non sia osservabile otticamente. Altri oggetti notevoli sono la stella η Carinae, una delle più massicce conosciute e probabilmente in procinto di esplodere come supernova; γ Velorum, un sistema stellare di cui fa parte la stella di Wolf-Rayet più brillante del cielo e più vicina a noi; l'ammasso aperto delle Pleiadi del Sud (IC 2602), uno dei più luminosi; NGC 2808, uno degli ammassi globulari più densi conosciuti.

Le stelle della Nave Argo riportano una nomenclatura omogenea, a testimonianza del fatto che quando Johann Bayer eseguì la catalogazione delle sue stelle la costellazione era ancora considerata nella sua interezza, seppure con l'eccezione delle stelle della Bussola. Quando la Nave Argo fu divisa, anche la nomenclatura di Bayer delle sue stelle fu divisa e le tre costellazioni derivate ereditarono così una denominazione stellare parziale e frammentata, sia nelle lettere greche che in quelle latine. Alla Carena andarono le stelle α, β, ε, η, θ, ι, υ, χ e ω, alle Vele andarono le stelle γ, δ, κ, λ, μ, ο, φ e ψ, mentre alla Poppa andarono le stelle ζ, ν, ξ, π, ρ, σ e τ.

Per le lettere latine la suddivisione è molto più confusa, in quanto sussistono numerosi doppioni fra le tre costellazioni, pur restando una certa suddivisione.

La costellazione della Bussola, a differenza delle altre tre costellazioni, presenta una nomenclatura di Bayer del tutto autonoma.

Località d'osservazione modifica

 

Questa regione di cielo si estende notevolmente in declinazione, pertanto se le aree più settentrionali della Poppa sono osservabili fino al circolo polare artico, il tratto più meridionale della Via Lattea e la costellazione del Pesce Volante possono essere osservati solo a sud del Tropico del Cancro.

Da 40°N modifica

Da questa latitudine, piuttosto penalizzante, le costellazioni della Poppa, della Colomba e della Bussola sono osservabili per intero, le Vele lo sono soltanto per metà e il tratto più australe della Via Lattea coi suoi bellissimi oggetti resta invece sempre invisibile.

Sotto un buon cielo e con l’orizzonte sud libero è comunque possibile apprezzare la ricchezza di stelle di fondo in direzione della Poppa, nelle sere invernali e di inizio primavera. Al passaggio al meridiano la regione settentrionale della Poppa raggiunge i 39° di altezza, mentre la più bassa fra le stelle brillanti visibili che compongono la Nave Argo, la γ Velorum, si trova ad appena 3° di altezza.

Dall’equatore modifica

Dall’equatore questa regione di cielo è osservabile per intero in direzione sud; se però l’estremità nord della Poppa arriva a 79° di altezza, il confine meridionale della Carena si alza di appena 15°.

La Via Lattea fra Vele e Carena è ben visibile ed è facilmente riconoscibile la grande Nebulosa della Carena e gli ammassi aperti circostanti; la brillantissima stella Canopo quando transita al meridiano raggiunge i 37° di altezza.

Da 40°S modifica

Da questa latitudine l’osservazione di questa regione è ideale: l’intera Carena e parte delle Vele sono circumpolari, mentre l’intera Nave Argo è ben godibile durante le sere estive e autunnali. La luminosissima stella Canopo facilita molto l’individuazione, come pure la Falsa Croce e il brillante tratto della Via Lattea australe che ospita la Nebulosa della Carena e i vari ammassi aperti. La parte centrale della Poppa e il nord delle Vele possono essere osservate allo zenit durante il loro transito al meridiano, mentre il tratto più meridionale della Via Lattea raggiunge i 68° di altezza.

Stelle e oggetti da non perdere modifica

 

Quando a metà del Novecento un giovane astronomo australiano di nome Colin Gum decise di mappare la Via Lattea australe in direzione della Nave Argo all’infrarosso, fece una scoperta estremamente intrigante: tutta la parte centrale della Poppa e l’area occidentale delle Vele apparivano velate da un immenso sistema nebuloso a forma di involucro, esteso su circa 30°, al punto da trovarsi di fronte alla più grande nebulosa dell’intera volta celeste (vedi mappa a lato).

Questa nebulosa oggi porta il nome del suo scopritore ed è ciò che resta dell’esplosione di una o più supernovae avvenute anticamente in una regione molto ricca di gas e polveri, dopo che intensi processi di formazione stellare avevano portato alla formazione di estese associazioni OB.

Sempre nelle Vele è possibile osservare altri due importanti sistemi nebulosi. Il primo, il più vicino, è costituito dai tenui filamenti di un altro resto di supernova, la Nebulosa delle Vele; il secondo, molto più lontano anche della Nebulosa di Gum, coincide con le aree più ricche di un insieme di regioni di formazione stellare noto come Vela Molecular Ridge. Chi è appassionato di astrofotografia di nebulose e di grandi campi troverà molto stimolante cimentarsi nella ripresa di tutto questo lungo tratto della Via Lattea meridionale.

Con un semplice binocolo 10x50 è possibile osservare un discreto numero di oggetti ed esplorare con profitto questa regione di cielo. Fra gli ammassi aperti più facili e caratteristici vi è senza dubbio quello delle Pleiadi del Sud (IC 2602); è ben visibile anche a occhio nudo e chi è dotato di ottima vista può provare a cimentarsi nella sua risoluzione. Con un binocolo appare però già del tutto risolto e appare molto simile alle Pleiadi, sebbene le sue dimensioni risultino più piccole.

A breve distanza verso nord spicca la grande Nebulosa della Carena (NGC 3372). Anch’essa è visibile a occhio nudo, essendo la nebulosa più luminosa dell’intera volta celeste; con un binocolo appare divisa da una banda oscura che la attraversa in senso est-ovest. Con un piccolo telescopio sono già evidenti e risolti in stelle i suoi numerosi piccoli ammassi aperti associati, tutti formati da stelle giovani e azzurre. Al suo interno si trova anche la celebre supergigante rossa η Carinae.

Poco più ad est, sempre a occhio nudo è possibile notare un oggetto dall’aspetto nebuloso allungato in senso est-ovest; si tratta di NGC 3532, soprannominato Pozzo dei Desideri per la ricchezza dei suoi campi stellari che lo fanno rassomigliare al fondo di un pozzo stracolmo di monetine. Con un binocolo 10x50 è già possibile risolverlo in centinaia di deboli stelle.

NGC 3114, visibile alcuni gradi ad ovest, è anch’esso visibile a occhio nudo, ma al binocolo rivela la sua natura di ammasso stellare, apparendo completamente risolto in stelle, spesso disposte a formare delle lunghe concatenazioni.

Nelle Vele spicca la nebulosa planetaria NGC 3102, facilmente osservabile con piccoli telescopi e soprannominata Anello del Sud a causa della sua somiglianza sia di brillantezza che di aspetto con la celebre Nebulosa Anello della Lira.

Poco più a sud spicca NGC 3201, uno degli ammassi globulari meno densi conosciuti e pertanto risolvibile con facilità in stelle anche nelle sue regioni più interne.

Nella parte settentrionale della Poppa vi sono numerosi ammassi aperti, alcuni dei quali catalogati anche dal Messier, come la famosa coppia M46 e M47, entrambi visibili con un binocolo e perfettamente risolti in stelle con un piccolo telescopio. M46 è anche noto per la piccola nebulosa planetaria visibile nella sua direzione.

Più a sud, l’ammasso M93 completa la terna di Messier, anch’esso risolvibile con piccoli strumenti, sebbene sia più ostico dei precedenti.

Fra gli altri ammassi nella Poppa spiccano NGC 2477, ricchissimo ma risolvibile solo a forti ingrandimenti, e Cr 135, povero di stelle ma dalla forma caratteristica.