Guida alle costellazioni/Da Pegaso a Perseo/Cavallino

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Il Cavallino è la seconda costellazione più piccola del cielo tra le 88 definite in epoca moderna, più grande solo della Croce del Sud. Nonostante la sua piccolezza e la mancanza di stelle luminose (nessuna supera la quarta magnitudine), è conosciuta fin dall'antichità ed era compresa tra le 48 costellazioni di Tolomeo.

La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Equuleus
Genitivo del nome Equulei
Abbreviazione ufficiale Equ
Area totale 72 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 15 settembre
Stelle più luminose della mag. 3,0 0
Stelle più luminose della mag. 6,0 11
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
α Equulei Kitalpha 3,92
δ Equulei Pherauval 4,47
γ Equulei 4,70
β Equulei 5,16
ε Equulei 5,24
3 Equulei 5,81
9 Equulei 5,94
4 Equulei 5,97

Caratteristiche

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La costellazione del Cavallino è una delle più sfuggenti della volta celeste, sia a causa delle sue ridotte dimensioni che per la scarsa brillantezza delle sue stelle principali; può essere individuata a partire dal Delfino, la cui forma caratteristica è facilmente distinguibile nei cieli estivi boreali, e spostandosi di una decina di gradi in direzione sudest. La sua stella principale, Kitalpha, è solo di magnitudine 3,92, mentre delle poche altre stelle visibili ad occhio nudo solo due sono di magnitudine più luminosa della 5. Le stelle più brillanti della magnitudine 6 sono invece solo 11.

Nonostante ciò, è una delle costellazioni delineate fin dall’antichità, al punto che Tolomeo la nomina nel suo elenco delle 48 costellazioni conosciute all’epoca, a fianco alla testa del grande cavallo alato Pegaso. La sua invenzione forse risale a Ipparco di Nicea.

Al Cavallino è per altro associato un mito: rappresenta infatti il puledro che il dio Hermes (o Mercurio per i Romani), il messaggero degli dèi, donò al Dioscuro Castore, figlio di Zeus e famoso cacciatore e domatore di cavalli. Questo piccolo cavallo portava il nome Celeris, il cui significato allude alla sua velocità, ed era in qualche modo imparentato con Pegaso: forse era uno dei suoi figli o forse addirittura il fratello.

Un altro mito lo collega a Poseidone; secondo questa tradizione il Cavallino rappresenterebbe il cavallo fulminato dal tridente del dio del mare durante una competizione con la dea Atena, per stabilire chi dei due fosse superiore.

Nelle carte celesti la costellazione del Cavallino veniva rappresentata come una testa di cavallo affiancata a quella di Pegaso, di dimensioni inferiori e che emerge da una nuvola. Nelle carte moderne è spesso delineata collegando a quadrilatero le sue quattro stelle più luminose.

Poiché il suo levare a est precede di poco il sorgere della testa di Pegaso, rappresentata in cielo dalla brillante stella Enif, la costellazione del Cavallino veniva talvolta indicata col nome di Equus Primus, ossia il Primo Cavallo.

Stelle doppie

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Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
ε Equulei AB-C 20h 59m 05s +04° 17′ 42″ 5,42 7,35 10,4 g + g

Il Cavallino contiene una stella doppia interessante e facile da risolvere, la ε Equulei, la quale è composta da due stelle di magnitudine 5,42 e 7,35, entrambe gialle e separate da 10 secondi d’arco; la componente primaria tuttavia è a sua volta una doppia molto stretta e non risolvibile con uno strumento amatoriale.

Una coppia facilmente risolvibile al binocolo è invece quella formata dalle stelle γ Equulei e 6 Equulei; si tratta di due astri non legati fisicamente ma visibili affiancati per un effetto prospettico. La loro separazione si aggira sui 6 minuti d’arco e sono quindi alla portata di qualsiasi strumento che fornisca ingrandimenti molto bassi.

Stelle variabili

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Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
S Equulei 20h 57m 13s +05° 04′ 49″ 8,0 10,0 3,4361 Eclisse
γ Equulei 21h 10m 21s +10° 07′ 55″ 4,58 4,77 0,0087 Pulsante

Le ridotte dimensioni di questa costellazione non le consentono di contenere un gran numero di stelle variabili.

La più luminosa è la γ Equulei, una variabile pulsante del tipo α Canum Venaticorum, piuttosto interessante per via del suo periodo molto breve: essa infatti compie il suo intero ciclo di oscillazione in appena dodici minuti e mezzo; l’entità delle sue variazioni però è limitato ad appena due decimi di magnitudine ed è quindi difficile notarla a meno di non condurre un’osservazione molto attenta.

Al binocolo è possibile apprezzare le oscillazioni della stella S Equulei, una variabile a eclisse nel cui minimo principale cala di ben due magnitudini. Il suo ciclo si svolge in poco meno di 3 giorni e mezzo, ma la sua luminosità è comunque molto bassa e occorre almeno un binocolo per poterla osservare.

Oggetti del profondo cielo

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Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
NGC 7015 21h 05m 37s +11° 24′ 50″ Galassia 12,4 1,9 x 1,6
 
La costellazione del Cavallino raffigurata in basso a destra in una tavola dell’atlante Urania’s Mirror, datato 1824 e compilato dall'incisione e cartografo Sidney Hall.

Il Cavallino non contiene oggetti di rilievo, dal momento che non sono presenti oggetti appartenenti alla Via Lattea e le galassie visibili in questa direzione sono tutte molto deboli e remote.

La più appariscente fra queste galassie è NGC 7015, una spirale visibile un grado e mezzo a nordovest della stella γ Equulei. La sua magnitudine integrata è pari a 12,4 ed è quindi osservabile soltanto con telescopi da 200-250 mm di diametro, sotto cieli molto limpidi; a breve distanza angolare si trova per altro una stella della Via Lattea che ne oscura ulteriormente la visione. La sua distanza è stata stimata sui 212 milioni di anni luce.