Torah per sempre/Conclusioni

לא עליך כל המלאכה לגמור, ולא אתה בן חורין ליבטל

Non sta a te completare l'opera, ma non sei libero di sottrartene!

←R. Tarfon, Mishnah Avot 2:16

Indice del libro


Abbiamo discusso la dottrina della "Torah dal Cielo", osservato il suo sviluppo dai tempi più antichi fino al presente ed esaminato tentativi di riformularla.

La nostra conclusione non è stata che la dottrina debba essere abbandonata, né che debba essere radicalmente modificata, come per esempio richiedendo che certe sezioni del Pentateuco ne vengano escluse. La nostra semplice raccomandazione è che il suo stato logico sia cambiato da quello di un'affermazione storica a quello di un mito fondativo.

Questa non è sicuramente l'opinione tradizionale espressa, per esempio, da Maimonide. Tuttavia, l'onestà intellettuale nel considerare nuove testimonianze e nuove percezioni morali costringono all'abbandono dell'interpretazione storica diretta. Tra i vantaggi che si assommano nel trattare Torah min hashamayim come mito fondativo ci sono (1) possiamo continuare ad usare il linguaggio religioso tradizionale, sebbene con un'interpretazione modificata, (2) il mito è esteso facilmente ad incorporare sia la Tora scritta che quella orale, come anche le usanze ebraiche e gli sviluppi successivi, (3) poiché il mito è impervio a prove storiche, indagini morali e simili, non dobbiamo "fare i difficili" nello scegliere quali segmenti della Torah considerare "Torah dal Cielo"; raccontiamo la storia, tutto qua.

Esclusioni modifica

Nel capitolo d'apertura, "Orientamento", abbiamo osservato che la Torah dal Cielo è solo parte della storia più vasta, che coinvolge problemi filosofici sul concetto di Dio e sulla Rivelazione, come anche questioni generali che sorgono dallo scontro tra interpretazioni scientifiche e religiose. In questo libro si è semplicemente assunto che "Dio" e "Rivelazione" siano concetti coerenti senza confrontarsi di petto coi conflitti tra scienza e religione. Trattare la "Torah dal Cielo" come mito fondativo in verità elude molti di tali questioni profonde, poiché è compatibile con quasi tutte le concezioni di Dio e Rivelazione, dal tradizionale al "demitizzato".

Ciononostante, gli argomenti rimangono di per sé importanti e certamente necessitano dell'attenzione seria di studiosi e teologi. Non concludiamo quindi con entusiasmo fortissimo, con un peana di trionfo, celebrando una Grande e Originale Nuova Teoria che risolve tutti i problemi, ma piuttosto con la Quarta Sinfonia di Sibelius, in mezzo forte e moderato. Molte affermazioni false sono state confutate e questo è progresso; quello che abbiamo messo al loro posto è meno altisonante e clamoroso, ma almeno si poggia su salde fondamenta di testimonianze visibili a tutti. Come disse appunto Rabbi Tarfon in testata: "Non sta a te completare l'opera, ma non sei libero di sottrartene".

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Conclusioni
« Ecco un'altra cosa vera. Nelle trincee quotidiane della vita da adulti l'ateismo non esiste. Non venerare è impossibile. Tutti venerano qualcosa. L'unica scelta che abbiamo è che cosa venerare. E un motivo importantissimo per scegliere di venerare un certo dio o una cosa di tipo spirituale – che sia Gesù Cristo o Allah, che sia YHWH o la dea madre della religione Wicca, le Quattro Nobili Verità o una serie di principi etici inviolabili – è che qualunque altra cosa veneriate vi mangerà vivi. Se venerate il denaro e le cose, se è a loro che attribuite il vero significato della vita, non vi basteranno mai. Non avrete mai la sensazione che vi bastino. È questa la verità. Venerate il vostro corpo, la vostra bellezza e la vostra carica erotica e vi sentirete sempre brutti, e quando compariranno i primi segni del tempo e dell'età, morirete un milione di volte prima che vi sotterrino in via definitiva. Sotto un certo aspetto lo sappiamo già tutti benissimo: è codificato nei miti, nei proverbi, nei cliché, nei luoghi comuni, negli epigrammi, nelle parabole; è la struttura portante di tutte le grandi storie. Il segreto consiste nel dare un ruolo di primo piano alla verità nella consapevolezza quotidiana. Venerate il potere e finirete col sentirvi deboli e spaventati, e vi servirà sempre più potere sugli altri per tenere a bada la paura. Venerate l'intelletto, spacciatevi per persone in gamba, e finirete col sentirvi stupidi, impostori, sempre sul punto di essere smascherati. E così via. »
(D. F. Wallace, Questa è l'acqua, Einaudi, 2009, p. 150)