LibreOffice Writer/Prefazione
Base di partenza di questo wikibook è l'edizione del 2016 di Addomesticare Writer. LibreOfficeTM Writer per scrittori, traduzione in italiano del manuale in spagnolo Domando al escritor di Ricardo Gabriel Berlasso. La storia di quest'ultimo manuale è lunga: originariamente era una serie di articoli scritti in spagnolo da Berlasso fra l'ottobre 2006 e il settembre 2008 per la pubblicazione digitale «Begins», quindi divenne un libro agli inizi del 2010 e vide più edizioni e revisioni.
È importante tener presente che LibreOffice (da qui in poi, LibO) cambia costantemente. Se il lettore usa una versione anteriore alla 5.x sicuramente troverà differenze con le descrizioni di questo libro, soprattutto nei menù, però i concetti che qui presentati sono sempre gli stessi e non dovrebbe essere difficile adattare le indicazioni.
Cos'è e cosa non è questo libro
modificaForse uno dei peggiori metodi per imparare a utilizzare un computer è proprio quello di sedersi davanti a un programma di videoscrittura, perciò la premessa è che il lettore sappia come si fa a installare il programma[1] o a salvare un documento, che sappia usare i menù, che per lui/lei il mouse, i tasti di scelta rapida e le barre degli strumenti non presentino un problema e che non abbia paura di cambiare la configurazione del programma, provare cose nuove, muovere le vecchie qua e là, eccetera.
In questo libro è raccolto ampio materiale che riguarda tutti gli aspetti del programma che possono essere d'interesse per uno scrittore: il modo giusto di utilizzare stili, numerare pagine e capitoli, configurare l'indice generale, argomenti avanzati come il database bibliografico, la struttura dei file odt, l'uso di proprietà tipografiche avanzate, eccetera.
Il materiale è organizzato in modo tale da avvicinare il lettore alle possibilità che dà il programma con il minore sforzo possibile, spiegando tutti i temi in un modo «progressivo», focalizzando tutto lo sviluppo del testo sulla comprensione degli strumenti che fanno di Writer un programma particolarmente adatto a costruire documenti complessi dove il testo è protagonista. Vale a dire: creando un «corso» di Writer orientato a chi deve scrivere documenti complessi.
Non ci saranno pertanto su queste pagine indicazioni su come utilizzare il «pennello di formato» o il modo in cui cambiare manualmente questo e quell'altro dettaglio: ci si focalizzerà sugli strumenti di Writer per la creazione automatica di documenti strutturati (stili di paragrafo gerarchici, stili di carattere, stili di pagina, campi, variabili, indici, bibliografie…), strumenti forse un po' «pesanti» per chi deve soltanto riempire un paio di pagine ogni tanto ma che sono fondamentali per scrivere una tesi, un resoconto o un libro… come questo. Argomenti come formulari o stampa guidata in serie non saranno invece trattati in queste pagine.
Dato che un libro può essere più che un testo, tre capitoli sono dedicati a strumenti speciali quali Math, Draw e Chart, cioè l'editor di formule matematiche, il programma di disegno vettoriale e lo strumento per creare grafici di LibO.
Hai perciò nelle tue mani, caro lettore, una guida completa di Writer per scrittori, sia per il professionista delle lettere che per il dilettante che scrive per il puro piacere di farlo. Manuale che, credo, sarà di particolare utilità per chi usa i servizi di edizioni «on demand » disponibili su internet.
Un po' di storia
modificaC'era una volta una ditta tedesca chiamata StarDivision che produceva un pacchetto di programmi per l'ufficio chiamato StarOffice, il quale offriva un programma di videoscrittura, foglio di calcolo e persino un suo desktop. Nel 1999 questa ditta fu acquisita da Sun Microsystems Inc. che poco dopo fece qualcosa vista poche volte nell'industria del software dell'epoca: liberalizzare il codice sorgente del programma creando il progetto aperto OpenOffice.org (da qui in poi, OOo).
Tante cose successero nei dieci anni dopo la liberalizzazione effettiva del codice sorgente nel 2000 e quella della versione 1.0 il 30 aprile 2002: l'evoluzione del progetto, la creazione dello standard ISO OpenDocument (ODF), la crescita delle diverse localizzazioni del programma… ma una cosa è sempre mancata: la creazione di una fondazione indipendente che guidasse il progetto. Tutte le decisioni erano prese da Sun, a tutti i collaboratori era richiesto di firmare una cessione del copyright, le «formalità» che ogni collaboratore esterno doveva completare per vedere il suo codice incorporato al progetto officiale erano tante…
Un modello di sviluppo più aperto era necessario e fu così che nacquero le prime «varianti» del codice di OOo. Tra queste, la principale è stato il progetto, già scomparso, go-oo che, con il patrocinio di Novell, incorporava codice non accettato da Sun. E proprio in questa strana situazione di un progetto aperto amministrato come se fosse chiuso si arrivò al decimo anniversario… e alla maggiore crisi della sua storia.
Agli inizi del 2010 Sun fu acquisita da Oracle e immediatamente risultò chiaro che la situazione del progetto non sarebbe migliorata. E fu così che in piena celebrazione del decimo anniversario di OOo nacque «The Document Foundation» (TDF) realizzando un «fork» di OOo che fu chiamato LibreOffice (LibO). TDF «invitò» formalmente Oracle ad unirsi al nuovo progetto, però era chiaro che questo non sarebbe mai accaduto e perciò nessuno si sorprese della (mancata) risposta al cordiale invito. Anche se una sorpresa c'è stata: Oracle donò il copyright, i marchi, gli url… tutto quello che era relativo a OOo non a TDF ma alla fondazione Apache.
Così, il 13 giugno 2011 OOo entrò nell'«incubatrice» di Apache creando il nuovo progetto «Apache OpenOffice» (AOO) e graduandosi da «progetto top» il 18 ottobre 2012. Ed è questo il modo in cui siamo arrivati ad avere tra le mani due progetti completamente liberi basati sullo stesso codice sorgente e pensati per lo stesso «mercato».
Ma meglio finire questa storia e fare un salto al presente per vedere cosa offrono entrambi i progetti… e per così capire il perché questo libro parla soltanto su LibO.
Dalla parte di AOO: il progetto ha cambiato casa passando alla fondazione Apache, ha cambiato licenza adottandone una più permissiva (Apache 2), ha cambiato nome, ha cambiato modalità di lavoro… però non è riuscito a mantenere il ritmo di sviluppo, e l'entusiasmo iniziale è scemato velocemente. Il supporto dato all'inizio da IBM, sotto forma di codice e personale per il controllo qualità, si è diluito fino a sparire e il progetto avanza troppo lentamente. Cioè, il progetto è ancora vivo e sicuramente darà nuove versioni nel futuro, ma non è «in buona forma» e presenta alcuni problemi d'organizzazione che fanno sì che il suo progresso sia fin tropo difficoltoso.
Dalla parte di LibO: dopo le prime versioni che erano altamente problematiche il progetto si è stabilizzato e ha richiamato non solo volontari ma anche aziende (principalmente collabora con Red Hat, ma ce ne sono altre) che spingono fortemente il suo sviluppo, la riscrittura e il consolidamento del codice sorgente. Il progetto riesce addirittura a mantenere due linee di sviluppo, la «stabile» (LibreOffice still) dedicata soprattutto a chi preferisce la sicurezza alle novità e per la quale la priorità è la correzione degli errori, e quella «fresca» (LibreOffice fresh) pensata per chi vuole avere le ultimissime novità anche a rischio di bug e instabilità. Entrambe le linee seguono un ritmo di sviluppo intenso con versioni nuove quasi ogni mese. Inoltre il progetto sta consolidando una comunità di sviluppatori di estensioni, ditte che danno supporto, collaborazioni con governi che vogliono migrare al software libero… In sintesi, una crescita vertiginosa.
Come regola generale, se per qualsiasi motivo (diciamo, nostalgia per il nome) il lettore preferisce AOO deve prendere sempre l'ultima versione disponibile, mentre per utilizzare LibO è una buona idea fare attenzione al numero di versione completo, evitando nel possibile gli «zeri»: per esempio, nelle versioni 5.0.x comprese quelle considerate «stabili», ci sono alcuni problemi risolti nelle versioni 5.1.x, ma la 5.1.0 era piuttosto instabile mentre a partire dalla 5.1.2 tutto funziona molto bene.
E in questa complessa storia si trova il perché questo libro si dedica soltanto a LibO e non a AOO: l'interfaccia grafica di quest'ultimo non è cambiata in più di tre anni e non ci sono motivi per pensare che cambierà in un futuro prossimo, mentre dall'altra parte LibO, soprattutto nelle versioni 5.x, ha introdotto tante caratteristiche importanti[2] che lo fanno più competitivo e ha un numero sempre crescente di utenti soddisfatti.
Note
modifica- ↑ Fate però attenzione a scaricarlo soltanto del sito ufficiale del progetto: http://it.libreoffice.org/
- ↑ Anche se qualcuna rappresenta per me più un disturbo che un aiuto... ma si sopravvive, i cambiamenti «molesti» non sono poi così tanti.