Guida alle costellazioni/Auriga, Orione e il Triangolo Invernale/Cane Maggiore

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Il Cane Maggiore è una brillante costellazione australe, seppur non molto estesa; è anche una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo. Secondo il mito rappresenta uno dei due cani che seguono il cacciatore Orione (il quale ha una costellazione a lui dedicata, Orione), assieme al Cane Minore.

La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Canis Major
Genitivo del nome Canis Majoris
Abbreviazione ufficiale CMa
Area totale 380 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 5 febbraio
Stelle più luminose della mag. 3,0 5
Stelle più luminose della mag. 6,0 88
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
α Canis Majoris Sirio -1,44
ε Canis Majoris Adhara 1,50
δ Canis Majoris Wezen 1,83
β Canis Majoris Mirzam 1,98
η Canis Majoris Aludra 2,45
ζ Canis Majoris Furud 3,02
ο2 Canis Majoris Alaf 3,02
σ Canis Majoris 3,49

Il Cane Maggiore contiene due stelle da primato: Sirio è la più brillante del cielo notturno, costituente il vertice meridionale del Triangolo Invernale; VY Canis Majoris è invece la stella più grande finora conosciuta, pur non essendo visibile a occhio nudo.

Caratteristiche

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Pur non essendo una costellazione molto estesa (ricopre solo 380 gradi quadrati di volta celeste), individuare il Cane Maggiore in cielo è abbastanza semplice, grazie alla presenza della brillante stella Sirio, che rappresenta il naso (o la bocca) del cane. Per individuare Sirio, qualora la sua elevata luminosità non fosse sufficiente, si può sfruttare un asterismo molto noto e immediatamente riconoscibile: la Cintura di Orione.

Prolungando verso sudest la linea ideale che unisce le tre stelle della cintura si incontra Sirio; la stella è inoltre riconoscibile perché costituisce il vertice meridionale di un altro grande asterismo, noto nell'emisfero boreale col nome di Triangolo invernale, formato, oltre a Sirio, dalle brillanti stelle Procione (α Canis Minoris) e Betelgeuse, la rossa α Orionis. Il resto della costellazione si estende a sud di Sirio, seguendo parallelamente la linea della Via Lattea australe, fino agli oltre 30° di declinazione sud. La parte meridionale della costellazione contiene dei campi stellari particolarmente ricchi, ben visibili in parte anche ad occhio nudo.

La sua visibilità è certamente facilitata dalle regioni dell'emisfero australe, ma la sua relativa vicinanza all'equatore celeste fa sì che questa costellazione sia ben osservabile con facilità anche dalle regioni boreali, con la sola eccezione delle aree a ridosso e a nord del circolo polare artico; in particolare la stella Sirio, trovandosi nella parte settentrionale della costellazione, è ben osservabile anche ben oltre il circolo polare.

Sirio è anche chiamata la Stella del Cane e quasi certamente in origine da sola rappresentava il cane. Arato di Soli si riferì al Cane Maggiore come al cane da guardia di Orione, che seguiva dappresso il suo padrone, ritto sulle zampe posteriori, con Sirio racchiusa tra le sue ganasce. Manilio la chiamò «il cane dal muso adirato». A causa del moto apparente della volta celeste, sembra che il Cane Maggiore attraversi il cielo all'inseguimento della lepre, rappresentata appunto dalla costellazione della Lepre che sta sotto i piedi di Orione.

Gli studiosi di miti come Eratostene e Igino dicevano che la costellazione rappresentava Lelapo, un cane tanto veloce che nessuna preda riusciva a sfuggirgli. Questo cane ebbe un lungo elenco di proprietari, una dei quali fu Procri, figlia del Re Eretteo di Atene e moglie di Cefalo, ma i resoconti di come sia venuta in possesso dell'animale non sono unanimi. Secondo una versione il cane le fu dato da Artemide, dea della caccia; ma una storia più verosimile dice che Lelapo è il cane dato da Zeus a Europa e dal cui figlio Minosse, Re di Creta, fu passato a Procri. Insieme al cane le fu dato un giavellotto che non mancava mai il bersaglio; questo si dimostrò un regalo sfortunato, poiché fu con esso che il marito Cefalo l'uccise accidentalmente durante una partita di caccia.

Secondo un'altra versione, Cefalo ereditò il cane e se lo portò dietro a Tebe (nella Beozia, a nord di Atene) dove una volpe malvagia stava devastando la campagna. La volpe era tanto veloce da apparire destinata a non essere mai catturata. Tuttavia il cane da caccia Lelapo era destinato ad acchiappare qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Scattarono tanto veloci che era difficile persino seguirli con gli occhi. Ci fu un attimo in cui sembrò che il cane fosse riuscito a stringere la sua preda fra le ganasce, ma se le ritrovò piene d'aria mentre la volpe riprendeva a correre con rinnovata energia. Era un paradosso senza possibilità di soluzione e allora Zeus tramutò entrambi in pietre, e sistemò il cane in cielo come il Cane Maggiore, senza la volpe.

Il nome Sirio deriva dalla parola greca seiros, che significa «che fa appassire» o «che inaridisce», nome certamente molto appropriato per un oggetto così splendente. Ai tempi dei Greci il suo sorgere all'alba proprio prima del Sole segnava l'inizio della parte più calda dell'estate, un periodo che da allora si chiamò Giorni del Cane (giorni canicolari).

Stelle doppie

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Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
HD 46547 06h 32m 39s -32° 01′ 50″ 5,69 8,70 24,7 azz + b
ν1 Canis Majoris 06h 36m 23s -18° 39′ 36″ 5,70 7,65 17,4 ar + b
α Canis Majoris 06h 45m 09s -16° 42′ 47″ -1,44 8,50 11,5 azz + b
μ Canis Majoris 06h 56m 07s -14° 02′ 36″ 5,10 7,6 2,8 g + b
17 Canis Majoris AB 06h 55m 03s -20° 24′ 18″ 5,80 8,48 43 b + ar
17 Canis Majoris BC 06h 55m 03s -20° 24′ 18″ 8,48 9,16 34 ar + b
145 Canis Majoris 07h 16m 37s -23° 18′ 56″ 4,79 6,01 26,8 ar + g
HD 56731 07h 16m 57s -30° 53′ 49″ 6,30 8,0 37,9 b + b
η Canis Majoris 07h 24m 06s -29° 18′ 11″ 2,45 6,77 185 azz + azz

Stante il grande numero di stelle che popolano questa parte di cielo, il Cane Maggiore contiene diverse stelle doppie, alcune delle quali piuttosto facili da risolvere anche con piccoli strumenti.

Un'interessante binaria è ζ Canis Majoris, chiamata anche Furud. Vista ad occhio nudo rivela una magnitudine pari a 3, ma osservata con un binocolo o un modesto telescopio, si scopre una piccola compagna, di magnitudine intorno alla settima. Il sistema è tuttavia solo prospettico, dato che le due stelle non sono legate fisicamente.

Un'altra coppia facile e famosa è la 145 Canis Majoris, (o anche HD 56577) soprannominata talvolta Albireo australe per via del contrasto di colori delle sue componenti: la primaria è arancione e la secondaria biancastra; è risolvibile anche con un 60 mm. La designazione di questa stella non segue, come potrebbe sembrare, la successione di Flamsteed, ma quella di Gould, compilata nel 1879 e oggi sostanzialmente in disuso.

La coppia formata da ο1 Canis Majoris ed ο2 Canis Majoris è solo apparente, essendo la seconda, che tra l'altro è una delle stelle con la magnitudine assoluta più alta, molto più distante.

Due sistemi doppi ed una stella singola portano la sigla ν Canis Majoris; ν1 Canis Majoris (lontana 277 anni luce) è una gigante gialla di magnitudine 5,7 con una piccola stella gialla simile al Sole di magnitudine 7,7. Simile è ν2 Canis Majoris (65 anni luce), però molto più luminosa (magnitudine 4). ν3 Canis Majoris è una gigante arancione di magnitudine 4,4 con una piccola compagna di ottava magnitudine.

Anche ξ Canis Majoris è una coppia apparente; ξ1 Canis Majoris è una subgigante blu distante 2050 anni luce e di magnitudine 4,3, mentre ξ2 Canis Majoris è una nana rossa di sequenza principale che ha una magnitudine di 4,6, cui la relativa vicinanza (410 anni luce) contribuisce non poco.

La fulgida stella Sirio è tuttavia anch’essa una doppia; con grandi telescopi è infatti visibile una stellina molto più debole (magnitudine 8,7), tanto da essere difficilmente percepibile nel bagliore dell'ingombrante compagna. Questa stellina, chiamata Sirio B, è stata una delle prime nane bianche ad essere scoperte. Secondo la tradizione, fu il figlio dell'ottico Clark a vederla per primo nel 1862, puntando uno strumento appena costruito dal padre verso Sirio. L'esistenza di Sirio B, tuttavia, era già stata prevista teoricamente, dal momento che Sirio si sposta in cielo oscillando regolarmente con un periodo di 50 anni. Tali oscillazioni venivano spiegate supponendo che esistesse un corpo orbitante attorno alla stella: Sirio B è proprio il corpo responsabile di questo movimento.

Stelle variabili

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Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
R Canis Majoris 07h 19m 28s -16° 23′ 43″ 5,70 6,36 1,1359 Eclisse
W Canis Majoris 07h 08m 04s -11° 55′ 24″ 6,60 8,40 - Irregolare
RY Canis Majoris 07h 16m 38s -11° 29′ 14″ 7,71 8,45 4,6783 Cefeide
UW Canis Majoris 07h 18m 40s -24° 33′ 31″ 4,84 5,33 4,3943 Eclisse
VY Canis Majoris 07h 22m 58s -25° 46′ 03″ 6,5 9,6 - Irregolare
EW Canis Majoris (27) 07h 14m 15s -26° 21′ 09″ 4,26 4,73 - Beta Cephei
FR Canis Majoris 06h 21m 25s -11° 46′ 24″ 5,46 5,64 - Irregolare
FS Canis Majoris 06h 28m 17s -13° 03′ 11″ 7,60 7,80 - Irregolare
FT Canis Majoris (10) 06h 44m 28s -31° 04′ 13″ 5,13 5,44 - Irregolare
FU Canis Majoris 07h 00m 19s -22° 07′ 09″ 6,48 6,60 - Irregolare
FV Canis Majoris 07h 07m 23s -23° 50′ 27″ 5,64 5,94 - Irregolare
FW Canis Majoris 07h 24m 40s -16° 12′ 05″ 4,9 5,7 - Irregolare
FY Canis Majoris 07h 26m 59s -23° 05′ 10″ 5,54 5,69 - Irregolare
GU Canis Majoris 07h 01m 50s -11° 18′ 03″ 6,49 6,72 - Irregolare
κ Canis Majoris 06h 49m 50s -32° 30′ 31″ 3,51 3,97 - Irregolare
ο Canis Majoris 06h 54m 08s -24° 11′ 03″ 3,78 3,99 - Irregolare
τ Canis Majoris 07h 18m 42,4s -24° 57′ 15″ 4,32 4,37 1,2821 Eclisse
ω Canis Majoris 07h 14m 49s -26° 46′ 22″ 3,60 4,18 - Irregolare

Nel Cane Maggiore ci sono alcune stelle variabili interessanti, in gran parte identificate anche con la Nomenclatura di Flamsteed.

Numerose sono le variabili irregolari, in massima parte giovani stelle BE o del tipo Gamma Cassiopeiae. Fra queste vi è la 10 Canis Majoris, nota anche con la sigla FU Canis Majoris, che mostra variazioni contenute fra la magnitudine 5,1 e la 5,4. La FW Canis Majoris mostra invece oscillazioni più marcate, comprese fra le magnitudini 4,9 e 5,7. La giovane stella κ Canis Majoris è più facile delle precedenti solo a causa della sua maggiore luminosità, con oscillazioni comprese fra la magnitudine 3,51 e la 3,97. Notevole è anche la ω Canis Majoris, le cui oscillazioni, comprese fra le magnitudini 3,6 e 4,2, sono apprezzabili anche a occhio nudo grazie alla vicinanza con numerose altre stelle e si svolgono nell’arco medio di circa un giorno. Le altre variabili di questo tipo tendono ad avere oscillazioni dell’ordine di solo pochi decimi di magnitudine e sono pertanto di difficile osservazione.

Un caso molto particolare di variabile irregolare è invece costituito da VY Canis Majoris. Si tratta di una ipergigante rossa che col suo diametro reale pari a 1420 volte quello del Sole è una delle stelle più grandi conosciute in assoluto. VY Canis Majoris sta espellendo grandi quantità di materia ad un ritmo molto intenso. La stella si trova infatti in una fase molto instabile della propria evoluzione, prossima ormai alla sua conclusione, caratterizzata da potenti eruzioni, durante le quali la stella perde circa 10 volte più massa di quanto non ne perda tramite il vento stellare. La materia emessa durante le eruzioni ha costituito attorno all'astro una serie di anelli, archi e noduli in espansione. Si stima che nel corso degli ultimi mille anni la stella abbia sperimentato un gran numero di queste eruzioni. La sua massa iniziale è stata stimata attorno alle 17 masse solari e si prevede che terminerà il proprio ciclo vitale esplodendo come supernova.

Fra le variabili pulsanti spicca la 27 Canis Majoris (EW Canis Majoris) che è un caso di doppia spettroscopica formata da due stelle variabili; la primaria oscilla fra la magnitudine 4,5 e la 4,7, mentre la seconda tra 5,3 e 5,45.

Fra le variabili a eclisse l’unica che mostra oscillazioni facilmente apprezzabili è la R Canis Majoris, che nell’arco di un giorno e tre ore circa oscilla fra le magnitudini 5,7 e 6,4.

Oggetti del profondo cielo

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Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
NGC 2207/IC 2163 06h 16m 26s -21° 22′ 22″ Galassia 11,6 4,3 x 2,8
NGC 2217 06h 21m 40s -27° 14′ 04″ Galassia 10,4 4,5 x 4,2
NGC 2280 06h 44m 49s -27° 38′ 21″ Galassia 11,0 6,3 x 3,1
M41 06h 46m : -20° 45′ : Ammasso aperto 4,5 38
NGC 2345 07h 08m 19s -13° 11′ 38″ Ammasso aperto 7,7 12
NGC 2354 07h 14m 15s -25° 41′ 33″ Ammasso aperto 6,5 20
NGC 2359 07h 18m 31s -13° 13′ 38″ Nebulosa diffusa - 10 x 5 Elmo di Thor
NGC 2360 07h 17m 43s -15° 38′ 29″ Ammasso aperto 7,2 12
NGC 2362 07h 18m 42s -24° 57′ 15″ Ammasso aperto 3,8 8
Cr 140 07h 23m 54s -32° 12′ 00″ Ammasso aperto 3,5 42
Sh2-310 07h 24m : -25° : Nebulosa diffusa - 240
NGC 2384 07h 25m 12s -21° 01′ 24″ Ammasso aperto 7,4 2,5
 
Il brillante ammasso aperto M41.
 
NGC 2362, visibilmente immerso nei gas del grande sistema nebuloso di Sh2-310.
 
L’ammasso aperto NGC 2354 contiene numerose stelle giganti rosse.
 
La coppia di ammassi aperti NGC 2383 e NGC 2384, presso il confine con la Poppa.
 
La nebulosa NGC 2359, nota anche come Elmo di Thor, un complesso sistema legato forse a una stella instabile.
 
Le galassie interagenti NGC 2207 e IC 2163.

Essendo posta in prossimità del piano della Via Lattea, la costellazione del Cane Maggiore è molto ricca di oggetti galattici.

Sebbene siano presenti numerosi ammassi aperti, la maggior parte di questi sono relativamente deboli e quindi poco appariscenti.

Il più importante è senz’altro M41, che oltre ad essere l’unico oggetto del Catalogo di Messier presente nella costellazione è anche uno degli ammassi aperti più facile da osservare e risolvere; proprio per il suo aspetto viene talvolta soprannominato Piccolo Alveare, in riferimento all’ammasso “Alveare” (il Presepe, M44, nel Cancro). M41 è ben visibile anche ad occhio nudo: in una notte discreta appare infatti come una macchia chiara poco a sudovest della brillante stella Sirio; un semplice binocolo anche di piccola potenza come un 7x30 è in grado di risolverlo molto bene e con estrema facilità in decine di stelline, il cui colore varia dall'azzurro al biancastro; da località montane in cui l'oggetto appaia relativamente alto in cielo si può persino tentare la difficile risoluzione ad occhio nudo. Binocoli come 10x50 o 11x80 consentono di risolvere quasi completamente quest'ammasso, lasciando però una vaga traccia di nebulosità. In strumenti superiori, come un telescopio da 114mm o da 140 mm, appare completamente risolto senza traccia di nebulosità residua, con diverse componenti disposte in coppia, mentre lo sfondo è un brulicare di stelline poco luminose, che rendono però l'ammasso molto brillante e in forte contrasto con il buio del fondo cielo. M41 si trova a circa 2300 anni luce dal nostro sistema solare, sul bordo estremo del nostro braccio di spirale galattico (il Braccio di Orione), e la sua velocità di allontanamento è stimata in 34 km/s; il suo diametro apparente è di 38 minuti d'arco, che corrisponde a un'estensione reale di circa 25 anni luce. Le stime sulla sua età si aggirano fra i 190 e i 240 milioni di anni: trattandosi dunque di un ammasso relativamente giovane, possiede ancora diverse stelle bianco-azzurre, sebbene la più luminosa sia di tipo spettrale K3, ossia una gigante arancione, con una magnitudine pari a 6.9 e una luminosità pari ad almeno 700 volte quella del Sole; sono presenti anche altre stelle giallo-arancioni. Il numero delle sue componenti è pari a un centinaio, tutte di magnitudini comprese tra 7 e oltre 13.

Un secondo ammasso molto appariscente, sebbene sia di ridotte dimensioni, è NGC 2362, noto anche con la sigla del Catalogo Caldwell C64 o talvolta col nome di Ammasso di Tau Canis Majoris. Si individua circa 2,5° a nordest della brillante stella Wezen (δ Canis Majoris), in direzione di un campo stellare molto ricco di stelle visibili anche a occhio nudo. È un oggetto fortemente compatto, al cui centro spicca τ Canis Majoris, una stella doppia di magnitudine complessiva 4,39; l'osservazione dell'ammasso risulta difficile a causa della grande luminosità di questa stella e per il fatto che le altre componenti, se si eccettua una stella di settima, hanno tutte magnitudine a partire dalla decima. Un telescopio da 100 mm è in grado sia di risolverlo completamente, sia di scindere le componenti di τ Canis Majoris. A nord si estende una grande e stretta nebulosità diffusa (Sh2-310), visibile solo nelle foto a lunga esposizione, dell'estensione di 4-5 gradi quadrati. NGC 2362 è un ammasso molto ricco e fortemente concentrato, oltre che piuttosto brillante; si trova alla distanza di circa 4530 anni luce ed è situato sul Braccio di Orione, in una sua diramazione probabilmente diretta verso l'esterno della Via Lattea. La regione in cui si trova è molto ricca di gas ionizzati e di stelle giovani e brillanti. Quest'ammasso si è generato da una gigantesca nube molecolare, i cui resti sono visibili in particolare ad est dell'ammasso e vanno a costituire la regione H II Sh2-310; il vento stellare delle stelle massicce dell'ammasso ha causato una sorta di cavità al centro della nube originaria del diametro di circa 30', spazzando via il gas residuo e accumulandolo sui bordi di questa bolla in espansione. NGC 2362 è di aspetto estremamente concentrato e ha un diametro di appena 3 parsec; gran parte delle sue componenti presenta un disco protoplanetario, in particolare quelle di piccola massa. L'età media delle componenti dell'ammasso si aggira sui 5 milioni di anni; le stelle T Tauri in esso contenute avrebbero un'età stimata sui 1,8 milioni di anni, o, a seconda dei modelli, fino a 5 milioni di anni.

A breve distanza dal precedente si trova NGC 2354. La sua posizione in cielo è facile da reperire, poiché si trova 1 grado a nordest della brillante stella δ Canis Majoris; tuttavia, non è così semplice individuare l'ammasso vero e proprio, a causa della sua elevata dispersione e del ricco campo stellare in cui si trova. Le sue componenti più luminose sono di magnitudine 9, dunque al limite della visibilità con un binocolo 10x50, ma tramite questo strumento appare più simile a una macchia nebbiosa. La risoluzione è tuttavia possibile già con un telescopio da 80 mm, con cui sono visibili una ventina di stelle su uno sfondo ancora debolmente nebuloso; strumenti da 150 mm e oltre lo risolvono perfettamente in decine di stelle. Si tratta di un ammasso molto ricco e relativamente concentrato, oltre che piuttosto esteso; si trova alla distanza di 13.320 anni luce ed è quindi situato sul Braccio di Perseo, in un punto in cui questo presenta segni di disgregazione a causa della sua terminazione. La sua età è stimata attorno ai 134 milioni di anni ed è pertanto abbastanza giovane, anche se non tanto da contenere stelle di classe spettrale O; non mancano comunque studi in cui si riporta per quest'oggetto un'età molto maggiore, fino a un miliardo di anni. Nonostante la numerosa popolazione di giganti rosse che sembra contenere, NGC 2354 è stato oggetto di pochi studi; fra le nove giganti indicate come membri certi, ve ne sarebbe una con caratteristiche di binaria spettroscopica. L'ammasso contiene inoltre altre tre binarie di questo tipo e una binaria a eclisse.

Esattamente 3,5° ad est della stella γ Canis Majoris, lungo la scia luminosa della Via Lattea, si trova l’ammasso NGC 2360 (C58), soprannominato Ammasso di Caroline in quanto venne scoperto da Caroline Herschel, sorella del celebre astronomo; è un oggetto di piccole dimensioni, le cui stelle principali sono di decima magnitudine. Attraverso un binocolo 10x50 è visibile come una piccola macchia chiara e ben distinta, ma la sua risoluzione in stelle è impossibile; appare invece in un telescopio da 80 mm come un fitto gruppo di deboli stelline, di forma allungata in senso est-ovest e con una stella bianca di magnitudine 8,9 nell'estrema propaggine orientale. Un telescopio da 200 mm di apertura e ingrandimenti sugli 100x lo risolve completamente in decine di stelle. NGC 2360 è un ammasso molto ricco e concentrato, sebbene non risulti particolarmente esteso o luminoso; si trova alla distanza di 6152 anni luce ed è quindi situato sul Braccio di Perseo, in un punto in cui questo inizia a presentare segni di disgregazione a causa della sua terminazione. Si tratta di un ammasso di età intermedia, simile alle Ìadi e al Presepe, formatosi probabilmente circa 560 milioni di anni fa, anche se non mancano stime di un'età maggiore, fino a 2,2 miliardi di anni; contiene una quindicina di giganti rosse evolute, fra le quali una risulta essere variabile. La sua stella più luminosa possiede una magnitudine pari a 10,4, mentre le componenti più deboli, in massima parte stelle di classe spettrale G e K, arrivano alla magnitudine 17.

Sul bordo orientale della costellazione, vicino al confine con la Poppa, si trova la coppia di ammassi NGC 2383 e NGC 2384, immersa in un ricco campo stellare. Il primo appare attraverso un binocolo come una debole macchia chiara su cui dominano alcune stelle di magnitudine 9; il secondo è invece irrisolvibile. La risoluzione di NGC 2383 è appena accennata in un telescopio da 100 mm di apertura, mentre una buona risoluzione è possibile con strumenti di almeno 200 mm di diametro e ingrandimenti medio-alti. La gran parte delle componenti ha una magnitudine meno luminosa della 12. Per risolvere NGC 2384 occorre invece uno strumento da 120 mm. I due oggetti hanno una differenza di circa 200 milioni di anni e pertanto non sono legati fisicamente, né si sono originati dalla stessa nube molecolare gigante; le loro distanze sono rispettivamente pari a 5400 e 6900 anni luce e si trovano quindi entrambi sul Braccio di Perseo, ma distanti fra loro. NGC 2384 ha un’età di soli 8 milioni di anni ed è pertanto molto giovane.

Una piccola menzione infine per Cr 140, visibile sul bordo meridionale e costituito da alcune stelle di magnitudine 5 e 6, distinguibili anche a occhio nudo e ben risolte con un piccolo binocolo; nonostante la loro dispersione, costituiscono un gruppo di stelle fisicamente legate che si muovono assieme nello spazio. La loro età è stimata sui 20 milioni di anni e distano circa 1200 anni luce.

Fra le nebulose diffuse spicca la celebre NGC 2359, meglio nota come Elmo di Thor a causa delle sue protuberanze gassose che si diramano dalla parte centrale, di aspetto emisferico. Per reperire la sua esatta posizione in cielo si può seguire l'allineamento tra le stelle ι e γ Canis Majoris e poi, proseguendo di circa due volte la loro distanza, deviare la direzione di circa 10° verso est. Al di fuori della portata di qualunque binocolo, è invece visibile attraverso telescopi di aperture di almeno 120 mm, nei quali si presenta come una macchietta irregolare. Per poter apprezzare maggiori dettagli è necessario uno strumento di almeno 250 mm di diametro. In fotografia si rivela essere un oggetto notevole. Al centro di questa nebulosa si trova una caldissima stella di Wolf-Rayet, che la illumina eccitandone l’idrogeno e ionizzandolo; questa stella è catalogata come WR 7, o HD 56925, possiede una magnitudine pari a 10,40 e sarebbe la principale responsabile della formazione della nebulosa, composta dal gas espulso dalla stella stessa. Altre ipotesi per spiegare i getti a forma di arco osservati nella nube comprendono quella secondo cui la stella centrale circa 7 milioni di anni fa sia stata una supergigante rossa, il cui moto proprio in direzione est ha causato un'onda d'urto allo scontro fra il forte vento stellare e il mezzo interstellare circostante, molto denso a causa della presenza di una nube molecolare, causando la struttura visibile; altre ipotesi ancora menzionano altre stelle come responsabili della struttura arcuata della nebulosa.

Le galassie visibili nel Cane Maggiore sono quasi tutte deboli. Si segnalano solo la coppia di galassie interagenti NGC 2207 e IC 2163, e la spirale NGC 2217; questa ultima è visibile con un telescopio da 120 mm, mentre le altre due necessitano di strumenti molto più grandi, con aperture di 200 mm almeno.