Antologia ebraica/Dalle Profondità

Indice del libro
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Sibilla Eritrea, dall'affresco della volta della Cappella Sistina a Roma, opera di Michelangelo

ORACOLI SIBILLINI GIUDAICI modifica

(Oracula Sibyllina LL. III-IV-V)

Gli Oracoli sibillini (latino: Oracula Sibyllina), talvolta detti Pseudo-sibillini, sono 12 libri[1] in greco di contenuto assai eterogeneo, scritti in esametri e contenenti varie profezie circa eventi storici futuri; prendono il nome dai Libri sibillini.

Generalmente catalogati tra gli apocrifi dell'Antico Testamento, sono suddivisibili in due parti in base al loro contenuto: giudaico-ellenistico quello più antico, giudaico-cristiano quello più recente. Il loro nucleo originario (libri 3-5) fu composto tra il II e il I secolo p.e.v., ed è da mettere probabilmente in relazione con le comunità della diaspora ebraica in Egitto; il testo originario fu poi rielaborato e ampliato in ambiente cristiano, tra il I e il VI secolo,[2] con evidente scopo apologetico.

Composizione:

Il contenuto degli Oracoli è stato definito «una straordinaria miscellanea il cui contenuto rispecchia una varietà di dottrine, assimilando le caratteristiche della letteratura profetica orientale e della cultura ellenistica».[3]

Il nucleo più antico è infatti il risultato della rielaborazione delle collezioni di oracoli attribuiti alle Sibille, che tanta fortuna avevano presso il mondo ellenistico-romano; gli oracoli furono prodotti a scopo propagandistico, in modo che ne fosse esaltato il senso apocalittico e che potessero convogliare un messaggio monoteistico e messianico. Questo nucleo, infatti, è riconducibile al mondo culturale ebraico di Alessandria d'Egitto, dove gli Ebrei della diaspora vissero a contatto con la cultura ellenistica, a partire dal III secolo p.e.v. o dalla prima metà del II secolo p.e.v.[4]

Successivamente il materiale fu rielaborato in ambiente cristiano, adattando le profezie giudaiche (profezie apocrife) in modo che prefigurassero l'avvento del Cristianesimo (come avvenuto nel caso della reinterpretazioni delle profezie dell'Antico Testamento all'interno dei vangeli canonici). La Sibilla, in particolare la Sibilla Eritrea, diventa dunque un'occasionale medium per la trasmissione delle profezie ispirate da Dio.

I primi otto libri furono raccolti insieme da un autore anonimo, che compose anche il Prologo, il cui intervento si fa risalire al VI secolo.[5]

I libri più antichi sono quelli attualmente numerati come III, IV e XI; successivamente furono composti i libri I e II, collocati prima dei precedenti in quanto fanno riferimento alle fasi della creazione del mondo. Un gruppo a parte è costituito dai libri XI-XIV, nei quali si nota una fusione di temi escatologici-apocalittici con un carattere prevalentemente storico. A partire dall'antichità fino all'epoca romana, gli oracoli riportano eventi, storici o inventati, riconducibili a eventi luttuosi che colpiscono coloro che si oppongono al popolo scelto da Dio; in particolare sono evidenziate le difficoltà incontrate dai Romani, di cui viene sottolineata l'ostilità nei confronti degli Ebrei e la contrapposizione tra il loro dominio e il Regno del Figlio di Dio.[5] La data e il luogo di composizione dei libri che compongono gli Oracoli sono i seguenti:[6]

Libro Ambiente di composizione Data
I e II giudaico e cristiano tra il 50 p.e.v. e il 70 e.v.
III giudaico
(cfr. testo italiano di seguito, estratto e redatto dalla versione di Alberto Pincherle, 1922)
163-140 p.e.v. (nucleo originario)
dopo il 31 p.e.v. (seconda fase)
I secolo e.v. (terza fase)
IV giudaico (cfr. testo Cap. 8) dopo l'80 e.v.
V giudaico, con interpolazioni cristiane (cfr. testo Cap. 9) I/II secolo e.v. (nucleo originario)
epoca adrianea o aureliana (interpolazioni)
VI e VII cristiano II-III secolo e.v.
VIII giudaico/cristiano tra l'epoca aureliana e il III secolo
XI giudaico dopo il 19 p.e.v.
XII giudaico epoca di Massimino il Trace (235-238)
XIII giudaico epoca di Gallieno (253-268)
XIV giudaico rielaborato prima della conquista araba di Alessandria (646)

Libro III modifica

O celeste, Tonante dall'alto, [beato], che tieni i Cherubini facendoci stare saldi in trono, ti supplico, concedi un poco di riposo a me la quale dico la verità intera; poiché il mio cuore è affranto. Ma perché di nuovo mi palpita il cuore e l'animo battuto da una sferza è costretto a palesare a tutti la voce che mi risuona dentro? Orsù, annuncerò dunque ancora una volta tutto ciò che Dio mi costringe a far noto agli uomini.

O uomini che avete nel vostro aspetto una forma creata da Dio (a sua somiglianza) perché errate vanamente e non ve ne andate per la retta via ricordandovi sempre del Creatore immortale? Uno è Dio, che solo impera, ineffabile, abitante nell'Etere, auto-generato, invisibile Egli che vede ogni cosa; cui non costruì una mano abile nello scolpire, né rivela la statua d'oro d'avorio creata dalle arti dell'uomo; ma Egli stesso, l'Eterno rivelò sé medesimo che era, ed era stato prima, e così ancora e di qui innanzi. E chi infatti essendo mortale può fissare Dio con gli occhi? O chi potrà sopportare di udire anche il solo nome del celeste gran Dio che governa il mondo? Il quale con la sua parola creò ogni cosa, e il cielo ed il mare e l'infaticabile sole e la luna piena, e gli astri lucenti e la possente madre Teti, le sorgenti ed i fiumi, il fuoco immortale, i giorni, le notti; e lo stesso Dio è quegli che plasmò Adam[o] dal nome di quattro lettere, il primo creato e che contiene nel suo nome e l'oriente e l'occidente, e il settentrione e il mezzogiorno; ed Egli stesso fissò il tipo della figura umana e fece le belve, e i rettili e gli uccelli.

Voi non venerate, né temete Dio, ma errate vanamente, prosternandovi a serpi e sacrificando a gatti, a statue di pietra e ad immagini mute di uomini generati; e in templi senza Dio, seduti davanti alle porte, non venerate il Dio che è, che custodisce ogni cosa; allettati dalla malvagità delle pietre, dimenticando il giudizio del Salvatore immortale che creò il cielo e la terra. Ahi razza che gioisci nel sangue, ingannatrice, malvagia, di uomini senza religione, bugiardi, e maligni e immorali, ladri dei letti coniugali, idolatri macchinatori di frodi, che avete nel petto il male, e una pazzia furiosa; rapaci per voi stessi, dall'animo senza vergogna: poiché nessuno che sia riceg e possidente farà parte ad altri, ma tutti i mortali avranno luna terribile malvagità, non manterranno fede adatto, e le donne vedove ameranno di nascosto altri, molte per guadagno, e non conserveranno, astenendosi dagli uomini, la rettitudine da filo a piombo della vita.

Ma quando Roma che ancora aspetta regnerà anche sopra l' Egitto, allora il grandissimo regno (sovranità) del re immortale apparirà tra gli uomini. Verrà un Santo Signore, che possederà gli scettri di tutta la terra, per tutte le età del tempo che scorre veloce. Ed ecco l'inesorabile ira degli uomini Latini; tre per miserabile destino rovineranno Roma. Tutti gli uomini periranno sotto i loro tetti, quando scorrerà giù dal cielo la cataratta di fuoco.

Ahi, me infelice, quando verrà quel giorno e il giudizio di Dio immortale gran Re?

Ancora starete in piedi, città, e adornate tutte di: templi e di stadi e di piazze, e di statue d'oro e d'argento e di pietra, affinché giungiate a quel giorno amaro. Verrà infatti il momento, quando trascorrerà tra tutti gli uomini l'odore dello zolfo. Ma io racconterò le cose ad una ad una, in quante città gli uomini sopporteranno sventure.

Ma dai Sebasteni tornerà Beliar e farà stare in piedi l'altezza dei monti, farà stare in piedi il mare e il gran sole infuocato e la chiara luna, farà stare in piedi i morti, e farà molti segni per gli uomini; ma in lui non saranno realizzati; bensì trarrà molti in errore e e ingannerà molti fedeli eletti, ed Ebrei ed altri uomini senza legge, i quali non avevano udito ancora mai la parola di Dio. Ma quando le minacce del gran Dio saranno incombenti, e una potenza di fuoco attraverso la massa ondosa verrà sul' a terra, e bruci Beliar e gli uomini superbi che in lui avranno riposto fede; allora il móndo sarà governato dalle mani d'una donna e reso ubbidiente in tutto. Poi quando una vedova regni su tutto il mondo e getti oro ed argento nel mare dìvino, e insieme col bronzo getti nel mare il ferro degli uomini efimeri, allora tutti quanti gli elementi del mondo sarannno vedovati, quando Dio abitante nell'etere rotoli il cielo Còme si arrotola un libro. Tutta la volta celèste dai molti segni cadrà sulla divina terra, e sul mare scorrerà la cataratta instancabile di fuoco violento e brucierà la terra, brucierà il mare; e la volta celeste, e i giorni e la creazione stessa fonderà insieme e ridurrà a purezza.

E non più esisteranno le ridenti sfere degli astri, non più notte, non più aurora; non ti darai pensiero dei giorni numerosi, non della primavera, non dell'estate, non dell' inverno né dell'autunno. E allora il giudizio del gran Dio verrà in mezzo del gran secolo quando accadranno tutte queste cose.

O per le acque navigate e per tutta la terra! per il sole che si leva e che non tramonterà di nuovo! Tutte le cose ubbidiranno a lui quando salirà di nuovo sul mondo; perciò dunque fu primo e conobbe il proprio potere.

Ma quando si compiranno le minacele del gran Dio ch'egli mandò ai mortali quando costruirono la torre nella terra d'Assiria; poiché eran tutti della stessa favella e vollero innalzarsi fino al cielo stellato; e allora l'Immortale impose una terribile necessità ai venti. Eallora dopo che i venti ebbero abbattuto dalla cima la grande torre, eccitarono tra i mortali la discordia intestina. Perciò alla città gli uomini posero nome Babilonia. Ma dopo che la torre fu caduta e le lingue degli uomini si dispersero in favelle d'ogni genere, e la terra dei mortali si riempì di regni divisi, allora venne la decima generazione degli uomini mortali, da quando no ai primi uomini sopravvenne il diluvio. E regnò Cronos e Titano e Japeto, i figli più nobili di Gaia e di Uranòs, che gli uomini chiamarono Terra e Cielo, dando loro nomi, perché erano i primi tra gli uomini mortali.

I tre terzi della terra erano la sorte di ciascuno e ognuno avendo la sua parte regnava e non venivano a conflitto; vi erano infatti i giuranienti del padre, e le parti eran giuste. Poi venne il tempo pieno della vecchiezza e il padre morì; ed i figli facendo una tremenda trasgressione ai giuramenti incominciarono fra loro una contesa: chi, con onori regali, comanderebbe a tutti gli uomini; e combatterono tra loro Cronos e Titano. Ma Rea, e Gaia, e Afrodite amante di corone, e Demetra, ed Estia e Dione dalle belle chiome li condussero ad un patto, avendo radunato tutti i re consanguinei, e gli altri uomini che erano di quel sangue o di quei genitori; e giudicarono che Cronos regnasse su tutti, poiché era il più vecchio e il più nobile nell'aspetto. Allora Titano impose grandi giuramenti a Cronos, di non allevare una stirpe di figli maschi, per regnare lui, quando Cronos fosse vecchio e si compisse il destino. Ogni qual volta Rea partoriva, i Titani si ponevano presso a lei e facevano a pezzi tutti i figli maschi: lasciavano vive tutte le femmine che fossero allevate presso la madre. Ma quando l'illustre Rea partorì il suo terzo parto, generò per prima Era; e poiché videro coi loro occhi che il neonato era femmina, quegli uomini feroci, i Titani, se ne vennero via per conto loro. E dopo che Rea generò un figlio maschio, lo mandò subito di nascosto ad essere allevato in Frigia, avendo tre preso tre uomini Cretesi legati da giuramento. Perciò a lui posero nome Dia, perché era stato trasportato. Così, allo steissso modo, spedì di nascosto Posidone. Per la terza volta poi Rea illustre fra le donne generò Plutone, nel passare presso Dodona, onde scorrono le umide vie del fiume Eùropo, e l'acqua scorre verso il mare, insieme col Penèo, e lo dhiamano Stigio. Ma quando i Titani udirono che vi israno dei figli, in segreto, che aveva generato Cronos e la sua consorte Rea, Titano riunì i suoi sessanta figli e mise in lacci Cronos e la iso sua consorte Rea, ti nascose nella terra e li custodì in ceppi, h allora lo udirono i figli del potente Cronos, e fecero una terribile guerra e battaglia; e questo fu rinizio della guerra per tutti i mortali. [Infatti questo fu per i mortali il primo inizio di guerra].

E allora Dio mandò sventura ai Titani. E tutte le generazioni dei Titani e di Cronos perirono. E dopo, nel corso del tempo, sollevò il regno d'Egitto, poi dei Persiani, dei Medi e degli Etiopi, e dell'Assira Babilonia, poi dei Macedoni, di nuovo d'Egitto, quindi di Roma.

E allora la parola del gran Dio mi si pose nel petto e mi comandò di profetizzare su tutta la terra e di porre nell'animo dei Re le cose che saranno. Ed a me prima Dio mise in mente questo, quanti regni degli uomini si raduneranno.

Prima regnerà la casa di Salomone, invasori della Fenicia e dell'Asia nonché di altre isole, e la razza dei Panfili e dei Persiani e dei Frigi, dei Cari e dei Misii, e quella dei Lidii pieni d'oro.

Ma dopo i Greci arroganti ed impuri; regnerà un'altra razza di Macedonia, grande e mutevole, che verranno come una terribile nube di guerra per i mortali. Ma il Dio del cielo li svellerà fin dalla radice. Ma dopo vi sarà il dominio bianco e dalle molte teste di un impero dal mare occidentale, che dominerà sopra molta terra e farà tremare molti, e più tardi incuterà spavento a tutti i re; molto oro ed argento rapirà da molte città; ma nell'inclita terra vi saranno di nuovo degli ori ed anche degli argenti e ornamenti. E tormenteranno gli uomini. Ma quegli uomini faranno una grande caduta, quando daranno inizio all'arroganza ingiusta. Allora sarà in costoro una necessità di (commettere) impurità; l'uomo avrà commercio con l'uomo e alleveranno dei ragazzi sotto iss tetti vergognosi e in quei giorni vi sarà tra gli uomini una grande tribolazione, e scuoterà e sgretolerà ogni cosa e tutto riempirà dì malanni mediante la rapacità conducente vita vergognosa, e la ricchezza male acquistata, in molte terre, ma specialmente in Macedonia. L'odio si desterà e vi sarà in essi ogni frode fino al settimo regno che regnerà un re d'Egitto, che sarà discendente dai Greci. E allora sarà saldo di nuovo il popolo del gran Dio, i quali saranno guide di vita per tutti i mortali. Ma perché a me Dio pose in mente di dire qual male accadrà prima, e in seguito, e da ultimo, a tutti gli uomini, e quale sarà l'origine di tutto questo?

Dapprima Dio manderà sventura ai Titani; dovranno infatti pagare il fio ai figli del potente Cronos a cagione del fatto che quelli legarono Cronos e la loro amorevole madre. In seguito i Greci avranno tirannidi e re Insolenti, superbi ed impuri, dagli amori furtivi, e malvagi in tutto; e per gli uomini non vi sarà più ri- 205 poso dalla guerra. I Frigi terribili periranno tutti e sventura sarà su Troia in quel giorno. Poi verrà sciagura ai Persiani ed Assiri, ed a tutto l' Egitto, e alla Libia e agli Etiopi; ed ai Cari ed ai Pamfili una grande sciagura da mettere in comune; e a tutti i mortali.

Ma perché enumerare queste cose ad una ad una?

Ma quando le prime cose avran fine, sovrasteranno agli uomini le seconde. E così io dichiarerò in primoluogo, sciagura verrà agli uomini pii, che abitano intorno al gran tempio di Salomone e sono discendenti di uomini giusti. Così anche di questi io dichiarerò la stirpe, e le generazioni dei padri e la terra di tutti, ogni cosa con arte, mortale dai vari inganni, astuto.

V'è una città sulla terra, Ur dei Caldei, da cui viene la razza degli uomini i più giusti ai quali stanno sempre a cuore volontà di bene e opere buone. Essi infatti non si curano né del corso circolare del sole, né della profondità azzurrina del mare oceano, né dei segni degli starnuti, né degli uccelli degli auguri, non di indovini, non di fàrmachi, non d'incantatori, non dei trucchi dei discorsi insensati dei ventriloqui, né strologano le predizioni dei Caldei, né si occupano di studiare il corso degli astri; sono tutti inganni queste cose, che uomini insensati ricercano ogni giorno, non esercitando le loro menti in alcun lavoro utile. Ed insegnarono gli inganni ad uomini miserabili, onde vengono agli uomini molte sventure sopra" la terra, a causa dell'aver smarrito le vie buone e le opere giuste. Ma quelli hanno a cuore la giustizia e la virtù, e non per amore del guadagno, che genera sventure in numero infinito agli uomini, guerra e fame senza fine. Questi hanno misure giuste sui campi e nelle città, né compiono furti la notte fra loro, né rapiscono cacciandole innanzi a sé mandre di buoi di pecore di capre; né il vicino prende le pietre di confine della terra del vicino, né l'uomo molto ricco affligge quello da meno di lui, non tormenta le vedovema le soccorre venendo loro in aiuto con farina vino e olio; sempre il prosperoso tra il popolo manda a quelli che non hanno nulla, anzi sono in istrettezze, una parte del raccolto, compiendo la parola del gran Dio, l'inno della legge. Il Celeste infatti per tutti fece una terra comune.

Ma quando lascerà l'Egitto e camminerà per la sua [retta] via il popolo dalle dodici tribù sotto le Guide mandate da Dio, di notte tempo marciando nella colonna aso di fuoco, e nella colonna della nuvola quando l'aurora abbia guidato il giorno, su questi Egli stabilirà per condottiere un grand' uomo, Mosè, cui una donna regale avendolo trovato presso la palude d'Egitto si accolse presso di sé, e avendolo allevato chiamò figlio. Ma quando egli venne, conducendo il popolo che Dio aveva condotto fuori d'Egitto, al monte Sinai, Dio dal cielo diede la legge, avendo scritto su due tavole tutta la giustizia e impose di metterla in pratica; e se qualcuno disubbidisse, avrebbe pagato il fio alla legge o per mani mortali; o, sfuggendo agli uomini, sarebbe perito in tutta giustizia...

A questi soli la terra feconda dà frutto, il cento per uno, si compivano le misure di Dio. Ma anch'essi avranno sventure e non sfuggiranno al flagello. E tu dunque, lasciando il bellissimo tempio, fuggi; poiché è destino che tu lasci la terra santa. Sarai condotto presso gli Assiri e vedrai i tuoi figlioletti ancora infanti e le vergini servire presso uomini ostili ed ogni risorsa e ricchezza sarà perduta; tutta la terra e tutto il mare (sarà) pieno di te ed ognuno irritato per i tuoi costumi. E tutta la tua terra sarà abbandonata; e il saldo altare ed il tempio del gran Dio e le grandi costruzioni, tutto cadrà a terra, poiché non ponesti mente alla santa legge di Dìo immortale, ma tratto in inganno hai prestato culto a ìdoli vergognosi, non temendo il genitore immortale degli dei e di tutti gli uomini, non volesti rendergli omaggio e onorasti le immagini di mortali. Onde per sette decine d'anni la tua terra fruttifera sarà tutta desolata, e così le meraviglie del Tempio. Ma ti, aspetta un risultato di bene e una grandissima gloria, come si è impegnato verso di te Dio immortale. Ma tu rimani ben saldo, avendo fede nelle sante leggi del gran Dio finché egli alzi su dritto, alla luce, il tuo ginocchio affranto. E allora Dio celeste manderà un Re che giudicherà ogni uomo nel sangue e nel fulgore del fuoco. Vi è una tribù regia la cui discendenza non verrà mai meno e questa con l' andare dei tempi regnerà. e comincierà ad innalzare il nuovo tempio di Dio. E tutti i Re dei Persiani porteranno come alleati oro e bronzo e argento molto lavorato. Dio stesso infatti darà un santo sogno di notte. E allora il tempio sarà di nuovo com'era prima.

Non appena a me l'animo fece arrestare l'inno ispirato da Dio, e pregai il grande genitore di farmi riposare da questa costrizione: ecco di nuovo la parola del gran Dio mi si pose nei precordi e mi comandò di profetizzare su tutta la terra e di porre in animo ai re le cose che saranno. Ed a me Dio dapprima mise in mente di dire quanti gravi dolori l'Immortale ha pensato contro Babilonia, poiché gli ha distrutto il gran tempio. Guai a te. Babilonia, razza degli uomini Assiri, un tremendo frastuono si spanderà su tutta la terra di peccatori, e un grido di guerra distruggerà tutta la. terra abitata da uomini: il flagello del gran Dio, conduttore di inni. Aerea verrà su te, o Babilonia, dall'alto [ma si abbatterà dal Cielo, dai Santi, sopra di te] ed ai figli della collera la distruzione eterna e sarai, qual fosti prima di essere, come se non mai esistita. E allora sio sarai riempita di sangue, come prima ne versasti tu stessa di uomini buoni e di uomini giusti, il cui sangue ancora grida all'alto cielo.

Un gran colpo, Egitto, verrà sopra di te, alle tue case, terribile, che avresti sperato non ti sopraggiungesse si» mai. Che una spada passerà per il tuo mezzo, dispersione e morte e fame si farà sentire nella settima generazione dei re, e allora avrai riposo.

Guai a te, terra di Gog e di Magog che sei nel mezzo dei fiumi dell'Etiopia! quale spargimento di sangue accoglierai e sarai chiamata tra gli uomini casa del giudizio e la tua terra abbondante di rugiada berrà il nero sangue.

Guai a te, Libia; guai al mare e alla terra. O figlie dell' Occidente, a quale amaro giorno verrete; voi verrete ad essere perseguitate da un'aspra guerra, terribile e dura; vi sarà ancora un terribile giudizio e per necessità tutte correrete a distruzione perché avete gettato in pezzi la grande dimora dell' Immortale e con denti di ferro l'avete spaventosamente maciullata. Perciò tu vedrai la tua terra piena di morti, per la guerra e per tutta l'ira di Dio, per fame e per peste, e da nemici dal cuore barbaro; la tua terra, desolata, e le città, deserto. In occidente splenderà una stella, che chiameranno chiomata (cometa) segno agli uomini di spada, di fame e di peste di rovina di condottieri e di uomini grandi ed illustri.

E ancora vi saranno segni grandissimi tra gli uomini : il Tanai dai gorghi profondi lascerà la palude Meotide e lungo il letto profondo sarà il solco di un campo fruttifero, e la molteplice corrente occuperà l' istmo, Aperture e baratri immensi; molte città con i loro abitanti cadranno, in Asia Jassos, Kebren, Fandonia, Colofone, Efeso, Nicea, Antiochia, Tanagra, Sinope, Smirne, Mirine [Arados] Gaza felicissima, Jerapoli, Astipalea, ma dell'Europa la ricca Ciagra [Tanagra] la regale Merope, Antigone, Magnesia la tutta divina Micene. Sappi che allora la razza funesta d'Egitto sarà vicina a perdizione e allora per gli Alessandrini sarà migliore l'anno trascorso.

Quante ricchezze Roma ha ricevuto dalla tributaria Asia, tre volte tante l'Asia ne riceverà da Roma, si farà scontare il fio dei maltrattamenti fattile; e quanti uomini dall'Asia diverranno servitori nella residenza degli Itali venti volte tanti Itali in miseria lavoreranno per salario in Asia, e ognuno sarà debitore per decine di migliaia. O figlia molle e piena d'oro delia Latina Roma, che ti sei tanto spesso ubbriacata in nozze con molti pretendenti, tu sarai data in isposa come schiava senza onore, e spesso a te la padrona taglierà la lussureggiante capigliatura, pronunciando la sua giustizia dal cielo ti getterà sulla terra e dalla terra di nuovo ti solleverà al cielo, poiché gli uomini sono immersi in una vita volgare ed ingiusta.

E Samo sarà sabbia, Delo invisibile, Roma una via (un fiume): tutti i presagi saranno compiuti. Ma di Smirne distrutta non una parola. Vi sarà un vendicatore ma per i cattivi consigli e per la malvagità dei duci...

Una pace serena si avvierà alla terra d'Asia; l'Europa sarà allora beata, l'aria fruttifera, per moiti anni salubre senza gelo e senza grandine, portante ogni cosa, uccelli e fiere serpenti della terra. O beatissimo l'uomo che sarà in quel tempo [e la donna; come il favoleggiato abitante (delle isole) dei beati]: ogni giustizia e rettitudine dal cielo stellato scenderà sugli uomini e con esse la saggia concordia, la cosa fra tutte più giovevole agli uomini, e tenerezza, fiducia, amore da parte degli stranieri e verso di loro; ma ingiustizia, biasimo, invidia ira, stoltezza, la povertà fuggirà di fra gli uomini, e fuggirà la necessità e la morte e le discordie funeste e le gravi contese, ed i furti notturni ed ogni male, in quei giorni.

Mala Macedonia genererà un grave flagello all'Asia; all'Europa si coprirà di spighe un grandissimo soggetto di pena, della stirpe Cronide, una razza di bastardi e di schiavi. Questa costruirà anche Babilonia città forte, e, proclamata signora di tutta la terra quanta ne vede il sole, sarà perduta per i mali flagelli degli dei, avendo rinomanza fra i più lontani posteri.

Verrà anche alla felice terra d'Asia un uomo infedele, rivestito sopra le spalle di un manto purpureo, feroce, ingiusto, ardente; che prima lo chiamò in vita il fulmine; e tutta l'Asia avrà un malo giogo, la terra fatta umida terrà molta strage. Ma Ade si prenderà cura di lui come completamente sconosciuto; dalla stirpe di quelli, dei quali egli vuole distruggere la stirpe, sarà distrutta la sua; mettendo [egli] una sola radice, cui taglia il distruttore dei mortali, di fra dieci corni, dopo genererà un altro ramoscello: ei taglierà il guerriero genitore della stirpe purpurea, ed egli stesso dai figli dei figli in un patto di Ares sarà estinto; e allora regnerà il corno cresciuto dopo.

Vi sarà anche per la Frigia fruttifera un segno, quando la razza impura di Rea, onda perenne sulla terra fatta fiorire da radici che non hanno mai sete, sia con tutte le radici distrutta in una notte, nella città del Dio scuotitor della terra, con tutti i suoi abitanti; la quale chiamano per nome Dorylaion, nell'antica Frigia, molto lamentabile ed oscura. Quel tempo sarà per soprannome lo scuotitor della terra; fracasserà i recessi della terra e distruggerà le mura. Ma i segni saranno principio non di bene sì di male. Avrai per signori uomini abili nella guerra di ogni popolo, Eneadi, sangue indigeno (di Ilio). Ma dopo ciò sarai preda degli uomini che ti desiderano.

Ilio, ho pietà di te; in Sparta una Erinni crescerà un bellissimo ed ottimo e sempre ricordato germoglio, il quale lascierà una tempesta molta diffusa in Asia e in Europa; a te specialmente cagionerà gemiti e sofferenze e lamenti: la fama non diventerà antica tra i futuri.

E vi sarà allora un vecchio uomo scrittore di falsità, falsario anche quanto alla patria; nei suoi occhi la luce tramonterà, avrà una gran mente e un verso misurato sul pensiero, mischiato con due nomi; chiamerà se stesso uomo di Chio e scriverà la storia di Ilio, non secondo verità, ma abilmente; poiché si impadronirà dei miei metri e delle mie parole; per primo infatti egli svolgerà con le sue mani i miei libri, e celebrerà molto gli armati uomini di guerra, Ettore Priamide, il Pelide Achille e gli altri, quanti ebbero a cuore le opere della guerra. E farà che ad essi siano accanto 430 protettori gli dei, descrivendoli falsamente in tutti i modi come uomini insensati; e ad eglino sarà fama che lungi si spande il morire ad Ilio; ma anch'egli riceverà opere di rincompensa,

E alla Licia la stirpe dei Locrii frutterà molti mali.

Calcedone, cui è toccato in sorte il dominio dello stretto mare, anche te venendo distruggerà un fanciullo d'Etolia.

Cizico, ed anche a te infrangerà la grave ricchezza il mare; e tu, Bisanzio compirai guerra all'Asia e certo riceverai in parte gemiti e sangue infinito.

E, alto monte Crago di Licia, dalle tue cime l'acqua scorrerà per le fessure della pietra spaccata, finché faccia cessare i miracoli dell'oracolo di Patara.

Cipro, abitante della vinicola Propontide, Rindaco farà tuonare intorno a te una tempesta d'armati.

E tu. Rodi, per lungo tempo sarai libera, fanciulla effimera, e avrai grande ricchezza e avrai potenza sul mare al disopra degli altri; ma dopo questo sarai preda agli uomini che ti bramano per la bellezza e la ricchezza: ti porrai al collo un terribile giogo.

Un terremoto in Lidia distruggerà cose di Persia compiendo orribili sciagure dell'Europa e dell'Asia. Il funesto re dei Sidoni e le tribù di altri marinai recheranno una rovina funesta alle sabbie del deserto. Il sangue degli uomini uccisi scorrerà sulla pianura fino al mare, le spose con le figlie dalle vesti brillanti grideranno a gran voce la propria miseria, queste per i morti quelle per i figli perduti.

Segno di Cipro: un terremoto distruggerà le rupi a picco e l'Ade riceverà molte vite insieme.

Traili la vicina di Efeso con un terremoto distruggerà i ben costrutti edificii degli uomini e dei popoli irritati; la terra farà scorrere acqua bollente; e di questa si abbevererà la terra stessa divenuta stanca; odore di zolfo.

E Samo a suo tempo costruirà un palazzo reale.

Italia, a te non verrà alcun Ares straniero, il sangue tanto sventurato e non facile a distruggere, del tuo stesso popolo devasterà te celebre e svergognata. E tu giacendo presso le ceneri ancor calde, impreveggente nel tuo animo, ti ucciderai (i) Sarai madre di uominisenza bontà, nutrice di belve.

Ma quando dall'Italia verrà un uomo distruttore, allora tu, Laodicea, splendida città dei Cari pressa l'acqua prodigiosa del Lieo, cadendo bocconi deplorerai in silenzio il genitore orgoglioso.

I Traci di Crobizo faranno risorgere Haimos.

I Campani avranno un colpo a causa della fame molto lamentevole; [ella deplorando il proprio padre...].

Corsica e Sardegna da grandi uragani invernali e tempeste e dai colpi di Dio Santo saranno immerse negli abissi del mare, preda ai figli del mare. Ahi,. 480 quante vergini non si sposerà Hades, e quanti giovani che non avranno ricevuto onori funebri circonderà l'abisso, ahi, ahi, fanciulli infanti dispersi pel mare, e grande ricchezza! La terra beata dei Misii, razza regale, improvvisamente si fabbricherà... Non per lungo tempo in verità sarà Cartagine [Calcedonia]. I Calati avranno lamentabilissimi guai. Anche a Tenedo verrà l'ultimo malanno ma immenso.

E Sicione bronzea con i suoi urli anche te, o Corinto, glorificherà sopra tutti; ma il flauto risuonerà ugualmente.

Non appena a me l' animo ristava dall' inno ispirato, ed a me di nuovo si pose nell'animo la parola di Dio, e mi comandò di profetizzare su tutta la terra.

Guai alla razza degli uomini e delle donne di Fenicia, e a tutte le città marittime, nessuna di voi si esporrà alla luce del sole nella luce comune, né vi sarà mai più per te numerazione della vita, tribù, a causa della lingua ingiusta e della vita contraria alla legge ed impura, che tutti condussero sciupandoli tempo ed aprendo una bocca impura, e tutti esposero discorsi orribili, falsi ed ingiusti, resistettero e si posero innanzi a Dio il gran re, e aprirono con falsità una bocca che contaminava. A causa di ciò. Dio li farà perire con i suoi colpi in maniera terribile su tutta la terra e manderà loro un aspro destino, bruciando dalle fondamenra le città e molti edifici.

Guai a te, dolorosa Creta, un solo colpo ti arriverà e una terribile eterna distruzionee tutta la terra ti vedrà fatta nera di fumo e il fuoco non ti lascerà per l'eternità, ma brucerai.

Guai a te, Tracia, come verrai sotto un giogo di schiavitù, quando mescolati i Galati con i Dardanidi saccheggiando impetuosamente la Grecia, allora sarà sventura su te; ad una terrà straniera darai tributo e nulla prenderai.

Ahi, Gog e Magog, quante sciagure arreca il destino a te ed ai popoli dei Mardi e dei Drangi e a tutti in seguito; e molte ai figli dei Liei, Misi e dei Frigi. Molte stirpi dei Panfili e dei Lidii e dei Morì e degli Etiopi e delle razze delle lingue barbare, dei Cappadoci e degli Arabi, cadranno: a tutte le genti, infatti, quante abitano la terra, l'Altissimo manderà un terribile colpo.

Quando una numerosa razza barbara assalirà i Greci farà perire molti capi di uomini scelti; metteranno in pezzi molti grassi capi di mortali, e di cavalli e di muli e madre di muli e mandre di buoi dal forte muggito e bruceranno criminosamente col fuoco molti ben costrutti edifici; condurranno a forza molti corpi schiavi,

In un'altra terra, e i figli e le dorine dalla cintura bassa, tènere, fuori dei talami, cadenti all'innanzi, sui piedi delicati

vedranno quelli soffrire in legami tutta la terribile

violenza da parte dei nemici dalla barbara favella; e non avranno nessuno che le difenda un poco dalla guerra, che sia aiuto (guida) della vita. Vedranno il nemico raccogliere, i loro possedimenti e l'intera ricchezza; hanno un fremito nelle ginocchia. Fuggiranno cento, un solo li perderà tutti; cinque agiteranno una grave collera; e quelli contro di loro vergognosamente insozzati di guerra e di strage porteranno ai nemici gioia ma lutto agli Elleni.

Il giogo della schiavitù sarà su tutta la Grecia, ad un tempo per tutti i mortali vi sarà guerra e pestilenza; Dio farà in alto un grande cielo di bronzo e su tutta la terra siccità, questa ferrea. Così dopo che i mortali avranno tutti deplorato terribilmente la perdita della seminagione e dell'aratura, colui che creò il cielo e la terra porrà nella terra anche il fuoco come una gran ragnatela, e di tutti quanti gli uomini vi sarà allora la terza parte.

O Grecia, perché come a guide credi ad uomini mortali ai quali non è possibile sfuggire la fine della morte? E a che scopo porti vani doni ai morti e sacrifichi ad immagini? Chi ti pose in animo quest'errore di compiere tali cose avendo negletto il volto del gran Dio? Abbi sacro il nome del Genitore di tutto e che non ti sfugga.

Sono mille anni ed altri cinquecento da quando regnarono gli arroganti re dei Greci i quali ordinarono ai mortali le prime azioni malvagie, innalzando molte immagini di dèi morti, a cagione di che vi fu dato l'esempio di pensare le vanità.Ma quando sarà sopra di voi Tira del gran Dio, allora voi riconoscerete il volto del gran Dio. Tutte le anime degli uomini lanciando grandi lamenti, dritte all'alto cielo alzando le loro mani, comincerano a celebrare col canto il gran re che viene in aiuto, e a cercare un liberatore, chi sia, dalla grande ira.

Ma su, impara questo, e ponitelo in mente, quanti lutti vi saranno col volgere degli anni... e tu offrirai mandre di buoi e di tori dal forte muggito facendo un intero olocausto al tempio del gran Dio, tu fuggirai al grido terribile e al timore della guerra e alia pestilenza e sfuggirai di nuovo al giogo della schiavitù. Ma la razza di questi uomini empi sarà fino a quando questo giorno stabilito avrà cominciato a ricevere compimento. In verità, voi non sacrificherete a Dio, finché tutto non sia accaduto; tutte le cose che Dio l'unico ordinerà non rimarranno incompiute. Ogni cosa si compirà, ma una forte necessità vi costringerà.

Vi sarà di nuovo la razza degli uomini pii devoti ai voleri ed alla mente dell'Altissimo, che tributeranno onore al Tempio del gran Dio con libazioni e con l'odore delie vittime e con sacre ecatombi, sacrifici di tori ben nutriti e di arieti senza macchia e primogeniti di montoni ed agnelli facendo santamente sul grande altare un intero olocausto di grassi capi di bestiame. Partecipanti nella giustizia della sso legge dell' Altissimo, fortunati abiteranno le città ed i pingui campi, essi stessi innalzati dall'Immortale come profeti e recando gran gioia ai mortali tutti, A loro soli infatti il gran Dio diede saggio consiglio e fede e un'eccellente comprensione in cuore: essi che non adorano con vani artifici opere d'uomini che fabricano immagini di dei di legno e di pietra, d'oro e di bronzo e d'argento e d'avorio e d'argilla, tinte di vermiglio, immagini della vita dipinte secondo un tipo : cose quali fanno gli uomini nella vanità delle loro menti. Ma eglino alzano al cielo mani pure, alzandosi di buon mattino dal letto e purificandosi il corpo con acqua, e venerano solo Tlmmortale che sempre regna e poi i genitori; e molto più di tutti gli altri uomini custodiscono la santità del talamo nuziale, e non si accostano impunemente a ragazzi maschi come fanno i Fenici gli Egizi i Latini e la spaziosa Eliade e molte nazioni delle altre, dei Persiani e dei Calati e di tutta l'Asia, trasgredendo la santa legge di Dio immortale, la quale egli trasmise loro. Perciò l'Immortale imporrà a tutti gli uomini rovina e morte e sofferenze e gemiti e guerra e pestilenza e lutti lacrimosi; poiché non vollero onorare santamente l'Immortale genitore di tutti gli uomini, ma onorarono immagini prestando culto a statue che i mortali stessi getteranno via nascondendole per vergogna nelle fenditure delle rupi, allorché regni sulla sua terra un giovine re dell' Egitto, il settimo a contare dal dominio dei Greci, che cominciarono i Macedoni uomini potenti oltre ogni dire. Verrà dall'Asia un gran re, aquila di fuoco, che coprirà la terra di fanti e di cavalli e darà il guasto a ogni cosa, e tutto empierà di sciagure. Egli abbatterà il regno d'Egitto; e portando via tutte le desiò chezze è trasportato sulle ampie onde del mare. Allora essi piegheranno il ginocchio nudo a Dio gran re immortale sulla terra feconda. E le opere dell'idolatria cadranno tutte nella fiamma di fuoco. Allora Dio darà agli uomini una grande soddisfazione; ed infatti la terrà e gli alberi e gli innumerevoli greggi di bestiame daranno agli uomini il frutto vero, di vino e di dolce miele e di bianco latte, e di pane, che è per gli uomini la miglior cosa fra tutte.

Ma tu, astuto mortale, non perdere tempo indugiando ma rivolgiti dall'errore e riconciliati a Dio, sacrifica a Dio centinaia di tori e di agnelli primogeniti e di capre, nel volgere delle stagioni; propiziati lui, Dio immortale, affinché abbia misericordia. Egli solo infatti è Dio e non ve n'è altro. Onora la giustizia e non tormentare nessuno: queste cose ordina l' Immortale ai miseri mortali. Ma tu guardati dall'ira del gran Dio quando a tutti gli uomini verrà una fine di pestilenza e accadrà loro di essere oggetto di una terribile giustizia e re prenderà re e distruggerà il paese, popolo devasterà popolo, e tiranni il popolo, e i capi fuggiranno tutti quanti in un'altra terra [sarà trasformata la terra dei mortali e una dominazione straniera devasterà tutta la Grecia e impoverirà dei suoi tesori la pingue terra e verranno a contesa tra loro per cagion d'oro e d'argento: l'amore del guadagno è il cattivo pastore delle città] in una terra straniera, e tutti saranno insepolti e gli avoltoi e le fiere selvaggie della terra strazieranno le loro carni: 645 quando .poi tutto ciò sarà compiuto, la terra mostruosa inghiottirà i resti dei morti. Essa stessa sarà tutta nonseminata né arata, proclamando con la sua sventura la contaminazione di tanti uomini... per lunghi spazi di anni che compiono il loro giro piccole e grosse pietre da gettare e armi d'ogni genere; né dal bosco sarà tagliata legna per la luce del fuoco.

Allora dall'oriente Dio manderà un re che per tutta la terra farà cessare la guerra malvagia, alcuni già. uccidendo, con altri compiendo fedeli patti; né egli farà tutte queste cose con i propri consigli ma obbedendo ai buoni ordini del gran Dio... il tempio del gran Dio sarà carico di ricchi ornamenti, d'oro e d'argento e di suppellettile purpurea, e la terra feconda e il mare pieni di buone cose. E cominceranno i re ad eeo avere rancore tra loro, pascolando nell'animo malvagi pensieri: l'invidia non è cosa buona ai miseri mortali.

Ma di nuovo i Re dei Gentili in file serrate si lanceranno all'assalto contro questa terra, portando sventura a se stessi; vorranno oltraggiare il tempio del gran Dio e gli uomini migliori, quando verranno a questo paese. I re maledetti staranno intorno alla città, avendo ciascuno il suo trono e il suo popolo infedele E allora Dio con gran voce parlerà ad ogni popolo non istrutto e dallo spirito vano, ed essi riceveranno un giudizio dal gran Dio, e tutti saranno distrutti di mano deli' Immortale. Dal cielo cadranno sulla terra spade di fuoco; torcie, grandi fiamme risplendenti verranno in mezzo agli uomini. La terra madre di tutte le cose sarà fatta muovere, di mano dell'Immortale e i pesci del mare e tutte le fiere della terrà e le innumerevoli tribù degli uccelli e tutte le anime degli uomini ed ogni mare avrà un fremito davanti alla faccia dell'Immortale; e sarà il terrore. Egli infrangerà le vette inaccessibili del monti e le grandi colline e su tutte le cose si vedrà una nera tenebra; gli aerei precipizi sugli alti monti saranno pieni di cadaveri, le pietre stilleranno sangue ed ogni torrente empirà la pianura. Le ben costrutte mura dei nemici cadranno tutte a terra, giacché non conobbero la legge né il giudizio del gran Dio; ma con l'animo stolto lanciandovi a combattere avete preso le armi contro il Tempio. E Dio giudicherà tutti con la guerra e con la spada e col fuoco e con pioggia diluviante; e dal cielo verrà zolfo, poi pietre e molta e aspra grandine; la morte sarà sui quadrupedi. E allora conosceranno Dio Immortale, che così giudica; il lamento e l'ululo degli uomini morenti andrà per la terra infinita e tutti gli impuri saranno lavati nel sangue: la terra anch'essa berrà il sangue dei morenti, delle carni si sazieranno le belve. Dio stesso grande ed eterno mi disse di profetizzare queste cose; ed esse non saranno senza compimento; non è incompiuto ciò che Egli mi abbia una volta posto nell'animo. Lo spirito di Dio infatti non si effonde menzognero sul mondo.

Ma i figli del gran Dio tutti quanti vivranno dolcemente intorno al Tempio rallegrandosi in quelle cose che ad essi darà il Creatore giudice solo sovrano. Egli stesso infatti da solo, stando attorno sopra un largo spazio li proteggerà come se avesse (posto) intorno un muro di fuoco acceso. Saranno senza guerra nelle città e nelle campagne. Non una mano di guerra malvagia, bensì avranno per difensore l'Immortale medesimo e la mano del Santo. E allora tutte le isole e tutte le città esclameranno : quanto ama quest'uomini l'Immortale! Ogni cosa infatti combatte in loro favore e li aiuta, il cielo, e il sole mosso da Dio e la luna, [e la terra fruttifera sarà mossa in quei giorni]. E dalle loro bocche trarranno negli inni un dolce ragionamento: "Orsù cadendo tutti a terra supplichiamo il re immortale, 'Dio grande ed eterno. Mandiamo doni al tempio, poiché egli solo è re, e tutti vegliamo sulla legge dell'Altissimo Dio che è giustissimo fra tutti sulla terra. Noi fummo condotti ad errare dalla via dell'Immortale, venerammo con animo vano opere d'idolatria, immagini scolpite di uomini corruttibili." Queste parole grideranno le anime degli uomini credenti [orsù cadendo sul nostro viso nella' casa di Dio, rallegriamo cogl'inni Dio padre nelle case, procacciandoci le armi dei nostri nemici sopra tutta la terra, per sette periodi d'anni compienti il loro giro, picche e pietre da lancio ed armi d'ogni genere, molte, e gran numero di archi e di frecce ingiuste; infatti dal bosco non si taglierà legna per la fiamma del fuoco].

Ma, infelice Eliade, cessa dal meditare arroganti pensieri; supplica l'Immortale dal gran cuore, e sta in guardia: non spedire a questa città il tuo popolo sconsigliato che non è dalla santa terra del Grande. Non muovere Camarina; è meglio infatti immobile. Né disturbare il leopardo della sua coltre; che non ti avvenga male. Ma trattieniti; e non tenere nell'animo uno spirito troppo forte di orgoglio, imbarcandoti per un certame troppo grave. E servi al gran Dio, affinché tu partecipi di queste cose.

Quando questo destinato giorno si realizzi [sugli uomini verrà il giudizio di Dio immortale] verrà sugli uomini un grande giudizio e sovranità. In verità la fertile terra darà agli uomini il frutto migliore in numero infinito di grano, vino e ulivo [poi dal cielo la soave bevanda del dolce miele e alberi e il frutto degli alberi fruttiferi e pingui greggi e buoi e fra le pecore gli agnelli e i capretti delle capre]; scorrerà in dolci fonti di bianco latte; e le città saran piene di cose buone, e pingui i campi; né spada sulla terra né tumulto di battaglia; non sarà più scossa con gravi gemiti; non sarà sul suolo guerra né siccità, non fame, grandine che rovina i frutti. Ma una gran pace su tutta la terra e re a re sarà amico fino al termine delle età, l'Immortale compirà nel cielo stellato una legge comune agli uomini su tutta la terra, per quante cose si sono fatte dai miseri mortali. Egli solo infatti è Dio e non ve n'è altro. Egli col fuoco bruciò la stirpe degli uomini malvagi.

Ma raccogliendo in fretta i vostri cuori nei petti fuggite i culti illegali, presta culto al Vivente, guardati dall'adulterio e dalle relazioni contro natura col maschio ; educa e nutri la tua prole, e non uccidere; che l'Immortale si adirerà contro colui che così pecchi. E allora susciterà per sempre un regno su tutti gli uomini, Egli che un tempo diede la sua santa legge ai pii, ai quali tutti promise di aprire tutta la terra, e il mondo e le porte dei Beati ed ogni beatitudine e un'anima immortale e felicità eterna. Da tutta la terra porteranno incenso e doni al Tempio del gran Dio; e non vi sarà altro tempio fra gli uomini e fra quelli che saranno, da sentirne parlare; ma solo quello che Dio diede ad onorare agli uomini fedeli. I mortali lo chiameranno tempio [figlio] del grande Dio e tutte le vie del piano e le colline erte e le eccelse montagne e le selvagge onde del mare saranno facili a percorrere od a navigare in quei giorni; una com- pietà pace di beni verrà sulla terra; i profeti del gran Dio torranno via la spada; che saranno essi giudici e giusti re degli uomini. Vi sarà fra gli uomini anche una ricchezza giusta. Poiché questo è il giudizio e la sovranità del gran Dio.

Gioisci, figlia, e rallegrati; poiché a te ha concesso felicità l' Eterno il quale creò il cielo e la terra. Abiterà in te, sarà per te luce immortale. Lupi ed agnelli pasceranno insieme l'erta sui monti, ed i leopardi andranno al pascolo insieme con i capretti, gli orsi vivranno nomadi insieme con i vitellini, ed il leopardo divoratore di carne mangerà paglia dalla mangiatoia come il bue ; e bambini ancora infanti li condurranno con un legaccio. Infatti Égli renderà le belve una cosa innocua sopra la terra. Con i bambini e con gli aspidi si porranno a giacere i dragoni, e non li faranno soffrire; che la mano di Dio sarà sopra di loro.

Io ti dirò un segno facile a riconoscere, onde tu possa capire quando verrà sulla terra la fine di tutte le cose. Quando nel cielo stellato si vedranno spade la notte verso Vespero e verso Oriente; allora una nube di polvere dal cielo sarà trasportata sulla terra tutta, e la luce del sole sparirà dal cielo a mezzo il suo corso, e i raggi della luna sì mostreranno fuori e torneranno indietro sulla terra. Un segno è dato dal sangue e dal gocciolare delle pietre; vedrete nella nuvola una battaglia di fanti e di cavalli, quale una caccia di belve, simile a nebbia. Questa fine del tutto compirà Dio che abita in cielo. Ma occorre che tutti sacrifichino al gran Re.

Queste cose a te io, che abbandonai le grandi mura di Assiria e Babilonia, trasportata, dal furore, fuoco mandato alla Grecia, affinché profetizzassi a tutti mortali le ire di Dio onde profetizzare ai mortali gli enigmi divini. E gli uomini in Eliade mi diranno di un'altra patria, nata svergognata da Eritre; alcuni dicono che io, dalla madre Circe e dal padre Gnostòs [ignoto] sono Sibilla pazza e menzognera; ma poi che tutte le cose accadranno, allora voi farete di ricordarvi di me e nessuno più mi potrebbe chiamare pazza, la profetessa del gran Dio. Infatti egli non mi mostrò quelle cose che (mostrò) prima alle mie ave; ma quelle cose che furono in principio, queste mi espose Dio; e di quelle, di dopo Dio mi pose in mente ciascuna, onde io profetizzassi e dicessi ai mortali il futuro primo che sia presente. Che quando il mondo fu inondato dalle acque, e un certo uomo solo e trovato buono fu lasciato, nella casa di legno navigando sopra le acque con animali e uccelli, ssò affinché il mondo fosse riempito di nuovo : di costui io sono nuora, e del sangue di lui, a cui accaddero le prime cose e sono rivelate tutte quelle della fine. Così che dalla mia bocca vengono dette tutte queste verità.

Note modifica

  Per approfondire, vedi Serie maimonidea e Serie misticismo ebraico.
  1. Numerati I-VIII e XI-XIV.
  2. Liliana Rosso Ubigli, Oracoli sibillini libro III, in Paolo Sacchi (a cura di), Apocrifi dell'Antico Testamento, vol. 3, Brescia, Paideia, 1999, p. 390.
  3. Monaca, p. 5.
  4. H.R. Drobner, Patrologia, Piemme, 1998, p. 95.
  5. 5,0 5,1 Monaca, p. 19.
  6. Mariangela Monaca, Oracoli sibillini, Città Nuova, 2008, p. 30.