Poesie (Palazzeschi)/Comare Coletta
Comare Coletta è una donna ormai anziana, che sicuramente in passato ballava ed era ammirata. Oggi è il bersaglio di sguardi malefici. Le varie voci che ridono di lei sono quelle del pubblico della strada, luogo in cui è costretta ad esibirsi per chiedere l'elemosina. Il peccato di Coletta è sporco; stranamente, nessuno dice che cosa sia stato esattamente: Palazzeschi tende infatti alla reticenza, creando così un'atmosfera di mistero intorno a questa insolita figura femminile.
Titolo | Comare Coletta |
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Anno | 1907 |
Raccolta originale | Lanterna |
Metro | senari, novenari e misure maggiori, fino a 15 sillabe. Introdotta da tre senari che ricorrono ripetutamente a mo' di ritornello. Battute di diverse voci vengono intercalate nel componimento. |
Celebri e ben riusciti sono i primi tre versi, dal ritmo cadenzato e danzante grazie anche all'allitterazione di l e di t in saltella e balletta / comare coletta, ma anche alla ripresa di co e alla ostinata ripetizione delle vocali a ed e.
Lo schema della poesia è speculare:
- Versi introduttivi - ritornello "Saltella e balletta, Comare Coletta"
- La figura di Coletta viene vista dalla prospettiva dell'io poetico (smagrita, ricurva...)
- Ritornello: "Saltella e balletta, Comare Coletta"
- Parte centrale, con le varie voci ostili del pubblico in strada (La tua parrucchina, Comare Coletta...)
- Ritornello: "Saltella e balletta, Comare Coletta"
- La figura di Coletta viene nuovamente vista dalla prospettiva dell'io poetico (ricurva, sciancata...)
- Ritornello: "Saltella e balletta, Comare Coletta".
Rispetto alle poesie della prima raccolta, quella dei Cavalli Bianchi, assistiamo comunque ad una sorta di progressione: l'individuo, prima chiuso nelle strette mura di casa o nascosto dietro una barriera, si trova improvvisamente a contatto diretto con la gente, anche se l'esito dell'incontro è tragico.
Qualche volta il poeta è vicino alla donna, forse si identifica con lei. Qualche altra, egli osserva la scena dalla prospettiva della gente che ride cinicamente; nel complesso, comunque sembra essere più forte la tendenza alla solidarietà tra Palazzeschi e Coletta (nessuno le porge la mano). La possibilità di una certa identificazione tra l'io poetico e la donna è comunque resa plausibile dal fatto che spesso, in altri componimenti, è proprio l'io ad inscenarsi in una situazione in cui viene considerato con un certo scetticismo dalla gente.
Come accennato, nella parte centrale di questa poesia i partecipanti si mettono a parlare producendo intere battute, cosa difficile da osservare nei componimenti della raccolta precedente. È con queste uscite che i presenti manifestano il loro giudizio di sanzione, conferendo alla scena un sapore teatrale (si ricorda che Palazzeschi iniziò la sua carriera artistica proprio a teatro).
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