Le religioni della Mesopotamia/Sumer e Accad/I Sumeri/La cosmogonia

Nella cultura religiosa mesopotamica la nascita dell'universo per come noi lo conosciamo è determinata dalla separazione del Cielo (An,
L'origine degli dèiModifica
Le divinità sumeriche sono immortali ma non eterne, esse hanno quindi origine e su questa, raramente indagata[3], hanno risposto due differenti scuole teologiche sumeriche quella di Eridu e quella di Nippur.
- La teologia della scuola di Nippur. Una teologia relativa a questo centro religioso, che ricordiamo è sotto la divinità tutelare di Enlil, vuole che prima che venisse ad essere il dio An (Cielo) e la dea Ki (Terra) esisteva in un luogo indicato con il nome di uru-ul-la (lett. "città antica": cosmo embrionale), uno stato potenziale di vita, in cui sussistevano un insieme di coppie di divinità dette "padri e madri" i cui epiteti sono en (signore, cuneiforme: ) e nin (signora, cuneiforme: )[4]. Da questo mondo embrionale di coppie divine furono generati An e Ki (Cielo e Terra). Da An e Ki nacque Enlil, il sovrano degli dèi; mentre da An e Nammu (dea dell'acqua fluttuante, Abzu) nacque Enki, il dio dell'acqua dolce sotterranea. Sono quindi tre i principi teogonici e cosmogonici originati dal "cosmo embrionale": il Cielo, la Terra e l'Acqua.
Il "modello di Nippur" esprime quindi:
''uru-ul-la''
("cosmo embrionale")
An <-> Ki
Urash (Ki) <-> An <-> Nammu
Enlil - Enki
- La teologia della scuola di Eridu. La teologia originata da questo centro, che ricordiamo è sotto la divinità tutelare di Enki, è raccolta nel testo, decisamente più tardo e in lingua semitica dell'Enûma Eliš, di cui disponiamo alcune versioni. Questa opera racconta che dall'incontro tra Tiamat (questo nome deriva dall'accadico tâmtu, tâmdu, tiāmatu, col significato di "mare", "acqua salata"; sumerico ab; cuneiforme: ) e Abzu (sumerico; in accadico: Apsū; cuneiforme: ; col significato di "acqua dolce" sotterranea), ovvero il principio divino dell'Acqua salata e il principio divino dell'Acqua dolce fluttuante, unitamente a un non meglio definito mum (accadico: mummu)[5] nascono gli dèi e quindi i mondi.
Il "modello di Eridu" esprime quindi:
Abzu <-> Tiamat
An <-> Ki
Urash (Ki) <-> An <-> Nammu
Enlil - Enki
La nascita del mondoModifica
Insieme ai tre principi primi cosmici: Cielo (An, cuneiforme: ), Terra (Ki, cuneiforme: ) e Acqua primordiale (Nammu anche Namma, cuneiforme: ; anche sumerico: engur; accadico: engurru), si colloca la Montagna (Kur, cuneiforme: ), dove ha origine la stessa vita.
Quindi si procede alla separazione tra il Cielo e la Terra. «È interessante notare che quasi tutti i miti cosmogonici sumerici iniziano con il descrivere la separazione del cielo e della terra effettuata da Enlil» [12].
Dalla separazione di Cielo e Terra nasce il loro matrimonio e quindi la natura.
L'origine dell'uomo e il suo destinoModifica
Sono sostanzialmente tre le tradizioni sull'origine dell'uomo, considerato in questo ambito religioso come l'apice della creazione[15].
- La prima tradizione, appartenente alla scuola teologica di Nippur, vede l'uomo nascere come una pianta, seminata dal dio Enlil (Il poema della zappa, inizio II millennio). L'uomo, così emerso, è come una bestia e quindi viene, in un secondo momento, dotato dello "spirito vitale" (zi-šag-ĝal, cuneiforme: ), inteso come "ragione", "intelligenza", di origine divina (Tenzone tra pecora e grano, testimoni in frammenti di sette esemplari, inizio II millennio).
- La seconda tradizione appartiene alla scuola teologica di Eridu. Essa propone, come la tradizione biblica ben più tarda, la formazione dell'uomo a partire dall'argilla con il dio Enki che gli infonde parte della divina "saggezza" (ĝeštug, cuneiforme: ).
Il testo sumerico conosciuto come Enki e Nimaḫ (circa mezza dozzina di esemplari frammentari; inizio II millennio) narra come dopo la creazione dell'universo, le dee madri iniziarono a partorire. Per nutrirle, gli dèi dovettero sottoporsi al lavoro, con gli dèi maggiori che lo sovrintendevano, mentre gli dèi minori eseguivano i lavori pesanti. Gli dèi iniziano a lamentarsi della situazione mentre il dio Enki, a cui loro devono l'esistenza, dorme nel suo regno, l'Engur (il regno delle Acque sotterranee). Gli dèi attribuiscono la loro condizione ad Enki. La madre (ama sumerico, ummu accadico; cuneiforme ) di Enki, Nammu, dea dell'Acqua primordiale, si decide a comunicare al figlio le lamentazioni divine, invitandolo a creare un essere che potesse sobbarcarsi il faticoso lavoro degli dèi.
- La terza tradizione si rifà a un testo bilingue (sumerico e accadico) rinvenuto nella presunta biblioteca del re assiro Tukulti-apil-ešarra I (1115-1077 a.C.)[18]. Da tener presente che il suo sumerico è piuttosto artificioso e che probabilmente la sua versione proviene dalla traduzione in questa lingua del testo in lingua accadica. L'opera non conosce il dio Marduk, ed è quindi probabilmente anteriore alle riforme religiose babilonesi. La teologia ivi contenuta risentirebbe quindi di un'influenza accadica: è l'unico testo antropogonico in cui la creazione dell'uomo richieda il versamento di sangue da parte di alcuni dèi. Il testo si avvia con la creazione del Cosmo per mezzo la separazione del Cielo e della Terra, quindi del dominio degli dèi Anunna[19] che stabiliscono le regole dell'universo. Allora il dio Enlil prende la parola e chiede loro cosa vogliano fare e questi rispondo al re degli dèi che vogliono recarsi nella cella del suo tempio (l'Uzuma di Duranki) e lì uccidere due dèi Alla: «affinché il loro sangue faccia germogliare l'umanità;/le corvée degli dèi sia il loro compito:/che egli prendano in mano la zappa e il canestro di lavoro,/...». Gli uomini creati per mezzo dell'argilla e del sangue degli dèi Alla verranno chiamati Ullegarra e Annegarra [20]. Anche in questa antropogonia, quindi, gli uomini vengono creati affinché sostituiscano gli dèi nel lavoro. Nota Giovanni Pettinato:
NoteModifica
- ↑ Cfr. ad esempio qui.
- ↑ Per una sintesi sul tema si rimanda a Claudio Moreschini, Storia del pensiero cristiano tardo antico, Milano, Bompiani, 2013, pp. 263 e sgg., e, soprattutto, pp. 275 e sgg.
- ↑ Pettinato 313
- ↑ Johannes Jacobus Adrianus van Dijck. Sumerische Religion in Jes Peter Asmussen, Jørgen Læssøe e Carsten Colpe (a cura di) Handbuch der Religionsgeschichte, I vol. Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1971, pagg.431-96
- ↑ Johannes Jacobus Adrianus van Dijck lo definisce come forma intelligibilis «presente in relatione seminalis» Confronto 227; Leick 27 come "elemento creativo".
- ↑ Van Dijk e Römer rendono con Inferi; Chiodi e Pettinato come "montagna mitica".
- ↑ Questo abisso è la dimora di Enki.
- ↑ Ancora un riferimento a Enki che soprintendeva a questi riti.
- ↑ Si riferisce a Inanna quindi alla stella Venere.
- ↑ Si riferisce a Inanna, anch'essa divinità poliade di Uruk.
- ↑ Annuna (ki) riportato come: da-nuna, da-nuna-ke4-ne, da-nun-na, col significato di "sangue principesco", "stirpe reale", sono il nome collettivo degli dèi principali e appare qui per la prima volta. In genere sono indicati nel numero di cinquanta, ma nell'Enûma Eliš sono sei, in altre tradizioni sette.
- ↑ Giovanni Pettinato, I Sumeri, Milano, Bompiani, 2007, p.315
- ↑ Lugalanki (lugal-an-ki) epiteto di An o di Enlil.
- ↑ Caos, significato traslato, lett. "digrignare i denti".
- ↑ Cfr. Giovanni Pettinato, I Sumeri, pp. 321 e sgg.
- ↑ Cella del tempio di Enlil
- ↑ Il tempio di Enlil.
- ↑ Traduzioni integrali del testo si trovano in Bottéro & Kramer, Uomini e dèi della Mesopotamia, pp. 535 e sgg. e in Pettinato, Mitologia sumerica, pos. 7827.
- ↑
- ↑ Per Bottéro tali nomi sono frutto dell'incrocio della lingua sumerica con quella accadica; mentre per Pettinato sono puramente sumerici e hanno il significato di "creato per il cielo" (anné-gar-ra) e e "creato per l'eternità" (ulle-gar-ra)