Le religioni della Mesopotamia/I Babilonesi/L'Esagila
L'Esagila (é-sag-gil-la; lett. "casa", é, nel significato di 'casa' del dio, quindi di 'tempio'; "la cui testa", sag, 'testa', qui inteso come 'pinnacolo'; "è posta in alto", il-la, 'elevata') è il nome sumerico del tempio del dio Marduk, poliade della città di Babilonia (in accadico Bābilāni, da Bāb-ili; che rende il sumerico KA.DIN.GIR.RA, col significato di "Porta del Dio"[1], la città amorrea fondata nel XIX secolo a.C.), e re degli dèi nella religione babilonese.

Sopra la pianta del tempio babilonese dell'Esagila:
1. Avancorte.
2. Le quattro porte, quella posta a Nord, in alto, apriva sull'Etemenanki (la ziqqurat di Babilonia) e veniva probabilmente utilizzata per la processione dell'Akitū, la festa religiosa del Capodanno babilonese.
3. Cella del dio Marduk (indicata come Etuša, "Casa dell'abitazione", o anche Eumuša, "Casa del comando").
4. Cella del dio Ea.

Il nome Marduk è attestato già in antiche fonti sumeriche (ad esempio nella Lista degli dèi rinvenuta ad Abu Salabikh) nella forma di d amar.UD (o AMAR.UTU) nel probabile significato di "Giovane toro del dio Sole" o "Giovane discendente del dio Sole", il segno AMAR può indicare infatti ambedue i significati, mentre UD/UTU sta a significare il Sole). Ma il nome con cui viene più frequentemente indicato tale dio in lingua accadica, e quindi assira e babilonese, è Bēl (bēlu; resa del sumerico: en), col significato di "Signore". Con il poema teogonico e cosmogonico dell'Enûma Eliš, risalente al XII secolo a.C., egli assurge a guida dell'intero Universo. Nella pietà religiosa babilonese egli possiede un ruolo preminente e fondamentale.
Non si conoscono con contezza le origini di questo importante tempio babilonese, probabilmente eretto durante il regno paleobabilonese di Hammurapi (1792-1750), ma sappiamo che esso smise la sua funzione nel III secolo d.C.
Nel momento del suo massimo splendore, l'area del santuario era di 170x110 m, con una pianta comunque irregolare (vedi immagine a lato).
Così il greco Erodoto narra lo stato del tempio di Marduk nel V secolo a.C.:
Il tempio costruito da Hammurapi, nel XVIII secolo a.C., venne distrutto, nel 689 a. C., dal re assiro Sennacherib (Sîn-ahhī-erība, 704-681 a. C.), ma fu poi ricostruito da suo figlio Esarhaddon (Aššur-aḫḫe-iddina, 680-669 a.C.). Occorre aspettare comunque il re neobabilonese Nabucodonosor II (Nabû-kudurrī-uṣur II, 604-562 a.C.) affinché l'Esagila raggiunga il suo splendore.
NoteModifica
- ↑ Perché da lì gli dèi scendevano sulla terra (cfr. Mircea Eliade, Il mito dell'eterno ritorno, Roma, Borla, 1999, p. 23.
- ↑ Pari a circa 28.000 kg.
- ↑ Circa 36.000 kg.
- ↑ Circa 5,23 m.