Le religioni della Mesopotamia/Premessa

Le religioni della Mesopotamia sono quell'insieme di differenti credenze, miti, rituali, teologie e pratiche divinatorie professate nell'antica Mesopotamia ovvero in quella regione del mondo che corrisponde approssimativamente all'attuale Iraq, dal IV al I millennio a.C. [1].

La Mesopotamia.

Le origini di tali religioni vanno individuate nella preistoria delle prime genti abitanti quella regione, nelle credenze e nelle tradizioni di differenti popoli che, a partire dal XXX secolo a.C., lì migrarono, nelle civiltà sumerica e accadica e in quelle civiltà emerse successivamente, quali, ad esempio, quella babilonese e quella assira.

Le religioni della Mesopotamia, ma solo intese come culto principale di una realtà statale, cessarono di essere nel 539 a.C. quando la città di Babilonia accolse, sottomettendosi, il re persiano achemenide di probabile fede zoroastriana Ciro II[2]. I Persiani non perseguitarono, né discriminarono tali religioni che continuarono quindi a essere professate dalle popolazioni locali dando luogo anche a differenti sincretismi [3][4].

L'espressione "religioni della Mesopotamia" è tuttavia di conio moderno. Gli antichi abitanti della Mesopotamia non possedevano un termine che indicava quello che il termine moderno "religione" intende indicare in modo peraltro problematico[5].

Se quindi il significato di "religione" non appartiene all'alveo culturale mesopotamico, anche il termine "Mesopotamia" era del tutto sconosciuto agli antichi abitanti di quella regione. Il termine "Mesopotamia" appartiene alla nostra era originando peraltro dal greco antico che con quel termine, di genere femminile proveniente da Mesopotamos, quindi come Mesopotamia (khṓra), voleva indicare la "(terra) tra i fiumi" [6]) intendendo per questi ultimi il Tigri e l'Eufrate.

La prima occorrenza del toponimo "Mesopotamia" (Μέσοποταμίας) la si riscontra nell'Anabasis Alexandri opera di Arriano autore del II secolo d.C., il quale trattando della marcia di Alessandro Magno verso l'Oriente, così si esprime:

« Da lì, marciò verso l'interno, avendo a sinistra il fiume Eufrate e i monti dell'Armenia, attraverso la regione che si chiama Mesopotamia. »
(Arriano, Anabasi di Alessandro, III, 7, 3. Traduzione di Francesco Sisti. Milano, Mondadori, 2007, p. 219)

Peraltro, come ricorda Luigi Cagni:

« Al tempo dei Sumeri, degli Accadi e degli Assiro-Babilonesi non è mai esistito un simile concetto geografico unitario; neppure in quei periodi in cui la grande zona venne unificata politicamente sotto un unico sovrano, come al tempo di Ḫammurabi di Babilonia (1792-1750 a.C.) o dei sovrani achemenidi (550-331 a.C.). »
(Luigi Cagni. Dizionario delle religioni (a cura di Giovanni Filoramo). Torino, Einaudi, 1993, p. 472)

Nell'antichità la regione oggetto di questa voce era conosciuta esclusivamente per mezzo di nomi che indicavano specifici territori [7]:

  • Sumer (accadico; in sumerico Ki-en-gi[r]): indicante l'attuale parte meridionale dell'Iraq (da tener presente che il Golfo Persico aveva nei millenni precedenti la nostra era le sue rive poste ad alcune centinaia di chilometri più a Nord rispetto all'attuale posizione).
  • Akkad (accadico; in sumerico Agade), dal nome della città fondata da Sargon: il territorio posto a Nord di Sumer.
  • Assyria (greco antico; in accadico: Aššūr, dal nome della sua città principale): territorio posto tra l'attuale città di Baghdad e la zona montuosa che si eleva al confine tra l'attuale Siria e la Turchia.
  • Babylōnía (greco antico; in accadico Bābilāni, da Bābili la città amorrea fondata nel XIX secolo a.C.): la zona compresa tra l'attuale Baghdad e il Golfo Persico.

Da tener presente, tuttavia, che le due ultime designazioni di "Assyria" e "Babylonia" emergono non prima del XVIII secolo a.C.[8].

I confini della Mesopotamia furono, nel corso dei secoli o di volta in volta, i Monti Zagros, l'Urartu (oggi Armenia), le regioni occupate dagli Ittiti (l'attuale Turchia), l'area della Siria-Palestina, l'Egitto, la Susiana, l'Elam, la regione dei Ḫurriti (Ḫabūr, Subartu) e la Persia [9].

Note modifica

  1. « Mesopotamian religion includes certain beliefs and practices of the Sumerians, Akkadians, Assyrians, Babylonians and other peoples who lived at various times in different parts of ancient Mesopotamia, the region corresponding roughly to modern Iraq, from the fourth through the first millennia BCE. »
    (Benjamin R. Foster. Mesopotamia in A Handbook of Ancient Religions (a cura di John R. Hinnells). Cambridge, Cambridge University Press, 2007, p. 161)
  2. Geo Widengren (cfr. Die Religionen Irans, Stuttgart, 1965, pagg. 142-5) non ritiene che Ciro il Grande fosse uno zoroastriano; diversamente Mary Boyce (Cfr. The Religion of Cyrus the Great in A. Kuhrt and H. Sancisi-Weerdenburg, Achaemenid History III. Method and Theory, Leiden, 1988, pag 30) ritiene con sicurezza che fosse un adoratore di Ahura Mazdā.
  3. Cfr. Gherardo Gnoli, Babylonia in Encyclopaedia Iranica.
  4. Da tener presente, tuttavia, che se da una parte Ciro II si proclamerà nel 539 a.C. inviato di Marduk alla 'liberazione' di Babilonia dal precedente empio sovrano, Nabonedo; Serse, mezzo secolo dopo, a seguito di una rivolta, darà alle fiamme il tempio del dio, portando via la sua sacra statua come preda di guerra (Cfr. Giovanni Pettinato. Babilonia. Milano, Rusconi, 1994, p. 246).
  5. A titolo esemplificativo:
    « Definire la religione è compito tanto ineludibile quanto improbo. È infatti evidente che, se una definizione non può prendere il posto di una indagine, quest'ultima non può avere luogo in assenza di una definizione. »
    (Giovanni Filoramo. Religione in Dizionario delle religioni (a cura di Giovanni Filoramo). Torino, Einaudi, 1993, p. 621)
  6. μέσο ποταμός, meso potamós: in mezzo ai fiumi.
  7. Cfr. Luigi Cagni, in Dizionario delle religioni, p. 472.
  8. « The designations Assyria and Babylonia are appropriate only for the second and first millennia BCE, or, more exactly, from about 1700 BCE on, when Ashur and Babylon rose to political prominence. »
    (Thorkild Jacobsen Mesopotamian Religions in Encyclopedia of Religion, vol.9. NY, Macmillan, 2004 p. 5946)
  9. Luigi Cagni in Dizionario delle religioni, p. 472