La prosa ultima di Thomas Bernhard/Valori personali

Indice del libro
Thomas Bernhard, 1970
Thomas Bernhard, 1970

Valori personali e alterità

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Nella relativa critica letteraria, Bernhard ha poca o nessuna reputazione come umanista. I critici, come dimostrato supra, si sono focalizzati sulle accalorate diatribe presenti nella sua prosa, concentrandosi su Bernhard come nichilista e iconoclasta. Tuttavia, sin dalla pentalogia, elementi maggiormente centrati sull'uomo, umani diciamo, della produzione in prosa sono sempre più evidenti: i successivi protagonisti bernhardiani hanno amici di vecchia data, si sentono più a proprio agio in loro presenza e ne parlano in termini positivi più di qualsiasi dei loro predecessori degli anni ’60 e ’70. Il primo riferimento più significativo dei romanzi di Bernhard a questa concentrazione su ciò che Robert Vellusig chiama "die soziale (und pragmatische) Dimension des zwischenmenschlichen Austausches", si trova in un primo racconto intitolato "Jauregg" (1966).[1] Sebbene sia un racconto delle speranze infrante di un giovane che va a lavorare nella cava di suo zio, il narratore-protagonista riconosce l'importanza del contatto sociale per la vita di tutti i giorni. Teme di essere risucchiato nelle conversazioni con i suoi colleghi ma aggiunge: "Aber um leben zu können, muß man mit Menschen zusammen sein."[2] Sebbene il tipico protagonista di Bernhard abbia un forte legame con la propria famiglia (Konrad e sua moglie, Roithamer e sua sorella, il narratore autobiografico e suo nonno, Rudolf e sua sorella), è solo nel 1985 in Alte Meister che questo tema diventa un punto focale in uno dei romanzi di Bernhard. Reger, come il protagonista di "Jauregg", riconosce il suo bisogno di persone ("Ich habe mich immer ausschließlich mit Menschen befaßt"),[3] ma a differenza del giovane ventenne prima di lui, differenzia le persone tra entità anonima o umanità come concetto e individui reali e vivi: "ich bin [...] ein Menschenfanatiker [...], kein Menschheitsfanatiker".[4] Reger è ossessionato dalle persone (e, nel complesso, non dall'umanità come concetto intellettuale) mentre il giovane ne è solo dolorosamente consapevole come un male necessario. Per Murau, le persone rappresentano un'ancora di salvezza nonostante tutte le sue critiche, e il suo racconto esprime e riscopre questo fondamentale pezzo di conoscenza di sé in diversi modi.

Uno dei modi principali in cui Bernhard trasmette ciò al lettore è attraverso l'atteggiamento del suo protagonista nei confronti dei temi spesso discussi nella prosa precedente. Ad esempio, il contrasto nell'atteggiamento tra Murau e figure passate nei confronti di attività intellettuali è marcato e informativo. Lo sviluppo da Rudolf (uno degli intellettuali più accomodanti di Bernhard) a Murau è evidenziato nei loro diversi atteggiamenti nei confronti del valore dello sforzo intellettuale. Laddove Rudolf, almeno inizialmente, poneva il suo presupposto lavoro su Mendelssohn prima di ogni altra cosa, Murau è in grado di ironizzare inequivocabilmente sulle sue pretese intellettuali a favore dell'esperienza personale vissuta:

(IT)
« Non sopporto la solitudine e ne parlo in continuazione, predico la solitudine e la odio dal profondo, perché rende infelici come nessun'altra cosa, come so, e già ora comincio ad accorgermene, predico la solitudine per esempio a Gambetti e so benissimo che la solitudine è il più tremendo dei castighi. Dico a Gambetti, Gambetti, il bene più alto è la solitudine, perché mi atteggio a suo filosofo, ma so benissimo che la solitudine è il più tremendo dei castighi.[5] »

(DE)
« Ich ertrage das Alleinsein nicht und rede fortwährend davon, ich predige das Alleinsein und hasse es zutiefst, weil es wie nichts sonst unglücklich macht, wie ich weiß [...] Ich sage zu Gambetti, Gambetti, das Höchste ist das Alleinsein, weil ich mich als sein Philosoph aufspiele, aber ich weiß ganz genau, daß Alleinsein die fürchterlichste aller Strafen ist. »
(Bernhard, Auslöschung, pp. 308-9, rr. 27-31 (p. 308) to r. 2 (p. 309) [corsivo nell'originale].)

I verbi in questo brano sono cruciali nell'esprimere l'atteggiamento di Murau nei confronti della sua vita; la discrepanza tra ciò che Murau conosce ("weiß") e ciò che gli si confa di pensare (come tutor di Gambetti), sebbene sappia che non è il caso ("mich [...] aufspiele"), rappresenta uno spostamento fondamentale da Beton. Rudolf, o almeno il lettore della sua narrazione, scopre a Maiorca – dopo aver incontrato Anna – quanto sia più urgente la sua necessità di contatto umano rispetto alla chiamata della sua opera intellettuale. Murau lo riconosce fin dall'inizio del suo racconto e questa autocoscienza culmina esplicitamente in questo brano; riconosce prontamente il suo bisogno degli altri. Predicare la solitudine è, in parte, una posa intellettuale e professionale; dopotutto, Murau deve aver trascorso molto tempo da solo a scrivere il suo resoconto (cioè, Auslöschung). Il legame diretto qui stabilito tra solitudine e infelicità ("weil es [das Alleinsein] wie nichts sonst unglücklich macht") suggerisce, implicitamente, una connessione tra felicità e contatto umano. Se la solitudine rende Murau infelice, allora la logica conseguenza è che la felicità potrebbe essere causata dal contatto umano. Il distacco ironico dalle attività intellettuali (Murau come "Philosoph") indica una delicata autoironia, e segnala meno fiducia rispetto alle precedenti opere di prosa nel potere dell'intelletto di creare una vita migliore e una maggiore convinzione nel contatto sociale come percorso verso una vita equilibrata e la felicità. Sebbene siano spesso stati insicuri, gli intellettuali della prosa bernhardiana hanno sempre preso molto sul serio i loro progetti intellettuali (Roithamer, Konrad, il narratore di Der Untergeher, persino Rudolf). Pertanto l'attacco di Murau qui segnala uno sviluppo tanto più evidente.

In Auslöschung, l'influenza diretta delle persone sul protagonista è marcata. In Beton, nella mente di Rudolf Elisabeth era una presenza molto dominante e influente, e l'effetto che aveva su di lui e sul suo lavoro era quasi sempre debilitante e negativo. In Auslöschung, tuttavia, gli amici di Murau e le persone che conosce hanno un impatto molto più positivo sul suo racconto e sulla sua vita. La semplice presenza dei giardinieri ha un effetto salutare sulla percezione di sua madre da parte di Murau: "Bei den Jägern empfand ich meine Mutter immer als abstoßend, bei den Gärtnern nicht. Die Gärtner [...] hatten immer eine heilsame Wirkung."[6] Nella narrazione, le persone sono l'elemento più importante dell'ambiente e, come qui, fanno la differenza nel modo in cui il protagonista vede il mondo.

L'influenza delle persone è così notevole che a un certo punto Bernhard offusca persino la distinzione tra ambiente fisico e paesaggio umano. Parlando delle sue escursioni infantili nel villaggio in contrasto con l'obbediente, socialmente più solitario Johannes Murau, aggiunge: "Jede Gelegenheit benützte ich, um den Ort [das Dorf Wolfsegg] aufzusuchen, ich war, sobald ich gehen hatte können, von ihm fasziniert gewesen, von den für mich neuen, anderen Menschen."[7] Il narratore qui pone "Menschen" in apposizione con "Ort". La ripetizione della preposizione ("von") crea un ritmo che incoraggia il lettore a collegare i contenuti semantici delle due clausole relative, quasi a equipararle. Insolitamente per un protagonista di Bernhard, Murau è chiaramente a suo agio con le persone sin da piccolo.

La narrazione contiene molti di questi segnali che incoraggiano un'interpretazione affermativa della vita sulla base delle risposte e degli atteggiamenti di Murau nei confronti del suo ambiente. Laddove Rudolf è talvolta stanco e quasi sconfitto, Murau ha molto più entusiasmo per la vita. Anche mentre critica, non perde di vista le sue priorità. Nella sua virulenta bordata contro la maggior parte delle persone della classe media (che a un certo punto definisce "der sogenannte gebildete Mittelstand, vor welchem ​​einem immer graust")[8] che cercano una falsa sicurezza dietro titoli e qualifiche, egli presenta il primato della vita come alternativa più preziosa: "So gering schätzen sie [die meisten Leute] das Leben an sich, daß sie nur die Zeugnisse und Titel sehen und sonst nichts".[9] Sebbene non sia fornita una definizione precisa o dettagliata di "das Leben an sich", Murau intuisce il valore positivo che si trova nella vita quando viene liberata da qualifiche e titoli pretenziosi che sostengono la fragile identità personale della maggior parte delle persone. Ancora una volta, l'attenzione è rivolta all'aspetto umano dell'esistenza: "Nicht die Menschen werden seit Jahrhunderten gesehen, sondern nur Titel und Zeugnisse." Questo è un tipico esempio in Auslöschung dell'idealismo basilare presente nelle persone, nascosto in esplicite critiche sul loro comportamento e atteggiamenti.

Tutti i riferimenti di cui sopra, insieme alla visione molto più calma e ottimistica di Murau, si traducono in una serie coerente ma non programmatica di valori personali emergenti in Auslöschung, man mano che Murau rivela le sue relazioni relativamente facili con persone e amici; questi valori possono essere divisi in tre grandi aree: "calore umano", "carattere" e "amore".

Bernhard stabilisce le credenziali umane di Murau fin dall'inizio del romanzo; non solo la sua consapevolezza delle qualità essenzialmente umane, ma anche il suo calore e la sua cordialità verso una vasta gamma di persone lo contrappone immediatamente con tutti i precedenti protagonisti di Bernhard. Nel suo atteggiamento verso le persone e la vita, Murau è più strettamente collegato a Rudolf che a figure precedenti come i solitari, ossessivi e anormalmente intensi Walter (Amras), Konrad (Das Kalkwerk) o Roithamer (Korrektur). Anche se confrontato con i protagonisti successivi che confidano nel proprio lavoro (il narratore in Der Untergeher), o sono piuttosto solitari (Rudolf e il narratore in Holzfällen) o si dedicano amorevolmente a una persona (Wertheimer e Reger) Murau è una figura più socievole, più equilibrata.

Uno degli indizi stilistici più chiari che Bernhard fornisce a questo sviluppo sociale e personale è il ripetuto impiego nella narrazione della parola "Mensch" e dei suoi composti. La scelta delle parole di Murau chiarisce il suo impegno nei confronti dei valori umani, anche se spesso è solo implicitamente. Fin dall'inizio del racconto di Murau, il narratore evidenzia al lettore l'importanza della parola "Mensch". Già nella seconda pagina del suo racconto, egli fa riferimento al "menschenunwürdige Last [der deutschen Sprache]".[10] Alcune pagine dopo, il clima di Wolfsegg viene chiamato "menschenvernichtend".[11] Più tardi, mentre ancora a Roma, Murau si scaglia contro l'insegnamento e le professioni legali: "Wenn wir uns mit einem Lehrer unterhalten, kommen wir bald darauf, daß er ein aus Unzufriedenheit mit sich selbst, menschenzerstörender, ja letzten Endes weltzerstörender Charakter ist, genauso [wie] mit einem Richter."[12] In tutti questi esempi, Bernhard poteva non usare il prefisso "mensch"; tra l'altro, rende le frasi un po' ampllose poiché il significato verrebbe comunque trasmesso in tutti e tre i casi ugualmente bene, e ancor più idiomaticamente, senza tale prefisso. In isolamento, questi aggettivi potrebbero essere considerati figure idiolettiche del linguaggio, persino un'esagerazione da effetto; dopo tutto, un linguaggio può essere descritto, senza un contesto più specifico o una definizione più precisa, come un fardello disumano per l'uomo? Insieme, tuttavia, queste descrizioni forniscono un suggerimento al lettore sulle priorità e sui valori personali di Murau; la conservazione dei valori umani è alla base della sua espressione in tutti questi esempi. Nell'ultimo, inserendo "menschenzerstörend" e "weltzerstörend" in clausole successive che culminano in un crescendo ("weltzerstörend" è una versione più elevata e più estrema di "menschenzerstörend"), invita o consente al lettore di associare "Menschen" con "Welt". In quello che altrimenti potrebbe essere considerato un attacco tipicamente iperbolico contro gli insegnanti, Bernhard incoraggia delicatamente un'interpretazione alternativa per quel lettore pronto a stabilire una connessione associativa e semantica tra questi due aggettivi correlati.

La sottigliezza stilistica fornisce qui un sottotesto e migliora il contenuto del passaggio. L'effetto è che il testo presenta al lettore due possibili linee di indagine: in primo luogo, una critica sociale ovvia e (nelle opere precedenti, spesso ripetuta) specifica su una professione; e in secondo luogo, e più chiaramente, la narrazione fornisce al lettore, disposto a essere guidato dagli indizi bernhardiani, una visione dei pensieri privati e dei valori personali che alimentano le osservazioni e le critiche di Murau. Ciò che inizialmente sembra una critica sociale familiare, un po' stanca, viene in effetti rivelata come un'indagine su valori umani. Rendendo l'interpretazione personale gratificante e poliedrica, Bernhard guida il lettore nel mondo psicologico di Murau: il suo modo di pensare e di percepire il mondo.

L'arte di definire valori e sentimenti positivi mediante implicazione fu molto usata da Bernhard nella pentalogia e in Beton. In Auslöschung, tuttavia, emerge un'espressione narrativa più schietta e, con essa, una comprensione più chiara delle relazioni positive del protagonista con le altre persone. Persino la parola "Unmensch", usata dalla famiglia di Murau per screditare Onkel Georg e la sua mente indagatrice ("Dein Onkel Georg ist ein Unmensch! haben sie [die Meinigen] oft gesagt"), 701 può avere connotazioni positive. Oltre duecento pagine dopo che Murau ci ha informato di questa critica, ci descrive un incidente in cui da bambino sua madre lo rimprovera per essersi messo a leggere in segreto invece di occuparsi dei doveri familiari: "Plötzlich schaute sie [meine Mutter] mir ins Gesicht und sagte: du bist unser Unmensch!" 102 È chiaro che gli atti umanistici di avere una mente indagatrice, porre molte domande (Georg) e leggere letteratura seria (il giovane Murau) — legati dalla parola "Unmensch" — evidenziano qui, per contrasto, la chiusa mentalità della famiglia di Murau. Sono chiaramente loro che sono "unmenschlich" e la parola, sebbene implicitamente, afferma la crociata di Murau e di suo zio contro i valori provinciali e conservatori dei genitori di Murau. L'uso improprio della parola da parte dei suoi genitori è un'inversione dell'idioma standard e, come tale, un esempio del modo in cui la lingua può essere manipolata in modo grottesco a fini personali. Come per segnalare il legame tra questi due esempi della stessa parola, Bernhard include in entrambi il punto esclamativo, un segno di interpunzione usato di rado in Auslöschung e nella prosa di Bernhard generalmente.

Nel corso della narrazione, i valori umani, incarnati da "Mensch" e dai suoi composti sono un mezzo utile con cui Bernhard avvicina Murau ad altre persone. Nel rappresentare lo stretto legame tra Onkel Georg e se stesso, ad esempio, Murau sottolinea il valore positivo del legame tra la vita reale e il contatto umano, e di nuovo appare la parola "Mensch":

(IT)
« Mio zio Georg mi ha aperto la via della musica e della letteratura [...] e mi ha fatto conoscere i poeti come uomini vivi [...] A mio zio Georg debbo il fatto di essere diventato [...] un uomo che senz'altro si può definire libero. [...] Grazie a mio zio [...] non ho visitato popoli morti, ma vivi. »

(DE)
« Mein Onkel Georg hat mir die Musik und die Literatur aufgeschlüsselt [...] und die Dichter als lebendige Menschen nahegebracht [...]. Meinem Onkel Georg verdanke ich, daß ich [...] ein durchaus als frei zu bezeichnender Mensch geworden bin. [...] Ich habe durch meinen Onkel [...] keine toten Völker aufgesucht, sondern lebendige. »
(Ibid., p. 45, rr. 1-28.)

Questo brano può essere letto come un'antitesi diretta alle accuse mosse a Rudolf da sua sorella in Beton secondo cui gli unici amici che ha sono filosofi e poeti morti.[13] È, in parte, attraverso il vedere i poeti come persone viventi ("lebendige Menschen" ) che Murau, a differenza di Rudolf, ottiene un senso di liberazione ("frei") dalla frustrazione, dalla solitudine e dalla comunicazione a senso unico. Le persone (i poeti e Georg), fonte di molta sofferenza per i precedenti protagonisti, qui si trasformano in una forza liberatrice. Nel caso in cui il lettore sia tentato di pensare che i musicisti e i poeti viventi di Murau siano gli stessi degli "amici" scrittori e filosofi di Rudolf, Murau prende opportunamente le distanze dalla nozione di "intellettuale" o pensatore e si schiera fermamente a favore di un sano contatto sociale. Inoltre, la ripetizione di "lebendig" riconduce a Georg: è suo zio, dopo tutto, che ha riportato in vita gli stessi poeti e scrittori che Elisabeth in Beton derideva crudelmente come una società di amici estinti. Onkel Georg presenta al giovane Murau una possibilità positiva che lo libera da catene (qui non meglio specificate). Il ruolo di Onkel Georg qui può essere paragonato all'influenza positiva esercitata sul giovane Thomas da suo nonno, nella pentalogia. L'enfasi sull'importanza di Georg non vuol dire che Murau non rispetti i grandi scrittori; l'elenco di letture che compila per Gambetti ricorda al lettore che Murau mantiene grande rispetto per la storia intellettuale, ma non cerca conforto esclusivamente in essa.[14]

Una volta che Murau arriva a Wolfsegg e si confronta fisicamente con i ricordi di tutte le realtà negative che a Roma sono solo pensieri astratti, Bernhard rivela ulteriori indizi incentrati sulla parola "Mensch". La parola diventa una fonte di conforto per contrastare i ricordi dell'influenza negativa della sua famiglia durante l'infanzia a Wolfsegg. Verso la fine di un pungente attacco ai valori irrimediabilmente borghesi del marito di Caecilia (questi un tedesco meridionale e un emblema di valori e qualità germanici), Murau commenta: "Von den Maschinen und von den Büros ist ein Großteil, ist der größte Teil der Menschen zerstört und vernichtet worden."[15] Questa affermazione generale si presenta in un passo della narrazione che affronta apparentemente le inadeguatezze borghesi del marito di Caecilia che appartiene a una classe sociale, secondo Murau, che è priva di individualità e personifica lo "Sklave der Maschine".[16] Questo filone di pensiero non è affatto nuovo per la prosa di Bernhard, come attestano i commenti di Konrad a Wieser: "denn heute ist ja jeder Mensch Funktionär, alle seien Funktionäre, alle funktionierten, es gibt keine Menschen mehr."[17] In entrambi gli esempi, "Mensch" si contrappone a qualità essenzialmente fredde, automatiche e inumane. Dato che Auslöschung non è per nulla una critica sostenuta della disumanizzazione postindustriale e modernista, Murau allora può essere visto nel commento su macchine e uffici come puntasse nuovamente il lettore sull'ideale personale (qui, implicito tramite una definizione negativa) di valori umani accettabili o umanità intrinseca.[18] Come negli esempi precedenti, le opinioni del suo personaggio non sono rivelate in poche parole. È solo in congiunzione con le sue altre critiche sulla mancanza di umanità nelle strutture sociali e nei rapporti che passaggi come questi hanno senso e consentono al lettore di ottenere una misura di Murau.

Come nella pentalogia autobiografica e in Beton, il lettore deve lavorare sodo e mettere insieme un quadro che consenta la coerenza mediante la qualificazione correttiva narrativa nel corso di una lunga storia. L'uso ripetuto di "Mensch" negli aggettivi composti o la collocazione selettiva di parole e frasi in apposizione, insieme all'allusione esplicita e indiretta all'alto valore e alla preziosità della vita, guidano il lettore inizialmente alla comprensione di quanto siano importanti le persone per Murau e quindi alla vicinanza tra il bisogno di persone da parte di Murau e il fatto basilare dell'esistenza, la vita. Raggiunge tutto ciò attraverso le sue amicizie e il calore essenziale come persona. L'impiego nella narrativa di "Mensch" e dei suoi composti non è schematico. Molti dei casi precedenti indicano che la parola ha il semplice significato di "persona"; tuttavia, l'atteggiamento positivo di Murau verso le altre persone e i ripetuti riferimenti a qualità "umane" spesso suggeriscono la presenza di una definizione più sottile della parola. Questo potenziale significato è reso più esplicito verso la fine del resoconto di Murau.

A un certo punto in Wolfsegg quando sente di non poter più far fronte alle complicate ed esigenti responsabilità dei preparativi per il funerale, Murau contempla il suo progetto di scrittura e i suoi pensieri si rivolgono a Gambetti. Un'improvvisa autocorrezione a metà frase avvisa il lettore di una distinzione linguistica e semantica che è chiaramente importante per Murau: "Aber diese Leute wie Gambetti, sagte ich mir, ich verbesserte mich gleich und sagte, diese Menschen".[19] Il pensiero dietro questo commento non è affatto unico nel testo; la narrativa di Murau contiene molti riferimenti all'importanza delle persone come individui ("Menschen") compresi i valori umani associati alle relazioni personali rispetto a un gruppo anonimo e non descrittivo ("Leute"). Nei libri precedenti (soprattutto prima del 1975), i protagonisti hanno pochissimi amici o compagni; non riescono a distinguere tra individui, ed esprimono ampie critiche all'umanità, generalizzandole. Dove si verificano, i rari riferimenti alla dipendenza dell'uomo dai suoi simili sono riluttanti e spesso futili. Qui, l'autocorrezione è volutamente evidente e fornisce un indizio su una distinzione molto importante per Murau.

Poco dopo, Murau fornisce la sua dichiarazione più esplicita sulla natura dei valori umani in Auslöschung. In una rara critica a Spadolini, commenta la tendenza del sacerdote a idealizzare le qualità delle persone ormai morte, il suo "Verfälschungskunst":

(IT)
« [Spadolini ha trasformato] la bruttezza in bellezza, la bassezza e meschinità in grandezza interiore ed esteriore, mostri in esseri umani, per così dire, se vogliamo essere precisi. Un paese atroce in un paradiso, e un popolo ottuso in un popolo ammirevole. »

(DE)
« [Spadolini macht] Aus der Häßlichkeit Schönheit, aus der Niedrigkeit und Gemeinheit innere und äußere Größe, aus Unmenschen sozusagen Menschen, wenn wir genau sind. Aus einem scheußlichen Land ein Paradies und aus einem stumpfsinnigen Volk ein ehrenwürdiges. »
(Ibid., p. 579, rr. 11-16.)

Ancora una volta, la narrazione rivela i valori di Murau indirettamente. La critica di Spadolini è in realtà una copertura per la articolazione di Murau su come dovrebbero essere le cose. L'uso della parola "Unmensch" è ironico dato che è stata usata in precedenza dalla famiglia per descrivere Murau e suo zio.[20] Un insieme di valori opposti emerge: da un lato, bruttezza ("Häßlichkeit"), comportamento meschino e cattivo ( "Niedrigkeit und Gemeinheit"), un ambiente negativo ("scheußliche[s] Land") e stupidità ("stumpfsinnige[s] Volk") e, dall'altro, bellezza ("Schönheit"), grandezza interiore ed esteriore ("innere und äußere Größe"), un ambiente perfetto ("Paradies") e una nazione degna di rispetto ("ein ehrenwürdiges [Volk]"). Al centro di queste opposizioni si trova il contrasto tra "Mensch" e "Unmensch". Includendo queste parole in una frase senza verbo, Bernhard sottolinea l'importanza degli opposti; è un'espressione aspra, severa. L'avverbio qualificativo ("sozusagen") e la frase ("wenn wir genau sind") isolano ulteriormente l'opposizione tra il bruto e l'essere umano. L'inclusione della parola "genau", riferendosi e qualificando il termine "Menschen", si concentra sul significato specifico di "Mensch" come l'opposto di bruto o mostro, cioè persona umana, benevola; è l'unica parola in una lunga lista di qualità opposte il cui significato Murau sceglie di individuare. Non è la prima volta che la narrativa di Murau traccia un contrasto tra il vero umano e ciò che non è degno di tale nome (i tedeschi meridionali vengono paragonati ai maiali in precedenza, quando Murau allude denigratamente a suo cognato).[21] Per una volta, tuttavia, la descrizione non è limitata all'implicazione; invece, emerge un elenco di specifiche qualità "umane".

Bernhard qualifica ulteriormente questa comprensione dell'umanità e del calore umano attraverso l'idea e l'uso della parola "Charakter" da parte di Murau. Il calore umano è in gran parte una qualità diretta nella narrazione; il "carattere" in Auslöschung, tuttavia, è del tutto più sfuggente e difficile da definire. In Beton, "Charakter" è citato da Rudolf come una delle parole preferite di suo nonno.[22] Anche Reger è critico, non degli insegnanti ma degli artisti, per la loro generale mancanza di carattere ("sie haben sogar immer einen sehr schlechten Charakter"), e identifica il buon carattere con l'incorruttibilità: "und ich verstehe unter einem guten Charakter ganz einfach einen unbestechlichen."[23] In Auslöschung, Murau collega direttamente l'idea di carattere e lo sviluppo personale con il condurre una vita produttiva e felice. Sebbene Bernhard usi il termine in un senso familiare e comune, la sua ricomparsa in tutta la narrazione avvisa il lettore della sua importanza e si rifà all'autocoscienza così importante nella pentalogia.

In un brano sull'automiglioramento e lo sviluppo personale che ricorda altrimenti sezioni di Ein Kind in cui il narratore-protagonista, come Murau, si lamenta della mancanza di autosviluppo nel suo ex amico adulto, Murau riprende uno degli obiettivi di critica preferiti da Bernhard: "Denn wer aufhört, seine Erkenntnisse zu erweitern und seinen Charakter zu stärken, also an sich zu arbeiten, um soviel wie möglich aus sich zu machen, hat aufgehört zu leben."[24] Il valore positivo della vita è chiaramente fisso nella mente di Murau. Il "respiro" di Der Atem evidenziava la differenza tra vivere e morire; il narratore di Auslöschung, d'altra parte, identifica la vita con molto più della sopravvivenza fisica. A Grafenhof, il giovane Bernhard fu quasi completamente abbandonato; nel racconto di Murau, la morte ("aufgehört zu leben") è definita come la fine dello sviluppo emotivo di sé. Murau è semplicemente meno disperato dei protagonisti delle autobiografie. In effetti, Murau è così a suo agio nel giudizio della classe di suo cognato che usa deliberatamente un linguaggio che potrebbe essere facilmente usato dalle stesse persone che ridicolizza. Quando Murau parla di "so viel wie möglich aus sich zu machen", questa frase allo stesso tempo simboleggia e ironizza delicatamente gli sforzi materialisti e ciò che considera i valori indegni della classe mercantile a cui appartiene suo cognato. Ancora una volta, il centro principale dell'attenzione narrativa qui non è sulla borghesia della Germania meridionale o sul vero valore del materialismo, ma sull'insieme sottostante di credenze e valori che informano le percezioni narrative di Murau e i suoi giudizi. A Murau, ovviamente, piacciono alcuni gruppi, come i giardinieri e gli anziani del villaggio; la sua critica qui non è misantropia ma un attacco specifico alla mancanza di autosviluppo e ad un modo di vivere inumano e irriflessivo. Il narratore bernhardiano ottiene una sottile rifusione del linguaggio mostrando come la morte può accadere nell'ambito della vita. Usando tali stratagemmi narrativi persuasivi, il narratore chiede al lettore di rivalutare e affinare la sua consapevolezza del linguaggio, mettere in discussione forme di linguaggio altrimenti accettate e rivalutare forme interiorizzate abituali di autopercezione e modi di vedere altre persone e relazioni. Murau è il catalizzatore di questo processo di ridefinizione nel lettore.

La questione del carattere e dello sviluppo personale è presente anche nelle critiche ricorrenti di Murau nei confronti della sua famiglia. In un passaggio attentamente costruito, egli delinea le tattiche viziate della sua famiglia e ne descrive l'evidente abbrutimento nello sviluppo personale. Cinque frasi che delineano lo stato di cose desiderato collegano le critiche sconnesse e ripetute per due pagine: "eine Erweiterung [der] Kenntnisse und Erkenntnisse und [des] Charakters"; "Geistesbereicherung"; "eine stete Weiterschulung des Charakters"; "sich verbessern"; e "den Charakter [...] bilden und [...] stärken".[25] Non viene mai chiarito ciò che Murau considera arricchire la mente o arricchire il carattere o esattamente quale tipo di formazione del carattere abbia in mente, ma, come spesso accade nell'ultima prosa di Bernhard, una definizione contrastante o negativa rende più chiaro il significato . Al lettore viene detto ciò che non rafforza il carattere, vale a dire i valori superficiali esibiti dai suoi genitori e fratelli, i quali tutti falliscono chiaramente il test del "Charakter". Preferiscono trovare sicurezza in parole e nomi che non hanno una vera corrispondenza ("das sogenannte humanistische [Gymnasium]") con il loro significato. [26] L'abuso del linguaggio qui, apparentemente provocato da una mescolanza di pigrizia (la gente non mette in discussione il termine), precedente storico (è una parola usata senza pensarci per questo tipo di scuola) e insensibilità al linguaggio (le persone semplicemente non pensano a cosa la parola significhi davvero) avvisa il lettore del potenziale potere della narrativa di incoraggiare una ridefinizione del linguaggio trito; in questo caso particolare, la potenziale ridefinizione è coerente con il desiderio di Murau di un ambiente orientato alla persona, espresso dal suo uso della parola "Mensch". Un importante collegamento con questo filone di pensiero viene stabilito circa centocinquanta pagine dopo, quando Murau è a Wolfsegg: "Die Leute mit dem sogenannten guten Charakter sind die, die uns mit der Zeit nurmehr anöden und umbringen."[27] Murau ricorda al lettore che "sogenannt" è il legame lessicale per non lasciarsi ingannare da false definizioni di autosviluppo e carattere, e di nuovo, la vita è qui al centro del pensiero di Murau: è la morte nella vita che è circondata e influenzata da un buon carattere contraffatto. Usando "sogenannt", inoltre, indica al lettore l'importanza della selezione e dell'uso delle parole, invitando così di nuovo un'attenta e cauta ispezione della narrazione.

Onkel Georg è la marcata eccezione all'interno della famiglia: lo si vede opporsi al concetto di "Arbeit" con "Leben"; è responsabile dello "ganze Entwicklung" di Murau.[28] Incarna i concetti di vita, carattere e sviluppo. In omaggio alle sue azioni e al suo carattere, Murau descrive con vigore e sfida come suo zio arruffava le piume dei suoi genitori a Wolfsegg aprendo le finestre per far entrare luce e aria, sostenendo la vita positiva, naturale e rustica del Mediterraneo e attribuendo grande importanza allo sviluppo mentale.[29] Murau lo descrive come: "einen solchen auẞerordentlichen Charakter".[30] Ancora una volta, le parole (più specificamente, la parola: "Charakter") che Murau sceglie per descrivere un importante tratto essenzialmente umano, collega la sua descrizione di Onkel Georg alla sua più generale articolazione dei valori umani. Tuttavia, è ciò che la narrazione a questo punto rivela di Murau, e non del defunto Onkel Georg, che è particolarmente rivelatore. Murau sottolinea che la sua famiglia produce individui eccezionali come Georg ogni cento anni circa e che tali persone sono perseguitate, ma questa osservazione è irrilevante per l'interesse narrativo qui più profondo: il legame tra "Charakter" e "Menschen". È attraverso l'apposizione che il narratore collega queste qualità e invita il lettore a fare altrettanto. Il brano, se considerato in questo modo, dal punto di vista delle qualità di Murau, si trasforma da una stanca critica della mediocrità umana austriaca e generale o da una descrizione ripetuta dell'alto calibro di Georg come persona, in un ulteriore contributo ben costruito all'enigma dell'insieme di valori e standard personali di Murau. Affiancando a "und" i termini "Menschen" e "Charakter", Bernhard attira l'attenzione del lettore sul fatto che, sebbene siano senza dubbio complementari, queste due parole non significano lo stesso. Questa è un'apposizione narrativa sottilmente qualificata e il lettore è tenuto sull'attenti. Bernhard prende entrambe le parole da un contesto familiare in cui entrambi possono significare semplicemente "persona", e induce il lettore a valutare attentamente il loro significato. Un effetto significativo di questa rivalutazione del linguaggio comune è quello di avvisare il lettore degli usi futuri di questi termini nella storia.

Quando, circa trecentocinquanta pagine dopo, il narratore critica suo cognato, le parole che sceglie sono significative in quanto ricollegano le parole e le idee di conoscenza e carattere discusse in precedenza nella narrazione: "Selbst, wenn er [der Weinflaschenstöpselfabrikant] nicht wüßte, wer Kant ist, wäre es vollkommen gleichgültig, seinen Charakter betreffend."[31] Nel caso in cui il lettore sia tentato di pensare che ampliare la propria conoscenza ("Kenntnisse") sia un eufemismo per lo snobismo culturale, lo scrittore-narratore qui corregge il potenziale fraintendimento; è il fatto che suo cognato non ha alcun carattere ("[er] hat keinen Charakter") che conta, non se è a conoscenza delle informazioni rilevanti dietro allusioni intellettuali; infatti, conoscere il riferimento dietro l'allusione non lo qualifica automaticamente d'aver carattere.[32] La narrazione qui diventa un'esperienza più interconnessa e quindi coerente e appagante per il lettore se la precedente critica alla mancanza di autosviluppo viene letta come diretta ai valori che sono trascurati e distrutti dal sistema educativo, non a dettagli specifici riguardo a quel sistema stesso. L'interconnessione di parole e concetti nella storia vede Bernhard, l'artista letterario, a suo massimo agio quando spinge sottilmente e incoraggia il lettore mediante stratagemmi narratori e narrativi come questi piuttosto che da affermazioni dominanti o definizioni inequivocabili.

Murau è la figura di prosa più filantropica di Bernhard. I casi di "calore umano" e le discussioni sul "carattere" aiutano il lettore a capire meglio Murau. Uno sviluppo, complementare ma ulteriore a queste due qualità, è la presenza dell'amore, caratterizzata da esempi più frequenti della parola "Liebe". Amore è una parola quasi mai associata alla scrittura bernhardiana. In un'intervista pubblicata nello stesso anno di Auslöschung, Bernhard rispose alla domanda se sentisse il bisogno di essere accettato come scrittore e persona in Austria:

« Der Mensch lechzt von Natur aus nach Liebe, von Anfang an. Nach Zuwendung, Zueignung, die die Welt zu vergeben hat. Wenn einem das entzogen wird, kann man hundertmal sagen, man sei kalt und sehe und höre das nicht. Es trifft einem mit aller Härte.[33] »

Come i suoi protagonisti di questo decennio, Bernhard è molto meno riluttante a parlare di amore che in qualsiasi altro momento. Il narratore semi-autobiografico di Wittgensteins Neffe (1982) contempla la vita senza il suo "Lebensmensch[en]".[34] Commenta affettuosamente: "Ohne sie wäre ich überhaupt nicht mehr am Leben [...] Diese für mich in jeder Beziehung vorbildliche, gescheite, mich niemals auch nur einen entscheidenden Augenblick im Stich lassende Frau."[35] Questo brillante riferimento a Hedwig ("Hede") Stavianicek (1894-1984), compagna platonica per tutta la vita di Bernhard fin dall'adolescenza, che incontrò in un convalescenziario di Sankt Veit nel 1949 mentre si stava riprendendo da tubercolosi polmonare, viene ripreso tre anni dopo in Alte Meister quando Reger si riferisce alla sua defunta moglie: "Wir wollen gar nicht mehr weiterleben, wenn wir den uns am nächsten stehenden Menschen verloren haben."[36] Hede morì nel 1984 dopo una lunga malattia. Bernhard ci rimase molto male per la sua morte e si presume che mai riuscì a superare tale dolore.[37] Bernhard fu così attaccato alla Stavianicek che venne persino sepolto nella stessa tomba di lei e di suo marito nel cimitero Grinzinger Friedhof a Vienna.[38] Poiché Bernhard stava lavorando su Ausloschungö in quel momento, non sorprende che l'importanza delle persone – e più specificamente i sentimenti di affetto e amore di Murau – sia un tema centrale in questo lavoro.

Per quanto critico possa essere nei confronti della sua famiglia, non c'è dubbio che Murau sia profondamente legato e ami i suoi genitori e fratelli. A differenza di Rudolf, Murau non si rassegna mai ad essere solo. Bernhard dà obliquamente al lettore uno spaccato del legame di Murau con la sua famiglia quando, dopo essere arrivato a Wolfsegg, ripercorre criticamente l'artificialità del matrimonio di Caecilia e tutte le altre pretese della sua famiglia. Ricorda come Johannes gli avesse spesso detto che solo nella sua macchina, lontano dalla sua famiglia e dalle altre persone, era in grado di respirare liberamente e pensare chiaramente; Murau aggiunge, "es deprimierte mich, das von ihm zu hören, es für die Wahrheit nehmen zu mtissen".[39] La chiara conseguenza della solitaria autosufficienza di Johannes qui è che è un triste stato di cose non aver bisogno di nessun altro. Contrariamente ai precedenti commenti sulle carenze degli esseri umani, tuttavia, Murau è depresso da questo pensiero, proprio perché riguarda una persona cara. Allo stesso modo, suo padre può essere se stesso solo quando è solo sul suo trattore, lontano dalla famiglia e da altre persone, come Murau lo ricorda dicendo: "soweit hat es kommen müssen, daß ich nurmehr noch auf dem Traktor allein und glücklich sein kann".[40] In opposizione diretta alle stesse parole di Murau che equiparano solitudine e infelicità, quando deride lo sforzo intellettuale solitario poco prima di lasciare Roma, suo padre associa essere solo ("allein") alla felicità ("glücklich").[41] Pur sapendo che si tratta di un triste stato di cose ("soweit hat es kommen müssen"), suo padre non può farci nulla. Il padre qui è uno spettro di Rudolf, per il quale la vera amicizia era impossibile nonostante il suo riluttante riconoscimento del bisogno di persone.[42] Il modo in cui Murau qui rivela le opinioni di suo fratello e suo padre sulla compagnia e sul fatto che egli continua a parlare di se stesso e di come lo hanno influenzato, in entrambi i casi rivela più sulla visione di Murau riguardo all'importanza delle persone di quanto non faccia su di loro. Padre e fratello non sono realmente sviluppati all'interno del testo come individui a sé stanti. Da un punto di vista narrativo, sono usati per confermare la caratterizzazione di Murau.

C'è una certa ironia, persino umorismo nel fatto che finalmente per uno dei protagonisti di Bernhard i tavoli si sono ribaltati; invece di guardare velenosamente il mondo esterno con le sue nozioni superficiali di amicizia, Murau compatisce Johannes e suo padre per la loro mancanza di vera amicizia, compagnia e amore. L'idealismo personale e i valori che sono spesso solo intimati in questo testo, diventano qui più chiari per il lettore. Queste due affermazioni su suo fratello e suo padre che espongono un protagonista non imbarazzato nel mostrare la sua mano sul tema della dipendenza emotiva e dell'intimità, rappresentano uno sviluppo importante dopo Beton' o, in effetti, da qualsiasi narrativa in prosa degli anni ’80.

Auslöschung è la più completa affermazione narrativa di Bernhard sull'argomento altrimenti sensibile e spinoso dell'amore. Murau, ad esempio, è costantemente consapevole (o reso consapevole) dell'influenza dell'amore sulla sua vita, ed è spesso una forza così forte che egli non ha il potere di respingerlo. Può sì odiare la sua famiglia per come lo trattano male, ma non smette di amarli. Anche le estese critiche di Georg sulla famiglia sono mitigate dai ricordi (indirizzati al lettore) dei legami familiari duraturi: "Im Hotel de la Ville [...] hat mein Onkel einmal zu mir gesagt, daß er seine Familie lieben müsse, obwohl er sie zu hassen gezwungen sei."[43] La volontà intrinseca e impotente di amare è messa in contrasto con l'idea di una risposta emotiva basata sull'analisi razionale (l'esperienza di Georg per tutta la vita della meschinità della sua famiglia), non solo dalla scelta dei verbi ma anche dall'inclusione della congiunzione concessiva, "obwohl". Mentre Georg si confida altrove con Murau durante una dura critica al padre di Murau, "Gerade Weil ich deinen Vater, meinen Bruder, immer geliebt habe und auch heute noch liebe, erlaube ich mir, so über ihn zu sprechen".[44] La coazione interiore ad un amorevole legame fraterno si contrappone al desiderio consapevole, sebbene riluttante, di parlare male di lui. Nonostante tutte le proteste dei suoi protagonisti, il sangue è sempre sangue nella prosa di Bernhard, e da nessuna parte il protagonista è più consapevole, anche se dolorosamente, di questo legame che in Auslöschung. La antipatia, che nasce dall'esperienza negativa, non fa nulla per smorzare la naturale attrazione emotiva. Murau ricorda questo fatto durante una descrizione delle sue sorelle: "Ich habe sie immer geliebt, heißt nicht, daß ich sie nicht immer auch verflucht habe".[45] Bernhard, qui, spinge il lettore, tentato di pensare a Murau come un ingrato nichilista a causa delle sue filippiche veementi, nella direzione della multidimensionalità del protagonista e dell'individualità sottile e umana.

In tutto Auslöschung, c'è la sensazione che l'impulso all'amore, per quanto abusato e contrastato nel corso della vita, sia inestirpabile — e Murau non è eccessivamente a disagio su questo fatto. A differenza di Rudolf, non è dominato sotto ogni aspetto da un membro della sua famiglia; ha la sua propria vita a Roma. In Beton, la natura umana ("die Menschennatur") non era in grado di contrastare gli impulsi di speranza e perfezionismo.[46] Come sottolineato nel capitolo precedente, l'uso strategico ripetuto della parola "naturgemäß" da parte di Rudolf crea il legame e la conseguente tensione tra la percezione razionale e le esigenze irrazionali della natura umana. Anche in Auslöschung questa tensione appare e spesso viene introdotta dalla stessa parola. A differenza di Beton, tuttavia, le significative ricorrenze di questa parola in Auslöschung si riferiscono ripetutamente alla sfera profondamente personale della famiglia — ciò che Murau conia con "Herkunftskomplex".[47]

Ci sono ben più di cinquanta esempi della parola "naturgemäß" nella narrazione. Tuttavia, c'è una quantità immensa di cattiva volontà nella famiglia di Murau ("Ich wollte [...] von ihnen [meinen Eltern und meinem Bruder] schon lange nichts wissen, umgekehrt sie nichts von mir").[48] Murau disprezza le sue sorelle, guarda il fratello dall'alto al basso e non permette al lettore di dimenticare quale imbroglio sia stato il matrimonio dei suoi genitori. Tuttavia, Bernhard collega ripetutamente "naturgemäß" con l'amore insito nei legami familiari e l'affetto familiare emerge contro la venatura del libro. "Naturgemäß", una parola comune, persino un cliché, è in gran parte responsabile per esprimere questo controsenso e le sue relative sottigliezze.

All'inizio, con l'aiuto di questa parola, Murau stabilisce una prospettiva ambivalente sulla relazione amore-odio che ha con la sua famiglia:

(IT)
« Amiamo i nostri genitori, com'è naturale, e i nostri fratelli, com'è altrettanto naturale [...] e non ci accorgiamo che a partire da un certo momento li odiamo, contro la nostra volontà ma con la stessa naturalezza con cui prima li abbiamo amati. »

(DE)
« Wir lieben naturgemäß unsere Eltern und genau so naturgemäß unsere Geschwister [...] und bemerken nicht, daß wir sie von einem bestimmten Augenblick an hassen, gegen unseren Willen, aber auf dieselbe natürliche Weise, wie wir sie vorher geliebt haben. »
(Ibid., p. 13, rr. 4-12.)

Da una meditazione in prima persona singolare sul ritorno a Wolfsegg, Murau passa qui al plurale in prima persona per affermare un fatto generalmente valido sull'innegabilità del legame familiare. L'amore è senza restrizioni, del tutto naturale; l'odio è la conseguenza naturale o logica dell'esperienza. Significativamente, l'odio è "gegen unseren Willen". Il narratore ripete l'avverbio "naturgemäß" per affermare l'amore iniziale per la famiglia, ma sceglie una diversa frase avverbiale ("auf dieselbe natürliche Weise") per descrivere l'odio che cresce. Questo cambio di espressione indica una differenza tra la fonte delle due emozioni: l'odio emerge naturalmente dagli anni di abbandono e indifferenza; l'amore, tuttavia, è predefinito, il punto di partenza originale, parte della natura umana. Col tempo diventano ugualmente forti, ma l'odio non annulla l'amore; esiste in aggiunta ad esso.

Nel collegare "naturgemäß" all'amore familiare, Bernhard sviluppa un tema di libri precedenti. Konrad, Roithamer e persino Rudolf sono troppo vicini alle loro famiglie per analizzare o sezionare le loro relazioni con calma: Konrad uccide sua moglie; Roithamer si uccide e Rudolf fugge da Peiskam. Murau, invece, affronta il suo passato in modo più calmo. C'è una cospicua mancanza di violenza nel libro (a parte il fatale incidente d'auto che si verifica prima dell'inizio della storia) e, inoltre, Murau non trova conforto in una situazione temporanea: non è un turista, a differenza di Rudolf a Palma; vive permanentemente a Roma. Il suo ritorno a Wolfsegg e le sue riflessioni sulla sua infanzia, lungi dal segnare una regressione, aiutano a raggiungere una continuità nella sua mente tra passato e presente. Questa continuità, a sua volta, facilita lo sviluppo di sé (Murau pone costantemente domande su se stesso e sul comportamento della propria famiglia) che, nel testo, è fonte di molto ottimismo e speranza. Questo protagonista bernhardiano non sta cercando di tirarsi fuori da un pantano emotivo con l'aiuto di un progetto intellettuale; Murau è, infatti, già felice a Roma all'inizio del libro. La parola "naturgemäß", dove viene utilizzata per rivelare la sua relazione con la famiglia, fa parte di un processo di elaborazione del passato, come nelle autobiografie, ma a uno stadio più avanzato di accettazione di sé e felicità.

Mentre, a volte, l'odio si mescola ad esso, l'amore è una presenza coerente in cui "naturgemäß" converge con discussioni sulla famiglia e integra la rappresentazione bernhardiana degli amici di Murau e il suo senso dei valori personali. Nonostante l'insistenza di Murau di non essere in subbuglio a causa delle morti improvvise, egli rivela sempre più il suo attaccamento alla famiglia. Degli incidenti mortali, dice: "Wir haben ein solches Unglück naturgemäß auszuhalten, zu ertragen mit alien Fürchterlichkeiten".[49] Il semplice fatto che è nella "natura" delle cose che la morte sia un fatto ineluttabile della vita potrebbe qui essere un'allusione privata di Bernhard al costante declino fisico e alla morte di Hede Stavianicek, ma per Murau indica il suo dolore nel perdere la maggior parte della sua famiglia in un sol colpo. Mettendo "naturgemäß" in corsivo, il narratore attira l'attenzione sulla parola e sulle sue connotazioni emotive di naturale affinità.

È solo duecentocinquanta pagine dopo, quando si trova a Wolfsegg, che Murau ammette questo fatto a se stesso e, di nuovo, viene usata la parola "naturgemäß":

(IT)
« [...] com'è naturale, non avevo riflettuto a fondo sulle conseguenze della notizia di quella morte [...] in tutto il suo peso schiacciante, perché volevo proteggermi, dovevo proteggermi, non potevo e non volevo lasciarmi schiacciare dal fatto che i miei genitori e mio fratello erano morti. »

(DE)
« [...] ich hatte mich naturgemäß nicht mit den Folgen dieser Todesnachricht [...] in seiner ganzen Wucht auseinandergesetzt, weil ich mich schiitzen wollte, zu schützen hatte, mich nicht erdrücken lassen konnte und wollte von der Tatsache des Todes meiner Eltern und meines Bruders. »
(Ibid., p. 387, rr. 18-24.)

Queste sono le parole di un uomo che vuole essere indifferente alla morte di suo fratello e dei suoi genitori, vede persino il merito di escludere dalla mente l'enormità dell'impatto, ma non può farlo: la sua risposta naturale contrasta col suo desiderio. I verbi modali (di desiderio e necessità) sono qui importanti: non vuole e non può lasciarsi sopraffare o schiacciare dalla notizia ("mich nicht erdrücken lassen konnte und wollte"). La tensione tra le sue risposte naturali di voler proteggersi ("mich schützen wollte") e di sentire il forte impatto della notizia e le sue conseguenze ("den Folgen dieser Todesnachricht [...] in seiner ganzen Wucht") fornisce l'impulso narrativo. Se non gli importasse affatto della sua famiglia, non avrebbe trascorso la maggior parte delle seicentocinquanta pagine a discutere nei minimi dettagli la loro vita ed il loro innegabile impatto su di lui. Ancora una volta, una lettura attenta delle sottigliezze narrative svela un protagonista che è più emotivamente coinvolto con la sua famiglia di quanto vorrebbe far credere al lettore o a se stesso. Bernhard mina le parole del suo protagonista con narrativa e indizi stilistici accuratamente studiati per il lettore. La speranza emerge almeno tanto da una lettura del testo, tra le righe, quanto dalle dichiarazioni introspettive di Murau.

Per Murau, la tensione difficile e ambivalente associata ai suoi legami familiari rappresenta un'impasse emotiva imbarazzante. Quando l'impasse non può essere spiegata, descritta o risolta ulteriormente, la parola "naturgemäß" appare come un'affermazione finale sulla questione. In tali casi, funge da dispositivo testuale per risolvere un potenziale emotivo o incaglio mentale.

Murau non è il primo personaggio di Bernhard a mostrare un'intensa gelosia nei confronti degli estranei che entrano in famiglia: Roithamer è ossessivamente possessivo nei confronti di sua sorella; anche Wertheimer non sopporta l'idea che sua sorella si allontani; persino Rudolf, che afferma di odiare Elisabeth, è attratto da lei come una calamita per quanto si rifiuti di ammetterlo esplicitamente ed è geloso dei di lei amici e conoscenti. L'uso di "naturgemäß" in Auslöschung aiuta a rendere normale questo fatto increscioso. Dopo aver visto le bare e i corpi nell'orangeria, Murau afferma il suo legame ("meine Bindung") era con le persone viventi, non con i corpi morti.[50] Tuttavia, fa uno sforzo consapevole per nascondere i suoi sentimenti di vulnerabilità e calore alle sue sorelle. Non viene fornito alcun motivo per cui egli sia così desideroso di mantenere i suoi sentimenti privati ​​in un momento come questo, e dopo cambia argomento molto presto: "Ich hütete mich natürlich, meine Empfindung meiner Schwester oder irgendeinem andern zu eröffnen, naturgemäß."[51] Sebbene Murau rifiuti di rivelarsi qui alle sue sorelle, il suo commento riafferma al lettore mediante la narrazione il legame familiare naturale, intrinseco ("naturgemäß") e l'amore verso sua madre.

Quando, poco dopo, Murau si rallegra di come il piano di Caecilia di far dispetto a sua madre sposando l'industriale di Friburgo si sia ora ritorto contro di lei a causa delle morti, egli assume che Caecilia abbia già deciso di lasciare suo marito e che Amalia sia a conoscenza questa decisione: "nicht nur in Caecilias [sondern auch in Amalias] Kopf [...] hat schon zu arbeiten begonnen, fu auszusprechen sie sich naturgemäß noch nicht getrauten".[52] Il presupposto alla base di questo commento è quello della solidarietà familiare in definitiva inviolabile; tutti tranne il povero "Weinflaschenstöpselfabrikant" sanno che è una pedina sacrificale in un gioco di potere; l'implicazione fatta attraverso "naturgemäß" è che entrambe le sorelle, ovviamente, non dicano ciò che provano naturalmente dentro di loro perché la famiglia viene prima del marito di Caecilia. Murau non rivela le sue opinioni più intime alle sue sorelle riguardo ai loro pensieri, ma Bernhard permette al lettore inquisitorio di vedere qui le emozioni di Murau tramite la narrazione. Ogni volta, la famiglia viene prima, anche se, come qui, vendicarsi della madre tirannica e iperprotettiva è lo scopo dell'intero e faticoso esercizio. È discutibile se le sorelle siano davvero così subdole come pensa Murau. Dopotutto, nel testo non ci sono prove del fatto che questa eliminazione sommaria del neoconiuge sia effettivamente ciò che Amalia e, in particolare, Caecilia intendono; la contraddizione tra l'uso del "naturgemäß" da parte di Murau e l'assenza di qualsiasi prova delle intenzioni di Caecilia rivela quanto Murau sia minacciato dal suo matrimonio e dal suo nuovo marito (a tal punto che non una volta si riferisce a lui con il suo vero nome) e ribadisce il suo stretto legame con la sorella. La storia non rivela se Murau abbia ragione riguardo a Caecilia, ma poiché è quasi esclusivamente una visione della sua mente e delle sue percezioni, questa linea di ricerca sembrerebbe non essere rilevante né per Murau né per Bernhard.

Ci sono molti altri casi nella narrazione in cui "naturgemäß" che viene messo in relazione con il profondo amore e l'inseparabilità di Murau dalla sua famiglia. Anche se il contesto è talvolta apparentemente una critica, la parola rivela ripetutamente aspetti dello stretto legame di Murau con la sua famiglia. Da un lato, "naturgemäß" delinea il suo rapporto amore-odio con le sue sorelle,[53] l'indelebile legame congenito,[54] e la sua incapacità permanente di liberarsi dallo sguardo sprezzante e dalla presa emotiva delle sue sorelle;[55] dall'altro, accompagna anche il lato positivo del rapporto di Murau con la sua famiglia: l'affetto di suo fratello per lui;[56] il suo desiderio di approvazione e affetto dei suoi genitori;[57] la sua ammirazione per l'equità e l'affetto dei nonni per lui;[58] l'effetto inevitabile dei lutti;[59] il naturale legame fisico e mentale tra padre e figlio (in questo caso, Johannes),[60] e la premurosa ma sincera preoccupazione filiale e fraterna per le salme esposte nell'orangeria.[61] Il Bernhard di Auslöschung non sta più scrivendo di emozioni esotiche provate da eccentrici solitari, ma di legami familiari irritanti ma indispensabili che fanno parte della vita quotidiana della maggior parte delle persone. È quindi appropriato che Bernhard impieghi costantemente una parola comune, come "naturgemäß", per esprimere e rivelare questa tensione fondamentale, in definitiva irrisolvibile. È come se il linguaggio non riuscisse a trovare un modo più eloquente o conciso di incapsulare questa dualità banale ma importante nei legami familiari.

Non c'è dubbio che il legame naturale tra Murau e la sua famiglia sia problematico; il suo dilemma sarebbe risolto se la sua famiglia si fosse comportata in un modo che egli riteneva accettabile o se non si fosse sentito legato a loro. Tuttavia, come illustrano gli esempi precedenti con "naturgemäß", la natura e, più specificamente, la natura umana è il principale ostacolo alla creazione di una relazione senza conflitti tra Murau e la sua famiglia. È semplicemente troppo attaccato a loro per andarsene e non guardar mai più indietro. Questa soluzione logica non è una possibilità emotiva. Qui la natura umana può essere vista come distruttiva, ed è proprio questo tipo di stallo emotivo che porta Alfred Pfabigan a chiamare Murau un "Enthusiast der Künstlichkeit".[62] Tuttavia, una lettura attenta del testo mostra che, come Rudolf, Murau è in contrasto con l'effetto che alcune persone hanno su di lui, non con la natura umana in sé. La natura umana e la vita sarebbero meno problematiche se non fosse per le istituzioni repressive e artificiali. Murau elogia "das natürliche Leben" a Roma, che non si trova da nessuna parte in Austria.[63] Deride lo spirito cattolico che cospira "gegen die Menschennatur".[64] Soprattutto, si lamenta dell'assenza di un comportamento naturale nei vituperati "Kunstmenschen, künstliche Menschen, keine natürlichen", che sono responsabili dell'artificialità e finte emozioni che in definitiva portano all'infelicità.[65] Se Bernhard articola un concetto o una definizione della natura umana in Auslöschung, allora questa si trova nella sua esposizione narrativa, in esempi come quelli con "naturgemäß", piuttosto che in qualsiasi affermazione chiara o teoria costruita. Termini come "Leben", "Menschennatur" e "Charakter" non possono essere usati con precisione; il loro valore nel linguaggio ordinario consiste nell'offuscata gamma di relative associazioni, e Bernhard le impiega in Auslöschung proprio in questo modo ordinario.

L'ampia cerchia di amici di Murau è la caratteristica unica e più insolita per un protagonista bernhardiano. La ricerca da parte di Murau di una risposta umana, sensibile e amorevole dal mondo ha già riscosso un notevole successo prima ancora che il lettore lo incontri. Proprio perché il suo rapporto con la famiglia è complicato, a volte anche al limite dell'impossibile, i suoi rapporti con gli amici e le persone che gli piacciono spiccano in maggiore rilievo nella sua articolazione di speranza e felicità.

Negli anni ’80, lo stesso Bernhard aveva litigato con molti ex amici e colleghi: Jeannie Ebner, Gerhard e Maja Lampersberg, Karl Ignaz Hennetmair e Gerda Maleta, per citarne solo alcuni.[66] Ma non era soltanto l'uomo duro e intransigente che spesso veniva rappresentato. La sua riconciliazione non pianificata con Jeannie Ebner un anno prima della sua morte ne è riprova.[67] Nell'intervista del 1986 ad Asta Scheib, commentò:

« Man ist immer abhangig von Menschen. Es gibt niemanden, der nicht von irgendeinem Menschen abhängig ist. Ein Mensch, der immer mit sich allein ist, würde in Kürze zugrunde gehen, tot sein. Ich glaube, es gibt für jeden entscheidende Menschen.[68] »

Glenn Gould e Wertheimer diventano individui insopportabili a causa della loro misantropia: "Wie Glenn, duldete auch Wertheimer keine Menschen um sich. So wurde er mit der Zeit unerträglich."[69] Il narratore, invece, lungi dal fornire solo esempi negativi di amicizia umana, fa una valutazione enfaticamente positiva, più avanti nel libro: "Jeder Mensch ist ein einmaliger Mensch und tatsächlich, für sich gesehen, das größte Kunstwerk aller Zeiten, so habe ich immer gedacht und denken dürfen."[70] Questa affermazione universale sull'umanità si basa sulle sue stesse esperienze: "denken dürfen" qui implica che è stato in grado di pensarlo a causa delle persone straordinarie che egli stesso è stato fortunato a conoscere. In quello che è molto probabilmente un riferimento obliquo a Hede Stavianicek (che morì nello stesso anno in cui uscì il libro e la cui lunga malattia fu fonte di grande infelicità per Bernhard), il narratore ironico e borbottante di Holzfällen opina con tristezza, ma prosaicamente: "Wir sind mit Menschen so innig zusammen, daß wir glauben, es ist eine Bindung für das ganze Leben, und verlieren sie aufeinmal über Nacht [..]."[71] Anche Reger, ben equilibrato e di successo, mette in prospettiva il locus delle attività intellettuali per quanto riguarda l'amore per sua moglie: "Immer habe ich geglaubt, die Musik ist es, die mir alles bedeutet, [...] auch, die Philosophic [...], aber alles das [...] ist nichts gegen diesen einzigen geliebten Menschen."[72] Le persone, e non solo la famiglia, significano sempre di più nella prosa degli anni ’80.

Murau ha più amici di qualsiasi altro protagonista bernhardiano. Tuttavia, la loro caratterizzazione è tutt'altro che completa e servono in gran parte a far luce sui pensieri e sulle motivazioni di Murau. Come dice Alfred Pfabigan sulla presentazione degli amici di Murau nella narrazione di Auslöschung: "Mit Ausnahme Spadolinis verzichtet Murau auf individualisierende Portrats und konzentriert sich auf eine summarische Beschreibung des Beziehungstypus". [73] L'effetto della riluttanza da parte di Bernhard a caratterizzare in dettaglio gli amici di Murau è quello di renderli estensioni dei processi mentali e dei pensieri interiori del protagonista, sviluppando così la propria caratterizzazione di Murau nella narrazione e attraverso di essa.[74] L'effetto della narrazione in prima persona incentrata su Murau è meno quello di rappresentarlo come una persona egocentrica e più di concentrarsi sulla sua intensa introspezione. La successiva sezione di questo capitolo valuterà il contributo dei seguenti personaggi: Gambetti, Spadolini, Maria ed Eisenberg, nonché gli abitanti del villaggio di Wolfsegg.

Personaggi

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Gambetti, dotato allievo di Murau, è una figura notevolmente marginale in Auslöschung, soprattutto data la frequenza con cui il suo nome e i suoi commenti appaiono nel testo. Schlichtmann lo chiama una figura su cui il lettore scopre "relativ wenig". 769 Come per tutti i personaggi del romanzo, Bernhard usa Gambetti per rivelare importanti informazioni sullo stato psicologico di Murau e le sue relazioni umane.

Fin dall'inizio del suo resoconto, è chiaro che il rapporto tra Murau e Gambetti è insolito: "Unser Verhältnis ist das ideale".[75] La ragione fornita da Murau per questa buona affinità — mai prima d'ora in una narrativa in prosa bernhardiana una relazione tra due persone è stata "ideale" — è che non recitano i ruoli standard di studente e insegnante, e non esiste una vera gerarchia; il loro è presumibilmente uno scambio di informazioni intellettuali a parità di condizioni. È una relazione reale e reciproca piuttosto che le relazioni spesso a senso unico mentore-studente che hanno caratterizzato le opere precedenti (narratore e Podlaha o nonno; Rudolf e la sua dominante sorella). Come Murau informa il lettore, Gambetti in effetti insegna a lui almeno quanto lui insegna al suo presunto studente. Certo, alla fine Murau ha il controllo (come insegnante), ed è questo potere che gli consente di parlare della relazione in termini così liberali; Gambetti non afferma mai che la relazione sia uguale. È importante e insolito che il pretesto finanziario (Murau non ha comunque bisogno di soldi) permetta a Murau di godersi la vita in compagnia di un amico: parlano di letteratura in modo rilassato e camminano regolarmente su e giù per il Pincio, impegnandosi in conversazioni rilassate e piacevoli.[76] Murau usa Gambetti nella narrazione per esprimere le proprie opinioni riportando ciò che ha detto a Gambetti. Il lettore viene raramente informato delle opinioni di Gambetti su questioni specifiche, quindi la rappresentazione della loro relazione diventa un'auto-rivelazione da parte di Murau. Gambetti agisce quindi come stimolo per Bernhard, non solo nella sua funzione narrativa nei confronti del lettore, ma anche nell'ambito dell'azione narrativa.

Un essere umano è al centro dell'esistenza quotidiana di Murau. A differenza dei libri precedenti, un progetto intellettuale non è più un'ossessione malsana; è invece modificato in rapporti sociali civili e amichevoli. Murau è semplicemente più rilassato e in grado di scambiare facilmente informazioni con Gambetti senza i principali blocchi di comunicazione interpersonale testimoniati in Beton, Der Untergeher, Holzfällen e persino, anche se in misura minore, Alte Meister. Il fatto che Murau coltivi familiarità con Gambetti ("ich [pflege] einen mehr oder weniger vertrauten Umgang [mit ihm]") si distingue anche come insolito per i protagonisti normalmente segreti, socialmente diffidenti e spesso incerti di Bernhard.[77] Inoltre, Bernhard fornisce con Gambetti un espediente naturale per le rivelazioni di sé di Murau al lettore, ed è di nuovo attraverso una sottile manipolazione narrativa che Bernhard ottiene questo effetto.

Gambetti aiuta sottilmente la caratterizzazione di Murau. Dal momento che non è un madrelingua tedesco, Gambetti è abilmente usato da Bernhard per evidenziare alcune parole. Ad esempio, non capisce la parola "aufgepäppelt" che si riferisce a due cervi allevati da Murau e suo fratello durante la loro infanzia.[78] Vien rivelato che i due fratelli chiesero l'aiuto degli operai forestali per liberare i cervi nel bosco dopo alcuni mesi di addomesticamento. Questa piccola deviazione narrativa offre a Bernhard l'opportunità di mostrare e sviluppare la cordialità di Murau verso gli altri; il risultato è una dichiarazione di marcato calore personale racchiusa in una clausola relativa apparentemente digressiva, ma in realtà cruciale: "ich liebte sie [die Forstarbeiter] wie keine andern Menschen".[79] L'autore ha colto l'occasione per descrivere un po' di più al lettore le tendenze umane e l'insieme dei valori personali di Murau. Ancora più significativo, quando Gambetti non capisce la parola tedesca per l'occupazione del marito di Caecilia, la risposta che Murau dà è sorprendentemente sintomatica: "Was ein Weinflaschenstöpselfabrikant sei, hatte mich Gambetti gefragt, ich habe es ihm zu erklären versucht, gesagt, Freiburg sei eine entsetzliche Stadt, kleinbiirgerlich, katholisch, unerträglich."[80] A prima vista, sembrerebbe che Murau non abbia risposto alla domanda del suo studente; tuttavia, la risposta che dà è pertinente e rivelatrice purché non sia interpretata alla lettera. L'alternativa a un'interpretazione letterale è sottile e indiretta: il lettore deve chiedersi esattamente cosa sta facendo Murau per dare un senso alla sua risposta apparentemente irrilevante a Gambetti. Il fatto che Murau continui sulla stessa linea di pensiero direttamente dopo aver risposto alla domanda dimostra che non ritiene che la sua risposta sia impertinente o fatica. È chiaramente ciò che il cognato rappresenta nella sua mente, piuttosto che i suoi tratti individuali, che interessa Murau. Non c'è alcun suggerimento che Murau sia interessato a ciò che Gambetti vuole davvero sapere, e un sottotesto psicologico, interiore, ha la precedenza sulla comunicazione di fatti esterni, esteriori. In un'altra occasione, Gambetti non riesce a capire la parola "abgehärtet". Murau estende questa incomprensione per implicare che il concetto di tenacia è sconosciuto alla mentalità meridionale e mediterranea in un modo che invece un austriaco avrebbe immediatamente compreso.[81] Ancora una volta, l'accento è posto sull'introspezione di Murau.

Gambetti è impiegato come agente autoritario per dare a Murau un'altra opzione di articolare i suoi valori e opinioni personali. Si dice che Gambetti sia "von dem Indieluftsprengen und Zersägen der Welt besessen";[82] è come se gli impulsi libreschi e distruttivi di un narratore bernhardiano fossero proiettati su Gambetti, in cui assumono una forma adolescenziale innocua, permettendo così a Murau, il narratore, di sperimentare relazioni emotive positive e produttive con le persone reali. A un certo punto, Murau si mette in guardia sui pericoli di essere ipocrita come insegnante e sulla necessità di adempiere con distinzione ai suoi doveri verso Gambetti: "Gambetti darfst du dich niemals als Heuchler zu erkennen geben [...] denn du bist sein Lehrer [...]. Du stehst zu Gambetti in einem absoluten Vertrauensverhältnis."[83] La parola "Vertrauensverhältnis" è qui interessante, poiché da prima nella narrativa Murau afferma esplicitamente quanto sia per lui difficile avere fiducia nelle persone, a differenza di suo fratello che si è sempre fidato ciecamente e poi ha sofferto il dolore della disillusione e della successiva amarezza:

(IT)
« Mio fratello aveva sempre accordato subito a tutti la sua fiducia, [...] io al contrario non ho quasi mai accordato subito a qualcuno la mia fiducia e di conseguenza raramente sono stato deluso [...]. A furia di fiducia delusa, fin da giovane i suoi sentimenti si erano esacerbati. »

(DE)
« Mein Bruder hatte alien Menschen zuerst immer Vertrauen geschenkt [...] ich habe umgekehrt beinahe niemandem zuerst Vertrauen geschenkt und bin dadurch selten [...] enttäuscht worden. Vor lauter enttäuschtem Vertrauen hatte sich sein Gefühlszustand schon früh verbittert gehabt. »
(Ibid., p. 92, rr. 10-17.)

Il tono di questo passaggio è palesemente cauto. Lo "zuerst", "beinahe" e "selten" qualificanti attestano un protagonista più esigente che è modellato da un creatore meno estremo, assoluto e inesorabile nella sua espressione rispetto ai libri precedenti. Il piuccheperfetto colloquiale austriaco ("hatte sich [...] verbittert gehabt") e l'enfatico "lauter" forniscono un contrappeso alla qualificazione di Murau e attestano la sua forza del sentimento di essere stato deluso. Johannes qui condivide alcuni tratti delle passate figure deluse bernhardiane con il loro idealismo contrastato; l'espressione di Murau, inoltre, tradisce la sua stessa empatia per la condizione di suo fratello, checché ne possa dire altrove. Un legame di parole cristallizza questa empatia più avanti nella narrazione quando Murau si descrive come "in einem absoluten Vertrauensverhältnis" con Gambetti, con il risultato che una connessione tra la fiducia mal riposta del fratello e, dopo tutto, la necessità di Murau di una fiducia completa è stabilita dai composti della stessa parola ("Vertrauen");[84] non è la fiducia che è buona o cattiva, ma come la si considera e la si impiega nella vita di tutti i giorni. Murau è chiaramente riuscito con Gambetti dove suo fratello ha fallito con la maggior parte delle persone. È un dispositivo narrativo stilistico e letterario, un collegamento lessicale, che aiuta qui a raggiungere questo importante contrasto all'interno della narrazione. Il fatto che Murau sia entusiasta, persino fortificato dal pensiero di una relazione basata sulla fiducia assoluta, è il segno di un personaggio che è stato all'altezza della sfida di scendere a compromessi, di imparare a convivere con le persone e di non perdere la fiducia in esse alla minima opportunità.

In una descrizione che mostra che egli è chiaramente progredito dallo stato mentale di Rudolf, Murau aggiunge qui:

(IT)
« E che molto spesso io sia spietato e meschino, su questo non c'è dubbio, nessun uomo di pensiero sfugge a questo pericolo e a questo male, deve metterlo in conto, deve rassegnarsi, deve conviverci. »

(DE)
« Und daß ich selbst sehr oft rücksichtslos und gemein bin, darüber besteht kein Zweifel, dieser Gefahr und diesem Übel entkommt der denkende Mensch nicht, damit muß er rechnen, damit muß er sich abfinden, damit muß er existieren. »
(Ibid., rr. 27-31.)

L'ultima parola di questo brano ("existieren") rivela ciò che sta realmente dietro le ammonimenti di Murau a se stesso. Ha usato Gambetti in questa intera descrizione come cassa di risonanza narrativa attraverso la quale formulare una modalità di esistenza o un modo di esistere, vivendo a proprio agio con altre persone, che i protagonisti anche dei romanzi successivi — da Rudolf in Beton, via via ai narratori in prima persona di Der Untergeher e Holzfällen, fino ad Atzbacher in Alte Meister — non sono del tutto in grado di raggiungere. In effetti, Murau usa la narrazione qui per spronarsi nel suo stesso sviluppo personale.

Come in tutta la prosa di Bernhard dopo il 1975, la principale linea di indagine autoriale qui è come condurre la propria vita; Murau è una figura che sta gradualmente facendo i conti con aspetti profondamente personali e problematici di se stesso e della sua situazione, e Gambetti fornisce una specifica fonte di aiuto sia come dispositivo narrativo nel racconto di Murau sia come stratagemma narrativo per Bernhard nella sua comunicazione con il lettore. Per quanto passivo possa essere il ruolo che Gambetti può avere nella narrazione ("vorwiegend die Funktion des Zuhörenden"), egli è di fondamentale importanza per lo sviluppo di Murau e per la sua comprensione delle persone e della sua stessa esistenza.[85]

La figura di Spadolini è per molti aspetti basata su Cesare Zacchi (1914-1991) che fu presentato a Bernhard nel marzo 1977 a Roma dalla sua amica, Gerda Maleta. Nella vita reale Zacchi era, come Spadolini, un arcivescovo e nunzio papale che visse a Roma.[86] Tuttavia, nelle relative descrizioni di Maleta non vi è alcun sospetto che egli sia un adultero o un furfante; al contrario, sembrerebbe che Bernhard ammirasse molto Zacchi. Questa ammirazione spiegherebbe il fatto che Bernhard includesse un personaggio separato chiamato appunto Zacchi: l'ovvia identificazione tra Spadolini, che infrange i suoi voti cattolici di celibato ed è più secolare che religioso nelle sue prospettive e azioni quotidiane, e il vero arcivescovo Zacchi avrebbe potuto causare molta acrimonia.

Come Gambetti, ma per ragioni diverse, Spadolini è un'invenzione narrativa insolita. In superficie, è l'"Erzbischof",[87] "Weltmann",[88] artista [89] e adultero senza scrupoli.[90] Queste funzioni essenzialmente esterne coesistono con un ruolo meno manifesto, in gran parte psicologico, risultante in ciò che Schlichtmann definisce "einen positiven Einfluß auf Muraus Entwicklung".[91] Che un personaggio dalle dubbie credenziali di Spadolini abbia un effetto positivo su un protagonista bernhardiano dimostra quanto Murau si sia sviluppato. Pfabigan lo chiama "eine neue Figur im Bernhardschen Spiel der Geschlechter".[92] Per Pfabigan, è un simbolo, l'incarnazione di un'idea autoriale: "Spadolini repräsentiert ein Lebensmodell, [...] eine Synthese von Geist, Macht, Religion und Religion und Sexualität".[93] Mittermayer assume una prospettiva più audace ma altrettanto perspicace definendo il rapporto tra Spadolini e Murau come "von eigenartiger ödipaler Ambivalenz".[94] Ai fini di questa nostra indagine, è nella manipolazione narrativa da parte di Bernhard di questo personaggio e nella sua relazione con Murau sia come modello di comportamento sia come sostituto paterno che risiede il valore reale del suo contributo narrativo e della sua inclusione.

Le conversazioni e commenti di Murau con Gambetti a Roma rappresentano un'opportunità per Bernhard di sviluppare la presentazione letteraria del suo protagonista; Spadolini consente a Bernhard di portare avanti di una fase questo processo di sviluppo di Murau. Gambetti, come visto sopra, fornisce a Murau lo slancio per potenziali risposte sull'argomento di come condurre la vita ("existieren"); Spadolini è più che una fonte di autocoscienza per Murau; l'effetto di Spadolini è più preciso di quello di Gambetti: "Spadolini ist zuzutrauen, was ich niemandem sonst zutraue [...], mir zu sagen, was jetzt zu tun ist."[95] Il carattere diretto della frase "was jetzt zu tun ist" segnala uno sviluppo per Murau. Questa affermazione si riferisce sia alla questione generale di cosa fare della propria vita sia alla questione più specifica di disporre di Wolfsegg ora che i suoi genitori sono morti. La ragione per cui Murau si fida implicitamente di Spadolini non è perché può necessariamente fornire una risposta o finanche la risposta giusta; Spadolini fornirà le condizioni, o l'ambiente intellettuale ed emotivo per Murau affinché trovi una risposta: Spadolini non è un mentore che Murau segue alla cieca, ma un uomo le cui qualità Murau analizza nel suo resoconto letterario e usa per prendere una decisione sulla sua vita alla fine della narrativa. L'influenza e l'effetto di Spadolini sono obliqui; pertanto, non sorprende che il modo in cui Spadolini parli piuttosto che ciò che dice abbia un impatto maggiore su Murau: "Wie er etwas sagt [...] nicht was er sagt, ist das, das meine Bewunderung herausfordert."[96] In seguito ammette che la forma oscura il contenuto per quanto concerne Spadolini: "Sein Wie hat immer das Was zugedeckt".[97] In netto contrasto con molti dei protagonisti di Bernhard prima di lui, Murau non denuda sistematicamente e spassionatamente la facciata sociale di Spadolini per scoprire la cruda realtà umana dietro le sue vuote pretese sociali; preferisce invece concentrarsi sugli aspetti dell'uomo che si adattano al suo motivo ulteriore di trovare una via d'uscita per la propria vita. L'atteggiamento di Murau verso Spadolini rappresenta un rifugio morale per il personaggio bernhardiano: Murau trascura gli ovvi difetti di Spadolini al fine di raccogliere informazioni su di sé scaturite da altri aspetti della personalità di Spadolini. Nessuno dei precedenti protagonisti di Bernhard aveva compromesso la propria nozione di verità in questa misura per motivi di vantaggio pragmatico.

A parte Maria, che è sospettosa nei confronti dell'astuto ecclesiastico, tutti nella storia ammirano un qualche particolare aspetto di Spadolini. Riferendosi all'abilità "teatrale" di Spadolini, Gambetti la porta allo stato quasi divino in una dichiarazione tanto umoristica quanto seria nella sua iperbole: "er [Spadolini] weiß schon alles, er kann schon alles, er ist schon alles."[98] Anche se non è sempre facile capire l'ammirazione quasi incomprensibile da parte di Murau ("daß ich Spadolini immer bewundert habe [...] Spadolini das zweifellos außerordentlichste"), persino l'amore ("Tatsächlich liebte ich inn") per il sofisticato religioso, allo stesso tempo, non c'è dubbio che il suo atteggiamento nei confronti di Spadolini si tinge di interesse personale.[99] La devozione di Murau rasenta spesso l'opportunismo: Spadolini aveva aiutato il giovane austriaco a stabilire la sua vita a Roma vent'anni prima; fu Spadolini a presentare Murau a Gambetti[100] e a Zacchi,[101] suoi principali amici italiani; fu Spadolini a salvare Murau dalla depressione e perfino da pensieri suicidi a Roma.[102] È anche Spadolini, a quanto pare, che sta dietro il godimento del buon cibo e della vita di alta società da parte di Murau. Murau ammette questa influenza col candore che lo contraddistingue come differente dagli altri protagonisti più severi e intransigenti di Bernhard:

(IT)
« Facevamo insieme esercizi spirituali e molto spesso andavamo a mangiar bene a Trastevere [...] mangiar bene da un lato, pensar bene dall'altro, queste, molto spesso, le parole che Spadolini mi ha impresso nella mente. »

(DE)
« Geistesübungen haben wir zusammen gemacht und sind sehr oft gut essen gegangen nach Trastevere [...] gut essen einerseits, gut denken andererseits, das waren sehr oft Spadolinis Worte gewesen, die er mir eingehämmert hat. »
(Ibid., p. 500, rr. 16-20 [corsivo nell'originale].)

Qui, Spadolini diventa educatore; insegna a Murau a vivere. Allo stesso modo in cui il protagonista di Der Keller (1976) ha ricevuto sia istruzione intellettuale sia una scolarizzazione pratica nella vita quotidiana, così Murau ha subito in passato questo duplice processo di sviluppo. In Der Keller, il nonno e Podlaha eseguivano le due funzioni contrastanti; Spadolini si esibisce in entrambi i ruoli in Auslöschung. In effetti, è un curioso amalgama di nonno e Podlaha. I suoi metodi ("eingehämmert") ricordano la figura del nonno persistente e ostinato, e la sua capacità di instillare in Murau un gusto per i piaceri della vita ricorda Podlaha. Se entrambe le figure delle autobiografie fossero possibili surrogati del padre, allora Spadolini è il loro improbabile successore.

Come è già chiaro, Murau era un avido pensatore fin dai tempi dell'adolescenza e anche prima, ma il ruolo di bon vivant aggiunge un'importante dimensione di qualità umane e sensuali di cui Spadolini è responsabile. Dove allude a questo episodio di Trastevere altrove, è chiaro che Murau, lungi dall'essere semplicemente un intellettuale oberato da preoccupazioni, frustrato, può invece rilassarsi, divertirsi e, soprattutto, trarre felicità dai semplici piaceri della vita: "Fische zu essen, Wein zu trinken, die Beine auszustrecken und allein darüber glücklich zu sein."[103] Questa capacità di godere di semplici piaceri sensuali segna un grande passo avanti, soprattutto perché i precedenti protagonisti erano fisicamente paralizzati da pensieri (Konrad e Rudolf), generalmente incapaci di stringere relazioni significative (il narratore di Der Untergeher) e finivano addirittura per suicidarsi (Walter, Roithamer).

C'è un'ulteriore conferma dell'influenza positiva di Spadolini in un episodio narrativo che funge da diretta convalida dell'elevata posizione che gli amici occupano nella gerarchia delle priorità personali di Murau. Avendo già stabilito l'importanza della sua devozione infantile al leggere i suoi libri preferiti nelle biblioteche di Wolfsegg durante la prima metà della storia, Murau si dedica a Siebenkäs nella casa di famiglia la sera prima del funerale. Tuttavia, è distratto e incapace di sostenere il suo interesse: "ich hatte [...] nicht die dafür notwendige Ruhe, auch ging mir Spadolini nicht aus dem Kopf, der unerhörte Eindruck, den er wieder auf mich gemacht hat, war stärker, als der Siebenkäs, ich legte das Buch weg." 802 La semplice costruzione della frase qui, con le sue proposizioni succinte e autonome e il pensiero semplice e diretto ("war stärker, als", "ich legte das Buch weg"), fornisce la prova che Murau è un nuovo tipo di protagonista bernhardiano. Ancora più importante, l'effetto di un essere umano (Spadolini) trionfa sensibilmente sull'attrazione di un documento intellettuale (Siebenkäs). Questa rivelazione su Murau conferma la sua visione centrata sulle persone e segna uno sviluppo, anche fin da Beton.

Spadolini offre una fonte di piacere a Murau anche quando non lo sta educando consapevolmente. Facendo di tutto per dimostrare che Murau non è turbato dagli evidenti difetti umani di Spadolini, Bernhard guida il lettore altrove alla ricerca delle priorità di Murau. A differenza di gran parte di Beton, la narrativa non si preoccupa di lamentare la debolezza umana. Il fatto che Spadolini sia una persona calcolatrice e mendace sorprendentemente non è la base di forti critiche. Al contrario, ogni piccolo dettaglio su di lui sembrerebbe affascinare Murau, anche se il suo piacere rasenta il perverso: "Es machte mir ja ein Vergnügen, die Berechnung Spadolinis für mich selbst noch einmal zu wiederholen Wort für Wort, seinen Tonfall, die Redekunst Spadolinis studierend."[104] La ragione per cui Murau non disapprova apertamente i bassi standard di Spadolini, quando egli stesso tenta di stabilire standard personali alquanto elevati, è che guarda a Spadolini per le sue altre qualità, come il piacere e l'istruzione — che sono almeno altrettanto importanti per lui quanto qualsiasi alto standard teorico personale di comportamento. Per un protagonista impegnato a scoprire di più su se stesso, questa varianza con i suoi alti standard non rappresenta necessariamente un'incoerenza. Visto da questa prospettiva di autocoscienza, Spadolini è uno strumento sfruttabile non solo per lo scrittore dietro la narrazione, ma anche per il protagonista; di conseguenza, un commento come il seguente è più carico di ironia autoriale di quanto potrebbe apparire di primo acchito: "An Spadolini kann ich viel lernen [...] immer wieder neu".[105] Sia che si tratti della pronuncia non aspirata di Spadolini o del suo uso ingegnoso dell'idioma tedesco, Murau prova grande piacere nell'osservarlo; tale piacere non deve essere preso alla leggera nella narrazione di uno scrittore i cui paesaggi umani sono spesso pieni di malattie, disturbi e frustrazioni.[106] Murau può guardarsi indietro soddisfatto pensando all'escursione sull'Etna nonostante il sottotesto doloroso e imbarazzante della relazione adultera in corso tra Spadolini e sua madre, e rammentando i ricordi senza ingombro mentale o emotivo: "Alle drei waren wir die glücklichsten Menschen, die sich denken lassen."[107] Il negativo nelle azioni di Spadolini qui è compensato dalle connotazioni positive nella mente di Murau. L'esperienza vissuta, sotto forma di felicità, fornisce la prova duratura dell'influenza positiva di Spadolini ed è manifestamente più importante delle carenze osservate nei suoi standard personali. L'esperienza sostituisce il pensiero e il piacere sostituisce la morale.

L'escursione dell'Etna in Auslöschung, come documenta Höller, si basa e risale ad un viaggio in Sicilia intrapreso da Bernhard nel marzo 1977 con Gerda Maleta e il vero Zacchi.[108] Höller si riferisce a questo episodio piuttosto strano come "eine komisch-groteske ödipale Szenerie".[109] La storia dell'Etna con il suo triangolo emotivo edipico tra Murau, sua madre e Spadolini è introdotta da un'associazione rivelatrice nella mente di Murau: ricorda come sua madre lo avrebbe abbandonato in Italia e fosse andata a letto con Spadolini dopo il pasto serale piuttosto che accompagnare suo figlio a casa: "Sie nahm mich auf diese entsetzlichen Abendessen mit, von welchen sie nicht mit mir nachhause ging, well sie die Nächte mit Spadolini verbringen wollte und auch verbrachte."[110] Le ultime tre parole sono le più rivelatrici qui: Murau è chiaramente geloso. Piuttosto sorprendentemente, qui non critica sua madre per aver tradito suo marito; né castiga Spadolini per aver infranto i suoi voti cattolici di celibato. Un importante parallelo con Edipo si presenta: "Molti uomini prima di te, nei loro sogni, hanno condiviso il letto della propria madre".[111] Il tentativo di Giocasta di confortare Edipo qui si riflette nella gelosia di Murau nei confronti di Spadolini che conquista sessualmente sua madre. Durante la sua descrizione dell'episodio dell'Etna, è come se Spadolini stuzzicasse Murau: descrive come quest'ultimo prendesse la mano di sua madre e corresse giù per la montagna, come si abbracciassero, come lei e lui andassero a letto (con la frase sessualmente allusiva, "[Die Halberfrorenen, sagte Spadolini] haben sich in die Betten gelegt aus Erschöpfung"), e il ricordo piuttosto indiscreto, qui alla vigilia del funerale, di quanto fosse attraente sua madre quella sera nel suo abito color crema.[112] Eppure, nulla di tutto ciò sconvolge Murau. È quasi come se approvasse segretamente. Subito dopo il ricordo della storia dell'Etna, Murau commenta ampiamente l'eleganza di Spadolini, in particolare le sue scarpe alla moda;[113] Murau è affascinato, anche un po' ossessionato, dai manierismi e dalla prestanza fisica di Spadolini. Riferisce come il sacerdote descriva l'Austria come "herrlich" senza aspirare la "h" iniziale. Ripete la parola: "errlich, errlich, errlich".[114] Spadolini non è solo un rivale ma qualcuno che Murau guarda con ammirazione. Il fatto che sia un prete cristallizza un altro parallelo con Sofocle in cui Edipo apprezza il Sacerdote come uomo di esperienza. Murau lo vede come figura paterna sostitutiva: non solo Spadolini è il partner sessuale della madre di Murau, ma è un sacerdote che viene chiamato "Padre".

Spadolini non può sbagliare, secondo Murau. L'unica eccezione si verifica quando i pensieri di Murau si rivolgono alla madre morta. È ripugnato da due pensieri: primo, che sua madre non significhi poi molto per Spadolini ("Spadolini wird ganz gut ohne die Mutter auskommen in Zukunft"); e in secondo luogo, dalla prospettiva delle sottili manovre di Spadolini in futuro per scucirgli soldi usando la sua madre defunta come pretesto.[115] Per un uomo il cui intero resoconto è spietatamente mirato a scoprire la verità sul passato, Murau è sorprendentemente pronto a voltare le spalle alla realtà di questa situazione, cercando di scacciare dalla mente questo pensiero sull'ambiguità di Spadolini, ma non ci riesce: "Er [dieser Gedanke] mußte gedacht werden [...], wie so viele andere Gedanken, die nicht gedacht werden wollen, aber gedacht werden müssen von uns."[116] Ancora una volta, la generalizzazione del problema nella forma plurale in prima persona tradisce la riluttanza di Murau ad affrontare la situazione. Amore filiale è l'emozione che qui guida la descrizione (contrassegnata dal ricorrente verbo modale "müssen" che indica un'affinità naturale). È semplicemente troppo doloroso. Non può accettare che sua madre sia a disposizione di Spadolini la cui vita andrà avanti normalmente. L'unica cosa che può avere la precedenza sulla sua ammirazione per Spadolini è il suo amore indelebile per la madre. È come se Bernhard qui avesse ripreso la narrazione al posto di Murau e il peana a Spadolini si dissolvesse, con il protagonista non più in controllo di se stesso, ma rammentato, contro la sua volontà, dal suo creatore di ciò che gli sta più vicino al cuore. Murau cerca di sfuggire al pensiero provando a leggere altri libri, ma tutto inutilmente; egli è "zu unruhig" e, ancora una volta in questo testo, la diversione intellettuale viene seconda all'esperienza vissuta e al sentimento, qui sotto forma di amore emotivo e familiare.[117]

La figura di Spadolini fornisce un enigma al lettore: perché piace a Murau, nonostante l'ipocrita relazione dell'arcivescovo con sua madre, la sua riduzione di Murau a un "alibi" per la sua soddisfazione sessuale, le sue sfacciate bugie e le sue pretese sgradevoli?[118] Non è che dopo cinquecento pagine nella narrazione che Bernhard lo svela al lettore. La risposta può essere trovata nella questione dell'identità personale:

(IT)
« A mia madre ha sempre cercato di spiegare cosa e chi io fossi, di quale spirito, per così dire, fossi fatto. »

(DE)
« Meiner Mutter hat er immer wieder klar zu machen versucht, was und wer ich sei. »
(Ibid., p. 500, rr. 26-8.[corsivo nell'originale].)

La questione di essere riconosciuti e compresi ("anerkannt") da altri, specialmente da sua madre, è chiaramente abbastanza importante perché a Spadolini si possa perdonare quasi tutto.[119] Spadolini, il padre "placebo", fornisce quelle risposte ricercate dai protagonisti delle autobiografie e da Rudolf.

Come visto nel Capitolo sulle autobiografie, questa domanda di autoidentità preoccupa la prosa di Bernhard dal 1975 in poi. Tutti i suoi protagonisti vogliono sapere chi sono e, per scoprirlo, spesso dissezionano il passato. Spadolini fornisce a Bernhard un altro strumento, in primo luogo per sondare il suo personaggio e, in secondo luogo, presentarlo al lettore in un modo che riveli le pertinenti informazioni su di lui.

Il personaggio di Zacchi ha un ruolo da cameo in Auslöschung. Poco si dice su di lui nel corso delle seicentocinquanta pagine che formano il libro originale. Se Bernhard amava il vero Cesare Zacchi tanto quanto afferma Maleta, allora sembra probabile che volesse proteggere questa figura nella sua narrazione; il personaggio furfantesco di Spadolini, che condivide così tanto con lui da un punto di vista biografico esteriore, difficilmente si sarebbe adattato alla personalità reale.[120] Ciò che si dice in Auslöschung su Zacchi è positivo e serve a mettere in evidenza la socialità di Murau a Roma.

Tutti i protagonisti di Bernhard negli anni ’80, per quanto socialmente meglio integrati rispetto ai loro predecessori nelle narrazioni in prosa, vedono entrambi i lati di una persona. Il loro desiderio di non trascurare la persona reale, di non mitizzare, porta a critiche discrete anche riguardo a figure amate come il nonno e Podlaha e all'autocritica del narratore-protagonista, in particolare in Wittgensteins Neffe e Holzfällen. Tuttavia, contro questa tendenza, Zacchi è raffigurato in modo relativamente superficiale: è descritto come "den Menschenvermittler, den philosophierenden Eigenbrötler, Weitgereisten, Weltmann";[121] si parla di lui nella stessa maniera esaltata di Spadolini;[122] ed è inequivocabilmente "mein Freund".[123] L'omaggio a Cesare Zacchi è semplice e dignitoso; inoltre, è del tutto in linea con la rilassata convivenza di Murau con la sua cerchia di amici di Roma.

 
Il Rabbino Capo di Vienna, Paul Chaim Eisenberg (2017)

La cerchia di Murau a Roma è completata da Maria ed Eisenberg. Come ampiamente documentato, Maria si ispira principalmente a Ingeborg Bachmann che Bernhard ammirava moltissimo come scrittrice e persona.[124] Come Bachmann, Maria è una scrittrice austriaca; vive a Roma, così come Bachmann, e l'alta considerazione di Murau per la sua opera riflette il grande rispetto di Bernhard per il lavoro della Bachmann. In effetti, l'impostazione di Roma potrebbe essere vista, in parte, come un omaggio a Bachmann. Eisenberg, secondo la ricerca di Höller, potrebbe basarsi su Bela Akiba Eisenberg, rabbino capo presso la "Israelitische Kultusgemeinde" di Vienna, o su suo figlio, Paul Chaim Eisenberg.[125] Bernhard non conobbe né padre né figlio.

Quando Maria appare nel testo, è collegata con abilità intellettuale e creativa nonché una corrente sotterranea di erotismo.[126] Oltre ad essere l'amica di Murau[127] e una donna di cui ammira e rispetta le capacità,[128] Maria funge da supporto narrativo che aiuta Bernhard a definire alcuni aspetti del "Gegenwelt" di Murau a Roma.[129] Le due aree in cui il suo contributo alla vita di Murau sono molto importanti per lo sviluppo della nostra discussione su Murau e i suoi amici, sono la sua incorruttibilità e la felicità che Murau associa all'essere in sua compagnia.

 
Ingeborg Bachmann, graffito di Jef Aérosol alla Musilhaus in Klagenfurt

Quando Murau descrive Maria come "die Unbestechliche", quel lettore che non conoscesse l'altra prosa narrativa di Bernhard degli anni ’80 dovrebbe chiedersi esattamente cosa intendesse dire; tuttavia, l'uso di questa parola in questi scritti precedenti fornisce un indizio utile.[130] In Beton, la descrizione da parte di Rudolf del suo amico, Paul Wittgenstein, ricorda Maria: "Niemand war so gescheit wie er, keiner war so poetisch, so unbestechlich in allem."[131] Reger, in Alte Meister, diventa per un attimo indistinguibile da Murau quando dice "und ich verstehe unter einem guten Charakter ganz einfach einen unbestechlichen."[132] Non è un caso che l'incorruttibilità sia qui associata al buon "Charakter". La differenza tra Murau e questi personaggi precedenti, in particolare Rudolf e Paul (di Wittgensteins Neffe), è che in larga misura il protagonista di Auslöschung ha scambiato consapevolmente il perfezionismo rigoroso e l'alto principio con un pragmatismo che consente una maggiore felicità. Il narratore semi-autobiografico di Wittgensteins Neffe si ammonisce del pericolo potenzialmente fatale connesso alle alte aspettative di altre persone e di se stessi: "denn wie der Paul an seiner krankhaften Selbst- und Weltüberschätzung zugrunde gegangen ist, werde ich auch über kurz oder lang ander eigenen krankhaften Selbstund Weltüberschätzung zugrunde gehen."[133] Anche Rudolf soffriva degli effetti collaterali debilitanti del perfezionismo (sia Beton che Wittgensteins Neffe apparvero nello stesso anno, ovviamente).[134]

In Auslöschung, Bernhard usa la figura di Maria per contrastare la coerenza intellettuale di alto livello con il pragmatismo emotivo di Murau. Maria è spietatamente critica nei confronti del lavoro in corso di Murau, dei suoi manoscritti. Sebbene egli capisca i di lei elevati standard senza compromessi, è ugualmente determinato a produrre un documento completo nonostante le inevitabili imperfezioni: "ich habe es nicht aufgegeben, mich immer wieder an Niederschriften zu versuchen, mich sozusagen am Geist zu vergreifen."[135]

Il contrasto o la tensione tra perfezionismo e pragmatismo si incarna nel modo più efficace nel conflitto tra Spadolini e Maria. Spadolini è consapevole del disprezzo assoluto di Maria per lui ("Maria hält ihre Verachtung Spadolinis aber nie zurück"): nessuno dei due può tollerare l'altro con il risultato di annullarsi a vicenda.[136] Murau si trova tra questi due estremi: Spadolini, da un lato, con la sua sofisticatezza mondana e artificiale, e Maria, dall'altro, con la sua personalità naturale, incontaminata, creativa e intellettuale.[137] Si odiano a vicenda, ma a Murau piacciono entrambi. Murau è come un giudice che valuta i meriti e i demeriti di ogni tipo di carattere, ed è rivelatore che egli pronunci Spadolini il più forte ("der Stärkere"); dove Maria si ritira ("zurückziehen"), Spadolini trionfa per difetto.[138] Ella potrebbe occupare tutte le altezze morali e intellettuali (se dovesse scrivere un libro su un ciarlatano, dice, Spadolini sarebbe senza dubbio il protagonista), ma Spadolini è una persona nel complesso più di successo socialmente e professionalmente e più sicura di sé.[139] Sebbene entrambe queste figure possano rappresentare elementi integranti del carattere stesso di Murau, vivere ed essere felici (Spadolini) alla fine fornisce a Murau una spinta più forte dell'integrità e dell'intuizione intellettuali (Maria). Le eccessive aspettative e le previsioni di autodistruzione del narratore in Wittgensteins Neffe vengono così evitate. Bernhard manipola abilmente la relazione di Murau con entrambe queste figure al fine di rivelare al lettore di più sull'atteggiamento pragmatico di Murau nei confronti della vita e degli amici, un atteggiamento che sotto ogni aspetto è più accomodante di quello di Rudolf.

Maria, tuttavia, non è solo una relazione sbiadita dei precedenti protagonisti di Bernhard nella sua severità intellettuale e idealismo. Viene anche coinvolta da Bernhard in molti passaggi che attestano la felicità di Murau a Roma. Come con Spadolini, Murau usa Maria (non in alcun senso sinistro) per i propri fini, e la sua calorosa opinione di lei è in definitiva autoreferenziale: "Was wäre mir Rom wirklich ohne sie".[140] A differenza di Rudolf, Murau non è ossessionato soltanto dalle proprie attività intellettuali nella misura in cui non può integrarsi nel suo ambiente sociale e accettare i benefici che tale integrazione offre. Murau elogia la conversazione stimolante di Maria e si considera fortunato ("ein Glück") che ella viva a Roma.[141] Come con Spadolini, tuttavia, Maria è utile per il suo sviluppo personale, e ne è profondamente consapevole: "Beide [Maria und Spadolini] haben mich zu dem geschult, der ich jetzt bin".[142] È significativo che il tempo trascorso con lei sia "beglückend" e sinonimo di "Glückszustand", poiché questo nuovo protagonista di Bernhard attribuisce grande importanza all'essere felici e rilassati in compagnia.[143] Tuttavia, quando Murau afferma di non voler mai perdere Maria ("ich will sie [...] nicht verlieren, niemals"), sta recuperando alcuni degli ideali condivisi dai suoi predecessori nella prosa di Bernhard.[144] Sebbene egli sia a conoscenza delle di lei carenze (nonostante tutta la sua acutezza e ampiezza intellettuale, Maria semplicemente non riesce a capire l'attaccamento di Murau a Spadolini),[145] allo stesso modo Murau non vuole mai perdere il rigore intellettuale e la lucidità (il suo "unbestechlichen Blick", come lo chiama ad un certo punto), che la caratterizza e che egli ha notevolmente compromesso (nel suo rapporto con Spadolini, per esempio) a favore della felicità.[146] Oltre ad essere presentata come un opposto di Spadolini, Maria è anche una reminiscenza del passato intellettuale di Murau e un contrappeso al suo nuovo pragmatismo.

L'incorruttibilità intellettuale di Maria e la sua capacità di rendere felice Murau sono la fonte del suo contributo alla caratterizzazione della protagonista; un importante derivato della sua influenza è la sua poesia. La chiarezza con cui vede il mondo – già stabilita nel contrasto con Spadolini – si riflette nel suo lavoro: "Marias Gedichte sind antisentimental und klar.[147] Per un uomo che pone molta enfasi sull'avere una testa chiara, questa valutazione della sua opera è chiaramente un complimento.[148] L'opinione positiva di Murau sulla sua poesia ci dice più di lui che della poesia: "Ich habe die Gedichte Marias immer geliebt, weil sie so österreichisch, gleichzeitig aber so von der ganzen Welt und von der Umwelt dieser Welt durchdrungen sind."[149] Dopo tutto, non vengono rivelati dettagli precisi sulla poesia di Maria. L'elogio di Murau per l'impegno della sua poesia con la vita ("der ganzen Welt"), e non con idee teoriche, suggerisce, alquanto in linea con le sue conversazioni con Gambetti e Spadolini, che dagli sforzi intellettuali scaturisca pertinenza alla vita, sia la sua propria vita sia il mondo intorno a lui. Di particolare nota è il suo apprezzamento per l'identità austriaca intrinseca nella poesia di Maria. Dopo più di cinquecento pagine nel suo racconto, qui il lettore è testimone di un atto di auto-accettazione da parte di Murau, ed tale atto è stato provocato da Maria. Murau è a suo agio con l'elemento austriaco delle poesie di Maria e lo valorizza, e questo segna un altro passo avanti sia nel proprio sviluppo personale che nella presentazione al lettore. L'accettazione e il rispetto di Maria da parte di Murau – Andrea Reiter la definisce "l'unica figura femminile veramente positiva in tutta la œuvre di Bernhard" – è ulteriore prova dell'atteggiamento fiducioso e meno severo nei confronti degli amici in Auslöschung.[150]

Eisenberg, come Zacchi, è una figura marginale.[151] Bernhard non tenta di rappresentare nessuno di questi personaggi come individui. Come tutto il circolo di Roma, solo ancor di più, fungono da cast di supporto al ruolo principale di Murau. A differenza di Zacchi, Eisenberg è, anche se solo simbolicamente, un breve ma sostanziale momento della storia esterna, in quanto accettatore del lascito di Murau alla comunità ebraica di Vienna. Mittermayer, forse piuttosto ottimisticamente, lo chiama il "Repräsentant eines besseren Österreich".[152] Schlichtmann è più modesta con la sua affermazione percettiva, "daß er [Eisenberg] sogar für eine Freude am Lebensteht".[153]

Da un punto di vista psicologico interiore, il contributo di Eisenberg alla narrazione è come complice di Maria con la quale viene descritto da Murau come "ein philosophisches Verhältnis".[154] Alla pari di Maria e Spadolini, ha un'influenza positiva sull'esistenza di Murau a Roma: "Mit Eisenberg ist uns nie langweilig und sind wir immer glücklich gewesen."[155] Sebbene sia un uomo che Murau rispetta e che gli piace, Eisenberg non è un personaggio con cui Murau prova grande empatia: "Eisenberg ist ein härterer Mensch mit einem noch viel klareren Kopf als Maria und ich."[156] Rudolf avrebbe potuto essere più attratto da Eisenberg, nel suo implacabile desiderio di raggiungere la chiarezza mentale, ma Murau ne rimane un po' distaccato. Eisenberg non è certo il tipo di uomo che mangia pesce e beve vino godendosela a Trastevere. Come tutti gli altri amici discussi qui, egli è innanzitutto parte della ricerca da parte di Murau di autocoscienza e felicità mediante l'amicizia. Sia Eisenberg che Maria contribuiscono in egual misura a questa ricerca: "Von beiden [Eisenberg und Maria] habe ich gleichviel gelernt."[157]

Lontano da Roma, Murau si occupa anche delle persone e dei loro rapporti con lui. Sulla sua strada per Wolfsegg, considera ciò che lo attende quando alla fine arriverà, e i suoi pensieri sono ancora una volta assillati dalla gente: "Diese Menschen [...] hast du ja immer geliebt, die einfachen, die einfachsten, die Bauern und Bergleute, die Handwerker, die Gastwirtefamilien im Gegensatz zu den Deinigen in Wolfsegg."[158]

A parte l'evidente affetto di Murau per loro, le descrizioni di queste umili persone sono notevoli per le qualità essenzialmente umane verso cui Bernhard attira l'attenzione del lettore: "Während hier im Dorf alles auf die natürlichste Weise vor sich geht und tatsächlich menschlich [...], geht oben in Wolfsegg alles künstlich vor sich." [159] Al lettore viene ricordato il legame naturale e irresistibile di amicizia e amore che percorre il testo. Come nella pentalogia, le persone più vicine al narratore sono quelle naturali e umane. L'opposizione tra "menschlich" e "künstlich" (costruita qui da "während") ricorda al lettore i valori che contano davvero per Murau. L'aspetto importante dell'influenza delle cosiddette persone "semplici" è che hanno un effetto sullo stato emotivo di Murau; la sua simpatica per loro non è principalmente intesa come materiale intellettuale per un album di schizzi — un'affermazione teorica su come sono o sulla superiorità dei semplici abitanti dei villaggi rispetto ai subdoli cittadini. Tutt'altro. I loro tratti e le loro azioni umane influenzano direttamente i suoi sentimenti: "Und die Heiterkeit der Köchinnen [...] garantierten mir die eigene Heiterkeit".[160] Anche Rudolf veniva influenzato da sua sorella, dal vecchio di Niederkreut, e da Frau Kienesberger, ma non nello stesso modo. Nei loro svariati modi, questi personaggi lo avevano aiutato a chiarire alcune questioni (il suo progetto accademico, se viaggiare a Maiorca, come educare i bambini) nella sua mente; per Murau, invece, l'allegria dei cuochi qui ha un effetto positivo e immediato sul suo umore e sul suo stato emotivo.

Delle persone di Wolfsegg, gli amici di Murau sono in gran parte limitati ai giardinieri e a Schermaier. Il netto contrasto tra la sua deprimente famiglia, da un lato, e i suoi stimolanti amici a Roma, dall'altro, si riflette in una dualità all'interno della tenuta: "In Wolfsegg hatten sè immer zwei Lager gegenübergestanden, die der Jäger und die der Gärtner".[161] Questi sono due diversi tipi umani: i cacciatori sono turbolenti, aggressivi e insensibili; i giardinieri sono amanti della pace, calorosi ed esigenti su chi accettano nella loro fiducia. Principalmente sono le loro qualità emotive, umane e, in particolare, il loro istintivo senso per le persone, che incontra l'approvazione di Murau: "die Gärtner haben einen unglaublichen Instinkt, Menschen betreffend".[162] Questa affermazione, fatta in relazione alla freddezza nei confronti del cognato, non è corroborata da alcun esempio pratico. Non è necessario, perché, di nuovo, Bernhard sta rivelando al lettore lo stato mentale di Murau, non quello dei giardinieri. È irrilevante se a loro "davvero" non piace il produttore di tappi; qualsiasi lettore che persegua tale percorso di indagine si imbatterà in un vicolo cieco. Lo scopo di Bernhard qui è chiaramente quello di esplorare e incoraggiare il lettore a esplorare lo stato mentale di Murau nel corso della narrazione. La scissione tra i due tipi è, in ogni caso, piuttosto semplificata per una valutazione obiettiva e seria. Usando alcuni tipi di persone (i pacifici giardinieri, i chiassosi cacciatori, il noiosouomo d'affari della Germania meridionale) presentati ai suoi lettori, Bernhard resiste al pericolo che Murau semplicemente proietti i suoi sentimenti sugli altri personaggi.

Da questo esempio, risultano tre livelli primari di analisi più generalmente applicabili in tutto il testo: primo, Bernhard che si esplora tramite il protagonista; secondo, il lettore che analizza Murau, e terzo, il lettore che analizza se stesso e che si pone domande sulla propria vita a seguito dell'esperienza narrativa di lettura e riflessione sul testo. In questo esempio tratto dal testo, Bernhard ha manipolato le osservazioni del protagonista per comunicare al lettore l'atteggiamento di Murau nei confronti dell'umanità. Diventa sempre più chiaro che Murau sa chi gli piace; la corrente sotterranea delle qualità umane e umanitarie che Bernhard predispone, quasi come una scia di indizi, è lì per il lettore da scoprire. Ma Auslöschung non è un codice oscuro in attesa di essere decifrato dal lettore; è ben più sottile, e le osservazioni di Murau sulla natura umana sono qualificate e acuite dalle controcorrenti nella narrazione. Alla fine, Murau ha abbastanza acume intellettuale e distanza critica da fargli evitare una nozione piuttosto semplicistica di differenziare tra persone povere, umili, buone da una parte e persone benestanti, borghesi e cattive, rappresentate qui dalla sua famiglia, dall'altra:

(IT)
« Quando definisco bugiardi i miei in quanto cosiddetti superiori, e i cosiddetti inferiori no, è uno sbaglio, perché alla loro maniera gli inferiori sono altrettanto bugiardi quanto i miei alla loro. [...] Ma posso ben dire che fra e con i semplici mi sono sempre sentito meglio che fra i miei. »

(DE)
« Wenn ich die Meinigen als die sogenannten Oberen als verlogen bezeichne und die sogenannten Unteren nicht, ist das irrtümlich, denn die Unteren sind genauso verlogen auf ihre Weise, wie die Meinigen auf die ihrige. [...] Aber ich darf sagen, daß ich mich unter und mit den Einfachen immer wohler gefühlt habe, als unter den Meinigen. »
(Ibid., p. 336, rr. 6-16.)

La dichiarazione decisiva qui è che si sente più a suo agio con gli abitanti del villaggio che con la sua stessa famiglia. Non esiste una risposta intellettuale alla domanda su quale dei due gruppi sia meno mendace o "besser". [163] Il fattore più importante è il suo sentimento di calore e amicizia, che culmina nel sentirsi semplicemente più a casa ("wohler") con loro. I rapporti di Murau a Roma hanno dimostrato che attribuisce maggiore importanza ai sentimenti, all'amicizia e alla felicità piuttosto che all'aver ragione, all'occupare elevazione morale o soddisfacendo le nozioni personali a priori del perfezionismo.

Il poveraccio Schermaier — trattato malamente dalle autorità disposte a lasciarlo vivere in povertà (mantenendo invece gli ex criminali di guerra con sontuose pensioni) dopo averlo incarcerato durante la guerra per aver ascoltato trasmissioni di notizie straniere[164] — è un altro personaggio che consente di comprendere il modo di percepire le persone da parte di Murau e, quindi, comprendere i suoi standard personali e il modo di considerare il mondo. È significativo che dopo aver tentato, e fallito, di aprire la bara di sua madre per un'ultima occhiata al corpo mutilato, Murau viene salvato dai pensieri del povero Schermaier e di sua moglie: "An die Schermaier erinnert, habe ich die Ungeheuerlichkeit, den Sarg mit der Mutter öffnen zu lassen, vergessen."[165] Si potrebbe sostenere che la sfortuna di qualcun altro mette in prospettiva quella di Murau — ma lui ha perso sua madre. Gli Schermaiers, invece, sono ancora vivi. Il fatto che i pensieri di un amico lo distraggano dal suo dolore illustrano come le persone possano aiutare a ridurre il peso del disagio emotivo. Rudolf non aveva amici in grado di farlo — e neppure Wertheimer, Atzbacher o il narratore di Holzfällen.

Nonostante l'orribile storia dell'internamento di Schermaier da parte dei nazisti e la sua successiva umiliazione da parte delle autorità, sono le qualità di sua moglie e le sue personali a interessare maggiormente Murau. Dopo aver commentato il fatto che Schermaier non è né nazista né cattolico, Murau aggiunge: "Es gibt nicht viele solche Schermaier [...] aber es gibt sie. Es gibt nicht viele solche Frauen wie die Schermaier, aber es gibt sie."[166] Potrebbero non esserci molte persone al mondo che Murau possa pretendere di amare o benvolere, ma ce ne sono ("es gibt sie"), e fanno una differenza positiva e danno un contributo alla sua vita. Come dimostra il succitato commento, Murau comprende anche che ce ne sono degli altri ("es gibt sie"). Questo singolo elemento di autocoscienza segna la più importante scoperta personale di Murau in Auslöschung, e spiega in gran parte la sua disponibilità all'amicizia e alla compagnia.

  1. Robert Vellusig, "Thomas Bernhards Gesprächs-Kunst", in Schmidt-Dengler, Stevens e Wagner, pp. 25-46 (p. 31) [corsivo nell'originale].
  2. Thomas Bernhard, "Jauregg", in Thomas Bernhard, Prosa (Frankfurt: Suhrkamp, 1967), pp. 49-64 (pp. 49 e 61-2). Questa storia fu pubblicata originalmente in Literatur und Kritik, 1 (1966), 18-25.
  3. Bernhard, Alte Meister, p. 102.
  4. Ibid.
  5. In questa lunga sezione del mio studio, presento anche la traduzione italiana degli stralci più consistenti del testo bernhardiano (da Estinzione, trad. Andreina Lavagetto, Adelphi Edizioni, 1996), per facilitarne l'interpretazione più completa e approfondita.
  6. Ibid., p. 334, rr. 11-14.
  7. Ibid., p. 87, rr. 9-12.
  8. Ibid., p. 175, rr. 17-18.
  9. Ibid., p. 80, rr. 5-7.
  10. Ibid., p. 8, r. 21.
  11. Ibid., p. 17, rr. 15-16.
  12. Ibid., p.92, rr. 5-9. Una variante di questi esempi viene usata in seguito quando Murau si riferisce, sia in termini letterali sia metaforici, alle prigioni e ai campi di concentramento nazisti come "Menschenvernichtungsanstalten" (p. 447, rr. 5-6). Bernhard usa questa stessa parola per descrivere le scuole in Alte Meister (p. 58).
  13. Bernhard, Beton, pp. 41-2 e 55.
  14. L'elenco di letture include le seguenti opere (in Auslöschung, si vedano rispettivamente pp. 7-8, rr. 27-8 e rr. 1-2): Siebenkäs (Jean Paul); Der Prozeß (Kafka); Amras (Bernhard); Die Portugiesin (Musil); e Esch oder die Anarchic (Broch).
  15. Ibid., p. 380, rr. 20-2.
  16. Ibid., r. 7.
  17. Thomas Bernhard, Das Kalkwerk (Frankfurt: Suhrkamp, 1970), p. 26.
  18. Si veda: Chris Thornhill, "Thomas Bernhard and Karl Kraus: The Art of the Impossible", in Schmidt-Dengler, Stevens e Wagner, pp. 127-44. Thornhill nota negli scritti di Bernhard la "dipartita dell'umanità integrale dalla sfera dell'esistenza sociale e politica" e la identifica con la comprensione di Kraus della "Entmenschung" (enrambe le citazioni, p. 132).
  19. Bernhard, Auslöschung, p. 544, rr. 2-4 [corsivo aggiunto].
  20. Si veda: ibid., p. 39, r. 11 [Onkel Georg] e p. 267, r. 13 [Murau].
  21. Si veda: ibid., p. 480, rr. 15-22.
  22. Bernhard, Beton, p. 154.
  23. Bernhard, Alte Meister, pp. 66 e 67.
  24. Bernhard, Auslöschung, p. 77, rr. 12-15.
  25. Ibid., p. 76, rr. 10-11, r. 20, rr. 22-3, e p. 77, rr. 9 e rr. 11-12, rispettivamente.
  26. Ibid., p. 76, rr. 15-16 [corsivo aggiunto].
  27. Ibid., p. 231, rr. 11-13.
  28. Ibid., p. 36, r. 8.
  29. Ibid., pp. 32-48.
  30. Ibid., p. 77, rr. 21-2.
  31. Ibid., p. 437, rr. 6-8.
  32. Ibid., rr. 9-10.
  33. Asta Scheib, "Von einer Katastrophe in die andere", in Dreissinger, Von einer Katastrophe, pp. 135-53 (p. 143). Questa intervista apparve originalmente su Süddeutsche Zeitung, 17 gennaio 1987.
  34. Thomas Bernhard, Wittgensteins Neffe: Eine Freundschaft (Frankfurt: Suhrkamp, 1982), p. 31 [corsivo nell'originale].
  35. Ibid.
  36. Bernhard, Alte Meister, p. 247.
  37. Si vedano i commenti di Ingrid Bulau, una vecchia amica dei tempi studenteschi di Bernhard al Salzburger Mozarteum, in: Thomas Bernhard: Eine Erinnerung. Interviews zur Person, cur. Krista Fleischmann (Vienna: Edition S, 1992),
  38. Per ulteriori particolari sul loro rapporto, si veda: Susanne Kuhn, "Hedwig Stavianicek: Eine Dokumentation. Bilder und Dokumente zur Ausstellung, Ohlsdorf 1996", in Thomas Bernhard, Johannes Freumbichler, Hedwig Stavianicek: Bilder Dokumente, Essays, cur. Manfred Mittermayer, Die Rampe - Extra [ediz. speciale] (Linz: Rudolf Trauner, 1999?) pp. 91-110 – Questo articolo fotografico della sorellastra di Bernhard rivela informazioni precedentemente inedite e presenta un aspetto di Bernhard raramente documentato nella letteratura secondaria. Si veda, per esempio, una lettera inedita dalla Stavianicek, datata 9 febbraio 1971, in occasione del 40mo compleanno di Bernhard: "- wie [sic] kann man einem so «Glückbegabten» Menschen wie du [Thomas] bist, noch mehr Glück wünschen [...] Deine eigenen Wünsche sind u. [sic] gehen alle in Erfüllung, so mögen die meinigen für dich es auch! immer, immer!" (p. 104) [corsivo nell'originale].
  39. Bernhard, Auslöschung, p. 353, rr. 9-11.
  40. Ibid., rr. 3-5 [corsivo nell'originale].
  41. Si veda: ibid., pp. 308-9.
  42. Si veda: Bernhard, Beton, p. 42: "Und es war mir immer schon schwieng gewesen, überhaupt emen Menschen zu haben, da denke ich gar nicht an ein so von allen mißbrauchtes und unappetitliches Wort Freundschaft [...] Ich brauchte keinen [Menschen] und also hatte ich keinen."
  43. Bernard, Auslöschung, p. 54, rr. 15-19.
  44. Ibid., p. 53, rr. 4-6.
  45. Ibid., p. 62, rr. 11-13.
  46. Si veda: Bernhard, Beton, pp. 116-17.
  47. Bernhard, Auslöschung, p. 201, r. 5.
  48. Ibid., p. 12, rr. 12-14.
  49. Ibid., p. 107, rr. 11-12 [corsivo nell'originale].
  50. Ibid., p. 396, r. 21.
  51. Ibid., rr. 23-5.
  52. Ibid., p. 423, rr. 25-8.
  53. Ibid., p. 62, r. 2.
  54. Ibid., p. 99, r. 30.
  55. Ibid., p. 245, rr. 21-2.
  56. Ibid., p. 255, r. 27.
  57. Ibid., p. 261, rr. 15-16.
  58. Ibid., p. 262, r. 11.
  59. Ibid., p. 300, r. 9.
  60. Ibid., p. 353, r. 19.
  61. Ibid., p. 384, rr. 6-7. Sebbene "naturgemäß" quasi sempre appaia in connessione con temi familiari, a volte si riferisce simultaneamente ad altre aree di discussione, come le donne (per esempio, p. 100, r. 13 e p. 193, r. 5) oppure il cattolicesimo (p. 269, r. 28; p. 280, r. 30 e p. 364, r. 13). Non essendo uno scrittore che dia mai al lettore codici già fatti, Bernhard include anche una quantità di usi insignificanti e banali del termine (si veda, per esempio, p. 78, r. 21; p. 86, r. 7; p. 136, r. 13 e p. 208, r. 11).
  62. Pfabigan, p. 250.
  63. Bernhard, Auslöschung, p. 82, rr. 21-2.
  64. Ibid., p. 143, r. 7.
  65. Ibid., p. 125, rr. 13-14.
  66. Per un resoconto più completo di questi disaccordi, si veda: Fialik, Der Chansmatiker, pp. 36 [Ebner], 49 [Gerhard Lampersberg] e 53 [Maja Lampersberg]; Maleta, pp. 52 e 81 [Maleta] e Hans Höller, Thomas Bernhard, p. 130 [Hennetmair]. Si veda anche il commento di Bernhard stesso sull'argomento: Kathrein, "Es ist eh alles positiv", p. 190: "Meine Verbindungen gehen immer jäh zu Ende, auch wenn sie Jahrzehnte gedauert haben."
  67. Si veda: Fialik, Der Charismatiker, pp. 43-4. Cfr. anche Krista Fleischmann, "Mallorca: Kem Problem mit dem Schwierigen (Statement)" in Dreissinger, Thomas Bernhard: Portraits, p. 203: "Thomas Bernhard gilt zwar als schwierig, ist aber im direkten Kontakt, wie viele sensible und zurückgezogene Menschen, sehr kooperativ, liebenswürdig und freundlich."
  68. Scheib, "Von einer Katastrophe in die andere", p. 137.
  69. Bernhard, Der Untergeher, p. 42.
  70. Ibid., p. 134.
  71. Bernhard, Holzfällen, p. 73. Si veda anche: ibid., p. 76.
  72. Bernhard, Alte Meister, p. 285.
  73. Pfabigan, p. 257.
  74. I seguenti critici forniscono analisi separate dei personaggi di Auslöschung: Mittermayer, Thomas Bernhard, pp. 113-17; Schlichtmann, pp. 67-84, e Pfabigan, pp. 230-64. Per un informativo contesto biografico sulle principali figure nel romanzo, si veda: Hans Höller, "Menschen, Geschichte(n), Orte und Landschaften", in Höller e Heidelberger-Leonard, pp. 217-34. La sezione intitolata "Namen und Geschichten" (ibid., pp. 217-29) è di particolare interesse.
  75. Bernhard, Auslöschung, p. 10, rr. 18-19.
  76. Ibid., p. 11.
  77. Ibid., p. 16, rr. 4-5.
  78. Ibid., p. 136, r. 13.
  79. Ibid., r. 31.
  80. Ibid., p. 131, rr. 13-16 [corsivo nell'originale].
  81. Ibid., p. 180, r. 4.
  82. Ibid., p. 513, rr. 17-18.
  83. Ibid., p. 135, rr. 22-3.
  84. Ibid., p. 135, rr. 22-3 [corsivo aggiunto].
  85. Schlichtmann, p. 71.
  86. Per ulteriori informazioni biografiche, si veda Höller, "Menschen, Geschichte(n), Orte und Landschaften", pp. 223-5. Louis Huguet fornisce informazioni dettagliate sulla sua carriera; si veda: Huguet, Chronologie, p. 483.
  87. Bernhard, Auslöschung, p. 498, r. 10.
  88. Ibid., r. 31.
  89. Ibid., p.499, r. 22.
  90. Ibid., p. 558.
  91. Schlichtmann, p. 79.
  92. Pfabigan, p. 231.
  93. Ibid.
  94. Mittermayer, "Die Meinigen abschaffen", p. 124.
  95. Bernhard, Auslöschung, p. 507, rr. 22-4.
  96. Ibid., p. 555, rr. 7-9 [corsivo nell'originale].
  97. Ibid., p. 574, rr. 21-2.
  98. Ibid., p. 638, rr. 11-12.
  99. Ibid., p. 496, rr. 16-24 e p. 636, r. 10.
  100. Ibid., p. 500.
  101. Ibid., p. 499.
  102. Ibid.
  103. Ibid., p. 282, rr. 3-5.
  104. Ibid., p. 571, rr. 2-5.
  105. Ibid., rr. 5-6.
  106. Ibid. Il vero vescovo Zacchi in realtà era in grado di "aspirare" quando pronuciava il tedesco. Un esempio di questo tedesco appropriatamente aspirato può essere udito guardando il documentario di Krista Fleischmann. Si veda: Thomas Bernhard: Eine Erinnerung, diretto da Krista Fleischmann, Edition S., 1992.
  107. Ibid., p. 559, rr. 5-6.
  108. Si veda: Höller, "Menschen, Geschichte(n), Orte und Landschaften", p. 225.
  109. Ibid.
  110. Bernhard, Auslöschung, p. 558, rr. 16-20.
  111. Sofocle, Edipo re - Edipo a Colono (testo greco a fronte), trad. R. Montanari, Frassinelli, 1997; ediz (EN) The Three Theban Plays: Antigone, Oedipus the King, and Oedipus at Colonus, trad. Robert Fagles (Penguin, 1984), p. 215 [rr. 1074-5].
  112. Bernhard, Auslöschung, p. 561, r. 4.
  113. Ibid., p. 562.
  114. Ibid., p. 562, r. 1.
  115. Ibid., p. 585, rr. 20-1.
  116. Ibid., p. 586, rr. 3-6.
  117. Ibid., p. 587, r. 9.
  118. Ibid., p. 558, r. 11.
  119. Ibid., r. 26 [corsivo nell'originale].
  120. Si veda: Maleta, pp. 14-15: "Seine [Maleta usa lo pseudonimo «Enrico» per proteggere l'identità di Cesare Zacchi] aufgeschlossene Art, verpackt in freundlich römische Elegance, hat Euch [Dir und Deinen Freunden] beeindruckt." Per ulteriori informazioni sull'amicizia di Bernhard con Zacchi, cfr. pp. 15-24 del tributo epistolario di Maleta.
  121. Bernhard, Auslöschung, p. 231, rr. 18-19.
  122. Ibid., p. 281.
  123. Ibid., p. 206, rr. 11-12.
  124. Si veda per esempio: Schlichtmann, p. 73 (nota 112); Mittermayer, '"Die Meinigen abschaffen'", p. 124; Pfabigan, pp. 260-4 e: Holger Gehle "Maria: Ein Versuch. Überlegungen zur Chiffrierung Ingeborg Bachmanns im Werk Thomas Bernhards", in Höller e Heidelberger-Leonard, pp. 159-80 (pp. 172-9). Höller sostiene che ci sono anche elementi di questo personaggio che sono presi da Christine Lavant. Si veda: Höller, "Menschen, Geschichte(n), Orte und Landschaften", p. 223.
  125. Ibid., p. 220.
  126. Per un'analisi di questi due temi, si veda: Schlichtmann, pp. 71-4.
  127. Bernhard, Auslöschung, p. 230.
  128. Ibid., pp. 21 e 215.
  129. Schlichtmann, p. 67.
  130. Bernhard, Auslöschung, pp. 541-2.
  131. Bernhard, Beton, p. 99.
  132. Bernhard, Alte Meister, p. 67.
  133. Bernhard, Wittgensteins Neffe, p. 33.
  134. Si veda: Bernhard, Beton, pp. 116-17.
  135. Bernhard, Auslöschung, p. 541, rr. 27-31.
  136. Ibid., p. 227, rr. 27-8.
  137. Ibid., p. 229.
  138. Ibid., p. 230, rr. 2-8.
  139. Ibid.
  140. Ibid., p. 237, rr. 6-7.
  141. Ibid., r. 7.
  142. Ibid., rr. 24-5.
  143. Ibid., r. 13 e p. 542, r. 7.
  144. Ibid., p. 231, rr. 1-2.
  145. Ibid., p. 228.
  146. Ibid., p. 581, r. 12.
  147. Ibid., p. 512, rr. 7-8 [corsivo nell'originale].
  148. Murau usa "klarer Kopf" e varianti ("mit klarem Kopf" ecc.) in punti importanti del romanzo, come quando legge il telegramma (ibid., p. 7, r. 19), sta per partire per Wolfsegg assalito da forti sentimenti di solitudine (p. 306, r. 7), e poco prima di vedere le salme nell'orangeria (ibid., p. 387, rr. 17-18).
  149. Ibid., p. 511, rr. 28-31.
  150. Andrea Reiter, "Austrophobia as it is: Charles Sealsfield, Thomas Bernhard, and the Art of Exaggeration", Austrian Studies 7 (1996), cur. Ritchie Robertson e Edward Timms, 166-77 (p. 170).
  151. Per un'analisi generale di Eisenberg, si veda: Schlichtmann, pp. 74-6.
  152. Mittermayer, '"Die Meinigen abschaffen"', p. 125.
  153. Schlichtmann, p. 75.
  154. Bernhard, Auslöschung, p. 232, rr. 14-15 [corsivo nell'originale].
  155. Ibid., rr. 12-13.
  156. Ibid., p. 234, rr. 9-11.
  157. Ibid., p. 220, r. 31.
  158. Ibid., p. 312, rr. 14-18.
  159. Ibid., p. 316, rr. 5-8.
  160. Ibid., p. 171, rr. 25-8.
  161. Ibid., p. 191, rr. 17-19.
  162. Ibid., p. 437, rr. 26-7.
  163. Ibid., rr. 21-2.
  164. La storia dell'incarcerazione è una variante delle esperienze di Freumbichler, come le racconta il nipote nel primo volume della pentalogia autobiografica (cfr. Die Ursache, pp. 71-2).
  165. Bernhard, Auslöschung, p. 458, rr. 17-19.
  166. Ibid., p. 449, rr. 7-9.