Guida alle costellazioni/Il Triangolo Estivo e dintorni/Delfino

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Il Delfino è una piccola costellazione settentrionale, ma molto vicina dall'equatore celeste. Era anche una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo e si trova sul bordo sudorientale della brillante Via Lattea estiva.

La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Delphinus
Genitivo del nome Delphini
Abbreviazione ufficiale Del
Area totale 189 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 15 settembre
Stelle più luminose della mag. 3,0 0
Stelle più luminose della mag. 6,0 18
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
β Delphini Rotanev 3,64
α Delphini Sualocin 3,77
ε Delphini Deneb Dulfim 4,03
γ Delphini 4,27
δ Delphini 4,43
ζ Delphini 4,64
κ Delphini 5,07
17 Delphini 5,19

Caratteristiche modifica

La costellazione deve il suo nome alla particolare configurazione creata da un gruppo di stelle di quarta magnitudine molto vicine fra loro, che ricorda felicemente la sagoma di un delfino in fase di salto. Nonostante le sue piccole dimensioni il Delfino è facilmente riconoscibile, grazie al fatto che le sue stelle sono molto ravvicinate fra loro; inoltre si trovano una decina di gradi a nordest della brillante stella Altair. La brillante scia della Via Lattea estiva passa a circa 10° verso nordovest rispetto alla costellazione.

Le due stelle più luminose del Delfino sono, in ordine, β (magnitudine 3,6) e α (magnitudine 3,8). La prima è chiamata Sualocin (α Delphini), mentre la seconda ha il nome Rotanev (β Delphini). Questi nomi hanno un'etimologia curiosa: vennero conferiti da padre Giuseppe Piazzi, l'astronomo che diresse l'osservatorio di Palermo e a cui si deve la scoperta del primo degli asteroidi, Cerere, poi elevato al rango di pianeta nano. Egli volle, con quei nomi, ricordare il suo collaboratore Niccolò Cacciatore, del quale tradusse il nome in latino, Nicolaus Venator, che divenne (letto in senso contrario) il nome dei due astri. Ai marinai greci capitava di frequente di avvistare dei delfini e non è quindi sorprendente trovare in cielo una di queste creature amichevoli e intelligenti. Ci sono due storie che spiegano la presenza di un delfino celeste. Secondo Eratostene, questo delfino rappresenta il messaggero del dio del mare, Poseidone.

Dopo che Zeus, Poseidone e Ade avevano privato del trono il padre Crono, si divisero tra loro il cielo, il mare e il mondo dell'oltretomba, e a Poseidone toccò il mare. Egli si costruì un magnifico palazzo sott'acqua, al largo delle coste dell'isola di Eubea. Per quanto ricchissimo, il palazzo sembrava vuoto senza una moglie, e allora Poseidone decise di cercarsene una. Corteggiò Anfitrite, una delle ninfe marine chiamate Nereidi, ma questa sfuggì ai suoi rozzi approcci amorosi rifugiandosi presso le altre Nereidi. Poseidone le mandò allora dei messaggeri, incluso un delfino, che la trovò e con fare lusinghiero la riportò dal dio del mare, che poi sposò. In segno di gratitudine Poseidone pose l'immagine del delfino fra le stelle.

Un'altra storia, riportata da Igino e da Ovidio, dice che questo è il delfino che salvò la vita ad Arione, un poeta e musicista in carne e ossa del VII secolo a.C.

Stelle doppie modifica

Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
β Delphini 20h 37m 33s +14° 35′ 43″ 4,8 4,9 0,5 g + g
γ Delphini 20h 46m : +16° 07′ : 4,27 5,14 13,0 azz + g
HD 199223 20h 55m 41s +04° 31′ 58″ 6,3 7,7 2,1 g + g

Alcune delle stelle del Delfino sono doppie facili da risolvere anche con piccoli strumenti.

La γ Delphini è una stella doppia le cui componenti hanno magnitudine 4,5 e 5,5 e sono separate di quasi 10', rimanendo quindi alla portata di piccoli telescopi.

La stella β Delphini è invece una doppia difficilissima da separare nelle due componenti, dal momento che l'angolo tra le due stelle (magnitudine 4,8 e 4,9) è sempre inferiore 1", variando tra 0,2" e 0,7"; il periodo orbitale è di circa 26 anni e mezzo.

Stelle variabili modifica

Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
R Delphini 20h 14m 55s +09° 15′ 21″ 7,60 13,70 285,88 Mireide
U Delphini 20h 45m 28s +18° 05′ 24″ 7,6 8,9 59,7 Semiregolare
CT Delphini 20h 29m 26s +09° 53′ 52″ 6,8 8,5 - Semiregolare pulsante
EU Delphini 20h 37m 55s +18° 16′ 07″ 5,79 6,9 59,7 Semiregolare pulsante
δ Delphini 20h 43m 28s +15° 04′ 29″ 4,38 4,49 - Irregolare

Fra le stelle variabili della costellazione, non numerose anche a causa delle sue dimensioni, solo poche sono alla portata di piccoli strumenti.

Fra le Mireidi la più notevole è la R Delphini, che oscilla fra la settima e la tredicesima magnitudine in circa 286 giorni; al momento della massima luminosità è visibile con un binocolo, mentre al minimo scende di magnitudine 13,7 e richiede strumenti più potenti, di apertura superiore ai 200 mm.

La stella EU Delphini è invece una variabile semiregolare pulsante, le cui variazioni, che avvengono in un ciclo di circa due mesi, sono apprezzabili anche con un binocolo.

Oggetti del profondo cielo modifica

Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
NGC 6891 20h 15m 09s +12° 42′ 16″ Nebulosa planetaria 10,5 0,33 x 0,3
NGC 6934 20h 34m 11s +07° 24′ 15″ Ammasso globulare 9,8 0,6
NGC 7006 21h 01m 29s +16° 11′ 14″ Ammasso globulare 10,6 2,8
 
NGC 7006 è uno degli ammassi globulari più remoti conosciuti.

La costellazione del Delfino non contiene oggetti molto appariscenti, sebbene la vicinanza alla scia luminosa della Via Lattea faccia sì che si possano osservare alcuni oggetti galattici.

Fra questi spicca l'ammasso globulare NGC 7006, noto anche con la sigla C42, che appare come una debole palla di luce di dodicesima magnitudine. Può essere individuato circa 4° a est di γ Delphini attraverso un telescopio da 120 mm, ma per la sua risoluzione occorrono strumenti notevoli, con aperture superiori ai 300 mm. Trovandosi alla distanza di 135.000 anni luce, quest’oggetto è uno degli ammassi globulari più lontani facenti parte dell’alone galattico, alla metà della distanza del più lontano conosciuto, NGC 2419. Le sue stelle più luminose sono di magnitudine 15.

Un altro globulare interessante è NGC 6934, noto anche come C47, più luminoso del precedente e individuabile anche con un grande binocolo; attraverso un telescopio da 200 mm di apertura si può tentare una prima parziale risoluzione in stelle. Si tratta di un ammasso di media concentrazione (Classe VIII) la cui distanza si aggira sui 57.000 anni luce; stime sulla sua massa indicano che l’ammasso sia composto da circa 300.000 stelle, fra le quali è presente una popolazione di blue stragglers. Con un’età di almeno 13 miliardi di anni, è uno degli ammassi globulari più antichi conosciuti.

Fra le nebulose planetarie spicca NGC 6891, situata verso il confine con l’Aquila e individuabile senza grosse difficoltà anche con un telescopio da 100 mm, dove appare come un piccolo alone chiaro; strumenti di diametro maggiore e ingrandimenti spinti consentono di rilevare una struttura a doppio guscio. Si tratta di una nebulosa molto giovane: la stella centrale infatti irradia ancora molta energia e la temperatura superficiale si aggira intorno agli 85.000 K.