Guida alle costellazioni/Auriga, Orione e il Triangolo Invernale/Cancro

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Orione

Il Cancro è una delle dodici costellazioni dello zodiaco, raffigurante un granchio; nonostante sia una costellazione di dimensioni medie, è poco luminoso ed effettivamente non assomiglia a un granchio. Si trova tra i Gemelli ad ovest ed il Leone ad est; a nord confina con la Lince e a sud col Cane Minore e l'Idra.

La costellazione di Orione
La costellazione di Orione

CopertinaGuida alle costellazioni/Copertina

Parte I - Stelle e oggetti
Parte II - Le 88 costellazioni
Parte III - Carte stagionali
Appendici
Dettagli costellazione
Nome latino Cancer
Genitivo del nome Cancri
Abbreviazione ufficiale Cnc
Area totale 506 gradi quadrati
Transito al meridiano alle ore 21 20 marzo
Stelle più luminose della mag. 3,0 0
Stelle più luminose della mag. 6,0 49
Stelle più luminose
Sigla Nome Magn.
β Cancri Altarf 3,53
δ Cancri Asellus Australis 3,94
ι Cancri Decapoda 4,03
α Cancri Acubens 4,26
γ Cancri Asellus Borealis 4,66
ζ1 Cancri Tegmen 4,67
χ Cancri 5,13
HD 71115 5,13

La costellazione dà il nome al Tropico del Cancro, ossia la latitudine terrestre in cui il Sole è in posizione verticale a mezzogiorno il giorno del solstizio d'estate boreale; ai tempi degli antichi Greci a quella data il Sole si trovava tra le stelle del Cancro, ma l'oscillazione della Terra sul suo asse, la precessione degli equinozi, ha spostato il punto del solstizio d'estate sul confine tra i Gemelli e il Toro.

Caratteristiche

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La costellazione del Cancro non contiene stelle particolarmente luminose, benché le sue dimensioni siano paragonabili a quelle dei Gemelli: la sua stella più luminosa, la β Cancri, è di magnitudine 3,5, dunque appena apprezzabile da una grande area urbana; nonostante ciò il Cancro si individua facilmente, grazie proprio alle costellazioni adiacenti dei Gemelli e del Leone, che appaiono molto luminose. Altre stelle sono Acubens (α Cancri), rappresentante la chela meridionale, la ι Cancri, rappresentante quella settentrionale, più le due Aselli (gli "asini", che di fatto indicano anche gli occhi del granchio): queste stelle portano i nomi Asellus Borealis (γ Cancri) e Asellus Australis (δ Cancri) e rappresentano i due asini che Dioniso e Sileno cavalcarono in battaglia.

Ciò che in realtà spicca notevolmente osservando la costellazione sotto un cielo buio è la grossa macchia chiara e nebbiosa situata al suo centro, che corrisponde a un ammasso aperto tra i più luminosi del cielo, noto come Presepe; quest'ammasso di fatto appare più appariscente delle stelle che compongono la costellazione stessa.

Il Cancro sta tutto nell'emisfero boreale, pertanto è ben osservabile dalle regioni poste a nord dell'equatore; il periodo indicato per la sua osservazione nel cielo serale va da dicembre fino a maggio. Dall'emisfero australe è osservabile per un periodo più limitato, poiché si presenta, specialmente nelle regioni temperate, relativamente basso; oltre il circolo polare antartico non è più osservabile, mentre a nord del 60º parallelo nord diventa circumpolare.

Il granchio è un personaggio minore in una delle fatiche di Eracle (il nome greco di Ercole). Mentre Eracle lottava contro il mostro dalle molte teste di nome Idra nella palude vicino a Lerna, il granchio emerse dalla melma e partecipò all'attacco mordendo il piede dell'eroe, il quale lo calpestò furiosamente riducendolo in poltiglia. Si dice che per questo suo modesto contributo alla storia, la dea Era, nemica di Eracle, gli abbia riservato un posto fra le stelle dello zodiaco.

Due delle stelle che formano la costellazione si chiamano Asellus Borealis e Asellus Australis, nomi latini che significano «asino del nord» e «asino del sud», che hanno leggende proprie. Secondo Eratostene, durante la battaglia tra gli dèi e i Giganti che seguì la sconfitta dei Titani, gli dei Dioniso, Efesto e alcuni loro compagni arrivarono in groppa ad asini per unirsi alla mischia. I Giganti non avevano mai sentito i ragli degli asini prima di allora e furono messi in fuga da quel rumore, credendo che un qualche mostro spaventoso stesse per essere sguinzagliato contro di loro. Dioniso sistemò gli asini in cielo, a entrambi i lati dell'ammasso stellare che i Greci chiamarono Phatne, la Mangiatoia, dalla quale sembra che gli asini stiano mangiando. Tolomeo descrisse Phatne come «la massa nebulosa nel petto». Nei paesi orientali (soprattutto Cina e Giappone) quest'ammasso era considerato il punto di contatto fra il mondo umano e l'aldilà attraverso cui passavano i defunti.

Stelle doppie

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Principali stelle doppie
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Separazione
(secondi d'arco)
Colore
A. R.
Dec.
A B
ζ Cancri A-B 08h 12m 13s +17° 38′ 53″ 5,63 6,02 0,7 g + g
ζ Cancri AB-Cc 08h 12m 13s +17° 38′ 53″ 5,05 6,20 5,9 g + g
24 Cancri 08h 26m 40s +24° 32′ 03″ 7,02 7,81 5,7 g + g
φ2 Cancri 08h 26m 47s +26° 56′ 08″ 6,30 6,32 5,2 b + b
HD 72945 08h 35m 51s +06° 37′ 13″ 5,99 7,25 10,3 g + g
ι Cancri 08h 46m 42s +28° 45′ 36″ 4,02 6,57 30,04 g + ar
66 Cancri 09h 01m 24s +32° 15′ 08″ 5,9 8,3 4,6 b + b
HD 78175 09h 07m 27s +22° 58′ 51″ 6,9 7,3 7,6 g + g

La costellazione del Cancro abbonda di stelle doppie, molte delle quali sono facili da risolvere anche con piccoli strumenti.

Una facile coppia ottica, formata da stelle in realtà non legate fra loro, è quella composta da 53 Cancri e 55 Cancri, poco ad est della stella ι: si tratta di due stelle di sesta magnitudine, visibili ad occhio nudo come un unico astro di quinta grandezza, ma risolvibile anche con un binocolo in due astri di simile magnitudine; la componente più settentrionale è la 55 Cancri, nota per il suo ricco sistema planetario.

Il sistema di ζ Cancri è uno dei più conosciuti della volta celeste, essendo una particolare stella multipla: le due componenti principali, di magnitudine 5,05 e 6,2, sono separate da 5" d’arco e si presentano entrambe giallastre; un telescopio di grande diametro è in grado di rilevare che la componente primaria è a sua volta una doppia, con componenti di magnitudine 5,6 e 6,0 separate da meno di 1". Attorno alla componente secondaria orbita poi un'altra stella, non rilevabile però con telescopi amatoriali.

La ι Cancri è un'altra coppia, molto semplice da risolvere dato che le due componenti, di quarta e sesta grandezza, sono separate da quasi mezzo primo d'arco.

La φ2 Cancri è una coppia formata da stelle di magnitudine identica fra loro, separate da poco più di 5", entrambe bianche.

La HD 72945 è una stella di magnitudine 6,0 che possiede una compagna di settima grandezza a circa 10" di separazione, dunque facile da risolvere.

Stelle variabili

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Principali stelle variabili
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Magnitudine
Periodo
(giorni)
Tipo
A. R.
Dec.
Max. Min.
R Cancri 08h 16m 34s +11° 43′ 34″ 6,7 11,8 361,60 Mireide
T Cancri 08h 56m 40s +19° 50′ 57″ 7,6 10,5 482: Semiregolare
V Cancri 08h 21m 43s +17° 17′ 07″ 7,5 13,9 272,13 Mireide
W Cancri 09h 09m 53s +25° 14′ 54″ 7,4 14,4 393,22 Mireide
X Cancri 08h 55m 23s +17° 13′ 53″ 5,6 7,5 195: Semiregolare
RS Cancri 09h 10m 39s +30° 57′ 47″ 6,2 7,7 120: Semiregolare pulsante
RT Cancri 08h 58m 16s +10° 50′ 43″ 7,12 8,6 60: Semiregolare pulsante
VZ Cancri 08h 40m 52s +09° 49′ 27″ 7,18 7,91 0,1784 Pulsante
BI Cancri 08h 44m 45s +10° 04′ 54″ 5,53 5,65 4,116 Pulsante
BM Cancri 08h 13m 09s +29° 39′ 24″ 5,58 5,71 4,2359 Eclisse
BP Cancri 08h 26m 44s +12° 39′ 17″ 5,41 5,75 40: Semiregolare

Il Cancro ospita al suo interno un buon numero di stelle variabili, in massima parte alla portata anche di piccoli strumenti amatoriali.

Fra le Mireidi la più brillante è la RR Cancri, che quando è al massimo della luminosità è di sesta magnitudine, dunque visibile anche con un piccolo binocolo; in fase di minimo è invece di undicesima grandezza e può essere scorta solo con un telescopio.

Fra le numerose semiregolari spicca la BP Cancri, che in un periodo che si aggira sui 40 giorni oscilla di alcuni decimi di magnitudine attorno alla quinta grandezza; le sue variazioni possono anche essere osservate ad occhio nudo, avendo altre stelle come riferimento. Un'altra semiregolare notevole è la X Cancri, che in circa 195 giorni oscilla fra le magnitudini 5,6 e 7,5: in fase di massimo è visibile anche a occhio nudo. Nel vertice nordest della costellazione vi è infine la RS Cancri, anch’essa appariscente, che oscilla fra le magnitudini 6,2 e 7,7 in circa quattro mesi.

Sono presenti anche alcune variabili pulsanti: la VZ Cancri è una variabile RR Lyrae che oscilla di alcuni decimi di magnitudine attorno alla settima grandezza, dunque ben apprezzabile con un binocolo, mentre la BI Cancri una stella del tipo α2 Canum venaticorum, visibile anche ad occhio nudo ma dalle variazioni troppo contenute.

Oggetti del profondo cielo

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Principali oggetti non stellari
Nome
Coordinate eq. J2000.0
Tipo Magn.
Dimensioni
(primi d'arco)
Nome proprio
A. R.
Dec.
M44 08h 40m : +19° 41′ : Ammasso aperto 3,1 95 Presepe
M67 08h 51m 24s +11° 49′ : Ammasso aperto 6,1 30
NGC 2672 08h 49m 24s +19° 04′ : Galassia 11,2 3,0 x 2,8
NGC 2775 09h 10m 18s +07° 02′ : Galassia 10,3 4,3 x 3,3
 
L’ammasso del Presepe (M44) è uno dei più luminosi della volta celeste ed è ben visibile anche a occhio nudo come un oggetto di aspetto nebbioso o granulare.
 
M67 è uno degli ammassi aperti più antichi conosciuti: la sua età è stimata infatti sui 3-4 miliardi di anni.
 
La galassia spirale NGC 2775, al confine con l’Idra, è visibile anche con piccoli strumenti.

La costellazione contiene pochi oggetti non stellari cospicui, ma fra questi ve ne sono di particolarmente brillanti e conosciuti fin dall'antichità.

Il Cancro in particolare è ben noto tra gli appassionati di astronomia per ospitare il Presepe (M44), un ammasso aperto dalla forma caratteristica, che contiene anche la stella ε Cancri. Il Presepe è uno degli oggetti più facili da osservare: si individua infatti anche ad occhio nudo, in un cielo discreto; per trovarlo si fa spesso riferimento a due stelle molto brillanti, Regolo e Polluce: il Presepe si trova a circa metà strada fra le due stelle. Ad occhio nudo si distingue come una macchia chiara e dall'aspetto nebuloso o granulare; sotto cieli assolutamente perfetti e con l'aiuto di un'ottima vista si possono talvolta individuare 2-3 minutissimi astri, ma su un fondo che resta sempre nebuloso e indefinito. Un semplice binocolo già è sufficiente sia per risolvere completamente l'ammasso, che per appurare che non vi è traccia alcuna di nebulosità reale fra le componenti stellari dell'oggetto; attraverso un 10x50 si distinguono diverse decine di stelle bianco-giallastre fino alla nona magnitudine, disperse su oltre un grado di diametro. Con un telescopio da 150 mm di corta focale e bassi ingrandimenti è ancora possibile averne uno sguardo d'insieme, mentre a ingrandimenti superiori, a causa dell'estensione dell'ammasso, l'osservazione risulta meno appagante, non essendo possibile inquadrarlo per intero. Nel suo complesso, l'ammasso del Presepe contiene almeno un migliaio di stelle legate gravitazionalmente, per una massa totale di circa 500-600 masse solari. Uno studio del 1999 ha individuato 1010 stelle quali membri quasi certi, di cui il 68% sono nane rosse di classe M, il 30% sono stelle simili al Sole, con classi F, G e K e circa il 2% sono stelle luminose di classe A. Sono presenti anche cinque stelle giganti. Nel Presepe si trovano anche diverse stelle variabili: se ne contano infatti circa un centinaio; molte di queste sono delle variabili δ Scuti di classe spettrale A, che hanno appena lasciato la fase stabile di sequenza principale per evolversi verso la fase di gigante. Le stime più accurate sulla sua distanza sono state ottenute tramite la combinazione dei dati di Hipparcos e del diagramma HR e forniscono una distanza di circa 593 anni luce. Dal punto di vista delle caratteristiche fisiche, il Presepe viene spesso paragonato alle Ìadi: questa relazione è dovuta al fatto che entrambi gli ammassi possiedono un'origine comune e, di conseguenza, pure un'età paragonabile. Vi sono tuttavia alcuni indizi che testimoniano delle differenze fra i due ammassi, evidenziati in particolare dall'analisi delle loro variabili rotazionali. Assumendo un'età di 625 milioni di anni per le Ìadi, la relazione periodo-colore derivata per le componenti dei due ammassi ha mostrato che le stelle del Presepe possiedono un'età leggermente inferiore, stimata attorno ai 578±12 milioni di anni; ciò comporterebbe che la formazione del Presepe sia avvenuta circa 45-50 milioni di anni dopo quella delle Ìadi. L'età del Presepe risulterebbe così molto più simile a quella dell'ammasso aperto della Chioma di Berenice (Mel 111), stimata tramite lo stesso metodo attorno ai 584±10 milioni di anni.

Nella parte meridionale della costellazione vi è un altro importante ammasso, anch’esso catalogato dal Messier; si tratta di M67, relativamente esteso e facile da individuare, grazie alla presenza della stella Acubens (α Cancri) poco più ad est; si individua nella parte meridionale della costellazione del Cancro, circa 9° a sud del brillante ammasso del Presepe. La sua luminosità totale fa sì che si trovi al limite estremo della visibilità ad occhio nudo e soltanto nelle notti più limpide e con calma atmosferica, pertanto un semplice binocolo 7x30 è già sufficiente per individuarlo; tuttavia attraverso questo strumento si presenta come una chiazza di natura nebulare, con qualche stellina nel mezzo. Per poter risolvere la gran parte delle componenti occorre dunque un telescopio, anche di medio-piccole dimensioni: uno strumento da 120-140 mm di apertura è adatto a individuare decine di componenti, tutte di un colore tendente al giallastro. Con strumenti da 200 mm e oltre la visione è ottimale e l'oggetto appare perfettamente risolto in stelle senza traccia di nebulosità. M67 è l'ammasso antico più vicino conosciuto, situato a 2700 anni luce, ed è diventato un esempio standard per studiare l'evoluzione stellare; pur non essendo il più antico conosciuto riveste un ruolo importante per via della sua facilità di osservazione, dato che non appare minimamente oscurato dalle polveri interstellari. Appare come un ammasso molto compatto, il cui nucleo centrale ha un diametro di circa 15' e si estende per circa 12 anni luce. Dalla sua velocità radiale, 32,30 km/s, si deduce che M67 si sta allontanando dalla Terra alla velocità di 116.280 km/h: questa velocità deriva dalla combinazione della sua velocità orbitale attorno al nucleo della Via Lattea più la velocità propria del Sole e della Terra. Con un’età stimata di 3,2 miliardi di anni (ma ulteriori studi lo datano anche a 4 miliardi di anni), è uno dei più antichi ammassi conosciuti. È stato stimato che M67, come ammasso, esisterà circa per altri 5 miliardi di anni. M67 contiene approssimativamente 500 componenti, tra cui 11 luminose giganti di tipo spettrale K con magnitudine assoluta da +0.5 a +1,5; appaiono anche delle stelle, situate in prossimità della parte blu della sequenza principale, rappresentative della categoria delle cosiddette blue stragglers, la più luminosa delle quali è di classe spettrale B8 o B9 e di magnitudine apparente 10.

Attorno a M67 sono stati notati e catalogati nel corso del tempo alcuni addensamenti stellari, come NGC 2678 e Chupina 1, che sono stati indicati come ammassi aperti a sé stanti. La reale esistenza di questi ammassi come oggetti indipendenti è stata in seguito messa in dubbio e si ritiene che si tratti di frammenti dispersi dello stesso ammasso M67, avendo le loro stelle lo stesso moto proprio.

Nel Cancro si possono osservare numerose galassie, gran parte delle quali sono però piuttosto deboli e remote, difficili da osservare. Vi è tuttavia una galassia luminosa, situata sul confine con l’Idra, nota come NGC 2775, o anche con la sigla del Catalogo Caldwell C48. Si tratta di una spirale gigante, di dimensioni notevolmente maggiori di quelle della Galassia di Andromeda. È ben visibile anche con piccoli telescopi 3 gradi a ENE della stella ζ Hydrae; si presenta come una macchia chiara molto concentrata e luminosa, apparentemente senza tracce di strutture a spirale. Un telescopio riflettore da 200 mm può permettere di intravedere dei sottili bracci molto stretti intorno al nucleo, in particolare verso la parte meridionale; di fatto, la grande luminosità del nucleo disturba molto la loro osservazione. La classe a cui appartiene questa galassia è Sa, molto simile dunque alla famosa Galassia Sombrero, ma con diversa inclinazione (39° dalla visione di faccia). Negli ultimi 30 anni, tra i suoi bracci sono state osservate 5 supernovae. Diverse sono le stime sulla sua distanza; quella più accreditata indica un valore di 55-60 milioni di anni luce dalla Via Lattea. Se questo valore è corretto, il diametro della galassia sarebbe di 73.000 anni luce, con una luminosità pari a 17 miliardi di Soli. La galassia appartiene al gruppo Antlia-Hydra, un ammasso di galassie che conta oltre un centinaio di membri; NGC 2775 è la galassia più grande del sottogruppo a cui appartiene, formato da altre galassie minori come NGC 2777, osservabile a poca distanza.

A circa 1° a NE della stella δ Cancri si trova NGC 2672, un po’ più debole della precedente e situata in prossimità di una stellina di magnitudine 9,8; si può iniziare a scorgere con strumenti di 150 mm o, meglio ancora, con uno da 200 mm, nel quale si presenta come un alone chiaro dai contorni sfumati. Si tratta di una galassia ellittica distante circa 200 milioni di anni luce.