Esperanto/Prefazione: storia, ideali e filosofia

Indice del libro

Storia, dalla creazione all'era di internet

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Prima dell'inizio del corso vero e proprio, è bene conoscere qualcosa in più sulla storia e gli ideali di questa lingua, per poterla capire meglio.

L'intuizione del Dottor Zamenhof

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Il dottor Ludwik Lejzer Zamenhof era un oculista polacco di origine ebrea, nato nel 1859 a Białystok (oggi in Polonia, allora appartenente all'Impero Russo). Vivendo in una zona in cui convivevano lingue e culture diverse in lotta tra loro, Zamenhof pensò che una lingua, per mettere d'accordo tutti sarebbe dovuta essere neutra, per la parità e salvaguardia delle culture, per farle comunicare e non metterle in competizione. Fu così che cominciò sin da giovanissimo, sfruttando la sua grande cultura in campo linguistico, a creare (o "pianificare", come spesso si preferisce, ma non ci interesseremo di tali discussioni) una lingua ausiliaria internazionale, di proprietà non di una nazione che la esporta o impone, o di un gruppo (religioso, politico...), ma appartenente all'intera umanità. Delle lingue che conosceva e che ebbe occasione di studiare, Zamenhof trasse gli aspetti più interessanti, per cui il risultato del suo lavoro è una lingua viva, i cui meccanismi provengono da lingue "naturali" nelle quali sono usati da millenni, ed è in grado perciò di esprimere quello che la mente umana può produrre.

Il primo libro su questa lingua uscì nel 1887 a Varsavia, col titolo Unua libro (Primo libro), ed in esso veniva presentata la "Lingvo internacia" (Lingua internazionale), firmato da Zamenhof con lo pseudonimo Doktoro Esperanto, (Dottor Sperante). Sarà a causa di tale pseudonimo che si darà poi l'attuale nome "esperanto" alla lingua. Nacque quindi il movimento esperantista e, nel 1905 a Boulogne-sur-Mer (Francia) un migliaio di esperantisti provenienti da venti nazioni diverse si riunirono per parlare di alcuni problemi usando con successo solo l'esperanto, dimostrandone per la prima volta l'efficacia. Esiste anche una bandiera per l'esperanto, che su un fondo verde, presenta un riquadro bianco nel quale sta una stella a 5 punte, anch'essa verde (speranza di un futuro migliore per tutti i cinque continenti). La lingua attrae in genere molti giovani, ed è regolata a livello internazionale dalla Universala Esperanto Asocio (UEA).[1]

Imparare l'esperanto: ieri ed oggi

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Nonostante la lingua internazionale sia spesso ignorata in ambito accademico e scolastico, ecco i motivi per cui si pensa che questa lingua oggi sia più forte che in passato.

Prima, per imparare l'esperanto bisognava:

  1. venirne a conoscenza (spesso in ambienti "alti" di cultura)
  2. comprare una grammatica e un dizionario
  3. abbonarsi a riviste per usare la lingua, e partecipare a convegni (giovanili, scientifici...) e frequentare associazioni

Adesso invece è possibile:

  1. venirne a conoscenza (più facile da internet, anche accidentalmente)
  2. scaricare una delle tante grammatiche e dizionari gratuiti, disponibili praticamente in tutti i formati (anche questa); o come prima, comprare una grammatica e dizionario cartacei
  3. andare su internet (ad esempio wikipedia) e praticare, scegliere l'argomento preferito in esperanto; contattare amici da qualsiasi parte del mondo.
  4. come prima, abbonarsi a riviste per usare la lingua, e partecipare a convegni (giovanili, scientifici...) e frequentare associazioni

Risultato: l'esperanto non è più una lingua per intellettuali, ma è accessibile veramente a tutti, facilmente.

Curiosità

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  • Nel celeberrimo film di Charlie Chaplin "Il grande dittatore", insieme alle iscrizioni fantasiose dei nomi di negozi, molte iscrizioni nella città in cui è ambientato il film sono in esperanto.

Caratteristiche della lingua e classificazione

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L'esperanto, dal punto di vista lessicale, è una lingua indoeuropea, poiché le sue parole provengono dalle principali famiglie linguistiche europee (il lessico è preso da lingue romanze, germaniche e slave, nonostante i recenti termini tendano a provenire anche da lingue non indoeuropee). Dal punto di vista grammaticale invece, si classifica come lingua "agglutinante" ed ha caratteristiche simili al finlandese, turco, giapponese ed altre lingue non europee. La sua grammatica è comunque minimale (ma non banale) ed estremamente regolare, per facilitarne l'apprendimento, senza però pregiudicarne l'espressività, la quale regge il confronto con le varie lingue etniche anche quando si traducono importanti opere letterarie (nonché quando vengono create direttamente in esperanto).

Ideali e filosofia

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Un riassunto semplice, breve ed allo stesso tempo abbastanza completo della filosofia e dei valori dell'esperanto si possono trovare nel "Manifesto di Praga", un documento pubblicato appunto nella città ceca di Praga in sette articoli.

Che cosa spera l'esperantista?

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Gli ideali che animano l'esperanto e che lo tengono in vita da più di un secolo sono ideali di pace ed uguaglianza. Molte guerre sono fatte per motivi culturali, l'esperanto propone di mantenere le differenti culture, e si propone come tramite tra di esse (lingua ausiliaria internazionale). Una lingua etnica di qualsiasi parte del mondo imporrebbe, volutamente o no, una sudditanza tra il mondo e la nazione in cui tale lingua è parlata (tentativi difficili di imitazione di pronuncia, sudditanza culturale).

Questo argomento ha fatto nascere dibattiti aperti da tantissimo tempo, ormai spostati su Internet, per cui chi volesse seguirli non farà fatica a trovare forum, o siti che se ne occupano. In quest'opera ci proponiamo di trattare la lingua internazionale da un punto di vista didattico, sperando in un mondo più giusto. Come ogni esperantista, e non solo.

Prima di iniziare... un utile strumento

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In questo libro è presente un dizionario di base, inoltre moltissime parole possono essere ricavate dai tantissimi esempi tradotti. Tuttavia questo può non essere sufficiente per chi vuole leggere, scrivere o parlare in esperanto al di fuori di questo corso, per cui segnalo il dizionario in linea di Carlo Minnaja, anche in versione scaricabile. Nel caso in cui si voglia un dizionario cartaceo (per esempio per andare ai congressi, praticare fuori casa...) si possono trovare diversi dizionari nelle librerie (purtroppo non in tutte) o in rete. Si segnala il dizionario Esperanto-Italiano Italiano-Esperanto di Umberto Broccatelli (Zanichelli), ma ce ne sono anche altri, basta cercare.

Buon corso!

  1. Dati storici: Dizionario Enciclopedico Moderno, DEI edizioni Bergamo