Eli Eli Lama Sabachthani/Introduzione
Introduzione
modificaEster, valutato il pericolo rappresentato per gli ebrei da Aman, digiuna per tre giorni e va a parlarne al marito, re Assuero:
Il Talmud babilonese offre un'interpretazione midrashica di questa veste reale (Megillah 15a):
L'interpretazione qui si basa su una gezerah shava, una tattica esegetica rabbinica che trae significato dall'analogia di parole simili. Proprio come la radice ל.ב.ש in riferimento ad Amasai si riferisce allo spirito divino, così anche da Ester.
Sebbene Ester entri nel palazzo con lo spirito santo, presto questi scompare (Megillah 15b):
Nel testo biblico, l'esitazione di Ester ad entrare nel palazzo è chiara; entrare nell'atrio interno per andare dal re senza essere invitato è un reato capitale, a meno che il re non estenda il suo scettro d'oro (Ester 4:11). Il midrash, tuttavia, interpreta più a fondo questo momento drammatico e vede la sua pausa come una reazione alla perdita dello spirito divino, a cui risponde cantando il lamento del Salmo 22. Questo midrash continua con Ester che cerca di capire perché lo spirito la abbia abbandonata:
Qui Ester osserva che il peccato di entrare nel palazzo colmo di idoli viene commesso per dura necessità (Aman sta per sterminare tutti gli ebrei del regno), e chiede a Dio di non trattarla come se fosse una peccatrice intenzionale. Il midrash continua con Ester che esterna una seconda preoccupazione:
L'ondeggiare avanti e indietro di Ester qui si basa sui versetti del Salmi 22, sottolineando come i rabbini stiano interpretando l'intero lamento, non solo il verso di apertura, come espresso interamente da Ester.[1]
Note
modificaPer approfondire, vedi Biografie cristologiche. |
- ↑ Questo studio si basa su diverse esegesi moderne, tra cui quella di Abraham Jacob Berkovitz, "Jewish and Christian Exegetical Controversy in Late Antiquity: The Case of Psalm 22 and the Esther Narrative", in Ancient Readers and their Scriptures: Engaging the Hebrew Bible in Early Judaism and Christianity, curr. Garrick V. Allen & John Anthony Dunne (Brill, 2019), 222–239; Esther M. Menn, "No Ordinary Lament: Relecture and the Identity of the Distressed in Psalm 22", Harvard Theological Review 93 (2000): 301–341; Catherine Brown Tkacz, "Esther, Jesus, and Psalm 22", Catholic Biblical Quarterly 70 (2008): 709–728 .