Dietro il coding/Una valutazione storica

Indice del libro

Partire da futuro, si. Sarebbe però altrettanto importante riesaminare tutti questi progetti ministeriali e farne una valutazione a posteriori. Sono stati investite risorse ingenti: prima di lanciarci in un ennesimo programma non sarà il caso di sviluppare una critica onesta delle azioni passate?

E non solo iniziative guidate dall'alto: ci sono stati centinaia di insegnanti che da soli o riuniti in gruppi e associazioni hanno sperimentato per anni con i computer in classe o in laboratorio.

Quali obiettivi sono ancora condivisibili tra quelli dichiarati allora e quali strategie si sono rivelate sostenibili (e quali invece tragicamente fallimentari)?

Fra l’altro, magari si scopre che qualcosa si può ancora recuperare.

Tra gli esempi di coding riportati nella pagina Facebook[1] del progetto o nell’area del concorso Codi-amo[2] tra storie e giochini e ci sono moltissimi disegni: girandole, stelle, spirali, etc.

Che assomigliano tanto ai migliaia di lavori fatti a partire almeno dagli anni ’80 da insegnanti di buona volontà con il Logo nelle classi elementari e medie. In cui però il codice veniva scritto (magari in una variante italiana del linguaggio).

Vogliamo provare a riprendere quelle esperienze e a capire cosa ha (o non ha) funzionato?

I bambini e le bambine che hanno giocato con la tartaruga oggi hanno forse trenta o persino quarant’anni: vogliamo provare a vedere se quelle attività sono state utili ad avere un diverso approccio al digitale (oltre che una migliore comprensione della geometria piana)? Oppure sono rimaste un ricordo gradevole insieme alle partite di calcio a ricreazione?

librelogo shell
librelogo shell

A proposito di Logo: forse non tutti sanno che c'è un Logo che se ne sta nascosto dentro Libre Office. E' un'estensione sviluppata da due programmatori ungheresi, László Németh e András Tímár[3].

L'idea è semplice: senza bisogno di un vero ambiente di sviluppo, si scrive codice direttamente nella pagina di Writer (si salva, si modifica, etc). E poi si esegue: il disegno risultante è un'immagine che si può copiare, stampare etc.

Esiste pure un manuale italiano[4], scritto da Andreas R. Formiconi.

Per esempio, l’immagine della pagina accanto è stata generata proprio qui dentro, con qualche riga di codice scritta direttamente nel testo. L’interessante, a mio avviso, è che viene sottolineata la parentela tra la scrittura in una lingua naturale e la scrittura in un linguaggio di programmazione, almeno nel senso che si può usare lo stesso strumento digitale (un word processor) e le stesse semplici modalità di conservazione, condivisione e modifica dei sorgenti (i documenti ODT).

Note modifica

  1. https://www.facebook.com/programmailfuturo
  2. http://www.programmailfuturo.it/progetto/concorso/partecipanti
  3. http://www.numbertext.org/logo/librelogo.pdf
  4. http://iamarf.ch/unifi/Piccolo-manuale-LibreLogo.pdf