Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale

Indice del libro


Proseguendo la disamina delle armi del Secondo conflitto mondiale, ci si imbatte in progetti che, inizialmente assai modesti, si evolvono successivamente in forme e capacità particolarmente avanzati nel panorama mondiale della 'specialità' relativa. A maggior ragione riferendosi a progetti originariamente già avanzati e creati di sana pianta: i loro risultati sono spesso notevoli ma poco noti, perché il 'buono' spesso arriva troppo tardi.

In generale, durante la Seconda Guerra Mondiale ogni belligerante cercò di produrre e mettere in campo mezzi facilmente e rapidamente riproducibili. Per questo motivo veicoli, aerei, navi troppo costosi o sofisticati erano spesso lasciati in secondo piano.

Il rivoluzionario intercettore Horten IX rappresentava certamente uno 'strappo' rispetto a quanto precedentemente esistente

I rari casi in cui un sistema totalmente nuovo si è affermato durante la guerra sono stati dovuti alla assoluta necessità di sostituirne di troppo vecchi, o perché erano già in gestazione durante gli ultimi anni del periodo prebellico. Tra i vari esempi del campo aeronautico, vi furono intere famiglie di caccia e bombardieri che mantennero la loro validità, alle volte pienamente, alle volte in maniera marginale, per tutto il conflitto, pur essendo nati molti anni prima. L'importante era avere buone ali e un progetto fondamentalmente sano. Esempi celebri sono il Bf-109 del 1935 (in servizio dal 1937) che nel '45 era raddoppiato di peso, ma aveva 1.800 hp anziché 680, e quindi la velocità era salita da 465 a 725 kmh (dalla versione B-1 alla K-4). Lo Spitfire del '36, in servizio dal '38, con la sua grande ala consentì di sostenere meglio gli appesantimenti occorsi tra l'Mk 1 (1.020 hp) all'Mk XVIII (con oltre 2.000).

Lo Spitfire, al contrario, ha rappresentato una realizzazione del tutto classica per i canoni del conflitto, pur essendo certo innovativo per il 1936

Per il coevo del Bf-109, invece, l'Hurricane, tenere il passo non fu possibile per ragioni progettuali (troppa resistenza aerodinamica, che vanificava gli aumenti di potenza dei motori) e dal '41 venne declassato sempre di più come caccia notturno, cacciabombardiere, caccia navale, ruoli che peraltro svolse ottimamente, anche meglio dello 'Spit', veloce ma dal pilotaggio più critico (basti pensare allo stretto carrello). I successori dell'Hurricane erano designati già dal '37, il Typhoon e Tornado; ma il primo ebbe noie considerevoli e nonostante la potenza del suo motore Sabre (oltre 2 mila hp) si dimostrò un velivolo difficile, difettoso, spesso con avarie mortali. Una vera 'belva' da tenere sotto controllo, un caccia deludente poi diventato cacciabombardiere a tempo pieno. Il Tornado, con il motore Vulture, fu un fallimento completo. Prima di riprendersi con il Tempest e poi con il formidabile Fury, la guerra era quasi finita. Ma paradossalmente, nel dopoguerra sarà proprio la Supermarine a soccombere rapidamente, mentre la Hawker ne prenderà il posto a pieno titolo (con Hunter).

In Italia, esattamente in parallelo, si possono citare la Macchi, che con un filone evolutivo di macchine simili, in pratica rimotorizzando la cellula base, realizzò l'MC.200, l'MC.201, 202, 205, 205N, pensò (ma non fece in tempo a realizzare) il 206 e il 207. Nel dopoguerra continuerà la tradizione aeronautica e divenne costruttrice di ottimi addestratori a getto. La Fiat partì dal Fiat G.50 e poi si ritroverà con il G.55 e 56.

Alle volte si tentò un salto generazionale completo, come il Me.262 lo era rispetto al Bf-109 e Bf-110, o il Typhoon rispetto all'Hurricane. Al dunque, per rimanere con le migliori prestazioni talvolta fu necessario avventurarsi con nuovi progetti, alle volte bastò invece cambiare motore a quelli vecchi e poco di più. Spesso prima opzione fu un disastro, come i Me.210/410 e i Do.217, e in generale tutti i bombardieri tedeschi del periodo bellico che non eguagliarono il successo degli oramai invecchiati predecessori.

In Italia l'S.M.79 venne mantenuto all'altezza della situazione, e ancora meglio con il più moderno CANT Z.1007, grossomodo coevo dello Ju-88. Addirittura, l'SM.79Bis rimpiazzò l'S.M.84 che pure era il suo sostituto designato, e il C.1007Ter impedì la nascita del successore, nonché uno degli aerei italiani più belli, il CANT Z.1018 Leone.

Nazioni come l'Italia e la Francia avevano un gran numero di costruttori (troppi) che disperdevano in maniera sconcertante gli sforzi, con doppioni-multipli per ogni concorso, progetti che si finivano per somigliare e a cui era difficile negare almeno una commessa: i caccia serie 0, i bombardieri medi veloci, i caccia serie '2', '5', '6', tutti con gli stessi motori e tutti ordinati in un certo numero. Troppa varietà per una nazione come l'Italia che riuscì a produrre solo 10.000 aerei durante la guerra, una frazione di quello che fecero gli altri (Giappone: 66.000, Germania, UK e URSS oltre 100.000, USA quasi 300.000). La Francia uscì presto dal conflitto, ma merita citazione perché anch'essa aveva una panoplia impressionante di nuovi aerei, che si cercava di mettere in servizio per compensare carenze croniche negli organici della sua troppo a lungo trascurata aviazione.

La Germania era la nazione con le armi avanzate più rivoluzionarie e anche per questo ben note, almeno quelle più importanti: caccia a razzo e a reazione, missili teleguidati, siluri autocercanti, sottomarini ad alte prestazioni e via così. Il Giappone aveva pure numerosi progetti avanzati, anche se non tanto quanto i Tedeschi.

Per le armi terrestri non vi furono molte novità, eccetto che con i veicoli, specie quelli corazzati: i carri armati dell'inizio guerra, eccetto il T-34 e il KV-1, si dimostrarono irrimediabilmente superati già dopo due-tre anni, anche se ampiamente aggiornati. Gli Inglesi furono forse i più prolifici con una ricca genia di nuovi veicoli, i Tedeschi si accontentarono di Tiger e Panther, tra i migliori, se non i migliori carri della II GM. I Sovietici introdussero in linea il JS-2, gli americani un'intera genia come i carri M4 Sherman, ma anche M3, M22, M24, M26.

La 'Yamato' era la corazzata più grande del mondo, ma concettualmente era solo uno sviluppo estremo di quanto già affermatosi nel settore delle corazzate: corazze avanzate, armi monocalibro e turbine a vapore

I mezzi navali ebbero tutto sommato una ridotta evoluzione, a parte progetti di navi di scorta perfezionate, mentre fu importante lo sviluppo logico di molte navi prebelliche, portaerei, corazzate, incrociatori, navi di scorta, sottomarini. Nulla di rivoluzionario, a parte l'introduzione di sottomarini ad alte prestazioni (in particolare, i Classe Type XXI tedeschi) e le grandi dimensioni delle navi da battaglia e portaerei di ultima generazione. Oltre ovviamente all'introduzione sempre più invasiva di batterie di cannoni contraerei leggeri e radar di scoperta, e poi di tiro (che costrinsero ad introdurre alberi e tralicci ben più robusti). L'aviazione navale, per quanto più conservativa di quelle terrestri, introdusse nondimeno apparecchi moderni, spesso di caratteristiche elevate, ma non vi fu il tempo di mettere in servizio aerei con motore jet. Un altro mezzo però comincerà ad affermarsi, proprio dalle navi: l'elicottero, per lunghissimo tempo sperimentato come un gingillo meccanico privo di utilità pratica, ma che con la guerra ebbe la 'spinta' per superare le sue limitazioni e diventare un apparecchio di una qualche utilità. Quando verrà sposato alla turbina a gas (pensata inizialmente per i jets) raggiungerà la maturità.

Per analizzare nel dettaglio tutto questo e altro ancora, -un elenco invero lungo che va dalla mitragliatrice leggera FG42 alle armi nucleari-, ecco quindi questo libro specifico: 'Le armi del Crepuscolo', dedicato ai tanti progetti avanzati, progetti tecnicamente d'avanguardia, ma che ebbero solo una fuggevole partecipazione bellica o non ne ebbero affatto, vittime delle circostanze, delle bombe (è il caso degli MC.206, per dire un esempio), della fine delle ostilità. I progetti Alleati furono spesso destinati a formare la spina dorsale di quanto venne messo in campo da eserciti, aviazioni e marine nel dopoguerra, e alle volte sono giunti fino ai nostri giorni (basti pensare ai carri Centurion e agli addestratori T-33, nati come P-80 da caccia).

La più famosa delle armi 'Del Crepuscolo' tedesche, la V-2. Con l'esperienza di quest'ordigno bellico partì la corsa allo spazio

Per i progetti dell'Asse, invece, vi fu talvolta l'interesse (è il caso dei jet, missili, sottomarini), ma solo quando si trattò di macchine di nuova concezione; per le altre, spesso epigoni di una lunga linea evolutiva, ma rimaste legate a concetti più tradizionali, vi fu invece l'oblio. Alle volte, tutto quello che si sa di esse è legato a qualche fotografia sbiadita e documentazioni sopravvissute a decenni di incuria e di abbandono.

In definitiva, visto che le armi Tedesche sono quelle più note e con la maggiore pubblicistica, ho ritenuto di dare spazio soprattutto a quelle delle altre nazioni belligeranti, spesso meno avanzate e rivoluzionarie, ma nondimeno molto interessanti e soprattutto poco note, in molti casi sconosciute fino a soltanto pochi anni addietro.

Ogni nazione avrà la sua pagina, e in ognuna vi sarà posto per i settori specifici: navali, aerei, terrestri e anche altri 'extra' come i radar. Una sfida notevole per cercare le tracce di quello che gli uomini di 60 anni fa concepirono per accrescere il potenziale bellico delle loro nazioni, impegnate allo spasimo a vincere una guerra che lasciò vittime e distruzioni mai viste prima, ma anche lanciò il mondo verso una nuova era. Nel bene e nel male, gli aerei a turbina, l'elicottero, il radar, la televisione, i calcolatori, lo spazio, l'energia nucleare e tante altre cose che adesso, nelle loro 'edizioni' evolute, fanno parte del nostro vivere quotidiano.


Indice: