Disturbi mentali/Disturbi dello spettro schizofrenico/Storia del concetto

Indice del libro

Storia del concetto

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Il nome le venne attribuito dallo psichiatra Bleuler nel 1911… Precedentemente Kraepelin aveva descritto questa patologia con il nome di dementia praecox.

Kraepelin

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considerava la dementia praecox un’affezione cerebrale che danneggiava in particolare la volontà.

Bleuler

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invece dette importanza alla dissociazione della vita psichica che perde la propria unità frammentandosi in diverse componenti. Si assiste cioè alla mancanza di coordinazione fra le varie funzioni (intelligenza, affettività, volontà, …). Secondo lui i sintomi primari sono rappresentati dalle cosiddette “4 A di Bleuler”: Ambivalenza Autismo Anaffettività Associazioni di idee disturbate; mentre i sintomi secondari sono il risultato del modo in cui il processo psicotico viene vissuto dal soggetto.

Jaspers

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invece mette l’esperienza del soggetto schizofrenico oltre le possibilità di immedesimazione, ritenendola pertanto non comprensibile (il vissuto non rappresenta lo sviluppo di una personalità, ma è solo un processo nuovo paragonabile a una specie di cancro psichico).

Schneider

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per poter diagnosticare la schizofrenia, propose quelli che chiamò

SINTOMI DI PRIMO RANGO

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  • eco, sonorizzazione del pensiero allucinazioni
  • voci dialoganti, sottoforma di discorsi, rivolti al soggetto in terza persona uditive
  • voci che commentano le azioni del soggetto
  • kk
  • esperienze di influenzamento somatico sintomi che
  • furto del pensiero esprimono in modo
  • inserzione del pensiero ( i pensieri degli altri si intersecano con i propri) tipico la profonda
  • diffusione del pensiero (i propri pensieri sono percepibili dagli altri) alterazione del
  • esperienze di Gematch (le esperienze sono vissute come imposte dall’esterno) rapporto tra
  • senso di imposizione del sentimento mondo e persona
  • imposizione degli impulsi e degli atti, non riconosciuti come volontari
  • percezione delirante

propose una distinzione tra 2 forme di schizofrenia:

  • tipo 1: caratterizzata dal decorso più acuto e buona risposta ai neurolettici
  • tipo 2: caratterizzata da impoverimento, scarsa risposta ai trattamenti con fenotiazine, allargamento dei ventricoli cerebrali.

Andrearsen

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ha invece insistito su sintomi positivi (dovuti a eccesso funzionale per mancata inibizione) sintomi negativi (dovuti alla riduzione di alcune capacità e delle relative funzioni)