Disturbi mentali/Disturbi dello spettro schizofrenico/La schizofrenia/Terapia e riabilitazione

Indice del libro

Nella fase acuta l’ospedalizzazione è necessaria, ma nella maggior parte dei casi si interviene con terapia ambulatoriale o condotta in strutture come il centro diurno.

Chi si ammala può aver non bisogno di assistenza continua, ma di cure.

Nella fase di stato la terapia farmacologica dovrebbe essere continua… Oggi i nuovi neurolettici (clozapina, risperidone, olanzapina) vengono considerati la prima opzione terapeutica perché sono i più tollerati e dotati di azione positiva anche sulle funzioni cognitive.

La legislazione attuale che ha abolito l’ospedale psichiatrico indica le strutture terapeutiche e di riabilitazione:

ospedale diurno
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struttura che non prevede il ricovero ma dove il paziente può essere visto quotidianamente e monitorato dal punto di vista terapeutico permettendo così di valutare nel paziente gli effetti del trattamento. È un buon modo di fare terapia perché il paziente rimane all’interno del proprio contesto naturale.

Comunità terapeutica
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struttura a carattere residenziale con funzione riabilitativa psico-sociale che crea un piccolo microsistema protetto che possa in qualche modo servire per il seguente inserimento nella società vera e propria dei degenti.

Residenze protette
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sono anche queste strutture di tipo residenziale con finalità riabilitativa psico-sociale, ma vengono utilizzate prevalentemente da persone con disturbi psicotici cronici.

I laboratori protetti
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all’interno dei quali i degenti divisi in piccoli gruppi e seguiti da operatori qualificati, sono impegnati in attività artigianali e pratiche, in modo da allenarli per il loro futuro reinserimento all’interno della società.

Spesso queste strutture sono carenti e il maggior carico grava sulle spalle dei familiari. Il paziente che spesso non ha nessuna coscienza di essere malato può tentare di sottrarsi a ogni intervento (al di fuori della fase acuta non è né più aggressivo né più pericoloso dei soggetti normali).

la terapia farmacologica
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è importante stabilire quali sintomi si vuol correggere e in base a questo si sceglierà un dato farmaco antipsicotico (il più tollerabile). In Italia sono molto usati antipsicotici come Serenase, Psicoben, Melleril e, per pazienti che rispondono poco o non rispondono affatto agli antipsicotici tradizionali, i neurolettici come Risperdal, Leponex, Zyprexa e Serdolect (che hanno scarsissimi effetti collaterali a livello motorio e in più migliorano alcune funzioni della memoria e dell’attenzione facilitando il reinserimento dei pazienti).

Eventuali effetti indesiderati
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tremori, rigidità, rallentamento, una sgradevole sensazione di irrequietezza interna detta acatisia e delle contrazioni involontarie che affliggono il 40-60% dei soggetti sin dall’inizio della cura.