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L'economia dell'Ungheria ha subito una notevole trasformazione dopo il crollo del Comecon e conseguentemente dell'industria sovietica, avvenuto intorno al 1990. Da allora una serie di riforme e liberalizzazioni, nonché la privatizzazione di alcune aziende dello stato, hanno consentito l'instaurarsi di una economia di mercato e favorito l'arrivo di capitali esteri. Tuttavia queste trasformazioni hanno avuto un pesante impatto sulla situazione sociale del paese, infatti il PIL tra il 1985 ed il 1994 è calato dello 0,5%, ed in quegli anni si è avuto anche un aumento dell'inflazione e della disoccupazione. Dopo il 1994 il PIL ha ricominciato a salire e dal 1996 al 2000 è aumentato in media del 4% all'anno, con aumento anche del PIL pro capite che è arrivato al valore di 4.760 dollari nel 2000.

Settore primario

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Allevamento e agricoltura

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Attualmente l'agricoltura riveste un ruolo secondario nell'economia ungherese anche se i terreni coltivabili coprono oltre il 50% del territorio. Questo è dovuto al mancato completamento della bonifica delle zone paludose dell'Ovest e la scarsa irrigazione delle zone secche della puszta dell'Est che impediscono il pieno sfruttamento del territorio. I dati ufficiali del 2003 dicono che l’agricoltura contribuisce al PIL nazionale con il 3,3% e occupa il 5% (2005) della forza lavoro.

Le principali colture in crescita sono quelle del frumento e del girasole, mentre quella del mais è stabile, in calo le colture di patate e vino. Rimane elevata la produzione del vino Tokaj che viene esportato. Una coltura tradizionale del paese è quella dal peperoncino rosso da cui si ricava la paprica. Altre colture diffuse sono l'orzo, la barbabietola da zucchero e la segale.

L'allevamento, fino ad alcune decine di anni fa praticato in modo estensivo nella puszta, si è ora industrializzato soprattutto nelle regioni occidentali ove vengono allevati bovini, suini, ovini e volatili da cortile. La produzione dei derivati dell'allevamento, carne, latte, burro, formaggio e uova, oltre a soddisfare le esigenze nazionali, costituiscono una importante voce di esportazione. Tipico è l'allevamento dei cavalli allo stato brado praticato ancora nella puszta. Famoso è il Noniusz di Mezohegyes, razza risalente al 1810 e divenuta ormai piuttosto rara.

Risorse minerarie

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Le risorse minerarie dell'Ungheria sono piuttosto scarse. L'unica presenza importante è quella della bauxite da cui viene estratto l'alluminio di cui l'Ungheria è uno dei maggiori produttori mondiali. Le miniere più importanti di bauxite si trovano sui monti Vértes e sui monti Bakony. Presenti giacimenti di Uranio sui monti Mecsek presso Pécs.

Sono presenti discrete quantita di minerali energetici quali lignite e carbone fossile nel Bacino di Pécs. Nella zona sud occidentale di Nagylengyel viene estratto il petrolio che tuttavia è insufficiente ai bisogni nazionali. Modesta l'estrazione di gas naturale. La produzione di energia elettrica avviene per due terzi tramite centrali termoelettriche (principalmente alimentate con carbone fossile), e per un terzo tramite centrali nucleari. Un'importante centrale nucleare si trova a Páks, nella regione di Tolna.

Industria

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L’industria ungherese impegna circa il 52% della forza lavoro (dati 2005) e contribuisce per circa il 31% (dati 2003) alla formazione del PIL. Tutto il settore industriale ungherese ha subito una notevole trasformazione a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. La trasformazione si è indirizzata verso la produzione di base che si è aggiunta alla produzione tradizionali del settore alimentare e tessile. Si sono quindi sviluppate l'industria metallurgica dell'alluminio (di importanza internazionale), la siderurgia, la produzione di cemento, e l'industria meccanica pesante.

L'industria alimentare conserva ancora una notevole importanza. I settori più importanti sono quello della produzione di farina, zucchero e olio. Rinomata è anche l'industria conserviera con la produzione di carni insaccate. Di rilievo anche la produzione della birra e la manifattura di tabacchi.

L'industria tessile ha una presenza storica in Ungheria ed è diffusa nel paese. Le lavorazioni di maggiore pregio sono quelle del cotone e della lana, maggiormente presenti intorno a Budapest. Negli ultimi anni si è sviluppata anche la lavorazione delle fibre tessili artificiali e sintetiche.

L'industria pesante, concentrata soprattutto intorno a Budapest, ma presente anche a Győr e a Miskolc, produce soprattutto trattori, locomotori, autobus, motori diesel e macchine utensili. In questi ultimi anni, grazie soprattutto a collaborazioni e joint ventures con aziende occidentali, si sono sviluppati dei settori nuovi quali quello chimico, elettronico, elettrotecnico, informatico e delle telecomunicazioni.

In particolare il settore chimico ha conosciuto un notevole sviluppo, diventando un settore di punta dell'economia del paese. Le produzioni più significative sono quelle dei fertilizzanti azotati, resine, materie plastiche, prodotti farmaceutici e fotochimici. In notevole sviluppo anche l'industria della raffinazione del petrolio che è in grado di provvedere sia alla lavorazione del petrolio estratto in Ungheria che di quello russo proveniente dall'Oleodotto dell'Amicizia. La più importante raffineria si trova a Százhalombatta, a sud ovest di Budapest. Infine meritano una citazione la produzione di cristalli e di ceramiche artistiche famosi in tutto il mondo.

Turismo

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Abbazia di Belapatfalva

Con l'apertura delle frontiere dell'est europeo successiva agli eventi politici degli anni 1990, il settore del turismo ha conosciuto una notevole espansione. Molteplici sono le attrattive turistiche ungheresi, una capitale ricca di musei e di bellissimi palazzi, il fascino del paesaggio danubiano pieno di castelli, innumerevoli borghi medioevali, le bellezze del lago Balaton.

Commercio

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Attualmente il commercio dell'Ungheria si svolge in misura di circa il 60% con i paesi della Unione europea, anche se i paesi dell'ex Comecon mantengono una quota significativa. Il principale partner è la Germania, seguita dalla Russia, dall'Austria, dall'Italia, dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia.

Prima dell'adesione alla Unione europea avvenuto nel 2004, l'Ungheria aveva dato vita nel 1991, al cosiddetto Gruppo di Visegrád. Una sorta di accordo di libero scambio fra i paesi ex comunisti di Cecoslovacchia (poi scissasi in Repubblica Ceca e Slovacchia), Ungheria e Polonia. Le esportazioni riguardano prevalentemente prodotti agricoli e industriali: macchinari, veicoli, attrezzature per i trasporti, prodotti chimici tessili e metallurgici, prodotti agricoli, zootecnici e vino.

Le importazioni riguardano: combustibili, materie prime, macchinari per specifiche industrie, forniture per l’industria dei trasporti, beni di consumo e prodotti chimici. La bilancia commerciale è in passivo dal 1991. Nel 2003 il valore totale delle esportazioni è stato di 42.309 milioni di $ USA, contro un volume di importazioni di 46.394 milioni di dollari americani.