Rivelazione e Cabala/Joseph Karo

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Joseph Karo e la Rivelazione delle Potenze Divine Femminili

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Cordovero era, senza dubbio, un grande cabalista. La sua audace attribuzione allo Zohar – e in un certo senso alla Cabala in generale – della necessità di contribuire a una potenza divina femminile non è del tutto inaspettata. Riflette molti inizi più modesti ma, come ho detto, ciò che è più interessante è l'emergere di un culto della Shekhinah che si trova raramente in modo esplicito nelle precedenti fonti cabalistiche. Questo culto dovrebbe essere inteso come parte dell'enfasi posta sull'accoppiamento di potenze maschili e femminili, e di visioni diteistiche le cui origini sono molto precedenti nei testi ebraici. Inoltre, lo stesso Cordovero elabora una precedente visione cabalistica che presume ci fosse una situazione di uguaglianza tra gli elementi maschili e femminili nel sistema sefirotico.[1]

Questo culto assume diverse forme, la più diffusa delle quali sostiene che la potenza divina femminile – Shekhinah, Malkhut, ʾAtarah, Knesset Yisrael – dovrebbe essere unita alla potenza divina maschile, Tiferet.[2] Inoltre, la già citata famosa storia zoarica sulla bella fanciulla attribuisce ad una potenza femminile un ruolo fondamentale nell'iniziare lo studio di questa tradizione esoterica da parte del cabalista maschio.

Passo ora a un altro importante esempio safediano di stretta relazione tra una potenza femminile e questioni cabalistiche. Nel caso delle rivelazioni ricevute dall'eminente figura giuridica Rabbi Joseph ben Ephraim Karo (1488-1575), le entità femminili – conosciute fondamentalmente come la "madre ammonitrice", la Matronita o la Mishnah – sono i fattori dominanti nella sua vita spirituale, come apprendiamo dal suo diario intitolato Maggid Meisharim (מגיד מישרים, "Predicatore di Giustizia"). Tutte queste entità sono designate da termini grammaticalmente femminili e percepiti concettualmente come tali. In tali rivelazioni, esprimono un grande desiderio della potenza che si riveli, cioè che Karo concentri continuamente il suo pensiero su entità femminili come Torah, Mishnah o Shekhinah, e riflettono la necessità di concentrarsi su questi valori.[3] Quindi, per esempio, leggiamo in un caso: "In verità io sono la Mishnah che parla dalla tua bocca, io sono la madre che ammonisce i suoi figli, io ti abbraccio e tu devi unirti a me sempre, in modo che il mio splendore sia su di te e il tuo splendore su di me."[4]

Sulla scia della storia zoharica della bella fanciulla, altrove la potenza femminile si rivela a Karo e gli insegna la Cabala.[5] Tale è anche il caso della rivelazione che Karo ebbe durante le due notti nella festa di Shavu’ot del 1534, che trascorse a Nicopoli nella parte greca dell'Impero Ottomano. Questa rivelazione può essere descritta come il fondamento (sebbene certamente non l'effettiva creazione) del rituale di Tiqqun Leil Shavu’ot – l'Emendamento della Notte di Shavu’ot – come riportato dal suo caro amico e cabalista Rabbi Solomon ha-Levi Alqabetz, nella sua importante epistola che descrive questo evento mistico.[6] In alcuni casi la potenza rivelatrice è descritta come Maggid, sebbene in un altro caso sia la Shekhinah a essere descritta che parli per bocca di Karo.

In che misura un simile approccio alla rivelazione, sia in pubblico che in privato, non abbia disturbato le autorità ebraiche, lo apprendiamo da un documento interessante. In un testo trovato sull'approvazione da parte del Rabbinato di Gerusalemme della pubblicazione del Maggid Meisharim di Karo si riporta:

« "And the Lord was with Joseph, [namely Joseph Karo] and he was a prosperous man"[7] reading and studying the six orders of the Mishnah, so that the spirit of the Lord moved within him, and he heard the voice speaking through the [the means of] the Mishnah itself... "But thou, blessed of the Lord, hast helped me and comforted me by the melody of your voice with which you recite and study the Mishnah."[8] »

Né qui, né in nessun altro caso, Karo menziona di aver avuto un insegnante umano in questioni di Cabala. In generale, sono propenso a sottolineare il ruolo svolto dalle potenze femminili che parlarono tramite la voce di R. Joseph Karo, e a ridurre al minimo il possibile ruolo in quelle rivelazioni della categoria denominata Maggid, una potenza implicitamente maschile, sebbene un tale tipo di rivelazione sia stata attribuita a Karo da altri cabalisti. Sembra che la mia ipotesi sia incoraggiata da ulteriori analisi, che non possono essere fatte qui, per cui assistiamo a un'altra figura importante in Safed che ebbe ad attribuire un ruolo centrale alle potenze femminili nella rivelazione di segreti: Joseph Karo, appunto. Come abbiamo visto nella sezione precedente, per Cordovero la potenza femminile divina ha bisogno dell'attività dei Cabalisti, e anche dei loro corpi purificati, per riposarvi; ma con Karo la situazione è alquanto diversa. La Shekhinah richiede infatti la totale dedizione del cabalista attraverso la concentrazione della sua attenzione su di Lei, ma ha comunque bisogno della bocca di Karo per rivelare i Suoi messaggi. Ciò che è evidente anche qui è il ruolo svolto dalla tecnica nell'indurre una rivelazione. Con la recitazione di alcuni brevi passaggi di un testo legale, la Mishnah, Karo induce la parola della potenza femminile ad incanalarsi attraverso la sua voce.[9]

  Per approfondire, vedi Serie misticismo ebraico e Serie maimonidea.
  1. Si veda Idel, Kabbalah & Eros, 25–32, 63–65 e relative note, nonché Idel, "Androgyny", 35–36.
  2. Si veda Idel, Kabbalah & Eros, 104–152. Per una differente interpretazione di questa materia, si vedano i numerosi studi di Wolfson, specialmente il suo Circle in the Square. Per un altro approccio cfr. Abrams, The Female Body of God.
  3. Si veda Werblowsky, Joseph Karo, 148–167.
  4. Sefer Maggid Meisharim, (Petah̠ Tiqwah, 1990), 211. Va sottolineato che qui non abbiamo solo una visione ipostatica della potenza femminile, ma anche una descrizione sessualizzata dell'incontro tra il cabalista e la fonte della rivelazione.
  5. Ibidem, 316, 319.
  6. Si veda Elior, "R. Joseph Karo".
  7. Genesi 39:2.
  8. Tradotto da Werblowsky, Joseph Karo, 18–19. Cfr. anche ibidem, 109, 111, 267.
  9. Si veda ibidem, 18–19, 257–286; Fine, "Recitation of Mishnah", 183–199; Elior, "R. Joseph Karo", 678–680, 692–693. Cfr. anche Idel, Enchanted Chains, 167–168.