Indice del libro

La pronuncia norvegese, come quella di molte lingue dello stesso ceppo, conserva alcune caratteristiche arcaiche. In norvegese esistono dei suoni che non sempre corrispondono a quelli delle lettere dell'alfabeto italiano. Ad esempio, la lettera C, che qui in Italia si pronuncia come una C dolce, in Norvegia è interpretata come [se]. Altre caratteristiche della lingua norvegese sono riportate di seguito.

  • La "D" non si pronuncia se posta dopo la "N". Ad esempio "et land" si pronuncia [et lan'].
  • "Kj", "ki" e "ki" vengono pronunciate [ç] (come nella parola tedesca "ich")
  • "Skj", "sj" e "sk+i/y/ø/øy" si pronunciano con la alveopalatale fricativa come nella parola italiana "*sci*enza".
  • "Ng" è pronunciata con la velare nasale che non prevede il suono accentuato della [g].
  • Inoltre la "g" è muta quando è succeduta dalla "j" (es.: gjerne ['jèяnə]).
  • Le vocali a volte possono avere un suono lungo, come ad esempio in pike (ragazza), che in teoria si pronuncerebbe [piike]. Per indicare la pronuncia raddoppiata della vocale, la parola pike si scriverà [pi . ke]. La vocale norvegese è solitamente breve davanti a due consonanti, però davanti ai digrammi rl, rn, rs, rd e rt diventa lunga, e di conseguenza la r è semimuta.
  • L'accento cade in linea di massima sulla prima sillaba; sulla seconda generalmente cade nelle parole che iniziano con i prefissi be- e for-: betaling (pagamento) è pronunciato [be'taling], forklare (spiegare) è pronunciato [for'klare]. L'accento cade sull'ultima sillaba nella maggior parte dei vocaboli di importazione straniera: student (studente) si pronuncia [stü'dent]. Nel caso di parole composte, vi sono più accenti tonici: innførselstoll (dazio) si pronuncia [inn'försels'toll].