Grammatica contestuale/Introduzione

Indice del libro

Fra le caratteristiche comuni agli uomini di tutte le regioni della Terra, troviamo l'uso della lingua e del linguaggio come strumento di comunicazione. La lingua parlata, il linguaggio o "parole", è presente ovunque, mentre la lingua scritta, è codificata e attestata solo in certi tipi e stadi di cultura.

Con la nascita dell'alfabeto, o comunque di qualche sistema di scrittura che inizialmente dobbiamo immaginare quale un sistema di segni che imitassero e raffigurassero oggetti o metafore di concetti e idee, ha inizio quella che si chiama ordinariamente epoca letteraria o storica, e che ricopre una fase sensibilmente breve della permanenza dell'uomo sulla terra.

Va osservato anche che ogni animale, ogni ente dell'universo ha un suo modo di parlare, un suo linguaggio e forse addirittura un suo limitato alfabeto, ma l'uomo può a volte ignorare queste silenziose espressioni di linguaggi lontani, che si fanno suoni veri e propri, come quelli degli animali. Il silenzio, il buio, la luce, l'erba, ogni cosa insomma, ha la sua voce, il suo linguaggio.

Gli animali hanno un sistema di comunicazione efficace, vario ed unico per tutti gli individui di qualsiasi contrada e paese della Terra. In pratica hanno realizzato da sempre un vecchio sogno dell'uomo, quello della unificazione dei codici linguistici e del superamento della differenziazione linguistica.

Quando l’uomo fu creato, immagina Dante, un grande poeta ma soprattutto un grande linguista, in quel preciso momento con un grido in cui fuse significato e significante, come fanno i neonati quando nascono, riuscì ad esprimere in effetti la sua prima parola.[senza fonte]

Unire un significato astratto, come la riconoscenza, ad un suono foneticamente articolato, il significante, arbitrariamente espresso, volontariamente e intenzionalmente formulato, volle dire creare l'elemento minimo complesso della lingua parlata, la parola. Questo si ripete sempre, ogni volta che un essere, anche se fosse cieco e muto, emetterà un segno a cui attribuirà un senso e un significato.

Nella mitologia greca, la dea Mnemosyne (in italiano, memoria) e le sue figlie, le Muse, sono esse stesse alfabeto, poesia e oceano di idee, conoscenze e segni, che poi questi siano scritti o disegnati, è cosa probabilmente di un qualche interesse solo contingente, perciò è come se significante e significato non esistessero l'uno senza l'altro.

Successivamente all'atto primigenio e archetipico del parlare, che si pone in un tempo molto remoto e che quindi è quasi scoperto e creato da ogni parlante quando inizi ad usare il linguaggio, una volta formato un insieme cospicuo di parole d'ogni tipo, è stato necessario formare un determinato lessico, una qualche sintassi e grammatica.

Tutto questo solo da poche migliaia di anni si è trasformato in codice linguistico normativo e lessicale, in testi scritti in varie forme, in vocabolari, grammatiche e sintassi, in biblioteche e da poco in altri sistemi di scrittura digitale e computerizzata. Le moderne intuizioni di Ferdinand de Saussure e Noam Chomsky, comunque, attuali e geniali, non sono "di più" delle intuizioni che ebbero Platone e Dante, l'uno schiavo e l'altro esule, semplicemente sono frutto della stessa libertà di mente e della stessa intelligenza, che ci hanno permesso di sviluppare un metodo di comunicazione più "complesso" rispetto a quello degli animali.