Gallerie di piazza Scala/I
Il genio di Canova nei bassorilievi Rezzonico. Tra epica omerica ed etica socratica, tra virtù cristiane e filantropia illuminata (Sale 1, 2, 3 e 4)
Sono presenti 13 gessi di w:Antonio Canova, che rappresentano una delle serie più complete di bassorilievi realizzate dal grande scultore.
I bassorilievi rappresentanti figure allegoriche, scene ispirate all'Iliade, all'Odissea e al Fedone e a due opere di misericordia - conservato presso il Centro Congressi della Fondazione; i bassorilievi furono realizzati da Canova e donati negli anni tra il 1793 e il 1795 al senatore di Roma Abbondio Rezzonico, che era stato committente di Canova per il monumento commemorativo di papa Clemente XIII [1], suo zio, collocato all’interno della basilica vaticana e inaugurato proprio nel 1792, a ormai ventitré anni dalla morte del Pontefice. Qualche tempo prima, nel 1781, lo scultore veneto scolpì per Abbondio Rezzonico l’Apollo che si incorona [2] attualmente conservato al w:Getty MuseumGetty Museum di Los Angeles. Evidentemente i rapporti tra il patrizio e Canova dovevano essere molto stretti, anche in considerazione delle comuni origini venete: frequentatore dell’ambiente artistico romano, Rezzonico si segnala come committente sia di Piranesi che di Pompeo Batoni, che lo immortala nel ritratto conservato al Museo di Bassano del Grappa. Proprio nella grande villa della cittadina veneta furono collocati i bassorilievi, ad arredare una “sala canoviana”, testimoniata dalle fonti ottocentesche, simile a quelle presenti in altre dimore patrizie sia in Veneto (Zulian, Renier, Falier, Albrizi, Barisan, Cappello) che a Roma (Villa Lante e Villa Torlonia). Si evince che nel corso della sua attività, Canova produsse a più riprese serie di bassorilievi, a volte diversi per soggetto, in base alla richiesta di collezionisti aggiornati rispetto agli orientamenti artistici dell’epoca. La serie più completa dei gessi, mai tradotti in marmo, è conservata nella gipsoteca di Possagno, un’altra molto vicina alla nostra si trova al Museo Correr di Venezia.
La tecnica di realizzazione utilizzata è quella della “forma persa”, grazie alla quale da un calco, derivato dai vari prototipi, è possibile ricavare un unico esemplare: ciò permette all’artista di poter intervenire sul gesso, conferendo ad esso un connotato di unicità; sappiamo che Canova era solito rimarcare questo valore di originalità, anche per giustificare i costi di realizzazione: in realtà egli utilizzava dei validi assistenti, come Vincenzo Malpieri, ai quali di veniva delegata l’operazione.
Sempre la volontà di promuovere la propria attività spinse Canova, su sollecitazione di intellettuali dell’epoca come Pietro Giordani e Francesco Leopoldo Cicognara, a far riprodurre in incisione le sue opere al fine divulgare la conoscenza della sua produzione con un mezzo economico e di facile divulgazione. La raccolta di stampe edita nel 1817 dal libraio romano Pier Luigi Scheri, dedicata “Agli Amatori e cultori delle Belle Arti” ne costituisce uno fra gli esempi più significativi. All’impresa lo scultore chiamerà alcuni importanti artisti allora attivi a Roma: come Vincenzo Camuccini, Raffaello Morghen, Jean-Baptiste Wicar, Tommaso Minardi, Francesco Hayez.
Tra le opere incise rientra gran parte dei gessi, con l’eccezione delle tre Allegorie legate al progetto per la tomba di Clemente XIII.
Alcuni scritti dell’antiquario romano Giovanni Gherardo de’ Rossi documentano la vicenda dei gessi Rezzonico: nel 1793 furono consegnate la Speranza e la Carità, calchi delle figure scolpite sul sarcofago di Clemente XIII. Allo stesso anno vanno datate Briseide consegnata agli araldi, la Morte di Priamo, Socrate che beve la cicuta; nel 1794 Socrate congeda la famiglia, la Danza di figli di Alcinoo, il Ritorno di Telemaco e la Giustizia, di fatto il pezzo più interessante del gruppo: costituisce infatti lo studio originale dell’artista, assente quindi nelle altre serie, per una figura che non compare nella realizzazione finale del monumento funebre, condotto a termine tra il 1784 e il 1792. Infine nel 1795 giunsero a Bassano Critone che chiude gli occhi a Socrate ed Ecuba che offre il peplo a Pallade. Al medesimo anno dovrebbero essere datati Dar da mangiare agli affamati e Insegnare agli ignoranti, forse nati per volontà del Rezzonico che li pose in una scuola per l’educazione dei bambini, sorta nell’ambito della villa.
Con ogni probabilità, fatta eccezione per le due opere di misericordia, l’ideazione dei prototipi risale però a qualche anno prima, come risulta nella Biografia conservata a Bassano: essi furono realizzati congiuntamente al monumento funebre di Clemente XIII, in un lasso di tempo che partendo dal 1783 arriva al 1792. La tecnica del bassorilievo in gesso permette a Canova di sperimentare un nuovo linguaggio, pienamente neoclassico, libero perciò da elementi ornamentali e da rigorose regole prospettiche. In queste opere è possibile riconoscere il tentativo da parte dell’artista di adeguarsi ai moderni canoni letterari, con uno stile asciutto e drammatico fino all’espressionismo.
I bassorilievi restarono a Bassano fino al 1837, quando furono venduti al collezionista Antonio Piazza, che li collocò a Padova nel palazzo che fu successivamente acquistato dai conti di San Bonifacio. Di lì passarono nel 1984 in eredità in una residenza nella pianura veronese per essere acquistati dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde nel 1991.
Virtù cardinali e teologali
Si tratta di tre gessi rappresentanti le virtù teologali della Speranza e Giustizia e quella cardinale della Carità.
- 1*
La Speranza
- English: Hope
- Data 1792
- materiale gesso
- Numero d'inventario BD00131AFC
Si tratta del calco della figura scolpita in occasione della realizzazione del sarcofago di Clemente XIII.
La Speranza è rappresentata di profilo con le sembianze di una giovane donna che è seduta su un blocco con le figure dell'ancora e del serto floreale. La speranza indossa un peplo molto ampio e un velo.
- 2*
La Carità
- English: Charity
- Data 1792
- materiale gesso
- Dimensioni Altezza: 122 cm. Larghezza: 135 cm.
- Numero d'inventario BD00130AFC
Anche l'allegoria della carità è un calco della figura scolpita sul sarcofago di Clemente XIII.
+3* La Giustizia
- English: Justice
- Data 1792
- materiale gesso
- Dimensioni Altezza: 129 cm. Larghezza: 129 cm.
- Numero d'inventario BD00129AFC
Anche l'Allegoria della Giustizia costituisce un calco della figura scolpita in occasione della realizzazione del sarcofago di Clemente XIII
- 4*
Briseide consegnata da Achille agli araldi di Agamennone, 1787-1790
- Data tra il 1787 e il 1790
- materiale gesso
- Dimensioni Altezza: 112 cm. Larghezza: 213 cm.
È una delle scene dedicate a raccontare episodi dell’epica classica: Canova fu particolarmente influenzato dalle traduzioni omeriche di Cesarotti. Come avviene anche per le scene che raccontano la Morte di Socrate, l’artista rinuncia di fatto alla narrazione, eliminando di fatto qualsiasi elemento ornamentale, dedicandosi esclusivamente alla resa asciutta dell’accadimento. In questo modo egli intende riprodurre lo spirito classico da cui Canova fa derivare la sua arte. L’episodio derivato dal primo canto dell’Iliade raffigura l’addio da Achille alla schiava Briseide, allontanata dall’eroe per decisione di Agamennone. A causa di questa decisione Achille abbandonerà l’accampamento greco sotto le mura di Troia.
Il bassorilievo è stato riprodotto in incisione da Tommaso Piroli incisore, Vincenzo Camuccini disegnatore, tecnica rame battuto, inciso all’acquaforte con ritocchi a bulino, mm 240x423.
- 5*
Ecuba e le donne troiane offrono il peplo a Pallade
- English: Hecuba Offering the Robe to Pallas
- Data tra il 1790 e il 1792
- materiale gesso
- Dimensioni Altezza: 125 cm. Larghezza: 278 cm.
- Descrizione
È una delle scene dedicate a raccontare episodi dell’epica classica: Canova fu particolarmente influenzato dalle traduzioni omeriche di Cesarotti. Come avviene anche per le scene che raccontano la Morte di Socrate, l’artista rinuncia di fatto alla narrazione, eliminando di fatto qualsiasi elemento ornamentale, dedicandosi esclusivamente alla resa asciutta dell’accadimento. In questo modo egli intende riprodurre lo spirito classico da cui Canova fa derivare la sua arte. L’episodio derivato dal sesto canto dell’Iliade raffigura la regina di Troia Ecuba che offre un peplo al simulacro di Pallade nella speranza di ingraziarsi la dea. La lunga teoria di donne velate, che occupa di fatto tutta la scena, costituisce una fra le massime espressioni nel gruppo di gessi di Canova. Interessante la raffigurazione della fanciulla inginocchiata in primo piano, le cui fattezze paiono prefigurare un gusto pienamente romantico.
Il bassorilievo è stato riprodotto in incisione da Pietro Fontana incisore, Silvano Bossi disegnatore, tecnica rame battuto, inciso all’acquaforte con ritocchi, mm 307x572.
- 6*
Morte di Priamo
- English: The Death of Priam
- Data tra il 1787 e il 1790
- materiale gesso
- Dimensioni Altezza: 142 cm. Larghezza: 280 cm.
Descrizione
È una delle scene dedicate a raccontare episodi dell’epica classica: Canova fu particolarmente influenzato dalle traduzioni omeriche di Cesarotti; questo episodio, l’unico tratto dall’Eneide, si ricollega comunque alle vicende narrate da Omero nell’Iliade. L’artista rinuncia di fatto alla narrazione, eliminando di fatto qualsiasi elemento ornamentale, dedicandosi esclusivamente alla resa asciutta dell’accadimento. In questo modo egli intende riprodurre lo spirito classico da cui Canova fa derivare la sua arte. Emerge in questo caso il tono drammatico, fatto di gesti carichi: tra le altre figure, notiamo la donna che esce dal fondo in un sottile stiacchiato, dalle braccia aperte al cielo e la testa buttata all’indietro: desunta senza dubbio dalle immagini delle dolenti di tanti Compianti di Cristo, pare prefigurare nella sua modernità straordinaria gli esiti picassiani di Guernica.
Il bassorilievo è stato riprodotto in incisione da Tommaso Piroli incisore, Vincenzo Camuccini disegnatore, tecnica rame battuto, inciso all’acquaforte, mm 242x460.
7
modificaDanza dei figli di Alcinoo
- English: Dance of the Sons of Alcynous
- Data tra il 1790 e il 1792
- materiale gesso
- Dimensioni Altezza: 141 cm. Larghezza: 281 cm.
Descrizione
È una delle scene dedicate a raccontare episodi dell’epica classica: Canova fu particolarmente influenzato dalle traduzioni omeriche di Cesarotti. L’artista rinuncia di fatto alla narrazione, eliminando di fatto qualsiasi elemento ornamentale, dedicandosi esclusivamente alla resa asciutta dell’accadimento. In questo modo egli intende riprodurre lo spirito classico da cui Canova fa derivare la sua arte. L’episodio derivato dall’ottavo canto dell’Odissea offre allo scultore la possibilità di esprimersi in un soggetto tipicamente neoclassico, la danza, derivato da esempi pompeiani.
Il bassorilievo è stato riprodotto in incisione da Tommaso Piroli incisore, Vincenzo Camuccini disegnatore, tecnica rame battuto, inciso all’acquaforte con ritocchi a bulino, mm 241x440.
8
modificaRitorno di Telemaco a Itaca e incontro con Penelope
- English: Return of Telemachus
- Data tra il 1787 e il 1790
- materiale gesso
- Dimensioni Altezza: 109 cm. Larghezza: 219 cm.
9
modificaSocrate congeda la propria famiglia
- English: Socrates Taking Leave of His Family
- Data tra il 1787 e il 1790
- materiale gesso
- Dimensioni Altezza: 125 cm. Larghezza: 271 cm.
Descrizione
È una delle tre scene dedicate alla morte di Socrate, così come narrata da Platone nel Fedone: Canova trovò negli scritti di Cesarotti l’ispirazione per la realizzazione dei soggetti, che intendevano descrivere una sorta di Via Crucis laica. L’artista non indulge alla narrazione, eliminando di fatto qualsiasi elemento ornamentale, dedicandosi esclusivamente alla resa asciutta dell’accadimento. In questo modo egli intende riprodurre lo spirito classico da cui Canova fa derivare la sua arte.
Il bassorilievo è stato riprodotto in incisione da Tommaso Piroli incisore, Vincenzo Camuccini disegnatore, tecnica rame battuto, inciso all’acquaforte con ritocchi a bulino, mm 240x498.
10
modificaSocrate beve la cicuta
- English: Socrates Drinking Hemlock
- Data tra il 1787 e il 1790
- materiale gesso
- Dimensioni Altezza: 123 cm. Larghezza: 263 cm.
Descrizione
È una delle tre scene dedicate alla morte di Socrate, così come narrata da Platone nel Fedone: Canova trovò negli scritti di Cesarotti l’ispirazione per la realizzazione dei soggetti, che intendevano descrivere una sorta di Via Crucis laica. L’artista non indulge alla narrazione, eliminando di fatto qualsiasi elemento ornamentale, dedicandosi esclusivamente alla resa asciutta dell’accadimento. In questo modo egli intende riprodurre lo spirito classico da cui Canova fa derivare la sua arte.
Il bassorilievo è stato riprodotto in incisione da Tommaso Piroli incisore, Vincenzo Camuccini disegnatore, tecnica rame battuto, inciso all’acquaforte con ritocchi a bulino, mm 228x505.
11
modifica
Critone chiude gli occhi a Socrate
- English: Crito Closing the Eyes of Socrates
- Data tra il 1790 e il 1792
- materiale gesso
- Dimensioni Altezza: 123 cm. Larghezza: 263 cm.
Descrizione
È una delle tre scene dedicate alla morte di Socrate, così come narrata da Platone nel Fedone: Canova trovò negli scritti di Cesarotti l’ispirazione per la realizzazione dei soggetti, che intendevano descrivere una sorta di Via Crucis laica. L’artista non indulge alla narrazione, eliminando di fatto qualsiasi elemento ornamentale, dedicandosi esclusivamente alla resa asciutta dell’accadimento. In questo modo egli intende riprodurre lo spirito classico da cui Canova fa derivare la sua arte.
Il bassorilievo è stato riprodotto in incisione da Pietro Fontana incisore, Joseph Collignon disegnatore, tecnica rame battuto, inciso all’acquaforte con ritocchi a bulino, mm 264x500.
12
modificaDare da mangiare agli affamati
- English: Feed the Hungry
- Data 1795
- materiale gesso
- Dimensioni Altezza: 120 cm. Larghezza: 133 cm.
Descrizione
Con ogni probabilità Canova realizzò i due gessi Dar da mangiare agli affamati ed Insegnare agli ignoranti per Abbondio Rezzonico, che li pose all’interno di uno spazio destinato a scuola da lui voluto per l’educazione dei bambini del popolo.
Nel bassorilievo si evidenzia in particolar modo la figura della donna che, con il figlio in braccio, porge un pane ad una bambina: essa appare un omaggio di Canova a Raffaello.
Il bassorilievo è stato riprodotto in incisione da Antonio Banzo incisore, Giovanni Demin disegnatore, tecnica rame battuto, inciso all’acquaforte con ritocchi a bulino, mm 300x278.
Per la vicenda dei bassorilievi Rezzonico si veda la scheda relativa alla Giustizia.
- 13*
Insegnare agli ignoranti
- English: Teach the Ignorant
- Data 1795
- materiale gesso
- Dimensioni Altezza: 117 cm. Larghezza: 135 cm.
Descrizione
Con ogni probabilità Canova realizzò i due gessi Dar da mangiare agli affamati ed Insegnare agli ignoranti per Abbondio Rezzonico, che li pose all’interno di uno spazio destinato a scuola da lui voluto per l’educazione dei bambini del popolo.
Il bassorilievo testimonia i criteri educativi del tempo: mentre al fanciullo dal ricciolo ribelle si insegna la lettura, le ragazze imparano a filare e tessere. In primo piano una bambina inginocchiata recita il Rosario.
Il bassorilievo è stato riprodotto in incisione da Antonio Banzo incisore, Giovanni Demin disegnatore, tecnica rame battuto, inciso all’acquaforte con ritocchi a bulino, mm 305x284.
Per la vicenda dei bassorilievi Rezzonico si veda la scheda relativa alla Giustizia.