Italiano L2/Articolo indeterminativo e nome
Forti della conoscenza che abbiamo dei numeri e avendo già introdotto l'articolo indeterminativo, passo ora a parlare dell'accordo tra articolo indeterminativo e nome. In genere si preferisce presentare i nomi accompagnati dall'articolo determinativo, ma questo ordine forza alla presentazione di enunciati non molto autentici. È forse più logico, almeno inizialmente, considerare innanzitutto enunciati che presentano elementi di conoscenza nuovi per il ricevente, il nuovo, caratterizzato dalla presenza degli articoli indeterminativi, e solo dopo il dato. Del resto, per quanto quasi sempre intuitivamente colta, la differenza tra determinato e indeterminato non è semplice da spiegare e in certe lingue non è espressa dall'articolo. Inoltre, la prossimità logica e morfologica tra gli articoli indeterminativi un, uno e una al numero uno aiuta a comprendere meglio la sparizione dell'articolo in presenza di quantificatori (Una banana, Tre banane, Ogni banana). È quindi forse più intuitivo e coerente iniziare a nominare oggetti per mezzo dell'articolo indeterminativo, anche a sottolineare il rilievo ancora non precisato che tali oggetti hanno nel contesto classe. Da un punto di vista pragmatico, l'opposizione dato-nuovo è inizialmente più significativa dell'opposizione semantica tra classe ("il gatto è un felino") e membro ("c'è un gatto sul tetto").
È possibile presentare l'articolo indeterminativo come una sorta di variazione morfologica del numero uno (del resto, da un punto di vista storico è così). Quanto a quelle forme del partitivo presentate spesso come plurale dell'articolo indeterminativo, possono essere intese come indicazione di quantità indefinita ("Ho delle banane") e trattate più in là. Al presente, introduco piuttosto un modo agevole di sopperire alla mancanza del plurale dell'indeterminativo, che è l'eliminazione diretta dell'articolo ("Ho banane").
Spiego che il numero uno cambia a seconda del nome che determina. Partirò innanzitutto da alcuni esempi, introducendo anche il dimostrativo questo e l'indefinito altro:
- Ho un telefono.
- Ho una banana.
- Questo è un tavolo. Questo è un altro tavolo.
- Questa è una matita. Questa è un'altra matita.
- Questo è un albero. Questo è un altro albero.
A questo punto, tocca illustrare i casi in cui l'articolo un va sostituito da uno:
- Ho uno zaino. Questo è uno zaino.
- Questo è uno sbadiglio. Questo è un altro sbadiglio.
È importante sottolineare il valore delle diverse forme scritte (l'alternanza di un e uno, l'elisione in una), giustificandole in termini di facilità di pronuncia. Le forme scritte sono la resa grafica di un'esigenza fisiologica: l'elisione della a in una serve a risparmiare tempo, mentre l'aggiunta della o per uno serve a evitare la collisione di troppe consonanti. Può essere utile relativizzare tali scelte alla volontà dei parlanti. Approssimativamente si può dire che gli italofoni nativi non amano le sillabe terminanti in consonante, tranne che per l, n, r (soprattutto in fine di parola): di qui il prevalere in italiano di suoni vocalici.
Schematizzando:
MASCHILE | MASCHILE | FEMMINILE | FEMMINILE |
---|---|---|---|
UN | UNO | UNA | UN' |
Spiego che un e una sono le forme fondamentali dell'articolo indeterminativo al maschile e al femminile, mentre uno e un' rappresentano forme speciali.
- Si aggiunge la o quando un nome maschile comincia con z o con due consonanti (non è così quando la seconda consonante è una l o una r, ma per ora soprassediamo). Non sono poi tanti i nomi con queste caratteristiche e molto spesso si tratta di nomi senza grande importanza pratica (è inutile parlare di gnomi in un avvio di corso). Meglio fermarsi a pochi esempi di qualche utilità, come spillo, sterzo, sbadiglio, sgabello, sbaglio, scambio.
- Un si usa in tutti gli altri casi e anche per i nomi maschili che iniziano per vocale.
- Una si usa per tutti i nomi femminili e tra questi l'elisione avviene solo con nomi che iniziano per vocale.
- In effetti, l'apparire di uno o un' va riferito non solo al nome che segue ma a qualunque parola che segue ed anzi è più spesso con altri elementi che appaiono queste forme variate. Di qui l'importanza dell'uso dell'indefinito altro. Se gli allievi sono in grado di comprendere l'aggettivo strano (tramite l'utilizzo di lingue veicolari), si possono fare esempi come Un libro/Uno strano libro, dove risulta chiara l'esigenza prettamente fonetica che origina queste variazioni.
Per il plurale, come accennato, introduco l'uso dell'articolo zero (di fatto, questa strategia sostitutiva non è sempre valida, ma sarà possibile in futuro specificare meglio):
- Hai fratelli? No, non ho fratelli?
- Hai figli? Sì, ho figli.
- Hai banane? Sì, ho banane.
Sarà anche utile evidenziare un'altra particolarità del rapporto tra numero uno e articolo un:
- Quanti figli hai? Uno.
- Quanti figli hai? Ho un figlio.
- Quante sorelle hai? Una.
- Ho un telefono. Uno??
Se isolato, quindi senza la qualità di determinatore, il quantificatore assume solo le forme uno o una.
Per concludere la lezione, mostro le quattro vocali fondamentali attorno a cui, nella lingua italiana, viene ordinata la gran parte delle marche di genere e numero: -O, -I, -A, -E. Presento quindi frasi come:
- Questo è un tavolo. Questo tavolo è nero.
- Questi tavoli sono neri.
- Questa sedia è nera.
- Queste sedie sono nere.
Schematizzando, presento anche la terminologia relativa a genere e numero, anche se passerà certamente del tempo prima che venga appresa (resta comunque una componente della lingua settoriale della grammatica, per cui si può avere pazienza).
MASCHILE SINGOLARE | MASCHILE PLURALE | FEMMINILE SINGOLARE | FEMMINILE PLURALE |
---|---|---|---|
-O | -I | -A | -E |
Spiego che la o è la lettera dei maschi ed emetto una bella o gutturale per mostrare il maschio in tutta la sua bruta selvatichezza. Presento invece la a con un gridolino di ammirazione, se possibile con le ottave più acute del mio repertorio. Ovviamente si tratta di meri stereotipi, utilizzati per scherzo: hanno i loro limiti nella realtà, certamente, ma possono risultare didatticamente utili. Vanno insomma sfruttati scherzosamente, non certo cavalcati.
Se prendiamo tavolo e banana come termini di riferimento, possiamo servirci di questo schema, che evidenzia il ricorrere di queste vocali fondamentali:
TAVOLO | TAVOLI | BANANA | BANANE |
QUESTO | QUESTI | QUESTA | QUESTE |
ALTRO | ALTRI | ALTRA | ALTRE |
Bene, in questa lezione abbiamo:
- focalizzato l'accordo tra articolo indeterminativo e nome;
- mostrato le diverse forme di articolo indeterminativo;
- introdotto l'indefinito altro;
- introdotto il dimostrativo questo;
- indicato le vocali fondamentali delle marche di genere e numero dei nomi.