Italiano L2/Articolo determinativo e nome
Abbiamo visto l'utilizzo dell'articolo indeterminativo. Adesso è tempo di introdurre l'articolo determinativo, in modo da avere completo agio nell'introduzione di nuovo lessico, da presentare preferibilmente appunto con l'articolo determinativo.
Per illustrare la dicotomia determinato/indeterminato, è possibile fare riferimento a quattro aspetti:
- il rapporto tra nuovo e dato;
- l'opposizione tra tra indeterminato e determinato;
- il rapporto tra classe e membro;
- i nomi massa, che implicano di per sé la definitezza.
Per il primo rispetto, possiamo provare con i seguenti esempi, tutti facilmente governabili attraverso il mimo:
- Hai una penna?
...ricevo e nascondo la penna...
- Dov'è la penna?
Quel che era inizialmente una penna qualsiasi (poiché non ho richiesto che un non specifico membro della classe, finora non evocato nel contesto, né materialmente né idealmente), ha assunto il carattere di definitezza, è diventata nota: rievocata da nota, prende adesso l'articolo determinativo.
- Hai una penna? Dammi la penna, per favore.
Anche qui, è stato evocato un oggetto non noto, che ha poi acquisito definitezza.
Per il secondo rispetto propongo questo scambio:
- C'è un gatto. - È il gatto di Paolo.
Per il terzo rispetto:
- C'è un gatto in giardino.
- Il gatto ha quattro zampe.
Quanto ai nomi massa, risultano un buon escamotage per apprendere molto lessico utile e familiarizzare con l'articolo determinativo. I nomi massa non sono numerabili, quindi non è possibile individuare un membro della classe e spogliarlo della definitezza. Non è difficile illustrare la non numerabilità dei nomi massa, anche perché essa ha carattere intuitivo. Non posso contare la farina perché si presenta in granelli piccolissimi e così pure per il sale e lo zucchero. Tutti capiscono che contare i singoli granelli non risponderebbe all'esigenza di misurare una quantità di quella sostanza. È anche utile distinguere nomi massa relativi alla gastronomia (liquidi e granulosi) da quelli relativi agli umori umani o ai materiali. Tra i nomi massa peraltro troviamo tutte le varie forme dell'articolo determinativo. Per ora mi astengo dal mettere in rapporto i nomi massa e i quantificatori ("un chilo di", "una tazzina di" ecc.). Inoltre seleziono parole maschili in -o (che non necessitino gli articoli lo/gli) e parole femminili in -a che non inizino per vocale.
- la farina
- il riso
- il burro
- la pasta
- il cioccolato
- il vino
- il ferro
- la terra
- la sabbia
- il legno
- il vetro
Presento schematicamente i quattro articoli determinativi fondamentali:
MASCHILE | FEMMINILE |
---|---|
IL | LA |
MASCHILE | FEMMINILE |
---|---|
I | LE |
A questo punto, cerco di instaurare una associazione tra l'articolo e la vocale terminale dei nomi:
- il ......o
- i ......i
- la ......a
- le ......e
Indico un tavolo e due tavoli, una sedie e due sedie e pronuncio il tavolo, i tavoli, la sedia, le sedie. Faccio operazioni analoghe riferendomi a oggetti probabilmente presenti in classe: matita, cappello, scarpa, naso, testa, finestra, porta, banco, lavagna, quaderno... In tal modo rinforzo l'associazione che deve scattare. La o è la vocale dei maschi! Lo stesso fenomeno, peraltro, si può riscontrare con i nomi di persona. Richiamo i nomi di persone italiane che gli allievi conoscono (se possibile) e mostro come in molti casi i nomi maschili finiscano in -o: Paolo, Marco, Carlo, Dario, Alessandro... Mostro anche, se esistono, i corrispettivi femminili o altri nomi femminili che finiscano in -a. La a è la vocale delle femmine! Spiego che in definitiva queste quattro vocali sono molto importanti, che è molto utile fissarle come marche identificatrici di maschile singolare, maschile plurale, femminile singolare, femminile plurale.