Italiano L2
Italiano L2 - Insegnare l'italiano a stranieri
Questo Wikibook [in preparazione] è destinato agli insegnanti di italiano a stranieri e vuole rappresentare una falsariga (o un viatico) da seguire per una formazione progressiva degli stranieri adulti che vogliano apprendere l'italiano.
Un Wikibook è wiki: questo significa, tra le altre cose, che non nasce completo e che è liberamente modificabile da tutti. Le conseguenze dirette di questi fatti sono le seguenti: il testo potrà modificare e correggere le sue caratteristiche iniziali; potrà arricchirsi di contenuti inizialmente non previsti; il suo progressivo ampliamento determinerà molto probabilmente delle modifiche a quanto già scritto.
La sua natura di "falsariga" prevede delle approssimazioni volute e richiede delle precisazioni. Il testo infatti:
- cerca di essere utile sia a coloro che insegnano italiano a stranieri in Italia (ItaL2) sia a coloro che lo insegnano fuori d'Italia (ItaLS);
- è destinato ad essere utilizzato da coloro che insegnano a stranieri scolarizzati che conoscano l'alfabeto latino, non importa se originariamente alfabetizzati in lingue che usano alfabeti diversi da quello latino;
- si propone di evitare quanto più è possibile tecnicismi estremi: l'importante è capirsi e far capire;
- di fronte alla varietà di approcci e metodi glottodidattici, decide di rifarsi al buonsenso.
Di seguito, alcune considerazioni a commento di questi punti. A chi ha studiato glottodidattica potrà sembrare strano che si destini il testo indifferentemente a insegnanti di italiano L2 ed LS. Vi sono, in effetti, ulteriori variabili: l'italiano come lingua di contatto e l'italiano come lingua etnica. Le esigenze sono tante e diverse. Probabilmente il profilo più rilevante, anche fermandosi a considerazioni meramente quantitative, è quello del migrante che giunto in Italia necessita della lingua e l'apprende sul posto. Sia come sia, è sempre possibile che chi sfrutta questo testo per insegnare lo faccia adattandolo alle proprie esigenze: è anche possibile che, evolvendosi, il testo riesca a configurarsi unitariamente per le diverse esigenze o si scinda in più libri. Per quanto riguarda il tema degli studenti non alfabetizzati, si tratta di una categoria di studenti che abbisogna di un intervento speciale, che resta fuori dagli scopi di questo libro. Va anche detto che molti studenti scolarizzati con alfabeti non latini giungono in Italia con una buona conoscenza dell'alfabeto latino: sanno riprodurre le lettere e sanno associare le lettere a certe classi di suoni, anche se la realizzazione dei singoli caratteri è ovviamente specifica per ogni lingua. Per quanto attiene ai tecnicismi, basterà ricordare che le lingue speciali, di norma, aborrono la sinonimia e cercano di associare biunivocamente un nome e un oggetto. Ciò invece non accade per le lingue speciali della linguistica e della glottodidattica, in cui la sinonimia, quasi più capricciosa di quella consueta alla lingua comune, rispecchia anche gli orientamenti dei diversi autori. Stante questo panorama, questo testo proverà ad attestarsi su un linguaggio medio e il meno possibile ambiguo. Sull'ultimo punto, la storia della glottodidattica è costellata di proposte di diverso tenore. L'importanza dei diversi approcci fa dubitare che la glottodidattica possa ambire ad un metodo "definitivo". Ed è anche dubbio che la scelta "coerente" di un approccio non si traduca in un mero sclerotismo. Questo testo, peraltro, nasce come gesto di profonda fiducia verso "l'approccio wiki": piuttosto che un impianto coerente "a monte", questo testo è una proposta aperta, liberamente modificabile. In questo senso, il punto del suo fondamento teorico è un risultato di là da venire, non un dato iniziale. Resta che questo testo intende appoggiarsi a tutta la letteratura prodotta in materia, inclusa la non esigua letteratura grigia disponibile in rete, cui rinvierà per denunciare i propri debiti.
Un'ultima precisazione è doverosa: questo testo, è vero, si propone di essere una grammatica progressiva, per cui propone un punto di inizio e una sequenza specifica (tecnicamente, un curricolo). Ma questo proposito è intrinsecamente fallibile, perché nel concreto delle lezioni ci si trova più spesso ad insegnare ciò di cui gli alunni abbisognano in quel momento. Ciò non significa che sia sempre utile dare sistematicamete seguito alle domande che provengono dai diversi allievi: si produrrebbe un percorso troppo erratico. E poi non sempre il discente sa bene cosa gli serva sapere prima, anche se le sue domande sono un importante indizio. Il punto è che spesso un inizio vero e proprio semplicemente non esiste e ci si ritrova già con delle conoscenze alle spalle. Dunque, un proposito più realistico di questo testo è quello di essere una raccolta di materiali "bruti", da usare in sequenze diverse, secondo gusti ed esigenze dei diversi insegnanti. I principi di fondo sono: attenersi ad un lessico davvero utile in quanto basico (tutti gli insegnanti di italiano si sono trovati ad un certo punto a cercare di spiegare cosa sia uno gnomo per introdurre il digramma gn); cercare di suggerire una sequenza che favorisca l'apprendimento; non perdere per la via i cosiddetti chunks of language ("pezzi di lingua"), quelle sequenze di parole di solito apprese in blocco, che spesso è impossibile, difficile o non utile analizzare grammaticalmente e che pure fanno parte della lingua viva: come si dice...?, cosa vuol dire...?, per favore, come va?, per esempio ecc.
Per le immagini, faccio riferimento innanzitutto alla categoria di Commons che raccoglie i disegni in bianco e nero (Category:Black and white drawings).